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PINOCCHIO

Burattinaio/servo GABRIELE

Mastro Ciliegia LUCA

Mastro Geppetto GIORGIO

Pinocchio RICCARDO

Grillo Parlante SVEVA

Gatto GIORGIA

Volpe LUDOVICO

Mangiafoco DARIO

Lucignolo TADEUS

Fata Turchina SOPHIA

Agnese LINDA

Arlecchino NICOLO’

Pulcinella ROBERTO

SCENA 1

BURATTINAIO: (Muovendo un burattino) Sei così bello. Sei sicuramente la mia miglior
creazione. E sei anche il burattino che i bambini amano di più, sai? Purtroppo non ho un
figlio che possa giocare con te… quando ero piccolo mi raccontavano sempre la storia di un
burattino che si trasforma in un bimbo vero… magari potesse accadere anche a te… come
dici? Vuoi che ti racconti la storia? Ma certo, mio caro… c’era una volta, un re dirai tu…
molte fiabe iniziano così. C’era una volta un pezzo di legno. E un falegname di nome
Mastro Ciliegia.

(Entra Mastro Ciliegia)

MASTRO CILIEGIA: Questo sì che è un bel pezzo di legno! (Mentre inizia a lavorare al
pezzo di legno sente delle voci) Ma chi è? (Succede di nuovo) Ma sono impazzito o questo
pezzo di legno parla? Impossibile… (riprende a lavorare).
(Bussa Mastro Geppetto)

MASTRO GEPPETTO: è permesso?

MASTRO CILIEGIA: Avanti!

MASTRO GEPPETTO: Buongiorno, cosa fai?

MASTRO CILIEGIA: Cerco di dare una forma a questo pezzo di legno, ma non riesco a
cavarne niente.

MASTRO GEPPETTO: è un gran bel pezzo! Sai, questa mattina mi è proprio venuta l’idea
di trovare un pezzo così per costruire un burattino.

MASTRO CILIEGIA: Un burattino?

MASTRO GEPPETTO: Sì, voglio girare il mondo con lui, insegnargli a ballare e a tirare di
scherma. Così da recuperare qualche soldino.

MASTRO CILIEGIA: E bravo Polentina!

MASTRO GEPPETTO: Lo sai che non mi piace essere chiamato così!

MASTRO CILIEGIA: Ma ti si addice proprio!

MASTRO GEPPETTO: E invece no!

MASTRO CILIEGIA: Avanti, si scherza. Dai, per farmi perdonare, ti regalerò questo bel
pezzo di legno!

MASTRO GEPPETTO: Ma davvero? Non ci stavi lavorando?

MASTRO CILIEGIA: Sì, ma voglio donarlo a te. Anche perché lavorandoci ho avuto una
strana sensazione.

MASTRO GEPPETTO: Ecco qua… fai il finto gentile, ma mi stai ingannando.

MASTRO CILIEGIA: Nessun inganno. È davvero un bel pezzo di legno, ma sembra che
non voglia essere toccato da me. Fa versi strani!

MATRO GEPPETTO: Versi? Ma che dici? Smettila di prendermi in giro.

MASTRO CILIEGIA: Oh, accidenti, non farmi perdere tempo. Lo vuoi sì o no?
MASTRO GEPPETTO: Sì, ma se trovo qualcosa di strano te lo riporto immediatamente.
Arrivederci, Mastro Ciliegia!

MASTRO CILIEGIA: Arrivederci, Polentina!

MASTRO GEPPETTO: Non chiamarmi Polentina!

MASTRO CILIEGIA: Arrivederci, Mastro Geppetto!

SCENA 2

BURATTINAIO: Mastro Geppetto tornò a casa con il suo bel pezzo di legno e iniziò a
fabbricare il suo bel burattino, ma non sapeva che stava per accadere qualcosa di magico…

(Mentre Geppetto crea il burattino, entra il Grillo)

MASTRO GEPPETTO: Oh Grillo, ben tornato!

GRILLO: Ciao Geppetto, cosa fai con quel pezzo di legno magico?

MASTRO GEPPETTO: Scusa?

GRILLO: Ho detto: cosa fai con quel pezzo di legno magico?

MASTRO GEPPETTO: Ho sentito! Non sono mica sordo. Ma non è niente di magico. È
solo un pezzo di legno!

GRILLO: Ti sbagli… non è solo un pezzo di legno. È animato. Non senti una voce a ogni
colpo?

MASTRO GEPPETTO: In effetti sì… ma pensavo fosse la mia immaginazione.

GRILLO: Assolutamente no. Quando avrai finito di creare il burattino vedrai… (esce)

MASTRO GEPPETTO: Mah… qui sembrano tutti impazziti. (Parlando al burattino)


Comunque stai venendo proprio bene… ti chiamerò Pinocchio! Mi prenderò cura di te e ti
tratterò come se fossi un bambino vero… oh vorrei tanto che lo fossi!

(Geppetto continua a lavorare. Entrano Fata Turchina e Agnese che osservano la scena)

SCENA 3

AGNESE: Turchina, hai sentito?


FATA TURCHINA: Che cosa?

AGNESE: Ecco… sei sempre distratta! Mastro Geppetto ha espresso un desiderio!

FATA TURCHINA: Ah! Ecco perché siamo arrivate qui… (al pubblico) Oh buonasera! Mi
presento: io sono Turchina, la fata turchina e lei è Agnese, la mia aiutante…

AGNESE: Direi più badante… devo ricordarle tutto!

FATA TURCHINA: Io compaio quando le persone buone avverano un desiderio… a quel


punto lo faccio… come si dice?

AGNESE: Avverare!

FATA TURCHINA: Ecco! Avverare! E poi…

AGNESE: Turchina! È tardi… devi metterti all’opera!

FATA TURCHINA: Ah giusto! (alla fine della scena) Svegliati o legno inanimato, perché la
vita io ti ho donato.

(Mentre Geppetto continua a lavorare, Turchina fa l’incantesimo e il burattino prende vita)

SCENA 4

PINOCCHIO: Ciao! Oh, so parlare! Posso muovermi! Cammino! (Prova a camminare, ma


cade).

GEPPETTO: Oh, per tutti i pezzi di legno scheggiati… tu ti muovi… e parli! Sembri un
bimbo vero…

PINOCCHIO: Sono un bimbo vero?

GEPPETTO: Ehm… più o meno…

PINOCCHIO: Ma cos’è un bimbo vero? È una cosa bella?

GEPPETTO: Certo… una cosa molto bella! Una cosa che mi renderebbe molto felice… che
renderebbe felice il tuo papà!

PINOCCHIO: Sei tu il mio papà?


GEPPETTO: Sì… io ti ho creato, quindi sono il tuo papà… è una cosa molto bella anche
questa.

PINOCCHIO: Bello! Allora sono felice che tu sia il mio papà… e vorrei essere un bimbo
vero, come faccio?

GEPPETTO: Oh, non ne ho idea… non credo sia possibile. Comunque ora si è fatto tardi, è
ora di andare a dormire.

PINOCCHIO: Dormire?

GEPPETTO: Esatto… significa chiudere gli occhi in quel letto, allontanare i pensieri e le
preoccupazioni della giornata e lasciare spazio ai sogni… immagini belle e fantasiose che
viaggiano libere nella nostra mente. Sono tutte cose molto belle.

PINOCCHIO: Va bene, mi piace. Andiamo a dormire!

SCENA 5

(Pinocchio si mette a letto)

PINOCCHIO: Vorrei tanto diventare un bambino vero…

(Entra Agnese)

PINOCCHIO: E tu chi sei?

AGNESE: Io sono Agnese… e lei è… oh ma dov’è finita? Turchina! Turchina!

(Entra Turchina)

FATA TURCHINA: Eccomi… mi ero fermata ad accarezzare un gattino qui fuori… ciao
Pinocchio! Ho sentito che hai espresso il desiderio di diventare un bambino vero…

PINOCCHIO: Sì! Posso diventarlo?

FATA TURCHINA: Certo! Ma non ora… per far… far… come si dice?

AGNESE: Avverare!

FATA TURCHINA: Giusto! Per far avverare il tuo desiderio dovrai dimostrarti bravo,
coraggioso e disinteressato… imparando a distinguere il bene dal male.

PINOCCHIO: E come si fa?


AGNESE: Avrai la tua coscienza a guidarti.

PINOCCHIO: E cos’è la coscienza?

FATA TURCHINA: Lo scoprirai presto… ora riposa, Pinocchio. Da domani inizierà il tuo
viaggio nella vita.

SCENA 6

BURATTINAIO: Così Pinocchio aveva preso vita e sognava di diventare un bambino


vero… ma non immaginava che avere a che fare con la coscienza fosse così faticoso…

GRILLO: Ciao, Pinocchio!

PINOCCHIO: Mi hai spaventato, e tu chi sei?

GRILLO: Sono la tua coscienza!

PINOCCHIO: Ma cos’è questa coscienza di cui parlano tutti?

GRILLO: La coscienza è quella vocina che la gente ascolta raramente. Altrimenti ci


sarebbero meno problemi nel mondo.

PINOCCHIO: Mi hai già annoiato… ora vado a fare una passeggiata!

GRILLO: Assolutamente no! Non puoi uscire senza il permesso di Geppetto.

PINOCCHIO: E chi lo dice? Io faccio quello che voglio…

GRILLO: Pinocchio! Guai a quei ragazzi che si ribellano ai genitori e abbandonano la casa
paterna, prima o poi dovranno pentirsene!

PINOCCHIO: E io invece me ne andrò. Perché altrimenti papà ha detto che domani dovrò
andare a scuola e sembra una cosa molto noiosa.

GRILLO: Ma se non andrai a scuola diventerai un somaro! E non imparerai a fare niente per
il futuro.

PINOCCHIO: Non mi interessa. Io voglio mangiare e divertirmi per tutto il giorno!

GRILLO: Perfetto, in questo modo diventerai un vagabondo e finirai o all’ospedale o in


galera!
PINOCCHIO: Senti, grillo, io capisco la metà delle cose che dici, ma di certo sembri un
grillaccio del malaugurio!

GRILLO: Mi spiace molto, Pinocchio… e mi fai compassione. Perché sei un burattino e


quel che è peggio è che hai la testa di legno!

PINOCCHIO: Ora vattene via, mi hai stufato!

SCENA 7

GEPPETTO: Buongiorno, Pinocchio, come hai dormito?

PINOCCHIO: Bene, ma un grillaccio mi ha fatto venire il mal di testa.

GEPPETTO: Ecco a te una bella mela per farti stare meglio.

(Pinocchio mangia la mela)

GEPPETTO: Ho anche un altro dono per te… questo è un Abbecedario. Così sarai pronto
per andare a scuola.

PINOCCHIO: Bello… ma io non voglio andare a scuola.

GEPPETTO: Ma devi andarci, Pinocchio… tutti i bambini vanno a scuola.

PINOCCHIO: Babbo, ma dov’è finita la giacca che avevi ieri?

GEPPETTO: Oh, l’ho venduta… mi faceva caldo…

PINOCCHIO: Ah… va bene, babbo. Oggi andrò a scuola. Se mi piacerà ci andrò anche
domani… (esce)

BURATTINAIO: Pinocchio non sapeva che Mastro Geppetto aveva venduto la giacca per
comprargli l’abbecedario… non è vero che faceva caldo… è vero, Geppetto?

GEPPETTO: Eh già, mio caro narratore.

BURATTINAIO: Sei proprio un brav’uomo… un gran bel personaggio!


SCENA 8

(Pinocchio cammina per andare a scuola e incontra Lucignolo)

LUCIGNOLO: Ciao! Tu sei il burattino di cui parlano tutti?

PINOCCHIO: Sì, tu chi sei?

LUCIGNOLO: Io sono Lucignolo. Sono un tuo compagno di scuola, ma oggi non ci vado.

PINOCCHIO: Ah, e perché?

LUCIGNOLO: Perché la scuola è noiosa e c’è un posto molto più bello… vuoi venire con
me?

PINOCCHIO: No, il mio babbo ha detto che devo andare. Domani si vedrà.

LUCIGNOLO: Come vuoi. Io vado a divertirmi…

(Lucignolo esce. Pinocchio continua a camminare. Entrano il Gatto e la Volpe)

GATTO: Ciao, Pinocchio…

VOLPE: Ciao, Pinocchio…

PINOCCHIO: Ma come conoscete il mio nome?

GATTO: Conosciamo il tuo babbo…

VOLPE: Siamo dei suoi cari amici di vecchia data… noi siamo…

GATTO: Gatto…

VOLPE: E volpe…

GATTO E VOLPE: Al tuo servizio…

PINOCCHIO: In che senso?

GATTO: Siamo qui per renderti il burattino più famoso di sempre…

VOLPE: Per renderti ricco!

PINOCCHIO: Ricco? Sembra bello!


GATTO: Bellissimo! Ricco significa pieno di soldi.

VOLPE: E pieno di soldi significa che puoi fare tutto quello che vuoi…

GATTO: Avanti, vieni con noi…

PINOCCHIO: Ma io non posso… devo andare a scuola!

VOLPE: Oh, la scuola… che posto noioso!

GATTO: Che posto inutile…

VOLPE: Guarda me… a furia di andare a scuola ho perso una gamba.

GATTO: Guarda me… a furia di andare a scuola ho perso la vista.

VOLPE: Non ti servirà a niente imparare quelle cose…

GATTO: Con noi imparerai molto di più!

GATTO E VOLPE: Vieni con noi!

PINOCCHIO: Ma dove?

GATTO E VOLPE: Al Gran Teatro dei burattini!

PINOCCHIO: Mmh… non so che fare… mmmh… e va bene. A scuola ci andrò domani!

SCENA 9

GRILLO: Pinocchio cosa fai?

PINOCCHIO: Vado al Gran Teatro dei burattini.

GRILLO: Assolutamente no! Devi andare a scuola!

PINOCCHIO: No! La scuola mi porterà solo guai. Vai via! (Pinocchio scende in platea)

GRILLO: Oh! Accidenti!

MANGIAFOCO: Signore e signori, benvenuti al Gran Teatro dei burattini!

(Parte la musica ed entrano Arlecchino e Pulcinella facendo le acrobazie. Pinocchio guarda


lo spettacolo dalla platea)
ARLECCHINO: Ma quello è un burattino!

PULCINELLA: Un burattino come noi… ma come è possibile?

ARLECCHINO: Vieni qua! Sali sul palco!

PULCINELLA: Chi sei?

PINOCCHIO: Pinocchio!

ARLECCHINO: Dove hai nascosto i fili?

PINOCCHIO: Quali fili?

PULCINELLA: Ma non è possibile che non abbia i fili!

ARLECCHINO: Forse è caricato a molla… o con le pile!

PULCINELLA: Sembra vivo!

PINOCCHIO: Ma anche voi siete di legno?

PULCINELLA: Sì, ma noi siamo guidati dai fili…

PINOCCHIO: E non potete toglierli?

ARLECCHINO: Non penso… però sarebbe bellissimo. Saremmo liberi!

PULCINELLA: Proviamo… liberi senza fili!

(Tagliano i fili e i burattini cadono a terra)

MANGIAFOCO: Cos’è questo trambusto? Cosa state combinando? E tu chi sei?

PINOCCHIO: Io sono Pinocchio…

MANGIAFOCO: Come ti permetti di venire qui a tagliare i fili dei miei burattini? Sei
venuto a cercar guai? Così nel fuoco te ne vai…

ARLECCHINO E PULCINELLA: No, il fuoco no!

PINOCCHIO: Cos’è il fuoco?

MANGIAFOCO: Ah ah ah… un burattino che non sa cosa sia il fuoco. Lo vuoi scoprire?
ARLECCHINO: No, Pinocchio, il fuoco è pericoloso per noi che siamo di legno!

PULCINELLA: Ci bruceremmo e diventeremmo cenere! Cioè di noi non rimarrebbe più


nulla.

MANFIAFOCO: Silenzio! Decido io cosa fare… quindi tu sei un burattino senza fili eh…
saresti una bella risorsa per il mio spettacolo!

SERVO: Signore… per caso è arrivato qui un burattino senza fili? Ah, eccolo…

MANGIAFOCO: Che ne sai tu?

SERVO: In paese ne parlano tutti… è di Mastro Geppetto. Stava andando a scuola, ma è


finito qui e ora sono tutti preoccupati.

MANGIAFOCO: Accidenti! Il caro Geppetto ha creato questo capolavoro… perché non sei
andato a scuola?

PINOCCHIO: Io… non lo so (inizia a piangere) il gatto e la volpe mi hanno …

MANGIAFOCO: Ecco! Smetti di piangere… non devi fidarti di quei due furfanti! Ora
prendi queste 5 monete d’oro e portale al tuo babbo.

SERVO: Vieni con me, ti accompagno per un pezzo di strada.

ARLECCHINO e PULCINELLA: Ciao, Pinocchio!

SCENA 10

SERVO: Pinocchio, non devi fidarti degli sconosciuti e devi ascoltare i consigli del tuo
babbo! La scuola è importante e devi imparare che esistono persone cattive o imbroglioni
come il gatto e la volpe che vogliono solo approfittare di te…

PINOCCHIO: Va bene, grazie. Non disobbedirò più. Ho avuto tanta paura.

SERVO: Ci credo! Mangiafoco fa paura a volte, ma in fondo ha un animo gentile. Ora,


coraggio. Quella è la strada per casa tua. Non fare più deviazioni e non perdere le monete.
Ciao Pinocchio! (Esce)

(Pinocchio cammina ed entrano il Gatto e la Volpe)

GATTO: Ciao Pinocchio! Già di ritorno?


VOLPE: Non ti sei divertito da Mangiafoco?

PINOCCHIO: No, ho avuto molta paura.

GATTO: Però sei diventato ricco…

PINOCCHIO: Con 5 monete d’oro sono ricco?

VOLPE: Ancora no… ma lo sarai…

PINOCCHIO: Non mi interessa. Devo andare a casa.

GATTO: Ma è un peccato… con 5 monete d’oro puoi diventare molto ricco.

PINOCCHIO: Le monete sono per il mio babbo!

VOLPE: Ma al tuo babbo puoi portarne molte di più… lo renderesti felice.

PINOCCHIO: Ah sì… beh, come?

GATTO: Bisogna farle germinare!

PINOCCHIO: Germinare?

VOLPE: Porta le monete nel Campo dei miracoli… quel prato in cima alla collina laggiù.

GATTO: Le sotterri… le annaffi….

VOLPE: Aspetti una notte… le annaffi di nuovo…

GATTO: E quando vai a riprenderle non troverai solo 5 monete d’oro, ma 500.

PINOCCHIO: 500?

VOLPE: Anche mille, se ripeti l’operazione più volte…

PINOCCHIO: Mmh… va bene. Renderò felice il mio babbo.

SCENA 11

(Pinocchio sotterra le monete, annaffia e si addormenta nel campo dei miracoli. Il gatto e la
volpe entrano e rubano i soldi. Quando Pinocchio si sveglia e scopre di essere stato
derubato, inizia a piangere)
TURCHINA: Pinocchio, calmati…

PINOCCHIO: Turchina!

TURCHINA: Che cosa hai combinato? Ti ricordo che per diventare un bambino vero, devi
comportarti da bravo burattino…

PINOCCHIO: Oh, lo sto facendo!

TURCHINA: Non devi dire le bugie. Perché le bugie hanno il naso lungo. Come mai sei
qui?

PINOCCHIO: Non dico le bugie… sono qui perché è stata una lunga giornata di studio a
scuola e volevo riposarmi prima di tornare a casa dal mio babbo. Gli porterò anche una
sorpresa.

TURCHINA: Male, Pinocchio… queste sono tutte bugie.

PINOCCHIO: No, non è vero… (Gli cresce il naso) Ma che succede?

TURCHINA: L’ho detto che le bugie hanno il naso lungo. Più dirai bugie e più si
allungherà…

AGNESE: Avanti Pinocchio, ora è il momento di raccontare tutta la verità… solo così il tuo
naso tornerà normale.

PINOCCHIO: Va bene, racconterò tutto. E farò il bravo.

AGNESE: Avanti, andiamo. È ora di vedere se hai imparato la lezione. Così potrai tornare a
casa a riabbracciare Gepetto.

(Pinocchio e Agnese escono)

GRILLO: Ma dove si è cacciato Pinocchio? Geppetto è preoccupatissimo… è uscito a


cercarlo, ma non ha idea di dove sia.

TURCHINA: Oh grillo, che bello rivederti.

GRILLO: Turchina… potresti rispondere!?

TURCHINA: A cosa?

GRILLO: Oh mamma. È proprio svampita. Ti ho chiesto dov’è Pinocchio! Geppetto lo sta


cercando.
TURCHINA: Oh, è stato qui poco fa. Ha raccontato ciò che gli è successo ad Agnese e ora
sta tornando a casa.

GRILLO: Oh bene. Speriamo non combini altri guai. Vado a cercarlo anch’io. Grazie
Turchina!

TURCHINA: Ciao, Grillo… a presto!

SCENA 12

(Pinocchio cammina e incontra Lucignolo)

LUCIGNOLO: Ciao Pinocchio, dove vai a quest’ora?

PINOCCHIO: Torno a casa.

LUCIGNOLO: Ma è presto… non vuoi venire con me al Paese dei Balocchi?

PINOCCHIO: Cos’è il paese dei balocchi?

LUCIGNOLO: Il posto più bello del mondo!

PINOCCHIO: Non posso. Devo tornare a casa e comportarmi bene per diventare un
bambino vero come te.

LUCIGNOLO: E va bene… fai come vuoi. Ti perderai un posto dove non ci sono scuole…
dove non ci sono maestri… non ci sono libri. Le vacanze cominciano a gennaio e finiscono
a dicembre. Ci si diverte tutto il giorno, la sera si va a letto… e così per sempre. Ma se non
vuoi venire ci vado da solo…

PINOCCHIO: Ci si diverte tutto il giorno? Davvero?

LUCIGNOLO: Sì… beh io vado. Se no perdo il pullman…

PINOCCHIO: Aspetta… ma se vengo non finisco nei guai, vero?

LUCIGNOLO: Ma quali guai!? Allora, vuoi venire?

PINOCCHIO: Sì!

LUCIGNOLO: Allora muoviamoci!

(Corrono e Pinocchio incontra il Grillo)


GRILLO: Dove corri, Pinocchio?

PINOCCHIO: Oh no, di nuovo tu! Vado al paese dei balocchi!

GRILLO: No, Pinocchio! Assolutamente no! Non puoi andare al paese dei balocchi! Lì
diventerai un somaro! E poi il tuo babbo ti sta cercando. Devi andare subito a casa!

PINOCCHIO: No! Io ci vado… levati di mezzo!

SCENA 13

BURATTINAIO: E così Pinocchio finì nel paese dei balocchi dove i bambini giocavano e
poltrivano tutto il giorno. Passarono i giorni e poi i mesi… ed ecco che al burattino
spuntarono due belle orecchie d’asino. Ancora qualche giorno e si trasformò completamente
in un asino. Finì in un circo dove imparò a saltare nel cerchio e a ballare. Quando non servì
più, venne lanciato in mare. Al contatto con l’acqua si trasformò di nuovo in un burattino,
ma venne ingoiato da un terribile pescecane.

ARLECCHINO e PULCINELLA: Pinocchio!

PINOCCHIO: Arlecchino, Pulcinella! Che bello rivedervi! Ma dove siamo?

ARLECCHINO: Siamo nella pancia del pescecane…

PULCINELLA: Ha inghiottito anche te… mi dispiace!

PINOCCHIO: (inizia a piangere) oh no… non rivedrò mai più il mio babbo! E neanche il
grillo! Mi dispiace averlo trattato così male… e la fata turchina! Lei è come la mia
mamma… mi mancano tanto!

ARLECCHINO: Pinocchio, non perderti d’animo…

PULCINELLA: Il tuo babbo è Geppetto, vero?

PINOCCHIO: Sì.

PULCINELLA : Allora rimarrai sorpreso!

ARLECCHINO: Geppetto!!

(Entra Geppetto)

ARLECCHINO: Guarda chi c’è!


GEPPETTO: Pinocchio!

PINOCCHIO: Babbo!

PULCINELLA: Anche lui è stato inghiottito dal pescecane! È incredibile che vi siate
ritrovati qui!

ARLECCHINO: Ti ha aspettato tanto!

GEPPETTO: Sono così felice di rivederti. Mi hai fatto preoccupare tanto…

PINOCCHIO: Mi dispiace tanto, babbo. Prometto che non scapperò mai più e sarò un bravo
bambino!

BURATTINAIO: Pinocchio raccontò a Geppetto tutto quello che gli era accaduto. Aveva
finalmente imparato la lezione ed era pronto a diventare un bravo bambino. Dopo qualche
giorno riuscirono ad arrampicarsi nella gola del mostro marino e scavalcando i denti
uscirono tutti sani e salvi. Mentre nuotavano per arrivare a riva, Geppetto iniziò a tremare
dal freddo sentendosi poco bene… allora Pinocchio lo afferrò sulle spalle e nuotò il più
veloce possibile per portarlo in salvo. Aveva dimostrato di essere coraggioso, disinteressato
e un figlio amorevole.

SCENA 14

MANGIAFOCO: Arlecchino, Pulcinella! Che bello rivedervi! Sono felice di riavere i miei
burattini preferiti. Ora possiamo riaprire il teatro dei burattini! Pinocchio e Geppetto, grazie
per averli riportati da me.

GEPPETTO: è stato merito di Pinocchio. Ha trovato lui il modo per uscire dal pescecane.

MANGIAFOCO: Grazie Pinocchio.

GEPPETTO: E mi ha anche aiutato a nuotare quando non ce la facevo più.

GRILLO: Bravo Pinocchio, sono fiero di te.

PINOCCHIO: Grazie. Da ora in poi sarà sempre così. Mi prenderò cura del mio babbo e
sarò un bravo burattino.

TURCHINA: Non penso proprio…

PINOCCHIO: Lo prometto!
TURCHINA: No, intendevo dire che da ora in poi non sarai più un bravo burattino… ma un
bravo bambino. Un bambino vero!

(Tutti festeggiano)

SCENA 15

BURATTINAIO: E così Pinocchio imparò a comportarsi bene e soprattutto ad amare… è


questo il segreto della vita. Basta andare dove ci porta il cuore per trasformare i sogni in
cose vere. E i desideri di Pinocchio e Geppetto avevano finalmente preso forma. Ti è
piaciuta la storia, mio caro? Già… tu non puoi rispondermi. Nella vita reale i burattini non
diventano bambini veri… andiamo a prepararci per lo spettacolo…

(Entra Giorgia/moglie del burattinaio)

MOGLIE: Ciao… scusa se ti disturbo prima dello spettacolo.

BURATTINAIO: Tesoro, figurati… che succede?

MOGLIE: Devo dirti una cosa importante! E non potevo aspettare!

BURATTINAIO: Dimmi!

MOGLIE: Aspettiamo un bambino!

BURATTINAIO: Non posso crederci! Ma è incredibile!

MOGLIE: Dopo tutto questo tempo! Saremo genitori!

BURATTINAIO: Allora i sogni diventano realtà anche nella vita vera!

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