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I Templari nel cuore della Toscana

La vastità dall’offerta culturale ed artistica proposta dalle città d’arte italiane impedisce, a volte, di poter
assaporare a fondo la bellezza di tutto questo patrimonio, sia per mancanza di tempo da parte del visitatore,
sia per difficoltà organizzative da parte degli enti preposti.
Chi si trovasse a viaggiare nel cuore della Toscana verrebbe giustamente attirato, tra le altre, da due città
particolarmente ricche di storia medievale: Siena e San Gimignano. Ma se il viaggiatore più veloce e distratto
limiterebbe la visita a Piazza del Campo ed al Duomo nella prima città, oppure alle torri medievali nella
seconda, l’oculato cercatore di cose templari saprebbe rintracciare le chiese appartenute al glorioso Ordine
del Tempio.
A Siena, in via Camollia a poca distanza dall’omonima porta cittadina, si trova la chiesa templare di San
Pietro alla Magione, dalla bella facciata in pietra viva, con l’ingresso preceduto da un piccolo portale gotico;
sul fianco destro è incastonato un medaglione in marmo con l’effige dell’Istrice, simbolo della contrada.
L’interno ha una navata unica, con il tetto a capriate, ed un presbiterio rialzato; è illuminato da una serie di
piccole finestre alte e strette, mentre le pareti, in pietra come la facciata esterna, sono decorate da affreschi
trecenteschi color seppia raffiguranti scene della Bibbia, provenienti da una stanza dell’attiguo pellegrinaio.
Uscendo da Siena dalla vicina Porta Camollia si segue la strada in direzione nord, raggiungendo dopo circa
quaranta chilometri a San Gimignano, città dal forte impianto medievale, caratterizzata dalle numerosi torri,
simbolo di potere per le antiche famiglie nobili. La chiesa templare di San Jacopo si trova addossata alle
mura cittadine, a sinistra dell’omonima porta San Jacopo; secondo la tradizione sarebbe stata edificata grazie
al bottino di guerra riportato in patria dagli abitanti di San Gimignano, dopo aver partecipato alla prima
Crociata. Passata all’Ordine del Tempio, la chiesa di San Jacopo venne assalita ed occupata nel 1309 da
alcuni facinorosi, esaltati dalla bolla di Clemente V contro i Templari; i danni dovettero essere rilevanti
perché il Comune, nell’estate dello stesso anno, finanziò il restauro della chiesa.
Si tratta di un piccolo edificio romanico con un leggera facciata in pietra e mattoni, ornato da un rosone in
cotto e da un portale di tipo pisano il cui architrave reca una bella croce patente in pietra con una punta al
centro del braccio inferiore. Sul tetto un piccolo campanile a vela. L’interno è a navata unica con volte a
crociera ed un presbiterio rialzato, in cui sono situati affreschi dei secoli XIV-XV. Alla chiesa si trovava
annessa, anticamente, una costruzione ora scomparsa, che aveva funzione di convento per i monaci-cavalieri
e di ricovero per i pellegrini.
Come si vede le chiese templari di San Pietro di Siena e di San Jacopo di San Gimignano si assomigliano per
dimensione, per la vicinanza ad una porta cittadina e, soprattutto, per la possibilità di alloggiare viaggiatori in
transito, cosa abbastanza frequente, trovandosi le due città lungo il tracciato medievale della via Francigena,
una delle più grandi vie di comunicazione dell’epoca.
A poca distanza da San Gimignano, sempre sulla via Francigena, si trova il piccolo insediamento della
magione di Poggibonsi. Non si tratta di un insediamento templare, benché per molto tempo ritenuto tale,
bensì giovannita. Vale però una visita per il suo aspetto massiccio e fortificato, che può ricordare anche una
struttura tipo dell’Ordine del Tempio.
Chiuso da un piccolo giro mura, al suo interno sono situati gli edifici necessari per un centro di accoglienza
dell’epoca: la chiesa, piccolo gioiello di arte romanica, dalla caratteristica finestrella “a sega”; il pellegrinaio;
le scuderie; il piccolo campanile a vela con la campana, detta “la smarrita”, il cui suono serviva da
orientamento a chi aveva smarrito, appunto, la strada nei boschi circostanti. Interessanti, ed emozionanti al
tempo stesso, due lastre tombali con croce patenti nel pavimento del cortile lungo il lato sinistro della chiesa.
La Magione, nel corso degli anni, era stata abbandonata dai proprietari, con conseguente rovina di parte delle
strutture e soggetta alle frequenti esondazioni di acqua e fango del vicino torrente Staggia; intorno al 1979 il
conte Cristofani di Siena acquistò il complesso, restaurandolo e facendone dono all’Associazione dei
Cavalieri del Tempio di Poggibonsi, associazione benefica che proprio nella magione ha la sua sede.

Enzo Valentini

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