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CORRADO PASSERA | 24 Luglio 2015

Un fronte ampio per battere


Renzi e il Pd

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Ecco perch va
rivisto il patto con
Renzi

Lintervista a Corrado Passera. Ha fondato un partito, Italia Unica, e si candidato per


diventare sindaco di Milano. E' lui l'uomo che unir il Centrodestra? Ho grandi idee,
ma serve un consenso trasversale. Renzi? Nasconde i problemi

di ROBERTO BETTINELLI

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enzi nasconde sotto il tappeto i dieci milioni di persone senza lavoro, il fatto
che la ripresa per ora esiste solo nelle sue slide, la nostra irrilevanza in Europa.
Limmagine dellItalia che trasmette il premier quella di un Paese che non
affronta i problemi e che ha paura di cambiare veramente. Il contrario di ci di cui abbiamo
bisogno. Corrado Passera, presidente di Italia unica, gi amministratore delegato di Poste
Italiane e di Intesa-San Paolo, non teme i giudizi netti e decisi. Un comportamento
che lecito attendersi da chi pu rivendicare un ruolo da protagonista nella vita economica
italiana e che ora sceglie di lottare per diventare sindaco della sua citt: Milano.
Perch ha deciso di candidarsi?
Milano la testa di ponte della rinascita del Paese. E qui che possiamo dimostrare che
lItalia pu farcela. E un laboratorio politico e sociale formidabile. Credo di aver
accumulato in una vita di lavoro le esperienze e le competenze per poter essere utile ai
milanesi e vincere questa sfida.

scoperto su Lupi
di ROSSANO SALINI

5. Le lezione del Vescovo alla sindaca


renziana

di ROBERTO BETTINELLI

Quali sono le priorit del suo programma?


Sto incontrando i miei concittadini per assicurarmi di interpretare i loro problemi e i loro
desideri. La questione numero uno certamente il lavoro. Ma Milano ha le condizioni di
base per una strategia di sviluppo di successo: industria innovativa, ricerca, turismo,
universit di altissimo livello per non parlare dell'agricoltura e della sanit. Chi vuole
amministrare Milano deve saper mettere insieme tutte queste componenti puntando a
coniugare competitivit e solidariet in un programma di crescita a lungo termine.
La sfida di Italia Unica. Perch fondare un nuovo partito?
Per amministrare e far crescere un Paese democratico bisogna avere consenso popolare. A
questo servono i partiti. Oggi nessuno degli attuali partiti ha la forza e la credibilit per
restituire fiducia alla politica e portare l'Italia nel nuovo secolo. C' un grande mondo
popolare, liberale, riformista che aspetta una nuova, grande casa comune e che oggi non
trova rappresentanza politica. silenziato, come lo definisco io. Italia Unica vuole essere il
mezzo per farlo tornare ad essere protagonista.
Che cosa ne pensa della leadership di Matteo Renzi?
Matteo Renzi beneficia di unopposizione sostanzialmente assente. Quella che c', si
colloca su posizioni estreme. Non esiste, in pratica, una credibile alternativa di governo.
Molta gente ha votato il Pd tappandosi il naso per non essere costretta a scegliere Grillo. E
far lo stesso se l'alternativa sar Salvini. Ma la delusione per quel tipo di scelta andata
crescendo. sempre pi evidente la smodata voglia di potere del nostro presidente del
Consiglio come pure la continuit fallimentare della sua politica economica: crescono spesa
pubblica corrente, tasse e debito pubblico, calano gli investimenti e non si costruisce
futuro. C spazio per una nuova forza politica che non teme il confronto con la realt e che
ha lambizione di guidare la nazione.
Che cosa dovrebbe fare Renzi secondo lei?
Mettersi a lavorare sul serio per rimettere in moto l'Italia, piantarla di fare propaganda e
parlare chiaro agli italiani che non hanno bisogno della balia che tolga loro consapevolezza
davanti alle difficolt. Renzi ha lobbligo di dire la verit e individuare soluzioni praticabili.
Finora ha solo distribuito soldi che non aveva, e ha ricominciato a riassumere nella pubblica
amministrazione infischiamosene della meritocrazia. Ha tagliato gli investimenti
perch non sa tagliare gli sprechi. La sua ricetta impedisce all'Italia di crescere malgrado
condizioni di contesto che nessun governo ha mai avuto negli ultimi decenni, grazie
soprattutto all'Europa.
Nellultima assemblea nazionale del Pd Renzi ha annunciato un piano di riduzione delle
tasse da 50 miliardi. Lei ci crede?
Nei documenti di economia e finanza di Renzi ci sono svariate decine di miliardi, almeno
60, che sono soggetti alla clausola di salvaguardia. Si tratta di spese non garantite da
coperture. Adesso annuncia altri 50 miliardi di tagli delle tasse e siamo gi a un fabbisogno
di oltre 100 miliardi che non sa minimamente come soddisfare. Non un modo serio di
amministrare lo Stato e i soldi dei contribuenti.
Lei ha proposto un piano shock da 400 miliardi. Come pu essere attuato?
Con misure precise e definite. Si deve intervenire sul fisco in modo massiccio per coprire
le riduzioni di tasse tagliando gli sprechi pubblici. Proponiamo il dimezzamento dell'Ires e
unattuazione sistematica dei costi standard. Basta con i contributi a pioggia. Ma prima di
tutto indispensabile pagare i debiti scaduti della pubblica amministrazione che
valgono almeno 100 miliardi di euro e che stanno portando alla morte centinaia di migliaia
di aziende. Altra cosa da fare subito ricapitalizzare con attivi pubblici il fondo centrale di
garanzia per rendere possibile uniniezione di 100 miliardi di credito destinati a sostenere
tutte quelle imprese che, spesso non per colpa loro, non risultano pi bancabili. Usiamo
meglio i fondi strutturali europei puntando sulle infrastrutture strategiche, colleghiamo
finalmente il Sud allEuropa e garantiamo un maxi credito dimposta da 15 miliardi per
favorire la ricerca e linnovazione nelle aziende.
Governo Monti, un giudizio a posteriori.
Ha fatto bene allinizio. Molte riforme essenziali realizzate di concerto con le parti sociali
e con il pieno appoggio del parlamento. Male invece la seconda fase. E mancato il coraggio.
Bisognava convogliare tutti gli sforzi per lo sviluppo. Non stato fatto. Ma non
dimentichiamoci che cosa era lItalia nel 2011. L'obbiettivo era innanzi tutto evitare il
comissariamento del nostro Paese. E stato raggiunto.
Lei stato protagonista del risanamento di Poste Italiane. Che cosa ha fatto la

differenza?
Abbiamo aperto nuovi settori di attivit coerenti con il ruolo di Poste come i servizi
finanziari, riuscendo a fare concorrenza alle banche. Abbiamo liberato le capacit della
pubblica amministrazione dimostrando che c' un enorme potenziale di miglioramento e di
dignit.
Loperazione Intesa-San Paolo ha prodotto il primo gruppo bancario italiano ed uno fra
i pi grandi al mondo. Come c riuscito?
Abbiamo unito le forze di alcune delle migliori banche italiane. Lintegrazione fra Intesa e
San Paolo stata il grande salto di qualit. Abbiamo rispettato le storie di
questi due grandi istituti condividendo memoria e progettualit, e rimanendo ben saldi alla
tradizione della banca commerciale che crede nella funzione di erogare credito e mettere in
sicurezza i depositi.
Oggi le banche non godono di una grande reputazione. E un giudizio motivato secondo
lei?
La crisi nata perch molte grandi banche internazionali sono state avide e
stupide e perch in molti Paesi soprattutto anglosassoni le autorit di controllo non hanno
saputo svolgere il loro ruolo. A un certo punto la bolla scoppiata. Ma ci sono banche e
banche. Generalizzare quasi sempre un errore. Nel periodo precedente il biennio
drammatico 2008-2009 gli istituti di credito italiani si sono comportati meglio di molti altri.
Altrove i governi sono stati costretti a nazionalizzare.
Non teme che i cittadini possano guardare con sospetto un uomo come lei che viene
dalla grande finanza?
Ho guidato imprese industriali e di servizi pubblici e anche il principale gruppo bancario in
Italia e lho fatto sempre avendo bene in mente le conseguenze sociali delle mie azioni.
Non retorica, ma sono un padre di famiglia e sono abituato ad amministrare i soldi delle
persone che mi danno fiducia come fossero i miei. Se tutti gli istituti di credito si fossero
comportati come Intesa-San Paolo non ci sarebbe stata la crisi finanziaria.
Lei vuole rappresentare i moderati. A Milano chi saranno i suoi alleati e che rapporto
intende tenere con Salvini e la Lega Nord?
I miei primi alleati sono i milanesi che meritano una citt amministrata meglio e con
pi ambizione. Voglio partire da qui e non dalle vecchie logiche degli accordi sottobanco e
della spartizione delle poltrone. Ho delle idee sul lavoro, sulla sicurezza, sulla casa, sui
giovani. Salvini sui giornali e va in Tv tutti i giorni, io no. La pensiamo diversamente, ma il
confronto a viso aperto sempre possibile. A patto che si faccia sulle cose concrete. Non
sono un politico di professione che difende rendite e orticelli, ma una persona abituata a
lavorare duramente e che vuole fare il bene dellItalia che lavora e che ha la testa sulle
spalle. Sopratutto ho un'ambizione: offrire una proposta politica seria ai milioni di italiani
disgustati dall'inconcludenza delle attuali forze politiche e che per questo hanno scelto di
non votare pi. Quel 50 per cento di italiani che disertano le urne sono una spina nel cuore
della democrazia.
A Milano il centrodestra alla ricerca di una candidatura unica. Ritiene di poter essere
lei il predestinato?
Milano una citt con tante anime e sensibilit. Anche con interessi molto diversi e
contrastanti. Un vero progetto di rilancio ha la responsabilit di costruire un consenso
traversale. Un fronte ampio dove le forze alternative al Pd di Renzi possano finalmente dare
vita a una proposta coerente e seria. Lobiettivo alla nostra portata. Ma solo se ragioniamo
sui programmi e sui progetti.
LItalia, in Europa, conta poco o nulla pur essendo un Paese fondatore e il terzo per Pil e
popolazione. Di chi la colpa della nostra irrilevanza?
Lopportunit sprecata del semestre italiano clamorosa. Unoccasione rarissima che si
offre soltanto ogni 14 anni e che lItalia non stata in grado di cogliere. Renzi continua a
chiedere flessibilit nei conti ma purtroppo la chiede sulla mancanza di coraggio nel
correggere gli sprechi quando la vera azione andrebbe fatta sul rilancio degli investimenti.
Sulla partita dellimmigrazione stiamo mettendo in croce tanti sindaci e tanti Comuni senza
alcuna progettualit chiara e senza nemmeno sapere con certezza quanti soldi stiamo
spedendo. Lincapacit del governo sotto gli occhi di tutti.
Coma valuta la crisi greca e il comportamento di Tsipras?
Ci sono due considerazioni obbligate. I governi greci hanno dato prova di
inaffidabilit; ma questa Europa deve cambiare. Non ha dimostrato lungimiranza

nellaccordo finale che non pone sufficiente accento sullo sviluppo e sugli investimenti. Il
grosso rischio che la Grecia non riesca a creare crescita e occupazione e che fra uno o due
anni ci troveremo ancora allo stesso punto.
La Corte europea dei diritti ha condannato lItalia per le unioni delle coppie dello stesso
sesso. Che cosa ne pensa e che importanza ha nella sua vita la famiglia?
La famiglia ci che d senso alla mia vita. Amo mia moglie e i miei figli immensamente.
Sulle unioni civili lEuropa ci dice giustamente che siamo in ritardo. Dobbiamo provvedere
affinch altre forme di convivenza, di affetto e di amore possano essere tutelate dal punto di
vista legislativo. Ma non sono daccordo sulladozione. La mia idea della famiglia quella
sancita dalla Costituzione che prevede un padre, una madre e la procreazione dei figli. Una
realt che oggi in grande difficolt. Purtroppo i nostri governanti si riempiono la bocca di
buoni propostiti ma non attivano politiche concrete. A Renzi dico che invece della mossa
elettorale degli 80 sarebbe stato pi utile erogare un contributo di 5mila euro per ogni
bambino fino a 5 anni. Noi stiamo raccogliendo le firme su questa proposta. Che i nostri figli
siano il nostro futuro lo dicono in tanti, ma poi bisogna dimostrarlo.

ROBERTO BETTINELLI
Si laurea con lode in Scienze Storiche presso l'Universit degli Studi di Milano scrivendo una tesi sul
politologo americano Robert A. Dahl. Sempre a Milano consegue la laurea nel corso magistrale di Lettere
Moderne. Giornalista professionista. Studia presso la Facolt di Scienze Politiche dell'Universit degli
Studi di Milano dove consegue la laurea triennale in Scienze della Comunicazione e la specialistica in
Comunicazione politica e sociale. Si occupato a lungo di cronaca nera e giudiziaria. Ha fondato e diretto
la testata online lInviato Quotidiano. Laureato con lode all'Universit di Bologna nel corso di laurea
Dams indirizzo arte. Ha collaborato con enti e associazioni nell'ambito dell'attivit di ufficio stampa e
comunicazione politica.

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