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iniziative ad hoc che altrimenti non riceverebbero risorse dal sistema bancario. Nelle organizzazioni sociali prevale la presenza femminile. Ormai pi del 60%. Ha pesato questo elemento? Diciamo che un altro grande aspetto positivo, una ragione in pi. L' iniziativa degli asili nido, per esempio, un contributo concreto per facilitare l' accesso al lavoro di donne con figli. Allo stesso modo, in questo tipo di lavoro i giovani rappresentano pi del 65% degli occupati. Come valuta il fenomeno? Non mi sorprende. Se alla base di tutto c' il concetto del dono, chi pi dei giovani ha il coraggio di donare senza chiedersi perch? Avviene in tutto il mondo, del resto. Le imprese sociali suppliscono alla carenza dello Stato in numerosi settori. A lei, tra i tanti, quale interessa di pi? Il welfare dei prossimi anni, che deve fare i conti con l' invecchiamento. Ma c' un progetto difficilissimo a cui teniamo molto. Si chiama "dopo di noi" ed destinato ai portatori di handicap rimasti orfani: faremo per loro delle case-famiglia, con le associazioni specializzate. L' obiettivo dargli certezza di assistenza anche dopo la morte dei genitori. Poi ci sono gli immigrati da inserire e pi in generale, la povert. In concreto, un imprenditore che cerca finanziamenti per una iniziativa sociale, a che tasso pu ricevere un prestito? Se va in una banca normale, nel 90 per cento dei casi il denaro non glielo danno proprio perch non offre garanzie sufficienti e perch non c' chi sa valutarlo. Da noi se ha una buona idea, lo riceve e alle migliori condizioni di mercato. E se poi l' iniziativa si rivelasse un flop? Gi oggi per esempio, per gli asili nido, abbiamo un fondo di garanzia contro le eventuali insolvenze da 1 milione di euro. Ma sa una cosa? Finora non l' abbiamo mai attivato. A proposito di solidariet: il 5 per mille va aumentato o fa bene il governo a mettere un tetto? Io lo confermerei. E senza tetto. ELENA POLIDORI