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Michel

Blazy

living room
26.02 – 10.04.2016
Michel Blazy Living Room
Lorenzo Giusti

Nell’immenso isolamento, nell’immensa ignoranza in


cui ci dibattiamo, non abbiamo altro modello, altro
punto di riferimento, altra guida, altro padrone che la
natura (Maurice Maeterlinck, La vita delle termiti).

Arte del vivente, bioarte, ecoarte, sono tutte


categorie entro le quali, in fasi diverse, si è tentato
di inquadrare il lavoro di Michel Blazy, la cui
caratteristica principale è quella di utilizzare
materiali organici per dare vita a sculture,
dipinti, installazioni e, in alcuni casi, anche opere
partecipative. A guardarli bene, però, i lavori di
Blazy rifuggono da ogni possibile classificazione.
Dal suo punto di vista tutta l’arte è “vivente”, perché
fatta di una materia in perenne trasformazione, che
noi ci illudiamo di potere fermare nel momento del
suo atto creativo e che, in realtà, sempre cambia,
anche quando, con un processo di semplificazione
mentale, saremmo portati a credere il contrario.
Blazy pone l’accento su questo mutamento, su
Sans titre (Senza titolo), 2013
macchina fotografica questa variazione più o meno rapida, più o meno
digitale, buddleia, palese, utilizzando tecniche e strategie diverse.
terra, acqua.
courtesy: art: concept, parigi
All’inizio – nei primi anni Novanta – erano bolle di
foto: dorine potel sapone, spaghetti, paraffina, oppure erbe e piante.

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1. Sul concetto di varietas Successivamente sono diventate schiume, muffe,
cfr. Carlo Del Bravo,
Varietas e contemplazione nel
alghe, alimenti, presentati da soli o assemblati con
Quattrocento, in Le risposte altri oggetti, molte volte “attivati” dal contatto
dell’arte, Sansoni, Firenze
1985, pp. 53-71. Sui precedenti con soggetti esterni, in particolare animali (topi,
storici di Michel Blazy lucertole, granchi, chiocciole…). Materiali che, nel
si vedano in particolare i
saggi di Ralph Rugoff (Les loro insieme, determinano il potenziale di crescita
Multivers de Michel Blazy),
e deterioramento a cui tutta la ricerca dell’artista si
Olivier Michelon (Le Style
Vivant) e Valérie Da Costa rivolge, attivando processi estetici nella dimensione
(Différences et répétitions ou
comment sculpter le vivant),
del tempo, con esiti sempre aperti e indeterminati.
contenuti nel catalogo Una fascinazione per la natura che affonda le
Michel Blazy. Rendez-vous au
“Grand Restaurant”, a cura proprie radici nelle creazioni degli artisti della
di Xavier Franceschi, Frac varietas rinascimentale (Zoppo, Crivelli, Squarcione,
Ile-de-France / Manuella
Éditions, Parigi 2015. Mantegna…), così come nella tradizione delle
nature morte secentesche o nella moda delle
2. Gli autori citati teorizzano
tutti il superamento wunderkammern, e che, in tempi più recenti, ha
dell’antropocentrismo e
l’adozione di un punto di trovato sviluppo negli assemblaggi materici dei
vista olistico e organicista poveristi (Anselmo, Penone, Merz), nelle azioni
come condizioni necessarie
per affrontare la crisi in “difesa della natura” di Beuys, o ancora nelle
ecologica e riconciliare sculture vegetali di Hans Haake o di Dieter Roth1.
l’uomo con la natura.
La filosofia alla base del pensiero di Blazy, al pari
di quello ecologico che la fonda, vede convivere
al proprio interno una ricerca di senso razionale e
contemplativa allo stesso tempo. Un biocentrismo
organicista in dialogo con le teorie radicali di autori
come Arne Naess, Rudolf Bahro o Fritjof Capra2.
Le opere di Blazy mutano in relazione allo svolgersi
della loro stessa vita; un inno alla metamorfosi e
all’incessante processo di rinnovamento del ciclo
vitale. Sono lavori che sovvertono le convenzioni
museali proponendo un modello espositivo
alternativo, in cui il caso e i sistemi autogenerativi
si integrano, sfuggendo al controllo del loro
stesso autore e in cui la materia organica diviene
collaboratore attivo nella costruzione dell’opera,

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Sans titre (Senza titolo), 2013 rendendo manifesto il ruolo e l’influenza delle
macchina fotografica
condizioni esterne. Da luogo di esposizione, il museo
digitale, buddleia,
terra, acqua. si fa dunque palcoscenico, contesto vitale all’interno
courtesy: art: concept, parigi
del quale si concatenano accadimenti non sempre
foto: dorine potel
percettibili (germinazioni, crescite, decomposizioni).
Anche Living room – la mostra concepita da Blazy
per il Museo MAN - presenta uno spazio fisico
come un organismo multiplo, aprendo il campo a
una riflessione sul rapporto tra natura e cultura,
e promuovendo una visione articolata, non
antropocentrica, della realtà. Un sistema complesso
all’interno del quale operano entità molteplici.
Il percorso si compone di tre nuove produzioni
e di due lavori iniziati qualche anno fa.

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Tra questi Avocat è una semplice pianta, messa
in vaso nel 1997 e tenuta in vita fino ad oggi.
L’opera definisce un paradosso: un vegetale
comune che, come una scultura di successo, si
trova a viaggiare da uno spazio espositivo all’altro,
di volta in volta mettendo a rischio la propria
sopravvivenza. Avocat fa parte di una collezione
di piante che l’artista ha interrato a Bretigny
intorno alla metà degli anni Novanta e che da allora
continua a curare con attenzione. Un impegno
Avocat, 1997-2006 costante che definisce un tipo di rapporto con
avocado, vaso
courtesy: art: concept, parigi
l’opera opposto a quello che normalmente può
foto: rebecca fanuele venire a crearsi con un oggetto ritenuto finito.

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Un rapporto duraturo, quasi un elogio della
lentezza, in antitesi rispetto alle visioni “istantanee”
di scultori come Roman Signer o Erwin Wurm.
Barbacaen, il secondo dei due lavori già esistenti,
è un dipinto del 2010 realizzato con crema
al cioccolato, uova, farina di cocco e latte in
polvere su una base di legno mangiata dai topi.
All’inizio, si trattava di una semplice esca per i
topi del suo atelier, ma con il tempo l’esperienza
è divenuta un procedimento esecutivo, una vera
e propria tecnica per realizzare pitture astratte.
Alla maniera dei primi pittori, che non disponevano
di colori preparati, Blazy ha fabbricato le tinte
utilizzando tuorlo d’uovo, che com’è noto
impedisce alla superficie di crettarsi, insieme ad
altre creme alimentari industriali colorate.
Pull Over Time, 2015 Rispetto alle sculture di Blazy, i quadri
(dettaglio) sembrano possedere un grado di finitezza e
Allestimento alla
Biennale di Lione di stabilità maggiore. In realtà si tratta di un
courtesy: artista e processo evolutivo semplicemente più lento,
art: concept, parigi
foto: blaise adilon
ma in eguale misura inarrestabile. Pitture
che portano in sé la storia della loro genesi e
i segni della loro costante trasformazione.
Tra le opere realizzate in situ per la mostra al
MAN, Mur qui pèle bleu è un wall painting fatto
di agar-agar e colorante alimentare3. L’opera si
inserisce all’interno di un ciclo di pitture murali
iniziato in Giappone nel 1999, quando l’artista si
è trovato costretto a sostituire la materia scelta
inizialmente - un puré di carota che, a causa del suo
3. Tra le opere in mostra costo elevato in quel paese, avrebbe conferito al
troviamo anche Pierre qui sèche
(2016), un amalgama di colla lavoro una preziosità non ricercata – con prodotti
da parati, carta, colorante più economici. I muri scrostati di Blazy sono corpi
alimentare e acqua che simula
le sembianze di un minerale. vivi che, come tali, possono ammalarsi, marcire e

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Pull Over Time, 2013
Maglione, magliette,
piante, acqua
courtesy: artista e
art: concept, parigi
foto: dorine potel

deperire. Processi in divenire, non diversi da quelli


che normalmente colpiscono le nostre architetture,
ma, ancora una volta, più visibili ed appaganti.
Il percorso espositivo trova un momento di sintesi
in Pull Over Time, l’ultima installazione creata da
Blazy per la mostra al MAN. Un grande acquario
all’interno del quale sono state inserite una serie di
altre opere realizzate per la Biennale di Lione e per
la mostra del 2015 alla galleria Art:Concept di Parigi.
Pensati in un primo momento come indipendenti,
i lavori – fatti con vecchi abiti, scarpe sportive,
dispositivi elettronici e piante – rivivono oggi come
parti di un ecosistema più ampio, dove ogni cosa è
legata all’altra. Tutto ciò a conferma di come, per
l’artista, nessuna opera sia mai definitivamente
compiuta e di come possa invece sempre rigenerarsi
attraverso nuove forme e in nuovi contesti.
Tra le opere contenute all’interno dell’acquario,
un discorso a parte meritano – a mio avviso –
quelle che integrano al proprio interno elementi
vegetali e parti elettroniche. Con voce autonoma
questi lavori sembrano inserirsi all’interno del

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Pull Over Time, 2015
(dettaglio)
Allestimento alla
Biennale di Lione
courtesy: artista e
art: concept, paris
foto: blaise adilon

4. Nel processo di progressiva dibattito attuale sull’animismo tecnologico,


integrazioni tra spazio
fisico e spazio digitale, il
riaffermando la centralità dei processi organici4.
web ha assunto sempre più Il computer – nello specifico un MacBook,
le sembianza di un luogo
materiale; non una zona simbolo di purezza formale e sofisticatezza - o la
virtuale alternativa alla fotocamera digitale, abitati da piante e muschi,
realtà, ma una sostanza
concreta che permea la affrontano di petto il tema del rapporto tra natura
vita di ogni giorno. Non è
e tecnica, centrale nella riflessione del pensiero
un caso che, all’incursione
dei network digitali nelle filosofico occidentale. Il rifiuto dell’ideologia
diverse fasi di produzione e
fruizione dell’opera d’arte
della tecnica è da sempre uno dei principali
non abbia corrisposto una fondamenti del pensiero ecologico; uno snodo di
nuova fase del percorso di
dematerializzazione avviato visione e di prospettiva in relazione al quale, nel
dalle neoavanguardie, bensì tempo, si sono confrontate e distinte le correnti
una reinterpretazione del
pensiero realista e materialista primitiviste e quelle che, al contrario, mirano a
da parte di artisti, critici e
riformare l’idea di progresso nei suoi contenuti.
curatori in alternativa agli
approcci postmodernisti e Espressione di una natura pulsante che vive e
post-strutturalisti. Tra le
numerose pubblicazioni sul vibra in ogni elemento della materia, i lavori
tema uscite negli ultimi anni di Blazy indagano la forma per comprendere i
si vedano in particolare: Gene
McHugh, Post Internet. Notes processi, sia quelli interni alla materia, sia quelli
on the Internet and Art, Link esterni, relativi al contesto e alla sue dinamiche
Editions, Brescia 2011; Mass
effect: Art and the Internet in the relazionali. Una ricerca costante e rigorosa,
Twenty-First Century, a cura di
di natura empirica, che pianifica e prevede,
Lauren cornell ed Ed Halter,
Mit Press, New York 2015. ma che in fondo lascia quasi tutto al caso.

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Michel Blazy Living Room
Lorenzo Giusti

In the immense isolation, in the installations and, in some cases,


immense ignorance in which we even to participatory works. But on
are struggling, we have no model, closer scrutiny, Blazy’s work escapes
no point of reference, guide or from all possible classification.
master other than nature (Maurice From his viewpoint, all art is
Maeterlinck, The life of Termites). “alive” since it is made of matter
Living Art, BioArt, EcoArt are all in perennial transformation:
categories within which, in different
phases, an attempt has been made
to classify Michel Blazy’s work, Last garden, 2013
the main characteristics of which Allestimento al Centre d’Art Contemporain du
pays de Château - Gontier , Chateau-Gontier
are the use of organic materials to courtesy: artista e art: concept, parigi
impart life to sculptures, paintings, foto: marc domage
we mislead ourselves by thinking Mantegna…), as well as in the still
we can stop it at the moment of life tradition of the 17th century or
the creative act, while in reality it in the wunderkammern trend which,
is forever changing, even when a in more recent times has found
process of mental simplification expansion in the assembly of matter
leads us to believe the contrary. of the poveristi (Anselmo, Penone,
Blazy places the accent on this Merz), in Beuys’ acts in “defence of
mutation, this more or less rapid, nature”, or in the vegetable sculptures
more or less manifest variation, using of Hans Haake or Dieter Roth1.
different techniques and strategies. The philosophy behind Blazy’s
At the beginning – in the early thought, as that of ecological ideas,
years of the 1990s - they were soap holds together a search that is
bubbles, spaghetti, paraffin or herbs both rational and contemplative
and plants. They later became foam, at one and the same time. It is
moulds, algae and foods presented an organicist biocentrism in a
alone or assembled with other dialogue with the radical theories
objects, often “activated” through of authors such as Arne Naess,
contact with external objects, in Rudolf Bahro or Fritiof Capra2.
particular animals (mice, lizards, crabs,
snails…). His materials assembled 1 On the concept of varietas, see Carlo Del
Bravo, Varietas e contemplazione nel Quattrocento,
together bring about the potential in Le risposte dell’arte, Sansoni, Florence 1985,
for growth and deterioration that pp. 53-71. On the historical precedents of Mi-
chel Blazy, see in particular the essays by Ralph
all the artist’s work focuses on and Rugoff (Les Multivers de Michel Blazy), Olivier
Michelon (Le Style Vivant) and Valérie Da Costa
triggers aesthetic processes in the (Différences et répétitions ou comment sculpter le
temporal dimension, with results vivant), contained in the catalogue Michel Blazy.
Rendez-vous au “Grand Restaurant”, curated by
always open and undetermined. Xavier Franceschi, Frac Ile-de-France / Manuella
Éditions, Paris 2015.
This fascination with nature has
2 These authors all theorize the overcoming of
its roots in the creations of the anthropocentrism and the adoption of a holistic
Renaissance artists of the varietas and organicistic standpoint as the necessary
conditions for dealing with the ecological crisis
(Zoppo, Crivelli, Squarcione, and reconciling humans and nature.

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Sans titre (Senza titolo), 2016
computer, terra e piante di Nuoro
courtesy: artista e museo man
foto: ivan capra

Blazy’s works change with the From a space for exhibitions, the
persistence of their very lives; they museum becomes a stage, a vital
are a hymn to metamorphosis and setting within which not always
the incessant process of renewal perceptible occurrences (germination,
of the life cycle. They subvert growth, decomposition) combine.
museum conventions by proposing Living room – the exhibition
an alternative model of exhibition conceived by Blazy for the MAN
in which chance and self-generating Museum - presents a physical space
systems integrate: they escape from as a multiple organism that opens
the control of the artist himself the field to a reflection on the
and the organic matter becomes an relationship between nature and
active partner in constructing the culture and advances an articulated
work, thus revealing the role and vision, not anthropocentric, of
influence of external conditions. reality. It is a complex system within

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Michel Blazy. Living room, 2016
Museo MAN, 26 febbraio - 10 aprile
installation view
foto: ivan capra

which multiple entities operate. His is a constant commitment that


The exhibition consists of three new defines a kind of relationship with his
works and two that were begun some work that differs from what normally
years ago. Of these, Avocat is a simple develops with an object considered
plant placed in a pot in 1997 and kept finished. It is a lasting relationship,
alive up to now. The work defines almost a eulogy to slowness, in
a paradox: a common fruit which, antithesis to the “instantaneous”
like a successful sculpture, travels visions of sculptors such as Roman
from one exhibition to another, Signer and Erwin Wurm.
each time risking its survival. Avocat Barbacaen, the second of the two
is part of a collection of vegetation already existent works, is a painting
that the artist planted at Bretigny produced in 2010 using chocolate
around the middle of the 1990s and cream, eggs, coconut flour and
since then has nurtured with care. powdered milk on a base of wood

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gnawed by mice. At the beginning, it found himself forced to replace with
was a simple bait for the mice in his less costly substances the material
studio, but over time this experience he had initially chosen - mashed
has become an executive procedure, carrots which, because of their
an actual technique for creating high price in that country, would
abstract paintings. In the way of the have given the work an undesired
first painters who did not have ready- preciousness. Blazy’s scraped walls
made colours, Blazy produced his own are living forms and, as such, can
using egg yolk which, as is known, fall ill, rot and waste away. They are
keeps the surface from cracking, as processes that are developing, no
well as other industrial food dyes. different from what normally occurs
Compared to his sculptures, Blazy’s with our architecture, but once
paintings seem to have a degree again more visible and gratifying.
of finality and greater stability. The exhibition finds a moment of
In reality, this is an evolutionary synthesis in Pull Over Time, the latest
process that is simply slower, but to installation created by Blazy for
the same extent inexorable. These the MAN exhibition. Inside a large
paintings hold within themselves the aquarium, we find another series of
history of their genesis and the signs works created for the recent Biennale
of their ongoing transformation. de Lyon and the 2015 exhibition at
Among the works created in situ for the Art:Concept Gallery in Paris.
the MAN exhibition, Mur qui pèle bleu Originally conceived as independent,
is a wall painting made with agar-agar the works made of old clothing, track
and food dyes . The work is part of
3
shoes, electronic devices and plants
a series of wall paintings that began come to life today as components
in Japan in 1999, when the artist of a vaster ecosystem in which
everything is linked to everything
3 Among the works on display we else. All this confirms that for the
also find Pierre qui sèche (2016), a mix- artist no work is ever brought to final
ture of wallpaper paste, paper, food dye
and water that simulates a mineral. form: it can continue to regenerate

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itself in new forms and contexts. between nature and technology,
Of the works in the aquarium, in my central to Western philosophical
opinion special mention deserves thought. Refusal of the ideology
those that integrate vegetable of technology has always been one
elements and electronic items of the main tenets of ecological
within them. With an autonomous thought; it is a turning point in
voice these works seem to become vision and perspective in relation to
part of today’s ongoing debate which the primitivist currents and
on technological animism, and those which on the contrary aim to
reaffirm the centrality of organic reformulate the idea of progress in its
processes . The computer – in
4
contents have over time confronted
this case a MacBook, a symbol of and distinguished themselves.
formal purity and sophistication As the expression of a throbbing
- or the digital camera, inhabited nature that lives and vibrates in
by plants and moss, face head-on every element of matter, Blazy’s
the question of the relationship works investigate form to arrive
at an understanding of processes,
4 In the process of progressive integrations both those within matter and
between physical and digital space, the web has
those outside it, related to context
more and more assumed the guise of a physical
rather than a virtual place as an alternative to and its relational dynamics. His
reality: it has become a concrete substance that
permeates everyday life. It is no coincidence research is constant and rigorous,
that the incursion of digital networks into the
different stages of production and fruition
of an empirical nature that plans
of works of art has not been met by a new and foresees, but which at the end
phase in the itinerary of dematerialization
begun by the neo-avant garde movement, but leaves almost everything to chance.
by a reinterpretation of realist and materialist
thought by artists, critics and curators as
an alternative to post-modern and post-
structuralist approaches. Among the many
studies in recent years on this theme, see in
particular: Gene McHugh, Post Internet. Notes
on the Internet and Art, Link Editions, Brescia
2011; Mass effect: Art and the Internet in the
Twenty-First Century, edited by Lauren Cornell
and Ed Halter, Mit Press, New York 2015.

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Conversazione per Nuoro

Xavier Franceschi
Gennaio 2016

xf: Qual è il progetto che hai immaginato Un micro-ecosistema all’interno del


per la tua mostra al MAN di Nuoro? quale l’uomo è incluso allo stesso
mb: Ha per titolo Living Room. È modo in cui lo è la natura, come una
un insieme di diverse opere che metafora della condizione terrestre.
riprendono gli elementi di una La pianta verde è un avocado il cui
natura decorativa e “trasferita”, vaso è stato inclinato circa dodici
come si possono trovare in un anni fa; l’avocado, che adesso si è
salotto: un acquario, una pianta raddrizzato, cresce molto bene in
verde, una pietra. Questo insieme questo vaso posto orizzontalmente.
tenta di amplificare la relazione che Ci sarà anche una “pietra” tagliata
si può avere con una scultura e con fatta di colla per carta da parati,
questi pezzi di natura domestica. colorante alimentare e acqua.
All’interno dell’acquario, allestito La colla è in relazione costante con il
come la vetrina di un concept suo ambiente perché agisce come un
store, ci saranno delle pile di assorbente di umidità. Questa falsa
maglioni, dei pantaloni, delle pietra può diventare dura esattamente
scarpe sportive e delle macchine come un sasso, tornare molle ed
fotografiche, poste su delle basi, su elastica, o addirittura liquefarsi.
cui crescerà ogni sorta di pianta. xf: Ci saranno dei lavori prodotti in
rapporto al contesto del luogo?
mb: Sì, per questa mostra ho realizzato
Sculpture (Scultura), 2003 (dettaglio) una nuova piantagione utilizzando
Bucce d’arancia
courtesy: art: concept, parigi
un altro modello di Mac portatile,
foto: marc domage che apparteneva al direttore del

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Sans titre (Senza titolo), 2013
20 scope, vasi di terracotta, terra, lampade / Allestimento al Collège des Bernardins
courtesy: artista e art: concept, parigi
foto: fanny wahart

museo, Lorenzo Giusti. Le piane tempi della moda coabitano con i


sono state prelevate a Nuoro e sul tempi della vita della materia inerte
monte Ortobene. Sono delle piante di cui sono costituiti gli oggetti, con
che non conoscevo. A partire da le plastiche - per esempio - che hanno
questa campionatura potrò iniziare una durata di vita di 4000 anni. E
a riprodurle e a inserirle dentro poi c’è il tempo che impiegano le
altri oggetti. Nel mio atelier sto piante per crescere. Questo lavoro
preparando allo stesso tempo una sintetizza questi tempi diversi».
nuova piantagione su un Mac xf: Le opere di questa mostra
portatile do un’altra generazione necessiteranno di una cura particolare ?
Tutti questi apparecchi raccontano mb: Sì, queste opere hanno
la storia del design di un oggetto che un’autonomia molto relativa e
è invecchiato troppo presto. Questi occorre prestare loro attenzione,

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aggiungendo acqua quando xf: Ma un acero può diventare
c’è bisogno (nonostante, per molto grande !
esempio, lo zoccolo dell’avvocado mb: Sì, ma in questo caso, da una
abbia una propria riserva). parte bisogna considerare il
xf: Hai mostrato questi stessi lavori fatto che il substrato non è ricco
vegetali, che hanno come terriccio come in piena terra, inoltre poto
maglioni, scarpe e altri apparecchi la pianta, esattamente come un
elettronici, all’ultima Biennale di bonsai che, in virtù della sua
Lione. Quanti anni hanno adesso? piccola taglia, ha bisogno di
mb: Hanno tre anni. L’opera cresce a davvero poca terra per crescere.
poco a poco col passare del tempo. xf: Queste piante sono nate
All’inizio c’era semplicemente un spontaneamente ?
maglione, poi le radici delle piante si mb: Sì e no. All’inizio non ho fatto
sono sviluppate, hanno attraversato il niente, a parte osservare e assicurarmi
maglione e tessuto una specie di tela che il maglione fosse sempre umido.
tra il suo lato nascosto e il supporto. Adesso accelero un po’ il processo
È a questo punto che ho aggiunto piantando talee. Allo stesso modo
un altro maglione al di sotto. Con il taglio anche le erbe e gli alberi per
trascorrere del tempo e il susseguirsi evitare che alcuni sovrastino gli altri e
delle mostre le pile aumentano. lascino luce. Raccolgo i semi, mentre
Per il momento la più alta conta alcuni di loro si ripiantano da soli.
quattro maglioni. Per l’esposizione Le piante che muoiono producono un
a Nuoro ci sarà un maglione in più. compost che arricchisce il substrato.
xf: Tra queste piccole piantagioni ci Sono dei veri giardini. Adesso, ogni
sono anche degli alberi, giusto ? volta che mi sposto, riporto delle
mb: Ci sono degli alberi, degli piantine che integro nel mio giardino.
aceri, degli allori del Caucaso, xf: Avevi previsto tutto dall’inizio? Il
delle buddleia, ma anche fatto che il lavoro si sarebbe sviluppato
delle erbe, delle muffe, e tutte per accumulazione di maglioni?
queste piante si riproducono mb: No, d’altronde non era possibile
in questo piccolo ambiente. prevedere niente, perché le piante
Il tempo di vita è dunque si comportano diversamente
praticamente illimitato a quando sono in piena terra.
condizione lo si curi. xf: I maglioni e gli altri vestiti

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che hai utilizzano erano tuoi? che ci appaiono più delle antichità
mb: Sì, sono i miei maglioni, o che degli oggetti realmente pop.
della mia famiglia. Anche gli xf: Questo rimanda direttamente
apparecchi elettronici provengono a questioni relative al restauro...
da una cerchia a me vicina. Ma possiamo davvero parlare di
xf: E questo è importante per te? restauro per il tuo lavoro?
mb: In effetti no. Sarebbero potuti mb: No, non è possibile restaurare i
venire tranquillamente da un miei lavori. Sono come delle rovine
mercato delle pulci; ma il fatto che che non scompaiono mai del tutto
provengano dalla mia famiglia si lega e che raccontano la storia di questa
al processo del lavoro. È come per sparizione attraverso la loro presenza.
un pomodoro che supera la data di xf: È vero che il principio stesso delle tue
scadenza, e così passa dal frigorifero opere sta nel loro carattere evolutivo,
all’atelier. Qui si passa dall’armadio per questo pare difficile poter fissare un
all’atelier, ma il processo di riciclaggio istante, fermare un momento specifico,
quotidiano è lo stesso. Il mio in modo che si possa progettare un
quotidiano è il fatto di essere artista restauro... Detto questo, ci sono comunque
e che il mio vicinato mi offra dei delle opere che sono conservate in
vasetti di marmellata, delle Nike usate una condizione stabilita, giusto?
o dei vecchi apparecchi fotografici. mb: Sì, le pitture realizzate con
Quello che mi interessa è che i topi, per esempio, sono più
questi oggetti siano un po’ superati, la traccia di un’azione.
rispetto al presente – questo è xf: Sempre in relazione all’acquario,
ancora più evidente negli apparecchi ci sarà un modo per rifare ciascuno
elettronici - ma che allo stesso tempo dei pezzi che lo compongono?
non mostrino ancora dei veri e mb: Ci ho pensato, e direi
propri segni di invecchiamento. di sì, certamente.
Possiamo allora domandarci se Ci sarà la possibilità di rifare
con il tempo questo leggero scarto una pila di maglioni o un
dell’oggetto quasi nuovo ma apparecchio fotografico.
superato resterà percettibile. Io
credo piuttosto che saranno visti Avocat, 1997-2006
avocado, vaso
come delle antichità, un po’ come courtesy: art: concept, parigi
gli oggetti dei Nouveau Realistes foto: ivan capra

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O anche di ripiantare delle scarpe. sovrapponendo vari strati di creme
Non feticizzo gli oggetti. Ma al di industriali da dessert, che sono state
là di questo ci sarà un prontuario mangiate dai topi. Anche qui dei
di istruzioni che indicherà quando prodotti industriali scappano al
potare gli alberi, le piante che si controllo, specialmente del tempo
generano per talea, quelle di cui si e dell’igiene, la materia è liberata ed
possono raccogliere i semi, ecc. entra in contatto con il contesto.
xf: Senza volere feticizzare, immagino xf: Quanto al “muro che si scrosta”, puoi
che tu dia importanza a quello che ricordarci il suo processo di realizzazione?
queste opere possono rappresentare forse mb: È un impasto di agar agar – della
più di altre, in virtù della loro storia polvere di alga utilizzata in cucina –
particolare, che possa perdurare, giusto? dell’acqua e del colorante alimentare,
mb: Sì, queste opere devono durare in questo caso blu, il tutto cotto e
più tempo possibile. E più i piccoli steso a caldo sul muro. Seccando
alberi saranno vecchi, più l’opera la materia si ritira e si screpola.
sarà sorprendente. Ma se un giorno xf: Come la maggior parte delle tue
dovesse sparire, sarebbe comunque opere, questo wall painting è nato da
possibile ripetere l’esperienza. un’esperienza fatta nel tuo atelier, si
xf: Altre piante nella mostra: l’avocado… tratta di osservare con molta attenzione
mb: Quello che è interessante come la materia si comporta...
dell’avocado è soprattutto la mb: Non so se si possa dire “con
sua storia. Il fatto che all’inizio molta attenzione”, perché ogni volta
c’è un avocado che proviene da l’esperienza è diversa e il tempo di
una cultura industriale e che reazione varia in relazione all’umidità
ha attraversato l’Atlantico. e alle condizioni meteo al momento
L’ho comprato in un supermercato, della realizzazione. L’ultima volta
l’ho mangiato e piantato di nuovo. che ho fatto un muro era al macval e
Questo è successo circa quindici sono rimasto sorpreso. Le crettature
anni fa. Si possono riconoscere le dopo tre giorni continuavano a
tracce di una natura lontana. Una formarsi progressivamente e non
natura “post-supermercato”. si arrestavano. Credo fosse dovuto
xf: E quindi poi, davanti, un quadro… al fatto che i muri erano di fronte
mb: Un quadro che è stato a una grande superficie vetrata
realizzato da dei topi. È stato fatto e che lo sbalzo igrometrico tra il

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giorno e la notte era senza dubbio sopraggiungono queste “scoperte”? Per
molto forte. Il muro non cessava esempio, come sei arrivato a produrre
di assorbire umidità e di seccare e questa nuova serie di pietre?
quindi di crettarsi, mentre di solito mb: La Pietra è un buon esempio.
dopo tre giorni tende a stabilizzarsi. È fatta di colla per carta da parati; i
xf: Ti capita mai di essere deluso miei primi esperimenti con questo
dai risultati delle tue esperienze? materiale risalgono a più di una
mb: In questo caso preciso lo sono decina di anni fa. L’ho utilizzata
stato perché pensavo che il muro non finora in maniera molto diversa.
si sarebbe più crettato. Ero pronto Ho una certa familiarità con questo
a stendere una seconda mano per materiale ed è chiaramente da tutte
migliorare il pezzo, ma alla fine ho queste manipolazioni precedenti che
aspettato ed è successo da solo. ho avuto l’idea di fare delle pietre.
xf: Qual è l’esito del muro? Ho spesso l’impressione che, come
Tutto finisce per cadere? tutto il resto, anche il lavoro evolva.
mb: Questo dipende dagli spazi. Quello Se è mantenuto scrupolosamente
che modifica l’aspetto di questi muri è dentro il suo processo, allora avanza
la frequentazione maggiore o minore autonomamente. Un’opera fatta
della mostra. Le persone sono spesso con attenzione apre la strada a
tentate di toccare, di staccare un un’altra. È come un ingranaggio.
piccolo pezzo, soprattutto quando xf: Consideri queste opere come
i muri sono in punti di passaggio. delle sculture e delle pitture?
Ma questo fa parte mb: Sì, ma ancora una volta non
dell’evoluzione dell’opera. arrivo a dissociare il processo dal
xf: La Pietra necessita di risultato. La questione si pone per
una cura particolare? ogni lavoro. Quando i visitatori
mb: No arrivano davanti al maglione, per
xf: Uno dei punti di forza del tuo esempio, sono di fronte a tre anni di
lavoro sta in questa possibilità che hai giardinaggio. Questo risultato è molto
di rinnovarlo continuamente. E questo importante ma, se devo scegliere
restando perfettamente coerente in
questa logica di integrare il vivente, di Sans titre (Senza titolo), 2016
Computer, terra e piante di Nuoro
metterlo a confronto con degli oggetti, courtesy: artista e museo man
dei materiali industriali ecc. Ma come foto: enrico filiberto ciolli

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qualcosa, scelgo i gesti che sono molto bene a questa situazione.
all’origine di un lavoro piuttosto che xf: Allo stesso tempo è un po’ come la
il semplice risultato di un processo. natura che riprende i suoi diritti…
xf: Allo stesso tempo l’oggetto davanti al mb: Sì è questo, ma vediamo anche
quale ci si trova innesca necessariamente come le cose si mescolano, come si
questo processo evolutivo. evolvono. Quello che mi colpisce di
mb: Sì, lo induce e allo stesso ciò che è successo a Chernobyl, per
tempo racconta tutta una storia. esempio, è che gli uomini se ne sono
xf: Uno dei tratti caratterizzanti il tuo andati, mentre la natura ha ripreso
lavoro è dunque integrare il vivente. spazio. Alla fine, non è possibile
Al di là di questo, tu hai spesso la opporsi alla natura. È per questo
tendenza a opporre, o diciamo a che non credo si debba “proteggere
confrontare, questo vivente a dei il pianeta”; non ha bisogno della
materiali, a degli oggetti industriali. nostra presenza, e l’umanità è
Come hai fatto con l’acquario e con una parte infinitesimale della sua
gli oggetti che contiene. Ma cosa storia. La sola cosa che dobbiamo
significa esattamente per te? proteggere siamo noi da noi stessi.
mb: Non c’è un’idea di opposizione xf: Quindi condividi l’ottimismo
tra la parte dell’uomo e quella di un Claude Alègre, che dice che
della natura, ma piuttosto effettivamente non abbiamo bisogno
di complementarietà. di proteggere il pianeta e l’ambiente
Uno dei modelli è il Kusamono, perché per definizione non si tratta
tradizione giapponese dei bonsai che di una evoluzione, che non si può
d’erba che cerca di creare un’armonia contrastare e che comunque si finisce
tra le erbe e i loro contenitori (si sempre con l’adattarsi. Salvo il fatto
potrebbe tradurre la parola con che l’evoluzione in questione può essere
“pianta-oggetto” o “pianta-cosa”). dannosa come non lo è mai stata prima.
In questo spirito il computer mb: Per l’uomo sì.
diventa un habitat ideale ed è questa xf: Per l’uomo e per molte altre specie...
complementarietà che mi interessa mb: Sì, non dico di essere ottimista
al di là dell’opposizione apparente per l’umanità, sono dell’avviso che
tra l’apparecchio elettronico e si debba urgentemente cambiare
la pianta che cresce all’interno. il nostro stile di vita. Ma questa
Poiché infine la pianta si adatta formula, “proteggere il pianeta” mi

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disturba perché pone l’uomo al di Tutte le cose che gli uomini
sopra, ancora una volta, dalla parte del producono fanno parte di un grande
potere e della superiorità e il pianeta tutto a cui tutto ritorna, con cui
al di sotto, dalla parte della debolezza tutto si mescola. E quindi nuocere
e della fragilità. Di fatto questa è a questo grande tutto significa
vanità. L’uomo, anche davanti alla nuocere a se stessi. È la stessa cosa
morte, si sente superiore a tutto. per il mondo dell’agricoltura. Se
Io vedo il vivente come una abbandonassimo l’agricoltura
sola cosa. Non c’è distinzione industriale sarebbe un bene perché
tra natura e cultura, tra l’uomo, siamo parte di questo grande
gli animali e le piante. tutto che è il vivente. Avvelenare
la terra e i suoi microorganismi
Pierre qui sèche (Pietra seccata), 2016 significa avvelenare noi stessi.
Colla da parati, carta, colorante xf: Quindi l’era dell’antropocene non
alimentare, acqua
courtesy: art: concept, parigi
è da considerare una cosa negativa?
foto: ivan capra mb: È estremamente negativa per

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l’umanità. Il vivente ne uscirà. opere d’arte di certe rotatorie che non
Bisogna smettere di distruggere, ma hanno più alcuna ragione d’esistere.
finché questa distruzione sarà utile In questo periodo vado spesso a
a qualcuno... Il problema è politico. Nancy, per una commissione pubblica
xf: In una conversazione precedente con Djamel Kokene. Sulla piazza
avevamo evocato il paradosso che principale c’è una vecchia stratua in
risiede nel fatto che le tue opere sono memoria del sergente Blandan che
ugualmente − per la maggior parte − di ha massacrato centinaia d’Algerini
tipo effimero ma allo stesso tempo, grazie durante la colonizzazione…
al modo d’impiego che tu predisponi xf: Tu parli spesso, nello specifico,
e che metti a disposizione degli di performance a proposito del
acquirenti, possono avere una durata tuo modo di procedere…
di vita illimitata. Ora, poichè si parla mb: Sì, ma all’occorrenza, non sono
di distruzione o almeno di sparizione, io il performer, è la materia.
immaginiamo che questi mezzi non siano È la materia che agisce.
più attivati… Questo comporterebbe Ogni mostra ha una durata precisa,
la scomparsa della tua opera? Questa si svolge in una stagione fissata.
possibile scomparsa ti preoccupa? Questi condizionamenti sono il
mb: Qualche volta è meglio sparire. quadro entro il quale io faccio in
Io sparirò se devo sparire, se nessuno modo che le cose succedano.
si interessa più al mio lavoro. Sarebbe
auspicabile per quelle verruche Xavier Franceschi è il direttore del Frac
inestirpabili che sono le cosiddette Ile-de-France/Le Plateau di Parigi.

Michel Blazy. Living room, 2016


Museo MAN, 26 febbraio - 10 aprile
installation view
foto: ivan capra

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Conversation pour Nuoro
Xavier Franceschi
Janvier 2016

xf: Quel est le projet que tu colle à papier peint est en relation
comptes mettre en place pour ton constante avec son environnement
exposition au MAN, à Nuoro? car elle agit comme un absorbeur
mb: Elle a pour titre Living room. C’est d’humidité. Cette fausse pierre
un ensemble de plusieurs pièces qui peut donc devenir aussi dure que
reprend les éléments d’une nature de la pierre et redevenir molle
décorative et rapportée que l’on peut et élastique, voire se liquéfier.
trouver dans un salon: un aquarium, xf: Y aura-t-il des pièces produites plus
une plante verte, une pierre. Ces en rapport avec le contexte local?
sculptures tentent d’amplifier la mb: Oui. Pour cette exposition, j’ai
relation que l’on peut avoir avec également réalisé une plantation sur
une sculpture et avec ces bouts de un autre modèle de Mac portable,
nature domestiquée. À l’intérieur cette fois-ci l’ordinateur appartenait
de l’aquarium, installés comme dans au directeur du Musée, les plantes
une vitrine de concept store, il y aura ont été prélevées dans la ville de
des piles de pulls, des pantalons, des Nuoro et sur le mont Ortobene. Ce
chaussures de sport et des appareils sont des plantes que je ne connaissais
photo sur des présentoirs, où poussent pas. A partir de cet échantillonnag,
toutes sortes de plantes. Un mini- je vais pouvoir les dupliquer et
écosystème dans lequel l’homme les insérer dans d’autres objets.
est enfermé tout autant que la Dans mon atelier je prépare également
nature comme une métaphore de la une nouvelle plantation sur un Mac
condition terrestre. La plante verte portable d’une autre génération.
est un avocat dont le pot a été couché Tous ces portables racontent aussi
il y a une dizaine d’années, l’avocatier l’histoire du design d’un objet qui
qui s’est redressé pousse maintenant vieillit très vite. Ce temps de la
très bien dans ce pot à l’horizontale. mode, cohabite avec le temps de
Il y aura aussi une « pierre » tranchée vie de la matière inerte dont est
qui est faite de colle à papier peint, constitué l’objet, le plastique qui
de colorant alimentaire et d’eau. La a une durée de vie de 4000 ans.

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Il y’a aussi le temps que mettent les plus pour l’exposition à Nuoro.
plantes pour se développer. Cette xf: Parmi ces petites plantations,
pièce synthétise ces différents temps. il y a aussi des arbres, non?
xf: Les pièces de cette mb: Il y a des arbres, des érables, des
exposition nécessiteront-elles lauriers du Caucase, des buddleya,
un entretien particulier? mais aussi des herbes, des mousses,
mb: Oui, bien qu’elles aient une et toutes ces plantes se reproduisent
autonomie très relative, bien dans ce petit milieu. Le temps de
que, par exemple, le socle de vie est donc pratiquement illimité à
l’avocat comporte une réserve condition que l’on en prenne soin.
d’eau, il faut y prêter attention xf: Mais un érable ça peut
et en ajouter quand il le faut… pousser très haut!
xf: Tu as montré ces mêmes plantations mb: Oui, mais ici il y a, d’une part, le
ayant donc pour terreau pulls, chaussures fait que le substrat n’est pas aussi
et autres appareils électroniques, riche que de la pleine bonne terre
notamment à la dernière Biennale de et puis je les coupe, exactement à la
Lyon. Quel âge ont-elles maintenant? manière de bonsaïs qui, grâce à leur
mb: Elles ont trois ans. La pièce monte taille miniature, ont besoin de très
au fur et à mesure de son existence. peu de terre pour se développer.
Au début, il y avait seulement un xf: Ces plantes sont-elles
pull ; puis les racines des plantes arrivées spontanément ?
se sont développées, ont traversé mb: Oui et non. Au début, je n’ai
le pull et tissé comme une toile rien fait, mis à part veiller à ce que
entre sa face cachée et le support. le pull soit toujours humide et
C’est à ce moment-là que j’ai ajouté observer. Maintenant, j’accélère le
un autre pull dessous. Au fil du processus en plantant, en bouturant.
temps et des expositions, les piles
augmentent. Pour le moment les Mur qui pèle bleu (Muro scrostato blu), 2016
acqua, agar-agar, colorante alimentare blu
plus hautes comportent quatre pulls, courtesy: art: concept, parigi
il y aura donc un nouveau pull de foto: ivan capra

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Je taille également les herbes et famille tient au processus du travail.
les arbres de façon que certains C’est comme pour une tomate qui
d’entre eux ne s’imposent pas et finit par dépasser sa date limite de
laissent de la lumière aux autres. consommation, elle passe du frigo
Je récolte des graines, certaines à l’atelier. Ici ça passe de l’armoire
d’entre elles se replantent d’elles- à l’atelier, mais le processus est
mêmes. Les plantes qui meurent le même recyclage du quotidien.
produisent un compost qui enrichit Mon quotidien, c’est aussi le fait
le substrat. Ce sont de vrais jardins. d’être artiste et que mon voisinage
Maintenant, chaque fois que je m’offre aussi bien des pots de
me déplace, je rapporte des mini- confiture moisie que de vieilles
végétaux que j’intègre à mon jardin. Nike ou de vieux appareils photo.
xf: Avais-tu tout prévu dès le départ ? Mais ce qui m’intéresse dans ces
Notamment le fait que la pièce allait se objets – ça apparaît encore plus dans
développer par accumulation de pulls ? la technologie –, c’est qu’ils soient
mb: Non, d’ailleurs c’était impossible juste un peu dépassés par rapport au
de prévoir quoi que ce soit, présent et qu’ils ne portent presque
car les plantes se comportent pas encore de traces de vieillissement.
autrement en pleine terre. On peut d’ailleurs se demander
xf: Les pulls et autres vêtements si avec le temps ce léger décalage
utilisés étaient-ils les tiens? de l’objet dépassé presque neuf
mb: Oui, ce sont mes pulls, ceux de la restera perceptible. Je crois plutôt
famille. De même pour les appareils qu’ils seront regardés comme des
électroniques, ils proviennent antiquités, un peu comme les
d’un entourage très proche. objets des Nouveaux Réalistes qui
xf: Est-ce d’ailleurs vraiment nous paraissent plus des antiquités
important pour toi ? que réellement des objets pop.
mb: En fait, non. Ils pourraient très xf: Cela renvoie directement à des
bien venir d’un marché aux puces ; questions de restauration…
mais le fait qu’ils proviennent de ma Peut-on réellement parler de

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restauration concernant ton œuvre ? xf: Sans vouloir fétichiser, j’imagine
mb: Non, il n’y a pas de restauration que tu attaches de l’importance
possible. Ce sont comme des ruines à ce que ces pièces, peut-être plus
qui ne finissent pas de disparaître que d’autres, de par leur histoire
et qui racontent l’histoire de cette particulière, puissent perdurer, non?
disparition par leur présence. mb: Oui, ces pièces doivent durer le
xf: C’est sûr que le principe même de plus longtemps possible. Et plus les
tes pièces étant leur caractère évolutif, petits arbres seront vieux, plus la
ça paraît difficile de figer un instant, pièce sera étonnante. Mais si toutefois
d’arrêter un état en particulier propre à la pièce disparaissait, il serait toujours
pouvoir envisager une restauration… Cela possible de redémarrer l’expérience.
dit, il y a quand même des pièces qui sont xf: Autre plante dans
conservées dans un état précis, non ? l’exposition : l’avocatier…
mb: Oui, les peintures réalisées avec mb: Ce qui est intéressant avec
des souris, par exemple, sont plus la l’avocatier, c’est notamment son
trace d’une action. histoire. Le fait qu’au départ il y
xf: Toujours par rapport à l’aquarium, a un avocat qui provient d’une
y aura-t-il un mode d’emploi culture industrielle et qui a
permettant de refaire chacune traversé l’Atlantique. Ensuite,
des pièces qui le composent ? j’ai acheté cet avocat dans un
mb: J’y réfléchis, mais oui, supermarché, je l’ai mangé et
certainement. Il y aura la possibilité planté le noyau. C’était il y a une
de refaire une pile de pulls ou un quinzaine d’années. On peut y voir
appareil photo. Ou bien de replanter les vestiges d’une nature lointaine.
des chaussures. Je ne fétichise pas Une nature « post supermarché ».
ces objets en particulier. Au-delà, xf: Et donc en face, un tableau…
il y aura un carnet d’entretien qui mb: Un tableau qui a été réalisé par des
indiquera quand tailler les arbres, les souris. Il est fait par superposition
plantes qui se bouturent, celles dont d’aplats de plusieurs crèmes dessert
on peut récolter les graines, etc. industrielles qui ont été grignotés

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par les souris. Là-aussi des produits pense, au fait que le mur faisait face
industriels échappent au contrôle, à une très grande surface vitrée et
notamment du temps et de l’hygiène. que l’amplitude hygrométrique était
La matière est libérée et entre en sans doute très forte entre le jour et la
contact avec son environnement. nuit. Le mur ne cessait de se charger
xf: Quant au Mur qui pèle, dans la d’humidité et de sécher, et donc de
dernière salle, peux-tu nous rappeler craqueler alors qu’habituellement il
son processus de fabrication? réagit en trois jours puis se stabilise.
mb: C’est un mélange d’agar-agar – de xf: Y a-t-il des moment où tu es déçu
la poudre d’algue utilisée en cuisine des résultats de tes expériences ?
–, d’eau et de colorant alimentaire mb: Justement, dans ce cas précis,
– ici bleu –, le tout cuit et passé à j’étais déçu car je pensais que le
chaud sur le mur. En séchant, la mur ne pèlerait plus. J’étais prêt à
matière se rétracte et craquelle. remettre une seconde couche pour
xf: Comme la plupart de tes pièces, améliorer la pièce, mais finalement
ce mural est né d’une expérience on a attendu et ça s’est fait tout seul.
faite dans ton atelier, où il s’agit xf: Quel est le devenir de ce mur ?
notamment de voir très précisément Est-ce que tout finit par tomber ?
comment la matière se comporte… mb: Là aussi, cela dépend des lieux.
mb: Très précisément, je ne sais Ce qui modifie l’aspect de ces murs,
pas, car à chaque fois l’expérience c’est la fréquentation plus ou moins
est différente et le temps de grande de l’exposition. Les gens sont
réaction varie en fonction de la souvent très tentés d’arracher une
teneur en humidité et de la météo petite pelure surtout quand les murs
au moment de la réalisation. bordent des passages. Mais ça fait
La dernière fois que j’ai fait ce mur, partie de l’évolution de la pièce.
c’était au MACVAL et j’ai été surpris : xf: La Pierre nécessite-t-elle
les craquelures survenaient très un entretien particulier ?
progressivement et ne s’arrêtaient pas mb: Non.
au bout de trois jours. C’était dû, je xf: L’une des forces de ton travail

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réside dans cette faculté que tu mb: Oui, mais encore une fois je
as de te renouveler sans cesse. Et n’arrive pas à dissocier le processus
ce, tout en restant parfaitement du résultat. La question se pose pour
cohérent, notamment dans cette chaque pièce. Lorsque les visiteurs
logique d’intégrer du vivant, de le arrivent face au pull par exemple, ils
confronter à des objets, des matériaux sont en face de trois ans de jardinage.
industriels, etc. Mais comment ces Ce résultat est très important mais
« découvertes » arrivent-elles ? Par si je dois partager quelque chose,
exemple, comment en es-tu venu à ce serait plus les gestes qui sont à
produire cette nouvelle série de Pierres? l’origine d’une pièce, plutôt que le
mb: La Pierre est un bon exemple. simple résultat d’un processus.
Elle est faite avec de la colle à papier xf: En même temps, l’objet devant
peint, or mes premières expériences lequel on se retrouve induit
avec ce matériau remontent à plus forcément ce rapport évolutif…
d’une dizaine d’années. Je l’ai déjà mb: Oui il induit et il raconte
utilisé de manière très différente. même toute une histoire.
J’ai une certaine familiarité avec ce xf: L’un des traits marquants de ton
matériau et c’est justement toutes travail est donc d’intégrer du vivant.
ces manipulations antérieures qui Au-delà, tu as souvent tendance à
m’ont donné l’idée d’en faire des opposer, ou disons à confronter ce
« pierres ». J’ai souvent l’impression vivant à des matières, des objets
que, comme tout le reste, le industriels. Ainsi de l’aquarium et des
travail s’entretient lui aussi. S’il objets qu’il contient. Mais qu’est-ce
est maintenu scrupuleusement que ça signifie précisément pour toi?
dans son processus, alors il avance mb: Il n’y a pas l’idée d’une opposition
tout seul. Une pièce réalisée avec entre la part de l’homme et celle
attention donne des pistes pour Pull Over Time, 2016 (dettaglio)
une autre, c’est un engrenage. acquario, abiti, scarpe sportive, vecchi dispositivi
elettronici, piante, acqua
xf: Considères-tu ces pièces comme courtesy: art: concept, parigi
autant de sculptures et de peintures? foto: ivan capra

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de la nature mais plutôt celle de protéger, c’est nous de nous-mêmes.
complémentarité. L’un des modèles xf: Tu partages donc l’optimisme d’un
est le Kusamono, tradition japonaise Claude Alègre qui dit effectivement
de bonsaï d’herbes qui cherche à créer qu’on n’a pas à protéger la planète
une harmonie entre les herbes et et l’environnement car par définition
leurs contenants (on peut traduire le il ne s’agit que d’évolution, que l’on
mot par « plante objet » ou « plante ne peut lutter contre et que l’on
chose »). Dans cet esprit, l’ordinateur finit toujours par s’adapter. Sauf
devient un habitat idéal et c’est cette que l’évolution en question peut être
“complémentarité” qui m’intéresse nuisible comme elle ne l’a jamais été…
au-delà de l’opposition apparente mb: Pour l’homme, oui.
entre l’appareil électronique et la xf: Pour l’homme et pour
plante qui pousse à l’intérieur. Car beaucoup d’autres espèces…
finalement, la plante s’accommode mb: Oui, enfin je ne dis pas que je
très bien de cette situation. suis optimiste et notamment pour
xf: En même temps, c’est un peu la l’humanité, je suis d’avis qu’il faut
nature qui reprend ses droits… d’urgence changer nos modes de vie.
mb: Oui c’est ça, mais on voit aussi Mais cette formulation, « protéger
comment les choses se mélangent, la planète », m’énerve car elle
comment elles évoluent. Ce qui place, une fois de plus, l’homme,
me frappe dans ce qui s’est passé à au-dessus, du côté du pouvoir et
Tchernobyl, par exemple, c’est que de la supériorité et la planète, au-
les hommes sont partis et la nature a dessous, du côté de la faiblesse et de
repris le dessus. Finalement on ne fait la fragilité. En fait, c’est une vanité.
pas opposition à la nature. C’est pour L’homme, même en train de mourir,
ça que nous n’avons pas à « protéger se pense supérieur à toute chose.
la planète », elle n’a pas besoin de Je vois le vivant comme une seule et
notre présence et l’humanité est même chose. Il n’y a pas à distinguer
une infime partie de son histoire. entre la nature et la culture, entre
La seule chose que nous avons à les hommes, les animaux, les plantes.

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Michel Blazy. Living room, 2016
Museo MAN, 26 febbraio - 10 aprile
installation view
foto: ivan capra

Toutes les choses que produisent les mb: C’est ultra-négatif pour
hommes font partie d’un grand tout l’humanité. Le vivant s’en sortira.
car elles y retournent, s’y mélangent. Il faut arrêter de détruire, mais
Et donc nuire à ce grand tout, c’est tant que cette destruction
se nuire à soi-même. C’est la même profite à certains… Le problème
chose pour le mode d’agriculture : si est donc politique.
nous devons sortir de l’agriculture xf: Lors d’un entretien précédent, on
industrielle, c’est bien parce que avait évoqué ce paradoxe résidant
nous sommes dans ce grand tout dans le fait que tes œuvres sont à la
qu’est le vivant. Empoisonner la fois – la plupart du temps – de nature
terre et ses micro-organismes, éphémère et en même temps, grâce aux
c’est s’empoisonner soi-même. modes d’emploi que tu rédiges et que
xf: Donc l’ère de l’anthropocène n’est tu mets à la disposition des acquéreurs,
pas à voir comme une chose négative? elles peuvent avoir une durée de vie

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Barbacaen, 2010
Crema al cioccolato, uova, farina di cocco, latte
in polvere su legno mangiato dai topi
courtesy: art: concept, parigi
foto: ivan capra

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illimitée. Maintenant, puisqu’on parle projet, mais il y a une dimension
de destruction ou tout au moins de utopique voire hétérotopique. Là
disparition, imaginons que ces modes encore, avec Djamel, notre travail
d’emploi ne soient plus activés… Ce serait consiste à mettre en place, préparer,
la disparition de ton œuvre ? Est-ce que accompagner, encourager les choses
cette possible disparition te préoccupe? pour qu’elles puissent advenir,
mb: Quelquefois, il vaut mieux qu’elles puissent performer.
disparaître. Je disparaîtrai si je xf: Tu parles d’ailleurs souvent
dois disparaître, si personne ne précisément de performance à
s’intéresse plus à mon travail. Ce propos de ta façon de procéder…
qui est préférable aux verrues mb: Oui, mais en l’occurrence, ce
indéboulonnables que sont les n’est pas moi, le performeur, c’est
soi-disant œuvres d’art de certains la matière. C’est la matière qui
ronds-points qui n’ont plus aucune performe. Chaque exposition a
raison d’être. En ce moment je une durée spécifique, se passe à
vais souvent à Nancy, pour une une saison donnée. Ces contraintes
commande publique en collaboration sont le cadre dans lequel je fais en
avec Djamel Kokene. Sur la place sorte que des choses arrivent.
principale du site, il y a une vieille
statue à la mémoire du sergent Xavier Franceschi est le directeur du
Blandan qui a massacré des centaines Frac Ile-de-France/Le Plateau, Paris
d’Algériens pendant la colonisation…
xf: Avec ce projet, la dimension politique
qui est toujours présente dans ton travail
ressort de façon encore plus explicite…
mb: Même si toute œuvre d’art est
politique, l’espace public est un
lieu où cette dimension s’affirme Michel Blazy. Living room, 2016
Museo MAN, 26 febbraio - 10 aprile
plus qu’au musée ou dans la galerie. installation view
Ce n’est pas mis en avant dans le foto: ivan capra

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regione
autonoma
della sardegna

provincia
di nuoro

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Provincia di Nuoro
Amministratore straordinario
Sabina Bullitta
Museo man
Presidente
Tonino Rocca
Consiglio di Amministrazione
Domenico Cabula
Giuseppe Carta
Tommaso Esca
Direttore
Lorenzo Giusti
Dirigente amministrativo Michel Blazy
Giuseppe Zucca Living room
26 Febbraio – 10 Aprile 2016
Segreteria amministrativa
Anna Giulia Sedda
A cura di
Barbara Vacca
Lorenzo Giusti
Collezione e mostre
Coordinamento
Emanuela Manca
Emanuela Manca
Rita Moro
Rita Moro
Accoglienza e mediazione
Allestimento
Eliana Brotzu
MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro
Francesca Sagheddu
Allestimento audio video e luci
Manutenzione e allestimento
Hi Tech, Nuoro
Franco Concu
Franco Piga Materiali a stampa
Studio Stampa, Nuoro
Progetti speciali
Gianvincenzo Monni Grafica
Pertrestudio – Sabina Era
Laboratori didattici
Sandrine Lescaraux Trasporti
Pasqualina Schintu E.S. Logistica, Firenze
Sicurezza Assicurazioni
Vigilanza La Nuorese Age, Assicurazioni Gestione Enti srl
Ufficio stampa
Studio Esseci – Sergio Campagnolo
Ringraziamenti:
Galleria Art: Concept, Parigi
Julia Mosse
Xavier Francheschi
Ivan Capra

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m a n _ museo d’arte provincia di nuoro

www.museoman.it

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