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La Repubblica 28 ottobre 2007

I dividendi Intesa per il non profit


Lad Passera lancia Banca Prossima: credito alle imprese sociali ROMA - Si chiama Banca Prossima il nuovo istituto per il non profit che IntesaSanpaolo presenter domani. E' una banca per le imprese sociali. Si avvarr dei 6 mila sportelli gi esistenti nel gruppo, avr 120 milioni di patrimonio ed dedicata al cosiddetto terzo settore. In pratica, finanzier solo iniziative come l' assistenza agli anziani, gli asili nido, l' integrazione degli immigrati, la cura dei portatori di handicap. E lo far rinunciando ai dividendi e reinvestendo i profitti nel sociale, appunto. E' una sfida, un' occasione per ripensare il proprio ruolo e per innovare, spiega Corrado Passera, consigliere delegato di Intesa-Sanpaolo e ideatore del progetto (amministratore delegato sar invece Marco Morganti). Cosa significa per lei il concetto di rinuncia? A livello personale lo vedo come un dono. Il mondo va avanti anche perch c' gente che dona gratuitamente, senza badare al ritorno dei propri sforzi, delle proprie energie, dei propri soldi. Il darsi agli altri una dimensione umana, in cui l' economia solo un elemento. Il dono uno dei collanti della societ. Banca Prossima per non dona. Destina: questa la parola giusta. Ovvero destina parte del suo reddito a iniziative particolari, con forte valenza sociale. E lo fa perch anche questo fa parte della sua missione. La Banca una impresa speciale che sente la responsabilit di far crescere intorno a se stessa una economia sostenibile. Il sociale comunque un business da 45 miliardi di euro. Cosa prevale in lei, la viglia di guadagnare o quella di aiutare gli altri? Le due cose coincidono. Banca Prossima va ad operare dove il pubblico non ha abbastanza risorse e il privato, se giudicato solo con criteri di economicit, non avrebbe chance di riuscire. Noi, da anni, disponiamo di un "laboratorio" con persone capaci di valutare iniziative economiche del genere. E grazie a questo supporto tecnico abbiamo gi finanziato per esempio la creazione di 250 asili nido in due anni, che risolvono i problemi di 6 mila famiglie. In generale, sono quasi 50 mila le organizzazioni non profit che serviamo con finanziamenti per oltre 800 milioni di euro. Ma non una moda? Non che le grandi banche si occupano di finanza etica solo perch politically correct? Magari qualcuno lo far anche per marketing, diciamo cos. Ma sicuro non il nostro caso. Le nostre banche e le Fondazioni azioniste lo fanno da secoli. Investiamo nel terzo settore perch ci crediamo. Banca Prossima non fa beneficenza, bens finanzia imprese sociali e quindi

iniziative ad hoc che altrimenti non riceverebbero risorse dal sistema bancario. Nelle organizzazioni sociali prevale la presenza femminile. Ormai pi del 60%. Ha pesato questo elemento? Diciamo che un altro grande aspetto positivo, una ragione in pi. L' iniziativa degli asili nido, per esempio, un contributo concreto per facilitare l' accesso al lavoro di donne con figli. Allo stesso modo, in questo tipo di lavoro i giovani rappresentano pi del 65% degli occupati. Come valuta il fenomeno? Non mi sorprende. Se alla base di tutto c' il concetto del dono, chi pi dei giovani ha il coraggio di donare senza chiedersi perch? Avviene in tutto il mondo, del resto. Le imprese sociali suppliscono alla carenza dello Stato in numerosi settori. A lei, tra i tanti, quale interessa di pi? Il welfare dei prossimi anni, che deve fare i conti con l' invecchiamento. Ma c' un progetto difficilissimo a cui teniamo molto. Si chiama "dopo di noi" ed destinato ai portatori di handicap rimasti orfani: faremo per loro delle case-famiglia, con le associazioni specializzate. L' obiettivo dargli certezza di assistenza anche dopo la morte dei genitori. Poi ci sono gli immigrati da inserire e pi in generale, la povert. In concreto, un imprenditore che cerca finanziamenti per una iniziativa sociale, a che tasso pu ricevere un prestito? Se va in una banca normale, nel 90 per cento dei casi il denaro non glielo danno proprio perch non offre garanzie sufficienti e perch non c' chi sa valutarlo. Da noi se ha una buona idea, lo riceve e alle migliori condizioni di mercato. E se poi l' iniziativa si rivelasse un flop? Gi oggi per esempio, per gli asili nido, abbiamo un fondo di garanzia contro le eventuali insolvenze da 1 milione di euro. Ma sa una cosa? Finora non l' abbiamo mai attivato. A proposito di solidariet: il 5 per mille va aumentato o fa bene il governo a mettere un tetto? Io lo confermerei. E senza tetto. ELENA POLIDORI

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