AI PARTITI,
RESTITUENDOLA
AI CITTADINI
LE PROPOSTE DI ITALIA UNICA
S AD UN MODERNO
SERVIZIO PUBBLICO
RADIOTELEVISIVO
OFFERTA
RAZIONALIZZATA
E DISTRIBUITA ANCHE
SUI NUOVI MEDIA
MOTORE DI INDUSTRIA
CULTURALE (CINEMA,
TEATRO, MUSICA )
INDIPENDENTE
E AUTONOMA
DAI PARTITI E
DAL GOVERNO
NO ALLA COMMISSIONE
PARLAMENTARE
DI VIGILANZA
RISORSE ECONOMICHE
CERTE CON
RENDICONTAZIONI
RIGOROSE
RISTRUTTURAZIONE DEI
COSTI E PI EFFICIENZA
GRANDE PIANO
DI INVESTIMENTI
TECNOLOGICI E
IN COMPETENZE
NUOVO AUDITEL
CON MISURAZIONE
PI EFFICACE
LA RIVOLUZIONE
POSSIBILE.
1.
2.
Unofferta completa ma non pleonastica e che permetta di concentrare le risorse. Nella nostra visione
di Servizio Pubblico lattuale offerta di canali RAI (14!)
appare del tutto pleonastica e non in linea con alcuno standard europeo. In prima battuta apparirebbero
sufficienti i tre canali generalisti ai quali aggiungere
un canale all news, un canale culturale di grande qualit, un canale in inglese di promozione nel mondo di
tutto ci che italiano (impresa, cultura, stili di vita,
sport, ecc.). Si potrebbe eventualmente considerare
un canale di qualit per bambini per evitare che questa offerta sia limitata a coloro che possono permettersi un abbonamento di pay TV.
Lintero prodotto della RAI, oltre che attraverso la televisione e la radio ( dove fare di pi ), in unottica di
progressiva convergenza delle piattaforme tecnologiche, va inoltre distribuito su tutti i nuovi media e avvalendosi delle migliori tecnologie via via disponibili. La
piattaforma BBC Partner pu essere un interessante
riferimento.
3.
La RAI come motore dellindustria cinematografica e delle attivit teatrali. La RAI pu essere un
formidabile motore di sviluppo dellindustria creativa italiana, con il giusto approccio. Nel cinema, per
esempio, si deve passare da un rapporto di fornitura
- cost plus - a un rapporto di partenariato tra RAI e
produttori: oggi questi ultimi producono per conto
della RAI in un rapporto di sudditanza (ulteriormente esasperato quando il duopolio si era trasformato in
un sostanziale monopolio televisivo) che andr invece
trasformato in un rapporto imprenditoriale che condivida maggiormente costi e ricavi. Ci permetterebbe
di valorizzare i migliori produttori e le migliori opere
- film, serie TV, ecc. - selezionando invece pi rigidamente le produzioni di minore qualit.
Per quanto riguarda il teatro la RAI potrebbe, per
esempio, selezionare ogni anno un certo numero di
compagnie/produzioni alle quali assicurare un contributo iniziale a fronte dei diritti di ripresa - ad hoc
per la televisione - e di trasmissione dalla fine della
stagione.
Sia in campo cinematografico sia in campo teatrale
una quota dellinvestimento RAI andrebbe destinato
ad artisti esordienti.
4.
5.
6.
Assicurare alla RAI risorse economiche certe. Le attuali risorse di cui la RAI dispone sono in linea con
quelle dei principali Paesi europei, in molti casi inferiori. Il servizio pubblico radiotelevisivo deve essere
pagato con i proventi del canone, di importo certo
(introducendo quindi meccanismi di esazione automatici), la cui destinazione deve essere garantita con
una rendicontazione precisa e certificazioni rigorose.
Il canone deve confluire direttamente nel bilancio
della Fondazione e non pu derivare ed essere corrisposto alla RAI - in nessun modo, diretto o indiretto
- dal Governo, altrimenti il controllo dellesecutivo rientrerebbe sullazienda per vie traverse. La RAI deve
mantenere inoltre la possibilit di raccogliere pubblicit confermando regole e limiti attuali.
7.
8.
Lanciare un grande piano di investimenti da finanziare anche con dismissioni. La RAI, per raggiungere
i suoi obiettivi, deve realizzare importanti investimenti tecnologici, oltre che in competenze. Deve inoltre
procedere ad una profonda ristrutturazione interna.
9.
Una RAI sul mercato senza lacci burocratici. In funzione di tutto quanto detto nei punti precedenti, la
RAI che proponiamo non da considerarsi come una
qualsiasi Pubblica Amministrazione con tutti i vincoli
e le storture imprenditoriali che essere parte della PA
comporta. Questo non significa assecondare capricci,
privilegi o sprechi fuori controllo, ma assicurare margini di competitivit: certamente vanno previsti codici
deontologici per evitare abusi in tema, per esempio,
di compensi, vanno previste precise rendicontazioni
per luso delle risorse del canone, ma la RAI che abbiamo in mente deve essere fortemente sburocratizzata e in grado di ottenere risultati senza inutili ingessature procedimentali.
10.
Superiamo lAuditel. Serve un sistema di misurazione dellaudience molto pi efficace dellattuale. Conoscere in maniera molto pi precisa la quantit e la
qualit dei propri ascoltatori uno strumento fondamentale di sviluppo del settore anche per chi ha un
compito - come la RAI - che va ben oltre la concorrenza sugli ascolti. Inseguire misurazioni imprecise ed
eccessivamente sbilanciate sul piano quantitativo, a
discapito del merito editoriale, rischia inoltre di avere
effetti negativi sulla stessa qualit dellofferta e quindi
impatti socio-culturali dannosissimi per i cittadini.
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Cultura
e Territorio
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e Welfare
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