CONTENUTI
Gli ambienti di configurazione
Configurazione e mappatura dei moduli X20
Configurazione e mappatura di un modulo Fieldbus Slave
Configurazione per la gestione da remoto del sistema robotizzato.
OBIETTIVI
Riconoscere gli ambienti di configurazione disponibili sul Terminale di
Programmazione
Descrivere i processi di configurazione e mappatura dei moduli X20
Descrivere i processi di configurazione e mappatura di un modulo Fieldbus Slave
Eseguire alcune procedure di sistema da remoto.
1|9
Ambienti di configurazione I/O
I diversi ambienti di configurazione I/O sono disponibili alla pagina Setup,
selezionando la voce IO.
Vediamo quali sono:
01. IO_CNFG, permette la definizione e la configurazione dell’architettura della
rete I/O
02. IO_MAP, permette l’associazione ai moduli (precedentemente configurati con
IO_CNFG) e la mappatura I/O
03. FB_UTIL, permette la diagnostica della rete Fieldbus.
Nell’immagine è visibile anche l’ambiente «Hand», già esplorato durante il corso Uso e
Programmazione (approfondimenti modulo 4 «Hand.pdf»).
!
01 IO_CNFG
In questo ambiente sono disponibili diversi menu che permettono di definire
l’architettura della rete I/O, indicando al sistema ad esempio numero,
tipologia, indirizzo dei moduli montati dall’utente sul BUS COUPLER.
02 IO_MAP
L’ambiente IO_MAP permette l’associazione delle porte di sistema
($DIN/$DOUT - $AIN/$AOUT - $FMI/$FMO) ai relativi input e output (bit o
gruppi di bit) dei moduli precedentemente configurati tramite l’ambiente
IO_CNFG.
In questo modo viene effettuata la mappatura dei segnali I/O.
2|9
03
FB_UTIL
Questo ambiente viene utilizzato per rilevare la presenza dei dispositivi
collegati alla rete master dell’Unità di Controllo (UdC) e testarne la corretta
comunicazione.
I moduli X20 vengono montati a destra del BUS COUPLER seguendo un ordine specifico
descritto sul manuale «Specifiche Tecniche».
!
3|9
Mappatura I/O dei moduli X20
Consideriamo l’esempio affrontato nel video.
Tralasciando gli alimentatori, che non dispongono di ingressi o uscite utilizzabili,
abbiamo:
Modulo1_12DIN, riceve 12 ingressi digitali
Modulo2_6DOUT, comanda le prime 6 uscite digitali
Modulo3_6DOUT, comanda le altre 6 uscite digitali
Modulo4_2AIN, riceve 2 input analogici
Modulo5_2AOUT, invia 2 output analogici.
Ora che i moduli X20 sono configurati, osserviamo insieme come mapparli. Cioè
come associare gli I/O alle porte di sistema.
4|9
Mappatura degli I/O nella rete Fieldbus
Il nostro esempio prevede una mappatura con 8 byte di input e 8 byte di output, per
un totale di 64 bit in ingresso e altrettanti in uscita.
Gli I/O verranno così mappati:
Byte 1 e 2, 16 I/O digitali per associazione dei segnali al profilo di sistema
Byte 3 e 4, 16 I/O digitali per scambio dati definiti dal programmatore per
l’applicazione utente
Byte 5 e 6, 1 I/O analogico per scambio dati definiti dal programmatore per
l’applicazione utente
Byte 7 e 8, 3 I/O flessibili per scambio valori definiti dal programmatore per
l’applicazione utente.
Byte 1 e 2
I primi 2 byte saranno associati a ingressi e uscite di tipo digitale ($DIN e $DOUT) per la gestione da
remoto degli stati di sistema, quali ad esempio DRIVE ON, DRIVE OFF, START, HOLD, ecc.
Maggiori dettagli verranno forniti in questo modulo.
Byte 3 e 4
I Byte 3 e 4 saranno associati a ingressi e uscite di tipo digitale ($DIN e $DOUT) per lo scambio di
segnali utente come: consenso, presenza, fine del lavoro assegnato, ecc.
Byte 5 e 6
I Byte 5 e 6 in ingresso saranno associati a un ingresso analogico ($AIN) per la lettura di un sensore
di prossimità, quelli in uscita ($AOUT) per la gestione di una lampada a intensità variabile.
Byte 7 e 8
I byte 7 e 8 saranno associati a porte di tipo flessibile ($FMI / $FMO). La lunghezza di queste porte, a
differenza delle precedenti, può variare da 1 a 32 bit in base alle esigenze del programmatore.
Queste porte sono utilizzate per lo scambio di valori numerici interi come: numero del programma da
eseguire o la quantità di «pezzi» prodotti.
La lunghezza in bit della porta influenza i limiti di valore numerico massimo che è possibile ricevere
o inviare con essa.
Nel nostro esempio mapperemo 3 porte. Le prime due sul byte 7, con una lunghezza di 4 bit ciascuna
per inviare e ricevere valori compresi tra 0 e 15.
La terza porta, invece, sul byte 8 con una lunghezza di 8 bit per inviare e ricevere valori compresi tra
0 e 255.
5|9
Il profilo di sistema
Un ottimo modo per automatizzare ulteriormente il sistema robotizzato è
demandare al dispositivo Master il comando di alcuni segnali di sistema come ad
esempio DRIVE ON, START, HOLD, ecc.
Così, sarà possibile ad esempio comandare da remoto l’accensione dei motori, dare
lo start o arrestare i programmi di più ARM contemporaneamente.
Si eviterà quindi di operare su ogni Terminale di Programmazione della linea
robotizzata.
Si ricorda che per poter comandare l’ARM tramite un dispositivo esterno il selettore del TP
deve essere impostato su AUTO-REMOTE.
!
Segnali di sistema
I segnali di sistema comandabili in ingresso sono:
NO DRIVE OFF
DRIVE ON
NO HOLD
START
CANCEL ALARM (RESET)
VELOCITÀ DI SICUREZZA.
6|9
Attenzione: sarà necessario fornire al programmatore del PLC i «file di descrizione del
dispositivo» Fieldbus slave installato all’interno dell’Unità di Controllo. I file sono resi
disponibili nel repository in piattaforma. Maggiori informazioni sull’importanza dei «file di
! descrizione del dispositivo» saranno chiarite nel modulo 3 di questo corso.
DRIVE ON $DIN[2] 2
START $DIN[4] 4
NO ALLARME $DOUT[1] 1
Si ricorda che per poter comandare l’ARM tramite un dispositivo esterno il selettore del TP
deve essere impostato su AUTO-REMOTE.
!
7|9
Stato del selettore
L’impostazione dello stato del selettore come descritto nel corso «Uso e
Programmazione» comporta un cambiamento della provenienza dei comandi per
la gestione dei segnali di sistema.
Si ricorda che per poter comandare l’ARM tramite un dispositivo esterno il selettore
del TP deve essere impostato su AUTO-REMOTE.
Stato T1
Comando di DRIVE ON proveniente dall’enable device posto sul retro del
Terminale di programmazione
Comando start da pulsante del Terminale di programmazione, mantenuto
premuto per tutto il programma.
Stato AUTO-LOCAL
Comando di DRIVE ON tramite softkey del right menu del Terminale di
programmazione
Comando start da pulsante su TP premuto e rilasciato all’avvio del
programma.
Stato AUTO-REMOTE
Comandi provenienti da I/O via Fieldbus.
Si ricorda che per poter comandare l’ARM tramite un dispositivo esterno il selettore del TP
deve essere impostato su AUTO-REMOTE.
!
8|9
Disabilitazione dei segnali da remoto
Una volta impostato il profilo di sistema e associato i comandi di sistema agli input
e output digitali, sull’Unità di Controllo non è più possibile effettuare il comando di
DRIVE ON e/o START da Terminale di Programmazione.
I comandi sono demandati al Master (es PLC). Nel caso in cui il dispositivo Master
non fosse ancora pronto o collegato al sistema, nella Message bar viene visualizzato
il seguente messaggio:
«28885/1 DRIVE-OFF+HOLD da bus di campo»
Questo è dovuto al fatto che gli ingressi «NO DRIVE OFF» e «NO HOLD» si trovano
nello stato di OFF.
9|9