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CORRADO ORRICO

La carriera da calciatore di Corrado Orrico non è stata di quelle memorabili.

Inizia nello Spezia in Interregionale ma un grave infortunio lo fa stare fermo


molti mesi, precludendogli la possibilità di godersi la promozione in C.

Prosegue alla Sarzanese, per dieci anni dal 1959, divenendone capitano e
allenatore.

La squadra rossonera arriva fino alla serie D e poi sfiora la promozione in terza
serie, quando nel ’69 perde lo spareggio con la Lucchese.

Alla fine di quella stagione (terminata la carriera di calciatore) passa alla


Carrarese, dove inventa la famosa gabbia: si tratta di una struttura chiusa
dove la palla non esce mai, ideata per affinare la tecnica, la resistenza e la
velocità.

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Orrico racconterà che era stato ispirato dai campi sulla spiaggia che venivano
recintati per evitare che il pallone finisse in mare.

La terza squadra allenata è la Massese.

Poi è la volta dei lucchesi del Camaiore, guidati per tre stagioni, con la
chiusura negativa della retrocessione in Promozione.

Nell’estate 1975 arriva la seconda esperienza alla Carrarese: secondo posto al


primo anno, metà classifica al secondo e poi la promozione in serie C2.

Nella prima annata tra i professionisti i toscani raggiungono i 41 punti (e il


secondo posto) insieme ad altre quattro squadre.

Si disputa così uno spareggio che vede prevalere il Montevarchi.

Ad Orrico arriva la chiamata dell’Udinese, neopromossa in serie A, un salto


incredibile verso il calcio che conta.

Ci sono tutti i presupposti per fare bene in Friuli ma qualcosa s’inceppa e il 6


marzo 1980, dopo tre sconfitte consecutive, il mister si dimette.

Il presidente Sanson e i giocatori tentano di fargli cambiare idea, ma i primi


tentativi cadono nel vuoto.

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Poi a sorpresa Orrico accetta di incontrare presidente e direttore sportivo, che


riescono a farlo tornare sui suoi passi, promettendogli un rinnovo contrattuale
come segno di stima.

La tranquillità dura solo un mese.

Il 6 marzo, dopo la sconfitta interna con l’Avellino, si dimette nuovamente,


questa volta senza trovare nessuno a chiedergli di rimanere.

Il primo treno importante della carriera è passato.

In estate viene accostato al Perugia, ma poi si accorda con il Vicenza, squadra


di B.

Quando si rende conto, però, che la situazione finanziaria dei veneti è diversa
da quella prospettagli decide di fare un passo indietro.

Siamo al 10 agosto 1980 e fino a quel momento il presidente Farina ha


soprattutto venduto per cercare di risanare i circa cinque miliardi di debiti.

Il mister incontra Farina nell’albergo che ospita il ritiro e gli annuncia che non
sarà lui l’allenatore del Vicenza.

Non proprio dimissioni, visto che ancora non era stato formalizzato il
contratto.

Passano pochi giorni ed ecco la terza esperienza alla Carrarese, che ritrova in
C2.

Terzo posto al primo anno e poi promozione in C1 con cinque punti di


vantaggio sulla seconda.

La terza serie non spaventa i toscani che lottano per uno storico passaggio tra i
cadetti, occupando il posto più basso del podio.

3 di 9 09/03/2023, 19:14
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Rimanendo nella stessa categoria si sposta al Brescia, squadra con ambizioni


di promozione.

Ambizioni che si tramutano in realtà fino alla fine del girone d’andata, con i
lombardi in alto in classifica.

Poi qualcosa inizia a non girare e la crisi si inasprisce l’otto aprile 1984 con le
dimissioni dopo il pareggio interno contro la Carrarese.

Destino…

La Carrarese, che lo ingaggia per la quarta volta nel dicembre ’84 per cercare
di risollevare le sorti della compagine toscana.

Ottiene la salvezza e viene riconfermato.

Una stagione tranquilla e poi passa al Prato, ancora in C1.

Nell’ottobre 1987 arriva di nuovo la Carrarese, per la quinta volta, chiamato a


sostituire Lido Vieri: primo posto nel girone (per la classifica avulsa, visto
l’arrivo a pari punti con altre due squadre) che vuol dire ritorno in C1.

Ma ancora una volta lo sguardo di Corrado si volge altrove, questa volta verso
la Lucchese.

Una prima stagione interlocutoria e poi un’annata splendida fatta di un


secondo posto (e promozione in B dopo 27 anni dall’ultima volta) e vittoria
della Coppa Italia di C.

Tra i cadetti la Lucchese è in piena lotta promozione fino a sei giornate dalla
fine, ma poi tre sconfitte minano ogni velleità.

L’ottima stagione, in termini di risultati e di gioco, ingolosisce diverse squadre.

Prima fra tutte l’Inter del presidente Pellegrini, che deve far fronte all’addio
annunciato da Trapattoni, promessosi al grande amore juventino.

4 di 9 09/03/2023, 19:14
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Tra i due c’è un braccio di ferro, perché l’allenatore dello scudetto ha un altro
di contratto e per liberarlo Pellegrini pretende di ottenere qualcosa dalla
Juventus.

Alla fine, la situazione si sblocca e può essere ufficializzato il contratto di


Orrico, con ingaggio da ottocento milioni.

C’è tanta curiosità per il mister toscano e tanta voglia di vedere se anche a
Milano riuscirà a mostrare il bel gioco degli anni precedenti.

Di certo iniziare la stagione con l’eliminazione dalla Coppa UEFA per mano del
Boavista destabilizza l’ambiente e la sicurezza dello stesso Orrico, che gode
comunque della fiducia della società.

Tra alti e bassi si arriva al 19 gennaio e alla partita in trasferta contro


l’Atalanta, persa uno a zero.

Orrico decide di dimettersi, lasciando sul piatto quasi quattrocento milioni.

Trapeleranno notizie di contrasti con alcuni calciatori, fra i quali la stella


tedesca Lothar Matthaeus.

Il secondo grande treno è passato.

In estate riparte dalla Lucchese, sostituendo Marcello Lippi, passato


all’Atalanta.

Curiosità: Lippi era stato l’allenatore che la Carrarese aveva ingaggiato dopo
che Orrico era passato alla Lucchese.

La seconda esperienza a Lucca è da incubo: i toscani vengono eliminati al


primo turno di Coppa Italia e collezionano una serie di risultati negativi.

Ad inizio novembre sparisce per qualche giorno, disertando gli allenamenti.

Poi torna e riprende quanto gli è dovuto.

5 di 9 09/03/2023, 19:14
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Il 24 gennaio 1994, però, si fa da parte definitivamente dopo una dura


contestazione dei tifosi.

Per diverso tempo fa l’opinionista nei programmi di calcio di Mediaset ma il


richiamo del campo è troppo forte e appena gli è possibile torna nell’arena.

Nella stagione 1994/95, per la sesta volta in carriera, dice sì alla Carrarese,
inizialmente come direttore tecnico e poi in sostituzione di Rino Lavezzini.

Il 18 settembre 1995 viene chiamato all’Avellino, in B, per sostituire Zibì


Boniek.

Non riesce a migliorare la situazione e allora ancora una volta si dimette.

I giocatori si stringono intorno al loro mister e lo convincono a ripensarci.

Poi però, il 20 gennaio 1996, basta un pareggio interno con il Chievo a far
arrabbiare pubblicamente il presidente Sibilia.

Orrico si fa di nuovo da parte, questa volta in maniera irrevocabile.

Viene chiamato dal Siena (serie C1) ma inizialmente i giocatori non sono
contenti della scelta della società.

Basta una chiacchierata con i calciatori e la situazione torna tranquilla, almeno


all’apparenza.

Ancora gennaio gli è fatale: il giorno 6 finisce l’avventura senese.

Ad ottobre una nuova possibilità, questa volta all’Alessandria: stagione


pessima che si conclude con la retrocessione in C2 ai play out.

Un anno e mezzo dopo torna ad allenare in serie A, anche se in condizioni


diverse dalle precedenti.

6 di 9 09/03/2023, 19:14
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Nel febbraio 1999 viene chiamato al capezzale dell’Empoli, che ha appena


esonerato Sandreani per mancanza di risultati.

I toscani si trovano all’ultimo posto, a cinque punti dalla quota salvezza.

L’impresa è di quelle impossibili ed infatti l’Empoli retrocede.

Dalla settima giornata del campionato 1999/2000 torna alla Lucchese, dove
conquista nel campionato di C1 un ottimo sesto posto che gli vale la conferma.

Nella stagione successiva, però, la situazione è negativa e viene sostituito da


Maurizio Viscidi nella prima parte del campionato.

Deve attendere oltre due anni per una chiamata, dal Treviso, che lo ingaggia
nelle ultime nove partite al posto di …Maurizio Viscidi.

Quarto posto finale ma niente riconferma.

Arriva per la seconda volta in carriera la Massese, di nuovo in corsa, in serie D.

Solo tre partite e poi lascia.

Oramai il calcio sembra essersi dimenticato di lui.

Ma non la Carrarese, che gli affida per l’ennesima volta la squadra (e sono
sette) nella stagione 2006/07, dopo tre anni di lontananza dai campi.

Ancora una volta a gennaio si fa di parte, visti i pessimi risultati conseguiti.

Un buon campionato al Prato (2008/2009) che arriva fino ai play off, persi in
finale contro il Giulianova.

Le ultime partite della stagione sono segnate dal dolore: il 30 maggio, infatti,
Corrado trova il figlio di 40 anni impiccato nella casetta degli attrezzi.

7 di 9 09/03/2023, 19:14
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Un gesto estremo non motivato, ma riconducibile allo stato di prostrazione


fisica e psicologica dell’uomo, invalido civile e separato da qualche tempo.

Passano altri quattro anni di assenza.

Solo nell’aprile 2013 lo chiama il Gavorrano (serie D), dove conclude la sua
lunga carriera con due vittorie, quattro sconfitte e una retrocessione.

Recentemente ha raccontato di vivere con una pensione non elevatissima e


grazie alle partecipazioni televisive in programmi di calcio.

Rimpiange di essersi fatto guidare dal proprio orgoglio e di essersi dimesso


troppe volte, lasciando soldi ai presidenti.

Ma d’altronde se un personaggio come Orrico ancora oggi è ben voluto è anche


per il suo modo di essere, lineare e senza filtri.

8 di 9 09/03/2023, 19:14
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