Sei sulla pagina 1di 19

Oratorio S.

Filippo
Via Cimavilla 16
25047 Darfo B.T. (BS)

Presentiamo una raccolta di preghiere e di testi per il deserto che abbiamo utilizzati durante il Campo Scuola per
adolescenti tenutosi a S. Tommaso di Cesena dal 4 al 9 agosto 1999.
Il campo scuola aveva come titolo: “In viaggio per la felicità” ed ogni giorno si trattava un tema per noi importante nel
raggiungimento personale e comunitario della felicità.
I temi sono:
1. Felicità è FANTASIA
2. Felicità è SEMPLICITA’
3. Felicità è DIVERSITA’
4. Felicità è DIVERSITA’
5. Felicità è IMPEGNO

Ogni giorno si proponeva un lavoro di gruppo, un momento di deserto, una preghiera a tema.

L’esperienza ha trovato una buona partecipazione e coinvolgimento.

Il gruppo educatori giovanissimi di Darfo


Senza titolo

Signore,
noi siamo ragazzi
e, come dicono i grandi,
non abbiamo molto da fare,
non abbiamo
troppe preoccupazioni.
Per questo
ti possiamo rivolgere
una preghiera strana.

Signore,
donaci quel che ti avanza
perché nessuno te lo chiede.

I “grandi” ti invocano
per avere calma, riposo,
assicurazione
contro gli imprevisti,
un buon lavoro
e … tanti soldi.

Esaudiscili, Signore.

Ma a noi dona:
allegria, vivacità,
spensieratezza,
rumore, festa,
sorprese, fantasia,
novità, simpatia.

E … un’altra preghiera, Signore.

Quel che ti manca


perché te lo chiedono in troppi,
aiutaci a procurartelo noi.

In famiglia, nel palazzo,


a scuola, nel quartiere …

Signore, se ti manca qualcosa …


chiedilo: noi abbiamo il tempo.
FANTASIA

Canto: ____________________________

 Riflessione
Quando parti per un’escursione importante, devi saperti attrezzare, prepararti l’equipaggiamento adeguato. Solo chi ha
tutto il necessario arriva alla meta. Tutti gli altri sono vinti dalle difficoltà e si devono arrendere. Così è nella vita: se
vuoi arrivare alle grandi mete, devi portarti uno zaino carico di … virtù umane. Il coraggio, la tenacia, la decisione, la
fedeltà, la creatività, la capacità di scommettere e di faticare. di guardare oltre l’immediato … Altrimenti non arrivi
lontano: bastano le prime difficoltà a bloccarti. Molto prima di qualunque meta …

 Si racconta che
In mezzo al gelso si sentiva un ripetuto brulichio: erano i bachi da seta che rosicchiavano avidamente le foglie, erano numerosi e
tutto il giorno erano impegnati a mangiare senza sosta. Fra di loro c’era anche Lapso, un bel bruchetto grassottello e simpatico. Era
ormai da alcuni giorni che un vento caldo ed afoso spazzava le nubi del cielo e Lapso sentiva crescere dentro di sé un senso di
malinconia indefinito e confuso. Tra non molto la sua grande “abbuffata” sarebbe finita, si sarebbe rinchiuso in un bozzolo e
lentamente la sua esistenza si sarebbe trasformata.
“Non voglio – pensava – star rintanato in mezzo a quei fili intricati, col rischio, magari, di essere preso da un coltivatore, essere
gettato nell’acqua bollente e diventare un’elegante cravatta; oppure divenire una farfalla presa a sassate dai ragazzini. Voglio
ribellarmi a tutto ciò”.
Lentamente e a fatica si allontanò dalla sua pianta di gelso e decise di intraprendere una solitaria battaglia contro il suo destino.
Aveva appena fatti qualche metro, che già sentiva fame, ma non si scoraggiò. Strisciando Lapso lottava con la terra e con il vento
impetuoso, ma era intenzionato a proseguire; non sapeva né dove, né come, ma andava avanti. Stremato raggiunse una radice che
spuntava dal terreno e vi si avvinghiò con le poche forze che gli erano rimaste.
Ormai doveva decidersi: o morire miseramente o scegliere di cambiare condizione e trasformarsi in farfalla. Alla fine cedette e
lasciandosi uscire dalla bocca un sottile filo lucente si rinchiuse in un bozzolo …
La felicità è una conquista faticosa: è un nostro compito non rinunciare mai alla ricerca di ciò che conta. L’esito è sicuro perché
siamo fatti per la vita.

 Preghiamo insieme: Rendici capaci di cose grandi

Insegnaci, Signore Gesù, a vincere la noia che ingrigisce le nostre giornate, a indossare l’abito della festa, i colori della
fantasia, a seminare di entusiasmo ogni occasione, ogni incontro e ogni piccolo gesto della nostra vita.

Aiutaci a far sorgere e coltivare dentro di noi desideri grandi. Donaci di sognare un mondo nuovo e di credere che tu
chiami ciascuno di noi a dare il nostro originale contributo per realizzarlo.

Signore, aiutaci a drizzare bene le orecchie per raccogliere tutte le voci che la vita ci invia e rispondere con coraggio e
fantasia, non aspettandoci sempre tutto dagli altri.

 Canto: ____________________________
Riflessione personale FANTASIA

Obiettivo: creatività e fantasia per superare


alcune difficoltà o raggiungere alcuni
traguardi

La differenza fondamentale
tra un uomo ordinario e un guerriero
è che il guerriero prende tutto come una sfida,
mentre l’uomo ordinario prende tutto
o come una benedizione o come una maledizione.
(Don Giovanni)
a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo infingardo, gettatelo nelle
tenebre esteriori; là sarà pianto e stridore di denti””. (Matteo 25, 14-30)

& ¯
Roger Crawford aveva tutto quello che gli serviva per giocare a tennis, tranne due mani e
La strada che non finisce mai una gamba.
senza piedi userò le mie mani Quando i genitori di Roger videro per la prima volta il loro figlio, videro un neonato con una
e tutta l’arte di un equilibrista ¯ protuberanza simile a un pollice che si estendeva direttamente dall’avambraccio destro e un
pollice e un altro dito che spuntavano dall’avambraccio sinistro. Non aveva palmi. Il bambino
per trovare un altro mondo … aveva solo tre dita e la gamba sinistra era avvizzita e in seguito sarebbe stata amputata. Il
(Litfiba – Lacio drom) medico disse che Roger soffriva di ectrodattilia, un raro difetto congenito che colpisce
¯ soltanto un neonato su novantamila negli Stati Uniti. Il medico spiegò che Roger
x ¯ probabilmente non sarebbe mai stato in grado di camminare né di essere autosufficiente.
¯ x Fortunatamente i genitori di Roger non credettero al medico. “I miei genitori mi hanno
La parabola dei talenti sempre insegnato che io ero solo tanto handicappato quanto volevo esserlo,” disse Roger.
“Allo stesso modo, infatti, un uomo in procinto di partire chiamò i propri servi e “Non mi hanno mai consentito di autocommiserarmi o di sfruttare gli altri per via del mio
affidò loro i suoi beni: a uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno, a handicap. Una volta mi trovai in difficoltà a scuola perché consegnavo sempre in ritardo i
ciascuno secondo le proprie capacità; poi partì. Senza perdere tempo, quello che compiti assegnati per casa,” spiegò Roger, che doveva tenera la penna con entrambe le
aveva ricevuto cinque talenti andò a trafficarli e ne guadagnò altri cinque. Allo ‘mani’ per scrivere lentamente. “Chiesi a mio padre di scrivere agli insegnanti per farmi dare
stesso modo quello che aveva ricevuto due talenti ne guadagnò anch’egli altri due. una proroga di due giorni per la consegna degli elaborati. Invece papà mi fece cominciare a
Ma quello che ne aveva ricevuto uno solo andò a scavare nella terra una fossa e vi scriverli due giorni prima!”
nascose il denaro del suo padrone. Il padre lo incoraggiò sempre a praticare sport, insegnando a Roger la tecnica della
Dopo molto tempo viene il padrone di quei servi e li chiama al rendiconto. pallavolo e a giocare a football in cortile dopo la scuola. A dodici anni Roger riuscì a
Si presentò quello che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque dicendo: guadagnarsi un posto nella squadra di football della scuola.
“Signore, mi desti cinque talenti. Ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. Gli disse il L’amore di Roger per lo sport crebbe e così la sua fiducia in sé. Ma non tutti gli ostacoli
padrone: “Bene, servo buono e fedele; sei stato fedele nel poco, ti darò potere su furono rimossi dalla determinazione di Roger. Mangiare alla mensa con gli altri ragazzi che lo
molto: entra nel gaudio del tuo signore”. guardavano armeggiare maldestramente con il cibo si rivelò molto doloroso per Roger, così
Si presentò poi quello dei due talenti e disse: “Signore, mi desti due talenti. Ecco, ne come i suoi ripetuti fallimenti alle lezioni di dattilografia. “Ho imparato un’ottima lezione a
ho guadagnati altri due”. Gli disse il padrone: “Bene, servo buono e fedele; sei stato dattilografia,” disse Roger. “non si può fare tutto: è meglio concentrarsi su quello che si sa
fedele nel poco, ti darò potere su molto: entra nel gaudio del tuo signore”. fare."
Infine si presentò anche quello che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, Una cosa che Roger sapeva fare era maneggiare una racchetta da tennis. Si allenò ogni
sapevo che tu sei un uomo severo, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove giorno e ben presto cominciò a giocare (e perdere) incontri. Ma Roger tenne duro. Si allenò e
non hai sparso; per questo ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento si allenò e giocò e giocò.
sotto terra. Ecco, prendi ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e Un’operazione alle due dita della mano sinistra consentì a Roger di afferrare meglio la sua
infingardo, sapevi che io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho racchetta speciale, migliorando notevolmente il suo gioco. Anche se non aveva modelli a cui
sparso; per questo avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri, in modo che, al ispirarsi, Roger si appassionò al tennis e col tempo cominciò a vincere.
mio ritorno, avrei potuto ritirare il mio con l’interesse. Perciò toglietegli il talento e Roger passò poi a giocare a tennis all’università, concludendo la sua carriera con 22
datelo a quello che ne ha dieci. Infatti a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza. Ma vittorie e 11 sconfitte. In seguito divenne il primo tennista handicappato con licenza di
istruttore dell’Associazione Tennis degli Stati Uniti. Roger adesso gira per il Paese e tiene
conferenze su cosa ci voglia per essere un vincitore, chiunque tu sia.
“L’unica differenza tra voi e me è che voi potete vedere il mio handicap, ma io non posso
vedere il vostro. Tutti noi ne abbiamo uno. Quando mi chiedono come io abbia fatto a
superare il mio handicap fisico, rispondo che io non ho superato niente. Ho soltanto imparato
quello che non posso fare (come suonare il pianoforte o mangiare con i bastoncini cinesi) e,
cosa più importante, ho imparato quello che posso fare. Così faccio quello che posso con
tutto il cuore e tutta l’anima.” (Jack Canfield)
SEMPLICITA’

 Canto: ____________________________

 Riflessione
Capita spesso che partendo per un’escursione in quota lo zaino sia colmo di cose che lassù si rivelano puntualmente
inutili e fuori luogo. Molti si accorgono che per gustare un’esperienza nuova basta poco, un po’ di voglia di stare
insieme, gli occhi aperti sullo spettacolo della natura, un pizzico di buona volontà. Lo zaino sarebbe più leggero,
l’ascensione alla vetta meno faticosa, la gioia più piena. occorre fare attenzione nella scelta: così è anche nella vita.

 Si racconta che
Erano circa le 3 del mattino quando Rodolfo, la vecchia guida alpina, andò a svegliare Giovanni. Architetto, tutto lavoro e mondanità,
il signor Giovanni aveva deciso di trascorrere parte delle sue vacanze in montagna e l’ascensione ad una prestigiosa vetta gli era
sembrato quanto di meglio si potesse in futuro presentare agli amici, che, come lui, non avevano mai fatto niente del genere.
Rodolfo chiamò il suo cliente per iniziare l’ascensione, dopo colazione. Occorreva stare vicini alla guida perché la notte era senza
luna e ad ogni passo Giovanni rischiava di incespicare tra i sassi. Questa gita già gli piaceva poco; Rodolfo poi era silenzioso e si
limitava a qualche avvertimento. Quando con il fiato grosso Giovanni stava per chiedere all’accompagnatore di fermarsi per riposare,
si arrivò ai bordi del ghiacciaio. In quattro e quattr’otto si trovò infagottato, legato come al guinzaglio, armato di piccozza e ramponi e
sempre dietro a questo montanaro instancabile dai modi bruschi che ormai rimpiangeva di aver contattato. “Quanta fatica per un po’
di gloria con gli amici” – pensava tra sé Giovanni. Il capo di Giovanni era stato fino ad allora chino sul terreno quasi a fare economia
di ogni briciola di energia ma l’impulso a gridare con rabbia a Rodolfo di fermarsi e tornare, gli aveva fatto alzare il viso ed ecco che
la visione di un’alba incantevole gli troncò il comando in gola. L’ammirazione per quanto aveva dinanzi gli alleviava la fatica e il
freddo tanto che quasi se ne dimenticò.
La guida, che conosceva bene la psicologia dei clienti di città, decise allora una sosta per uno spuntino e nemmeno allora cessò lo
stupore di Giovanni che di continuo girava il capo e gustava la vista di quei colossi di roccia e ghiaccio, il silenzio incorrotto, il cielo
così terso e turchese. Rodolfo, consapevole di ciò, rideva sotto i baffi.
Il cammino riprese, la fatica pure, ma da quel momento accettata serenamente. La vetta fu raggiunta e allora Rodolfo e Giovanni
guardandosi dritto negli occhi sorrisero e si strinsero la mano.
“Se fossi stato più accondiscendente con lei” – disse Rodolfo – “certamente mi avrebbe pregato di tornare indietro.”
“Grazie, perché adesso questa pace e questa gioia appartengono anche a me” rispose Giovanni.
Giovanni non scattò neppure una foto perché nulla poteva raffigurare quanto adesso aveva così chiaro e brillante nel cuore.

 Preghiamo insieme
Signore, quanti desideri dentro di noi! Essere simpatici, liberi, sani, belli, diversi, alla moda … Il nostro guaio, Signore,
è che noi cerchiamo la felicità partendo dal di fuori, comperando e ammucchiando cose su cose, prodotti che ci
promettono di colmare i nostri desideri! Ma essi rimangono sempre là, insoddisfatti. Aiutaci, Signore a capire ciò che è
veramente importante nella vita, per non perderci dietro a sogni impossibili, aiutaci a seguire i nostri desideri più belli,
senza sprecare energie nel cercare fuori, perché la felicità comincia da dentro. Donaci una mente che sappia scoprire,
apprezzare, valorizzare tutto quello che è buono e bello.

 Canto: ____________________________
Riflessione personale SEMPLICITA’

Obiettivo: riscoprire la gioia delle cose semplici


che rendono oggettivamente felici
La vita vale più del cibo e il corpo più del vestito.
Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno
ripostiglio né granaio; eppure Dio li nutre. Ebbene, voi valete
più degli uccelli!
Chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora in
più alla sua vita? (Luca, 12, 23-25)

In quell'occasione Gesù prese a dire: “Mi compiaccio con te, o


Padre, Signore del cielo e della terra, che hai tenuto nascoste
(…) Consideriamo inoltre una gran cosa l’indipendenza dai bisogni non perché
sempre ci si debba accontentare del poco, ma per godere anche di questo poco se ci queste cose ai sapienti e ai saggi e le hai rivelate ai semplici. Sì,
capita di non avere molto, convinti come siamo che l’abbondanza si gode con più Padre, poiché tale è stato il tuo beneplacito.
dolcezza se meno da essa dipendiamo. In fondo ciò che veramente serve non è Tutto mi è stato dato dal Padre mio: nessuno conosce il Figlio se
difficile a trovarsi, l’inutile è difficile.
I sapori semplici danno lo stesso piacere dei più raffinati, l’acqua e un pezzo di pane fanno un non il Padre e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al
piacere più pieno a chi ne manca. quale il Figlio voglia rivelarlo. (Matteo, 11, 25-27)
Saper vivere di poco non solo porta salute e ci fa privi d’apprensione verso i bisogni della vita LE REGOLE PER ESSERE UMANI
ma anche, quando ad intervalli ci capita di menare un’esistenza ricca, ci fa apprezzare meglio
questa convinzione e indifferenti verso gli scherzi della sorte …” (Epicuro – Lettera sulla
felicità) 1. Riceverai un corpo.
Potrai amarlo o detestarlo, ma sarà tuo per l’intero periodo di questa vita.
¯… Bella come una mattina d’acqua cristallina 2. Prenderai lezioni
come una finestra che m’illumina il cuscino Sei iscritto a una scuola informale a tempo pieno chiamata Vita. Ogni giorno in
calda come il pane ombra sotto un pino questa scuola avrai occasione di prendere lezioni. Le lezioni potranno piacerti oppure
come un passaporto con la foto di un bambino ¯ potrai considerarle irrilevanti e stupide.
bella come un tondo grande come il mondo 3. Non vi sono errori, soltanto lezioni.
calda di scirocco e fresca come tramontana … (Jovanotti – Bella ) La crescita è un procedimento per tentativi: è sperimentazione. Gli esperimenti
& Œ ¯ “falliti” fanno parte del procedimento tanto quanto l’esperimento che alla fine
… Se ora guardi allo specchio il tuo volto sereno ¯ “funziona”.
non immagini certo quel che un giorno sarà della tua vanità. 4. Una lezione viene ripetuta fino all’apprendimento.
¯ Tutto vanità, solo vanità vivete con gioia e in semplicità … Una lezione ti sarà presentata sotto varie forme finché la imparerai. Una volta
(A. Branduardi – Vanità di vanità) appresa questa, potrai passare alla lezione successiva.
¯ 5. Non si finisce mai di imparare.
Non vi è parte della vita che non contenga le sue lezioni. Finché vivrai ci
La mia vita è il respiro Un cuore semplice saranno lezioni da apprendere.
di un equilibrio instabile Un cuore semplice 6. “Lì” non è meglio di “qui”.
tutto questo pensare Un cuore semplice è la soluzione Quando il tuo “lì” sarà diventato un “qui”, semplicemente otterrai un altro “lì”
non da’ nessuna libertà che di nuovo sembrerà migliore di “qui”.
Un mare limpido 7. Gli altri sono semplicemente specchi di te.
Vedo il mondo cambiare Un mare limpido Non puoi amare od odiare qualcosa di un’altra persona finché ciò non riflette
e cambio anch’io in modo uguale Per vedere cosa c’è qualcosa che ami od odi di te stesso.
incapace di amare oltre quello che c’è in me. 8. Spetta a te decidere cosa fare.
la sola verità. (R. Casale – Un cuore semplice) Hai tutti gli strumenti e le risorse di cui hai bisogno. Spetta a te decidere cosa
farne. La scelta è tua.
9. Le tue risorse risiedono dentro di te.
Le risposte alle domande della Vita risiedono dentro di te. Tutto ciò che ti serve è
guardare, ascoltare e avere fiducia.
10. Dimenticherai tutto questo.
11. Puoi ricordartelo ogni volta che vuoi.
Anonimo
DIVERSITA’

 Canto: ____________________________

 Riflessione
A volte siamo tentati di imitare la folla: fare quello che fanno tutti, andare dove vanno tutti, dire quello che dicono tutti, non importa
cosa, pur di non uscire allo scoperto, pur di non prendere posizioni personali. Bisogna scoprire e conoscere le proprie doti umane e le
proprie attitudini, scambiare con gli altri i doni che abbiamo ricevuto da Dio.

 Si racconta che
Mario, per gli amici Pollicione, prima di venire sulla terra, venne chiamato a rapporto dal Buon Dio, il quale gli presentò a grandi linee le
cose che avrebbe dovuto fare nella vita terrena. Quando gli fu riferito che avrebbe dovuto comparire in televisione per una serie di
telefilm, si oppose decisamente al progetto, perché era molto timido. Disse: “Non sono il tipo io, per fare queste cose; ci vuole una
certa presenza, e poi, io mi emoziono facilmente; con tutti gli attori che ci sono, perché avete scelto proprio me?” “Okay, Mario”, gli
rispose il Buon Dio, “ti offro la possibilità di trovarti un sostituto, ad una condizione però: dovrà avere le impronte digitali dei pollici
uguali e precise alle tue!”.
Mario non si perse d’animo, girò e rigirò varie volte la storia presente, passata e futura per cercare un uomo che avesse i pollici uguali
ai suoi. Scaduto il tempo stabilito per la ricerca, il Buon Dio chiamò a sé di nuovo Mario e gli disse: “Come potevi sperare di trovare
una persona uguale a te? Sei stato creato in modo così originale che nemmeno le impronte dei tuoi pollici sono state copiate da un
altro uomo! Ora va’ sulla terra e porta a compimento quel progetto che solo tu puoi realizzare: la tua vocazione”:
Mario accettò la lezione che il Buon Dio gli aveva dato e, anzi, fu così contento di non essere una copia, che una volta arrivato sulla
terra, si mise a mostrare con un pizzico di orgoglio il segno della sua originalità, come a ricordare a tutti che nessun altro è uguale e
noi e che quindi non possiamo tirarci indietro nel nostro progetto.

 Preghiamo insieme:
Ti preghiamo, Signore, perché possiamo evitare, nella vita, scelte conformiste, accomodanti, “normali” … e
troviamo il coraggio di andare controcorrente, credendo nelle nostre idee e sforzandoci di seguire il cammino al
tuo fianco.

Signore, aiutaci a non rimanere a galla, come i legni secchi. Aiutaci a scendere al fondo delle cose dove la tua
grandezza si incontra, dove la tua bellezza ci entusiasma, dove possiamo scoprire la nostra verità. Come nei
restauri delle pitture antiche, togliendo la crosta polverosa delle abitudini, della pigrizia, della banalità dalla
nostra vita, possiamo scoprire, sotto, un quadro stupendo.

Aiutaci a comprendere la grandiosa ricchezza che hai seminato in ciascuno di noi, a non essere così bisognosi
degli altri per paura di essere giudicati, a non cercare sempre l’approvazione per essere accettati, ma a mettere a
frutto questa ricchezza per realizzare al meglio il progetto che Tu hai su di noi.

 Canto: ____________________________
Riflessione personale DIVERSITA’
 Hai un esempio di quando ti sei sentito te stesso, diverso, contro corrente e sei
riuscito ad affermare le tue ragioni sentendoti felice?
Obiettivo: la diversità è ricchezza
nel rapporto con gli altri

 Quando invece avresti voluto andare contro la scelta del gruppo e ti sei tirato
indietro?
al Signore!”. Ma il Signore disse a Samuele: “Non badare al suo aspetto e all’altezza
della sua statura, poiché l’ho respinto; perché l’uomo non vede quello che vede Dio:
l’uomo infatti guarda all’apparenza, ma il Signore guarda al cuore”. Iesse chiamò
Abìnadab e lo fece passare davanti a Samuele. Questi disse: “Nemmeno questo è
scelto dal Signore”. Iesse fece passare Samma e Samuele disse: “Nemmeno questo
è scelto dal Signore”. Iesse fece passare così i suoi sette figli davanti a Samuele, ma
Samuele disse a Iesse: “Il Signore non ha scelto nessuno di questi!”. Samuele
domandò a Iesse: “Sono dunque tutti qui i giovani?”. Quello rispose: “E’ rimasto
Un discepolo una volta si lamentava con il maestro: “Ci racconti delle storie, ma non ancora il più piccolo, che ora sta pascolando il gregge”. Samuele disse a Iesse:
ci sveli mai il loro significato”. Il maestro disse: “Che ne diresti se qualcuno ti “Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola finché egli non sia venuto qui”.
offrisse un frutto e lo masticasse prima di dartelo?” Nessuno può sostituirsi a te per Egli lo fece venire: era rosso, con begli occhi e bell’aspetto. Il Signore disse: “Su,
trovare il tuo significato. Neppure il maestro. consacralo, perché è lui!”. Allora Samuele, preso il corno d’olio, lo consacrò in mezzo
(Anthony de Mello) ai suoi fratelli. Lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi. Samuele
si alzò e ritornò a Rama. Intanto lo spirito del Signore si era allontanato da Saul e lo
I have climbed the highest mountains, aveva invaso uno spirito malvagio da parte del Signore. (1Sam 16, 1-14)
Ho scalato le montagne più alte
I have run through the fields
Only to be with you. Ho corso attraverso i campi Questa vita è una prova.
Only to be with you & Y Solo per stare con te E’ soltanto una prova.
But I still haven’t found Solo per stare con te Se fosse stata una vita vera
what I’m looking for ç ¯ Ú ¯ avremmo ricevuto
But I still haven’t found ¯ Ma ancora non ho trovato ulteriori istruzioni su
what I’m looking for ciò che sto cercando dove andare e cosa fare!
(U2 – I haven’t found Ma ancora non ho trovato (Trovato su una bacheca)
what I’m looking for) ciò che sto cercando
(U2 – I haven’t found
what I’m looking for) Se non potete essere un pino sulla vetta del monte
Il Signore disse a Samuele: “Fino a quando tu fai lutto su Saul, siate un cespuglio nella valle,
mentre io l’ho rigettato perché non regni più su Israele? Riempi il ma siate il miglior piccolo cespuglio sulla sponda del ruscello.
tuo corno d’olio e va’; ti mando da Iesse il betlemita, perché ho
Siate un cespuglio se non potete essere un albero.
veduto tra i suoi figli il mio re”. Rispose Samuele: “Come potrò
andare? Lo sentirà Saul e mi ucciderà”. Il Signore riprese: Se non potete essere una via maestra, siate un sentiero.
“Prenderai con te una vitella dell’armento e dirai: "Sono venuto per
Se non potete essere il sole, siate una stella,
offrire un sacrificio al Signore". Inviterai Iesse al sacrificio, io ti non con la mole vincete o fallite.
indicherò quello che dovrai fare e tu mi consacrerai colui che io ti
Siate il meglio di qualunque cosa siete.
dirò”.
Samuele eseguì quello che aveva ordinato il Signore. Arrivato a Betlemme, gli anziani Cercate ardentemente di scoprire a che cosa siete chiamati
della città gli andarono incontro trepidanti e gli domandarono: “E’ pacifica la tua e poi mettetevi a farlo appassionatamente.
venuta?”.Rispose: “Pacifica! Sono venuto per offrire un sacrificio al Signore.
Purificatevi e venite con me al sacrificio”. Fece purificare Iesse e i suoi figli e li invitò
al sacrificio.
Quando essi giunsero, egli osservò Eliab ed esclamò: “Oh, il consacrato sta davanti
Noi che abbiamo vissuto nei campi di concentramento
possiamo ricordare gli uomini che attraversavano le baracche
confortando gli altri, regalando il loro ultimo pezzo di pane.
Saranno stati pochi di numero, ma presentano una prova
sufficiente
del fatto che a un uomo si può togliere tutto tranne una cosa:
l’ultima sua libertà, scegliere il proprio atteggiamento
in qualunque circostanza, scegliere il proprio modo di comportarsi.
(Viktor E. Frankl)
IMPEGNO

 Canto: ____________________________

 Riflessione
La tua vita ti vede concretamente impegnato in molte attività. Senza accorgerti ti trovi inserito in una società, in una comunità
cristiana, che già adesso ti chiedono di fare alcune scelte. S. Paolo ci insegna che tra tutte le virtù, la più grande è la carità. Ma la
sua conquista non è cosa facile, implica il saper percorrere dei sentieri poco battuti, fare scelte controcorrente, andare oltre la
mediocrità del quieto vivere, mettersi al servizio degli altri.

 Si racconta che
Ricordo con precisione i sentimenti che provavo là, su quell’aereo, novemila metri sopra l’oceano. Mi
sentivo allegra, euforica: ero contenta di me stessa, del mio coraggio, della scelta fatta. Mi credevo in
grado di superare qualsiasi ostacolo. Avevo 26 anni, ero fresca di laurea e, invece di lavorare nello studio
medico di mio padre, avevo deciso di fare un anno come volontaria internazionalista. Inizialmente non
particolarmente impegnata, qualcosa cambiò in me quando iniziai a ricevere lettere dalla mia amica
Bettina, partita come volontaria. E così, anch’io, d’improvviso, come per una sfida con me stessa, decisi di
partire. Sostenere questa mia scelta in casa, con Hans, con gli amici, non è stato facile. Ma più il tempo
passava, in discussioni e preparativi, e più mi convincevo di aver fatto la scelta giusta. Ed eccomi, felice e
spavalda su quell’aereo e poco dopo a Colomoncagua, nel campo rifugiati in cui avrei prestato la mia opera.
Poche ore sono bastate a smontare tutta la mia euforia. Tende di plastica, con venti, trenta persone ciascuna. Campo circondato e
pattugliato dai militari armati, coprifuoco la notte, ogni tanto qualcuno che “sparisce”. Attrezzature mediche quasi inesistenti: al principio
mancava persino l’acqua potabile.
In quel primo periodo ho visto morire, senza poter fare nulla, in media cinque bambini al giorno. Seppi dai loro racconti chi era quella
gente e perché era in quel campo: tutti contadini poverissimi che avevano varcato il confine per sfuggire alla tremenda repressione
militare che nel loro paese si abbatteva sulla popolazione civile. Ma l’assurda violenza che si era abbattuta su questi uomini non era
riuscita a spegnerli né a prostrarli. Li ho visti, con i miei occhi, giorno per giorno organizzarsi e lottare per la sopravvivenza. Il pozzo per
l’acqua, i servizi, l’assistenza ai malati.
Eravamo come in un lager, senza niente e senza libertà di movimento, ma quegli uomini non hanno smesso un attimo di lottare: nel
giro di pochi mesi il campo si era trasformato. Avevano persino organizzato dei corsi per imparare a leggere e scrivere, per imparare
dei mestieri. No, non avevo mai visto tanta forza, tenacia, coraggio. Uomini e donne senza istruzione, poveri, lontani dalla loro patria,
perseguitati e sempre a rischio della vita, che affrontavano ogni difficoltà per andare avanti, uniti e solidali. E io che credevo di venir qui
a insegnare, ad aiutare …
Tra poco tornerò a casa: un anno è trascorso. Non so ancora cosa farò, ma so che non sono più la stessa. Nel libro della mia vita è
stata scritta una pagina fondamentale. Si intitola così: Colomoncagua, lezione di umanità. L’anno scritta degli analfabeti.

 Preghiamo insieme:
Signore, in questo giorno tra tante difficoltà, ma anche tra molti momenti felici, ho provato a vivere meglio: a fare il bene superando il
timore di essere preso in giro. Mi sono impegnato a diventare il “prossimo” di tutti quelli che mi vivono accanto e che ho incontrato
per un attimo. Qualcosa sono riuscito a combinare, ho fatto però anche molte cilecche. Ma un giorno è breve e domani avrò il tempo
per continuare. Signore, fammi svegliare domattina con la volontà di fare di più e meglio.

Ti preghiamo, Signore, perché nelle nostre comunità ognuno si senta responsabile degli altri, soprattutto di quelli che tendiamo ad
ignorare; perché non sia più possibile trincerarsi dietro i “non sapevo”, “non credevo” oppure “io non c’entro”. Fa’ che formiamo una
comunità dove sia illimitata la responsabilità degli uni verso gli altri.

Signore, non ho ricchezze, non ho tesori, ma ho me stesso da donare. Non mi è facile poter aiutare chi chiede aiuto lontano migliaia di
chilometri da me. M ho il mio compagno di scuola, il mio vicino di casa, il mio prossimo che chiede affetto e comprensione. Non ho
grandi cose per poter fare grandi azioni. Ma ho tanti piccoli atti d’amore che possono cambiare il mondo. Aiutami, Signore, a saper
amare.

 Canto: ____________________________
Riflessione personale IMPEGNO

Obiettivo: felicità è impegno verso gli altri

E se ci riempiono la testa solo di parole vuote, di miti da due soldi,


di potere e di cazzate, noi possiamo rifiutarci di giocare la partita
perché la vita è nostra ed è appena cominciata.
(E. Finardi – Sveglia ragazzi)
… Quando ti alzi e ti senti distrutto,
fatti forza e vai incontro al tuo giorno,
… A questo punto non devi lasciare non tornare sui tuoi passi:
& basterebbe un istante …
(E. Bennato – Un giorno credi)
qui la lotta è più dura ma tu non è invidiosa, la carità non si vanta, non si gonfia, non
se le prendi di santa ragione
insisti di più … manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira,
Y ¯ Ú non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia,
Heal the world,
make it a better place
Guarisci il mondo, ma si compiace della verità; tutto scusa, tutto crede, tutto
rendilo un posto migliore
for you and for me per te e per me
spera, tutto sopporta. (…) Ora esistono queste tre cose: la
and the entire human race. ¯ e per tutta l’umanità. fede, la speranza e la carità; ma la più grande di esse è la
There are people dying, Ci sono persone che
if you care enough for the living, carità. (Corinzi 1, 13, 1-3, 13)
¯ muoiono, Allora Mika con voce limpida e chiara scandì alcune parole che non ho mai più
make it a better place se ti sta a cuore la vita,
for you and for me. dimenticato: “Una risposta non merita mai un inchino: per quanto intelligente e
rendila un posto migliore giusta ci possa sembrare non dobbiamo mai inchinarci ad una risposta”.
(Michael Jackson – Heal the world) per te e per me.
¯ Annuii con un cenno della testa, pentendomi immediatamente perché Mika poteva
pensare che mi ero inchinato alla sua risposta.
“Chi s’inchina si piega” continuò Mika. “Non devi mai piegarti davanti ad una
risposta”.
“E perché no?”
Fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha opere, “Una risposta è il tratto di strada che ti sei lasciato alle spalle. Solo una domanda può
che utilità ne ricava? Potrà forse la fede salvarlo? Se un puntare oltre.”
(J. Gaarder)
fratello o una sorella si trovano senza vestito e mancanti del
cibo quotidiano e qualcuno di voi dicesse loro: Chiamati all’oltre
“Arrivederci: andate in pace, scaldatevi e saziatevi da voi”, Sempre devi avere in mente Itaca -
e non deste loro ciò che è necessario per il corpo, che utilità Quando ti metterai in viaggio per Itaca raggiungerla sia il pensiero costante.
devi augurarti che la strada sia lunga
ne avreste? Così anche la fede, se non ha le opere, di per se fertile in avventure e in esperienze.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa’ che duri a lungo, per anni, e che
stessa è senza vita. Ma qualcuno potrà dire: “Hai la fede e I Lestrigoni e i Ciclopi da vecchio
io ho le opere”. Mostrami la tua fede senza le opere e io ti o la furia di Nettuno non temere, metta piede sull’isola, tu, ricco,
mostrerò la fede partendo dalle mie opere. (…) non sarà questo il genere di incontri dei tesori accumulati per strada
Vedete che l’uomo viene giustificato in base alle opere e non soltanto in base se il pensiero resta alto e un sentimento senza aspettarti ricchezze da Itaca.
alla fede. Similmente anche Raab, la prostituta, non fu forse giustificata in fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
base alle opere, per aver ospitato gli inviati e averli rimandati indietro per In Ciclopi e Lestrigoni, no certo Itaca ti ha dato un bel viaggio
un’altra strada? Infatti, come il corpo senza lo spirito è morto, così è morta né nell’irato Nettuno incapperai senza di lei mai ti saresti messo
anche la fede senza le opere. (Gc, 2, 14-18, 24-26) se non li porti dentro in viaggio: che cos’altro ti aspetti?
se l’anima non te li mette contro.
Se anche parlo le lingue degli uomini e degli angeli, ma non Devi augurarti che la strada sia lunga.
E se la trovi povera, non per questo
Itaca ti avrà deluso.
ho la carità, sono un bronzo sonante o un cembalo Che i mattoni d’estate siano tanti Fatto ormai savio, con tutta la tua
squillante. E se anche ho il dono della profezia e conosco quando nei porti – finalmente e con che gioia – esperienza addosso
tutti i misteri e tutta la scienza; e se anche possiedo tutta la toccherai terra tu per la prima volta: già tu avrai capito ciò che Itaca vuole
negli empori fenici indugia ed acquista significare.
fede, sì da trasportare le montagne, ma non ho la carità, non madreperle coralli ebano e ambre
sono niente. La carità è magnanima, è benigna la carità, tutta merce fina, anche profumi
Itaca, COSTANTINO KAVAFIS
inebrianti che puoi,
va’ in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
PREGHIERA FINALE

Figli cari, abbiate un sogno! Abbiate un bel sogno, il sogno di tutta la vita. La vita
umana che ha un sogno è lieta. Una vita che segue un sogno si rinnova di giorno in
giorno.

Figli miei, abbiate un sogno, passare la vita cercando di realizzare quest’unico sogno, senza distogliervi
lo sguardo, senza sostare, avanzando sempre sulla stessa strada.

Ma ricordate: se questo sogno sarà piccolo, anche il frutto della vostra vita sarà piccolo; se questo
sogno sarà basso, anche la vostra vita sarà meschina. Ma se il vostro sogno sarà bello, sarà grande, sarà
originale, anche la vostra vita sarà bella, grande, originale.

Un simile sogno non può avere di mira l’interesse egoistico. Il vostro deve essere un sogno che miri a
rendere liete non soltanto le persone tutte, ma tutta l’intera umanità, anche quelli che verranno dopo.

Se il vostro sogno sarà cosa che fa gioire tutta la specie umana, farà gioire anche il Signore.

Proprio così: il sogno che dovete perseguire deve corrispondere all’intenzione del Signore!.

(dal testamento ai figli di Tohaschi Mafai)

Potrebbero piacerti anche