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Il nuovo codice appalti (dlgs 36/2023) disciplina le nuove modalità operative per la gestione deli appalti BIM. Nello
specifico, l’Allegato I.9 riprende il concetto di ambiente di condivisione dati (ACDat) – già disciplinato dalle
norme UNI 11337 – e sottolinea l’importanza che tale ambiente riveste nell’attuazione del processo BIM.
Le stazioni appaltanti si dovranno dotare di uno specifico ACDat e dovranno provvedere a una serie di adempimenti
preliminari (atto organizzativo, piano di acquisizione e manutenzione hardware e software, piano di formazione
specifica del personale, ecc.). Non rischiare di trovarti impreparato. Per adeguare al meglio i tuoi sistemi e per essere
certo di rispondere appieno ai nuovi adempimenti, ti consiglio di affidarti ad un unico interlocutore in grado di assisterti
al meglio.
genere, tra cui modelli, oggetti, elaborati digitali, ecc., strutturato secondo una certa architettura informatica che
consenta la condivisione secondo specifici permessi e garantisca accessibilità e sicurezza. Deve essere in grado di
consentire l’attuazione dei tipici processi BIM, di cui parleremo nel seguito. Già il dm 570/2017 (decreto BIM) definiva
l’ACDat come: un ambiente digitale di raccolta organizzata e condivisione di dati relativi ad un’opera e strutturati in
informazioni relative a modelli ed elaborati digitali prevalentemente riconducibili ad essi, basato su un’infrastruttura
informatica la cui condivisione è regolata da precisi sistemi di sicurezza per l’accesso, di tracciabilità e successione
storica delle variazioni apportate ai contenuti informativi, di conservazione nel tempo e relativa accessibilità del
patrimonio informativo contenuto, di definizione delle responsabilità nell’elaborazione e di tutela della proprietà
intellettuale.
Si tratta di un ambiente virtuale (cloud) a cui tutti gli attori della commessa dovranno affidare i propri contenuti,
organizzato e strutturato al fine di tracciare l’evoluzione delle attività, individuare ruoli e responsabilità, mettere a
L’ambito descritto è proprio quello in cui tutti gli aspetti collaborativi e di integrazione, caratteristici della metodologia
Ma non solo: la presenza nell’ACDat di tutte le informazioni relative all’intervento, complete ed aggiornate, elegge tale
ambiente ambito adeguato alla gestione consapevole e tempestiva di tutte le decisioni relative alla conduzione della
commessa.
norme tecniche britanniche: le norme della serie 1192, dove assume il nome di Common Data
Environment (CDE, V. articolo “Il BIM come flusso di informazioni secondo le norme tecniche BS 1192 e le Pas 1192-
2”).
Questo concetto è stato successivamente ripreso nelle norme italiane della serie UNI 11337, dove ha assunto il nome di
“ambiente di condivisione dati”, sinteticamente indicato con ACDat. In particolare, di esso si parla diffusamente
all’interno della UNI 11337 parte 5 e parte 6, norme dedicate alla precisazione delle modalità di redazione
Come noto, infatti, nel Capitolato informativo la stazione appaltante deve precisare i propri requisiti per la gestione
accessibilità, secondo prestabilite regole, da parte di tutti gli attori coinvolti nel processo;
alti flussi di interrogazione e facilità di accesso, ricovero ed estrapolazione di dati (protocolli aperti di
scambio dati)
Potrà essere richiesto all’affidatario di mettere a disposizione la struttura informatica ACDat ovvero la stazione
In ogni caso è auspicabile che la gestione di tale ambito resti in capo alla committenza (vedi figura 4), o direttamente o
Nel Capitolato informativo la stazione appaltante dovrà precisare le modalità del flusso delle informazioni da e
verso l’ACDat, ma anche all’interno dello stesso, durante tutti gli stadi e le fasi del processo realizzativo della
commessa.
La piattaforma ACDat
Le UNI non specificano esplicitamente come dovrà funzionare l’ACDat e come deve essere strutturato. Esso potrà essere
1. area in lavorazione;
2. area in condivisione;
3. area in pubblicazione;
4. area in archiviazione.
In particolare, di area “in lavorazione” ne esisteranno diverse, ciascuna asservita ad un singolo team di lavoro relativo,
Le modalità di accesso a queste aree andranno specificate nel Capitolato informativo; sinteticamente esse potranno
Analogamente, anche la gestione del flusso delle informazioni andrà precisata nel Capitolato informativo, così come i
A questo scopo ogni passaggio tra un’area e la successiva prevede un gate per i modelli realizzati e sviluppati presenti
nell’Area di partenza, cioè un preventivo momento di valutazione del soddisfacimento dei requisiti previsti dall’Area di
destinazione.
Tali gate sono chiaramente introdotti nelle PAS britanniche (come è facile desumere direttamente dalla Figura 3), ma è
necessario che per ciascuna commessa il relativo Capitolato Informativo ne precisi finalità e relativi criteri di
funzionamento.
Anche in questo caso le UNI ci aiutano a definire modalità di valutazione e verifica da utilizzare chiarendo (nella UNI
11337-4 e nella UNI 11337-5) i principali aspetti da verificare, i momenti in cui tali verifiche andranno eseguite e
Per visualizzare e gestire online file di qualsiasi dimensione e di diversi formati (IFC, DWG, DXF, PDF, OBJ, SKP, 3DS,
RVT, ecc.) che risiedono nell’ACDat; utilizza il common data environment, che ti permette di navigare da browser, senza
software stand alone, da dispositivi mobile e desktop nel modello BIM con le informazioni e i dati condivisi nell’ACDat.
Al fine di garantire agli attori del processo il consapevole utilizzo di modelli ed elaborati (e quindi del relativo contenuto
informativo da essi veicolato), le UNI 11337 hanno particolarmente curato questo aspetto, precisando una metodologia
Ecco, quindi, che per ogni modello o elaborato (e connessi contenuti informativi), dovrà essere possibile definire uno
Il passaggio da uno stato di lavorazione al successivo sarà subordinato all’esecuzione di verifiche, il cui esito
(valutazione) sarà l’indicazione di uno stato di approvazione, che potrà autorizzare o meno l’effettuazione del passaggio
Anche gli stati di approvazione sono puntualmente definiti nelle UNI 11337. Essi sono:
Stato di Lavorazione Descrizione
Le UNI 11337 definiscono 3 livelli di verifica nel processo digitale delle costruzioni:
Tutto quanto sin qui illustrato, consente di definire il percorso del flusso informativo del processo digitale: la figura
seguente riassume sinteticamente tale fluire delle informazioni in riferimento a due modelli digitali, il
Ciascun committente potrebbe (e dovrebbe) intervenire nel precisare i contenuti e metodi di validazione dei
contenuti informativi. E questo anche in relazione alla tipologia e all’entità dell’intervento in considerazione.
Le UNI 11337 offrono una visione per così dire essenziale di ciò che debba essere considerato durante le verifiche
richieste.
I Livelli di coordinamento
I dati e le informazioni contenuti nei modelli grafici appartenenti ad un determinato processo digitale devono essere
Tale coordinamento (nello stesso modello o tra modelli grafici o, ancora tra modelli ed elaborati o modelli e
regolamenti) deve avvenire attraverso le verifiche di interferenze (clash detection), verifiche delle incoerenze (code
grafico
2. LC2 – (coordinamento di secondo livello) Coordinamento di dati e informazioni tra più modelli grafici
singoli. Tale coordinamento può avvenire attraverso l’aggregazione simultanea tra più modelli grafici
oppure attraverso successive verifiche di congruenza (una sorta di confronto uno a uno) [V. Figura 4]
3. LC3 – (coordinamento di terzo livello) Coordinamento di dati e informazioni generati da modelli grafici
e dati e informazioni non generati da modelli grafici (elaborati digitali o non digitali).