“PINOCCHIO”

NARRATORE: C’ERA UNA VOLTA UN VECCHIO FALEGNAME

CHIAMATO “MASTRO CILIEGIA”, CHE REGALÒ A
UN BUON GEPPETTO, ANCH’EGLI FALEGNAME, UN
COCCIO DI LEGNO, PENSANDO FOSSE DI POCO
VALORE, MA NON FU COSÌ.
GEPPETTO È UN UOMO MOLTO SOLO, POVERO:
PENSATE, IL CAMINO CON LA FIAMMA SONO
DIPINTI SULLA PARETE DEL SUO LABORATORIO.
NON AVEVA DI CHE COPRIRSI NELLE LUNGHE
GIORNATE INVERNALI, TANTO CHE PENSÒ
ADDIRITTURA DI VESTIRSI CON CARTA DI
GIORNALI.
GEPPETTO CON I SUOI ATTREZZI, COMINCIÒ A
SCOLPIRE IL LEGNO.

GEPPETTO: NE FARÒ UN BEL BURATTINO, IL FIGLIUOLO CHE

HO SEMPRE DESIDERATO.

NARRATORE: IL BUON GEPPETTO LAVORÒ GIORNO E NOTTE E

ALLA FINE DISSE:

GEPPETTO: OOOH! QUESTO BURATTINO MI È USCITO PROPRIO

BENE, ANCORA UN TOCCO DI PENNELLO E VOILÀ,
HO FINITO!
… TI CHIAMERAI “PINOCCHIO”.

NARRATORE: GEPPETTO, STANCO, SI SDRAIÒ SU DI UNA PANCA

DI LEGNO CHE FACEVA DA LETTO POSTA NELLA
STANZA ACCANTO E, PRIMA DI ADDORMENTARSI,
ESPRESSE UN DESIDERIO.

GEPPETTO: BURATTINO MIO… OH, BUON DIO, FA CHE DIVENTI

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 UN BIMBO VERO.

NARRATORE: GEPPETTO SI ADDORMENTÒ. QUANDO CALÒ DI

NUOVO LA NOTTE, TUTTO IL LABORATORIO SI
ILLUMINÒ E AD UN CERTO PUNTO APPARVE LA
FATA TURCHINA, BELLISSIMA, AVVOLTA DI LUCE
E DISSE:

FATA: BUON GEPPETTO, HAI DATO TANTA GIOIA AGLI

ALTRI E MERITI CHE IL TUO DESIDERIO SI AVVERI.

NARRATORE: POI SI RIVOLSE A PINOCCHIO E, ALZANDO IN ARIA

LA SUA BACCHETTA MAGICA, PROCLAMÒ CON
TONO SOLENNE:

FATA: “DESTATI O LEGNO ANIMATO, PERCHÉ LA VITA IO

T’HO DONATO”

NARRATORE: COSÌ IL BURATTINO FU AVVOLTO DA UN

LUCCICHIO FATATO, E DOPO POCHI ISTANTI,
PRESE A MUOVERSI, COME SE SI FOSSE
SVEGLIATO DA UN LUNGO SONNO.

PINOCCHIO: MI MUOVO, SO PARLARE!

FATINA MIA, ORA SONO UN BIMBO VERO?

FATA: NO, PINOCCHIO, È UN INCANTESIMO. MOSTRATI

BRAVO E UBBIDIENTE, E UN GIORNO SARAI UN
BAMBINO VERO

NARRATORE: LA FATA SPIEGÒ BENE, CHE OLTRE AD ESSERE

BUONO, DOVRÀ DISTINGUERE IL BENE DAL MALE.

PINOCCHIO: MA COME SI FA?

FATA: LA TUA COSCIENZA TE LO DIRÀ.

NARRATORE: NEL FRATTEMPO APPARVE UN GRILLO E LA FATA

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 GLI DISSE:

FATA: GRILLO, TI ELEGGO A COSCIENZA DI PINOCCHIO

NARRATORE: ANCHE IL GRILLO, ORA VESTITO CON PANCIOTTO

E CILINDRO, COMINCIÒ A PARLARE.

GRILLO: GRAZIE FATA.

FATA: RICORDATI PINOCCHIO, SII BUONO E ASCOLTA LA

TUA COSCIENZA.

NARRATORE: LA FATA TURCHINA, DI NUOVO AVVOLTA IN UNA

LUCE TRA BAGLIORI E SCINTILLII, SCOMPARVE
NEL NULLA, LASCIANDO PINOCCHIO E IL GRILLO.
GEPPETTO, DOPO ESSERSI SVEGLIATO, ANDO
VERSO IL LABORATORIO E RIMASE SBALORDITO E
INCREDULO NEL VEDERE PINOCCHIO “VIVO”.

GEPPETTO: OOOH!! IL MIO DESIDERIO SI È AVVERATO!

GRAZIE BUON DIO.

PINOCCHIO: MA NO BABBO, È STATA LA FATA TURCHINA!

GEPPETTO: LA FATA, CHIII??

NARRATORE: MA GEPPETTO NON STETTE A PENSARCI PIÙ DI

TANTO. ERA TALMENTE FELICE DI VEDERE IL SUO
PINOCCHIO ANIMATO CHE LO ABBRACCIÒ
FORTEMENTE

GRILLO: EEHIII! CI SONO ANCH’IO!!

GEPPETTO: OOH! E TU CHI SEI?

GRILLO: SONO IL GRILLO PARLANTE, LA COSCIENZA DI

PINOCCHIO

GEPPETTO: AAH, È COSÌ CHE TI CHIAMI

NARRATORE: IL PRIMO PENSIERO DI GEPPETTO FU QUELLO DI

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 MANDARE PINOCCHIO A SCUOLA E, NON AVENDO
SOLDI, PENSÒ DI VENDERE QUALCHE SUO
ATTREZZO DA FALEGNAME, PER VESTIRLO E
COMPRARGLI UN ABBECEDARIO.
IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA ARRIVÒ!
PINOCCHIO, DOPO VARIE RACCOMANDAZIONI DI
GEPPETTO, SI AVVIÒ VERSO LA SCUOLA DEL
PICCOLO BORGO, TUTTO VESTITO A FESTA, CON
L’ABBECEDARIO SOTTO IL BRACCIO E UNA BELLA
MELA TRA LE MANI.
MA DI COLPO VENNE FERMATO DA DUE
PERDITEMPO, DUE SCANSAFATICHE CHIAMATI
“GATTO E VOLPE”.

GATTO: OOOH! MA GUARDA, UN BAMBINO DI LEGNO.

VOLPE: SIII, POTREBBE FRUTTARCI DEI BEI SOLDONI.

GATTO: COME TI CHIAMI?

PINOCCHIO: PINOCCHIO!

GATTO: CARO NOSTRO PINOCCHIO, È APPENA ARRIVATO

IN PAESE IL TEATRO DI BURATTINI, CHE NE DICI DI
ANDARCI?

VOLPE: SIII, DA QUEL MANIGOLD… EEMH,

DALL’ILLUSTRISSIMO “MANGIAFUOCO!”

NARRATORE: SBUCÒ IL GRILLO CHE DISSE:

GRILLO: NOO, PINOCCHIO, NON ANDARE!! TI RICORDI LE

PAROLE DELLA FATA E DI GEPPETTO?

PINOCCHIO: STAI ZITTO GRILLO! SONO I MIEI PRIMI AMICI.

VOLPE: …È PER ME QUELLA BELLA MELA?

PINOCCHIO: …BHÉ, VERAMENTE…

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VOLPE: MMMH! BUONAAA!

GATTO: HEI, NON MANGIARLA TUTTA TU!!!

LASCIANE ANCHE PER ME.

NARRATORE: NEL FRATTEMPO ARRIVARONO AL TEATRO DI

MANGIAFUOCO, CON LE PROMESSE DI GATTO E
VOLPE DI AVER FAMA E SUCCESSO.
PINOCCHIO VENDETTE L’ABBECEDARIO PER
COMPRARSI IL BIGLIETTO PER LO SPETTACOLO. SI
SEDETTE IN PLATEA.
APPARVE IL GROSSO BURATTINAIO.

MANGIAFUOCO: BUONGIORNO GENTILE PUBBLICO.

VI PRESENTO IL MIO SPETTACOLO DI BURATTINI.

NARRATORE: IL SIPARIO SI ALZÒ E L’ESIBIZIONE DI BURATTINI

EBBE INIZIO.
IN SEGUITO MANGIAFUOCO NOTÒ IN PLATEA IL
BURATTINO ANIMATO PINOCCHIO E LO INVITÒ AD
ESIBIRSI SUL PALCO.
PINOCCHIO EBBE UN NOTEVOLE SUCCESSO DI
PUBBLICO.
IN DISPARTE, IL GRILLO DELUSO DISSE:

GRILLO: E BRAVO PINOCCHIO. DESIDERI LA FAMA?

BENE, NON HAI PIÙ BISOGNO DI ME

NARRATORE: POCO DOPO LO SPETTACOLO, MANGIAFUOCO,

CONTANDO IL RICAVATO DELLA SERATA, DISSE:

MANGIAFUOCO: E BRAVO PINOCCHIO, MI FAI GUADAGNARE SOLDI

A PALATE.

PINOCCHIO: SE MI DAI UN SOLDINO VADO A CASA A

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 PORTARLO AL MIO BABBO.

NARRATORE: ...DISSE INGENUAMENTE PINOCCHIO, MA

MANGIAFUOCO LO RINCHIUSE NELLA GABBIA DEL
SUO CARROZZONE.

PINOCCHIO: AIUTOOO, BABBOOOO!!

NARRATORE: IL GRILLO SI AVVICINÒ ALLA GABBIA E DISSE:

GRILLO: HAI VISTO COSA SUCCEDE A DISOBBEDIRE?

PINOCCHIO: AIUTAMI FATINA!

NARRATORE: APPARVE LA FATA, CHIEDENDO COSA CI FACESSE

LÌ INVECE DI ANDARE A SCUOLA.

PINOCCHIO: SONO STATO RAPITO FATINA MIA.

NARRATORE: AD UN CERTO PUNTO A PINOCCHIO SI ALLUNGÒ IL

NASO

FATA: MIO CARO PINOCCHIO VI SONO DUE SPECIE DI

BUGIE, ALCUNE CON LE GAMBE CORTE, E ALTRE
CON IL NASO LUNGO.

PINOCCHIO: VA BENE, NON DIRÒ PIÙ BUGIE.

NARRATORE: LA FATINA LO PERDONÒ, IL NASO TORNÒ

NORMALE, E LIBERÒ PINOCCHIO DALLA GABBIA.
LA FATINA SVANÌ.
MA FUGGENDO IL BURATTINO INCROCIÒ DI
NUOVO MANGIAFUOCO.

MANGIAFUOCO: COME HAI FATTO A LIBERARTI?

PINOCCHIO: LA PREGO SIGNOR MANGIAFUOCO, DEVO

TORNARE DAL MIO BABBO. È TRISTE E SOLO.

MANGIAFUOCO: COME SI CHIAMA IL TUO BABBIO?

PINOCCHIO: GEPPETTO E FA IL “POVERO”.

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NARRATORE: PINOCCHIO RACCONTÒ TUTTA LA STORIA DI
GEPPETTO E MANGIAFUOCO SI COMMOSSE COSÌ
TANTO CHE, STARNUTENDO, DIEDE AL
BURATTINO 5 MONETE D’ORO.
PINOCCHIO CONTENTO CORSE VIA RINGRAZIANDO
MANGIAFUOCO, MA PER STRADA FU FERMATO DA
GATTO E VOLPE.

GATTO: CIAO PINOCCHIO, CHE NE DICI DI SEPPELLIRE LE

TUE 5 MONETE D’ORO AL “CAMPO DEI MIRACOLI”?

VOLPE: CRESCERÀ UNA GRANDE PIANTA PIENA DI

MONETE D’ORO.

NARRATORE: PINOCCHIO CREDETTE ALLA MENZOGNA DEL

“CAMPO DEI MIRACOLI”, E CORSE SUBITO A
SOTTERRARE LE MONETE E, UNA VOLTA
ADDORMENTATOSI ASPETTANDO CHE LA PIANTA
CRESCESSE, GATTO E VOLPE DISSOTTERRARONO
LE MONETE E FUGGIRONO VIA.
ARRIVÒ IL GRILLO:

GRILLO: PINOCCHIO, TI SEI FATTO DI NUOVO IMBROGLIARE

DA QUEI DUE FARABUTTI!

NARRATORE: TEMPO DOPO, IL BURATTINO RITORNÒ

FINALMENTE A SCUOLA.

MAESTRA: BAMBINI VI PRESENTO UN NUOVO COMPAGNO, SI

CHIAMA PINOCCHIO.

PINOCCHIO: PIACERE IL MIO NOME È PINOCCHIO.

MAESTRA: SAI LEGGERE?

PINOCCHIO: NO.

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MAESTRA: SAI SCRIVERE?

PINOCCHIO: NO.

MAESTRA: SEI PROPRIO UN ASINELLO.

VAI A SEDERTI ACCANTO A LUCIGNOLO.

NARRATORE: PINOCCHIO SI SEDETTE.

LUCIGNOLO: CIAO!

NARRATORE: SUBITO DOPO LA MAESTRA AGGIUNSE:

MAESTRA: SE NON SI STUDIA SI VA ALL’OSPEDALE O IN

PRIGIONE.

NARRATORE: PINOCCHIO FECE SUBITO AMICIZIA CON

LUCIGNOLO, MA SI FECE DI NUOVO INFLUENZARE
E, DURANTE L’INTERVALLO, SCAVALCARONO IL
CANCELLO DELLA SCUOLA E FUGGIRONO.
LA MAESTRA SE NE ACCORSE E GRIDÒ:

MAESTRA: PINOCCHIO, LUCIGNOLO, TORNATE SUBITO

INDIETRO!

NARRATORE: MA I DUE NON ASCOLTARONO E LUGIGNOLO FECE

UNA PROPOSTA A PINOCCHIO.

LUCIGNOLO: HO QUA DUE BIGLIETTI PER IL PAESE DEI

BALOCCHI, VUOI VENIRE?

PINOCCHIO: IL PAESE DEI BALOCCHI?

LUCIGNOLO: CERTO, LÌ NON SI STUDIA, NON SI LAVORA, SI

GIOCA E BASTA.

PINOCCHIO: OOH! CHE BEL PAESE.

NARRATORE: A MEZZANOTTE PARTIVANO DIVERSE CARROZZE

PIENE DI BAMBINI TRAINATE DA TANTI ASINELLI,
GUIDATE DALL’OMINO DI ZENZERO.

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OMINO DI PRESTO, PRESTO, CORRETE, STO PER PARTIRE.
ZENZERO:
NARRATORE: LA CARROZZE PARTIRONO E RAGGIUNSERO IL
PAESE DEI BALOCCHI.
VI ERANO GIOSTRE, SFILATE IN MASCHERA,
ZUCCHERO FILATO, CARAMELLE, GIOCHI. NON SI
FACEVA NIENTE DALLA MATTINA ALLA SERA.
PINOCCHIO E LUCIGNOLO ERANO ENTUSIASTI, MA
IL GIORNO DOPO SI RISVEGLIARONO TRAMUTATI
IN DUE CIUCHINI.
APPARVE IL GRILLO:

GRILLO: PINOCCHIO, SEI DIVENTATO UN SOMARO A TUTTI

GLI EFFETTI!
NARRATORE: L’OMINO DI ZENZERO PENSÒ DI VENDERE UNO
DEI DUE CIUCCHINI AD UN CIRCO…
OMINO DI IH! IH! IH!... HO DECISO! VENDO TE! TRA I DUE MI
ZENZERO:
SEMBRI IL SOMARO PIÙ OBBEDIENTRE, COSÌ
GUADAGNERÒ DEI BEI BIGLIETTONI, AH AH AH!!!

NARRATORE: L’OMINO DI BURRO VENDETTE IL “CIUCCHINO

PINOCCHIO” AD UN CIRCO, MENTRE LUCIGNOLO SI
TROVÒ A TRAINARE, ASSIEME A TUTTI GLI ALTRI
ASINELLI, I CARROZZONI CARICHI DI NUOVI
BAMBINI.

DOMATORE ECCO A VOI IL CIUCCHINO PINOCCHIO!!

DEL CIRCO:

NARRATORE: IL PUBBLICO FU ENTUSIASTA NEL VEDERE

L’ARTISTA PINOCCHIO.
DOMATORE: GENTILE PUBBLICO, UN GRANDE APPLAUSO AL
NOSTRO CIUCCHINO!!!
NARRATORE: …ARRIVÒ COSÌ UNO SCROSCIO DI APPLAUSI…

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 SU, SU PINOCCHIO! …ORA SALI SU QUESTA
DOMATORE:
PEDANA E SALTA DA UN OSTACOLO ALL’ALTRO…
IL POVERO PINOCCHIO FRUSTRATO E CON LE
NARRATORE:
LACRIME AGLI OCCHI UBBIDÌ…
…SBRIGATI!!! …SEMPRE PIÙ VELOCE!!! NON
DOMATORE:
DELUDERE IL NOSTRO PUBBLICO!
LE SETTIMANE PASSARONO… UN GIORNO LA
NARRATORE:
FATA SI INTRUFOLÒ NEL PUBBLICO E SI MISE AD
ASSISTERE AD UNO DEI TANTI SPETTACOLI CON
PROTAGONISTA PINOCCHIO.
AH! AH! AAAAHHH! BRAVOOOO! VAI PINOCCHIO!
DOMATORE:
STASERA AVRAI UNA DOPPIA RAZIONE DI
TREBBIA E CAROTE.

NARRATORE:
…E ANCHE ALLA FATA VENNERO LE LACRIME
AGLI OCCHI.
OOOOH!! VEDO TRA IL NOSTRO PUBBLICO UN
DOMATORE:
GRAZIOSO BIMBO CHE VUOLE SALIRE IN GROPPA
AL CIUCCHINO… SU, VIENI, VIENI...

NARRATORE: IL BAMBINO SALÌ SUL DORSO DEL POVERO

PINOCCHIO… FRA IL FRASTUONO DEL PUBBLICO.

AAAAAAAH!! AAAAAHHH!! BRAVI!! CORRI

DOMATORE:
PINOCCHIO, GALOPPA, GALOPPAAAAAAA… UN
APPLAUSOOOOOOOO!!!

TUTTI I GIORNI IL CIUCCHINO TRISTEMENTE SI

NARRATORE:
ESIBIVA CON SUCCESSO PRESSO IL CIRCO. MA UN
GIORNO IL GRILLO TROVÒ FINALMENTE IL MODO

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 DI FARLO FUGGIRE.
MA FU CATTURATO DAL PESCATORE VERDE CHE
CERCÒ DI BUTTARLO IN MARE.
FORTUNATAMENTE LA FATA INTERVENNE IN
TEMPO. LO FECE TORNARE DI NUOVO
“PINOCCHIO”, MA FINÌ NELLA PANCIA DEL
PESCECANE.
LÌ RITROVÒ FINALMENTE IL BUON GEPPETTO, SI
RIABBRACCIARONO E PINOCCHIO CHIESE:

PINOCCHIO: MA BABBO COSA CI FAI QUI?

GEPPETTO: QUANDO MESI FA HO COMINCIATO A CERCARTI,

SONO FINITO IN MARE E IL PESCECANE MI HA
CATTURATO.

NARRATORE: NELLA PANCIA DEL PESCECANE C’ERA UN INTERO

VELIERO PIENO DI LATTINE DI CIBO.

GEPPETTO: VEDI, COSÌ SONO SOPRAVVISSUTO.

PINOCCHIO: MA BABBO, DOBBIAMO FUGGIRE DA QUI.

GEPPETTO: E COME?

PINOCCHIO: GUARDA, CI SONO DIVERSI TONNI IN MARE, UNO

DI LORO CI AIUTERÀ.

NARRATORE: PINOCCHIO E GEPPETTO SALIRONO SUL DORSO DI

UN TONNO E RIUSCIRONO A SALVARSI. UNA
VOLTA A RIVA, RAGGIUNSERO SFINITI LA CASA DI
GEPPETTO E DI COLPO PINOCCHIO DIVENTÒ
FINALMENTE UN VERO BAMBINO, IN CARNE E
OSSA.
LA FATINA, FELICE DI CIÒ CHE FECE, DISSE:

FATA: BRAVO PINOCCHIO, HAI SALVATO IL BUON

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 GEPPETTO, DA ADESSO IN POI SARAI PER SEMPRE
UN BAMBINO VERO.

NARRATORE: LA FATINA NON DIMENTICÒ DI PREMIARE ANCHE

IL GRILLO CON UNA BELLA MEDAGLIA D’ONORE.

FINE

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