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HER BROTHER💙💚

PROLOGO ×͜×

«Entra pure, Harry.» Carly mi sorride cercando di mascherare il suo entusiasmo.Faccio un passo in
avanti e mi guardo intorno. La casa sembra spaziosa. È bella, mi piace.La mia casa invece era molto
più piccola di questa, ma ce la facevamo bastare. Mia madre faceva così tanti sacrifici per me e
Gemma da quando mio padre era fuggito. Gemma sarebbe stata sicuramente entusiasta di vivere in
una casa come questa, ma lei ora non c'è più, e non riesco a sorridere perché io ce l'ho fatta, lei no. Era
la persona migliore che avessi mai conosciuto, così allegra. E mia madre era una gran donna. Quanto
darei per sentirla di nuovo blaterare alla sette del mattino per svegliare me e Gemma...ho perso le due
donne della mia vita. Come posso tornare a vivere senza loro?Abbasso lo sguardo.Non è più
necessario nemmeno piangere, non cambierà niente. Loro non ci sono più, e io non posso fare niente
per riaverle indietro.«Che ne dici? Ehi? È tutto ok?»Mi volto verso Carly e annuisco.«Ok, ti faccio
vedere la tua nuova stanza. Seguimi» ordina la mia ex infermiera guidandomi al piano superiore.Entro
nella mia nuova camera e accenno un sorriso. È carina. Le pareti blu si adattano perfettamente ai
mobili della stanza.Aspetta, ma perché ci sono due letti?«Beh ho pensato che ti saresti sentito meglio
a dormire con un'altra persona. Sai, non sembrava una buona idea portarti in camera mia, il mio
ragazzo non sarebbe troppo felice se condividessi il mio letto con te, niente di personale ovviamente.E
così ho pensato di metterti in camera con mio fratello minore, non è la simpatia in persona ma ti
assicuro che non ti darà alcun fastidio. E poi ha 20 anni, è poco più grande di te, no?» Carly risponde
alla mia domanda non formulata.La fisso confuso.«Intendi dire che non è simpatico?» chiedo.Carly
scoppia a ridere divertita.«Non ti sfugge niente! È solo un po' chiuso, niente di più. Ma non parlarci
troppo spesso. La cosa importante è che ti faccia compagnia, non è necessario che parliate o che
diventiate amici.»«Okay» annuisco insicuro.«Hai fame?» domanda premurosa.« Sì, credo.»Questa
faccenda del compagno di stanza mi preoccupa un po'. Speriamo che sia sufficientemente
simpatico.ღCarly ha organizzato una cena invitando i suoi genitori per darmi il benvenuto, c'è anche
il suo ragazzo, Edward. Lucy, sua madre, sembra una donna adorabile.«E dimmi Harry, com'è Carly?
È una buona amica?» si informa Lucy interessata.Annuisco in imbarazzo.«Che tesoro!» esclama
Carly abbracciandomi stretto. A volte penso che mi abbia scambiato per una bambola.La mia
attenzione viene attirata dalla porta di casa che è appena stata aperta.Un ragazzo piuttosto particolare
fa il suo ingresso in cucina.Non è molto alto, ha il corpo ricoperto di tatuaggi e un ciuffo castano che
ricade sul suo viso dai tratti perfetti.«Louis sei in ritardo, di nuovo!La cena è quasi pronta. Avanti,
siediti» ordina Lucy severa.La osserva impassibile e poi il suo sguardo si posa su di
me.Improvvisamente sento molto caldo e ho un groppo il gola; il cuore comincia quasi a far male,
come se qualcuno mi stesse soffocando.I suoi occhi azzurrissimi mi scrutano con attenzione, mi sento
a disagio.«Lou, lui è Harry. Il nostro nuovo coinquilino» mi presenta Carly gentilmente.Lui mi
osserva impassibile e poi si siede mentre la cena ha inizio.A parte qualche domanda imbarazzante da
parte di Lucy, la cena non è poi così terribile.Mi ritrovo spesso a fissare il ragazzo dagli occhi più
belli che io abbia mai visto, lui a volte se ne accorge e dopo avermi lanciato qualche occhiataccia
torna con lo guardo rivolto a sua madre che non fa altro che parlare. Quindi lui è colui con cui dovrò
condividere la stanza, non sembra per niente amichevole ma sono quasi felice che sia lui. Non mi fa
paura. Sembra interessante. Per questo lo guardo curioso per tutta la sera. ღQuando la serata finisce e
gli invitati se ne vanno sono circa le 23.00.Sto salendo le scale, quando le voci di Carly e suo fratello
mi incuriosiscono. Per questo mi avvicino alla porta del salone e origlio la loro conversazione.«Perché
dovrei condividere la stanza con un moccioso?»«Lou, ha avuto un passato difficile!Non è così
male,credimi.»«Voglio la mia fottuta stanza!»« Infatti la possiedi già, solo che ora hai un compagno
di stanza.»« Perché non lo metti con te, cazzo?»«Sai che Edward farebbe storie, è geloso.»«E io sono
geloso della mia stanza!»« Louis non fare il bambino e levati di torno.»«Vaffanculo».-------------------
Louis entra in camera mezz'ora dopo. Mi nascondo sotto le coperte e lo osservo per quanto sia
possibile.Non accende la luce. Si muove nel buio. Afferra velocemente il cuscino e si avvicina alla
porta pronto ad uscire.La consapevolezza che già non mi sopporti mi ferisce, non so il perché. Vorrei
soltanto essergli amico, non mi piace essere odiato senza un motivo preciso, perché ne sono sicuro:
già mi odia. Vorrei far qualcosa per rimediare o per fargli cambiare idea, voglio
conoscerlo.«Buonanotte» mormoro.È improbabile che mi abbia sentito.Ma quando si volta verso di
me, capisco che mi ha sentito eccome.Mi osserva per qualche secondo e poi esce dalla stanza,solo
allora finalmente respiro.

CAP 1💙💙💙💙💙💙💙💙

Due giorni fa Louis è tornato a dormire in camera, visto che da quando sono arrivato dormiva sul
divano. Credo che lui e Carly abbiano discusso e che la mia ex infermiera ne sia uscita vincitrice. Suo
fratello mi guarda quasi sempre male, credo che non gli vada a genio come compagno di stanza. Io lo
trovo carino. L'altro giorno è venuto a casa un suo amico, dovevano uscire,e ho notato che Louis è
stato quasi gentile con lui. Quindi il problema sono io. Non è piacevole essere guardati con odio, non
ora che le immagini di quell'incidente sono ancora ben vive nella mia mente. Sono passati due mesi
da quando sono arrivato in questa casa e da quando Carly mi ha adottato. Le cose vanno un po'
meglio, ma gli incubi non se ne sono andati.Continuo a svegliarmi nel bel mezzo della notte sudato,
Carly mi è sempre vicina. Le voglio davvero bene, le sono grato, per tutto quello che ha fatto e che
continua a fare per me. Fra tre giorni Carly compie ventisette anni. Avrei voluto passare il giorno del
suo compleanno insieme a lei, ma a quanto pare lo festeggierà a casa del suo ragazzo. Edward vive a
Londra che è molto distante da Doncaster, per questo farà una specie di vacanza che durerà una
settimana. Louis era a dir poco sconvolto quando lo ha saputo perché questo significava che sarebbe
rimasto solo con me, io sono solo preoccupato. Carly mi ha spiegato che da Edward ci sarà un gran
casino, faranno feste e vorranno anche un po' di intimità, visto che non si vedono da un po'. Quindi io
non posso andare con lei. Carly conta su suo fratello, ma penso che questa sarà la settimana peggiore
della mia vita a giudicare da come mi guarda Louis. ღ Questa notte ho avuto un incubo ma Carly è
partita e mi sento solo. Nessuno si prende più cura di me. Vorrei tanto che fosse rimasta a Doncaster.
Scendo le scale per fare colazione e trovo Louis seduto sul divano mentre guarda la tv. Dovrei
salutarlo o ignorarlo? Opto per la prima opzione. «Ciao» Lui si gira e mi fissa con un sopracciglio
alzato. «Giorno» dice senza lasciar trasparire nessuna emozione. Poi torna a guardare la televisione.
Faccio colazione con latte e cereali. Poi lavo la tazza cercando di non allagare la cucina e torno in
salotto dove Louis è nella stessa postazione di prima. Vorrei davvero essergli amico,banche se ha
quell'aspetto da duro. Oggi è più bello del solito, si è fatto la barba. Arrossisco per aver pensato una
cosa simile e mi faccio coraggio. Mi avvicino lentamente e: «posso sedermi?» chiedo in completo
imbarazzo. Insomma se vedrò solo lui in questa settimana, tanto vale farselo amico. È questo il
motivo per cui mi sono avvicinato, no? Lui mi osserva con quello sguardo indecifrabile. «Fa' come
vuoi» dice poi. Mi siedo al suo fianco mantenendo le distanze, non si sa mai. «Sai quando torna
Carly?» domando timidamente. «No» risponde fermo. «Perché?» «Perché cosa?» sbuffa lui
guardandomi male. «Non mi sopporti. Perché?» Sono sorpreso da me stesso, non parlo mai in modo
così diretto. Ma vorrei una risposta, la curiosità a volte vince sulla mia timidezza. Louis sembra
sorpreso quanto me, poi si riprende e torna a guardarmi impassibile. «Ora non ho voglia di parlare.»
Annuisco e completamente rosso in viso torno in camera. Ho fatto una figuraccia, è ovvio che non
vuole avere a che fare con me. E non lo biasimo, sono così noioso. Non faccio altro che pensare con
pessimismo. La mia famiglia è morta per colpa mia. Sono malato, sono un ragazzo pazzo che non sa
cosa farne della sua vita. E con questi pensieri mi addormento sul mio letto, ma non piango. Non
cambierebbe niente. Piangere non serve a niente.

CAP 2💙💙💙💙💙💙💙

Quando quella mattina mi sveglio, Louis non è nel suo letto.Probabilmente è già uscito, penso mentre
vado in bagno per farmi una doccia.Mentre l'acqua scorre sul mio corpo rifletto. Da quando sono
uscito dalla clinica le cose sono certamente migliorate. Adesso non sono più solo, c'è Carly con me.
Ma ora mi ritrovo a dover affrontare la mia più grande paura: le persone. Ciò che pensano di me, i
loro giudizi e i loro sguardi, tutto mi terrorizza di loro. E gli sguardi poco amichevoli che mi rivolge
Louis non sono di certo di aiuto. Fatto sta che mi fido di lui, è fratello di Carly, è ovvio che sia
affidabile, lo spero. La cosa che più mi ferisce è il suo menefreghismo. Ho bisogno di un amico oltre
Carly, qualcuno che mi stia vicino senza volere troppe spiegazioni. Forse lui è solo il ragazzo
sbagliato. Eppure i suoi occhi...già, i suoi occhi. Come posso descriverli? Sono così belli che credo
non esista ancora un aggettivo adeguato che possa rappresentarli.Mi chiedo quando e se tornerò a
scuola, vorrei tornare a leggere ma non me la sento di chiedere a Carly i soldi per acquistare un libro.
Sta già facendo troppo per me. Ho solo sedici anni cazzo, ma ho così tanti problemi....come posso
ripagare Carly per tutto quello che sta facendo per me?«Harry esci da quel cazzo di bagno. Devo
uscire, non voglio arrivare tardi.»La voce di Louis mi riscuote dai miei pensieri.E chi gliel'ha data
tutta questa confidenza? E perché il modo in cui pronuncia il mio nome mi mette i brividi?«Harry!»
urla il mio compagno di stanza.Mi affretto ad uscire prima che butti giù la porta. ღOre
21.36Incuriosito dalla musica assordante proveniente dal piano inferiore, scendo le scale piuttosto
confuso.bQuello che mi ritrovo davanti è assolutamente incredibile.Gruppi di adolescenti ballano a
ritmo della musica strusciandosi fra loro. Per non parlare del modo in cui sono vestiti, sono quasi
nudi.Le numerose bevande alcoliche presenti nella stanza mi incoraggiano ad andare a cercare
Louis.Lo trovo in cucina, non è solo. Una ragazza bionda è avvinghiata al suo corpo mentre lui la
bacia con passione. Con un colpo di tosse cerco di attirare la loro attenzione ma niente. Continuano a
conoscersi.Una strana sensazione mi colpisce nel petto, non so il motivo ma non voglio più provare
una cosa del genere.«Scusate..?» dico picchiettando il dito sulla spalla di Louis, che mi guarda
stranito.«Non eri in camera tua?» chiede acido.Guardarlo negli occhi fa ogni giorno più male. Perché
non vuole provare ad essere gentile con me? Ma soprattutto, perché ci tengo così tanto? È un ragazzo
che non conosce le buone maniere, è presuntuoso e arrogante e io non voglio più averci niente a che
fare. Ma devo comunque capire cosa sta combinando.«Che cosa succede? Perché..perché c'è tutta
questa gente?» domando mentre comincio ad avvertire un leggero mal di testa.La ragazza bionda mi
guarda intenerita e poi esclama:«Lou chi è questo cucciolo? È così tenero...Io sono Jennifer, tu come
ti chiami?» si rivolge a me con premura.Arrossico imbarazzato. Louis sembra seccato.«Ho dato una
festa» si giustifica il ragazzo dagli occhi azzurri.«Lou! Come si chiama?» insiste Jennifer.«Harry, si
chiama Harry» Louis sbuffa seccato.Jennifer mi osserva sorridente,poi aggrotta la fronte.«Ehi tesoro,
ti senti bene?»Annuisco confuso.«Sei tutto rosso in viso» nota la bionda.«Vai in camera e dormi. A
domani» mi ordina Louis.Chi pensa di essere per dirmi cosa devo fare? Sono troppo stanco per
rispondere. Okay, non è vero, non lo farei comunque perché ho paura di una sua probabile reazione.
Ma dettagli.Salgo le scale e mi metto a letto. Cerco di dormire ma la musica è davvero assordante.
Tento di non pensare troppo a Louis e chiudo gli occhi. La testa sta per scoppiarmi. Sento caldo in
tutto il corpo. Poco dopo mi addormento.ღSiamo in macchina.Gemma litiga con la mamma per la
canzone da ascoltare in radio mentre mio padre scuote la testa divertito.Io giocherello con il
braccialetto che Mark mi ha regalato il giorno del mio compleanno, è così gentile con me...«Mamma!
Non voglio sentire questa lagna!» si lamenta Gemma.« Questo cantante è sicuramente meglio di quel
gruppetto da quattro soldi che ascolti tu, cara. Quelli non fanno altro che urlare e suonare la batteria
senza seguire un vero ritmo.»«Tesoro, fai ascoltare a Gemma ciò che vuole» dice mio padre.«Okay,
fate come volete» si arrende mia madre fingendosi offesa.Sorrido e prima che me ne accorga il
bracciale scivola dalle mie mani e cade sotto il sedile di mio padre.«Ops» sorrido colpevole.«Nano,
sei insopportabile» sbuffa Gemma.«Non chiamarmi nano!» ribatto offeso.«Ti chiamo come mi
pare!»«Brutta ragazzina viziata!» «Io? Qui il ragazzino sei tu.»«Oh Gemma sei una rompi-»«Harry!»
mi rimprovera mia madre.Mio padre nel frattempo, alla cieca cerca il bracciale sotto il suo
sedile.«Cavolo» sibila.«Non lo trovi?» chiedo dispiaciuto.Mio padre si arrende e per un attimo si
distrae dalla strada per prestare attenzione al mio bracciale che finalmente afferra. Basta quell'attimo
di distrazione, e tutto finisce.Il mio mondo viene sconvolto. Un camion ci viene addosso. Sento le urla
di Gemma al mio fianco e poi il buio. È la fine di tutto. O forse no.Mi sveglio in un luogo
completamente bianco .Mi alzo e mi guardo intorno. Dove sono?«Harry!» Mi volto e incontro lo
sguardo di mia sorella.«Gemma?» la chiamo incredulo.«Harry aiuto! Qui è buio! Aiutami!»«Cosa?
Gemma?» riprovo con voce tremante. La sua immagine comincia a diventare sfocata.«Gemma!» urlo
disperato .«Aiutami, ti prego!» grida con tutto il fiato che ha in gola. Oddio, non la vedo. Perché non
la vedo? È tutta colpa mia se sta male. È colpa del mio braccialetto, è tutta colpa mia. Rovino sempre
tutto.«Gemma!» urlo di nuovo.Continuo ad urlare il suo nome ma di lei non c'è più nessuna traccia.
Non mi arrendo. Continuo a gridare, è colpa mia. È solo colpa mia.«Gemma!» Qualcosa di caldo si
poggia sulla mia fronte e a quel punto comincio ad urlare ancora più forte.«Harry»«Gemma...»
sussurro.«Harry svegliati. Sono Louis.»Apro gli occhi di scatto. Sono completamente sudato. Cerco di
focalizzare la figura che ho di fronte.Louis, è davvero lui.Ha uno sguardo preoccupato.«Ehi calmati. È
tutto okay..sono solo io, Louis.»Continuo a guardarlo, ho il fiatone e la testa mi gira.«Come ti senti?»
chiede lui.«Bene» mento.«Hai la febbre, e non mi pare che tu stia bene» osserva accigliato. «Tu...stai
tremando?» domanda fissandomi sbigottito.Scuoto la testa. La testa mi sta per scoppiare, non so
nemmeno che ore sono.Poggia una pezza bagnata sulla mia fronte e continua ad osservarmi attento.
Non so cosa gli passa per la testa, vorrei leggere nel pensiero.Improvvisamente mi toglie il
termometro che non avevo notato prima.«Cazzo» sibila.«Che..che succede?»«Stai una merda»
dice.«Oh»«Smettila.» mi ordina lui.«Di fare...cosa?»«Smettila di tremare.»Annuisco mentre mi
nascondo sotto le coperte, ho caldo mentre continuo a tremare. Gemma, l'ho vista. Era lì. È morta per
colpa mia.«Oh fanculo» sbotta Louis interrompendo il flusso dei miei pensieri. Si abbassa i pantaloni
e si toglie la maglia per poi alzare le coperte sul mio letto.«Che fai?»«Non lo vedi? Dormo con
te.»«Perché?»«Tu fai troppe domande, ragazzino.»Mi sta praticamente trattando le peggiore dei modi
ma sono felice comunque. Questa notte non dormirò da solo come al solito. Avere Louis vicino mi fa
battere il cuore ma metto da parte i miei pensieri da ragazzina e mi rilasso.

CAP 3💙💙💙💙💙💙

Louis è sdraiato accanto a me ma non osa toccarmi.Ora che ci penso, dev' essere bello stare fra le sue
braccia.«Hai avuto un incubo?»La sua voce interrompe il flusso dei miei pensieri sdolcinati.«La festa
è già finita?» cambio discorso. Non mi va di parlare dei miei "sogni", Carly è l'unica a saperne
qualcosa in proposito e non me la sento di aprirmi con Louis, non ora.«Già» annuisce fissando il
soffitto.«Io pensavo durasse di più..» ammetto.«Stavi male, così ho mandato tutti via.»Giro la testa
nella sua direzione e sorrido. Ha davvero fatto una cosa tanto carina per me? Sento il cuore scoppiare
di felicità. Non è molto, ma per me è abbastanza.«Grazie» mormoro.«Non pensare che l'abbia fatto
per- Harry? Harry stai bene? Mi senti?»Vengo colpito improvvisamente da un terribile mal di testa.
Sprofondo la testa nel cuscino e chiudo gli occhi più forte che posso. Ma non riesco a evitarlo,
purtroppo. Le immagini di mia sorella tornano a scorrere nella mia mente. Era così bella. I lunghi
capelli le ricadono dolcemente sulle spalle e sorride, la vedo sorridere dopo così tanto tempo. Ha un
volto quasi angelico, è stupenda. Ma ora è morta per colpa mia. Mia madre non sarà fiera di me, Carly
mi rende felice ma io non lo merito. Io non merito di vivere, la mia famiglia sì, Gemma lo meritava.
Era così giovane...rovino sempre tutto. È a causa mia se lei non c'è più.bNon ho potuto dirle nemmeno
addio."Basta, basta" continuo a ripetere nella mia mente ma i ricordi tornano a galla, riaffiorano nella
mia testa come se non se ne fossero mai andati. Non piango, non cambierebbe niente. Piangere è
stupido.Gemma continua ad osservarmi, le vorrei chiedere scusa ma non riesco nemmeno a parlare.
La voce di Louis mi arriva ovattata alle orecchie. Le frasi che giungono alle mie orecchie non hanno
alcun senso.Sto per impazzire. Dov'è Carly?Due braccia circondano improvvisamente il mio
corpo.Sento il corpo di Louis farsi più vicino mentre mi avvolge fra le sue braccia.Mi sta dando una
mano, vuole aiutarmi? Fra le sue braccia non si sta male. È così caldo. Incerto poggio la testa sulla sua
spalla e comincia ad accarezzarmi i capelli dolcemente. È come se mi stesse cantando una ninna
nanna per scacciare gli incubi.Poco dopo Gemma si fa sempre più lontana. Poi sparisce, non c'è
più.«Shh è tutto okay...» continua a ripetere Louis mentre mi stringe fra le sue braccia.Non posso
credere che lo stia facendo davvero. È per compassione? In questo momento non ci voglio pensare.
Meglio godersi il calore che il suo corpo emana.Ho paura di me stesso. Non voglio rimanere solo per i
miei incubi. Voglio qualcuno che mi ami come se fossi una persona normale. E se così spaventassi
tutti quelli che mi circondano?Non ho mostrato nessuna emozione nemmeno al funerale della mia
famiglia.Dopo anni, mi mostro vulnerabile. La prima lacrima scivola sulla mia guancia. Poco dopo sto
singhiozzando sul petto della persona più sbagliata che avessi potuto scegliere. Mi stupisco, quando
continua ad accarezzare i miei ricci, aumentando la presa sulle braccia.Nascondo la testa sul suo petto.
Cavolo, mi vergogno così tanto. Sembrerò una ragazzina. Il cuore batte forte, fa quasi
male.«Prenderai...la febbre..» gli faccio notare cercando di regolarizzare i miei singhiozzi.«Non
importa. Dormi ora.»Gliene sono grato quando afferra i miei polsi e se li porta dietro il collo. Mi
metto comodo fra le sue braccia ma non oso intrecciare le mie gambe con le sue, anche se sono
tentato.E pensare che fino a questa mattina mi trattava come una nullità, ora mi trovo fra le sue
braccia. Spero di non svegliarmi più, potrei morire così.E mi addormento così, avvinghiato al suo
corpo e cullato la battito del suo cuore.ღQuando la mattina dopo mi sveglio, Louis non è più al mio
fianco. Come immaginavo.Entro in cucina e trovo Louis occupato a fare non so cosa sul suo
pc.«Buongiorno» dico cercando il latte nel frigo.«Ciao, ti senti meglio?» chiede mentre continua a
tenere lo sguardo puntato sullo schermo del pc.«Sì, grazie per..quello che hai fatto ieri.» Sento il volto
andare in fiamme ma cerco di non dargli troppa importanza.Louis non alza lo sguardo,annuisce e poi
dice: «A proposito di quello che è successo ieri, non vorrei che ti facessi strane idee. Non siamo
amici, né mai lo saremo. Ho chiamato Carly questa mattina e mi ha spiegato che avresti dovuto
prendere alcune medicine che entrambi abbiamo dimenticato. Per questo ti sei sentito poco bene.
Ovviamente da oggi tornerai a prenderle, non voglio trovarmi di nuovo in una situazione del genere.
Ti ho aiutato semplicemente perché non voglio sentire le lamentele di mia sorella, non l'ho fatto per
te,okay?»Quella frase è sufficiente a spezzarmi il cuore. Quindi...l'ha fatto per Carly, non per me.Che
stupido, anzi sono un coglione. Ho usato troppa immaginazione. Ora mi sento un idiota.«Okay» dico
semplicemente prima di iniziare a fare colazione.Stupido, continuo a ripetere a me stesso. Louis non
mi degna di uno sguardo per tutta la mattina, è più importante il pc. ღOre 22.52Scendo le scale e trovo
Louis nel corridoio.«Mi hai chiamato?» domando incerto.«Sì, c'è Carly al telefono. Vuole parlare con
te» risponde tornando in salotto.Entusiasta mi avvicino al telefono:"Carly!""Ehi Harry! Ho saputo che
ieri sei stato male, tutto okay ora?""Sì, sto bene.""Mi dispiace di non esserci stata. Hai ripreso a
prendere le medicine?""Sì,certo. E tu e Edward come ve la passate?""Uhm, qui è divertente sì. Londra
è più affollata di Doncaster, sai?""Davvero?""Già, un giorno ti ci porterò, promesso."Sorrido come
uno stupido."Non vedo l'ora che torni. Mi manchi.""Oh Harry, mi manchi tanto anche tu! Non
immagini quanto!""Vorrei che tu fossi qui ora...""Non dire più cose del genere, rischio di lasciare
tutto e tornare da te. Mio fratello è così pessimo?""È.....particolare.""Non credo che cambierà
atteggiamento nei tuoi confronti, ma vedrò cosa posso fare. Che deficiente!""Tranquilla, non
preoccuparti.È stato già abbastanza gentile con me. Sto bene. Solo...torna presto, okay?""Te lo
prometto Harry..Cosa? Edward sto parlando con Harry! Sta' zitto! Scusa tesoro, il mio ragazzo è così
fastidioso. Devo andare. Non fare stupidaggini. Torno al più presto. Ciao!""Ciao." ღLoui's povQuesto
programma è orrendo. Sul serio ,non ho mai visto un programma più raccapricciante.Il suono del
campanello mi costringe ad alzarmi.Chi diavolo sarà alle quattro del pomeriggio? Non aspetto
nessuno.Apro la porta e mi ritrovo davanti il migliore amico di mia sorella.«Liam, Carly è in vacanza
a Londra» lo informo annoiato. È così noioso questo ragazzo.«Già, lo so. Ma sono qui per Harry»
ammette lasciandomi perplesso.«E perché sei qui per lui? Neanche lo conosci». Lo guardo
irritato.«Ehi, ehi! Sono venuto in pace Tomlinson! Mi ha mandato tua sorella. Devo far uscire un po'
Harry, per distrarlo. Spero non ti dispiaccia» si giustifica sorridendo divertito.«No, certo che non mi
dispiace. Solo, mi stupisce che tu ti faccia comandare da una donna. Fai tutto ciò che lei ti dice. È
preoccupante. Comunque, entra pure». Mi sposto e lo lascio entrare.Liam entra sorridente e scuote la
testa. «Faccio un favore ad un'amica» dice infine.«Fa' come vuoi.» per quanto me ne importa
aggiungo in mente. «Harry!» grido.Harry's povIncontro lo sguardo di un ragazzo castano. Mi sorride,
ricambio leggermente confuso. Poi guardo Louis interrogativo.«Io sono Liam» si presenta il
castano.«L'amico di Carly» precisa Louis.«Oh» e con questo?«Sai, io e Carly siamo molto legati. Mi
ha parlato di te. È da un po' che non esci, vero?» domanda.Annuisco sempre più confuso.«Beh, ti va
di uscire? So che ti piacciono molto i fiori e i libri. Potremmo andare in un fioraio o in una biblioteca,
non so.Che ne dici?»Oh mio dio. Fa sul serio?Sorrido sincero e annuisco con foga.«Sì, certo!»«Vado
a prepararmi allora, faccio in fretta!» aggiungo prima di correre in camera.Non vedo l'ora di uscire.Il
pomeriggio passa in fretta con Liam. È un ragazzo brillante e adora leggere, proprio come me.Mi ha
persino comprato un libro. Ceniamo in una pizzeria e poco dopo il ragazzo mi riporta a casa.Quando
entro in casa mi fermo sulla soglia della porta.Oh mio dio.Che diavolo è successo?Chiudo la porta alle
mie spalle e osservo sbalordito la grande quantità di schiuma presente sul pavimento.Schiuma e
acqua.Incredibile, mi sembra di essere in una vasca da bagno.L'acqua mi bagna i pantaloni. Comincio
a preoccuparmi.Salgo le scale lentamente. La casa è silenziosa.Dov'è Louis?Entro in camera di Carly.
Nessuno, non c'è anima viva.Mi avvicino alla porta del bagno che apro lentamente. Avverto un
rumore sotto la doccia. La tenda della doccia nasconde qualcuno dietro. Faccio qualche passo in
direzione della doccia, poi sposto velocemente la tenda.Non avrei dovuto farlo.L'acqua bagna tutto il
mio corpo. Louis è completamente bagnato e appena si accorge che sono io lo sfortunato che sta
inzuppando sbarra gli occhi.«Ops» esclama.«Ciao» dico guardandolo fra l'infastidito e il divertito.

CAP 4 💙💙💙💙💙

«Louis, che hai combinato?» gli chiedo sbalordito. Lui si guarda attorno e poi torna sotto la doccia
trascinandomi con sè. Chiude la tenda della doccia e mi zittisce con una mano sulla bocca. «Sta'
zitto» mi ordina. Sul suo viso c'è la traccia di un sorriso ma è comunque concentrato. «C'è Zayn in
giro per casa. Non posso permettere che mi prenda. Sono bagnato già abbastanza, perciò sta' zitto»
sussurra. «È una specie di gioco?» domando sottovoce. Annuisce e basta un suo sguardo minaccioso
per farmi capire che devo tacere. Louis Tomlinson ha vent'anni e fa ancora giochi del genere. Ha
appena allagato l'intera casa, incredibile! Sento dei passi all'interno del bagno. Zayn dev'essere
arrivato .Trattengo il respiro. Louis si mette in guardia, pronto ad una possibile comparsa del moro.
«Lou, so che sei qui» canticchia Zayn provocandomi i brividi. Questo gioco mi mette paura. Rimango
immobile. Louis sorride divertito. Poi la tenda viene improvvisamente spostata, Zayn scopre il nostro
nascondoglio e sorride vittorioso. «Lou?» lo chiama. «Sì?» dice il ragazzo al mio fianco attento e
divertito. «Scappa.» Non so cosa farà Louis, ma io ascolto alla lettera il suo consiglio. ღ «E quindi
hai organizzato una festa perché io ero fuori con Liam? E tu questa la chiami festa? I tuoi 'amici' se ne
sono andati dopo aver ridotto la casa un casino, senza nemmeno preoccuparsi di darci una mano a far
sparire l'acqua che hanno sprecato per puro divertimento! Carly mi ucciderà, me lo sento. Ucciderà
entrambi» mi lamento buttandomi sul divano, anch'esso bagnato. «Camera nostra è intatta» precisa
Louis. «Quando torna Carly?» chiedo spostando un riccio ribelle dalla fronte. «Tra due giorni.»
Fantastico. «Dovremmo chiamare una donna delle pulizie?» domando incerto. «Certo che no!
Pulisco io questo casino» dice. «E così questo è il tuo concetto di "divertimento"» noto sarcastico.
«Forse, mi dai una mano?» Lo osservo. Mi sta supplicando con gli occhi, i suoi occhi. Sbuffo e mi
alzo dal divano. «Questo si chiama sfruttamento minorile» gli faccio notare seccato.
«Cazzate ,andiamo a prendere secchi e stracci. Ah, tu ti occupi del salotto, io della cucina.» «Cosa?
Ma il salotto è più grande!» protesto indispettito. «Coraggio, prima iniziamo, prima finisce questa
tortura.» «Sei gentile solo perché ti conviene!» lo incolpo non riuscendo a trattenere un sorriso. «Tu
sei un tipo strano.» mi guarda stranito per poi scuotere la testa e incamminarsi in bagno. Io sarei
quello strano? Non ribatto. Louis se ne va in giro per casa con una maglia bagnata decisamente
troppo aderente e un secchio in mano che sta usando per raccogliere l'acqua attraverso gli stracci.
«Ho finito! La cucina è più o meno pulita!» grida mentre io sono ancora impegnato con il salotto. Mi
dirigo in cucina è rimango a bocca aperta. «Ma c'è ancora acqua! Non è affatto asciutta!» lo guardo
male, o almeno ci provo. Lui di rimando sorride divertito. «Sai che non è intelligente offendere
qualcuno con un secchio pieno d'acqua in mano?» chiede. «Non ti ho offeso!"Ho solo detto la
verità!» replico mentre si avvicina pericolosamente con il secchio ben stretto fra le mani. «Ok, scusa.
Mi dispiace» tento inutilmente. Vuole spaventarmi. Ma non sono spaventato, direi che sono
terrorizzato. «Oh no, ti prego!» lo supplico. Aziono il cervello e comincio a correre. Salgo le scale in
fretta, sento i passi veloci di Louis dietro di me. L'adrenalina scorre nelle mie vene mentre mi rifugio
in camera mia. Sono dietro l'armadio. Il cuore batte irregolarmente. Un sorriso sincero spunta sulle
mie labbra quando riconosco i passi di Louis nella stanza. Mi sento un bambino. I passi di Louis si
fanno sempre più vicini. Trattengo il respiro. E poi mi trova. Lancio un urlo poco mascolino mentre
lo spingo in fretta e torno a correre. Dio che figura di merda! «Brutto bastardo, vieni qui!» grida
dietro di me. Mi nascondo in bagno, precisamente dietro la porta. Questa volta Louis non si fa
attendere troppo, non ci mette molto a trovarmi. Un secondo dopo sono completamente bagnato.
«Tu..come...ti odio!» urlo tremante. Louis mi osserva divertito. Scoppio a ridere e contagio anche
Louis. È bello sentirlo ridere. È piacevole. Anche lui è bello. Come Gemma. «Mi vendicherò»
prometto con l'ombra di un sorriso sulle labbra. «Ti aspetterò.» risponde prontamente lui. ღ
Abbiamo più o meno finito di ripulire casa verso le 00.30. È stato comunque divertente. Louis sa
essere simpatico quando vuole. Lo osservo dal mio letto, sta già dormendo. Mi spiace davvero
svegliarlo, è così tenero mentre dorme. Ma gliel'ho promesso. Il più silenziosamente possibile mi alzo
dal mio letto e in punta di piedi mi dirigo in bagno dove dentro il mobile dei medicinali, si nasconde il
mio secchio d'acqua preferito. Sorrido malefico e con un po' di difficoltà afferro il secchio. Facendo
molta attenzione a non far rumore entro in camera nostra. Sorrido di nuovo. Sono fiero di me. Arrivo
di fronte al suo letto.Cavolo se non è bello. Mentre dorme mi ricorda un principe di non so quale
favola. Metto da parte i miei pensieri e il più in fretta possibile svuoto il secchio sulla sua faccia.
Louis si siede di scatto e si porta le mani sul viso mentre io rido come non ho mai fatto in sedici anni
di vita. «Che cazzo hai fatto?» urla voltandosi verso di me. Ops, è davvero arrabbiato. Se lo merita.
Rido ancora più forte quando scappo fuori dalla stanza il più in fretta possibile con un Louis furioso
che mi rincorre. Scendo in fretta le scale ma inciampo sull'ultimo scalino. Mi ritrovo con la testa
dolorante sdraiato sul pavimento, a pancia in su e continuo a ridere. Era da tanto che non mi divertivo
così. Louis mi raggiunge immediatamente. «Stronzo» borbotta tornando a sorridere: «uno stronzo in
trappola» aggiunge divertito. Mi affretto ad alzarmi ma Louis me lo impedisce. Si siede a cavalcioni
sul mio corpo. Sbarro gli occhi. Mi intrappola i polsi con le mani. Il mio cuore sta per scoppiare. «E
ora come la mettiamo?» sorride soddisfatto. Non rispondo. Lo fisso spaventato. «Hai idea di quanto
era fredda quell'acqua?» chiede. Scuoto la testa. «Ti piace giocare, quindi. Non sai contro chi ti sei
messo» dice avvicinando il suo viso al mio per mettermi paura. Non ho paura di lui, ho paura di me
stesso, delle mie azioni. A lui non piacciono i ragazzi. Rovinerei tutto se lo baciassi. Sono tentato. Il
volto è andato in fiamme, il mio cuore è impazzito. La sua vicinanza è una tortura. Osservo le sue
labbra sottili, sono così invitanti. È così bello. Una di quelle cose che puoi solo osservare da lontano,
ecco cos'è Louis. Ma io non voglio solo guardarlo da lontano. È sbagliato, e tutto questo non ha
senso.Ma in fondo, ho sbagliato tante di quelle volte, una volta in più non cambierà molto.O forse sì.
Scollego il cervello e lascio spazio all'istinto, al mio cuore che mi porta ad avvicinarmi alle labbra di
quel ragazzo così complicato da capire. Lui mi osserva, si è fatto serio. I suoi occhi sono ciò che mi
attirano ancora di più. Chiudo le palpebre e lo faccio. Le mie labbra sono sulle sue. È un bacio
leggero, ingenuo. Le sue labbra sono fredde ma mi piacciono.Lo farei altre mille volte. Mi allontano
dalle sue labbra e lo fisso aspettando una sua reazione. Si alza e senza degnarmi di uno sguardo, torna
in camera. Mi metto seduto e abbasso la testa. Sono ferito, ma sapevo che sarebbe potuto succedere.
Ho rovinato tutto. Ho ancora il sapore delle sue labbra sulle mie. Credo che non mi stancherò mai di
darmi del deficiente. Qualcosa mi suggerisce che è meglio che questa sera dorma sul divano. ღ
Louis è appena rientrato. Lo osservo mentre ignorandomi bellamente, si siede sul divano. Io lo guardo
dalla cucina e poi abbasso lo sguardo. Quando questa mattina mi sono svegliato, lui era già uscito di
casa. Non so dove sia stato ma mi sento terribilmente in colpa. Ho sbagliato, come al solito. Guardo
l'orario: 13.39. Credo che dovrei cominciare a preoccuparmi di cosa mangiare. Mi faccio coraggio ed
entro in salotto. Mi torturo nervosamente le mani e dico: «Cosa mangiamo per pranzo?Il..il frigo è
vuoto.» Louis non mi guarda, tiene lo sguardo fisso sulla tv mentre mi parla: «non so, ordina una
pizza.» Annuisco e poco dopo mi porge i soldi per poi tornare a guardare quell'orrendo programma
televisivo che stava guardando lo stesso giorno in cui Liam è venuto a prendermi.vCome fa a
piacergli? È così noioso. Quando suonano al campanello mi affretto ad aprire la porta. Una giovane
ragazza con i mano la scatola contenente la pizza mi sorride. «Ed ecco a te.» «Grazie» le sorrido
sincero estraendo i soldi e porgendoglieli. «Buona giornata, ricciolino» mi saluta allontanandosi.
Ricciolino? Rientro in casa e chiudo la porta alle mie spalle. Louis distoglie immediatamente lo
sguardo appena mi volto verso di lui. Mi stava osservando? «Le pizze sono arrivate» lo avviso in
imbarazzo. «Non ho fame.» Bene.È tornato quello scontroso di sempre. ღ Ore 20.27 Cenare non è
mai stato più imbarazzante. Louis non mi guarda in faccia, preferisce seguire un film in tv. Comincio
ad odiare la tecnologia. Fortuna che domani torna sua sorella. Sto per impazzire, seriamente. «Vuoi
un bicchiere di succo?» chiedo per cortesia. Anche se già conosco la sua risposta. «No grazie,
prenderò una birra.» Annuisco non lanciando trasparire la mia delusione e mi alzo per prendere la
bevanda al succo di arancia, la mia preferita. Devo solo restare forte, domani sera Carly sarà a casa e
tutto tornerà normale. Apro il frigo. Faccio vagare il mio sguardo all'interno per trovare ciò che cerco.
Sento una presenza alle mie spalle. Mi volto e incontro lo sguardo di Louis. «Non mi piacciono i
ragazzi, Harry.» Lo fisso sconvolto.Se il suo obbiettivo è quello di mettermi in imbarazzo, ci sta
riuscendo benissimo. Continua ad osservarmi con quel suo sguardo indecifrabile. Mi mette in
soggezione. «Che guardi?» chiedo forse un po' troppo acido. Ripeto, vorrei leggere nel pensiero.
Magari ora avrei un'espressione meno confusa. Averlo così vicino senza poterlo toccare è doloroso.
Vorrei abbracciarlo e unire le mie labbra alle sue ma sarebbe stupido. Vivere qui con Louis mi sta
trasformando in una ragazzina vera e propria. Louis fa un passo verso di me. Mi sposta un riccio dal
viso provocandomi brividi per tutto il corpo. "Non mi piacciono i ragazzi" Mi ha fatto capire
gentilmente che non è interessato. E perché continua a guardarmi in quel modo? Sono frustrato e
confuso. Una lacrima scivola sulla mia guancia. Mi pento immediatamente. L'espressione di Louis
cambia radicalmente, sembra...dispiaciuto? Devo ricordarmi di non piangere mai più, sto diventando
troppo sensibile. Louis poggia un dito sulla mia guancia e elimina la lacrima che era precedentemente
scesa. Separo le labbra per la sorpresa. Il suo tocco è delicato. Poi improvvisamente poggia le labbra
sul punto dove era presente la lacrima. È un messaggio? L'atmosfera cambia di colpo.Sento il cuore
battere irregolarmente,le gambe cedere e un insopportabile groppo in gola. Louis si avvicina alle mie
labbra e mi coglie di sorpresa. Mi bacia. È lui a volerlo. Lascio libero accesso, la sua lingua cerca
immediatamente la mia e il suo calore mi invade. Poggio le mani sulle sue spalle mentre mi attira più
vicino. Incastra le mani fra i miei ricci mentre continua a baciarmi con foga. Sento le sue braccia
cingermi i fianchi. Mi incoraggia a circondare il suo bacino con le mie gambe. Sono fra le sue braccia.
Non sento più il pavimento sotto di me perché lui mi regge con forza, io mi aggrappo alla sua
maglietta. Ed è così in fondo, quando sono con lui mi dimentico di tutto, non mi sorprenderebbe se
dimenticassi persino il mio nome. Mi ha appena detto che non gli interesso, e ora mi sta baciando
come se fosse la cosa più normale del mondo. Avrei alcune domande.Ma decido di rimandarle a più
tardi. Quando siamo nel suo letto, continua ad accarezzare i miei ricci facendomi sorridere. «Ho
sempre desiderato farlo» ammette. Mi avvicino al suo corpo e cerco rifugio fra le sue braccia. Mi
stringe mentre continua a riempire il mio viso di baci. Non mi sono mai sentito meglio. «Ho paura»
confesso. «E di cosa?» chiede Louis confuso. Non rispondo,mi accoccolo fra le sue braccia e poco
dopo mi addormento. Quella notte non ho nessun incubo. ღ Il giorno dopo arriva in un attimo, e lo
passiamo conoscendoci meglio. Ogni scusa è buona per scambiarci qualche bacio. Non gli ho
raccontato molto della mia famiglia, sa solo che non ho più nessuno. «La mia ultima ragazza è stata
Eleanor Calder» confessa Louis rispondendo alla mia ennesima domanda privata. «Una compagna di
scuola?» tento. «Più o meno. È davvero un ragazza particolare. Dovresti conoscerla un giorno.» «Sei
ancora in contatto con lei?» il solo pensiero che Louis possa improvvisamente stancarsi di me mi
terrorizza. E pensare che è passato solo un giorno. «No, però so dove abita. Insomma, il primo amore
non si scorda mai» esclama sorridente. «E tu? Ultima ragazza?» chiede interessato. Scuoto la testa
imbarazzato. «Ultimo ragazzo?» prova. «Non mi va di parlarne Lou» ammetto. «Non mi dire che
non ne hai mai avuto uno! Non ci credo. Sei un bel ragazzo, avanti!» Arrossico. Mi trova un bel
ragazzo. Il pensiero mi rende felice. «Posso..baciarti?» domando insicuro. «Fai pure» sorride lui.
Mio dio, è così bello. Mi avvicino e con le mie labbra sfioro le sue. Louis prontamente circonda i
miei fianchi avvicinandomi. «Mi sento vecchio...sei così piccolo» ammette divertito sulle mie labbra.
Trattengo un sorriso mentre gli lascio un bacio leggero sulle labbra. Presto mi ritrovo premuto contro
il frigorifero mentre Louis cerca inutilmente di baciarmi. Continuo a pensare alla frase che ha appena
detto e non riesco a non ridere. «Harry!» si lamenta lasciandosi scappare un sorriso. «Ti odio» dice
sottovoce. Mi avvicino e gli lascio un altro bacio sulle labbra sempre più divertito. In quell'esatto
momento, la porta di casa Tomlinson viene aperta. E una persona fa il suo ingresso in casa
guardandoci sconvolta.

CAP 5 💙💙💙💙💙💙💙

Liam ci osserva sbigottito.Louis si allontana immediatamente dal mio corpo, come se fosse stato
scottato.Sento le gambe che tremano per la paura. E ora che cosa succederà? Siamo nei guai?«Io..noi
possiamo spiegar-»L'entrata inaspettata di Carly impedisce a Louis di terminare la frase.«Harry! Sei
ancora intero!» esclama sarcastica stringendomi in un abbraccio caloroso. Ricambio debolmente.
Liam può rovinare tutto da un momento all'altro. E non gliene farei una colpa, anche io sarei
sconvolto al suo posto. So che quello che è successo fra me e Lou è sbagliato. Lou? Da quando ho
cominciato a chiamarlo in questo modo?Comincio ad essere preoccupato per la mia sanità
mentale.Carly scioglie l'abbraccio sorridendomi dolcemente. «Mi sei mancato tantissimo.»«Anche tu»
ammetto.Poi si volta verso Louis e lo abbraccia con meno entusiasmo. È evidente che si dimostrano
affetto in modo particolare quanto lo è la paura visibile dipinta sul volto del ragazzo dagli occhi color
cielo.«Spero che tu non lo abbia terrorizzato troppo» scherza Carly sorridendo divertita.«Vado in
camera.» Louis sale le scale troppo in fretta. Stronzo, mi ha lasciato da solo.«Oh Liam grazie per
avermi aiutato con le valigie» sorride riconoscente Carly.Quindi era qui per aiutarla con le valigie.
Non so se sia una fortuna.«Figurati» risponde Liam lanciandomi un'occhiata indecifrabile. Poi saluta e
come se non fosse successo niente, torna a casa.Finalmente respiro. Liam non ha fatto la spia ma
credo che meriti delle spiegazioni. Penserò a lui dopo, credo.«Su Harreh aiutami a disfare le valigie»
ordina Carly felice.«Come è stata la vacanza? Raccontami.»Carly comincia a descrivere nei minimi
dettagli ogni momento di quella settimana e per mia sfortuna inserisce dettagli anche dove non
sarebbe necessario.ღOre 15.59Entro finalmente nella nostra stanza e lo trovo seduto sul suo letto
mentre presta attenzione a quel dannato pc.Mi siedo al suo fianco, attento a non sfiorarlo. Non so bene
come comportarmi, lui è così imprevedibile.«Pensi che Liam parlerà?» domando osservando i tratti di
quel viso che ormai mi ostino ad analizzare dalla prima volta che l'ho visto.Continua a tenere lo
sguardo puntato sul pc.«Farà meglio a farsi gli affari suoi» replica inespressivo.Rimango in
silenzio.Improvvisamente il cellulare di Louis squilla interrompendo quello spiacevole silenzio.«Sì?
Dimmi. Okay, penso io ad avvisare El. Alle cinque. Ci vediamo più tardi.»«Chi era?» mi informo.Chi
è El?«Zayn.» si alza dal letto spegnendo il pc e si dirige in bagno lasciandomi solo a riflettere.Beh,
almeno mi ha risposto.Sta ricostruendo il muro che speravo stesse crollando. Questo ragazzo è così
lunatico.Poco dopo esce dal bagno pronto per uscire. Esce? E dove va?«Dove stai andando?» chiedo
spostando un riccio ribelle dalla fronte.Louis mi guarda male. «Che cosa ti fa pensare di essere tenuto
a saperlo?»E con questo esce dalla stanza.È bipolare, assolutamente. È l'unica spiegazione. Per la
prima volta, la rabbia prende il sopravvento sulla delusione. Mi sento offeso. Perché si ostina a
comportarsi così? Un attimo prima è gentile e l'attimo dopo mi ordina di stargli alla larga. Non lo
capisco. Ho bisogno della compagnia di Carly, lei saprà certamente farmi star meglio. Anche se non le
dirò niente, non posso.Scendo le scale e passo il resto del pomeriggio con l'infermiera che mi ha
salvato la vita, l'unica che mi fa sentire in pace col mondo.L'unica?Metto a tacere le voci della mia
mente.ღ«Louis non torna per cena?» cerco di assumere un tono piuttosto indifferente.«Non ti starai
per caso affezionando?» scherza mettendo a cuocere la pasta.«Era pura curiosità» mento.«Comunque
no. È con amici.Non so quando torna. Conoscendolo, è meglio non aspettarlo.»Annuisco mentre una
strana sensazione fastidiosa si propaga nel petto, la ignoro.«Vieni, aiutami.» dice in difficoltà. «Ah
quasi dimenticavo. Liam mi ha chiesto di domandarti se domani volete fare un giro per la città. Siete
diventati amici?»Oddio. So bene di cosa vuole parlarmi.«Già» Annuisco poco convinto.«Fantastico.
Sono felice per te Harry» rileva sincera.La cena passa in fretta. Carly non fa altro che parlarmi di
quanto Londra sia fantastica e del caratteraccio del suo compagno, Edward.Io l'ascolto, o almeno ci
provo ma la mia testa è da un'altra parte. Carly sembra notarlo ma fortunatamente non fa
domande.Finalmente è arrivata l'ora di andare a letto. I pensieri sono tanti. Chissà dov'è Louis in
questo momento. Sta diventando un'ossessione e sinceramente ne sono spaventato. Il mio padre
biologico sin da piccolo mi ha insegnato che è stupido affezionarsi troppo a qualcuno, tanto poi se ne
andranno. Infatti alla fine se n'è andato anche lui, lasciando me, mamma e Gemma soli, senza
protezione. Ha abbandonato la sua famiglia e io mi sono comportato da stupido perché non ho
ascoltato il suo consiglio. Mi sono affezionato a mio padre, ma d'altronde come può non essere così?
Quando pensavo che la felicità fosse tornata tra le mura della nostra casa, grazie a John, il nuovo
compagno della mamma, tutto è andato in frantumi cogliendomi di sorpresa. Non ero pronto a
rimanere di nuovo solo...non con un peso così grande addosso...e poi...Basta.Interrompo il flusso dei
miei pensieri. Devo fare come dice il dottor Smith, abbandonare il passato.Non sarò mai felice,
altrimenti.Ma la merito? Merito davvero la felicità?E poi perché sono ancora sveglio a quest'ora? Non
devo aspettarlo. Lui si starà divertendo chissà dove e io sono la solita ragazzina che lo aspetta come
un deficiente.Come vorrei che mia madre fosse accanto a me in questo momento, lei saprebbe di
sicuro cosa fare. Mi darebbe qualche consiglio rendendo tutto meno confuso.Carly mi viene a dare la
buonanotte, ma so che è solo una scusa per assicurarsi che non sia crollato a causa dei sensi di colpa
come mi succedeva spesso in ospedale. È strano pensare che lei sa tutto di me, tutte le mie stranezze e
tutti i miei difetti. Eppure resta, mi rimane accanto come nessuno ha più fatto da quando....Meglio
dormire. Chiudo gli occhi e poco dopo tutto diventa buio.Mi sveglio di soprassalto. Faccio per
muovermi ma mi ritrovo bloccato.Quando noto un braccio che mi circonda la vita capisco di non
essere solo nel mio letto. E sarà perché mi sono appena svegliato o perché ultimamente ho paura di
qualsiasi cosa ma sto per urlare.Poi uno shhh sussurato al mio orecchio destro mi fa improvvisamente
tranquillizzare. È lui, Louis. È solo lui.Aspetta. Appunto! Lui non dovrebbe essere nel mio letto!Mi
giro verso di lui e gli lancio un'occhiataccia.«Cosa vuoi ora?» cerco di sembrare acido ma lo faccio
solo sorridere.Ah, sono divertente.«Sei sempre così quando qualcuno ti sveglia?Perché se è così,ti
giuro che non lo farò mai più.» dice divertito.Ma non lo capisce?Questo ragazzo è più lunatico di
qualsiasi donna mestruata.«Non sei divertente» borbotto offeso.«Dormi. È tardi. Non volevo
svegliarti, mi dispiace» si giustifica sempre meno serio.Il modo in cui mi stringe mi fa arrossare le
guance ma fortunatamente è buio.«Chi ti ha autorizzato a venire nel mio letto?» lo rimprovero con
l'ombra di un sorriso sulle labbra.Mi lascia un bacio sulla guancia e mi ordina di tornare a
dormire.Quello basta a farmi rilassare. Magari domani nemmeno mi guarderà in faccia e forse mi sto
affezionando a Louis Tomlinson ma poco importa. Aprezzo il momento perché fra le sue braccia mi
sento al sicuro. Spero di non prenderci l'abitudine. E la cosa che mi fa battere il cuore è che è venuto
di sua spontanea volontà. Poggio la testa sul cuscino e mi addormento cullato dalle sue carezze
leggere che possono sembrare poco per qualcuno ma che in me, accendono una piccola speranza.

CAP 6 💙💙💙💙💙💙

«Quindi...credo tu mi debba delle spiegazioni» suggerisce Liam seduto di fronte a me.Siamo in questo
bar da un quarto d'ora ormai. È ora di cominciare a parlare, anche se sono terrorizzato. Prendo un
sorso del mio the e guardo Liam intimidito.«Io...è..quello che hai visto...è così» balbetto osservando il
mio bracciale, quello che mi ha regalato Mark.«Non si è capito molto, sai?» Il castano abbozza un
sorriso che mi tranquillizza di poco.«Louis sapeva che oggi mi avresti visto?» aggiunge.«No»
rispondo sincero.«Okay. Senti per me..quello che ho visto è forse...okay, penso che per me sia okay.
Voglio solo che tu mi spieghi meglio. Non ho affatto intenzione di giudicarti» mette in chiaro
Liam.Mi lascio andare e respiro sollevato.«Io..credo che mi piaccia?» provo a disagio.«Okay e Carly
non ne sa niente?»«No».«E Louis com'è con te? Ne avete parlato seriamente?»«Con me...lui è
gentile» confido diventando leggermente rosso sulle guance.Liam pare addolcirsi. «Ne sei certo? Io lo
trovo piuttosto scontroso e soprattutto, pensavo fosse interessato..alle donne, intendo.»«È gentile e poi
si chiude. Poi torna gentile..è lunatico, credo» ammetto.«Sono preoccupato per te.» Il castano prende
un sorso del suo caffè mentre mi osserva dubbioso.«Ti prego non dirlo a Carly!» lo supplico
disperato.«Io...non so-»«Ti prego Liam!» insisto.Alza le mani in segno di resa «Okay okay. Hai
vinto.»Sorrido contento.Comincia a starmi sempre più simpatico. ღ«Quindi tornerai a lavoro domani.
Di già?»«Harry non posso mancare ancora, rischio di essere licenziata. Lo stipendio di Louis non è
sufficiente» spiega Carly.Louis ha un lavoro?«Che lavoro fa?» mi informo curioso.«Chi?» chiede
confusa.«Louis».Mi guarda divertita.«Meglio che tu non lo sappia Harreh. Avanti, Liam ci aspetta in
auto. Andiamo.»«Non chiamarmi Harreh!» protesto imbarazzato.Una volta in auto di Liam, lui e
Carly cominciano a parlare di una certa Sophia. Io sono immerso nei miei pensieri. Qual è il lavoro di
Louis? Sarebbe così scioccante venirne a conoscenza? Magari fa il commesso...qualcosa mi dice che
mi sbaglio.Una volta arrivati a destinazione entriamo in un supermercato.«Ho intenzione di rinnovare
il guardaroba di Harry» asserisce contenta Carly.Liam si gira verso di me lanciandomi uno sguardo
divertito.«C'è Niall! Ehi biondino! Siamo qui! Qui!» grida Carly facendomi sobbalzare. Quando
vuole, Carly riesce a spaventarmi.Un ragazzo biondo sorride nella nostra direzione e si avvicina a
passo svelto abbracciando di slancio Carly, poi Liam e infine mi osserva curioso.«E lui è...»
chiede.«Harry, il mio piccolino» mi presenta orgogliosa Carly.Ma che..?«Oh, il tuo piccolino.» Niall
sorride divertito. Mi sento in imbarazzo. Non finirò mai di fare pessime figure. «Io sono
Niall.»«Piacere..di conoscerti» farfuglio rosso sulle guance, che novità!«Vi faccio compagnia. Dove
si va?» domanda il biondo.«A comprare vestiti nuovi al mio piccolino.»«Carly ti prego...» mormoro
abbassando lo sguardo.Niall scoppia a ridere e Liam accenna un sorriso divertito dalla situazione.Io
non ci trovo niente di divertente.ღDopo cena torno in camera. Louis arriva dopo qualche
minuto.Cenare è stato piuttosto imbarazzante. Soprattutto quando Louis ha cominciato a fare battute
perverse fissandomi insistentemente. Carly sembrava sospettosa e io stavo per morire di
infarto.Chiude la porta a chiave .Si gira nella mia direzione e mi sorride divertito.«Tu...sei
impazzito!» esclamo sconvolto guardandomi le scarpe.«Mi stavo solo divertendo» si giustifica e
improvvisamente si fa vicino più del dovuto. «Guardami» sussurra.So che non dovrei obbedire, ma è
davvero più forte di me.E boom, mi ritrovo a fissare quegli occhi che fanno parte dei miei pensieri da
troppo tempo. Non so cosa fare. Sembra un Dio, qui, davanti a me. Non mi sento abbastanza e non so
che gli passa per la testa,cosa peggiore.Si china e mi fa sdraiare. E sopra di me, mi fissa con
insistenza. Mi sento a disagio. Mi afferra i polsi e li porta in alto, mentre il suo viso si avvicina
pericolosamente al mio.Il mio cuore sta per scoppiare. Lo stomaco è in subbuglio.Le sue labbra
scottano quando si posano sulla mia guancia.«Mmhh..adoro quando arrossisci» mormora sulla mia
pelle.Non riesco a rilassarmi. Ho tanta paura. Lo desidero ma...lui è così complicato. E se stessi
sbagliando?Sospiro quando lascia una scia di baci lungo il mio collo. Il tutto con una lentezza
estenuante.«Io...per favore...» farfuglio sempre più accecato dalla sua vicinanza.«Cosa? Cosa vuoi?»
sussurra guardandomi con i suoi occhi luminosi. Vorrei osservare i tuoi occhi per sempre . Vorrei
trovare un aggettivo adeguato per descriverli.«Tu...baciami».Lo guardo in attesa con gli occhi che
brillano dalla curiosità e dall'eccitazione.Non se lo fa ripetere due volte.Le sue labbra si uniscono alle
mie in un lento bacio. Non posso muovermi, il suo corpo me lo impedisce. Scontra il bacino contro il
mio e mi lascio scappare un gemito.Cerco di divincolare i polsi dalla sua presa, ma questo non fa altro
che divertirlo. Carly potrebbe entrare da un momento all'altro e io non riesco ad allontanarmi dalle sue
labbra. Sono calde e screpolate. La sua mano si insinua sotto la mia felpa, trattengo il respiro.La
suoneria del cellulare di Louis interrompe quel momento imbarazzante. Anche piacevole.No, solo
imbarazzante.Odio litigare con me stesso.Louis sbuffa per poi afferrare il cellulare, allontanandosi dal
mio corpo."Pronto? No, è tutto ok.Cosa? Già, me ne ero dimenticato.Mi dispiace.Tranquillo,
arrivo."Lo osservo impotente mentre ordina in fretta i capelli. Pessimo tentativo. Ora è peggio di
prima. Ma è comunque bellissimo per me.«Come sto?» chiede interrompendo i miei pensieri. «Perché
stai sorridendo?» un sorriso malizioso gli increspa le labbra.Cosa? Sto sorridendo?«Stai bene»
rispondo ignorando la sua domanda.Scuote la testa sghignazzando.«Dove vai?» mi informo dubbioso.
Deve sempre uscire? Non è mai a casa.Okay, e a me cosa importa? Oddio. 'Ho bisogno di uno
psicologo' penso sarcastico. Poi un ricordo riaffiora improvvisamente puntando dritto al mio cuore:
Gemma. Lei aveva uno psicologo, da quando il suo ex aveva cominciato a picchiarla. Io cercavo di
difenderla, ma sono sempre stato troppo piccolo, inutile...un impiccio.«Esco» riponde ovvio Louis
riportandomi al presente.«E dove vai?» preciso.«Vuoi sempre sapere tutto piccoletto?» mi osserva
divertito. Mi piace quando è di buon umore. «Vado a lavoro» dice poi.Lavoro.«Lou, che lavoro fai?»
chiedo innocentemente.«E a te cosa importa?» l'ombra di un sorriso si dipinge sul suo viso.Lo
sospettavo.«Voglio saperlo davvero. Prendimi sul serio» brontolo offeso.«Faccio il barista» risponde
annoiato. «Ora devo andare. Ci sentiamo stasera, ok?» si avvicina e mi lascia un bacio casto sulle
labbra. Ha un buon profumo. Mi ha baciato prima di uscire, come fanno le coppie. Vorrei saltare per
casa e urlare ma credo non sia il caso, non con Carly al piano inferiore. Sorrido come un ebete, gli
occhi che brillano e il sorriso che non vuole scomparire dal viso.È già qualcosa, no? È stato gentile
con me.Ho cose più importanti a cui pensare ora.Scendo le scale e chiedo a Carly se posso usare il suo
cellulare per chiamare un amico.«E quale amico, sentiamo.» Carly sorride divertita.«Ho
conosciuto..uhm..qualcuno quando sono uscito con Liam» mento ma lo faccio per una buona causa.
Forse.Il volto di Carly si illumina dalla felicità. «Harry ti sei innamorato? E lei come si
chiama?»«Non sono innamorato. È solo un..»«Amica o amico?» sorride maliziosa.«Amica» forse è
più convincente.Continua a sorridere entusiasta mentre mi porge il cellulare. La ringrazio e torno in
camera.Mi dispiace mentire ad una delle persone più importanti della mia vita ma sono sempre stato
un tipo piuttosto curioso. Non riesco a cambiare. So che la curiosità mi porterà solo guai.Cerco il
numero che mi interessa nella rubrica e schiaccio il tasto verde, la chiamata."Pronto?""Ciao Niall,
sono Harry. Volevo chiederti un favore.""A quest'ora?""Già...""Okay ,dimmi.""Mmm..mi prometti
che non ne farai parola con Carly? Ti prego""Va bene, come vuoi. È qualcosa di grave?""No, no" mi
affretto a negare. Ho paura di sbagliare con le parole."Allora spara.""Sai per caso l' indirizzo del
locale in cui lavora Louis?"

CAP 7 💙💙💙💙💙💙💙💙

«Ancora non so perché mi sono lasciato convincere» brontola Niall mentre guida.Non è stato facile
convincere Niall. Non ci conosciamo troppo ma chiamare Liam sarebbe stato troppo rischioso, so che
vuole che non mi accada niente e sa già troppo. Non posso credere che Carly non si sia accorta che
sono uscito dalla finestra. Per la prima volta mi sono sentito vivo, era come se stessi trasgredendo le
regole di un genitore. Ed era divertente, sono tutt'ora divertito. Niall è un ragazzo divertente. Non tutti
si sarebbero offerti di accompagnarmi in un locale alle due del mattino.Comincio ad avere sonno ma
sono troppo curioso. Scommetto che Louis non mi ha detto tutta la verità, perciò voglio scoprirla da
solo. Muoio dalla voglia di sapere che lavoro svolge.«Senti, se Carly ne viene a conoscenza, io non
c'entro niente. Ok?» si assicura Niall fissandomi serio.Annuisco con foga. «Puoi stare tranquillo...e
grazie».L'irlandese accenna un sorriso e parcheggia l'auto davanti un edificio.«È qui che lavora?» mi
informo curioso.Niall sbuffa «Mi sto già pentendo di averti accompagnato. Senti, questo posto..non è
molto raccomandabile. Carly mi ammazzerebbe se sapesse che ti ho portato qui. Non mi va di entrare,
non mi piace la situazione lì dentro. Ti aspetto qui fuori. Fa' attenzione ok?»Una delle cose che adoro
di Niall è la sua comprensione e la sua disponibilità, se hai bisogno di qualcosa lui c'è sempre e non
vuole sentire spiegazioni. Gli basta aiutarti senza voler sapere troppo.«È così terribile quel posto?»
domando.In risposta Niall annuisce.«Sta' attento.»Annuisco e quando sto per uscire mi fermo e torno
a guardare Niall: «Non restare qui,non voglio recarti altro disturbo...sono certo che Louis potrà
accompagnarmi a casa. Tornerò con lui..uhm..grazie Niall.»Niall scuote la testa sorridendo. «Dubito
che il fratello di Carly possa essere gentile con qualcuno ma..beh, okay. Se hai qualche problema
chiama...Liam.» sorride di nuovo.Scoppio a ridere. «Lo farò.»«Vai via, prima che ci ripensi» ordina
Niall.Sorrido ed esco in fretta dall'auto. Ci siamo. ღAppena entro nel locale l'odore nauseante di fumo
e alcool mi investe.Mi guardo intorno e sbarro gli occhi. La gente è ammucchiata mentre balla senza
un minimo di dignità. Sono quasi nudi.Ok, forse sto solo esagerando. È un locale, è ovvio che sia
colmo di adolescenti vestiti...o meglio non vestiti, ubriachi. Mi faccio spazio fra le persone alla ricerca
del fratello di Carly. Un po' mi infastidisce che lavori in un posto del genere.Un ragazzo si piazzia di
fronte la mia figura. Lo osservo accigliato, sto per chiedergli gentilmente di lasciarmi libero il
passaggio ma lui mi anticipa:«Come ti chiami ragazzino?»E a te cosa importa?«Harry» farfuglio a
disagio.Passa la lingua sulle labbra e mi osserva in modo quasi spaventoso.Cosa vuole da
me?«Scusa..io..devo andare...» balbetto cercando di superare la sua persona ma vengo afferrato
bruscamente dal polso.Il mio cuore perde un battito, ma questa volta il motivo è diverso. Un brivido
di paura passa su per la mia schiena.«Dove vai? Mh?» domanda con un tono gentile, ma i suoi occhi
dicono tutt'altro.Non rispondo. Rimango in silenzio mentre lo fisso spaventato. Il mio cuore batte così
forte che la cassa toracica potrebbe distruggersi da un momento all'altro. Sento gli occhi farsi
improvvisamente umidi. Ho paura e forse Niall aveva ragione. Sono uno stupido.«Senti piccolo, mi
piacerebbe che tu venissi con me. C'è una stanza per quelli come noi.Vieni, su.» Stanza?Quale stanza?
Non voglio andare con lui.Scuoto la testa.«Harry, non era una domanda.»Cerco di divincolarmi dalla
sua presa. La vista diventa sempre più sfocata, il ragazzo di cui non conosco il nome si avvicina
circonandomi i fianchi. Mi sussurra qualcosa all'orecchio che nemmeno capisco.Non voglio.«Nick ti
conviene lasciarlo andare.»E forse sarò anche un bambino ma quando la voce di Louis mi arriva alle
orecchie mi sento sollevato. Lui è qui. Non c'è di niente di cui aver paura. È come quando un bambino
si perde nel supermercato e ritrova finalmente la mamma. Mi sento esattamente così.Louis mi afferra
dal braccio e mi attira a sé. Non ci penso due volte a circondargli i fianchi. Poggio la testa nell'incavo
del suo collo. Chiudo gli occhi, come se fra le braccia di Louis quel ragazzo non potesse più
vedermi.«Va' a farti un giro» ordina Louis minaccioso. Mi farebbe paura se si stesse rivolgendo così a
me.Nick riduce gli occhi a due fessure. «E tu chi sei?Il suo angelo custode?»«Sono quello stronzo che
ti spaccherà la faccia se ti avvicini un'altra volta a questo ragazzo.»Nick sembra afferrare il concetto
perché poco dopo getta la spugna.Non mi sono mai sentito peggio.Louis si allontana immediatamente
dal mio corpo, lasciandomi ferito e confuso. Continua a stringermi il polso.«Che cazzo ci fai qui?» mi
guarda in cagnesco.Oh merda.«Io..ero venuto..a trovarti, credo.»«Non provare mai più a venire qui!
Sei un irresponsabile. Io non ci posso credere...hai idea di quello che sarebbe potuto accaderti se non
fossi arrivato prima? Quel lurido verme ti-»«Lou mi dispiace» piagnucolo.«Non me ne fotte un cazzo!
Sei un ragazzino. Non capisci niente. Cosa pensavi di scoprire venendo qui? Mh? Cos'è? Ti
interessano le camere dove la gente sfoga i propri ormoni? Sono in fondo a sinistra se sei interessato.
Non posso credere che tu sia venuto qui..è ovvio che non hai avuto problemi nell'entrare proprio
perché è un posto di merda, e tu ne hai approfittato.»Aumenta la presa sul mio polso.Comincia a farmi
paura. È furioso. Forse non sarei dovuto venire.«Lou mi stai facendo male.» Non risponde ma
continua a stringere. «Louis!»Sembra risvegliarsi da un brutto sogno. Mi guarda spaesato. Poi sembra
dispiaciuto.Allenta la presa mentre mi trascina al bancone dove si ordina.«Zayn puoi coprirmi?»
chiede. «Devo accompagnare a casa Harry.»Il moro, Zayn, mi osserva incuriosito. «Sicuro» annuisce
divertito. Ma Louis non lo è affatto.Il viaggio in macchina è silenzioso. Louis non mi guarda
nemmeno, mi sta ignorando. E Carly ha cominciato a chiamarmi, evidentemente si è accorta della mia
assenza. Le spiegherò quando tornerò a casa, o cercherò di inventare qualcosa.Alla fine del lavoro di
Louis non ho scoperto molto. Anzi, diciamo che non ho scoperto niente. Ma c'è ancora qualcosa che
mi nasconde. Lo sento.L'auto si ferma.«Meglio che vai. Carly sarà preoccupata» dice Louis
guardando di fronte a sè.Non sarei dovuto venire, questo è ovvio. Ma perché è così arrabbiato?
Insomma, Carly dovrebbe essere furiosa, non lui. Non lo capisco.«Tu non vieni?» domando
timidamente.«In questo momento dovrei essere a lavoro.Non mi far perdere tempo. Vai.»Annuisco ed
esco dall'auto.Odio quando si comporta così. Si chiude in sé stesso e non si lascia aiutare. Lo odio.
Arrivo di fronte la porta di casa che viene aperta da una Carly evidentemente disperata. I sensi di
colpa si fanno spazio nel mio cuore.ღIeri sera Carly mi ha permesso di dormire con lei. Aveva paura
che avessi uno dei miei odiosi incubi. Ho dormito bene, grazie a lei. Sono stato uno stupido. Dovevo
mettere a tacere la mia curiosità e non diventare un peso ancora più insopportabile per Carly. Louis,
invece non è tornato durante la notte. Sono preoccupato ma Carly prima di andare a lavoro mi ha
assicurato che non è una cosa nuova. Mi ha confessato che ultimamente rimane più spesso a casa, non
conosce il motivo. Io invece sono arrossito, come al solito. Poi è spuntata la solita vocina nella mia
mente "cosa ti fa credere di esserne tu la causa?".Sono confuso e preoccupato. Carly prima di uscire
mi ha acceso uno strano aggeggio chiamato wii , non sono capace di usarlo. Ma non l'ho ammesso
davanti alla mia ex infermiera perché questo sarebbe significato farle perdere altro tempo. Mentre
cerco di capire come diavolo funzioni, il telefono di casa squilla.Mi affretto a rispondere,non prima di
essere caduto rovinosamente a terra ovviamente."Pronto?""Harry? Sei tu?""Sì..tu chi sei?""Sono
Liam" risponde."Carly è a lavoro.""Lo so. Ho chiamato per te infatti."Oddio"Ah?Ok...hai bisogno di
qualcosa?""Vorrei uscire con te di nuovo per parlare..Ma sai com'è Carly, dice che non devo starti
addosso. Potrei stressarti. È così?"Carly e le sue mille preoccupazioni. Mi piace avere qualcuno che si
preoccupa di me."Non mi dispiacerebbe vederti. Sei divertente.""Davvero?" immagino che Liam stia
sorridendo."Certo." "Ok Harry, potremmo..uhm smettila! Sparisci. Sto cercando di
comunicare.""Cosa?" ma che dice?"Scusa, Niall mi sta assillando. Vorrebbe venire anche lui.""Oh..si
certo!""Bene. Facciamo il prossimo lunedì ok? In biblioteca magari.""Sì""Ok,biblioteca scartata.Niall
ha gusti particolari. Che ne dici di un bel ristorante?'«Dì di sì!» sento Niall urlare dal telefono.
Sorrido."Okay. Ristorante sia.""Grazie a Dio" Liam sospira."Potremmo uscire
verso-"Improvvisamente la porta di casa viene aperta."Liam devo andare.Ci sentiamo un'altra volta.
Ciao." chiudo in fretta la chiamata.Una ragazza entra nell'appartamento. È davvero carina ma questo
passa in secondo piano. Al suo fianco c'è Louis, la ragazza lo sta sorreggendo. La faccia di Louis è
ridotta uno schifo.Oddio.Cosa è successo? Una rissa? Cosa?Non riesce nemmeno a camminare,
zoppica. Rimango impalato mentre sento gli occhi farsi lucidi. Perché sono così emotivo? In quel
momento Louis alza gli occhi su di me e sembra sorpreso di trovarmi a casa.Cosa diavolo gli è
successo?

CAP 8 💙💙💙💙💙💙

«Mi dai una mano?» La voce della ragazza mi distrae dai miei pensieri. Mi avvicino ma Louis
borbotta un qualcosa del tipo «ce la posso fare da solo» che mi fa indietreggiare di un passo. «Cosa è
successo?» chiedo alla ragazza una volta che Louis si sdraia sul divano. «Loulou risponde alle
provocazioni, ecco cosa succede» sorride la ragazza. «E io sono Eleanor, l'amica dell'idiota.» Eleanor.
«Idiota a chi?» Louis la guarda male, ma si vede che anche lui, come Eleanor, sta trattenendo un
sorriso. Il modo in cui si punzecchiano giocosamente mi irrita. «Hai del disinfettante o qualcosa del
genere?» si informa Eleanor avvicinandosi al ragazzo. Annuisco e vado in bagno, dove prendo
cerotti, pomate e disinfettante. Torno in salotto dove Louis e Eleanor parlano piuttosto vicini. Lui le
regala un sorriso che mi fa perdere un battito, è bellissimo anche pieno di lividi. Una sensazione non
nuova si diffonde nel mio stomaco raggiungendo il mio cuore. Gelosia. Chi è questa ragazza? Perché
sono così in confidenza? Mi avvicino e porgo alla mora tutto il necessario per curare Loulou. Che
soprannome ridicolo, o forse mi infastidisce che sia stata lei a sceglierlo. Deve accorgersi di come la
guardo perché improvvisamente domanda: «tutto ok?» Annuisco e forzo un sorriso. Starei meglio se
tu non ci fossi. Da quando sono diventato così cattivo? Abbasso lo sguardo e mi schiaffeggio
mentalmente. «Cosa posso fare...per essere d'aiuto?» Eleanor sorride «Puoi fare un tè, Lou ne va
pazzo.» Non ne avevo idea. A Louis piace il tè. Annuisco e mi dirigo in cucina per tentare di cucinare
un tè decente. Ho fatto viaggiare la mia immaginazione. Credevo che avessi una minima importanza
nel suo cuore. A quanto pare mi sbagliavo, da come mi ha ignorato prima e da come sorrideva a
Eleanor, sì, ho decisamente sbagliato. Come ho fatto a pensare che Louis fosse quello giusto? Lui è un
menefreghista. Non gli importa di niente se non se stesso e i suoi familiari. Io non ne faccio parte, non
c'è spazio per me. Mi stupisco di me stesso, non sto piangendo. Forse tutto sta tornando alla
normalità. Io e Carly, e basta. Il mondo fuori. Non posso credere che mi stessi lasciando andare di
nuovo. Io sono meno di niente per lui. Nessuno può prendere il suo posto, nemmeno Louis. Come ho
fatto a pensare di poter voltare pagina? L'unica persona che mi amava davvero, l'ho persa. Chissà se
lui mi pensa ancora. Io custodisco il bracciale che mi ha regalato gelosamente. Lui farà lo stesso?
Comincio a sentire la sua mancanza. Flashback: «Io e te» sussurra «contro tutti.» «Mia mamma mi
ucciderà» ammetto. «Riesci sempre a rovinare un momento romantico Haz!» mi rimprovera
lasciandomi un bacio all'angolo delle labbra. «Aspetta..Mark...e se..» «Tua madre è uscita no?»
Annuisco. «Allora non c'è niente di cui preoccuparsi.» Non sono d'accordo. «Sì invece.» «Cosa c'è
che non va piccolo?» mi guarda premuroso.Il mio cuore batte forte. «Ho paura.» Mi lascia un bacio
sulla guancia.«Ci sono io. Ti proteggo io. Mi prenderò cura di te.» Lo abbraccio forte. Inspiro il suo
dolce profumo. Si prenderà cura di me. Riuscirò a dirlo alla mia famiglia, quando mi sentirò pronto.
Ma ce la farò. Lui è così dolce. «Mi piace la felpa che indossi. È calda» mormoro nell'incavo del suo
collo. «Harry?» «Mh?» «E se un giorno ci sposassimo?» Fine flashback Il suono del campanello mi
fa tornare al presente. Nel presente non c'è spazio per Mark. Vado ad aprire la porta e quel ragazzo
moro..Zayn!Sì, è lui. Mi sorride. «Posso entrare?» Annuisco e lo lascio passare. Si siede al fianco di
Louis. «Stai meglio?» «Forse. Eleanor è piuttosto brusca nel curare una persona» la voce di Louis è
roca. La ragazza scoppia a ridere divertita. «Oh avanti! Non dire sciocchezze! Ringrazia Dio che ci
sia qualcuno a darti una mano.» Zayn torna a guardarmi. Non reggo il suo sguardo. Mi osservo le
scarpe. «Eleanor..credo di aver sbagliato qualcosa nel preparare il tè» ammetto a disagio. Eleanor
scoppia a ridere. «Non importa. Lou oggi niente tè!» «Sta' zitta» ordina Louis seccato. «El, ho
bisogno di te.» comincia Zayn. «Chris vuole parlarti.» Eleanor sbuffa annoiata. Io rimango in piedi
come un deficiente. Non so come comportarmi. Quando torno a guardarmi le scarpe mi accorgo di
Daisy, il gatto di Carly. La prendo in braccio mentre comincia a fare le fusa. Almeno non sono più
solo. «Dobbiamo andare allora» dice Eleanor. «E mi lasci solo?» chiede Louis sorridendo malizioso.
Abbasso lo sguardo, non posso sopportarlo. Sento le guance farsi rosse, ma non per l'imbarazzo.
«Harry» mi chiama Zayn. Alzo subito lo sguardo guardandolo interrogativo. «Fra una settimana
compio gli anni. Organizzo una festa. Mi piacerebbe se venissi.» Perché vuole che sia presente?
Nemmeno mi conosce. «Ma che-» «Perché no?» Eleanor interrompe Louis. «Io non credo di poter
venire.» confesso. «E perché?» Zayn si alza rimettendosi la giacca. «Uhm..non ho nessuno che mi
accompagni e-» «Se Louis fa l'arrogante, può sempre accompagnarti sua sorella. So che ci tiene
molto a te. Ne sarà felice» esclama Zayn lasciandomi senza parole. Forse ha ragione. Louis non mi
guarda. Stringo Daisy fra le mie braccia e annuisco incerto. «Okay..credo che si possa fare..»
«Perfetto! El andiamo!» dice Zayn allegro. Louis lo guarda in cagnesco e per un attimo mi pento di
aver accettato. «Non mi starete nascondendo qualcosa voi due?» indaga Louis. Eleanor gli si fa più
vicina . «Resti sempre tu il mio preferito.» Posa le labbra sulle sue. Il cuore scoppia nel petto.
Qualcosa dentro di me si spezza. Daisy scende dalle mie braccia e torna a mangiare i suoi adorati
croccantini. Tocco distrattamente il bracciale cercando di darmi forza. Non accade, questa volta non
serve a niente. «Harry ti aspetto eh!» Zayn mi fa un occhiolino ed esce. «Occupati di Lou!» grida
Eleanor prima di uscire. Rimaniamo soli. L'atmosfera è imbarazzante. Louis fatica a muoversi. Non
ho idea di cosa stia facendo. «Serve una mano?» tento preoccupato. Scuote in fretta la testa. Cerca
inutilmente di alzarsi. Poco dopo si arrende e sbuffa. «Forse è meglio se ti riposi» suggerisco.
«Quando torna Carly?» «Non lo so. Dipende.» «Da cosa?» sembra confuso. «Non chiederlo a me.»
«Beh.. allora ti dispiacerebbe accendere la tv?» non gli piace dipendere da qualcuno. È evidente. In
un'altra situazione sarei rimasto intenerito dal suo finto atteggiamento da duro, ma l'immagine di quel
bacio è ancora fresca nella mia mente. Con me ha sempre giocato allora? Ero un gioco? Una
scommessa? Cosa? Accendo la tv. «Grazie» dice titubante. «Uhm puoi togliere questo sacco di
pelo?» sembra imbarazzato, o forse non si sente a sua agio. Proprio come me. Oh, si riferisce a Daisy.
«Certo» prendo in braccio il gatto e mi siedo poco lontano da lui, sulla poltrona. «Perché non torni in
camera?» sembra accigliato. «Devo tenerti d'occhio.» «Tu? Tenere d'occhio me?» trattiene una
risata. «E perché?» Sembra vagamente divertito. Oh, i suoi cambi di umore. Li detesto. «Carly lo
dice sempre» mi giustifico. «Ti dice di controllarmi?» piega la testa sorridendo. «Non esattamente.»
«Sei capace di farmi capire meglio?» «No» rispondo sincero. Sorride «Beh allora puoi restare. Così
mi tieni docchio.» «Non prendermi in giro.» «Hai la coda di paglia tesoro?» «Non chiamarmi
tesoro.» ribatto. «Hai sempre qualcosa da ridire?» «Sì.» «Non ho intenzione di rivolgerti la parola
da questo momento esatto.» Fa' come ti pare. Mi trattengo dal replicare. Forse sarebbe esagerato. Per
un attimo mi è piaciuto punzecchiarlo. Ma non ci sarà nient'altro oltre questo. Mark è tornato ad
occupare la mia mente e ho paura. Ma devo essere forte. Un senso di nostalgia si propaga sotto la mia
pelle. ღ Quando Carly torna ci avvisa che avrà il turno di notte. Quindi dovrò 'occuparmi' di suo
fratello, ma dubito sia possibile. È così orgoglioso e testardo. È stupido non ammettere di sentirsi
poco bene solo per fare il duro. E poi non vuole dirmi cosa ha causato la rissa, il che non fa che
aumentare la mia curiosità. È tutto un mistero Louis Tomlinson. «Devo accompagnarti in camera?»
domando fissandolo. Annuisce sbuffando. Mi avvicino e lo accompagno fino in camera nostra
mentre lo faccio sdraiare sul letto. Poi vado in bagno, prendo ciò che Carly mi ha lasciato prima di
uscire, ovvero medicinali e pomate, e torno da Louis. Sembra assorto nei suoi pensieri.
«Ehm...okay..cercherò di fare piano» farfuglio appena si toglie la maglia. Sono completamente rosso
in viso ma con Louis nei paraggi non è poi una cosa tanto nuova. Gli occhi mi cadono sui tatuaggi e
sul fisico scolpito. Cavolo, fa palestra. L'unico sport che svolgo è camminare. Ha importanza? Non
credo. «Allora?» La voce squillante del castano mi riporta alla realtà. Annuisco forse con troppa
foga perché accenna un sorriso divertito. Mi avvicino e lentamente passo l'ovatta sulle numerose
ferite. Chi diavolo lo ha ridotto in questo stato? Cerca di trattenere i gemiti di dolore e io perdo il
conto delle volte in cui mi sono scusato. Dal torace passo al viso. Oh, il suo viso. Divento, se
possibile, ancora più rosso. Tutto sparisce dalla mia mente, ci siamo solo io e Louis. I suoi occhi si
incastrano perfettamente nei miei causando i battiti accelerati del mio povero cuore. Averlo qui, è
sofferente e confortante. È vicino, ma lontano con gli occhi. Non riesco a spiegarlo. Il suo corpo è
vicino al mio, ma i nostri cuori lo sono? Lui si sta divertendo. È questa la realtà. Io non sarò il suo
gioco. Non c'è altra spiegazione. Non avrebbe baciato quelli lì, altrimenti. Louis continua a
guardarmi senza espressione. I suoi occhi fissi nei miei, provocano peggio di un uragano nel mio
stomaco. Passo la pomata sullo zigomo dentro e socchiude gli occhi. Sta soffrendo e mi dispiace così
tanto. Riuscirò mai a fare pensieri che seguano un filo logico? «Non mi dirai cosa è
successo,cvero?» «Niente di grave.» risponde. « Piano, per favore.» «Scusami» lo guardo
preoccupato. Chi diavolo è stato a ridurlo così? «Mi fa male tutto..» si lamenta sdraiandosi
lentamente sul letto. «Starai meglio» gli prometto sorridendo rassicurante. «Dormi con me?» sorride
malizioso Il mio cuore si ferma. Come può dirmi una cosa del genere dopo tutto quello che è
successo? Io non ho di certo dimenticato. Ho già deciso che non supererò più il confine dell'amicizia
con lui. Essere amici non comprende dormire insieme perciò : «No. Meglio di no.» Coglione!Sei un
coglione Ti sbagli. Avresti potuto passare la notte fra le sue braccia! E domani non mi guarderà in
faccia. Prevedi il futuro? Smettila! Solo un povero deficiente poteva dire no ad una proposta del
genere. Basta litigare con me stesso. Sembro uno psicopatico. L'espressione di Louis si rabbuia in
seguito alla mia risposta e se pensavo che il giorno dopo gli sarebbe passato, mi sbagliavo. Louis ha
passato un'intera settimana ad ignorarmi. Si è lasciato medicare da Carly e se mi guardava, lo faceva
solo per lanciarmi occhiatacce. Questo ragazzo è bipolare. Sicuramente. Non è piacevole essere
guardati con odio da una persona che non ci è del tutto indifferente. Ma forse è meglio così, non darò
problemi a Carly. Ora lo ignoro anche io. Non siamo compatibili. È evidente. Passiamo più tempo a
litigare che a parlare ed è frustrante. Mi sto preparando per andare al compleanno di quel Zayn. Non
potrebbe andare peggio. Mi sono pentito di aver accettato l'invito ma non volevo essere scortese.
«Harry sei uno schianto!» esclama Carly spalancando la bocca entusiasta. Sorrido imbarazzato.
«Grazie» «Ora non vantarti troppo!» mi rimprovera giocosamente. In riposta le faccio una
linguaccia. Quando arrivo a casa di Zayn, trovo la porta già aperta. Entro, mentre Carly continua a
salutarmi dall'auto. Cerco di domare i ricci ribelli e lancio un'occhiata per la sala alla ricerca di
Zayn...o Louis. Qui non conosco nessuno quindi non è che mi senta perfettamente al mio agio. La
festa è come mi immaginavo.Gente che balla, musica assordante e una grande quantità di alcolici.
«Harry!» Mi giro e vengo avvolto dalle braccia di Zayn. «Buon compleanno» mormoro sulla sua
spalla. «Permettimi di presentarti un amico. Harry lui è Brian. Brian lui è Harry, il fratellastro di
Louis Tomlinson, più o meno.» Il ragazzo alto mi porge la mano sorridendomi. «Mi piacciono i tuoi
capelli» commenta. Abbozzo un sorriso «Grazie.» «Cerchi Lou?» indaga Zayn guardandosi intorno.
Mi affretto a scuotere la testa. Zayn sembra sorpreso. «Ne sei certo?» Annuisco sempre più confuso.
«Beh visto che non sei occupato, posso chiederti di ballare?» propone Brian lasciandomi di stucco.
Interesso ad un ragazzo? Io? La mia autostima non è mai stata un granché. Avere un bel ragazzo di
fronte che mi propone di ballare per me significa tanto. È che sono un disastro. Dubito di piacere
davvero a qualcuno. Sono così complicato. Ma d' altronde è solo un ballo. «Non provarci con lui» lo
rimprovera Zayn. «Non ci sto provando.» nega Brian. «E anche se fosse cosa ci sarebbe di male?»
Ok, la situazione sta diventando decisamente imbarazzante. «Lui è....» Zayn non termina la frase.
«È ?» lo incita il biondo. «Lui è Harry» dice Zayn come se avesse senso. «Zayn mi va di ballare. Per
me è okay» spiego sincero. Zayn indurisce la mascella. «Sicuro di non voler parlare con Louis?»
«Sì!» annuisco stufo cercando di mantenere il mio tono gentile e vado a ballare con quel ragazzo.
Brian si muove bene. Riesco a seguirlo. È anche gentile.e premuroso. Poggio la testa sul suo petto e
socchiudo gli occhi. Non ho intenzione di frequentare questo ragazzo, non ora. Non me la sento. I
ricordi di Mark occupano ancora gran parte della mia mente. Non è facile andare avanti, voltare
pagina. E poi c'è Louis. Così incomprensibile. Mi farà diventare pazzo. Louis che con i suoi occhi
sembra illuminare anche le stanze più buie, Louis che cerca di fare il duro quando in fondo è tenero,
Louis che con il suo sorriso spazza via tutti i miei incubi peggiori, Louis che mi fa diventare una
fottuta ragazzina, Louis che riesce a distrarmi da Mark, Louis che è bipolare, Louis che pur avendo
vent'anni si comporta come un bambino quando vuole, Louis che in questo momento ha sbattuto a
terra Brian e lo sta picchiando senza un minimo di pietà.

CAP 9 💙💙💙💙💙💙

Louis, a cavalcioni su Brian, continua a riempirlo di pugni. Ringhia frasi che non arrivano alle miei
orecchie. «Smettila! Louis, smettila!» grido mentre le lacrime scendono lungo le guance. Non l'ho
mai visto così aggressivo. Mi fa paura. Le peggiori immagini mi passano per la testa. Devo fare
qualcosa. Mi avvicino tremante. Brian capovolge la posizione, adesso lui è sopra. Alla paura si
aggiunge preoccupazione. Dov'è Zayn? E perché nessuno fa niente? «Smetterela per favore!» sono
disperato. Non ho altra scelta. Mi avvicino e cerco di togliere Brian dal corpo di Louis. «Ti prego,
Brian, smettila» lo scuoto. Zayn arriva poco dopo, sorpreso quanto me, prende Louis dalle spalle e lo
allontana. Brian si toglie un residuo di sangue dal naso. In questo momento però, lui passa in secondo
piano. Mi avvicino a Louis. «Che cazzo ti è preso?» sbotta Zayn. Louis continua a dimenarsi, sempre
con meno forza. «Lasciami» ringhia Louis. Zayn mi guarda come se aspettasse la mia approvazione.
Annuisco tremante. Il moro si allontana, ma non troppo. Rimane nei paraggi. Gliene sono grato. «Stai
bene?» domando. Il livido sotto lo zigomo conferma il contrario. «Per quanto te ne importa.» Quella
risposta mi lascia spiazzato. «Cosa-» «Ora non cominciare a fare la vittima. Basta che ti lasci un
secondo e te la fai col primo che passa.» Vittima? Io farei la vittima? Per la prima volta ho voglia di
colpire qualcuno. Mi sento offeso e arrabbiato. Chi crede di essere per darmi di...quello che va da un
letto all'altro? «Tu non mi conosci affatto!» ribatto frustrato «Stavo soltanto ballando con un ragazzo,
non sarei andato oltre.E comunque, non meriti nessuna spiegazione. Tu non sei migliore, non dovresti
parlare.» Louis mi lancia un'occhiata spaventosa. «Quel ragazzo ti stava prendendo in giro» sputa con
disprezzo. Lo guardo confuso. «Ti stava prendendo in giro» ripete. «Credevi davvero che fosse
interessato? Qui le persone come te non sono viste di buon occhio. Era un modo per sfotterti.Basta
che ti guardi intorno. Nessuno è frocio qui dentro, nessuno ti vuole.» Quelle parole continuano a
ripetersi nella mia mente. Non riesco a formulare un pensiero o una frase sensata. Mi
stava...prendendo in giro? Fingeva? Perché? Nemmeno lo conosco. Cosa gli ho fatto di così brutto da
portarlo a questo? «Ora non parli più?» Louis mi guarda con cattiveria. «Si vede che sei un
ragazzino. Pensi che tutti siano buoni e gentili pronti ad accettarti, come Carly, ma ti sbagli. Non
capisco nemmeno perché Zayn ti abbia invitato. Qui nessuno gradisce la tua presenza, sei solo uno
psicopatico. E per peggiorare la situazione, sei persino frocio. Sai perché continui ad avere incubi? Sai
perché Brian ti odia? Sai perché qui nessuno ti vuole? Tu sei solo. Carly può anche essersi
affezionata, ma questo non cambierà le cose. È pietà, quello che la gente prova per te. Un ragazzo che
non vive la sua adolescenza, ossessionato dal passato e incredibilmente ingenuo. Non sono quelli
come te che andranno avanti nella vita. E sai che ti dico?-» Mi faccio spazio fra le persone. Cerco
disperatamente l'uscita. Non voglio più ascoltarlo. Dice solo bugie. Vuole farmi male. Non crederò a
ciò che dice. Il problema è che non riesco a non pensarci su. Quelle parole ormai, sono penetrate
dentro me. Nessuno mi ha mai detto niente del genere. Ora vedo il mondo in un modo diverso. Vedo
me, diverso. Se prima ero inutile, ora sono solo un intralcio. Carly fa così tanti sacrifici per una
persona come me. Non è giusto. Essere attratti dai ragazzi è sbagliato. Io sono un ragazzo, devo avere
una fidanzata, non un ragazzo. Sono sbagliato. Ma non è colpa di mia madre. La colpa è solo mia. Se
solo potesse vedermi ora, sarebbe così delusa da me. Quale madre sarebbe orgogliosa di un figlio che
piange disperatamente nella sua stanza, perché è appena stato umiliato davanti a troppe persone,
tormentato dagli incubi e innamorato di un ragazzo che lo disprezza? Innamorato? Solo ora mi rendo
conto della frase che la mia testa ha formulato. Sono innamorato di Louis? Per questo fa così male? Se
me l'avesse detto qualcun altro, sarebbe stato lo stesso? Oh Dio. Mi sono innamorato di lui. Scoppio
a piangere ancora più forte, e ringrazio un Dio che forse non esiste, per aver fatto in modo che Carly
fosse ancora a lavoro. Odio la mia vita. Odio me stesso. Sono stupido, inutile, un impiccio, ingenuo.
E quella notte, mentre mi addormento, ogni possibilità di tornare a sorridere viene annullata, così
come tutti i miei sogni e le mie speranze. Ho aperto gli occhi. C'è qualcosa di sbagliato nell'essere
gay, altrimenti Brian non mi odierebbe. Altrimenti, Louis, non mi odierebbe. ღ Quella sera Harry si
addormenta tormentato dai sensi di colpa. Quella stessa sera, Harry ha un incubo. Ma non uno dei
soliti, quell'incubo sembra non finire mai, non riesce a svegliarsi. Viene ricoverato in ospedale
d'urgenza."Ha perso la ragione" dice un medico."Ha paura, non riesco a capire di cosa." confessa
un'infermiera. Harry Styles in sedici anni di vita, non è mai stato peggio. Una decina di tubi sono
legati al suo corpo, è arrivato all'ospedale solo questa notte, ma gli sembra esser passata una vita.
Forse perché non dorme, ha paura. Paura di fare di nuovo quell'incubo. Le pupille dilatate, le occhiaie
e il volto pallido, non fanno altro che far morire Carly di preoccupazione, quando entra furiosamente
nell'ospedale dove il riccio è ricoverato. «Ho avuto così paura» piange Carly sulla spalla del ragazzo.
«Se ti avessi perso...io...non so..cosa...io..» non riesce a terminare la frase. I singhiozzi glielo
impediscono. Ma Harry non le dice che gli dispiace, non si scusa, non si pente di niente, perché sa che
la sua fine è sempre più vicina. Si limita ad accarezzarle dolcemente le spalle. «Ho sbagliato»
continua Carly fissando Harry con gli occhi gonfi per il pianto. «Avrei dovuto passare più tempo con
te. Ti sarei dovuta stare più vicina. Sono pessima. Pensavo stessi migliorando. Sono
un'incompetente.» Harry scuote la testa. «Tu sei fantastica. Dimmi solo che mi vuoi bene, ti
prego.Anche se non è vero, dimmelo.» Carly rimane spiazzata da quella frase. «Harry io ti voglio
bene, davvero.Come potrei mentire su una cosa del genere? Sei impazzito? Tu sei tutto per me. Senza
te sono meno di niente, tesoro. Guardami negli occhi. Io e te, tu e me. Ricordi?» lo fissa dolcemente.
Ma Harry non reagisce come si aspettava. «Sì.» «Oh Harry visto?È-» «Sì, sono impazzito.» ღ
Loui's POV Quando entro nella stanza mi guardo intorno. Le pareti bianche mi fanno quasi paura.
Carly è seduta al suo fianco. «Oh Lou!» esclama lei. «Sei venuto alla fine! Ora sta dormendo. Vado a
prendermi un caffè, dammi il cambio.» Annuisco e quando Carly esce dalla stanza, prendo un respiro
profondo. Vederlo qui, con tutti questi aggeggi legati al suo corpo perfetto, mi fa male. Terribilmente.
Ma sono qui per rimediare. Spero solo che non gli provochi un attacco di panico. Dopo quello che gli
ho detto, non me ne sorprenderei. Mi siedo al suo fianco e distrattamente gli accarezzo i ricci. È così
rilassato. Sembra rilassato, so che non lo è. È colpa mia. Poi improvvisamente apre gli occhi di
scatto, come se si fosse accorto delle mie carezze o della mia presenza. Mi fissa impassibile. È così
pallido. Cosa gli ho fatto? «Ciao» comincio. Forzo un sorriso. «Perché sei qui?» va dritto al punto.
La cosa che più mi ferisce è che non abbia lasciato trasparire nessun tipo di emozione dalla voce.
«Sono qui per parlarti» spiego cauto. «Sei qui perché i medici pensano che io stia impazzendo? Hai
intenzione di rimangiarti tutto quello che hai detto per non finire nei guai?» Scuoto la testa,
colpevole. Mi avvicino cercando un contatto con la sua mano, che prontamente mi viene negato.
«Sono davvero dispiaciuto Harry.» «Vattene». «Ho detto una marea di cazzate e non ho intenzione
di rimangiarmi niente, quel che è fatto è fatto. Solo, non mi hai permesso di finire il discorso.» «Non
voglio ascoltarti» dice rabbioso. «Harry, Brian...lui ti stava davvero prendendo in giro..ma lui, non lo
capisce Harry, cosa si stava perdendo. Non lo capisce affatto. E io lo capisco solo ora, e ti giuro..sono
disperato. Sono stato un mostro, ma ti prego, perdonami. Non tutti la pensano come Brian, davvero.
Non farti un idea del genere del mondo...tu sei speciale Harry. E io-» «Cazzate!» urla. Le lacrime
scendono copiose sul suo viso. «Un mare di cazzate!» Mi alzo dalla sedia e lo guardo spaventato.
«Harry» lo chiamo. «Vaffanculo!» grida singhiozzando come non l'ho mai visto fare prima. «Ti odio
così tanto!» «Harry non-» «Ti odio!» ripete con più sicurezza. Sento il mondo crollarmi addosso.
Quando una lacrima scivola lungo la mia guancia, non posso crederci. Mi sono lasciato coinvolgere
emotivamente. Carly entra nella stanza. «Harry! Louis! Che cazzo succede?» Corro più in fretta che
posso fuori dall'edificio, con la consapevolezza che qualcosa sta crescendo dentro di me, senza che
me ne accorga. Non posso controllarlo. ღ Zayn's POV "Quindi ti ha urlato contro?" chiedo col
cellulare ben vicino all'orecchio. "Già. Mi ha fatto paura. Sembrava furioso." "Io credo che sia solo
ferito." "Già, forse" concorda Louis dall'altra parte del telefono. "E tu?" "Io cosa?" "Tu come stai?"
chiedo ovvio. "Volevo risolvere le cose. Ma non ce l'ho fatta." "Quindi?" "Sto di merda." "Sei stato
sincero" noto. "Già." "Non hai pensato a regalargli qualcosa?" "Non comprerò il suo perdono con
cioccolatini, Zayn." "Ok, ok. Era solo un'idea" mi difendo. "Una pessima idea." "Vorrei poter fare
qualcosa per te..è da un po' che non ti sentivo così giù" ammetto. "Credimi, passerà. Starò bene.
Davvero. Non preoccuparti." Un'idea geniale mi viene in mente. Semplice ma efficace. "Lou ti
voglio bene, ma ora devo andare!" "Ma si vai pure! Il tuo migliore amico ha bisogno di conforto e tu
preferisci guardare Grease, ma fai pure." "Non sto guardando Grease." "Non ti credo." "Lou devo
andare. Davvero. A presto." Chiudo in fretta la chiamata. Zayn Malik ha appena avuto un'idea. Entro
nell'edificio, lisciando velocemente la giacca di pelle. «Salve. Come posso essere di aiuto?» chiede
cortesemente una biondina niente male. «D'aiuto dice?» sorrido ammiccante. «Potrebbe dirmi il suo
nome, tanto per iniziare.» «La prego, qui si lavora. Se è venuto per un motivo sensato, le darò le
indicazioni che le servono. Se è qui per disturbare lavoratori, allora la prego di uscire dall'edificio.»
Che caratterino! «Va bene. Ha vinto lei. Sa dov'è ricoverato Harry Styles?» mi arrendo. Ma non
smetto di sorridere malizioso. «Mi segua» ordina. Ti seguo rispondo in mente. Uh, niente male il lato
B. La seguo con grande piacere.bMa sono qui per un altro motivo, purtroppo. E purtroppo, non sono
attratto dal ricciolino e cosa ancora più spiacevole, mi interessano ragazzi in generale. Insomma,
come si possono ignorare le curve che solo le donne hanno? E i loro caratteri indecifrabili? Adorabile.
E pensare che anche Louis era d'accordo con me fino a qualche mese fa. Incredibile. Si è invaghito di
questo ragazzo al punto di rovinarsi da solo. Ma voglio essere d'aiuto. La bionda si ferma davanti una
porta. «Prego» dice aprendo la porta. «Posso sapere il suo nome, ora?» La biondina sbuffa e
trattiene un sorriso. Che professionalità. Sbuffare davanti uno sconosciuto. È proprio il mio tipo.
«Perrie, mi chiamo Perrie.» La vedo sorridere per la prima volta. È bellissima. «Hai un nome
bellissimo, ma credo che i tuoi occhi siano la cosa migliore. Sono Zayn.» «Zayn,» marca il mio nome
«lasciatelo dire. Le tue tecniche di seduzione sono davvero pessime e antiquate. Arrivederci.» «Buon
lavoro!» grido sarcastico. Sarà una sfida. Mi piacciono le sfide. Ma ora torniamo alla questione del
mio migliore amico disperato. Entro e ho subito gli occhi di Harry puntati su di me. Probabilmente ha
ascoltato la piacevole conversazione che ho avuto con Perrie. «Posso?» faccio un passo avanti
incerto. «Se sei qui per Louis,puoi andartene» replica pallido. Beh, allora credo di dover andare.
«Non sono qui per lui. Volevo sapere come stavi. E poi mi dispiace per quello che è successo. Non ne
sapevo niente fino a ieri sera. E non sapevo che Brian fosse così coglione. A dire la verità io ti avevo
invitato per farti passare un po' di tempo con quel testone del mio amico, ma qualcosa è andato storto,
nel mio piano intendo» spiego sedendomi sulla sedia. Mi guarda ancora diffidente. Ok, arma segreta.
«E questi sono per te» aggiungo porgendogli un pacchetto. «Cioccolatini?» trattiene un sorriso.
Visto? I cioccolatini fanno miracoli. Sorride. «Tutti vanno matti per i cioccolatini» mi giustifico
orgoglioso. «Ma io non posso mangiarli, Zayn. Sono in cura" termina la frase sorridendo ancora più
ampiamente. «Come ti è venuto in mente?» Le fossette spuntano agli angoli della bocca. Le famose
fossette di cui Louis mi parla giorno e notte. Questo ragazzo non è così male. Capisco che per Louis
non sia indifferente. Sembra un bambino. «Oh su con queste dannate diete degli ospedali di merda!
Uscirai da qui, più sottile di uno stecchino. Mangia. Nessuno lo saprà» lo incoraggio. Lui sembra
pensarci su. Poi ringrazia gentilmente e con una furia che non gli ho mai visto prima, inizia a divorare
i cioccolatini. E pensare che Louis mi prendeva in giro per le mie idee. Fottiti amico. Ora viene la
parte più complicata. Ne approfitto ora che sembra più docile, sereno e soprattutto impegnato a
mangiare. «Mh Harry...come stai?» cerco di sembrare vago. «Ora molto meglio.» sorride di nuovo.
«No. Intendo, qui dentro..com'è? Non ti manca la vita fuori?» «Forse. Ma non sono qui da molto.»
«E perché non ti dimettono?» mi informo. «Perché...non sono ancora pronto.» il suo viso si rabbuia.
So che non gli piace questo argomento. Ma devo andare avanti. «Chi lo dice? Tu o i medici?» «Che
domande sono?» mi guarda accigliato. «Voglio aiutarti. Tu stai male..per quello che..Louis ti ha
detto.» «No!» replica arrabbiato. «Non era una domanda.» gli faccio notare. «Ti ha mandato lui?»
sembra furioso. Perché non ho portato altri cioccolatini? «No! Sono qui a sua insaputa. Voglio
aiutarvi.» «Io non ho bisogno di nessuno.» «Nascondere la tua sofferenza non servirà a niente.
Lasciati aiutare.» «Perché vorresti aiutarmi? Nemmeno mi conosci!» «Ok, ti dirò la verità. Mentendo
non si va molto lontano. Conosco Louis da quando avevo cinque anni e non l'ho mai visto così. E sì,
di te non mi frega molto perché nemmeno ti conosco. Sono qui perché voglio far star meglio il mio
migliore amico. E se la causa della sua tristezza sei tu, allora voglio capire meglio cosa è successo fra
voi e darvi una mano per risolvere. Non sopporto vedere Louis così» termino fiero del mio piccolo
discorso. «Io non posso aiutarti. Se il tuo amico sta male, non posso farci niente. Mi dispiace.»
replica freddo. Impreco mentalmente. «Tu sei arrabbiato perché Louis ti ha insultato senza pensare,
per essere gay. Ha sminuito la tua autostima. E ti capisco benissimo. Louis si è comportato da perfetto
coglione ma-» «Non puoi pensare di risolvere tutto dicendo da parte sua che ti dispiace! È stupido!
Ormai quel che è detto è detto. Non dimenticherò i suoi insulti. E ora vattene per favore.» Guarda la
finestra assente. Cazzo, è più difficile di quanto pensassi. «Ascoltami cazzo! Poi avrai il piacere di
buttarmi fuori ma prima, fammi parlare» ribatto serio. Non replica. Bene. «Quella sera, la stessa in
cui ti ha ferito, ha anche picchiato Brian, ricordi?» Mi fissa impassibile. «Ti sei mai soffermato su
questo dettaglio? Ha picchiato Brian. Non è facile capirne il motivo? Non è poi così complicato capire
chi volesse difendere. Tu sei importante per lui. Non te lo dice, ma è così.E cazzo, è imbarazzante
parlarti al posto suo di questo genere di sentimenti. Ma lui è preso da te. Lo so perché lo vedo. Come
ti guarda, mentre finge di ignorarti. È così ovvio. Non so se sia amore o meno, questo lo sa solo lui.
Ma prova qualcosa per te. E se ti ha detto delle frasi imperdonabili, l'ha fatto senza pensare. È un suo
modo particolare di difenderti. A modo suo, ti ha fatto capire che sei speciale per lui. Ora potrai anche
non ascoltarmi e continuare a fare l'orgoglioso, ma poi, un giorno, ti renderai conto dello sbaglio che
hai fatto, o meglio, che avete fatto. Lui è disposto a chiederti scusa, è già qualcosa. Non resta che
andargli incontro, no?» ღ Harry's POV Carly entra nella solita stanza di ospedale e mi sorride.
«Come stai?» chiede premurosa. «Meglio» mento. Non potrei stare peggio. «Louis è con te?»
domando. Carly annuisce «Quando gli ho detto che volevi che venisse a trovarti sembrava così
sorpreso. Sicuro che non sia successo niente?» indaga. «Niente di importante. Ma posso parlargli in
privato?» «Okay, certo. Chi vi capisce voi adolescenti. Vado a chiamarlo, in ospedale non si può
urlare» mi fa notare forzando un sorriso. So che è preoccupata per me. Se cercherò di star meglio, lo
farò solo per lei. Il momento è arrivato. Louis entra poco dopo nella stanza, testa rivolta al
pavimento e la sua solita camminata sicura. Sono nervoso. «Ciao» alza lo sguardo e incontra i miei
occhi. Ed è come la prima volta.

CAP 10 💙💙💙💙💙💙

Louis si siede sulla solita sedia. Io faccio leva sulle braccia e riesco a sedermi poggiando la
schiena sulla testiera del letto.Mi sento un povero vecchietto senza forze.«Pensavo non
volessi vedermi.» Louis rompe quell'odioso silenzio.Prendo un respiro. «Ho parlato con
Zayn.»Sbarra gli occhi. «Cosa? E..perché»«È venuto giorni fa. Mi ha raccontato di quanto
fossi dispiaciuto.»«Oh».Non ha niente da dire?«Tu..pensavi davvero quello che mi hai
detto?» chiedo aggrottando le sopracciglia.«Suppongo che la risposta più ovvia e aspettata
sia "no". No, non lo pensavo. Ma l'ho detto. Ero arrabbiato e ho sbagliato. Ma non è una
giustificazione valida, immagino.»Non l'ho mai visto così pacifico e serio.«Louis tutto bene?»
mi permetto di domandare preoccupato.«No» risponde secco.«Perché? Cosa succede?»Il
cuore batte forte.È troppo schietto.Deve esserci qualcosa che non va.«Carly ha parlato con i
medici» dice. «Vogliono che tu torni in clinica. Non sei mentalmente stabile. Hanno paura
che possa succederti qualcosa, e che Carly non faccia in tempo a portarti in ospedale. E non
dovrei dirtelo perché rischio di farti agitare. Ma non ce la faccio. Tu..sei così...» la sua mano
accarezza dolcemente la mia guancia. «indifeso».Le labbra iniziano a tremare. Cosa
significa? Tornerò in clinica? Non vedrò più Louis? No, questo è un incubo. Io sto bene.
Posso andare a casa. Non voglio tornare là dentro.Scuoto la testa. «Cos...no...»Sul viso di
Louis si fa spazio un'espressione dispiaciuta.Mi copre le guance con le mani. «No, non
piangere...ti prego...no.»Sto piangendo? Nemmeno me ne sono accorto. Le sue mani
bruciano a contatto con la mia pelle pallida.Mantenendo le mani a coppa sulle mie guance si
avvicina fino a far sfiorare i nostri nasi. «Carly non lascerò che ti portino via. Te lo prometto.
Non piangere. Andrà tutto bene» sussurra dolcemente.Incastro i miei occhi nei suoi. Non
servono più le scuse, i chiarimenti e quelle lunghe e noiose conversazioni. Le sue braccia
circondano i miei fianchi in uno scomodo abbraccio e niente mi sembra più giusto. Porta le
mani nei miei capelli e quando accidentalmente urta uno dei tanti tubi legati al mio corpo
chiede: «Ti ho fatto male?»Scuoto la testa e torna a stringermi a sé. Sento il calore dalle
guance espandersi da per tutto, come se il mio corpo stesse andando a fuoco. La mia pelle
torna a riprendere colore, forse è merito di Louis, dell'effetto che mi fa.Poco dopo sentiamo il
rumore dei tacchi di Carly e entrambi ci allontaniamo, come scottati.«Harry, la psicologa
vuole fare quattro chiacchiere con te. Andrà tutto bene. Sii solo te stesso. Non mostrarti
ansioso o preoccupato» consiglia Carly appena entrata nella stanza.Merda.◆Sono passate
esattamente tre settimane e finalmente posso tornare a casa. Non ci speravo più. È tutto
merito di Carly. Louis è venuto sempre meno a trovarmi in ospedale, spero sia tutto okay fra
noi. Non ho dimenticato tutto quello che mi ha detto. Per questo, ora, ogni fine settimana mi
reco dalla mia nuova psicologa, le cose non sono migliorate di troppo. Mentirei se dicessi
che le parole di Louis non risuonano ancora nella mia mente. E forse non avrei dovuto
nemmeno perdonarlo. Forse non se lo meritava.«Harry!»L'abbraccio goffo di Louis mi
riscuote dai miei pensieri.Ah, già. Sono appena tornato a casa dopo tre settimane da incubo.
E forse no, non ho sbagliato a perdonarlo.Se stare fra le sue braccia è così piacevole, allora
no, non mi pento.«Sei dimagrito così tanto» osserva Carly.Louis scioglie l'abbraccio e mi
osserva. Abbasso lo sguardo.«Già» concorda. «Sei piuttosto magro.»«Per una volta hai
detto qualcosa sulla quale sono d'accordo.» scherza Carly.«Devo uscire» afferma Louis
tornando con lo sguardo su sua sorella.«Mmm..qualcosa mi dice che una certa ragazza ti
sta aspettando chissà dove.» Carly sorride maliziosa.Cosa? Dove? Quando? Perché? Chi?
Osservo Carly confuso sperando che mi dia qualche informazione.«Louis si è fidanzato»
esclama orgogliosa Carly. «Finalmente ha trovato qualcuno in grado di
sopportarlo.»«Eleanor?» nemmeno mi accorgo di aver pensato ad alta voce.«No, una certa
Elena. Devi farmela conoscere Lou!»Quella frase è sufficiente a rovinarmi la giornata. La
settimana. O la vita.Ha una ragazza. Io non c'entro niente con lui. Forse potremmo essere
amici. Ma io non voglio esserlo. Cosa sto dicendo?Odio me stesso. E Louis. Anche Elena o
come cavolo si chiama.Sono appena uscito da un incubo, ora ne inizia un altro.◆Cammino
al fianco di Liam mentre mangio il mio gelato. Mi sento un bambino. È incredibile come il
rapporto con Liam si sia rafforzato dopo essere tornato dall'ospedale. Carly pensa che per
me sia meglio uscire spesso, ma lei lavora e non ha tempo per me. Però Liam, che di
mestiere fa il dog sitter, non ha problemi a portarmi in giro per la città con tre o quattro
cani.«Uno dei soliti incubi?»Liam mi risveglia dai miei pensieri.«Già» annuisco«Sbaglio o
sono aumentati?» si informa mentre certa inutilmente di tener buono Charlie, uno dei tanti
cani.«Forse».«Ne hai parlato con la tua psicologa?». Liam piega la testa interessato.Mi
siedo su una panchina e Liam con un po' di difficoltà fa lo stesso.«La dottoressa Smith
pensa che non sia completamente guarito. Ma che la vicinanza di Carly per me sia
importante, ed è vero» rispondo. «Questi cani sono davvero, davvero vivaci.»«Vivaci?» Liam
mi guarda a bocca aperta. «Sono insopportabili. E questo lavoro è piuttosto
imbarazzante.»«È imbarazzante. Ma è così che ti guadagni da vivere.» replico.«Tu hai uno
strano modo di consolare gli amici. Dovresti dirmi che non è affatto imbarazzante!»«Ma così
mentirei.» Trattengo un sorriso.«Tu dici bugie dalla mattina alla sera. Una in più¹ non ti
cambierà la vita.»«A quali bugie ti riferisci?»Il cellulare di Liam squilla interrompendo il
nostro strano modo di punzecchiarci."Pronto? Sì, mamma. Ok. Non urlare, ti sento
benissimo. Come non detto.Ok. A dopo."Chiude la chiamata e sbuffa.«Devo andare»
annuncia tristemente. «Mia madre ha bisogno di me.»«E cosa ne farai dei cani? Non devi
occuparti di loro fino al pomeriggio?» domando aggrottando le sopracciglia.«Li porterò a
casa mia. Augurami buona fortuna.»«Buona fortuna» sorrido. Non riesco a trattenermi. Liam
è uno spasso.Ci salutiamo un'ultima volta e mi affretto a raggiungere casa. Una volta
arrivato mi chiudo la porta alle spalle e sento delle voci provenire dal salotto. Carly è al
lavoro. Louis è con qualcuno?La risposta arriva appena varco la soglia del salotto.Louis è
sdraiato sul divano, con una ragazza al suo fianco.«Pensavo fossi in giro con Liam»
ammette Louis mettendosi comodo sul divano.«Ha avuto un impegno improvviso» spiego
fissando la ragazza.«Lei è Elena» la presenta Louis stringendole una mano.

CAP 11💙💙💙💙💙💙💙

Giro distrattamente il cucchiaio nel tè mentre rifletto. Ho da poco cenato, Louis è in salotto
con alcuni amici. È stato imbarazzante all'inizio, ma ora che mi sono isolato in cucina va un
po' meglio. Carly lavora fino a tardi. Osservo l'orologio: 22.49 L'incontro inaspettato con
Elena mi ha dato molto su cui riflettere. Sono nervoso e rassegnato. Mi sarei aspettato
un'oca, una di quelle col culo in aria e il volto ricoperto dal trucco. Mi sbagliavo. Il modo in
cui si trucca non è affatto volgare, è simpatica, ha delle forme invidiabili, un sorriso luminoso
ed è semplice. A Carly piacerà sicuramente. Mi sento in colpa solo ad odiarla. È una di
quelle ragazze piene di vita e solari. La ragazza perfetta per Louis. La invidio ma fa male
invidiarla. Mi sento una cattiva persona perché lei mi trova tenero, ma io non lo sono affatto.
Un ragazzo tenero non prova odio e gelosia. Ma devo cercare di andare avanti anche dopo
questo. Non ho parlato con la psicologa dei miei problemi con Louis, non capirebbe. Mi
alzo, lavo la tazza e attraverso il salotto per andare in camera. Il mio umore non è dei
migliori. «Harry!» grida Zayn. Sobbalzo e mi giro nella sua direzione. «Vieni! Unisciti a
noi!» sorride sincero. Non posso, devo tornare a deprimermi in camera mia. «Non credo sia
il caso» tentenno a disagio. Non con Elena che giocherella con i capelli di Louis davanti i
miei occhi. «Non accetto un no come risposta.» Zayn è un ragazzo particolare. Non lo
capirò mai. Prima dice di non essere mio amico e poi si comporta come se lo fosse. Louis è
sdraiato per terra con Elena al suo fianco. Zayn è seduto vicino a Perrie, già, quell'infermiera
che da un po' esce col pakistano. Non me lo sarei mai aspettato. Poi c'è Gabriel, uno degli
amici di Louis e al suo fianco altri due ragazzi che non ho mai visto prima. Eleanor è
comodamente seduta sul divano, a differenza di tutti gli altri che sono sdraiati sul pavimento.
Annuisco e prendo posto al fianco di Zayn. Louis non sembra di ottimo umore. «Giochiamo
ad obbligo o verità» annuncia Gabriel. Annuisco sempre meno convinto. Il gioco inizia e
fortunatamente il mio turno non arriva. La fortuna è dalla mia parte. Zayn ha dovuto leccare il
pavimento, Eleanor ha ammesso di aver baciato uno "sfigato" a scuola. Non mi piace che si
chiamino le persone sfigati o con soprannomi simili. Ma non apro bocca. Louis, per mio
grande dispiacere, ha dovuto slacciare il reggiseno di Eleanor, che Zayn ha subito dopo
allacciato. Gabriel si è filmato mentre urlava di essere donna. Incredibile. Non mi piace molto
il modo in cui si divertono. Non mi accorgo che la bottiglia si è fermata davanti a me. Oddio.
Elena mi sorride entusiasta. Perché è sempre così bella? «Obbligo o verità?» chiede.
«Verità» rispondo senza esitazioni. Non voglio fare cose imbarazzanti. Elena sorride ancora
più ampiamente, se è possibile. «Hai una ragazza?» Oh. Tocco nervosamente il bracciale
di Mark. Oddio. E ora che dico? «Ottima domanda» si complimenta Zayn. «No» rispondo
imbarazzato. «Ne hai avuta una in passato?Se sì, come si chiamava?» continua la ragazza
di Louis. «Pensavo...fosse valida solo una domanda» ammetto. «Posso scendere nei
particolari, basta che riguardi la stessa domanda» si giustifica Elena. Merda. «Sì, sono
stato fidanzato.» Ora sta' zitta. Elena sorride intenerita. «Davvero? Oddio, il nome! Dimmi
il nome!» grida entusiasta. «Come si chiamava la fortunata?» sorride Eleanor. «Su, non
essere imbarazzato» continua Perrie. Oddio, oddio, oddio. «Io...posso non ripondere?»
abbasso lo sguardo cercando di non piangere di fronte a loro. Mark. «No!» Eleanor si è
aggiunta. Bene. Louis mi fissa accigliato. Maledetta Elena. «Senti, quello che dici rimarrà
fra noi. Siamo fra amici. Puoi stare tranquillo» mi incoraggia Eleanor. Fantastico. Mi sposto
un riccio dalla fronte. «Non mi va di parlarne» confesso. «No oddio! Così mi fai diventare
ancora più curiosa!» si lamenta Elena. «Carly! Carly sa qualcosa?» Eleanor si gira verso
Louis che alza le spalle. «Io..per favore..» supplico imbarazzato e spaventato. «Dì solo il
nome. Non faremo commenti in proposito» promette Zayn. «Se non vuole non obbligatelo»
si intromette Gabriel. «Chiudi la bocca!» lo rimprovera Eleanor. Gabriel sorride e scuote la
testa, poco sorpreso. «Solo il nome» dice Zayn. Carly ne sa qualcosa. Anche se non
completamente. E non ha cambiato atteggiamento nei miei confronti. Zayn anche. Posso
sempre provare... «Si chiama....Mark.» Ecco, l'ho detto. Come immaginavo rimangono in
silenzio, ammutoliti. Il silenzio domina la stanza per diversi minuti. Louis tiene lo sguardo
basso. Io sto torturando il bracciale sforzandomi di non piangere. «Oh» parla Eleanor dopo
molti minuti. La fisso cercando di capire cosa prova. «Capisco» annuisce Elena tornando a
sorridere poco dopo. «Sei dell'altra sponda» osserva Gabriel. È un argomento piuttosto
imbarazzante. Annuisco rosso in viso. Torno a guardarmi le scarpe. «Okay, continuiamo!»
cambia discorso Zayn con entusiasmo. Non hanno fatto altre domande. Non posso
crederci. Pensavo se ne sarebbero andati a gambe levate. Avere un amico gay non fa
piacere a chiunque. Torno a respirare mentre il gioco riprende. Mi sento più leggero. Trenta
minuti dopo Zayn risponde al cellulare: "Pronto? Jeremy? Ha a che fare con mio cugino?
Dove siete? Arrivo." Lo guardo incuriosito. «Mio cugino si è ubriacato. Non si regge in
piedi. Jeremy mi ha pregato di dargli un passaggio. Sono fuori un locale, quelli che
frequentano loro» spiega il moro. «Che genere di locale?» chiede Perrie confusa. «Locale
gay» risponde lanciandomi un'occhiata. Oh. Ora sì che mi sento in imbarazzo. «Harry.»
Alzo lo sguardo e Zayn mi fissa. «Non c'è nessun problema. Per il tuo orientamento
sessuale intendo. Anche mio cugino è gay. Non mi faccio problemi per questo genere di
cose e nemmeno gli altri. Non sentirti a disagio» continua. Gli sorrido riconoscente e
annuisco. È una delle cose più belle che mi abbiano mai detto. Mi accettano. Zayn torna a
guardare gli altri. «Pensavo di accompagnare mio cugino e l'amico, Jeremy, a casa e poi
potremmo andare un po' in giro.» «Perché no.» concorda Gabriel. * Mi trovo in macchina
di Zayn con tutti gli altri e sono decisamente stretto e scomodo. Perrie è al fianco di Zayn
mentre gli altri sono tutti dietro, compreso me. Elena è seduta sulle gambe di Louis che è al
mio fianco. Io sono vicino al finestrino perciò oltre Louis non ho nessuno con cui dividere lo
spazio. Al fianco di Louis c'è Gabriel e segue Eleanor. Gli altri due ragazzi hanno deciso di
non seguirci. Non sarei dovuto venire ma Louis ha spiegato di aver promesso a Carly di non
lasciarmi solo. Quindi ora sono in macchina con un gruppo di ragazzi decisamente più
grandi di me mentre andiamo a prendere un ragazzo ubriaco e il suo amico, Jeremy mi pare
si chiami, disperato. Appena arriviamo di fronte al locale sbarro gli occhi. È evidentemente
un locale per omosessuali. Non ci sono mai stato. Nemmeno mi accorgo che lo sportello
dove ero comodamente appoggiato viene aperto. Oh, devo fare spazio. Chiedo timidamente
a Louis di scalare. Ed ecco, sono entrati. Al mio fianco c'è Jeremy, l'amico del cugino di
Zayn, il cugino è davvero messo male. Canticchia stordito. Ora lui si trova appoggiato con la
testa al finestrino. Mi piaceva quel posto. «Quanto è messo male?» chiede Zayn ripartendo
con la macchina. Pare preoccupato. «Parla da solo» rivela Jeremy. Oh, molto male. Sono
due ragazzi strambi. Vestono molto ma molto aderente. E Jeremy è ricoperto da tatuaggi,
come il cugino di Zayn, che ora non è in grado di conversare. «Che diavolo ci facevate in
giro a quest'ora?» lo rimprovera Zayn. Jeremy sembra divertito. Sorride. «Lo sai» sussurra
malizioso. Zayn scuote la testa sorridendo e Jeremy scoppia a ridere. «Siete incredibili.»
Zayn guida con l'accenno di un sorriso. «Comunque se avevate bisogno di fare nuove
conoscenze, potevate contattarmi. Harry che ne dici? È abbastanza carino?» dallo
specchietto mi fissa divertito ma sembra serio. Cosa? Non l'ha davvero detto. Tutta
l'attenzione è rivolta a me adesso. Oddio. Voglio nascondermi. Perché l'ha fatto? Il viso
diventa immediatamente bollente. Jeremy si volta verso di me con le sopracciglia aggrottate
e l'ombra di un sorriso sulle labbra. Probabilmente sembrerò stupido ma è più forte di me.
Porto le mani a coprirmi il viso. Voglio scomparire. «Non dargli ascolto. Zayn ha un pessimo
modo di scherzare.» Jeremy mi sorride dolcemente e davvero vorrei morire. «Io sono
Jeremy, comunque» aggiunge subito dopo. «Harry...» balbetto con le guance che stanno
per prendere fuoco. Anche se c'è da dire che non è per niente male. È carino. Scaccio quei
pensieri dalla mia mente e appoggio la testa sul sedile. Cavolo siamo strettissimi. Jeremy
continua a guardarmi. Abbozzo un sorriso imbarazzato e senza nemmeno accorgermene mi
faccio più vicino a Louis. Jeremy mi guarda un'ultima volta prima di leccarsi il labbro inferiore
e tornare a parlare con Zayn di quanto suo cugino, che ho scoperto si chiama Fred, sia
sfacciato. E ubriaco, aggiungo in mente. Mi giro verso Elena, che è ancora in braccio a
Louis. La ragazza mi fa un occhiolino e mi sorride complice indicando con la testa Jeremy.
Oh mio Dio. «E quindi io, Fred e altri amici andremo in campeggio» continua Jeremy. Mi
risveglio dai miei pensieri e seguo la conversazione. «Cosa? E non mi dite niente?» quasi
urla Zayn sarcastico. «Ti interessa venire?» chiede Jeremy. «Ragazzi?» Zayn interpella gli
altri. Eleanor annuisce, seguita da Louis. Elena sorride entusiasta. Tutti sono d'accordo. Uh
beh, felice per loro. Non mi importa che Louis vada in campeggio con la sua ragazza,
davvero. O forse sì. No, no. «E tu? Non vieni?» La domanda di Jeremy mi fa rimanere
spiazzato. Io? E io cosa c'entro? «Io..non faccio parte del gruppo..» farfuglio imbarazzato.
«È un caso se sono qui.» Jeremy annuisce e il suo sguardo sembra...deluso? Torno a
giocherellare col bracciale di Mark. * «Cosa? Davvero?» Carly sembra sorpresa. Entro in
cucina assonnato e preparo una tazza di latte. «Buongiorno» dico rivolto a Carly. Sta
diventando piuttosto facile ignorare il ragazzo dagli occhi azzurri. Passo molto tempo con
Liam e Niall ultimamente. Carly è felice che mi sia fatto amici, sebbene più grandi di me. «Di
che parlavate?» mi informo sedendomi. «Di Jeremy!» esclama Carly. Poggio la tazza di
latte e guardo Louis confuso. Il ragazzo torna a mangiare la sua brioche. Cosa mi sono
perso? «Non capisco» ammetto. Ok, mi ricordo perfettamente di Jeremy ma l'ho visto solo
una volta e non capisco perché stiano parlando di lui. «Dice che vuole che tu sia presente
quando i ragazzi andranno in campeggio. Harry è ovvio! È cotto di te. Ma non ti sentivi con
una ragazza?» Carly domanda. Louis torna a guardarmi. Ops. La piccola bugia per usare il
cellulare. «No, era solo un'amica.» mento tornando al mio adorato latte. «Oh» annuisce
Carly «Beh per me non c'è nessun problema se vai in campeggio. Anzi, mi farebbe solo
piacere. Lou lo terrai d'occhio tu vero?» Aspetta, cosa? «Carly non andrò in campeggio»
annuncio spostando un riccio fastidioso. «E perché?» È dispiaciuta. Perché devo sempre
far star male le persone? «Non preoccuparti. È che non mi va» la tranquillizzo. O ci provo.
«Ma quel ragazzo vuole rivederti! Devi rifarti una vita sociale tesoro!» si lamenta Carly.
Arrossisco e Carly se ne accorge e si scusa con lo sguardo. «Lou, puoi lasciarci soli?» Il
ragazzo annuisce annoiato e va a guardare la tv. È indifferente. Anche lui mi ignora.
Sinceramente non so nemmeno il motivo per cui ci comportiamo in questo modo, ma così è
più semplice. Scappiamo dai problemi,invece di affrontarli. Perché fra noi c'è un problema,
vero? «Non capisco perché tu debba sempre rifiutare le opportunità che la vita ti offre»
inizia Carly sedendosi al mio fianco. «Quel ragazzo è interessato a te. Che problema c'è se
provi a ricominciare da capo? Mark non fa parte più della tua vita. Non puoi restare ad
aspettarlo in eterno perché lui non tornerà più Harry. Magari si sarà già rifatto una vita, cosa
che devi fare anche tu. Voltare pagina e prendere al volo le opportunità che ti trovi davanti.»
«Ma io non mi sento pronto...» «Lo sei invece. Ma dirai così in eterno perché hai paura. Ma
perché non provarci? Se resterai ferito non sarai comunque solo. Ci sarò io al tuo fianco.
Ora e per sempre.» mi sorride incoraggiante. «E poi pensa a quanto deve essere bello stare
nella natura. Dormire nelle tende è esaltante. L'unica cosa che ti dico è che non devi
permettere a nessuno di toccarti. Hai solo sedici anni. Potresti pentirti. Vale anche per
Jeremy. Soprattutto per Jeremy che è più grande di te. Non lasciarti incasinare. E per il
resto, divertiti. Sarà bello. Zayn sembra simpatico. Ci ho parlato una volta, è quasi
divertente. E mi renderesti felice. Ricordati che io sono la tua migliore amica. Non voglio
affatto prendere il posto di tua madre. Per questo per me non c'è problema se esci e ti
diverti. E poi magari mentre siete tutti fuori, potrei invitare Edward....Voglio solo il meglio per
te. Perché non ti godi l'adolescenza nel migliore dei modi? Te lo meriti, dopo tutto quello che
hai passato.» «Okay» annuisco. «E no, non provare a-cosa? Hai appena accettato?» mi
fissa sconvolta. Io sorrido e annuisco. «Harry! Le tue fossette! Ti adoro! Fatti abbracciare
piccolo!» si fionda fra le mie braccia e io scoppio a ridere. Andrò in campeggio.

CAP 12 💙💙💙💙

Abbraccio un'ultima volta Carly e seguo Louis che non sembra molto felice della mia
presenza. Carly se ne è accorta e mi ha detto che suo fratello è solo nervoso ultimamente
per via del suo lavoro. Cerco di crederci. Ma Carly non sa cosa è successo fra noi, forse
avrebbe una spiegazione differente se ne fosse a conoscenza. Il cellulare vibra. Accendo lo
schermo e trovo un messaggio da parte di Liam. Ho saputo all'ultimo momento del tuo
piccolo viaggio. Non ti chiamo perché potrei mettermi ad urlare. Davvero? Andrai in
campeggio e quel tipo (il fratello di Carly) sarà presente? Hai idea di cosa potrebbe
succedere? Sono preoccupato per te. Ma sono felice che tu ti diverta. Terrò la bocca chiusa,
per non aggiungere altri problemi alla tua vita incasinata, senza offesa Haz. Scrivimi e fammi
sapere se sei ancora vivo. Sophia ti saluta, spera di conoscerti quando tornerai. Continua ad
ignorarlo, non peggiorare la situazione e non farti filmini mentali. Comportati bene! A presto.
Liam xx Entro in macchina di Zayn. Ora mi sento meglio, Liam è l'unico che sa e avere un
consiglio da parte sua per me è importante, se non essenziale. Louis è seduto al fianco di
Zayn, che guida. Io sono seduto accanto ad Elena, affiancata da Eleanor. Gli altri
arriveranno con altre auto. «Si parte!» annuncia Zayn entusiasta. * Siamo appena arrivati.
Louis e Zayn stanno montando una tenda, io sto cercando di fare lo stesso ma non è affatto
facile. «Harry è tutto ok?» Zayn sta per ridermi in faccia per quanto è divertito. «Sì, è tutto
ok» mento spudoratamente per mantenere una certa dignità. So montare una tenda, avanti
non c'è niente di complicato. Forse. Elena e Eleanor si stanno mostrando i vestiti quindi
credo non mi possano essere d'aiuto. «Serve una mano?» La voce mi è familiare. Mi giro e
incontro il sorriso disarmante di Jeremy. Mi scruta divertito. Mi guardo intorno e poi
annuisco. Spero che Zayn non mi veda e che pensi che abbia fatto tutto da solo. Sarebbe
figo. L'aiuto di Jeremy è fondamentale per finire a montare la tenda. «Direi che può
andare» osserva Jeremy soddisfatto. «Grazie» gli sorrido grato. «È un piacere per me.»
Ricambia il sorriso sinceramente. E rimaniamo così, a fissarci senza fare nulla. Ci
analizziamo a vicenda. E se qualcuno pensa che sia imbarazzante, ha perfettamente
ragione. A interrompere il momento, ci pensa Zayn. Gliene sono grato; non avrei resistito
ancora per molto. Probabilmente me ne sarei uscito con una delle mie solite frasi acide del
tipo: "cosa guardi?" "perché mi fissi?" "ehi è imbarazzante. Smettila." «Harry, ti presento
mio cugino, Fred.» «Ma io già l'ho conosciuto» ammetto riferendomi alla serata in cui era
ubriaco. «Sì, ma non è stata un'ottima presentazione» valuta Zayn «E lui è il ragazzo di
Fred, Jack» continua indicando un ragazzo alto e moro. Jack mi sorride e mi stringe la
mano. Sembra simpatico. Fred si avvicina e mi porge la mano. «Ci siamo presentati in un
modo un po' strano. Io non ricordo niente. Quindi, facciamolo di nuovo. Sono Fred.»
«Harry» sorrido divertito. Questo tipo sembra divertente. Sento che lo adorerò. «Bene. Ora
che è tutto ok, vado ad aiutare Perrie con gli zaini. Harry, non ti dispiace se ti privo della
compagnia di Jeremy solo per un po'?» chiede Zayn osservandomi divertito. «Cosa?»
avvampo. «No, no. Certo che no!» scuoto la testa con foga. Morirò di vergogna per colpa di
quel ragazzo. * Louis's POV «Perché mi hai voluto parlare in disparte?» chiedo seccato.
«Vorrei capirci qualcosa» replica Zayn serio. «Di cosa stai parl-» «Di te e il ricciolino.»
Cazzo. «Sai che non mi piace parlare di-» «Ho bisogno di sapere cosa succede.» «La
smetti di interrompermi?» lo guardo acido. Zayn accenna un sorriso. «No, se tu non ti decidi
a discutere con me di questa questione.» «Quale quest-» «Quella fra te e Harry.» Ci
rinuncio. «Cosa vuoi sapere?» incrocio le braccia al petto. Sorride compiaciuto. Poi torna
serio. «Fino a qualche settimana fa stavi una merda per quel ragazzo. Mi hai detto che c'è
stato un bacio. Mi sono ridotto a fare da cupido in quel cazzo di ospedale per farvi chiarire.
Sembrava aver funzionato. Siete tornati amici. Ora invece, avete ripreso ad ignorarvi e cosa
più importante: hai una ragazza. Mi confondi, lo sai?» Dovrei confidarmi con lui? In fondo è
l'unico vero amico a cui importi di me. Sbuffo contrariato. «È complicato» inizio.
«Spiegamelo. Ho tempo per te. Lo sai.» «Io...sai che non è normale avere una relazione
con un ragazzo?» domando ovvio. «Lou, a me non piacciono i ragazzi. Preferisco le donne.
Ma non ci trovo niente di disgustoso se..provi attrazione per qualcuno..del tuo stesso sesso.
Può capitare.» Sbuffo di nuovo. «Tu non capisci» sbotto «Non è disgustoso..ma di
più.Quando mi ha..mi ha ecco..» arrossisco imbarazzato. Che cazzo mi prende? «Siamo
amici. Non preoccuparti. Parlami» Zayn mi sorride dolcemente. «Quando mi ha baciato,
sapevo quanto fosse sbagliato...e per questo l'ho respinto. Poi quando è capitato di nuovo,
io..solo dopo mi rendevo conto della cazzata che stavo facendo.» Zayn mi osserva
interessato. Proseguo. «Elena è bella, simpatica e dolce. Ci tengo a lei, davvero. Lei va
bene per me. Piace a tutti e-» «A te piace?» mi interrompe. «Sì...» dico esitando. Zayn,
poco convinto, mi fa cenno di continuare. «Forse sono attratto da lui. Ma non c'è altro.
Volevo essergli amico, ma poi mi sono reso conto che non posso. Semplicemente non è
possibile. Finiremmo per sbagliare di nuovo. E non voglio, non lo desidero assolutamente.
Mi odio già abbastanza per essermi lasciato trasportare da questa..cazzata. E non mi
importa se così lo ferirò. Saprà riprendersi. Ho bisogno di stare bene. E stare bene non
comporta la presenza di..Harry al mio fianco» concludo respirando più serenamente. Zayn
mi guarda con un espressione indecifrabile. Cazzo dì qualcosa. Prende un respiro. «Sei
così spaventato? Da Harry? Da una possibile relazione con lui?» «Non voglio nessuna
relazione con lui» dico.Ed è così, giusto? «E di Jeremy? Cosa pensi di lui?» si informa.
Jeremy? Quel coglione? Cosa c'entra lui adesso? «Perché ti interessa sapere la mia
opinione in proposito?» lo fisso dubbioso. «Io lo trovo noioso» commenta Zayn. «Già» non
riesco a trattenermi. Zayn sorride compiaciuto. Stronzo. «Quindi non ti è indifferente?» mi
provoca divertito. «Fanculo.» Raggiungo i ragazzi lasciando quel deficiente del mio migliore
amico indietro. Un ficcanaso. Ecco, chi è. * «Scegliamo i compagni di tenda? Io non
dormirò con Fred, russa.» esclama divertito Jeremy. «Io non russo!» replica Fred offeso.
Jack lo abbraccia goffamente.«Dormirò io con te» mormora. Scuoto la testa.Sono
così...gay. «Io sto con Zayn» annuncia Perrie. Zayn annuisce senza esitazioni. Non voglio
immaginare cosa faranno in quella povera tenda. Sicuramente non dormiranno. «Io dormo
con Elena» dico ovvio. Elena mi sorride dolcemente. È bellissima. «E io? Mi lasci sola?» si
lamenta Eleanor fingendosi offesa. «Trovati un altro partner» le consiglio divertito.
«Dormirò io con te. In tenda con te, intendo. Se vuoi.» Gabriel si fa avanti. Eleanor gli
sorride contenta e annuisce. Altri ragazzi e ragazze si uniscono e fanno coppia. Mi accorgo
che Harry è rimasto solo quando Zayn gli mette un braccio sulle spalle. «Per te è ok dormire
da solo?» chiede. Il riccio annuisce forzando un sorriso. «Certo.» So che non è così. Ha gli
incubi. Dormo in camera con lui, qualcosa l'ho imparata. Ma rimango in silenzio. Sono fatti
suoi in fondo. «Posso dormire io in tenda con te.» Dannato Jeremy, ma non faceva coppia
con un altro? «Hai già un compagno, Justin» nota Zayn. «Ti dispiace se dormo con
Harry?» Jeremy si rivolge a Justin. «Ha sedici anni e non conosce tutti. Non credo sia carino
farlo dormire da solo.» Harry scuote la testa. È in imbarazzo. Completamente rosso. Come
al solito. Trattengo un sorriso. «Non voglio che Justin rimanga solo per colpa mia» dice il
riccio. «Sono d'accordo.» Tutti gli occhi sono puntati su di me. Cazzo. Zayn trattiene una
risata. Perché non tappo la mia dannata bocca? «Posso dormire io con Justin» un'amica di
Fred timidamente si offre volontaria. «Ok, dormirò con Anne» decide Justin tranquillamente.
Fanculo Anne. «Allora..uhm..ti dispiace se dormo in tenda con te?» domanda Jeremy
sorridendo mettendo in mostra i suoi perfetti denti bianchi. Ridicolo. Harry annuisce poco
convinto. Non voglio che Harry dorma per tre giorni con quel depravato. È pericoloso.
Potrebbe succedere qualcosa..quel tipo ci prova. Vorrei urlare per la frustrazione ma mi
trattengo. Non posso mettermi in ridicolo davanti ai miei amici. Perché cazzo Harry è qui?
Non dovrebbe esserci. Mi sta facendo diventare pazzo. Il motivo per cui sono così ansioso?
Voglio che Carly stia tranquilla, per Harry. Le ho dato la mia parola. Non c'è niente di
personale. Ok, non riesco a convincere nemmeno me stesso. Fanculo. Harry's POV
Sbadiglio e appoggio la testa sulla spalla di Fred che mi sorride «Sei stanco?» Annuisco
trattenendo un altro sbadiglio. «Fred non hai risposto alla nostra domanda! Tu e Jack avete
già consumato?» domanda Eleanor incuriosita e ansiosa. Jack sbuffa esasperato. «Non
vorrei traumatizzare Harry..è piccolino» prova Fred. «Oh sono sicuro che Harry farà tesoro
dei tuoi consigli» esclama Zayn. Sono troppo assonnato per ribattere a tono «piantala»
mormoro sulla spalla di Fred. Le sue battute sono di pessimo gusto. «Hai intenzione di
addormentarti sulla mia spalla?» scherza Fred intenerito. Annuisco e poi aggrotto le
sopracciglia «Per te è un problema?» chiedo. Fred scoppia a ridere. «Harry trovati un
cuscino e stai in silenzio!» mi rimprovera Elena giocosamente. Jeremy mi sorride. Ricambio
in imbarazzo. Questo ragazzo mi mette a disagio. «E va bene, sì. Abbiamo consumato.
Contente adesso?» Fred sembra imbarazzato. Jack lo abbraccia tentando di consolarlo.
«Lou, molla quella bottiglia. Ti voglio coscente questa notte» dice Elena sarcastica facendo
scoppiare in una risata fragorosa tutti. Tutti tranne me. Che significa? Il mio sguardo diventa
cupo. Improvvisamente non ho più sonno. Perrie mi circonda una spalla con il braccio,
rubando il posto di Jeremy che sbuffa contrariato. «Hey» sorride. «Ciao» abbozzo un
sorriso. Perché mi fissa così? «Ho qualcosa in..faccia?» domando preoccupato. Lei scuote
la testa divertita. E torna a seguire il gioco. Zayn ci lancia un'occhiata. Poi estrae il cellulare
e poco dopo Perrie riceve un messaggio. Che succede? Perché parlano per messaggio
sebbene siano nello stesso posto? Decido di non indagare oltre e torno ad ascoltare le
confessioni dei ragazzi. * «Si è fatto tardi. Io e Jack andiamo a dormire» annuncia Fred.
"Chi va a dormire?" Sorrido. Carly è così pettegola. "Una coppia.Credo che andrò anch'io
tra poco.." "Oh, fantastico. Con chi stai in tenda? Lou?" "No, sono con un ragazzo.." "Lo
conosco?" indaga. "Jeremy." "Harry!Ti ho già detto che-" "Andrà tutto bene. Stai tranquilla.
Lui è tranquillo" la rassicuro.Sembra funzionare. "Mi fido di te piccoletto." "Ti voglio bene."
"Non immagini quanto te ne voglia io..." "Edward?" cambio argomento. "È arrivato oggi. Mi
aspetta in camera." Posso immaginare il suo sorriso in questo momento. "Allora vai da
lui..uhm..divertitevi?" "Lo faremo." "Oddio..." Carly scoppia a ridere divertita. "Mi manchi..e ti
voglio bene. E divertiti." "Sono sicuro che tu ti divertirai di più." mormoro sarcastico.
"Sciochezze. E fatti gli affari tuoi. Ti chiamo domani e restituisci il cellulare a Louis." "Lo
farò." "Ok..allora, 'notte." "Buonanotte." riaggancio. Dopo aver restituito il cellulare a Louis,
mi dirigo verso la tenda. «Se hai bisogno di qualcosa, sono qui.» Mi volto di scatto. È stato
davvero Louis a parlare? Non posso crederci. Il cuore scoppia di felicità e ovviamente sono
arrossito. L'effetto che mi fa Louis è preoccupante. Dovrei essere spaventato, forse. Ma
quando sto con lui mi piace ciò che provo. Anche se ora praticamente ci ignoriamo, una
frase può essere un buon inizio, per un'amicizia. Lo spero. Sono felice, davvero. Forse non
è così male. Forse ci tiene un po'. Forse non mi odia. Quanti forse. Odio questa parola. Non
ti dà nessuna sicurezza. Bisogna affidarsi alla speranza, ma poi finiamo per illuderci. Quindi
sì, detesto la parola forse. Dovrebbe essere eliminata. Mette ansia alle persone. Non dà
convinzioni, qualcosa su cui fare affidamento. Sorrido sincero. Mi ha parlato. Per me è
molto se non abbastanza. «Grazie» sorrido e raggiungo la tenda, dove Jeremy mi aspetta.

CAP 13 💙💙💙💙💙💙

Dormire con Jeremy non è stato affatto come pensavo. Non ha osato avvicinarsi di troppo
ed è stata un'ottima compagnia. Purtroppo non ho dormito molto, questo posto mi rende
ansioso. Mi stropiccio gli occhi e osservo Jeremy che dorme. Sorrido e senza fare troppo
rumore, esco dalla tenda. Inciampo e mi ritrovo per terra. Ci voleva, ovviamente. Gabriel se
ne accorge e con l'ombra di un sorriso dipinto sul viso mi aiuta a tornare in piedi. «Sei già
sveglio?» chiede stranito ancora con le labbra incurvate verso l'alto. Annuisco «Non ho
dormito molto» ammetto. Io e Gabriel stiamo facendo colazione quando Louis e Elena
escono dalla loro tenda. Chissà se avranno dormito. «Buongiorno» esclama Elena
sorridente. No, non hanno dormito. Sicuramente. «'Giorno » Louis si siede al fianco di
Gabriel. «Dormito bene?» Louis fa passare lo sguardo tra me e Gabriel. «Sì, alla grande.»
esclama Gabriel. Louis mi fissa in attesa. Si sta rivolgendo anche a me? Ne sono sorpreso.
«Sì, ho dormito bene.» Non posso fare a meno di balbettare. Louis sposta lo sguardo su
Elena e le sorride. Abbasso lo sguardo. Quel sorriso non sarà mai rivolto a me, è tutto così
complicato. Non so nemmeno perché sto facendo questi pensieri stupidi. Mi manca Mark,
ogni giorno sempre di più. E inizia a mancarmi anche Carly. * Il pomeriggio passa in fretta.
Perrie e Zayn non fanno altro che punzecchiarsi, mentre Jack se ne va in giro abbracciando
un Fred evidentemente imbarazzato. È divertente. Non posso fare a meno di sorridere per
tutto il pomeriggio. Jeremy è amichevole. Mi fa sentire meno solo ed è incredibilmente
divertente. Le sue battute squallide mi mettono di buon umore. «Non è così che
conquisterai il suo cuore» gli ha gridato Fred divertito. Io ho sorriso e sono arrossito. È stato
inevitabile abbassare lo sguardo. Quando l'ho rialzato, ho dovuto incontrare l'espressione
seria di Louis. È stato...strano. Era da un po' che non mi guardava così male. Non è stato
piacevole. Anzi. * Ore 23:57 Sono in tenda. Jeremy si è addormentato da un po'. Lo
osservo mentre un leggero senso di colpa si fa spazio dentro me. *** «Mi piace stare in
tenda con te» ammetto sorridendo. «Ah, sì? E perché?» Jeremy mi osserva interessato, con
l'ombra di un sorriso ad increspargli le labbra. Già...perché? «Dormire solo..non mi piace.
Diciamo che quando dormo preferisco avere compagnia. Mi basta che sia nella stessa
stanza...devo avere la consapevolezza di non essere solo per dormire con tranquillità»
rivelo. Lo sguardo di Jeremy si addolcisce. «Posso farti compagnia» propone. Aggrotto le
sopracciglia «Mi stai già facendo compagnia.» «Non intendo in quel senso.» Sorride e
avvicina lentamente il suo corpo al mio. Oh. Dormire vicini. Molto vicini. «Io...non..per
favore.» Mi siedo in fretta scuotendo ripetutamente la testa. «No..io sto bene così..no..non
voglio..» Jeremy si immobilizza e mi fissa ferito. Annuisce. «Scusami.» Torna indietro e non
mi rivolge nessuno sguardo. Oddio. Si è offeso. «Jeremy..ehi, mi dispiace.» Mi avvicino ma
lui alza una mano per intimarmi di restare al mio posto. «È tutto ok. Buonanotte.» Mi dà le
spalle e una volta sdraiato, poco dopo si addormenta. L'ho offeso. È colpa mia. Magari ci è
rimasto male. *** Scuoto la testa cercando di dimenticare l'accaduto e mi sdraio non molto
lontano dal suo corpo. È evidente che Jeremy volesse qualcosa di più di un'amicizia da me.
Ma io non posso. Non voglio. Ma così sto ferendo i suoi sentimenti. Come posso interessare
ad un tipo brillante come Jeremy? Non mi merito le sue attenzioni. Sono così banale. E
faccio del male alle persone. Nemmeno me ne accorgo, ma le faccio soffrire. Sono pessimo.
Asciugo una lacrima appena scesa sulla mia guancia e mi perdo ad osservare i tratti di
Jeremy. Perché lo rifiuto? Non gli manca niente. Cosa voglio di meglio? Sembrerebbe
perfetto per me. Forse conosco già la risposta. E mentre osservo quel viso che pian piano
mi diventa sempre più familiare, mi accorgo che Jeremy non ha due occhi azzurri che
farebbero invidia al mondo, che non ha un piccolo naso alla francese, e che non si chiama
Louis. Non riesco a dormire. Ho bisogno di aria. Esco dalla tenda e mi avvicino al fuoco
dove è solito riunirci seduti in cerchio. Mentre mi faccio più vicino, noto che non sono l'unico
che non riesce a dormire. Smetto di camminare, le gambe diventano molli e i pensieri sono
dannatamente confusi. Appena Louis si accorge della mia presenza mi osserva impassibile.
«Non riesci a dormire?» dice dopo attimi di silenzio. Scuoto la testa. «Puoi sederti con me»
propone. «Se vuoi» aggiunge. La mia vocina interiore mi ordina di sedermi al suo fianco, la
mia coscienza me lo vieta. Faccio quello che mi consiglia la mia vocina interiore. Mi siedo a
distanza di sicurezza, ovviamente. «Hai qualche preoccupazione?» fissa il fuoco. Non osa
guardarmi. «Forse» ammetto. «Vuoi?» mi porge una bottiglia di birra che prontamente
rifiuto. «Sei troppo piccolo per questa, hai ragione» esclama. Mi sta provocando? «E tu?
Perché non dormi?» Dannata curiosità. «Non sono affari tuoi» ribatte acido. Ecco, ho
sbagliato. È così lunatico, non mi stancherò mai di ripeterlo. Mi lascio scappare uno sbuffo
contrariato. Louis si volta immediatamente verso di me. Ops. «Mi trovi noioso?» mi fissa
accigliato ma per la prima volta dopo tanto tempo, mi rivolge quello che dovrebbe sembrare
un sorriso. «Ti trovo..lunatico.» confido. Aggrotta le sopracciglia. «Io? Lunatico? Stai
scherzando?» «No, affatto. È così.» Sorrido orgoglioso di essermi fatto coraggio e di aver
detto ciò che penso. Louis scuote la testa divertito. «Tu sei così difficile da comprendere.
Sei un mistero.» Porto una mano sul viso per soffocare una delle mie tremende risate.
Louis mi osserva con divertimento. «Mi fa piacere che tu mi trovi divertente» nota
sarcastico. «Sei tu quello dai mille segreti!» mi lascio scappare ancora sorridente. Non
posso credere che stiamo facendo conversazione senza discutere. «Come?» il suo sguardo
è tra il confuso e il divertito. «Tutto ciò che fai non ha nessun senso. Sei indecifrabile.» Mi
accorgo di essermi spinto troppo oltre quando distoglie lo sguardo e torna a guardare il
fuoco, ancora acceso. «Credo che tornerò in tenda.Si è fatto tardi» annuncia tornando
serio. Una fitta dolorosa si diffonde all'interno del mio petto. Non so cosa significhi ma non
voglio più provare una cosa del genere. «Un attimo prima mi sei amico e poi torni ad
ignorarmi» continuo. Louis poggia la bottiglia pronto per alzarsi. Ma io non ho terminato.
«Non ti capisco.» sento che sto per scoppiare. «Mi confondi. Non so nemmeno se siamo
amici o meno. Ti comporti in modo strano.bSei l'unico che mi rende così confuso, mi odi?
Perché lo fai? Se vuoi ignorarmi, fallo per sempre. Non puoi tornare a parlarmi quando
desideri.» Il peso sul petto si fa sempre più leggero. Louis tiene lo sguardo puntato
sull'erba. «Voglio sapere perché mi tratti così. Ne ho il diritto.» sbotto arrabbiato.
«Smettila» mi ordina scontroso. «Non ti ho mai fatto niente di così brutto da portarti ad
odiarmi. Essere mio amico non significa che in futuro cercherò qualcosa di più che tu non
vorrai. Voglio solo andare d'accordo con te. Vorrei che ci fosse un rapporto normale,
semplice. Non mi piace ignorarti per un giorno e dopo una settimana tornare a parlarti come
se non fosse successo niente» non posso credere che mi stia sfogando davvero. «Ti ho
detto di smetterla» dice minaccioso. «Sei l'unico che mi tratta come un deficiente. Ma
suppongo che tu non abbia intenzione di spiegarmi cosa ti prende. Perciò torno in tenda.
Almeno Jeremy riesco a comprenderlo.» Mi alzo con grande soddisfazione. Finalmente gli
ho detto come mi sento. Ora va meglio. Mi sento più leggero. Ma sono anche deluso, come
al solito non mi ha rivelato niente. I miei pensieri vengono interrotti dalla presa brusca di
Louis sul mio polso. «Aspetta» mormora. Mi giro e incontro i suoi occhi di ghiaccio. Rimarrei
ore a fissarli. Può sembrare banale, ma lo farei. Sono sempre stato in difficoltà a relazionare
con le persone, mi fanno paura, i loro pensieri, i loro giudizi... Ma sono stufo di stare a
guardare mentre la mia vita diventa sempre più confusa. Sto distruggendo la mia stessa vita.
Se voglio avere le idee più chiare, devo parlare una volta per tutte con Louis. Voglio capire
cosa pensa, i suoi giudizi. Mi siedo al suo fianco. «Vorrei solo capirci qualcosa di più. Se
non vuoi più rivolgermi la parola, andrà bene ugualmente. Ma voglio capire il motivo. Perché
sei così complicato..capisci?» mantengo il suo sguardo. Lui rimane in silenzio. Mi fissa ma
non riesco a capire cosa gli passa per la testa. «A che pensi?» chiedo sempre più curioso.
«Penso che Carly mi ucciderà una volta per tutte.» Non lo seguo. Fino a quando lo vedo
farsi sempre più vicino. Indietreggio, confuso e spaventato. Ma lui mi stringe
possessivamente i fianchi, impedendomi di muovermi. È un attimo, e le sue labbra sono
sulle mie. Quante volte ci siamo baciati per poi tornare ad ignorarci? Dovrei rifiutarlo. Già,
dovrei. Il problema è che quando mi è troppo vicino la mente viene offuscata, il cervello
spento. Lascio libero accesso appena la sua lingua lo richiede. Porto le braccia a
circondargli il collo. La mano di Louis è fra i miei ricci, mentre l'altra fa disegni circolari sul
mio fianco. Mi sento così bene. Mi morde leggermente il labbro inferiore mentre io mi lascio
scappare un gemito nella sua bocca. E restiamo lì, a baciarci per non so quanto tempo. C'è
una voce nella mia testa che continua a ripetermi sbagliato sbagliato sbagliato, ma non le
presto importanza, non ora che so che quello che la mia testa definisce "errore", è la cosa
più bella che mi sia capitata. Louis si allontana dalle mie labbra sorridendo. «Hai sonno?»
Scuoto la testa. Sorride ancora più ampiamente e mi lascia un bacio casto sulle labbra, poi
un altro, e un altro ancora. Le labbra sono gonfie per i suoi baci, e i capelli non sono mai
stati così scompigliati. Quando Louis si alza, aggrotto le sopracciglia, col cuore che batte
ancora irregolarmente. Mi porge la mano. La afferro prontamente, le guance ancora
arrossate e il mio corpo scosso dai brividi. «Vieni con me» dice.

CAP 14💙💙💙💙💙

«Dove andiamo?» chiedo entusiasta. Louis aumenta la stretta sulla mia mano e
probabilmente non sono mai stato più caldo di così. Il mio corpo sembra andare in fiamme.
«Lo vedrai». Mi sorride malizioso. Non so dove andremo alle due del mattino, ma per lui
sono disposto a tutto. Mentre analizzo il territorio che ci circonda, scorgo in lontananza una
distesa d'acqua, un fiume. Che ci facciamo qui? «Tu come-» «L'ho visto oggi pomeriggio,
quando mi hanno costretto ad andare alla ricerca della legna» mi interrompe. «Mi piace
qui». «E hai intenzione di immergerti nel fiume?» domando preoccupato. Louis scuote la
testa. «Da piccolo mi piaceva salire sugli alberi, sai? Durante l'adolescenza ho dovuto
archiviare questa mia piccola passione. Poi ho incontrato Zayn, con lui era tutto più
divertente. Ricordo di essere tornato ad arrampicarmi sugli alberi, come se non avessi mai
smesso. Può sembrare stupido, e forse lo è, ma ho sempre adorato la sensazione che si
prova quando si arriva in cima. È come se si controlla il mondo. Ci si sente potenti.
Capisci?» si volta verso di me. Annuisco. Sorride e raggiunge un albero non molto distante
dal fiume. Lo seguo. * «Qui sopra è fantastico!» esclamo eccitato. Louis ride e scuote la
testa. «Che ne dici di salire più in alto?» propone. Scuoto la testa con veemenza. «Credo
tu abbia qualche problema con le altezze» nota sarcastico. «Ti sbagli» nego reggendomi
con una presa salda al ramo robusto. «Harry!» mi chiama entusiasta. «Da qui riesco a
vedere le stelle!» «Riesco a vederle anch'io» rivelo ovvio. «Era un invito a guardare il cielo
stellato con me» continua a sorridere ironico mentre mi osserva. «Davvero? Mi dispiace, ho
di meglio da fare.» Mi piace stuzzicarlo. Mi faccio coraggio e mi sporgo dal ramo. «Che
fai?» mi fissa accigliato. «Scendo dall'albero.» «Sei certo di farcela?» sta trattenendo una
risata. «Fatti gli affari tuoi.» lo imito. «Uh, qui qualcuno mi sta provocando.» Lo ignoro e
finalmente scendo dall'albero. Mi dirigo verso il fiume. Mi siedo sulla sponda e immergo i
piedi nell'acqua. Ah, che bella sensazione. È così fresca. «Sai, credo che prima di
immergere i piedi nel fiume dovresti toglierti le scarpe!» urla Louis dall'albero. Ops. Danno
già fatto. Cosa stiamo facendo? Perché siamo qui? Dovrei essere in tenda a dormire in
questo momento. Non avrei dovuto nemmeno baciarlo. Lui ha una fidanzata, me ne sono
appena ricordato. Fantastico. Tornerà ad ignorarmi? Non so cosa diavolo stiamo
combinando. Se solo Carly lo sapesse andrebbe su tutte le furie. La deluderei molto. È
questo ciò che più mi spaventa: perdere le persone che amo per un mio errore. Perché tutto
questo è sbagliato, vero? Le braccia di Louis che improvvisamente mi cingono i fianchi, mi
impediscono di riflettere. Manderò le riflessioni a più tardi. «Ti sei bagnato le scarpe»
osserva poggiando la testa sulla mia spalla. È seduto dietro di me. «E i calzini.» «Non
importa» replico fissando il fiume. Louis mi lascia un bacio sulla guancia tinta di un leggero
rossore. Giro la testa nella sua direzione. Sono esattamente fra le sue braccia e sto
fottutamente bene. Ma ho così tanti pensieri in testa. «Che cosa stiamo facendo?» gli
chiedo sincero. Davvero, non capisco più niente da quando sono con lui. Louis mi fissa per
minuti interminabili per poi rispondere «Non lo so». Si avvicina e sfiora il mio naso con il suo.
«Non lo so» ripete. Presto le mie labbra si uniscono alle sue in un bacio lento. Louis mi fa
voltare verso di lui. Ora sono a cavalcioni sul suo corpo. Affonda le mani nei miei capelli
mentre io poggio delicatamente le mani sulle sue guance. Il bacio diventa più passionale,
non appena le nostre lingue si incontrano. La mente è offuscata. Esiste solo Louis. Louis e
io. Le mani del fratello di Carly sono dappertutto. Louis porta le labbra sul mio collo mentre
mi stringe possessivamente i fianchi. Succhia avidamente e mi lascio scappare un gemito.
Sono sensazioni del tutto nuove. Non capisco più niente. «Sei così bello..» sussurra
poggiando le labbra sulla mia mandibola. Stringo le braccia intorno al suo collo e cerco di
aumentare la vicinanza. Profuma di menta e alcool. Lascio un bacio leggero sulle sue
labbra, faccio per allontanarmi ma Louis mi morde il labbro inferiore scatenando un uragano
nel mio stomaco. «Io...» cerco di formulare una frase sensata. Ma fallisco. «Voglio..che tu
stia...bene» ansima sulle mie labbra. «Voglio farti star bene.» Lo guardo confuso.Mi slaccia
in fretta i bottoni dei jeans. Poi mi guarda in attesa. Non so bene cosa abbia intenzione di
fare, ma annuisco. Louis si avvicina alle mie labbra, che sfiora ripetutamente. Una mano si
insinua nei miei jeans. Poggia di nuovo le labbra sulle mie, con più determinazione.
Comincia a massaggiarmi attraverso i boxer e un formicolio si diffonde in tutto il corpo.
Senza accorgermene faccio scontrare il mio bacino con il suo. Louis scende sulla
mandibola, dove applica una lenta tortura con le sue labbra. Muove ritmicamente la mano
sui miei boxer, su e giù. «Lo-lou» ansimo. Socchiudo gli occhi. Non ho mai provato tanto
piacere. «Shhh» mormora lui. Torna presto a mordicchiare le mie labbra mentre la
sensazione nel basso ventre si fa sempre più insopportabile. Non so cosa mi succede. Mi
aggrappo alle sue spalle mentre mi scappa un altro gemito. Vengo nei boxer. Louis sorride
soddisfatto e mi bacia un angolo delle labbra. * Durante l'ultimo giorno di campeggio, ho
passato molto tempo con Louis. Pensavo tornasse ad ignorarmi, invece sembra cambiato.
Ma sta ancora con Elena. Mi ha chiesto di aspettare, vuole del tempo per parlare con la sua
ragazza. Io ho semplicemente annuito. Non voglio perderlo. Nessuno sembra essersi
accorto di quello che sta nascendo fra noi. Zayn a volte ci lancia strani sguardi, ma non
credo sappia molto. L'ultima notte ho dormito in tenda, Louis non voleva rischiare stando
un'altra notte fuori. Ora siamo in macchina di Zayn, pronti per tornare a casa. Ho già inviato
un messaggio a Carly e Liam. Hanno deciso che Gabriel porterà le ragazze a casa con la
sua macchina. Zayn, i ragazzi. Quindi posso passare tutto il viaggio vicino a Louis. Quando
ha preso posto vicino a me, stavo per saltare dalla felicità. A parte qualche sfioramento con
le mani, non c'è stato altro fra me e Louis durante il viaggio. I ragazzi potrebbero notare
qualcosa di strano. Comincio ad avvertire un leggero sonno. Senza pensare, poggio la testa
sulla spalla di Louis che inizialmente sobbalza, poi torna a rilassarsi. Non stiamo facendo
niente di male. Socchiudo gli occhi, mi piacerebbe dormire fra le sue braccia. Louis
furtivamente fa scivolare una mano sul mio fianco, e mi stringe. «Hai sonno?» domanda
Zayn guardando lo specchietto. Annuisco. «Da quando siete diventati così affettuosi voi
due?» continua il moro indagatorio. Rimango il silenzio. Cosa devo dire? «Da quando ho
capito che devo prendermi cura di mio nipote» replica Louis sarcastico. «Come volete. Non
ti scaldare.» Zayn sorride e torna a prestare attenzione alla guida. Senza che nessuno se
ne accorga, Louis muove le dita sui miei fianchi, in modo circolare. Sospiro mentre chiudo gli
occhi. Sto così bene. Presto, cado fra le braccia di Morfeo. Non prima di aver sentito Louis
sussurrare: «In che guaio ci siamo cacciati.»

CAP 15 💙💙💙💙💙💙

I giorni seguenti, dopo essere tornato dal campeggio, sono passati in fretta e piacevolmente.
Non so esattamente cosa ci sia fra me e il fratello di Carly.Non so i suoi sentimenti, ma
conosco i miei.Mi piace, non è solo attrazione fisica, non più.Louis sa essere divertente,
spontaneo, simpatico e sfacciato.Ma è anche complicato. A volte non lo capisco.Ci sono
delle volte in cui mi fa sentire una delle persone più speciali nella sua vita, altre in cui
praticamente mi ignora. Non ha lasciato Elena.Mi ha promesso che lo farà, ma la domanda
che sorge spontanea è quando? Carly ovviamente è all'oscuro di tutto.Ne ho parlato solo
con Liam.Louis mi ucciderebbe se sapesse che mi sono sfogato con qualcuno.L'amico di
Carly, che ora è anche il mio, si è rilevato molto comprensivo e buono.Liam è una delle
persone migliori che conosca. Jeremy non si è fatto più sentire, ora che ci penso...Chissà
che fine ha fatto. «Harry, aiutami a preparare la tavola.» Carly passa da una pentola all'altra
alla velocità della luce.Questa sera arriva Edward a farci visita.È così entusiasta. Annuisco
e mi avvicino alla sua figura per aiutarla. * «Quindi studi a casa?» continua Edward
bevendo un sorso di vino. Carly lo fissa adorante. Annuisco. «Capisco.» Edward si gira
verso Carly e le sorride dolcemente. «Dev'essere divertente vivere con loro due» constata il
fidanzato di Carly. «Sai che vorrei vivere con te.» Carly si fa improvvisamente seria. Lancio
un'occhiata preoccupata a Louis che di rimando mi sorride. Ma che..? «Lo so, purtroppo
non è tutto come vorremmo» ammette Edward. «Tranquillo amico, sappiamo come far
divertire la tua amata. Starà bene anche senza te» replica sarcastico Louis. Edward si
acciglia. «Louis!» lo rimprovera Carly mortificata. «È tutto ok» la rassicura Edward
piuttosto serio. Questa cena sta diventando imbarazzante. «Questa cena sta diventando
noiosa» Louis è il solito sfacciato. «Vado in camera» fornisce guardandomi un'ultima volta
prima di salire le scale. «Ma certo!» esclama Carly sarcastica. «Vai pure!» «È fatto così..»
spiega poi. «Mi dispiace.» «Non preoccuparti.» Edward forza un sorriso. Torno a prestare
attenzione al mio piatto. Improvvisamente il cellulare vibra e sullo schermo appare il nome
di...Louis? Non hai capito il segnale? Segnale? Quale segnale? Mi affretto a digitare la
riposta. Di cosa stai parlando? Poco dopo arriva un altro messaggio: Lascia in pace quei
due e vieni in camera, da me. x «Stai arrossendo?» indaga Carly. «Con chi parli?» Da
quando l'attenzione si è spostata su di me? «Con nessuno e...io devo-» «Tu non mi inganni
signorino!» «Vado in camera» taglio corto. «Stai solo scappando dall'interrogatorio!» grida
lei. «Ma sappi che non finisce qui.» Mi affretto a salire le scale col cuore in gola. Apro la
porta e la richiudo alle mie spalle. Di Louis non c'è nessuna traccia. Due mani
all'improvviso, si posano davanti i miei occhi, impedendomi di vedere. Sto per urlare, ma
un'altra mano mi copre la bocca. Dannato Louis! Mi dimeno, cerco di liberarmi dalla sua
presa ma questo non fa altro che divertirlo. Mi arrendo. Finalmente allontana le mani.Il viso
di Louis si insinua tra il mio collo e la mia testa.Mi lascia un bacio bagnato sulla mascella.
«Sono ancora arrabbiato.» «Davvero?» la voce di Louis ha una sfumatura divertita.
«Davvero» confermo cercando di restare col broncio. «Vediamo cosa possiamo fare...»
Aspetta, cosa? «Lasciami» ordino quando mi carica su una spalla. In un attimo mi ritrovo
sdraiato sul letto. Louis si affretta a salire a cavalcioni su di me e mi riempie il viso di baci.
Ovunque. Non posso fare a meno di scoppiare a ridere quando insinua una mano sotto la
mia maglia per provocarmi piacere, ma l'unica cosa che mi provoca è un insopportabile
solletico. «Ti prego...Oh Lou...» continuo a ridere come un isterico. «La vicina potrebbe
pensare male se continui a ripetere il mio nome.» Louis mi sorride sinceramente divertito.
«Non è una pervertita come te!» ribatto asciugandomi le lacrime. Quando ho cominciato a
piangere? «Stasera esco» annuncia Louis. Il sorriso abbandona il mio volto. «Ah...» Dove
va? Sto diventando così paranoico. «Esco con amici.» Louis risponde alla mia domanda
non formulata. Annuisco. «Mi mancherai» confessa lasciandomi un bacio casto sulle
labbra. «Anche tu.» «Non aspettarmi sveglio, ok?» «Okay» acconsento mentre il buon
umore sparisce improvvisamente. «Sei bellissimo» mormora mentre mi lascia un bacio
leggero sul mento. So che lo dice solo per rallegrarmi. Magari nemmeno lo pensa maa forzo
comunque un sorriso. Non mi va di discutere. I passi di Carly riecheggiano per le scale.
Louis impreca sottovoce mentre si allontana in fretta dal mio corpo per sedersi sul suo letto.
Io mi siedo col cuore a mille. La porta viene aperta. «Io e Edward usciamo. Harry, vuoi
venire con noi?» Scuoto la testa. «Okay, Lou, tu esci?» si informa. «Sì» conferma. «Harry
cercherò di tornare presto, okay? Te lo prometto.» «Sta' tranquilla» la rassicuro. «Esco
solo perché ultimamente gli incubi sono diminuiti quindi puoi andare a letto senza me.
Vero?» Annuisco di nuovo. «Bene, anzi fantastico. A dopo ragazzi.» Carly esce dalla
stanza. Sorrido in direzione di Louis, se gli incubi sono diminuiti è solo merito suo. Dormo
ogni notte con lui, solitamente. «Vado a prepararmi» decide Louis, non prima di avermi
lasciato un bacio leggero sulle labbra. Mi godo quel momento perché semplicemente è
troppo bello per essere vero. Probabilmente mi sveglierò presto, per scoprire che è stato
solo un sogno. Ma ora, preferisco non pensarci e godermi al meglio questo piccolo periodo
che sta diventando tra i più importanti della mia vita. * Ore 03.57 Finalmente, la porta della
mia camera viene aperta. Pensavo non tornasse più. Non riesco più a dormire senza lui. È
preoccupante. Fingo di dormire e Louis sembra cascarci miseramente. Si spoglia restando
in boxer e poco dopo si mette a letto. Ha inizio il mio piccolo, stupido e insulso piano, che
forse, non è un piano ma una necessità. Aspetto che passi qualche minuto e poi mi alzo. In
punta di piedi mi avvicino al suo letto. Picchietto sulla sua spalla. Louis si gira verso di me
assonnato. Aggrotta le sopracciglia. «Perché sei sveglio a quest'ora?» domanda. «Hai avuto
un incubo?» «Nessun incubo» nego. «E allora cosa vuoi?» chiede cercando di assumere
un tono gentile, so che lo sto esasperando. «Posso...dormire con te?» abbasso lo sguardo.
Mi sento un bambino. «Tu mi hai aspettato fino...e tu..oh. Certo.» mi fa spazio. «Vieni.» Sul
mio volto nasce un sorriso sincero mentre mi sdraio al suo fianco. «Male, molto male.»
borbotta Louis divertito. «Ti stai abituando a dormire con me. Ti sto viziando.» «Ormai è
troppo tardi» ribatto sorridente. Successivamente, sono stretto fra le braccia della persona
più sbagliata al mondo. O forse è il mondo a pensare che sia sbagliato, perché per me non
c'è mai stato niente di più giusto. Come al solito, dormire con Louis, allontana i miei incubi.
* Louis esce ormai tutte le sere e torna sempre più tardi. Lavoro. È questo ciò che lo tiene
impegnato. Io comunque, lo aspetto ogni sera. Non riesco a dormire senza lui. Osservo
l'orologio: 04.26 Louis ancora non rientra in casa. Cerco di riposare, senza la sua presenza
fondamentale al mio fianco. Poco dopo finalmente, sto dormendo. * Louis mi sorride
amorevolmente. Deposito un bacio al centro del suo cuore mentre la mano di Louis scivola
sotto la stoffa della mia maglia. Un brivido percorre la mia spina dorsale. Presto le nostre
labbra si uniscono. Mi bacia con passione.Le nostre lingue si scontrano con impazienza.
Affonda le mani nei miei ricci, mi lascio scappare un gemito sulle sue labbra. Louis, in
risposta, mi morde il labbro inferiore. Starei con lui per sempre. Allaccio le gambe attorno
alla sua vita e i nostri bacini si scontrano. Poi la porta viene improvvisamente aperta. Carly
appare sulla soglia. Allibita. Sconvolta. Ci fissa schifata. «Voi siete sbagliati!» grida. «Louis,
lui non è quello giusto per te.» Sobbalzo e Louis si scosta da me. «Forse hai ragione»
ammette colpevole. No no no. «Lou..io» tento. «Voglio stare con te.» «È stato solo un
errore.» continua Louis rivolto a sua sorella che ora mi guarda con disprezzo. Non mi ha mai
guardato così. Fa male. «Carly io-» «Sta' zitto!» mi intima lei. «Mi fai schifo.» «Noi siamo un
errore.» dice Louis. No no no continuo a gridare nella mia testa. «Siete sbagliati.Tu sei
sbagliato.» urla Carly. Le lacrime scendono copiose lungo le mie guance. Questa non è la
Carly che ho conosciuto. Non è lei. «Lou io...ti prego.» lo supplico. «Guardati, mi hai solo
usato per dimenticare Mark. Mi fai schifo. Sei un essere ripugnante. Tu lo ami ancora. Io ero
solo una distrazione.» No no no no no. «Mark vivrà per sempre in te.» ribadisce Carly. «Tu
gli appartieni.» No! * «No!» grido. Mi sveglio di soprassalto e sudato. I ricci appiccicati sulla
fronte, bagnati dal sudore. Uno dei soliti incubi. Il cuore batte ancora forte. Osservo il letto di
Louis e mi accorgo che non è ancora tornato. Decido di alzarmi per prendere un bicchiere
d'acqua reprimendo le lacrime. E se Carly reagisse davvero così? E se le facessi schifo? Io
non sto sfruttando Louis .Ne sono certo. Non ho bisogno di preoccuparmi. Arrivo in cucina e
una volta riempito il bicchiere, bevo un sorso d' acqua e cerco di regolarizzare il respiro. Ora
va meglio. Carly starà dormendo. Sono felice che non si accorta di niente. Ha già troppe
preoccupazioni. Un rumore di un motore attira la mia attenzione. Mi dirigo in salotto e
sposto la tenda per vedere meglio. C'è un'automobile. Louis scende dalla macchina. Cerco
di focalizzare la figura che è alla guida del mezzo di trasporto. La riconosco. Sbarro gli occhi.
Elena. Stringo il bicchiere con più forza. Dopo il lavoro, Louis tornava sempre più tardi per
passare del tempo con lei? Credo che sia la giusta ipotesi. Mi ha mentito. Non sono mai
stato così arrabbiato.

CAP 16 💙💙💙💙💙

LOUIS' POV «E poi..?» mi incita Zayn. «Quando sono rientrato in casa mi sono accorto
della sua presenza. È scappato in camera. Stanotte non abbiamo dormito insieme.»
Sposto il ciuffo lontano dagli occhi. Maledetti capelli. «Ti sei scusato?» «No, e
sinceramente non ne vedo il motivo» replico indispettito. «Se hai le idee così chiare, perché
sei venuto da me?» il mio migliore amico mi osserva confuso. È un deficiente. Davvero.
Come può non capirne il motivo? È così ovvio. «Ho bisogno di un consiglio!» lo guardo
male. «Ok ok, calmati però.» Zayn si acciglia. «Cosa faccio?» chiedo disperato. «Non
posso lasciare Elena di punto in bianco!» Zayn accenna un sorriso. Aggrotto le
sopracciglia. «A che pensi?» «Sì che puoi, amico.» ribatte. Cosa? Lasciare Elena? Non ci
ho mai pensato seriamente perché in fondo lei mi piace. Ma provo qualcosa anche per il
riccio. Non so cosa però. «Vuoi far pace col ragazzino?» ipotizza Zayn. Annuisco senza
esitare. «Allora credo sia l'unica soluzione possibile» constata. «Sempre se sei disposto a
lasciare Elena per lui.» Sarei disposto a chiudere con lei per dedicarmi interamente a
questo strano ragazzino? Sì. Prendo un grande respiro e mi alzo dal letto di Zayn. «Grazie»
mormoro sincero. * Siamo in macchina di Zayn e non mi sento affatto sereno. «Carly?» si
informa Zayn mentre guida. «È al lavoro» dico serio. «Meglio così» replica. «Quindi è
solo?» Annuisco. «Okay. Prima risolviamo la faccenda, meglio è.» Per una volta sono
d'accordo col mio migliore amico. Parcheggia di fronte casa della mia ragazza. Ho il cuore
in gola. Zayn poggia una mano sulla mia spalla.«Andrà tutto bene.» Annuisco poco convinto
ed esco dall'auto. Una volta davanti la sua porta suono il campanello e quando Elena apre la
porta mi sembrano passati anni. «Ehi» sorride lei lasciandomi un bacio leggero sulle labbra.
Sento che tutto questo è sbagliato. Entro in casa con un sorriso finto. «Vuoi qualcosa da
bere?» «No, grazie.» accenno un sorriso. «Ho bisogno di parlarti.» Elena si fa
improvvisamente seria. «Qualcosa di importante?» «Sì, lo è.Credo.» «Dimmi, allora.» Ci
sediamo sul divano e vorrei urlare per la frustrazione. «Io..non è facile» comincio. «Ti
ascolto Lou.» poggia una mano sul mio braccio. Se prima mi piaceva, ora lo trovo solo
fastidioso. Sono troppo ansioso. «Ti voglio bene, Elena. Molto. Sei una persona
fantastica..sei spontanea, simpatica, sei tutto ciò che un uomo possa desiderare.» «Perché
mi dici questo?» sembra allarmata. «E intelligente. Sei intelligente.» aggiungo per la sua
capacità di capire immediatamente quando c'è qualcosa che non va. «Grazie ma, non ti
seguo.» Sposta una ciocca di capelli dietro la schiena e mi osserva in attesa preoccupata.
«Voglio chiudere qui.» Ecco. Tutto di getto. Di colpo. La osservo in attesa di una sua
reazione che non tarda ad arrivare. Gli occhi le si riempiono di lacrime ma cerca di
contenersi. No. Cazzo. «Ehi» mi avvicino e l'abbraccio di slancio. «Dove..ho sbagliato?»
singhiozza. Mi sento una merda. Uno schifoso. «Tu sei perfetta. Non hai sbagliato in niente.
Sono io che sbaglio sempre tutto.» la rassicuro stringendola fra le mie braccia. «Non sono
quello giusto per te. Ti farei soffrire.» continuo. «E tu non lo meriti e io...mi dispiace.» Elena
si aggrappa alle mie spalle mentre continua a piangere.Non mi aspettavo che ci tenesse
così tanto. Cavolo. Non mi aspettavo che sarebbe andata in questo modo, a quanto pare ho
sottovalutato i suoi sentimenti. Mi sento tremendamente in colpa. Ho paura che non le
passerà presto. * Entro di nuovo in macchina. Zayn mi fissa curioso. «Come è andata?»
«Peggio di quanto mi aspettassi» ammetto. «Come l'ha presa?» «Di merda.» «Come ti
senti?» Zayn e i suoi interrogatori. «Di merda.» «Sollevato?» «Zayn, non è il momento.»
Il moro rimane in silenzio e riparte con la macchina. «Siete scesi a qualche compromesso?»
«Amicizia» dico. «Resterete amici?» aggrotta le sopracciglia. «A quanto pare.» Presto
arriviamo di fronte casa mia. «Sei pronto?» Scuoto la testa e Zayn trattiene un sorriso.
«Credo che dovrei ringraziarti.» noto. «Figurati. È un piacere, lo sai» il moro sorride sincero.
«Vieni. Ti offro qualcosa da bere.» «Non devi parlare col ricciolino?» chiede confuso.
«Prima ti offro qualcosa da bere. Poi ti sbatto fuori di casa a calci e parlo con Harry.» Zayn
mi segue divertito. Appena entriamo in casa mi fermo sulla soglia. Harry non è solo. Sul
divano, al suo fianco c'è Liam Payne. Stanno parlando piuttosto vicini. Appena ci notano si
ammutoliscono. So che Liam è solo un amico ma non posso fare a meno di provare una
sensazione fastidiosa al centro dello stomaco. Perché gira sempre intorno al mio...ad Harry?
Zayn si decide a salutare. Liam ricambia seguito da Harry. Faccio entrare il mio amico.
«Come mai qui?» chiedo con nochalance. «Faccio compagnia ad un amico.» spiega Liam.
Sempre fra i piedi. Impiccione. Offro una birra a Zayn. «Vuoi?» domando rivolto a Liam.
Non ci penso nemmeno ad offrirlo al riccio. Non muoio dalla voglia di vederlo ubriaco. Il
castano scuote la testa. «Non bevo.» Solo Carly può avere amici del genere. Annuisco
disinteressato. Improvvisamente noto lo sguardo di Zayn puntato insistentemente su Liam.
Pensa anche lui che sia un idiota? Devo parlare con Harry. Digito in fretta un messaggio a
Zayn senza dare nell'occhio. Toglimi dalle palle quel coglione di Payne. Ho bisogno di
parlare con Harry. Per favore. Zayn mi lancia un'occhiata eloquente. «Credo sia meglio se
io vada ora..» inizia. Liam lo osserva impassibile. Harry giocherella col solito bracciale.
«Ehm..Liam?» prova il moro. Il ragazzo incastra lo sguardo col mio migliore amico. «Sì,
perché?» dice poi. «Ti va..di uscire a prendere qualcosa da bere?» propone Zayn in
imbarazzo. Ottima strategia. Liam colto alla sprovvista lancia uno sguardo al ricciolino che
in risposta, annuisce. «Ehm..okay.» accetta insicuro. Sorrido grato a Zayn che mi fa un
occhiolino. Finalmente soli. Io e Harry. Una volta che Zayn e Liam si chiudono la porta alle
spalle sospiro. È arrivato il momento. «Voglio che tu sappia che mi dispiace.» comincio. «Ti
ho mentito e mi dispiace.» «Non mi va di parlare di questo» replica alzandosi. «Prestami
attenzione» ordino. Non mi piace che mi si ignori. Si ferma e mi fissa in attesa. «Posso
parlare?» «Okay.» Harry annuisce con noncuranza mentre incrocia le braccia al petto in
attesa. Sembra annoiato ma il leggero tremare delle sue gambe mi dimostra il contrario. È
una maschera per difendersi. Da me. Credo sia meglio dirlo di colpo. Sono stufo di essere
guardato con indifferenza. Prendo un grande respiro e: «Ho lasciato Elena.» L'espressione
di Harry cambia radicalmente. Sbarra gli occhi, le braccia gli cadono lungo i fianchi e
spalanca la bocca. Aggrotta le sopracciglia. «C-come?» balbetta. «L'ho lasciata» ripeto.
«Per te.» Harry porta le mani a coprirsi la bocca spalancata e continua a fissarmi incredulo.
Per la prima volta, in questa giornata, mi sento davvero felice. Ho fatto una cosa carina per
una persona a cui tengo. Sta sorridendo. Per merito mio. Non mi sono mai sentito meglio.
«E non m'importa di Carly» aggiungo preso da uno slancio di coraggio. «Voglio stare con te.
Allora hai-» Non riesco a terminare la frase. Harry corre fra le mie braccia, mi afferra il volto
e fa scontrare le nostre labbra, finalmente. Lo stringo dai fianchi. Petto contro petto. Posso
sentire i battiti irregolari del suo cuore e immaginare il sorriso sincero dipinto sulle sue
labbra. Un bacio dopo un altro. Uno scambio d'affetto innocente che ben presto viene
sostituito da un momento di passione. La sua lingua entra in contatto con la mia. Gemo
spudoratamente nella sua bocca quando, inaspettatamente, le nostre intimità si scontrano,
coperte dalla stoffa dei pantaloni. Le mie mani presto sono fra i suoi adorabili ricci per poi
scendere sulle sue natiche, non prima di aver morso il suo labbro inferiore. Aumento la
stretta sulle natiche e le gambe di Harry, presto circondano il mio bacino.Il suo corpo scotta
a contatto col mio. «Oh Lou» mormora sulle mie labbra. Mi soffermo sulle sue splendide
labbra rosse. È un rosso acceso. Sono leggermente più gonfie del solito a causa dei
numerosi baci. Adoro le sue labbra. Arrivo ad una conclusione mentre osservo il ragazzo
aggrappato al mio corpo: non c'è parte che non mi piaccia di lui. Dovrei preoccuparmene?
«Sei splendido» sussurro vicino al suo viso. Le sue gote si colorano di rosso. Sorride timido
e mi lascia un bacio leggero sul collo. «Tu lo sei» dice imbarazzato. «Non ci posso
credere..» sorride con così tanta spensieratezza. Non l'ho mai visto sorridere così. È una
meraviglia. Si aggrappa alle mie spalle e mi stringe in un dolce abbraccio. Mi sembra tutto
così giusto e sbagliato allo stesso tempo. Cosa ne penserebbe Carly? La gente? Zayn non
sembra essersi scandalizzato più di tanto ma...come reagirebbe Eleanor? Non ho tempo di
continuare la lunga lista di paranoie mentali. I baci innocenti di Harry sono una perfetta
distrazione. * Sono passate alcune ore da quando ho rivelato la fantastica notizia ad Harry.
Siamo seduti su questo divano da diverse ore. Abbiamo visto tre film in tutto. Non li ho
seguiti con troppo interesse. Avere Harry poggiato al mio petto e sentire il suo respiro
scontrarsi con la mia pelle rende difficile concentrarsi. «Lou?» mi chiama Harry dolcemente
girando la testa nella mia direzione. È così tenero. «Mh?» «Noi...cosa siamo ora?»
domanda fissandomi imbarazzato. Poco dopo torna a giocherellare col suo bracciale, lo
traduco come sintomo di nervosismo. Sorrido intenerito. «Non lo so. Tu cosa vuoi che
siamo?» «Io....uhm...immagino...non lo so..?» farfuglia a disagio. «Vuoi essere il mio
ragazzo?» propongo tranquillamente quando dentro di me, il cuore batte all'impazzata. I
suoi occhi brillano nel buio mentre sorride. «Io..certo!» accetta buttando le braccia attorno al
mio collo e con un inaspettato coraggio mi lascia baci in qualsiasi parte del viso. Stiamo
facendo una cazzata. Ci stiamo cacciando in un grosso guaio, ma se questo è il prezzo da
pagare per stare con Harry, allora sì. Lo farò. Non ho mai avuto un ragazzo. Continuo a
chiedermi cosa mi stia succedendo. Non sono gay. Ne sono certo. Harry è solo
un'eccezione. L'eccezione più bella della mia vita. La stessa vita, che Harry mi sta
sconvolgendo. Non so come siamo arrivati a sdraiarci sul divano senza separare le nostre
bocche. E cosa più importante, non so come mi sono trovato con un'imbarazzante erezione
a premermi nei pantaloni troppo aderenti. «Ti voglio» sussurro lasciando un bacio bagnato
sulle sue labbra. Harry si irrigidisce visibilmente, ma non gli presto troppa attenzione. Il
desiderio è troppo. Mi sfilo in fretta la maglia, buttandola a terra. Presto anche la maglia di
Harry fa la stessa fine. Harry ansima sotto di me.È agitato e lo sento. Poggio le mani sui
bottoni dei suoi jeans e con gli occhi gli chiedo il consenso. Annuisce poco convinto ma per
me è sufficiente. Mi affretto a calargli i jeans e intravedo i suoi boxer bianchi. Gli accarezzo
distrattamente i fianchi mentre ammiro il suo corpo perfetto. Lascio un bacio sul suo fianco e
con la bocca scendo sempre più giù. Lo voglio così tanto. Ogni forma di razionalità
proveniente dal mio cervello è offuscata dal desiderio. Poggio le dita sull'elastico dei boxer
quando sento un lieve sussurro: «Lou.» Harry ha gli occhi socchiusi. È uno spettacolo
anche solo guardarlo. «Sì?» «Io...mi dispiace.» brontola sottovoce. Mi acciglio. «Perché
dici così?» «Io...non posso, non voglio» balbetta. «Non ce la faccio. Lou mi dispiace così
tanto..» Ovviamente non me lo aspettavo. Mi sento leggermente deluso. «Non vuoi? Non
mi vuoi?» preciso. Harry scuote la testa dispiaciuto. «Io....è complicato.» dice. «Sono qui.
Spiegami.» replico sedendomi. Mi sento leggermente irritato. Voglio sapere cosa nasconde.
«Io..dovrei..» «Sfogarti con me» termino al posto suo. «Voglio imparare a conoscerti.
Conoscerti per davvero.» Lo sguardo di Harry si addolcisce. «Io...non lo so.» «Ti fidi di
me?» chiedo. Annuisce. Sospiro. «Allora dimmi chi sei. Qual è la tua storia?» Harry
sembra pensarci a lungo. Dall'espressione dipinta sul suo viso, capisco che non è un
argomento piacevole per lui. Ma voglio vederci chiaro. «La mia famiglia è morta in un
incidente» mormora finalmente. HARRY'S POV Sospiro per trattenere le lacrime e cerco di
mantenere lo sguardo fisso degli occhi del mio ragazzo. Che strano dirlo. Louis sta per
parlare ma io lo interrompo. «Ero andato ad una festa, di nascosto...la mia famiglia era
venuta a prendermi. Non sembravano troppo arrabbiati...io stavo..discutendo con Gemma,
mia sorella.....» oh Gemma. La prima lacrima scende e Louis prontamente la raccoglie con
un pollice. «Ho distratto mio padre dalla guida..e...sono sopravvissuto solo io. Quello che lo
meritava meno. Mi hanno portato in una clinica...perché ero solo e..con i miei problemi.
E...Carly mi ha salvato. Ma...io..è colpa mia, capisci?» Non posso evitare di singhiozzare,
Louis mi stringe delicatamente fra le sue braccia. «Shh..tu non hai nessuna colpa» mormora
lasciandomi un bacio sulla fronte. Ma non è credibile. Nessuno lo è. Ho omesso il
particolare di Mark perché così sarebbe stato peggio. Rovistare nel passato non mi piace.
Lo odio. Vorrei dimenticare ma ripetendo l'accaduto, questo non succederà mai. Louis mi
culla fra le sue braccia e nemmeno mi accorgo di essermi addormentato. Parlarne con Louis
non è stato così male. Ora mi sento più leggero. Ma forse avrei dovuto dirgli anche di Mark.
È diventato così importante per me ultimamente. Credo di essermi innamorato. * I giorni
passano in fretta. Il nostro piccolo segreto è rimasto al sicuro. Ci baciamo ogni volta che ne
abbiamo la possibilità. Ed è fantastico. Mi sento come una ragazzina in piena crisi ormonale
quando sono con lui. Ho la necessità di stargli sempre appiccicato. Anche se lui non ne
sembra turbato. La sera, solitamente, esce con gli amici dopo il lavoro. So che non mi sta
mentendo. Mi ha dato la sua parola. Tutto va assolutamente bene. Liam lo sa, ed è felice e
preoccupato per me. Sono sdraiato sul divano mentre mi mangiucchio le unghie. Carly è al
lavoro. Louis è uscito con Eleanor, per questo sono solo in casa. Questo programma mette
ansia. Chissà chi sarà eliminato.Io scommetto che... Il suono del campanello mi costringe
ad alzarmi dal divano. Metto in ordine i ricci e vado ad aprire la porta ancora assonnato visto
che mi sono svegliato da poco. Appena apro la porta mi immobilizzo. Il cuore perde un
battito. Le gambe improvvisamente molli non sono d'aiuto. È lui. Ma come è possibile? Gli
occhi si fanno improvvisamente lucidi davanti alla realizzazione del peggiore dei miei incubi.
«Mark» mormoro sconvolto.

CAP 17 💙💙💙💙💙

I pensieri che mi passano per la testa sono tanti. Osservo la figura che si trova di fronte a
me incredulo. Non faccio in tempo a formulare altri pensieri, Mark mi abbraccia di slancio.
Tutta la mia vita dipendeva da lui, una volta. Ora tutto è cambiato. Ancora non realizzo di
stare abbracciando il mio Mark. Quello stesso ragazzo con cui ho condiviso i momenti
migliori della mia vita, quel ragazzo che mi ha insegnato a nuotare, quel ragazzo con cui
immaginavo il mio futuro, quello stesso ragazzo che quando ha incontrato un ostacolo più
grande del solito, non ci ha pensato due volte ad abbandonarmi nella merda. Era tutto ciò di
cui avevo bisogno e lui lo sapeva. Ma lo ha ignorato. Si è comportato da egoista e dovrei
odiarlo per questo. Ma averlo qui ora, fra le mie braccia non mi sembra vero. Inizio
flashback «Sono in punizione» confesso dopo un silenzio imbarazzante. Mark, dall'altra
parte del telefono, sbuffa. «È per quello che è successo con tua madre?» chiede. «Già.»
«Non credi sia stata un po' esagerata?» «Esagerata? Mark, ci ha interrotti nel bel mezzo di
una pomiciata. Come avrebbe dovuto reagire? Pensava fossimo solo amici. Perché sei
scappato?» «Io...non ero pronto..ecco.» «Mi hai lasciato solo» gli faccio notare.«Mia madre
era sconvolta e furiosa.» «Mi dispiace piccolo» dice, e sembra sincero. «Penserò se
perdonarti o meno.» «Come hai..uhm..giustificato quel bacio a tua madre?» «Le ho
semplicemente detto che si trattava di una stupida scommessa.» «E lei ci ha creduto?» «Un
po' titubante, ma sì.» «Dovremmo essere onesti» constata. «Le dirò la verità quando sarò
pronto. E soprattutto, quando ci sarai anche tu al mio fianco. Non le dirò di amarti mentre tu
improvvisamente sparisci dalla circolazione.» «Ti ho già detto che mi dispiace.» «Lo so ma
non ti ho perdonato.» «Pensavo lo stessi prendendo in considerazione.» «Lo farò.» «Allora
domani-» «Mark, domani parto con i miei. Andiamo dai miei nonni, dall'altra parte della
città.» «Harry...» «Lo so. È terribile. Mi mancherai tanto.» «Harry?» «Dimmi.» «Domani
Taylor darà una delle sue solite feste da sballo. E se venissi da me?» «Dovrei...fuggire da
casa mia?» «Solo per il tempo che i tuoi genitori impiegheranno a casa dei tuoi nonni.» «E
quando torneranno dalla vacanza mi uccideranno. Cosa diavolo farò?» «Qualcosa
inventerai. Allora?» «È una follia.» «Ma le follie ci sono sempre piaciute.» Sorrido.
«Quindi..dovrei venire ad una festa di nascosto e poi dormire da te?» ipotizzo. «Esatto.»
Scoppio a ridere. «Ci sto.» «Bene, anzi, perfetto. Non ti lascerò mai okay? Sei troppo
importante per me.» «Ti amo» mormoro. Sospira. «Ti amo anch'io.» Chiudo la chiamata.
Fine flashback È passato così tanto tempo. Non sono preparato a tutto questo. Scoppio a
piangere sulla sua spalla. Poco dopo Mark ha la mia stessa reazione. Il suo profumo...oh
quanti ricordi riaffiorano alla mia mente. Il mio passato, l'inizio di un' adolescenza
complicata, la nascita di un amore proibito, me e Mark. Stringo le mani sulle sue spalle
robuste. «Ti odio» singhiozzo. «Ti odio così tanto!» urlo con rabbia, come se gridando
potessi liberarmi di tutti quei sentimenti contrastanti che sono dentro di me. Sono sopraffatto
da troppe emozioni . La stanza vortica intorno ai nostri corpi, o forse è questa la sensazione
che provo. «Harry...» ringhia Mark stringendomi con forza al suo petto. «Pensavo che
tornassi...mi hai lasciato! Sei stato un bugiardo!» metto distanza fra i nostri corpi mentre le
lacrime scendono copiose sulle mie guance. «Ti ho aspettato per così tanto! Tu....tu non hai
idea di quanto mi abbia fatto male!» grido furioso. «Ti odio!» lo colpisco sul petto con un
pugno. Lui non si muove di un centimetro. Non è ferito fisicamente ma dai suoi occhi posso
capire che lo è mentalmente. «Harry...» mormora con uno sguardo perso. «Sei stato un
bastardo!» mi asciugo l'ennesima lacrima scivolata lungo la guancia. «Non puoi presentarti
qui adesso!Non ora che mi sto ricostruendo una vita!» «Mi dispiace.» «Non me ne frega un
cazzo! Il tuo dispiacere non curerà le ferite che mi hai provocato. Tu..io ti odio così tanto
che-» «Harry io-» «Sta' zitto! Non osare dire altro. Io...ti odio..» i singhiozzi sono sempre
più frequenti. «Ti odio...» ripeto. «Harr-» «Smettila di...smettila. Non voglio-» «Ti amo.»
Quelle parole riescono a distruggere tutte le mie barriere. Mi ama. Dopo tutto questo tempo
lui mi ama ancora. È tornato per me. È sempre bellissimo, con quel suo aspetto elegante. È
qui per me. Ma mi ha fatto soffrire così tanto. Non merita il mio perdono ma, cavolo. Mi ama.
Ha detto di amarmi. «Perché?» è un sussurro appena udibile ma Mark lo sente forte e
chiaro. Sospira. «Quando ho saputo dell'incidente, pensavo di averti perso. Ero distrutto.
Non ero più me. Sentivo un dolore lacinante all'altezza del petto e tutto era così...ma
suppongo che questo non ti interessi.» fa una pausa. «Poi ho saputo di te. Stavi bene. Eri
sopravvissuto. Non mi sono mai sentito così felice e...il mio cuore aveva ripreso a battere
irregolarmente. Cosa solita, quando ero con te. Pensavo di venire da te, subito,
immediatamente..ma poi mi sono fermato a riflettere.E ho capito di vergognarmi. Non sono
venuto da te prima perché mi sentivo un viscido. Mi sento così tutt'ora. Mi vergogno di me
stesso. Non sento di meritarti ma ti amo. Ti amo così tanto che il petto potrebbe scoppiarmi.
Amo tutto di te, i tuoi occhi, i tuoi ricci, il tuo essere infantile, dolce e rompiscatole, il tuo
sorriso..oh, il tuo sorriso è ciò che probabilmente mi è mancato di più. Mi manca vederti
sorridere. Mi manchi tu, perché ti sento ancora distante.» termina lasciandomi con una sola
domanda in testa. «Di cosa ti vergogni?» Mark prima di rispondermi lancia un'occhiata alle
sue spalle e..Ah, già. La porta di casa è ancora aperta. Mi affretto a chiuderla e lui sembra
sollevato. Lo incoraggio a continuare. «Sono stato io a convincerti a venire a quella festa,
quella sera. Tu non saresti venuto se non te l'avessi chiesto. Poi i tuoi genitori sono venuti a
riprenderti e avrei potuto fare qualcosa ma ti ho lasciato andare di nuovo..solo perché tua
madre e tuo padre sembravano sereni. Ma tu non lo eri e io sono stato così stupido. Mi
vergogno, Harry» spiega incredibilmente serio. «Tu non hai niente di cui vergognarti»
mormoro. Mark mi osserva sorpreso. Scuoto la testa. «Non è quello il motivo per cui
dovresti provare...vergogna.» preciso. «Non pensare che sia stata colpa tua. La tua unica
colpa è stata quella di non essermi stato vicino quando più che mai ne avevo bisogno. Tu
non c'entri niente con...l'accaduto. Non sprecare altro tempo per colpevolizzare te stesso per
questo perché sarebbe stupido. Non è stata colpa tua.» «Voglio rimediare.» Mark mi
osserva con più sicurezza. «Non credo che sia-» «Ho ancora una possibilità?» chiede.
«Io..Mark, è complicato. Non puoi venire qui e...capisci?» Annuisce sconfitto. «Io...ti
andrebbe comunque di..» «Posso farti vedere la casa dove vivo ora» propongo. Gli occhi di
Mark si illuminano. «Questo è un modo per..ricominciare?» «Prima voglio altre spiegazioni
ma...forse, ricostuire un'amicizia, solo che ho bisogno di tempo» acconsento titubante. Mark
mi segue per casa mentre gli mostro le stanze. Il ragazzo che ho sempre aspettato è
tornato. Dice di amarmi. Magari merita un'altra chance. Sembra davvero sincero. Ma mentre
gli mostro le varie stanze mi chiedo "E io? Lo amo ancora?" L'immagine di in ragazzo dagli
occhi azzurri e un ciuffo castano poggiato sul viso dai tratti perfetti si fa spazio nella mia
mente. Ripenso a quello che sta nascendo, quello che sento, i momenti belli e quelli meno
piacevoli, riascolto la sua risata come un eco nella mia mente, il suono della sua voce
squillante e il calore emanato dai suoi occhi. E arrivo ad una conclusione. ◆ «È un vecchio
amico» dico indicando Mark. «Oh» Carly sembra confusa. «Quindi ci hai pensato tu a fargli
compagnia tutto il pomeriggio?» Mark annuisce a disagio. «Era da un po' che non lo
vedevo.» «Strano» mormora Carly. «Non mi hai mai parlato di lui.» Perché capisce sempre
tutto? «Io..non ci ho pensato. Non volevo darti troppi..pensieri.» mento. Carly sembra
abboccare perché poco dopo invita Mark a cena. Voglio ancora chiarire con Mark ma
invitarlo a cena significa farlo conoscere a tutti e non sono certo di esserne felice. ◆ Louis
rientra poco dopo da lavoro. Ho il cuore in gola. Fissa confuso Mark e solo allora noto che si
è seduto al suo posto, vicino a me. «Ehi Lou!» esclama Carly. «Lui è Mark! Un vecchio
amico di Harry. Mark, lui è mio fratello, Louis.» «Piacere di conoscerti.» Mark è
evidentemente a disagio e un po' mi dispiace per lui. Louis prende posto al fianco di Carly
continuando a fissarmi. «Allora Mark» inizia Carly, «Da dove vieni?» Inizia l'interrogatorio.
«Da Holmes Chapel» fornisce con tranquillità. «Quindi eri della stessa città di Harry.
Conoscevi la sua famiglia?» Abbasso lo sguardo. Perché fa queste domande? Mark si
incupisce. «Sì.» «Dev'essere stato difficile» constata Carly dispiaciuta. «Carly possiamo
cambiare argomento?» propongo. Incontro lo sguardo pungente di Louis e torno a guardare
il mio piatto. «Scusa.» si affretta a dire Carly. «Cosa studi?» «Ho finito da tempo la
scuola.» «Frequenti l'università?» «Non esattamente. Non è per me.» spiega Mark.
«Come vi siete conosciuti tu e Harry?» Il mio cuore perde un battito. Mark si gira verso di
me e accenna un sorriso. Abbasso lo sguardo. «La sorella maggiore di Harry, a quel tempo
adorava fare feste a casa quando i genitori non c'erano.» «Gemma?» interrompe Carly. Al
suono di quel nome il cuore comincia a far male, le lacrime pungono agli angoli degli occhi
ma cerco di trattenermi. Ricordo Gemma e le sue stupide feste che tanto detestavo. Non
credevo ne avrei mai sentito la mancanza. Come vorrei tornare indietro nel tempo. Mark
riporta nella mia mente troppi ricordi. «Sì» Mark annuisce. «Io ero il migliore amico del
ragazzo di Gemma. Così, semplicemente sono stato invitato alla festa a casa sua. Quando
sono entrato l'ho notato subito. Era lì, seduto. Sembrava annoiato. Mi sono avvicinato e
abbiamo cominciato a parlare. Lui mi ha spiegato di essere il solito fratello minore che deve
subire la vivacità della sorella in piena crisi ormonale. E così siamo diventati..amici.»
Prendo un respiro. «Oh» esclama Carly. «Sembra..carino.» Louis si alza da tavola. «Io
vado in camera. Non ho più fame.» Sembra alterato. Stringo la tovaglia. Non capisco. Lo
seguo con lo sguardo mentre sale le scale. Segnale o no, decido di seguirlo. «Vado un
attimo in bagno.» So che è una scusa banale, lo capisco dallo sguardo che Mark mi rivolge.
«Torno subito. Scusate.» Salgo le scale e dopo essermi preparato mentalmente apro la
porta della nostra stanza. Louis sta guardando qualcosa di poca importanza fuori la finestra.
Sospiro e chiudo la porta. Lui si gira immediatamente. Sembra furioso. Il mio cuore batte
irregolarmente. È bellissimo anche quando è arrabbiato. «Mi spieghi cosa cazzo succede?»
ringhia.

CAP 18 💙💙💙💙

Harry's POV Sospiro sconsolato e annuisco. È arrivato il momento di essere sincero


completamente. «Ti dirò tutta la verità» annuncio sedendomi sul mio letto. Louis mi studia
attento, in piedi di fronte me, con le braccia incrociate al petto. Mi fissa severo e non posso
fare a meno di abbassare lo sguardo davanti a tanta rabbia. «Ti ascolto.» Dal suo tono non
traspare nessuna emozione. Forse avrei dovuto parlargli di Mark molto prima, evitando
questo casino. Ma credo sia troppo tardi per pentirsene. «Mark è stato sincero, o almeno in
parte. Non pensare che a cena stesse fingendo. Ci siamo davvero conosciuti così e siamo
diventati grandi amici.» È giusto che sappia che il bugiardo sono io. «Ha solo omesso un
particolare.» Gli occhi di Louis si accendono di consapevolezza. «Da quando ci siamo
conosciuti ho sempre pensato fosse molto disponibile e attraente. È stato lì che ho capito
che in me c'era qualcosa che non andava. Ho cercato varie cose su internet, e ho scoperto
di essere omosessuale. Mi piaceva Mark, ed ecco che si spiegavano tutte quelle strane
sensazioni che provavo quando lo vedevo.» Il peso sul petto diventa sempre più leggero, lo
sguardo di Louis sempre più ferito. «Presto ho scoperto che lui provava lo stesso per me.
Quindi abbiamo pensato, perché non provarci? Avevo solo quattordici anni, a quell'età tutto
sembra più semplice. Effettivamente non è passato molto. Ma ora che ho capito come
funzionano tutte quelle stronzate, so di essermi sbagliato. I miei non ne sapevano niente.
Gemma aveva intuito qualcosa ma niente di concreto. Ha cercato di parlarmi ma io avevo
troppa paura per rivelare di chi mi stavo innamorando. Mark è sempre stato più grande di
me, a quel tempo aveva diciotto anni. Lui sapeva come tranquillizzarmi, ci era già passato.
Mi fidavo di lui perché semplicemente non provavo più solo attrazione. Poi mia madre ci ha
scoperti, ho arrangiato una scusa e lei sembrava crederci. Mark era fuggito appena mia
mamma era entrata in camera. Mi aveva lasciato solo ad affrontarla. Fortunatamente ho
messo a tacere i suoi dubbi ma, se ne fosse venuta a conoscenza in quel modo cosa avrei
fatto senza Mark? Sarebbe stato terribile. Aveva tradito la mia fiducia ma si è scusato
davvero molte volte , quindi semplicemente l'ho perdonato. Ma probabilmente non avrei
dovuto farlo. I miei avevano intuito che c'era qualcosa che non andava così hanno deciso di
andare dai miei nonni per una piccola vacanza. I miei nonni abitavano fuori città. Non ci ho
impiegato molto a capire le intenzioni dei miei genitori. Volevano allontanarmi da chiunque
stesse cambiando loro figlio. Ovviamente non sapevano fosse Mark la causa di tutto ciò ma
sospettavano ci fosse qualcuno. Erano preoccupati. Quella sera stessa dovevamo partire, al
più presto. Ho parlato al cellulare con Mark e insieme abbiamo deciso di fuggire. Avevamo
deciso di andare ad una festa e poi a casa sua. Non sapevo esattamente cosa avremmo
fatto in seguito, ma io mi fidavo di lui. Chi se lo aspettava che i miei fossero arrivati nel locale
dove si svolgeva la festa per me? Gemma mi aveva seguito. Mark prima di lasciarmi andare
mi ha ceduto il suo bracciale preferito in modo che mi ricordassi di lui...quella sera ho
trattenuto le lacrime. I miei se lo aspettavano perciò non erano furiosi. Erano solo dispiaciuti.
Non sapevano cos'altro avrei potuto escogitare. Era la sera del mio compleanno. Cercavo di
apparire indifferente e lo stesso i miei genitori. Mia...mia madre discuteva con Gemma per la
musica da ascoltare e...» la prima lacrima scende sulla guancia che mi affretto a far sparire.
Prendo un grande respiro e cerco di andare avanti. Merita di sapere tutta la verità. «Poi il
bracciale...è caduto...e..mio ....mio padre si è distratto dalla guida e...» i singhiozzi scuotono
il mio corpo ormai. Louis continua a fissarmi impassibile. «E poi...è stato tutto così...il
bracciale...io non avrei dovuto....oh io..sono rimasto solo da quella sera. Mi aspettavo di
ricevere visite da parte di Mark ma lui in clinica non è mai venuto. Se n'è fregato. E io..»
sospiro. «Mi ha ferito. In un attimo ha perso tutta la mia fiducia. Io volevo solo che mi stesse
vicino. Ne avevo bisogno. Ma lui non c'era. Era spaventato. Così mi ha detto e Lou credimi,
mi dispiace così...» «Ho bisogno di stare solo» mi interrompe tagliente. Esce chiudendosi
la porta alle spalle mentre io mi rannicchio sotto le coperte scosso dai singhiozzi. E piango
per non so quanto tempo. Fanculo Mark che è ancora al piano inferiore. Ho perso Louis. ●
LOUIS' POV La musica rimbomba nelle mie orecchie. «Pago io per lui» dice Zayn. Torna a
girarsi verso di me. «Credo che la barista abbia una cotta per te» mi fa sapere. Gli lancio
un'occhiataccia e sembra afferrare il concetto. «Quindi: aveva un ex fidanzato di cui non ti
ha mai parlato semplicemente perché era stato ferito da quest'ultimo?» riepiloga il moro.
Annuisco. «Bella merda» commenta prendendo un sorso del suo drink. «Non sei d'aiuto.»
«E quel tipo rimane a Doncaster ancora per molto?» «Cosa vuoi che ne sappia io?»
«Siamo piuttosto nervosi.» scherza. «Forse non sarei dovuto venire» replico seccato.
«Cosa vuoi che ti dica? Non sono nella tua testa Lou, sei tu che sai quanto ci tieni. Solo tu.»
Sbuffo. Quanto ci tengo? È davvero così importante per me? «E poi se non ti fosse così
indifferente non credo saresti qui ad ubriacarti» aggiunge subito dopo. Odio quando ha
ragione. «Non capisco perché mi abbia mentito. Odio le bugie.» sbotto svuotando il
bicchiere tutto d'un sorso. «Ha sicuramente sbagliato. Ma non credo per lui sia facile parlare
del suo passato, di quello che gli è successo. Dovresti essere più comprensivo.» «Zay, mi
ha mentito su una faccenda importante!» gli ricordo. Il moro alza gli occhi al cielo. «Non
vedo dove sia il problema. Ora ti ha detto la verità.» «Perché è stato costretto.» aggiungo.
«Sei così testardo» scuote la testa sorridendo. «Se questo ragazzo ti piace e tu piaci a lui,
fregatene del suo passato e scopatelo.» «Sei sempre così delicato nel dire le cose.»
esclamo sarcastico. «Dico davvero.» esclama serio. Questo ragazzo mi farà impazzire.
«Mark fa parte del suo passato. Ma è ancora importante per lui.» ribatto. «Tu sei il suo
presente. Agisci d'istinto. Hai vent'anni cazzo. È questo il momento per fare cazzate. Cosa
importa se poi sbaglierai? Se in questo momento, per te la cosa giusta è il ricciolino, vai da
lui e goditi il momento. Perché credi di essere venuto da me? A te non interessa di Mark e
del suo fottuto passato. Tu sei solo spaventato. Hai paura di quello che provi e hai solo
bisogno di qualcuno che ti dica che tutto questo non è sbagliato. È per questo che io sono
qui. Lou, non è sbagliato quello che provi. Vai da lui e fottilo come si deve.» Rimango in
silenzio. ● Harry's POV «Ho detto a Mark di tornare quando desidera. È importante per te
avere qualcuno vicino che sa cosa hai passato.» Carly mi accarezza la chioma ribelle e mi
lascia un bacio sulla guancia. Mi stringo le coperte al petto e la osservo. Non la merito, non
merito il suo affetto. «Carly» la chiamo. «Dimmi.» «Ti ricordi quando ti ho parlato di un
ragazzo...quel ragazzo che aspettavo tutti i giorni in clinica ma che non arrivava mai?» tento
ansioso. Dio, sto per vomitare. Annuisce confusa. È più di difficile di quanto pensassi,
sento un peso sul petto che non se ne vuole andare. Sospiro e le spiattello la verità senza
troppe cerimonie: «Mark è il ragazzo che aspettavo in clinica.» Carly aggrotta le
sopracciglia. Poi mi rivolge uno sguardo confuso. «Cosa intendi dire?» «Ti ho mentito. Mark
è il ragazzo di cui ti parlavo alcune volte. Mi dispiace.» Abbasso lo sguardo. Carly sospira.
La conosco. Sta contando mentalmente per mantenere la calma. «Scusami» continuo
mortificato. Non faccio altro che mentire. La cosa peggiore è che non ho smesso comunque.
Non le ho detto di Louis e non credo troverò mai il coraggio di farlo. «Okay.» annuisce.
«Okay, ho capito. Mi hai mentito ma..poi sei stato sincero. E credo che.. Non sono
arrabbiata con te Harry. È tutto okay.» dice rassicurante. Mi avvicino e la abbraccio di
slancio. «Grazie, grazie, grazie. Mi dispiace tanto. Mi dispiace. Scusami.» farfuglio sulla sua
spalla. «Okay, ma ora non piangere su. Va tutto bene.» Nemmeno mi sono accorto di star
piangendo. La stringo più forte e inspiro a lungo il suo profumo. «Ti voglio bene» mormoro
poggiando il viso sulla sua spalla. «Te ne voglio anch'io, piccolo bugiardo.» sussurra
facendomi sorridere. «Avanti» scioglie l'abbraccio. «È ora di andare a letto. Domani mi
spieghi meglio. Ora è tardi.» Annuisco pensieroso e mi intrufolo sotto le coperte. Chissà
dov'è Louis. Ho una paura tremenda. Ore 02.26 La porta della mia stanza viene aperta.
Trattengo il respiro. Sento i suoi passi alle mie spalle. È dietro di me. Lo percepisco. Cerco
di regolarizzare il respiro ma fallisco miseramente, come da copione. Il letto cigola sotto il
peso di Louis. Presto si sdraia accanto a me lasciandomi di stucco. Sono girato di spalle.
Lui è esattamente dietro di me. Percepisco il calore che il suo petto emana sulla mia
schiena. Non riesco a trattenermi. Mi giro verso di lui e circondo il suo collo con le mani.
Sospiro sul suo petto e mi stringo a lui. Louis poggia le mani sui miei fianchi. Non osa
parlare. «Pensavo di averti perso» confesso a bassa voce. «Avevo solo bisogno di
pensare» si giustifica calmo. «Mi sei mancato» ammetto. «E mi dispiace.» «Lo so» replica
sottovoce. Accarezza distrattamente i miei ricci e non fa altro che provocarmi brividi. «Sei
ancora arrabbiato?» domando. «Ami Mark?» chiede di rimando. «No» rispondo senza
esitare. «Non più.» Louis rimane in silenzio. «Lou?» «Sì?» «Mark per me è stato
importante. E devo ammettere che rivederlo mi ha provocato le stesse emozioni che
provavo anni fa. È senz'altro attraente come al solito e pare davvero dispiaciuto. Penso che
lo sia davvero. Vorrebbe un'altra possibilità. Io gli voglio bene comunque. Nonostante quello
che è accaduto tengo ancora a lui. Potrei anche dargli un'altra possibilità. Ma come amico. E
se dovessi scegliere, la mia scelta cadrebbe sempre su di te. Tu sei la mia unica scelta. Mi
sei stato vicino quando ne avevo bisogno e per me è stato fondamentale. È con te che
voglio stare ora.» termino. Louis mi osserva per minuti interminabili, poi sorride. «Anche io
voglio stare con te.» Il cuore fa quasi male per quanto batte forte. Mi avvicino e gli lascio un
bacio casto sulla guancia, poi su un sopracciglio, sul naso e infine sulle sue bellissime
labbra. Louis sta trattenendo un sorriso. Mi sento sereno così, fra le sue braccia, al caldo.
«Comunque la riposta è no.» dice dopo un po'. Alzo la testa dal suo petto e lo fisso confuso.
«A cosa ti riferisci?» «Non sono arrabbiato. Non più.» Sorrido e torno ad accoccolarmi sul
suo petto caldo, il mio posto giusto. ● Rientro con un sorriso stampato sul viso che subito
svanisce. Adolescenti. Adolescenti ubriachi ovunque. Avrei dovuto immaginarlo. Carly lavora
fino a tardi. Ovviamente Louis ha dato una delle sue solite feste. Non sono poi così
scandalizzato. Ho paura di essermi abituato a tutto ciò. Mi faccio spazio fra le persone
mentre con lo sguardo cerco il padrone di casa. Lo trovo presto. È seduto sul divano, con
Zayn e altri ragazzi che non conosco. Mi avvicino. «Festa?». Giusto per esserne certi.
Louis si gira verso di me e mi regala un sorriso mozzafiato. Le rughe si formano agli angoli
degli occhi rendendolo più maturo di quanto in realtà sia e i suoi occhi brillano in quella
stanza. «Ehi!» esclama allegro. Gli sorrido in risposta ma non faccio altro. Non possiamo
fare altro. Nessuno sa di noi. Tranne Liam. Zayn ci osserva con un sopracciglio alzato. Gli
faccio un cenno con la mano. «Come è andata?» prosegue Louis. «Bene» rispondo
sincero. «È stato molto gentile e premuroso. Credo che potremmo restare amici.» «Di che
parlate?» si intromette Zayn. «Harry è uscito col suo ex» spiega Louis. «Un'uscita da
amici!» aggiungo più che altro per rassicurare Louis. «Capisco» replica Zayn poco convinto.
Non è stato facile convincere Louis ma alla fine sono riuscito ad ottenere la sua fiducia. Io e
Mark abbiamo passato un pomeriggio piacevolissimo. Lui sa che sono già occupato.
Ovviamente non gli ho detto che il mio ragazzo ora è Louis. È strano pensarlo, figuriamoci
dirlo ad alta voce. Non credo comunque che accadrà presto. Louis è ancora nella fase di
accettazione. Dice di non essere gay, io sono la sua eccezione. Io credo che sia ancora un
po' spaventato dalla situazione, non mi sono perso gli sguardi che lancia ai bei ragazzi per
strada. Mentre io sono terrorizzato dall'idea di dire a Carly di essermi innamorato di suo
fratello. Già, l'ho capito da un po' ma ho paura di dirlo a Louis. Sono all'oscuro di ciò che gli
passa per la testa e non sono per niente tranquillo. Tutti ci vedono come amici. Ultimamente
siamo diventati sempre più vicini. Carly pensa stia nascendo un'amicizia. Tutti pensano così.
E a me sta bene. Louis è tutto ciò di cui ho bisogno. Sto bene con lui. Non mi è mai
successo di sentirmi così in pace col mondo. Lui mi rende sereno e allegro. Sto davvero
bene ma non quel "bene' che si usa per abitudine, io sto bene davvero. Non sono mai stato
meglio. Mi sono innamorato e ricambiato o meno, Louis vuole stare con me. Il braccio di
Louis interrompe il flusso dei miei pensieri. Presto mi ritrovo sopra le sue ginocchia. Lo
guardo con rimprovero. Mi sta mettendo in imbarazzo. Zayn ci studia interessato. «Louis,
domani devo uscire con Liam. Meglio che vada a letto.» lo supplico. «Vai già a dormire?» si
lamenta lui. Annuisco sorridente. «Ma sono solo le dieci di sera!» protesta. «Perché non lo
lasci riposare?» lo rimprovera Zayn. Gli sorrido grato. Louis sbuffa. «Okay, ci vediamo
dopo, suppongo.» «Già, buonanotte.» Mi alzo e saluto Zayn. «Notte» brontola Louis.
«Dormi bene» sorride Zayn. ● LOUIS' POV Rientro in camera e come da copione mi
sdraio accanto ad Harry. Quante cose sono cambiate. Non posso credere di stare con un
ragazzo, a volte penso che sia contro natura ma è così bello passare del tempo con lui che
finisco per dimenticare tutti i brutti pensieri. E i suoi ricci, oh, passerei ore a infilarci le mani
dentro. Lui è così dolce. Lo è sempre. Improvvisamente mi accorgo del suo respiro
irregolare. Interrompo le mie fantasticherie e sposto l'attenzione sul riccio. Sta sudando. Si
muove fra le coperte. Aggrotta le sopracciglia e continua a mormorare "no" sottovoce.
«Harry» lo chiamo sottovoce preoccupato. Continua ad agitarsi nel sonno e tutto diventa più
chiaro. Un incubo...Cazzo. «Ehi» provo inutilmente a chiamarlo di nuovo. Poggio le mani
sulle sue guance e gli lascio un bacio sulla fronte. Cosa faccio? Forse dovrei svegliarlo. Lo
scuoto leggermente mentre continuo a ripere il suo nome. Lo muovo in un modo più brusco
e apre gli occhi di scatto. Mi fissa assonnato, le palpebre socchiuse e la fronte corrugata.
Sembrerebbe tutto nella norma se non respirasse in modo irregolare e non scottasse. «Stai
bene?» chiedo sottovoce. Lui annuisce poco convinto. «Sei bollente» gli faccio notare.
Chiude gli occhi. Cosa? Ha la febbre e torna a dormire? Cosa dovrei fare? Non sono Carly,
come ci si comporta? Forse potrei...ottima idea. Scendo dal letto e con delicatezza prendo
in braccio il mio piccolo Harry che subito si accoccola sul mio petto. Ignoro la sensazione
che mi provoca il suo respiro sulla pelle e entro nel bagno. Riempio la vasca d'acqua
leggermente fresca e gli sfilo la maglia lentamente per poi liberarlo dalla tuta e dai boxer
tutto d'un colpo. Wow. È strano vederlo senza vestiti. È bellissimo. Archivio le mie manie da
psicopatico che fissa immobile il corpo di Harry e presto immergo il corpo del mio ragazzo
all'interno della vasca da bagno. Si stropiccia gli occhi e mi osserva confuso. «Ma...che ore
sono?» farfuglia assonnato. «Sei bollente» ribadisco. «Penso tu abbia bisogno di un bagno
o non so. Qualsiasi cosa che ti faccia stare meglio.» Harry sorride divertito. «Perché mi
guardi così?» indago. «Sei dolce a preoccuparti per me, ma quando si ha la febbre non
credo che la soluzione sia un bagno» replica sorridente. Cos- Dio che figura di merda. Non
so prendermi cura nemmeno di un ragazzo con la febbre. È imbarazzante. «Capisco. Allora
prendo l'asciug-» «No, non intendevo che non mi piace. Non ho mai fatto il bagno alle due
del mattino. È divertente, suppongo.» si affretta a spiegare. Questo ragazzo mi farà
diventare pazzo. «Okay, rilassati. Hai comunque la febbre. Ci penso io a te.» ordino.
Chiude gli occhi e poggia la testa al muro. «Lou?» mugugna. «Mh?» prendo una bottiglia di
shampoo. «Fai il bagno con me?» Mi blocco interdetto. Il solo pensiero di fare il bagno con
Harry mi rende entusiasta. Ma ehi!Ho la mia dignità, perciò cerco di rispondere con
nochalance. «Uhm certo.» Mi libero dei vestiti. Sento il suo sguardo bruciare sulla mia
schiena. Allora non sono l'unico. Non mi è mai successo di sbavare per il corpo di un
ragazzo ma tutto ciò che riguarda Harry è sempre così nuovo e spettacolare. Harry è molto
più carino di qualsiasi ragazza che abbia mai visto. E me ne sto facendo una ragione pian
piano. Mi piace Harry. Mi piace il mio ragazzo. Sto bene con lui. Non c'è niente di sbagliato.
Più o meno. Ma se Carly sapesse...Carly!Può tornare da un momento all' altro. Merda. Mi
avvicino alla porta indossando solo boxer e la chiudo a chiave. «Carly potrebbe entrare e
farsi strane idee. Non so a che ora finisce il suo fottuto turno.» spiego. Harry annuisce
comprensivo e poi abbassa lo sguardo giocherellando con le bolle sull'acqua. È adorabile.
Faccio scivolare i boxer lungo le gambe per poi gettarli a terra. Le guance di Harry diventano
rosse ma comunque non mi guarda. E pensare che è stato lui ad avere questa magnifica
idea. Harry si scosta lentamente per lasciarmi spazio e una volta entrato nella vasca, mi
siedo alle sue spalle. Gli circondo i fianchi e lo stringo a me. Harry poggia la testa sulla mia
spalla lasciando esposto il collo bianco e profumato, gli lascio un bacio bagnato sopra. Le
labbra di Harry si incurvano verso l'alto e non posso fare a meno di sorridere di rimando.
Afferro lo shampoo e lentamente inizio a passare le mani fra i suoi ricci. «Credo che con
questa febbre avrei dovuto lasciarti a letto» constato mentre lavo i suoi splendidi ricci. «Sto
bene qui, con te.» mormora ad occhi chiusi. Mi lascia un bacio sulla guancia. Gli afferro il
mento e cerco le sue labbra. Ci baciamo lentamente, con dolcezza, come se non ci fossero
altre preoccupazioni. Come se tutto andasse bene. Ma non è così. Io posso renderlo felice
solo al buio, quando nessuno ci vede. Dobbiamo nascondere al mondo quello che proviamo
perché tutto ciò è sbagliato agli occhi degli altri. Eppure in questo momento tutto mi sembra
così giusto. Passo le mani insaponate sull'accenno di pancia di Harry che in risposta, mi
lascia un bacio sulla base del collo. E restiamo così, abbracciati mentre ci coccoliamo a
vicenda. E sinceramente non importa se prenderò la febbre perché non sostituirei questo
momento con nessun altro.

CAP 19 💙💙💙💙💙

HARRY'S POV Infilo il pantalone più elegante che possiedo mentre Carly si occupa di
rendere il cespuglio che ho al posto dei capelli presentabile. Andremo a cena in un
ristorante con i genitori di Carly e Louis. Chi l'avrebbe mai detto. Ho un ragazzo; con gli altri
è piuttosto brusco, con me l'esatto contrario. Ne sono lusingato ovviamente. Non posso fare
a meno di sorridere come un deficiente. Sorrido così tanto che a volte mi dole persino la
mascella. So che non tutto sarà facile come vorrei, ma per ora voglio semplicemente
godermi Louis. I momenti che passo con lui che potrebbero finire quando il destino si
stancherà di vederci sereni. Il destino. È merito suo se ho incontrato Louis? Chissà se era
già tutto deciso. Mi piace pensare che i nostri destini siano scritti man mano che la nostra
vita scorra. E mi piace ancora di più, credere che siamo noi, invece, a decidere chi amare.
Insomma, possiamo incontrare delle persone, per opera del destino, ma siamo noi poi a
decidere se continuare a frequentarle o meno. Credo che tutto ciò dipenda da noi. Forse sto
facendo un ragionamento troppo complesso. Sbuffo contrariato e subito dipingo sul mio
volto un sorriso per non far preoccupare Carly. Edward arriverà a momenti, sarà presente
anche lui a cena. Credo sia qualcosa di molto importante. «Harry, stai d'incanto!» si
complimenta Carly. Sembra sincera. Abbozzo un sorriso e abbasso lo sguardo. Se lo dice
lei, dovrei fidarmi, no? Oppure è solo il parere di una persona accecata dall'affetto? ◆
«Harry sei davvero cresciuto!» «Carly cosa hai fatto ai capelli?» «Edward prenditi cura
della mia bambina!» «Louis usa il tovagliolo per l'amor del cielo!» «Cosa ne pensi del mio
abito?» «Tuo padre è un gran rompiscatole.» «Pensavo di tingermi i capelli di viola.»
«Adoro i tuoi ricci Harry!» Lucy, la madre di Carly e Louis, è davvero una
gran...chiacchierona? Suo marito se ne sta in silenzio. Credo sia abituato o rassegnato. Ho
un gran mal di testa. Non credo smetterà di parlare presto. Mi limito ad annuire quando
necessario ed accennare un sorriso di tanto in tanto. Louis è seduto di fronte a me. Gli
sorrido senza farmi notare quando posso. Credo stia prendendo l'abitudine di darmi calci
sotto il tavolo, dove nessuno lo può notare. «Com'è l'insegnante?» «Harry?» Mi riscuoto
dai miei pensieri e porto l'attenzione su Lucy che aggrotta le sopracciglia. «Come?»
farfuglio. «Scusate..io credo di essermi distratto.» «Non sei l'unico, ragazzo» replica il
marito di Lucy che riceve un'occhiataccia dalla moglie. «Stavo spiegando a mamma che
studi a casa, con un insegnante privato.» spiega Carly con pazienza. Ah, le lezioni private.
«A dire il vero, ultimamente l'insegnante si è dato malato. È passata una settimana
dall'ultima volta che abbiamo fatto lezione.» ammetto. «Com'é studiare a casa?» si informa
Lucy. «Preferirei frequentare una scuola ma anche studiare a casa è okay. È molto per me.
Devo tutto a Carly» spiego. Carly sorride imbarazzata. Edward addolcisce lo sguardo e
Lucy sembra orgogliosa di sua figlia, com'è giusto che sia. «Mamma» Carly interrompe il
silenzio che si è creato. «Credo che papà si stia addormentando.» Sorrido sincero.
Quell'uomo è davvero divertente. «Paul!» grida Lucy indignata. «Ma quanto puoi essere
fuoriluogo e maleducato!» «Sono piuttosto stanco» esclama d'un tratto Louis facendo
voltare tutta la famiglia, che stava chiacchierando, verso di lui. «Credo che tornerò a
casa.Non ti dispiace, vero mamma?» «Di già?» brontola Lucy scuotendo la testa
dispiaciuta. «Non ti vedo mai e quelle poche occasioni che abbiamo per passare del tempo
insieme non le sfrutti abbastanza.Ti importa ancora di tua madre?» Louis addolcisce lo
sguardo. «Certo che mi importa di te, ma sono molto stanco. Ci vedremo in settimana,
sicuramente.» Stanco? Non ci credo neanche morto. Dove va? Voglio fuggire anch'io da
questa noiosa e imbarazzante cena. I pantaloni sono anche stretti. Mi sento in trappola.
Louis si alza sorridendo forzatamente. Mi lancia uno sguardo d'intesa, che io ovviamente
non capisco. Perché non può parlare come ogni essere umano? Odio dover tradurre i suoi
comportamenti, o meglio, "segnali", come li chiama lui.Okay, forse non è del tutto così ma
poco importa. Sta così bene con quella camicia. È come al solito bellissimo. Sospiro
internamente. Ancora non capisco perché un ragazzo brillante come lui si interessi ad uno
psicopatico come me. Avanti, sono così problematico. Due notti fa, ho avuto uno dei miei
soliti incubi. È stato tremendo. Suppongo che qualsiasi persona a me vicina, non viva
tranquillamente con questo mio problema. Ho un problema e non credo si risolverà mai del
tutto. «Harry?» mi chiama con nochalance Louis. Sobbalzo e lo fisso perplesso. «Tu non ti
sentivi poco bene?» chiede confuso. Fintamente confuso. Che bastardo. Vorrei scoppiare a
ridere per la sua grande capacità nella recitazione. Io non sono bravo quanto lui, purtroppo.
Carly mi analizza preoccupata. «Ti senti male?» indaga attenta. «Mi fa solo male la testa»
rispondo per non farla preoccupare. «Vuoi che ti accompagni a casa? Magari ti risposi.»
propone il mio ragazzo. Annuisco senza esitazioni. «Grazie» gli sorrido. «Louis tesoro, da
quando sei così gentile e disponibile?» domanda Lucy indagatoria. Oops. Louis non si
scompone. «Harry è un tipo a posto.» «Sono felice che lo pensi anche tu» sorride Lucy
entusiasta. «Buona serata a tutti. Andiamo Harry» annuncia Louis. Lo seguo salutando la
famiglia Tomlinson e Edward. Una volta fuori dal ristorante, Louis fa una cosa che mi lascia
decisamente senza fiato. Mi afferra la mano, incastrando le sue dita con le mie. Quel
piccolo, grande gesto non può far altro che farmi battere il cuore più del dovuto.
Camminiamo per le strade per mano, come se fossimo una semplice coppia di innamorati
che passa una serata romantica assieme. Ci confondiamo nella folla. Alcune persone ci
osservano incuriosite, altre disgustate, altre ancora intenerite e alcuni nemmeno ci notano. È
un grande passo per Louis. Lo so. Lo percepisco dalla sua mano tremante che stringe la
mia, come se in essa, potesse trovare la salvezza. Non posso fare a meno di sorridere grato
e incredibilmente felice. Louis sta silenziosamente urlando al mondo di essere il mio
ragazzo. Non mi sono mai sentito meglio. Mai. Incontro i suoi occhi di ghiaccio e gli sorrido
sincero. «Grazie» mormoro una volta entrati nella sua auto, lasciandogli un bacio sulla
guancia. «In cosa mi stai trasformando.» borbotta scuotendo la testa sorridendo divertito.
Torno seduto composto sul mio sedile e chiedo «Dove andiamo?» «Zayn dà una festa
senza senso a casa sua» risponde tenendo lo sguardo concentrato sulla guida. «Lou?»
provo dopo attimi di silenzio. «Dimmi.» «E se...parlassimo a Carly?» «Di cosa?» aggrotta
le sopracciglia. «Di..di noi» balbetto. Louis rimane in silenzio per minuti che mi sembrano
ore. «Non credo sia una buona idea.» dice serio. «Perché?» sono confuso. Io sono
disposto a farlo per lui. Per quale motivo ora ha cambiato idea? «Non tutti capirebbero,
Harry» controbatte. «Carly potrebbe essere comprensiva. Lo è» replico accigliato. Carly
potrebbe accettare tutto questo, lo so. «Ti sbagli.» Dal suo tono comprendo che non
desidera repliche ma non capisco davvero dove sia il problema. «Dobbiamo affrontare le
nostre paure. Tu lo hai fatto per me, ora lascia che io lo faccia per te» dico. Louis scuote la
testa. «Io non ho fatto proprio niente. Per strada non c'era nessuno che conoscessimo, per
questo mi sono spinto a tanto. Non l'ho di certo fatto per ottenere qualcosa in cambio.» «Mi
stupisce sapere che per te non sia stato niente di così difficile. Lo trovo piuttosto
insensibile.» L'atmosfera si fa sempre più tesa. «Non puoi credere che tutto sia così
semplice!» ringhia lui facendomi sobbalzare. Crede di farmi paura? «Io sto solo cercando di
far funzionare le cose!» grido esausto. «È sicuramente il modo sbagliato per farlo» è quello
che dice. Cosa? «Voglio parlare a Carly di noi. Lei sarebbe comprensiva. Potresti mettere
da parte la paura e starmi vicino.» cerco di andargli in contro. «È una gran cazzata. Penso
che sia la più grande cazzata del secolo. Dovresti crescere e capire che la vita non è tutta
rose e fiori. La gente ha la mente chiusa e ristretta. A nessuno frega dei tuoi sentimenti.
Stare con qualcuno del tuo stesso sesso è contro natura.» Gli occhi si fanno lucidi. Sta
davvero dicendo che... «Stai insinuando che noi siamo uno sbaglio allora?» Spero che sia
tutto uno scherzo. «È questo che la gente pensa.» Louis è terribilmente serio. «Gente,
gente e solo gente!Tu cosa pensi? Per una volta ignora il parere degli altri e parla con il tuo
cervello.» Sono sconvolto. «Fanculo, Harry, fanculo!» urla fermando di scatto l'auto. «Sei
uno stronzo!» ed è la verità. È un gran stronzo. Scendo dall'auto sbattendo più forte che
posso lo sportello e mi incammino furioso verso una meta ancora non decisa. Lo odio. E la
cosa peggiore è che non riesco nemmeno a convincere me stesso. Sento i passi veloci di
Louis alle mie spalle. Dove vado ora? Di chiamare Carly non se ne parla. E se Liam fosse
occupato? Sono stanco di essere un peso per gli altri e sono così arrabbiato che romperei
tutto in questo momento. Il flusso dei miei pensieri viene interrotto dalla mano di Louis
stretta sul mio polso. «Vattene!» ringhio cercando di allontanarmi il più possibile da lui.
«Harry, mi dispiace.» «Non m'interessano le tue scuse!» ribatto. «Hai detto delle cose
orrende.» «Dove avresti intenzione di andare? È notte, non c'è nessuno in giro disposto a
darti un passaggio a meno che non abbia secondi fini.» Forse ha ragione. Ma cosa faccio?
Se sono arrabbiato con lui non posso farmi dare una passaggio o forse sì...dannata
indecisione. «Lasciami andare il polso.» dico poi. «Mi fai male.» «Scusami.» scioglie la
presa e mi fissa in attesa. «Allora?» chiede. «Okay, va bene» annuisco incerto.
«Andiamo.» lo seguo ma non oso sfiorarlo. Una volta in auto mi muovo a disagio sul sedile.
Questo silenzio è imbarazzante ma non ho intenzione di aprire bocca. Incrocio le braccia al
petto e aspetto che metta in moto l' auto. Ma questo non accade.Mi decido a parlare. «Hai
intenzione di star senza far niente ancora per molto? Avevi detto che mi avresti riportato a
casa.» «Non volevo dire quello che ho detto. Mi dispiace, okay?» Non voglio cedere così
facilmente. «Poco fa, hai parlato come fanno tutte le altre persone, senza utilizzare il
cervello. Ti sei limitato a dire che noi facciamo schifo semplicemente perché stiamo insieme.
Hai detto delle cose-» «Non avrei dovuto dirlo, lo so. Scusami.» Mi giro verso di lui e lo
analizzo. È così bello, ma questo non deve importarmi. Sembra sincero. Sospiro. «Pensavi
davvero quello che hai detto?» lo scruto attentamente. «Certo che no» scuote la testa. «Tu
sei la cosa più bella che mi sia capitata. Come potrei?» La sua mano cerca un contatto con
la mia. Non glielo impedisco. Osservo le nostre mani intrecciate e mi chiedo ancora cosa
veda di sbagliato in noi, la gente. «Dispiace anche a me. Non avrei dovuto insistere.
Scusa.» abbasso lo sguardo mentre continuo a giocherellare col bracciale di Mark...ma ora
non ne ho più bisogno. Ora ho Louis e voglio stare con lui. Slaccio in bracciale e con un
attimo di esitazione lo getto fuori dal finestrino. Torno a respirare. Non è stato poi così
difficile; quel bracciale non faceva altro che sbattermi in faccia il passato e io voglio solo non
pensarci ora, ma non dimenticherò. Questo mai. Torno a guardare Louis, sembra sorpreso.
Abbozzo un sorriso. «Vieni» ordina indicando le sue ginocchia. Cosa? Lo fisso confuso.
«Che dici?» trattengo una risata. «Vieni qui.» ripete come se fosse la cosa più normale del
mondo. «Louis se hai intenzione di darmi lezioni di guida non credo sia il momento. Hai
parcheggiato sul lato di una grande strada, dovremmo tornare a casa.» Louis sbuffa e
continua a sorridere. «Vieni qui, da me. So che lo vuoi.» Scuoto la testa mentre un sorriso si
dipinge sulle mie labbra. «Siamo nel bel mezzo di una strada!» gli ricordo. «Sei bellissimo.»
mormora continuando a sorridere.Non posso fare a meno di arrossire. Fortuna che è buio.
«Che ore sono?» domando. «Non mi interessa.» risponde lasciandomi di stucco. Allunga le
mani verso il mio busto sfiorandomi un fianco. «Lasciami! Mi fai il solletico!» non posso fare
a meno di ridere. «Ma che..?» Louis aggrotta le sopracciglia divertito. «Ma se ti ho appena
sfiorato!» «Ti ho detto di lasciarmi!» ripeto ridendo. «Sei un tipo strano.» commenta
poggiando le mani sui miei fianchi. Fa leva sui miei fianchi e dopo aver ricevuto schiaffi, calci
a pugni dal sottoscritto, riesce a portarmi sul suo sedile. Sono seduto a cavalcioni sul suo
corpo. «Sei un approfittatore!» lo colpisco con un pugno dritto sul petto, lui in risposta alza
un sopracciglio. «Ti senti così superiore?» chiedo fissandolo con sfida. «Già» mi lascia un
bacio sulle labbra. «Ne parlerò con Lucy» prometto sorridente. Le sue mani bruciano sui
miei fianchi e di colpo, l'atmosfera cambia. Louis mi fissa con desiderio e io non posso fare
altro che ricambiare il suo bacio. Le nostre lingue si incontrano ed è inevitabile, sospiro sulle
sue labbra. In risposta, lui stringe la presa sui miei fianchi. Una sua mano scivola sul mio
addome e si intrufola sotto il tessuto della mia maglia. Trattengo il respiro. Le sue mani sono
gelide, a contatto con la mia pelle bollente. Il cervello è andato in tilt. Non riesco a ragionare
razionalmente. Le sue labbra si spostano sul mio lobo che morde leggermente prima di
scendere lungo il collo. Stringo le mani sulle sue spalle. «Lou..che cosa stiamo facendo?»
mormoro. «Noi...non possiamo qui...» «Shh» mi zittisce con un bacio sulle labbra e io
semplicemente mi lascio trasportare. Le sue mani si fermano sulla mia maglia, che presto si
trova sul sedile al nostro fianco. I vetri cominciano a diventare appannati. Ho paura. «Lou..»
sussurro. «Mh» mugugna scivolando con le sue labbra sul mio petto. «Io...non ho mai....»
non riesco a terminare la frase. «È la prima volta anche per me. Con un ragazzo, intendo.»
Poggia le sue labbra sulle mie dolcemente. «Andrà tutto bene» promette. Annuisco
rassicurato e una volta tolta la sua maglia, cerco di slacciargli il bottone del jeans. Per mia
fortuna Louis notando il mio impaccio, mi dà una mano. Presto ci troviamo nudi, io sulle sue
ginocchia, lui mi sorride dolcemente e continua a ripetermi che sono bellissimo. E forse è il
posto peggiore che avremmo potuto scegliere ma a me sta bene così. Ho bisogno di lui, non
mi interessa dove e quando. Mi basta averlo. Non mi sono spinto a tanto nemmeno con
Mark, sono così ansioso. Continua a baciarmi le labbra, ormai gonfie. Poi dalla tasca del
jeans, estrae un preservativo, lo apre e poi me lo poggia sulle mani. Mando giù il groppo che
si era formato in gola e afferro il profilattico. Abbasso lo sguardo e osservo la sua erezione.
È gonfia e pulsante. La avvolgo nel preservativo e Louis trattiene in respiro. «Ti voglio»
sussurra sulle mie labbra. Avvolgo le mani intorno al suo viso e lo bacio. Fa scivolare un
dito nella mia apertura, sospiro, non fa così male. Presto aggiunge un secondo dito, poi un
terzo. Inizia a sforbiciare e avverto un leggero dolore mischiato al fastidio. «Sei così
stretto..» sospira sulla mia spalla e io gemo silenziosamente. Presto le sue dita, escono dal
mio corpo. Mi afferra saldamente per i fianchi e si fa spazio nelle mie carni. Un dolore
lacinante si espande per tutto il mio corpo. Urlo dal dolore. Fa male. Alcune lacrime
scivolano lungo le mie guance. Louis non si muove.Aspetta che mi abitui. Raccoglie una
mia lacrima e sussurra parole che al momento, non comprendo. «Vai» dico aggrappandomi
alle sue spalle, anche se non sono affatto sicuro di quello che ho appena detto. E lui
comincia a muoversi, lentamente. Soffro in silenzio. Presto il mio corpo si abitua alle sue
spinte, che diventano sempre più forti. Il dolore viene sostituito dal piacere. Ansimo sul suo
collo, lui stringe i miei fianchi così forte che credo rimarrà il segno. Si muove in me con
dolcezza, evitando di farmi male. Averlo dentro di me è appagante. Mi sento completo. È
come se non avessi bisogno di nessun altro oltre lui. I ricci sudati si appiccicano sulla fronte
e Louis mi lascia un bacio bagnato sulle labbra. Gli mordo il labbro inferiore, Louis poggia le
mani sulle mie natiche. Poggio la testa nell'incavo del suo collo mentre il mio ragazzo spinge
dentro di me. Sono quasi arrivato al culmine lo sento. Louis ansima sempre più forte.
Vengo urlando il suo nome, Louis mi segue dopo alcuni secondi. Appoggio la testa al suo
petto e chiudo gli occhi. Louis è ancora dentro di me. «Louis?» lo chiamo col fiatone.
«Dimmi piccolo.» «Ti amo.» Louis mi stringe a sé e non mi importa se non mi ha risposto.
Io sto bene così, fra le sue braccia. Abbiamo tutto il tempo del mondo. Anche se ho un
brutto presentimento.

CAP 20 💙💙💙💙💙💙

«Ti piace Harry Potter?» si informa Liam facendosi vicino. Scuoto la testa. «Ho letto le
prime pagine, non è stato esattamente come mi aspettavo.» Siamo nella libreria vicino casa
di Liam, stasera resto a dormire da lui; ha discusso con Sophia e ha bisogno di un po' di
compagnia. Carly deve lavorare fino a tardi, come al solito. Louis invece uscirà con Zayn.
«Eppure dovrebbe piacerti.» commenta serio. «Perché?» domando confuso. «Ha il tuo
stesso nome» spiega come se fosse una giustificazione valida. Scuoto la testa e sorrido.
Chi lo capisce. «Ho voglia di mangiare qualcosa, usciamo?» propone. Annuisco e lo seguo.
Camminiamo per le strade di Doncaster ridendo per le cose più stupide e bizzarre. Mi piace
tirar su di morale Liam, si sta rivelando un grande amico. «Tu staresti davvero bene con i
capelli legati in una coda di cavallo amico, lasciatelo dire!» Liam continua a ridere ogni volta
che incontra il mio sguardo fintamente offeso. «Essere gay, non significa cambiare sesso»
puntualizzo accigliato. «A proposito» si fa improvvisamente serio. «Non esci più con Mark?»
«È partito giorni fa.» dico. «L'hai salutato?» indaga. Sbuffo. «Ovvio che l'ho fatto.» «Sarà»
commenta pensieroso. «A me sembri escluso dal mondo da quando frequenti il fratello di
Carly.» Scuoto la testa. «Ti sbagli. Non è così Liam.» «Ti ha mai detto qualcosa di
significativo che vada oltre qualche complimento?» continua a guardarmi con quell'aria da
"ho ragione io". «Non è come pensi» mi difendo. Prendiamo posto nel solito bar dove
chiacchieriamo e discutiamo praticamente di tutto. «A me sembra che ti stia usando come
un giocattolo, non mi fido di lui.» «Lui ci tiene a me» ribatto offeso. «Forse non quanto tu
tieni a lui» replica amaramente. Qualcosa si rompe dentro di me. Sta andando tutto alla
grande fra me e Lou, perché adesso deve rovinare tutto? «Perché dici così?» aggrotto le
sopracciglia ferito. «Harry, fare sesso con una persona-» «Amore, fare l'amore.» lo
correggo. «Fare l'amore, è qualcosa di molto importante. Significa donarsi, nel vero senso
della parola, in tutti i modi possibili ad una persona. Di solito, quando accade entrambe le
persone sono coinvolte in tutto ciò. È un amore reciproco, che non passa inosservato.
Anche un cieco se ne accorgerebbe. E io lo vedo in te. Vedo i tuoi occhi brillare quando parli
di lui, il che è bellissimo. Ora, io non conosco Louis, ma da quello che tu mi hai raccontato,
io non lo vedo travolto da questo sentimento quanto te. Questo non significa che a lui non
importi, ma forse e ripeto, forse, non ci tiene quanto te. Il che potrebbe portarti,
inevitabilmente, a soffrirne in seguito.» Scuoto la testa. «Tu non lo conosci.» «Lo so, è solo
la mia opinione. Non te la prendere.» Accenna un sorriso. Abbasso lo sguardo. «Potresti
solo essere felice per me?» chiedo. «Ma certo che lo sono Haz. Sono solo preoccupato.»
Liam sembra sincero. Sospiro e torno a sorridere. «Cosa prendi?» mi informo. «Qualcosa
da bere, tu?» «Prenderò un croissant» decido. «Qui qualcuno ha voglia di mettere su peso.
Ma non preoccuparti, Lucy si occuperà di riempirti di schifezze per il tuo compleanno»
scherza Liam visibilmente sereno. Aggrotto le sopracciglia. «Come lo sai?» sono sconvolto.
«Cosa?» «Come sai del mio compleanno?» preciso. Liam sembra sorpreso dalla mia
reazione. «Me lo ha detto Carly. Perchè hai quella faccia da idiota?» Ignoro la sua offesa.
«Non mi piace festeggiare il mio compleanno. Odio il primo febbraio» confesso fingendomi
indifferente. «Sicuro sia solo questo?» indaga il mio amico. Annuisco e abbozzo un sorriso
per apparire più convincente. «Quindi cosa hai intenzione di fare domani?» domanda Liam.
«Chi ha detto che bisogna festeggiare obbligatoriamente il proprio compleanno?» Liam
scuote la testa e borbotta un «sei così difficile da comprendere.» Ma chi voglio prendere in
giro? Chiunque odierebbe il proprio compleanno se coincidesse con la morte dei propri
genitori. * «Indovina!» esclama Louis irrompendo nel salotto in tutto il splendore. «Non eri
uscito con Zayn?» Non posso fare a meno di ricambiare il sorriso. «Infatti sono appena
tornato. Ti ricordi il contrattempo che ci ha impedito di uscire la scorsa settimana?» si siede
al mio fianco e mi lascia un bacio innocente sulle labbra. «Sì.» Chi potrebbe dimenticare il
casino che è successo? Lucy e Paul sono entrati in casa nostra come uragani e mi hanno
costretto ad una giornata di solo shopping, Louis escluso. Un incubo. Meglio non ripensarci.
Carly pensava mi stessi divertendo, significa che non sono poi così male come attore.
«Visto che sei minorenne non puoi entrare nei locali, ma il tuo Loulou sa sempre risolvere
tutti i tuoi problemi.» Mi sta prendendo in giro? «Lou, hai bevuto qualcosa?» Lo osservo
attento e incredibilmente serio. Ultimamente mi sono aperto molto di più con Louis. Riesco
ad essere spontaneo, me stesso quando sono con lui. È una sensazione del tutto nuova. Mi
piace, mi sento una persona diversa. «Dico davvero!» protesta divertito. «Qual è il tuo
piano?» Tanto vale sentire le cavolate che sparerà di qui a fra poco, che ascoltarlo
lamentarsi come un bambino capriccioso per il resto della giornata. «Potremmo andare nel
locale dove lavoro io! Che ne so, domani sera. Che ne dici? Lì conosco diverse persone.
Non avresti problemi nell'entrare» gesticola entusiasta. Domani. Perchè proprio domani?
Non ho detto nulla a Louis riguardo il mio compleanno. Non voglio la sua compassione.
Conosce la mia storia e collegherebbe tutto all'istante. «Non so...» indugio a disagio. «Ti
accompagnerà Zayn e passeremo una serata diversa. Voglio stare con te senza
preoccuparmi della gente che ci circonda, per una volta.» Mi osserva con i suoi occhi... i
suoi occhi. Annuisco. «Va bene, ci sto.» Sul viso del mio ragazzo si fa spazio un sorriso
mozzafiato che mi lascia senza fiato, nel vero senso della parola. Lo osservo incantato e
quando il suo corpo incombe su di me, non posso far altro che sentirmi piccolo e
insignificante di fronte a tanta bellezza. E chi se ne frega se mi pentirò in seguito o se ne
soffrirò come al solito! Se questo è il prezzo da pagare per vederlo sorridere così
ampiamente, allora sono disposto a tutto. Mi bacia con trasporto e poggio le mani
immediatamente sul suo petto respingendolo gentilmente. «Lou? Carly potrebbe entrare da
un momento all'altro.» «Che entri pure. L'altra notte ho incontrato Edward nudo in giro per
casa nostra, e come vedi, sono ancora vivo» replica stringendomi in un goffo abbraccio. Gli
lascio un bacio sul mento ricoperto da uno strato sottile di barba. Le sue mani in insinuano
sotto la mia t-shirt preferita e il cuore semplicemente non batte più in maniera regolare. «Ti
prenderei qui. Ora» mormora sulle mie labbra. Un brivido mi scuote la spina dorsale. Lascio
un bacio alla base del suo collo e torno a guardarlo negli occhi. I suoi occhi riescono a
guardarmi in fondo. Non so bene come spiegarlo. A volte ne ho persino paura. Mi scrutano
con attenzione mentre i miei osservano il profilo del suo viso con adorazione. È così
rilassato. Lo sono anch'io. La cosa bizzarra è che molte persone mi prenderebbero per
pazzo se sapessero i sentimenti che nutro verso Louis, una ragazzo come me. Dovrei aver
una voglia irrefrenabile di baciare una ragazza, non Louis. Eppure la vita quando vuole sa
essere incasinata, la mia è un esempio perfetto. Il cellulare di Louis squilla interrompendo il
nostro piccolo momento. «Non era destino» scherzo divertito. «Idiota» sorride prima di
rispondere al cellulare. «El! Che ti serve?» Continua a parlare al cellulare e io mi perdo ad
osservare i tratti del suo viso come uno psicopatico. Non posso credere che questo ragazzo,
abbia scelto proprio me, fra tutti.E vorrei dirlo, urlarglielo in faccia ogni giorno quanto lo
amo.Ma è imbarazzante.Lui non ricambia.Altrimenti mi avrebbe risposto quella sera.Mi
faccio bastare la sua vicinanza e spero che lo scorrere del tempo muti i suoi sentimenti
verso di me. * Carly mi ha fatto gli auguri questa mattina.Sa quanto odio questo giorno
perciò non è andata oltre, niente festa come avevo richiesto. Voglio che sembri un giorno
come un'altro.Devo concentrarmi solo su Louis...che in questo momento è a lavoro. Carly
entra in camera interrompendo le mie stupide riflessioni: «Harry, Zayn è arrivato a
prenderti.» annuncia. Annuisco e chiudo il pc. «Haz?» «Si?» la osservo confuso. «Sicuro
che ti vada di uscire con quelli lì?Stasera io e Edward andiamo a fare una passeggiata per la
città.Potresti venire con noi.» propone. «C'è anche Liam.Mi aspetta a casa di
Zayn.Passeremo un'ottima serata.Stai tranquilla.» mento.Odio farlo.Ma non posso di certo
dirle che andrò in un locale per maggiorenni a spassarmela col mio fidanzato, ovvero suo
fratello, che non sa nemmeno che oggi sia il mio compleanno, per mia fortuna. Carly
sembra rilassarsi.Annuisce e mi augura di passare una bella serata. Entro in auto e saluto
imbarazzato Zayn. «Carino il cappello.» si complimenta divertito. «Grazie.» soffio poco
convinto. Rimaniamo in silenzio per il resto del tragitto.Il moro parcheggia di fronte il locale
dove Louis lavora.Quanti ricordi mi tornano in mente. Entro nel locale affiancato da Zayn.La
musica è alta, assordante.Come ricordavo. «Seguimi.» grida Zayn per sovrastare la musica.
Annuisco e divento la sua ombra.Fino a quando non arriviamo al bancone.Louis è lì in tutta
la sua bellezza. È leggermente sudato e mi maledico per i miei pensieri da ragazzina
pervertita. Appena ci nota sorride sincero. «Ce l'avete fatta ad arrivare!» «Il tuo ragazzo è
un ritardatario.Io non c'entro niente.» si giustifica Zayn. Louis serve una ragazza e torna a
prestare attenzione al moro. «Capisco.» annuisce.Porta l'attenzione su di me. «Non mi
saluti?» Cosa?Oddio. Zayn ridacchia.«Vi lascio soli.Così vi potete salutare.» marca
sull'ultima parola facendomi arrossire.Si butta nella mischia. Louis riprende a servire i clienti
lanciandomi occhiate di tanto in tanto. Mi siedo su una delle tante sedie piuttosto
imbarazzato mentre aspetto pazientemente che finisca il turno. "Non guardare la maglietta
sudata,non guardarla" continuo a ripetere in mente. Sento lo sguardo di Louis bruciare su di
me.Torno a guardarlo. Abbozzo un sorriso. Lui si sporge facendosi vicino alle mie
labbra.Ogni volta è come se fosse la prima.Il cuore batte così forte che sembra quasi far
male, le gambe tremano e non riesco a stare fermo. I suoi occhi sono così vicini, riesco a
coglierne le sfumature. Mi avvicino alle sue labbra socchiudendo gli occhi. Le nostre labbra
si incontrano in un bacio casto e lento. «Ciao» mormora allontanandosi dalla mia bocca. Mi
sorride, non posso fare a meno di ricambiare. Torna a servire i clienti e io me ne sto lì, ad
ammirarlo segretamente. Si muove agile, come se fosse al suo agio. È diverso. È
completamente differente da quello che provavo per Mark.Lui è diverso. Anche io sto
cambiando. «Quando finisce il tuo turno?» chiedo quando mi torna vicino. Versa una bibita
ad un ragazzo piuttosto ubriaco e torna ad osservarmi. «Fra mezz'ora.Poi potremo goderci
la serata.Ti stai annoiando?» corruga la fronte. Scuoto la testa con veemenza. «No,
affatto.» «Puoi andare a ballare se ti va.Non voglio che questa sera si rilevi noiosa per te.»
propone. Sorrido. «Io non..credo mi vada.» «Su vai.Ti tengo d'occhio.» mi sorride un'ultima
volta prima di tornare a lavoro. Sospiro. Dovrei? Rifletto a lungo prima di prendere una
decisione. Presto sono nella mischia.Mentre mi muovo distrattamente e attendo che Louis
finisca il turno, mi perdo ad osservare le persone che mi circondano. Non ho mai adorato
ballare, preferisco analizzare le persone e i loro stati d'animo.Nei momenti di noia può
diventare piuttosto interessante. Una ragazza si sta praticamente strusciando ad un
poveretto ubriaco che lancia occhiate preoccupate ad una mora poco lontana che muore di
gelosia.Due amici ballano scherzosamente osservando qualsiasi sedere in circolazione. Una
coppia balla senza vergogna come se il mondo fosse escluso, hanno occhi l'uno per altro.
Un uomo poco giovane sta cercando inutilmente di rimorchiare una ragazza, offrendole da
bere.Non sembra scortese, ce la sta mettendo tutta per apparire simpatico, forse il pancione
esposto rovina i suoi piani.La ragazza sembra disperata.Sorrido.Un gruppo di ragazze
ballano in cerchio attirando una quantità numerosa di ragazzi intorno a loro.Un ragazzino
discute con un uomo della sicurezza, probabilmente è troppo piccolo per entrare nel locale e
non conosce nessun Louis che possa lasciargli via libera. Una ragazza balla sola,
osservando di nascosto un biondino niente male che non la nota nemmeno. Un'adolescente
di sesso femminile sta ballando con tre ragazzi contemporaneamente, incredibile. Un
bacino si scontra col mio cogliendomi di sorpresa.Una ragazza mi sorride maliziosa.Mi
allontano lentamente forzando un sorriso per non apparire maleducato.Presto non la vedo
più. Torno a prestare attenzione alle persone che sono vicine, muovo distrattamente il
bacino fingendo di ballare. Non sono così bravo.Mi sento un idiota ma poco importa. Due
ragazzi entrano entusiasti in uno dei bagni sbandando più volte tenendosi maldestramente
per mano. Scorgo in lontananza Zayn che balla con una bionda davvero attraente. Sono
carini. Un corpo entra in contatto col mio e due braccia mi circondano la vita.Sobbalzo e mi
giro preoccupato. Il mio cuore riprende a battere quando riconosco Louis dietro di me. «Mi
hai spaventato.» confesso tornando ad osservare quell'uomo che ci prova con una
ragazzina.Sono esilaranti. Louis si muove lentamente dietro di me, la testa poggiata sulla
mia spalle. Poggio le mie mani sulle sue e sospiro. Averlo vicino è semplicemente bello. Può
sembrare un aggettivo banale, perché ormai viene usato così spesso. Ma molti esagerano e
non comprendono a pieno il significato della parola "bello".Bello non è un qualcosa di
semplice. Quando io dico che per me, stare fra le braccia del mio ragazzo è bello, intendo
dire che non preferisco nient' altro al mondo. È una sensazione nuova. Mi sento così bene.
Se potessi, starei così per tutto il giorno. Ma è praticamente impossibile visto che ognuno ha
i suoi impegni. Sarebbe stupido stare appiccicati tutto il giorno, stupido ma bello. Non faccio
altro che pensare cazzate. «Ho appena finito.» annuncia. «Ti vedo pensieroso.» Preso in
pieno. «Stavo solo..pensando a stupidaggini.» spiego imbarazzato. «Mmm..capisco.» mi
lascia un bacio sul lobo. «Guardami.» E lo faccio perché non mi è mai stata fatta richiesta
migliore.Mi giro e vengo di nuovo avvolto dalle sue braccia. Faccia a faccia. Mi perdo nei
suoi occhi, chissà cosa pensa. Gli circondo il collo con le braccia e seguo i movimenti del
suo corpo. «Sto bene con te.» do voce ai miei pensieri senza nemmeno accorgermene.
Louis sorride e si china sulle mie labbra. «Sei così dolce.» le nostre labbra si uniscono in un
bacio dolce e privo di malizia. Il suo calore presto si espande nel mio corpo. Il suo respiro si
infrange col mio e mi aggrappo alla sua maglietta.Le nostre lingue si incontrano lente e in
una danza dolce. Le sue mani si stringono possessive sui miei fianchi e sorrido
spontaneamente sulle sue labbra.La sua bocca scende a lasciare un bacio casto sul mio
mento.Stringo il mio corpo al suo e restiamo così per minuti, ore. Ci amiamo
silenziosamente e ci coccoliamo a vicenda come se l'uno avesse bisogno dell'altro per
continuare a respirare. Potrei rinunciare persino all'ossigeno per lui.Purtroppo non è
possibile. Dio, l'amore rincoglionisce.È tremendamente vero. E quella sera la passiamo
così.Fra baci e carezze, fregandocene dell'opinione degli altri, perché semplicemente ci
confondiamo nella folla.Vorrei che fosse sempre così. Ma la realtà è ben diversa. Credo di
essermi innamorato di Louis proprio perché lui è l'opposto della realtà. Quando sono con lui,
dimentico tutti i problemi che da sempre pesano sul mio cuore.Lui è la mia fantasia,
l'illusione di un mondo diverso, magari con meno persone dalla mente profondamente
chiusa, magari con sorrisi rivolti anche a chi è diverso. Ho sempre pensato che l'amore
vincesse contro tutto. * Entriamo in casa ridendo senza un motivo preciso. Louis ispeziona
la casa da cima a fondo e poi torna da me. «Carly è ancora fuori con lo zuccone.» annuncia
entusiasto. Lo bacio di colpo per poi allontarmi sorridente. «Zuccone?» «Edward.» spiega
spazientito il mio ragazzo. «Baciami.» ordino allegro. Il suo bacio non si fa attendere.
Circondo il suo bacino con le gambe mentre continuo a riempirlo di baci. Una volta arrivati
in camera nostra, Louis mi lascia sul letto per poi salire a cavalcioni su di me. Mi morde
leggermente la clavicola e io non posso fare a meno di scoppiare a ridere. «Smettila!Mi fai il
solletico!» mi lamento continuando a ridere. «Sai sempre rovinare i miei piani.» commenta
sulle mie labbra. «Sei un guastafeste.» «Qui non c'è nessuna festa.» ogni parola è
pronunciata con ironia. «Le tue battute sono pessime.» rileva baciandomi un angolo del
collo. Quel bacio, presto, diventa qualcosa di diverso. Succhia sempre sullo stesso punto e
mi lascio scappare inevitabilmente un gemito. «Sei mio.» pronuncia lasciando un ultimo
bacio sulla parte ormai dolorante del mio collo. «Tuo.» confermo. Siamo così presi l'uno da
l'altro. «Il tuo guastafeste.» aggiungo. «Mmm...mi piace.» sorride malizioso. «Non mi
interessa il tuo parere.» Bugia.Mi importa più di qualunque altra cosa. «Mi hai ferito nel
profondo, tesoro.» scherza. Scoppio a ridere ancora più rumorosamente di prima. Louis
cerca di mettermi a tacere con dei baci ma non ci riesco. «Sei un idiota!» dico continuando
a ridere. Le mani di Louis si poggiano sui miei fianchi. È un attimo. Mi sorride dolcemente.
Una distrazione. «Sei stupendo.» mormora sottovoce. Uno stupidissimo attimo. Si china
sulle mie labbra.Sento il suo profumo. È impossibile non guardarlo. Finalmente mi bacia. E
tutto finisce. Sentiamo un rumore alle nostre spalle. Ci voltiamo entrambi. Carly è sulla
soglia della porta. L'amore non vince contro tutto.

CAP 21 💙💙💙💙💙

Lo sguardo di Carly è...diverso. Ho paura. Louis scende dal mio corpo. Cerco di mantenere
la calma. «Carly..» inizia Louis apparentemente calmo. «Quindi era per questo che non
volevi venire con me e Edward?» Carly mi guarda ferita. «Mi hai mentito per tutto questo
tempo e...Dio!» porta le mani sui suoi capelli e grida frustrata. «Io...vaffanculo!Non ci posso
credere....cazzo.Voi...Dio!» non riesce a terminare una frase. Non posso che abbassare lo
sguardo come il peggiore dei peccatori. Louis si alza dal letto e le va incontro. «Ci
dispiace.» dice. «Te l'avremmo detto.» «Quando?» urla Carly. «Quando?!?» ripete. La
prima lacrima scivola sulla mia guancia. «Potevo aspettarmelo da mio fratello ma...da
te,Harry.Come hai potuto farmi una cosa del genere?» Scende una seconda lacrima.
«Pensavo per te contassi qualcosa.» scuote la testa sconvolta. Mi asciugo le lacrime
cercando di ricompormi. «Mi hai disgustata.Mi avete disgustata.» Ormai singhiozzo senza
più fermarmi. «Tu mi hai-» «Basta.» ordina Louis. «Mi di-spiace.» biascico fra le lacrime.
Carly esce dalla stanza. Louis mi è subito accanto.Lo stringo forte, come se fosse tutto ciò
che mi rimane. Ed è così. Ho perso Carly. Come è potuto succedere? «Lou..io..» i
singhiozzi sono frequenti. «Shhh» mi accarezza distrattamente i ricci mentre mi culla fra le
sue braccia. «Cosa...succederà ora? Lou....» «Non lo so, piccolo.Non lo so.» immerge la
testa nei miei capelli e respira pesantemente. Non posso fare a meno di aggrapparmi a
Louis. Dipendo da lui, ormai. * Io e Louis siamo seduti sul divano. Carly è seduta su una
poltrona di fronte. Ha lo sguardo basso, come se stesse riflettendo. Senza nemmeno
accorgermene, la mia mano cerca quella di Louis, e si intrecciano fra loro in cerca di
conforto, forza. «Allora, vorrei che..mi spiegaste meglio cosa succede esattamente fra voi.
Da quando, perché.» La conosco bene ormai.So che sta trattenendo la rabbia. «Va avanti
da un po'.» fornisce Louis serio. «Eravamo solo spaventati.Ho intenzioni serie con lui.»
Carly scuote la testa e ride amaramente. «Tu?Louis dimmi che stai scherzando. Hai sempre
trattato le tue ragazze come stracci.Le hai fatte soffrire senza provare pietà. Le usavi come
giocattoli. Con Harry non sarà diverso.» Quelle parole riescono a ferirmi anche se non
voglio crederci. Louis è buono con me. «Chi pensi di essere per sapere cosa provo per
lui?» la sua mano stringe la mia quasi a farmi male.Non mi lamento. «Sono tua sorella,
Louis. Ti conosco da vent'anni, credi davvero che darò retta come una cogliona alle tue
fottute cazzate?» sbotta. Continuo ad osservarli senza aprire bocca.Seguo il loro discorso e
nelle parole di Louis scorgo solo sincerità e rabbia. «Non sono più una ragazzina.Potrai
illudere lui» Carly mi indica. «ma non me.Sono sono affatto stupida.» «Credo che tu sia una
grande stronza.» ribatte Louis duro. «Tu insulti me?Non sono io quella che tratta le persone
come oggetti!» Carly esplode continuando a replicare con frasi cattive. «Cosa ne sai di
me?» Louis si alza dal divano e le arriva davanti. «Non te ne è mai fregato un cazzo di me.
Hai sempre assecondato la mamma. Ti bastava insultarmi senza aver mai cercato di
capirmi, ero un semplice adolescente che passava un momento difficile.Non ho mai fatto del
male a nessuno di mia volontà.» «Sei un menefreghista!Un fottuto menefreghista!» anche
Carly si alza dalla poltrona.Entrambi sembrano essersi dimenticati della mia presenza. «Stai
usando Harry che ha già passato l'inferno dopo la morte della sua famiglia.Lo lascerai come
hai fatto con tutti, e lui soffrirà di nuovo per un pezzo di merda che voleva solo divertirsi.»
scuote la testa disgustata. «Ma che dico?Tu non lo stai facendo di tua volontà.» dalle sue
parole trasparisce sarcasmo. Louis è evidentemente ferito.Lo vedo dai suoi occhi. Non
posso restare ancora in silenzio. Mi alzo tremante. «Basta Carly. Tu non sai niente.» Carly
mi guarda per la prima volta da quando ci ha scoperti. «Io non saprei niente?Harry, sto solo
cercando di difenderti. Voglio proteggerti. Louis ti farà solo del male. Lo so perché lo
conosco. È mio fratello.» Scuoto la testa. «Anche io ho imparato a conoscerlo.È il mio
ragazzo. E voglio bene ad entrambi. Non voglio litigare. Lasciami spiegare. Io sto bene con
lui. Non conosco il suo passato, ma con me non è come tu lo descrivi. Siamo-» «È una
follia.» esclama Carly. «Una follia.» «Perchè non mi lasci parlare?Hai sempre detto che la
cosa più importante è il dialogo.» le ricordo amareggiato. «Cosa vuoi?Raccontarmi la vostra
storia e terminare con un "è tutto ciò di cui ho bisogno" sperando che io accetti tutto questo?
È sbagliato, Harry.È assolutamente sbagliato.» replica scura in volto. «Mi hai sempre detto
che l'amore non fa distinzioni.Non c'è niente di male nel stare con un ragazzo.Lo dicevi
anche tu. Non puoi rimangiarti tutto.» dico dispiaciuto. «Con o senza la tua approvazione
noi staremo insieme ugualmente. Non me ne fotte un cazzo delle preoccupazioni di una
ragazzina che pensa di sapere tutto della vita.Non sarò troppo volgare perché sei pur
sempre una ragazza, ma non costringermi a fare qualcosa che non vorrei fare.» Osservo
Louis. Di cosa sta parlando? «È una minaccia?» chiede Carly. «Vedila come preferisci.»
ribatte Louis. «Dimentichi che io ho adottato Harry perciò, solo io ho il pieno controllo su di
lui.Tu sei meno di niente.» «Sei una stronza.» «E tu un egoista.» sputa Carly con cattiveria.
«Carly voglio stare davvero con lui.Smettila.» ordino. Carly è sempre stata la mia roccia, il
mio motivo per andare avanti ma ora che ho trovato Louis e sono completamente felice,
perché dovrebbe portarmelo via?Non può privarmi della mia felicità.L'egoista è lei in questo
caso. «Louis sparisci.Voglio stare sola con lui.» Carly è minacciosa.Non mi fa paura.So che
è sempre lei. La affronterò. «Se pensi che lo lascerò solo con te puoi anche-» «Lou puoi
andare.Stai tranquillo.» lo rassicuro. Sorrido forzato. Rimane in silenzio per poi sbuffare
rassegnato. «Torno fra poco.» promette. Si avvicina e mi lascia un bacio leggero sulle labbra
che spedisce il mio povero cuore in gola.Carly storce le labbra infastidita ma non fiata. Esce
e siamo soli.Finalmente?No. Ci sediamo sulla poltrona e lei prende un respiro prima di
parlare. «Se sono contraria a tutto ciò non è per il fatto che sia una persona del tuo stesso
sesso, non ho problemi al proposito.Il punto è che io voglio che tu sia felice e Louis
semplicemente non può darti ciò di cui hai bisogno.È sempre stato rude nelle
relazioni.Diceva di tenerci ma poi finiva per lasciarle dopo meno di una settimana.» «Con
me sarà diverso.» e sono sicuro delle mie parole. «Lasciami prendere le mie decisioni. Ho
diciassette anni.So cosa faccio.» «Tu sei mentalmente ancora debole e fragile Harry.Un
piccolo errore e potresti avere una ricaduta ed è l'ultima cosa che voglio.» «Voglio esser
libero di decidere con chi stare.» replico. «Perchè non me lo hai detto?» sembra delusa.
«Avevo paura di una tua reazione negativa e non mi sbagliavo infatti.» ammetto frustrato.
«Non voglio ostacolare le tue decisioni, assolutamente. Ma Louis non è il ragazzo per te.»
«Tu cosa ne sai?» come può dirmi una cosa del genere? «Ho paura che ti faccia star male
e stanne certo che lo farà.» «Con me è sincero.Dammi del tempo e te lo dimostrerò.» tento.
Scuote la testa. «Harry ti voglio un bene dell'anima ma-» «Allora mostramelo.Perché mi stai
facendo capire il contrario.» «Non è facile come credi.» mormora. «Sei tu che lo rendi
complicato!Non potresti dire un semplice "se ti ferisce lo ammazzo ma sono felice per te." ?»
«Harry, mi dispiace.» Cosa? «Perché ti dispiace?» la fisso confuso. «Sai quando ti ho
adottato pensavo che sarei stata una buona guida per te..speravo di renderti felice.Volevo
che iniziassi una vita serena come ogni ragazzo della tua età merita.Pensavo di esserci
riuscita, invece è andato tutto male. Non ce l'ho fatta.Ho sbagliato.» «Non è così.Mi hai dato
tutto ciò di cui avevo bisogno.Non mi sono mai sentito meglio da...quando loro non ci sono
più.Tu e Louis siete diventati importanti per me, se non fondamentali. È tutto merito tuo.Sei
stata perfetta.» ed è vero.È ciò che penso veramente. Carly scuote la testa e abbozza un
sorriso. «Vai in camera e aspetta che torni il tuo ragazzo.» dice. Cosa?Mi sta dicendo che...
«Posso?» domando incredulo. «Sì.» annuisce.C'è un qualcosa di strano nella sua voce ma
non mi ci soffermo a lungo.Ci ha appena accettati! «Grazie Carly!Dio ti voglio così bene!
Grazie, grazie oddio grazie!» la abbraccio di slancio e poco dopo sto già correndo in camera
nostra pronto a dargli la grande notizia. Louis rientra poco dopo e si lascia abbracciare e
coprire il viso di baci. «Lou ce l'abbiamo fatta!» grido entusiasta. «Certo.» forza un sorriso
che non coinvolge gli occhi. Mi allontano. «Che succede?» divento improvvisamente serio.
«Niente.Sono solo un po' scosso, tutto qui.Mi ero preso uno bello spavento.» Torno a
sorridere anche se non sono molto convinto ma avremo tempo per discutere.Ora voglio solo
stare con lui. «Ti amo così tanto.» mormoro sulla sua spalla. Mi stringe i fianchi. «Sei
importante per me.Lo sei sempre stato.Non dubitarne mai.Qualunque cosa accada.» ordina
severo. «Non ne dubiterò.» prometto. Sorride e mi abbraccia. Non so perché ma quell'
abbraccio mi mette una inspiegabile tristezza addosso. * Sono passati due giorni. Sono
seduto sul mio letto mentre guardo la solita puntata dei Simpsons. È quasi ora di cena.
Louis è stato un po' distaccato negli ultimi giorni ma devo concentrarmi su Carly
innanzitutto.Voglio assicurarle di star bene davvero.Sono così felice.A volte mi soffermo a
pensare su come Carly abbia potuto cambiare idea, così in fretta.Ma so che non mi
mentirebbe mai su una faccenda così importante. Ultimamente sono tutti troppo strani.
Indagherò più tardi. Sicuramente. La porta della mia stanza viene aperta..Carly è sulla
soglia. Le sorrido. «Ehi» «Ehi» replica lei a disagio. Aggrotto le sopracciglia. «Tutto ok?»
Carly sospira e si siede al mio fianco. «Sai che ti voglio bene Harry, vero?» Perché queste
domande?Dovrei preoccuparmi? «Sì,certo. Ma perché me lo chiedi?» «Volevo solo che lo
sapessi, tesoro. Che guardi?» Scaccio via i dubbi e accenno un sorriso. «I simpsons.» «Sei
il solito bambino.» scuote la testa divertita. «Carly?» «Mh?» «Ti sono senz'altro grato per
aver lasciato che fossi io a decidere le mie scelte..ma non mi hai chiesto più niente da quel
giorno.E io..non so.Vorrei darti un'idea più chiara di quello che provo.Vorrei essere
sincero.Mi sembravi..sconvolta e poi improvvisamente-» «Harry ho già parlato con Louis.È
tutto a posto.Mi ci abituerò.» mi interrompe. «Sembra quasi troppo facile.» scherzo
lasciandomi scappare un sorriso. «Stasera ordiniamo pizze.Ho mandato Liam, dovrebbe
tornare a momenti.» cambia argomento.Lo noto ma non ci presto attenzione. «Louis cena
con noi?» domando. «È uscito con Zayn.Quei due sono incorregibili.» sbuffa rassegnata. Il
campanello suona.Liam è arrivato. Scendo le scale con Carly e una volta che Liam è
entrato, corrugo la fronte. «Ehi Liam» lo chiamo. «Le pizze?» Carly sospira. Liam abbassa
lo sguardo. «Ancora non gli hai parlato?» sbotta Liam. Cosa dice?Di che parla?Mi lascio
prendere dalla preoccupazione. «Cosa dovrei sapere?» sono sempre più spaventato della
riposta. Carly mi fissa per un tempo che pare infinito e poi mi stringe fra le sue braccia. «Lo
faccio solo perché ti voglio bene.Un giorno capirai.Ricordati che ti voglio bene.Ricordatelo.»
La allontano dal mio corpo e la fisso confuso e spaventato. «Che dici?» Mi giro verso Liam
riponendo le mie speranze nel mio unico amico. «Liam?Che succede?» Lui scuote la testa
e abbassa lo sguardo. Torno a fissare Carly. «Carly?» «Starai bene.» promette.
Indietreggio.No,no.Cosa intendono?Dov'è Louis?Dove?Gli occhi pizzicano mentre continuo
a fissarli sconcertato. «Liam, sono pronta.» annuncia Carly. «Parlatemi!» grido. «Pronta per
cosa?» Non ho tempo di vedere le lacrime che scivolano sulle guance di Carly, Liam mi
prende su una spalla come un sacco di patate e capisco che non si tratta di uno scherzo.
«Liam!Lasciami!» grido furioso mentre le lacrime bruciano sulle mie guance. «Mi dispiace,
tanto.» biascica Carly fra i singhiozzi.Poi sparisce nel salotto. Che succede? «Lasciami!
Liam!Lasciami immediatamente!Voglio andare da Louis!Lasciami!» urlo dimenandomi. Esce
da casa di Carly tenendo la presa ben salda sulla mia schiena. Mi accorgo che Edward ci
aspetta fuori e non posso fare a meno di scoppiare a piangere ancora più forte.Cosa
vogliono da me?Mi portano via?Dove?Perchè?Loro sono miei amici.Perché mi fanno
questo? Edward si incammina verso l'auto di Liam, che con me sulle spalle, lo segue. Non
posso crederci. «Lasciami andare.Smettila! Voglio tornare dentro!Lasciami!Liam cazzo!»
«Non urlare,è tutto ok.» cerca di rassicurarmi Liam ma io non gli credo affatto.Non mi fido
più di nessuno se non di Louis. Louis Louis Louis Louis. Continuo a ripetere il suo nome
senza sosta nella mia mente.Ho bisogno di lui. «Liam mettimi giù!Dio Liam cazzo!» continuo
a dimenarmi mentre le lacrime scorrono senza sosta sulle mie guance. «Mi dispiace. Andrà
tutto bene.» continua Liam. «Forse era meglio se fosse venuta a prenderlo un ambulanza.»
constata Edward. «Non ne ha bisogno.» replica Liam. Non posso credere che stia
succedendo davvero.Dov'è Louis? Odio Carly, Liam, lo zuccone..tutti. I singhiozzi scuotono
il mio corpo mentre continuo a pensare a lui. Non possono allontanarmi da lui. Non possono.
Io lo amo. Voglio stare con lui, non mi stancherò mai di ripeterlo. Voglio condividere con lui
le migliori esperienze della mia vita.Nel mio futuro vedo solo e unicamente lui. Mi hanno
mentito tutti.Mi hanno preso in giro come se fossi un bambino.Ma io non smetto di lottare
perché so che ho un motivo per farlo.E non permetterò che mi portino via.No, io devo stare
con Lou. Un rumore di un' auto che sgomma per poi fermarsi di fronte a noi mi fa alzare lo
sguardo. E lo vedo. E sento un disperato bisogno di averlo vicino. Scende dall'auto
affiancato da Zayn ed è come tornare a respirare dopo essere stati in apnea.È come se tutta
la cattiveria del mondo mi scivolasse addosso e rimangono pensieri rivolti solo a lui. Vedo
nei suoi occhi la paura e la disperazione, rispecchiano i miei. Liam aumenta la presa ma
quella è la mia ultima preoccupazione. «Louis!» e grido il suo nome come se solo
pronunciarlo mi salvasse.È così.Lui mi salva senza nemmeno saperlo. Con un calcio
piuttosto forte e senza una minima pietà di Liam, scendo dalla sua spalla e corro verso di
lui.Verso il mio ragazzo.Mi corre incontro e spalanca le braccia. Ed eccomi qui. A casa. Fra
le sue braccia. Non mi importa se le lacrime gli bagneranno la maglietta, voglio averlo vicino
il più possibile. «Louis..Dio...Louis non voglio..voglio stare con te.Louis.» sprofondo la testa
nel suo petto respirando il suo buon profumo e lo memorizzo per paura di sentirlo per
l'ultima volta. «Non ti lascerò andare.E se qualcosa dovesse andare storto verrò a cercarti
anche in capo al mondo.Te lo prometto.» E io gli credo.Gli credo perché è la persona che
amo nel modo più folle possibile e mi fido di lui. Liam rimane in silenzio.Ma so che non se
ne andrà.Carly è la mia madre adottiva.Lei solo ha influenza di su me.Purtroppo.
«Louis...non...io...non voglio.» singhiozzo. « Non piangere.» ha lo sguardo distrutto mentre
mi pulisce il viso dalle lacrime con dolcezza. Poggio la testa sulla sua mano e sospiro, cerco
di calmarmi.È impossibile. Zayn ci guarda con compassione.Edward infastidito. «Ti
aspetterò.» decido alzando la testa e incontrando il suo sguardo di ghiaccio. «Sempre.»
continua. Afferra il mio viso fra le mani e le nostre labbra si scontrano in un bacio disperato,
le lacrime di Louis bagnano il mio viso, lo stesso fanno le mie. Artiglio la presa sulla sua
maglia mentre le nostre lingue si cercano e si incontrano con ferocia. Immergo le mie mani
fra i suoi capelli e lui mugugna qualcosa di incomprensibile sulle mie labbra.Sulle punte dei
piedi, approfondisco quel bacio che sa di addio. Le sue mani scendono a sorreggermi sulle
natiche. Sento i passi di Liam alle mie spalle. Louis si irrigisce. Liam si avvicina e « Su,
dobbiamo andare.» poggia una mano sul mio polso. E non lo vedo il modo in cui gli occhi di
Louis si infiammano di rabbia. «Non toccarlo.» ringhia mettendosi di fronte alla mia figura.
«Non toccarlo o ti spacco la faccia.» «Non costringermi a chiamare altre persone.Mantieni
la calma.Lo facciamo per il bene di Harry.» replica Liam calmo. Louis sta per aggredirlo ma
fortunatamente Zayn lo afferra in tempo. «È meglio così.» sussurra Zayn. Liam torna a
guardarmi.Sembra dispiaciuto. «Andiamo.» dice poi. La mano di Louis mi afferra il polso e
in un attimo la sua bocca è di nuovo sulla mia.Il suo sapore si mischia col mio.I nostri cuori
battono allo stesso ritmo. Dovrei staccarmi per riprendere ossigeno, ma non lo faccio. Mi
basta Louis. Si allontana da me. Mi fissa intensamente e distrattamente gli raccolgo una
lacrima sullo zigomo. «Non ti darò niente di mio.Ti basterà pensarmi.» so che si sta
riferendo a Mark. «Solo...voglio che tu sia felice.» termina. «Sei tu la mia felicità.» confesso
continuando a piangere. «Allora..sogna me.Non sognare più cose spiacevoli.Sogna me.»
ripete, la sua voce si spezza sull'ultima frase. Annuisco e mi avvicino di nuovo alle sue
labbra.Ci baciamo lentamente ma all'interno di quel bacio c'è solo pura disperazione. Sto
perdendo l'uomo della mia vita. «Ti amo tanto.» sussurro vicino al suo viso. Non mi
preoccupo nemmeno di asciugare le lacrime.Sarebbe inutile. Incateno i suoi occhi ai miei e
restiamo in silenzio mentre i nostri occhi si parlano silenziosamente. «Harry dobbiamo
andare.» ripete Liam. Louis mi bacia un ultima volta e noto i suoi occhi diventare lucidi.No
no no. È un incubo. Edward spazientito si avvicina e mi trascina via.Louis viene trattenuto
da Zayn. Le lacrime continuano a scendere lungo il mio viso. Mi stanno separando da Louis.
«Harry!» grida Louis.«Anche io.» E non c'è bisogno di avere una conferma. Continuo a
piangere trascinato all'interno dell' auto di Liam mentre realizzo che Louis ha appena detto di
amarmi.
CAP 22 💙💙💙💙💙💙

Continuo a fissare il paesaggio fuori il finestrino dell'auto di Liam.Ho smesso di piangere da


un po'.Gli occhi gonfi e il viso stanco non passano inosservati a Liam, che mentre guida,
cerca di assicurarsi che io stia bene.Non glielo permetto.Non permetterò a nessuno che non
sia Louis, di avvicinarsi a me.Ho la mente vuota.Nessun pensiero.So solo che sono
distrutto.Uno schifo.Tutto è uno schifo. «Sicuro di star bene?» è la quarta volta che Liam mi
pone la stessa domanda e questa volta, invece di restare in silenzio, replico. «Se pensi che
così dimenticherò Louis, allora non mi conosci affatto.» Liam sospira. «Harry, lascia che-»
«Non voglio ascoltarti.» la voce trema sull'ultima parola. «Pensavo..di potermi fidare..di te.»
reprimo le lacrime.Non è il momento. «Carly è mia amica.Era preoccupata.» «Anche io
pensavo di esserti amico.» Che stupido che sono stato. «Lo sei.» dice. «Allora fammi
scendere da questa macchina.» «Non posso.» So che non cambierà idea.Sono
rassegnato. Cambio strategia. «Dove stiamo andando?» Liam si irrigisce.Aggrotto le
sopracciglia. «Le cattive sorprese non sono finite?» domando amareggiato. Liam è in
difficoltà. «Harry...io..mi dispiace.È solo che..» «Sii sincero almeno in questo.» lo sto
ferendo.Lo noto dal modo in cui i suoi occhi sono spenti.Ma non m'importa.Per la prima volta
non mi interessa di far soffrire qualcuno. «In una clinica.A Londra.Edward potrà far sapere a
Carly come stai, visto che vive lì.» E ora sono di nuovo io quello ferito. Non fiato. Passo il
resto del viaggio avvolto in me stesso, singhiozzando. Liam continua a guidare. Il mio
incubo sta per cominciare.Di nuovo. * Siamo arrivati.Entriamo nell'edificio.Liam fa il mio
nome all'infermiera che gli fornisce il numero della mia nuova stanza.In una clinica. Liam si
gira verso di me. «Non avrei voluto che finisse così.Ho cercato di convincere Carly, ma non
ci sono riuscito. Ero preoccupato anch'io ma speravo Louis cambiasse, per te.Carly la
pensava diversamente.Quando uscirai da qui, sempre se vuoi, io ci sarò.» Il mio sguardo è
vuoto.Sento che sto già per impazzire. «Non credo ne avrò bisogno.» ribatto atono. Liam
sospira. «Abbi cura di te.Questa è per te.Da Carly.» mi porge una lettera e mi lascia un
bacio sulla guancia per poi andarsene.Mi abbandona.L'infermiera si occupa di me. Una
volta in camera, apro pigramente la lettera e i miei occhi scorrono sul foglio di carta
stropicciato: È dura scriverti dopo quello che è successo Haz.In questo momento mi starai
odiando in tutti i modi possibili e inimmaginabili.Non ti biasimo.Sei un ragazzino, ancora
troppo ingenuo per capire quanto la vita possa ingannarti ed essere ingiusta, a volte.So che
non mi perdonerai per averti lasciato solo, quando ti avevo promesso il contrario.Ma non mi
sarei mai immaginata che potessi innamorarti di uno stupido, mio fratello. Vorrei spiegarti il
motivo per cui ho fatto tutto ciò.Non voglio passare per la cattiva, perché io l'ho fatto solo e
unicamente per te, il mio piccolo, il mio migliore amico di cui prendermi cura. Ho sempre
adorato Louis.È mio fratello, è ovvio che gli voglia bene.Quanto te.Voglio bene ad entrambi
nello stesso modo anche se non lo dimostro a volte.Louis è sempre stato un tipo che non
voleva impegni.Spesso illudeva ragazze, che disperate venivano da me, chiedendomi
spiegazioni che Louis non aveva assolutamente dato.Lo è tutt'ora.Louis è ancora quel
ragazzino che ha voglia di divertirsi.Se a te sembrava il contrario era solo perché eri diverso,
un ragazzo.Per lui era una cosa nuova, senz'altro.Quindi si è soffermato su di te per più
tempo, ma presto saresti diventato il suo giocattolo rotto.Fidati. Volevo proteggere entrambi
ma sopratutto te. Tu che sei così fragile. E facile da illudere. Ingenuo, tremendamente
ingenuo. Non volevo soffrissi per Louis, perché in parte sarebbe stata anche colpa mia.Tu lo
hai conosciuto grazie a me. Ho anche notato però, che lui ti è stato molto d' aiuto, riguardo
gli incubi, ad esempio. Per questo ora sei in questa clinica, so che sei più forte, grazie a
Louis, nonostante non fosse quello giusto per te ha fatto qualcosa di buono.E gliene sono
grata. Incontrerai una persona più speciale di Louis, quando uscirai da qui. Magari più
affidabile. E spero tornerai a salutarmi, perché sai, già mi manchi. Non odiarmi troppo, ti
prego. E non prendertela con Liam.Abbiamo avuto una grande discussione.Lui era contrario.
Non voleva portarti via da Louis. Quindi la colpa è solo mia. Riguardo Louis, gli avevo detto
che avrei fatto qualcosa, ma non sapeva ti avrei allontanato. Non verrò a trovarti perché
renderei tutto più difficile.So già che mio fratello mi ucciderà quando saprà della tua
partenza. Mi mancherai. Prenditi cura di te stesso.Ma non farlo per gli altri, fallo per te. Meriti
tutta la felicità di questo mondo, che io non posso darti, purtroppo.Mancherai a tutti. Fatti
alcuni amici lì dentro.Non restare solo. Non isolarti.Sei una bellissima persona. Ti voglio
molto bene.Ricordalo.E so che ora il tuo cuore è spezzato ma anche se non sembra, tutto si
risolverà. Promettimi che dimenticherai Louis. Fallo per te stesso e una volta uscito di lì ,
cioè quando sarai maggiorenne, costruisci una vita nuova.E non dipendere mai da nessuno.
Ama, ma prima di tutto, ama te stesso. Tutto l'amore possibile, Carly. E quella lettera serve
solo a spazzare via gli ultimi resti del mio cuore, distrutto. Crollo in un pianto disperato
perché non incontrerò mai una persona più speciale di Louis e nessuno sembra capirmi. Poi
entrano dei medici nella stanza, sento un lieve pizzico sul braccio e poi tutto diventa
oscuro.Come la mia vita. * Mesi dopo... Entro in camera e mi accomodo sulla solita
sedia.La cena è poggiata sulla scrivania ma non ho fame.Apro il diario e come mi ha
consigliato la psicologa, inizio a scrivere; a raccontare.. Sono passati quattro mesi. Non mi
sento affatto meglio.Mi manca Louis.Spero venga a prendermi presto.Qui non va affatto
bene.Nessuno vuole essermi amico, forse perché sono troppo acido.Ma non mi
importa.Voglio solo tornare da Louis.Mi manca.Tanto.Nessuno è venuto a trovarmi, come
sospettavo.Non mi piace l'odore che si respira qui dentro.Ricordo ancora il profumo di
Louis.L'ho memorizzato ormai.Ma non lo trovo da nessuna parte.Mi sento di merda.Forse
non dovrei essere volgare visto che la mia psicologa leggerà questo piccolo sfogo. Mi scuso
in anticipo.Mi manca la mia vita di prima.O forse mi manca solo Louis. E quella di scrivere
su quell' insulto diario, presto diventa un'abitudine. Mentre il tempo scorre...mi scivola dalle
mani. Sono passati cinque mesi.Louis non è ancora venuto a prendermi.Mi manca.Ma me
lo ha promesso.Sarebbe venuto anche in capo al mondo per me.Io lo aspetto. ------ Sono
passati sei mesi.Io lo aspetto ancora.Lo amo ancora.Ho scoperto che non sento più la
mancanza di nessuno. Ovviamente quel "nessuno" non include Louis. Mi manca
tremendamente. ------------ Sono passati sette mesi.Ho litigato con un ragazzo giorni fa, non
conosco il suo nome.Ma è un gran presuntuoso.Mi ha chiamato "frocio".Non so come lo
faccia a sapere ma quello che so, è che non dimenticherà facilmente quel pugno al naso che
ha ricevuto.Mi manca Louis.La psicologa dice di voltare pagina.Ma se il mio libro fosse
finito?Se le pagine fossero finite?E se questa fosse la fine del mio libro?Della mia vita?Non
vedo niente oltre Louis. Niente ha senso se non lui. ----------- Louis mi ha detto di
amarmi.Perché non è qui allora?Sono passati otto mesi.Mi manca.Ho bisogno di lui. E se mi
avesse mentito?E se non tornasse più? --------- Quello stronzo (scusi dottoressa) mi ha
insultato.Un ragazzo mi ha difeso però.Non me lo aspettavo.Mi manca Louis. ---------- Sono
passati uncidi mesi. Ho fatto amicizia con quel ragazzo.Si chiama Luke.Si trova qui perché
ha perso la sua ragazza in un incendio.È molto triste.Ma è gentile con me.Penso che
diventeremo amici.Mi manca il mio ragazzo. --------- È passato un anno e di Louis non c'è
nessuna traccia.Luke mi ha detto che secondo lui non tornerà.Mi fidavo di Louis.Mi ha
mentito anche lui.Non posso crederci.Non sto bene per niente.Ho passato il Natale peggiore
della mia vita. --------- Non avrei dovuto riporre la mia fiducia in Louis. L'unico a cui tengo
davvero, mi ha mentito. Non posso crederci . Luke mi è vicino.Non so come farei senza lui.È
diventato un grande amico.Non soffrirò più per Louis. Forse è meglio dimenticarlo.Fra
qualche mese uscirò di qui.La psicologa dice che sono mentalmente stabile e più forte di
prima.Starò bene. Progetti per il futuro?Voltare pagina. * «Harry?» la solita infermiera
entra nella mia stanza. «Il dottore ti attende nel suo studio.» Annuisco chiudendo il mio
diario e seguendola. Entriamo nel suo studio e vengo accolto da un caloroso «Harry!Che
piacere rivederti!» «Buongiorno.» mi siedo sulla poltrona di fronte a lui. L'infermiera ci
lascia soli e il medico torna a guardarmi. «Come ti senti, ragazzo?» «Meglio.Suppongo.»
Quest'uomo mi mette in soggezione. «Mmm..» sfoglia alcune pagine di una piccola agenda
e alza lo sguardo. «La tua psicologa mi ha riferito di quanto tu soffrissi per un ragazzo.Il
quale è stato molto importante per te.Sai che devi pensare al tuo futuro e lasciare il passato
alle spalle, vero?» Annuisco. «Lo so.» «E quali sono i tuoi progetti per quando uscirai di
qui?» Le solite domande. «Non sono ancora sicuro di ciò che farò.Immagino cercherò un
lavoro.» replico calmo.La mia vita è monotona.Non ho motivo per sentirmi agitato. «Resterai
a Londra?» «Probabilmente.» dico. «Non hai mai dato troppi problemi da quando sei qui.
Hai sempre dimostrato di essere solo un ragazzo ferito, non ti ho mai visto con un pazzo.»
questo medico è troppo diretto. «La ringrazio.» cosa dovrei dire? «Hai fatto amicizia con
Luke Hemmings, mi hanno riferito.» «Già» concordo. «Parlami di lui.» mi incita. «È un
bravo ragazzo.Ci sosteniamo a vicenda. Mi fido di lui.» «Sembra un grande passo.» nota.
«Lo spero.» Ed è così.Ma non posso mentire dicendo di essere completamente sincero nelle
risposte.Voglio solo sembrare il più normale e sereno possibile. «Pensi ancora alla tua
famiglia?» indaga. Mando giù il groppo in gola. «Sì, sempre.» decido di essere sincero.
«Sono stati importantissimi per me.Non posso dimenticarli.Ma cercherò di vivere.Ne
sarebbero felici.Credo.» «Sei un tipo insicuro, Harry.» afferma. «Forse.» «Non era una
domanda.» Sbatto le palpebre imbarazzato e lui scoppia a ridere. «Non hai proprio idea di
cosa fare una volta fuori di qui?» Ci penso su. «Mi piacerebbe aprire un locale.Qualcosa del
genere.Però prima dovrò riprendere gli studi.» ammetto. Annuisce comprensivo. «Sei un
bravo ragazzo.» Abbozzo un sorriso. «Ci provo.» «E sei anche divertente.» constata
sarcastico. Questo dottore è davvero strano.Nessuno lo capisce. «Non credo dovrai
preparare le valige.Quindi semplicemente preparati mentalmente.» esclama. Aggrotto le
sopracciglia confuso. «Da oggi pomeriggio sarai libero.Puoi uscire da qui.» annuncia. Il
mio cuore perde un battito

CAP 23 💙💙💙💙💙💙💙💙

Londra Sono passati tre anni da quando quel diciottenne è uscito da quella fottuta clinica.
In tre anni, sono cambiate così tante cose. La sua vita non si è rilevata poi così monotona.
Harry, un ventunenne come un altro, si mescola nella folla.Se dovesse raccontare la sua
storia , inizierebbe descrivendola un' inferno. Ha perso tutta la sua famiglia in un incidente
d'auto.È stato adottato dalla sua infermiera preferita per poi innamorarsi perdutamente di
suo fratello. Poi ovviamente, è successo un bel casino.Si è ritrovato di nuovo chiuso in una
cazzo di clinica, considerato troppo fragile agli occhi degli altri.È stata questa la debolezza di
Harry. Mostrarsi debole.Ora è certamente cambiato. Non è più un ingenuo sedicenne
innamorato. Ora è un uomo.Non ci tiene a soffrire di nuovo perciò evita di affezionarsi.Se
qualcuno gli chiedesse se gli manca ancora Louis, lui risponderebbe senza esitazioni che gli
manca da impazzire, che lo pensa ogni giorno e che negli altri non trova le sue
caratteristiche e non riesce ad innamorarsi di nuovo.Ma sa anche che tornare con lui
sarebbe da stupidi.Lui non è andato a trovarlo, quindi in sostanza Carly aveva ragione.Era
solo un passatempo.Comunque lo scorrere del tempo, lo ha fatto riflettere.Sono passati solo
cinque anni.Ha tutto il tempo per innamorarsi di nuovo, di una persona migliore.Ma visto,che
non ci tiene a soffrire per ora, preferisce evitare relazioni serie. Passa le sere nei locali,
balla, si diverte e scopa con altri ragazzi della sua età, che vogliono la stessa cosa di Harry,
la libertà.La necessità di non impegnarsi per non soffrire. È molto più robusto ora, e la sua
pelle è coperta da tatuaggi per lui significativi. E riflette sulla sua vita in questo
momento.Non ha più rivisto Carly, tantomeno Louis o Liam. Una persona che ha avuto il
piacere di rivedere è stata Jeremy. Il ragazzo di cui si era persino dimenticato, gli ha offerto
un lavoro nel ristorante di suo cugino, Charlie. Lo ha ringraziato sinceramente, spera non lo
abbia fatto per interesse. Li piace pensare che lo abbia fatto per aiutare un amico in
difficoltà. È bello pensare che qualcuno si preoccupi ancora per lui. Le uniche persone con
cui è più legato sono Charlie, ormai diventato un ottimo amico e la sua fidanzata, Katherine.
Sono una coppia esilarante e pur non essendo troppo indiscreti, sono riusciti a saperne
qualcosa di più riguardo il passato di Harry, che ormai, si fida solo di loro. Entra nel solito
ristorante in cui lavora riservando un sorriso sincero in direzione di Charlie, che rimane
piuttosto sorpreso.Harry non sorride mai così spontaneamente, non più. Così mentre
apparecchia un tavolo, poggia una montagna ordinata di piatti sul tavolo e si avvicina
dubbioso al riccio. «Ciao.» esclama Harry abbozzando un sorriso. Ok, c'è decisamente
qualcosa che non va, pensa Charlie. «Non hai niente da raccontarmi Harold?» appoggia il
corpo al muro e incrocia le braccia al petto. «No.Niente di nuovo.Perché?» Oh, finge di non
sapere, Charlie scuote la testa sorridendo. «Avanti Styles» dice «Sputa il rospo.» Harry
sorride divertito e scuote la testa. «Tutto come al solito.» riferisce.Ma Charlie lo sa che
mente. «Il ristorante apre fra mezz'ora.Ho ancora il tempo necessario per chiamare
Katherine e pregarla di inviarmi quell'adorabile foto dove il tuo viso è evidentemente
truccato.Ricordo ancora quanto ti donava quel rossetto rosso, color passione.» Charlie sa
essere molto crudele quando vuole. Harry lo sa, perciò sospira e si arrende. «Questa
mattina» abbassa la voce «Qualcuno mi ha mandato un biglietto.Anonimo!» Charlie che
stava trattenendo il respiro fino a poco tempo prima, sbatte le palpebre e poi scuote la testa
annoiato. «Sarà stato quel maniaco che ti fissa sempre quando entra qui dentro.Mi sembra
ovvio.» «Perché rovini sempre le mie fantasie?» lo rimprovera Harry fintamente offeso.
«Non avevi detto di non desiderare nessuna relazione?» Charlie ghigna. Il riccio sbuffa.
«Sono solo curioso.» «Katherine sarà più interessata di me.» replica Charlie pulendo
l'ennesimo tavolo. Harry sorride e torna a lavoro.Charlie è un idiota, pensa divertito. *
«Harry ti sta fissando di nuovo.» trilla Katherine. «Secondo me è ossessionata da te quella
ragazzina.» constata Charlie con noncuranza. «Harry non è male.» apprezza Katherine.
Charlie serve l'ennesimo tavolo e scuote la testa rassegnato, la sua fidanzata parla troppo,
a parere suo. «Scherzi?» Harry la guarda incredulo. «È piccola.E poi non sono
interessato.» «Anche le donne sanno essere attraenti Styles!» ribatte Katherine offesa.
«Ma tu, non hai dei bambini a cui badare?Vieni pagata per fare la babysitter o per venire nel
ristorante di mio padre e stare sempre a blaterare cose senza senso?» controbatte Charlie.
Harry trattiene un sorriso.Charlie è Katherine si punzecchiano in modo tenero.Lo deve
ammettere. «Pensate a lavorare!» li richiama il padre di Charlie severo. «Ragazzacci.»
blatera. Harry scuote la testa, ormai abituato al caratteraccio del padre del suo amico e
torna a servire i tavoli con nochalance. E poi arriva al tavolo della ragazza che non fa altro
che fissarlo ossessivamente da giorni.Harry prende un grosso respiro e «Cosa posso
portarle?» chiede con professionalità e tono cortese. Lei lo fissa insistentemente. Poi
arrossisce e fa la sua ordinazione.Harry alza gli occhi al cielo dentro di sé.Donne, pensa con
la sicurezza che non riuscirà mai a capirle. Harry torna a prendere altri piatti e Katherine lo
ferma dal gomito. «Non ti sembra un tantino strano che questa ragazza pranzi sempre sola?
Di solito qui si viene in compagnia.Magari lo fa solo per vederti!Sarebbe adorabile.È anche
carina, non puoi negarlo.» «Smettila di importunare il personale, tesoro.» si intromette
Charlie dirigendosi verso la cucina. Harry pensa che Katherine sia inquietante. «Non mi
piacciono le ragazze.» sono comunque le parole che escono dalle sue labbra. «Sei così
complicato!Allora accontentati di quel maniaco quarantenne che non fa altro che mangiarti
con gli occhi.» e così dicendo, la fidanzata di Charlie esce dal ristorante infastidita, ma Harry
sa che domani tornerà tutto a posto.Katherine è fatta così.Il riccio torna a svolgere il suo
lavoro. * Gli anni passano, si sa. Molte cose cambiano. Anche la vita di Zayn Malik è
cambiata, ad esempio. Sta organizzando il suo matrimonio, già, chi l'avrebbe mai detto.
Zayn Malik, il ragazzo col cuore di pietra e coperto da tatuaggi che terrorizzava i più piccoli a
scuola, si sposa.Ed è follemente innamorato di Perrie Edwards. Stanno insieme da anni
ormai. Zayn pensa sia arrivato il momento. Ora lavora in un negozio, come commesso.
Perrie continua i suoi studi e lavora come barista in un bar vicino la loro nuova casa.Ora
vivono insieme, in un quartiere di Londra.Si sono trasferiti, per gli studi di Perrie e Zayn
voleva cambiare aria poi.Vorrebbe persino dei bambini, nessuno se lo sarebbe aspettato. Il
matrimonio è fra meno di un mese e Perrie è uscita per fare altre compere.È davvero
insopportabile ultimamente, pensa Zayn sorridendo affezionato. Lui sta imbiancando le
pareti della camera che spetterà al loro primo figlio.Opera di Perrie ovviamente.Vuole essere
pronta prima che accada.Quindi nonostante non sia ancora incinta, il povero Zayn deve
organizzare il matrimonio e pulire e ordinare una cazzo di stanza, ad avviso di Zayn.Ma è
felice lo stesso. Sta per sposare la donna della sua vita e sa che all'inizio sarà un po'
frustrante ma ce la faranno.Ne è certo. Il suo cellulare squilla improvvisamente.Il moro è
costretto ad interrompere il suo piccolo lavoro per rispondere. "Pronto?" biascica annoiato.
"Zay?Ho bisogno del tuo aiuto!So che sei impegnato col matrimonio eccetera.Ma ti prego,
sono disperata!" Zayn scuote la testa e accenna un sorriso.Sua cugina è davvero una
ragazza isterica. "Molly?Che succede?" "Mi piace un ragazzo." ammette senza imbarazzo.
"Uhm beh.Sono felice per te." replica perplesso. "Non dovresti!" "E perché?" Zayn finirà per
impazzire.Ne è sicuro. "Lui è piuttosto...uhm...grande.Quindi non mi guarda come vorrei."
"Quanto grande?" indaga. Molly sospira. "Ventun'anni." "Cosa?" sbotta Zayn. "Hai solo
quindici anni!È troppo grande!Scordatelo.Non ti aiuterò nemmeno morto.La zia mi
ammazzerebbe." "Zayyyy" piagnucola la ragazza ma Zayn ha già preso la sua decisione.
"Non puoi non aiutarmi!Che razza di cugino sei?" "Com'è che adesso sono passato dalla
parte del torto?" chiede il moro esasperato. "Aiutami." ordina Molly. "No." Zayn ghigna
divertito. "Perché?" sbuffa. "Concentrati sui ragazzi della tua età!" "Ma è il cameriere più
bello che abbia mai visto." "Troverai ragazzi più attraenti." le assicura il moro ma sua cugina
non sembra arrendersi. "Se non mi aiuti dirò alla mamma che sei stato tu a rompere il vetro
della sua stanza perché eri completamente ubriaco!" "Adesso siamo passati alle minacce?"
Zayn è stufo. "Devo tornare a pitturare la stanza di bianco." "Zayy!Ti odio!Stronzo."
"Rimangiati quello che hai appena detto." "Ho detto solo la verità.Rimarrò sola a vita.Non
troverò mai un ragazzo più sexy di lui e sarà tutta colpa tua!" Zayn sospira. "Sei un
approfittatrice." "E tu un insensibile!" "Cosa vuoi che faccia?" sbotta Zayn.Non vuole pesi
sulla coscienza anche se sua cugina probabilmente esagera. Riesce quasi ad immaginare il
sorriso ampio che appare sul volto di Molly. "Sei il cugino migliore del mondo!!" "Sì, certo." e
fino a poco fa mi stavi insultando infatti, pensa. "Allora, lavora nel ristorante vicino casa di
Zia Meredith.È tra i camerieri principali.È carinissimo e sexy da morire.Solo che quando lo
vedo non ho il più il coraggio di parlare e quindi combino un casino facendo la figura
dell'idiota.Ho bisogno che tu mi accompagni e mi dai una mano.Magari, ehmmmm...poi ti
spiegherò meglio." "Cosa dovresti spiegarmi?" Zayn è leggermente preoccupato. "Ti invio un
messaggio più tardi.Stasera si cena al ristorante dove lavora il cameriere più bello del
mondo.Ciao Zay." riattacca. Zayn pensa davvero che sua cugina esageri. Il moro torna
comunque ad imbiancare quando il suono del campanello lo costringe a fermarsi, di nuovo.
Forse non è giornata, pensa mentre apre la porta e si immobilizza.Spalanca gli occhi e
«Louis!» grida incredulo abbracciando dopo due anni il suo migliore amico, che a quanto
pare è arrivato da Doncaster per il suo matrimonio. * «Io ero venuto per rilassarmi
finalmente con un amico e tu mi dici che stasera devi seguire quella pazza di tua cugina in
una missione amorosa?» Louis è perplesso.Lucy e Paul si sono fatti sempre più
insopportabili, per via del fatto che sia ancora disoccupato. Carly si è sposata con lo
zuccone e non lo lascia respirare per via dei nipotini.Già, Carly è madre e visto che Edward
è spesso a Londra per lavoro, tocca a Louis fare da padre ai due gemelli.È esausto.Sperava
di riposarsi mentalmente in compagnia del suo migliore amico che non vede da una vita, ma
si sbagliava. «Cosa posso farci?Mi ha dato dell'insensibile.» replica Zayn come se fosse la
motivazione più valida al mondo. Perrie apparecchia il tavolo del salotto e «Sei un ingenuo,
mio caro ȏ il commento riferito al futuro marito. Il cellulare del moro vibra e lo schermo si
illumina rivelando il seguente messaggio: Ci vediamo alle 20.00 fuori il ristorante.Vestiti
bene.Ho un piano.Ti voglio bene. Molly xx Zayn sospira rassegnato.Louis pensa sia solo
una grande approfittatrice. «Tesoro, non mi lasci solo con Molly, vero?» tenta il pakistano e
mentirebbe se dicesse che non è terrorizzato dal piano della cugina. Perrie ghigna e si
porta una mano sulla bocca per nascondere il piccolo sorriso che le sta spuntando sulle
labbra.Ama Zayn, ma non ci pensa proprio a passare una serata con quella matta, sarebbe
un incubo, perciò «Amore, sai che sono occupata con la casa e il matrimonio.» Zayn
sbuffa. «Ho bisogno di qualcuno al mio fianco che mi trattenga dall'andare fuori di testa!Tu
saresti perfetta.» Perrie scuote la testa. «Mi dispiace ma non ci penso nemmeno.» «Suuu»
Zayn quando vuole sa essere davvero infantile. «Ehm scusate, potreste evitare di mangiarvi
con gli occhi davanti a me?Avete sempre la vostra stanza.» è la frase che pronuncia Louis a
disagio. In quel esatto momento, la bionda e il moro si voltano di scatto, quasi spaventando
l'inglese, che sobbalza.Perrie sorride compiaciuta e Louis che ha quasi capito le loro
intenzioni inizia a borbottare una serie di no no no infiniti. «Loulou potrebbe
accompagnarti.» propone Perrie serena. Zayn sorride grato a Louis come se avesse già
accettato, ma Louis non l'ha fatto.Quindi non possono obbligarlo, vero? «Non verrò con te
nemmeno se mi punti una pistola dritta al cuore.» promette il più basso deciso. * Un ora
dopo, Louis Tomlinson e Zayn Malik sono davanti il ristorante con Molly. * Si sono
accomodati da poco, ma Zayn già è stufo. Molly indossa un abito decisamente scollato ed è
entusiasta. Louis comincia a pentirsi di essere andato a Londra. «È bellissimo.E poi è così
gentile con i clienti. Ma sorride davvero poco. Ho avuto la fortuna di vederlo sorridere solo
due volte, e non c'è stato niente di più bello.Ma ho paura di non piacergli.Insomma, non ha
capito che sono super attratta da lui?Comunque, mi piacerebbe se mi aiutaste.Lo farai vero,
Zay?Puoi fingere di essere il mio ragazzo per farlo ingelosire?Ti prego.» Louis ha smesso
da tempo di ascoltare le "cavolate" che escono dalle labbra di quella ragazzina in piena crisi
ormonale.Zayn invece sente che la sua testa scoppierà da un momento all'altro. «E perché
hai portato anche lui?» chiede poi Molly indicando Louis con la testa che torna a guardarla
perplesso. «Si annoiava a casa.» mente Zayn. «Già.Qui mi diverto un mondo.» dice Louis
ricevendo un calcio sotto il tavolo. Ahi, mormora sottovoce.La serata non potrebbe andare
peggio. * "Sì!Ci sentiamo presto.Anch'io.Certo.Ciao!" Harry richiude la chiamata piuttosto
allegro. Charlie che va da un tavolo all'altro, trova giusto il tempo di chiedergli chi era ad
aver chiamato. «Ricordi quel ragazzo, Luke? È uscito anni fa dalla clinica.Poco dopo di me
e si è appena fidanzato.Verrà a Londra per conoscere i genitori della ragazza e ha pensato
di vedermi.Sarebbe fantastico.» risponde il riccio. Charlie sorride sinceramente contento.
«Spero di conoscerlo.» replica. Il padre di Charlie fulmina con lo sguardo i due camerieri,
che tornano in fretta al loro lavoro.Forse ha ragione quando dice che chiacchierano troppo
invece di lavorare, pensa Harry divertito. Afferra tre piatti e si dirige verso il prossimo
tavolo.Riconosce la solita ragazzina che appena lo nota avvicinarsi arrossisce e stringe il
braccio ad un ragazzo che Harry non ha modo di vedere visto che è girato di spalle. Harry
con agilità si avvicina al tavolo e sta per parlare, davvero.Ma quando i suoi occhi si
incastrano nell'azzurro, e non un azzurro qualsiasi, il riccio sente di poter cadere da un
momento all'altro.Tutto il mondo che sta ricostruendo con tanto impegno, potrebbe crollare
da un momento all' altro, perché nella sua nuova vita, non c'è spazio per il passato.Eppure
eccolo, lo scherzo del destino che si sta divertendo a giocare con i suoi sentimenti come se
fosse un giocattolo, ma non lo è , purtroppo, e non ha nessun tasto di spegnimento, per
mettere fine a tutto questo dolore che gli distrugge il cuore, lo stomaco, il suo intero corpo e
non solo. Zayn sbarra gli occhi sorpreso e non può far a meno di voltarsi verso il suo
migliore amico.Louis guarda Harry esattamente come si guarda la morte, c'è paura e
tristezza nel suo sguardo di ghiaccio, lo stesso ghiaccio che si sta sciogliendo nell'incontrare
il calore che emana il verde degli occhi del più piccolo. I piatti cadono rovinosamente a terra
e tutti gli sguardi dei presenti si puntano sul loro tavolo. E non c'è spazio per una Molly
confusa o per uno Zayn preoccupato, nemmeno per le persone all'interno dell'edificio, che si
chiedono cosa stia succedendo. Ci sono solo Harry e Louis. Il primo incredibilmente
spaventato e ferito. Il secondo fissa il riccio come se si potesse rompere da un momento
all' altro e non si sbaglia. Harry non vuole innamorarsi più. E vuole dimenticare il
passato.Non può mostrarsi debole ancora, lo rinchiuderebbero di nuovo in una cazzo di
clinica.Perciò si volta e grandi falcate si allontana dal suo primo e unico amore.Un amore
che deve dimenticare, bruciare, perché fa male. Entrare nella cucina non sarebbe
intelligente.Vuole stare solo e il cuoco di turno gli darebbe solo fastidio.Ha solo bisogno di un
attimo per riprendersi.O magari non si riprenderà più.Tornerà subito al lavoro.Non vuole
essere licenziato. Charlie gli si pianta davanti e cerca di capire cosa stia succedendo.Vuole
bene al suo amico e non lo ha mai visto così devastato.Ma Harry lo sposta scuotendo la
testa, come se lo stesse pregando silenziosamente di lasciarlo solo, a riflettere.E Charlie
glielo concede, perché altrimenti che amico sarebbe? Harry si chiude nello squallido bagno
del ristorante e si getta a terra, dopo anni, scoppia a piangere, di nuovo per la stessa
persona.Tutte quelle lacrime trattenute per troppo tempo, scendono sulle sue guance
arrossate e si sente di nuovo l'Harry indifeso, quello che tutti hanno punito per il semplice
fatto di essere ingenuo. Quello stesso Harry ritenuto troppo fragile per decidere cosa fare di
se stesso, quell'Harry a cui è stata negata la libertà in una stupida clinica.Quel ragazzo che
sperava di aver sepolto in un angolo nascosto del suo cuore, torna a galla e Harry non si è
mai sentito più stupido. Nel frattempo Zayn continua a fissare insistentemente il suo
migliore amico, il quale sembra pietrificato. Poi Louis torna ad alzare lo sguardo e lo punta in
quello del moro mormorando un «Cosa faccio?» E Zayn non ci pensa due volte, sa quanto
Louis abbia sofferto per quel ragazzino riccio e crede che forse, per loro ci sia ancora una
possibilità.Oppure semplicemente ci spera. «Vai da lui.» risponde. E Louis si è sempre
fidato di Zayn, che gli è sempre stato vicino durante questi anni interminabili in cui la
mancanza di Harry si è fatta sentire terribilmente, perciò agisce e fa ciò che gli ha consigliato
l'amico. Si alza e si dirige verso il bagno. Ha intenzione di risolvere.Una volta per tutte.
CAP 24 💙💙💙💙💙💙

Louis ha una fitta al cuore quando apre la porta del bagno degli uomini, e il suo sguardo si
posa sulla figura rannicchiata di quello, che un tempo era il suo ragazzo. Il più grande si
avvicina fino a scendere alla sua altezza, le ginocchia piegate, fa per avvicinare una mano al
viso del riccio ma che lo blocca bruscamente. «Non toccarmi.» ordina minaccioso.Sul suo
viso non ci sono tracce di lacrime, ma gli occhi gonfi e le labbra più rosse del dovuto per i
morsi, non passano inosservati dagli occhi attenti di Louis che rimane sorpreso dal tono
aggressivo con cui il riccio gli si è rivolto.E in quel momento Louis capisce che col passare
del tempo, le persone possono cambiare, in meglio o in peggio.A volte è un cambiamento
definitivo, altre no. Quello che sa è che Harry non è più il ragazzino di sedici anni che ha
conosciuto, ingenuo e fragile. Ma se la personalità di Harry è mutata, i sentimenti di Louis
invece sono rimasti gli stessi.Sa che sotto quello scudo, quella barriera, si nasconde ancora
il suo piccolo e dolce Harry.Rimangono ad osservarsi per un tempo che pare infinito. È
cambiato, nota il liscio. È diventato persino più alto di lui.Ma i suoi occhi, sono sempre gli
stessi. Harry nota che Louis non è cambiato poi così tanto.Ha solo qualche ruga in più
vicino gli occhi che lo rendono, se possibile, ancora più bello.Gli è mancato, ma non è
disposto a perdonarlo.Non si merita il suo perdono. Louis rimane a fissarlo incastrando
prepotentemente i loro occhi. Il più piccolo, non ha intenzione di dargliela vinta, perciò non
abbassa lo sguardo, ma lo regge. «Come stai?» chiede infine Louis. Harry's POV «Come
stai?» Dice davvero?Ho sentito male? Aggrotto la fronte mentre la tristezza viene sostituita
dalla rabbia. «Come..puoi chiedermi come sto?» la mia voce è roca. Louis rimane in
silenzio, il suo sguardo tentenna tra i miei occhi e le mie labbra. Non posso fare a meno di
guardarlo a mia volta.È...bello.Come sempre, d'altronde. «Mi dispiace.» mormora poi. Rido
amaramente. «Il tuo modo di scusarti è così banale.Ti aspetti davvero che ti perdoni?» Lui
scuote la testa e abbassa lo sguardo. «So che sei ferito e-» «No, tu non sai niente!» sbotto
mentre il cuore batte più forte, sono furioso. «Non ci sei stato per sei anni!Quindi non puoi
sapere cosa cazzo ho passato.» «Se mi lasciassi spiegare-» «Non voglio sentire le tue
spiegazioni.Non m'importa più di te, quindi sta' zitto e lasciami in pace.» lo interrompo di
nuovo alzandomi in piedi, esco dal bagno lasciandomi un passato doloroso alle spalle.Non
ho più bisogno di lui.Posso farcela anche da solo. Torno a lavoro.La serata passa
tranquilla.Louis esce dal ristorante poco dopo. * Il giorno dopo vengo sottoposto
all'interrogatorio di Charlie quando vorrei soltanto lavorare e non pensare a ieri. «Quindi era
lui? Lo stesso ragazzo di cui ti eri innamorato?» Sbuffo mentre lavo l'ennesimo piatto. «Sì,
era lui.» confermo. Charlie mi osserva attentamente per poi dire «Ieri ho parlato con il suo
amico, Zak mi pare si chiamasse.» «Parli di Zayn?» «Zak, Zayn, non importa.Comunque
abbiamo parlato.» La domanda sorge spontanea «Di cosa?» «Del più e del meno...»
rimane sul vago. Smetto di lavare piatti e posate e mi giro verso di lui. «Dimmi la verità.»
Charlie alza le mani e finge di essere confuso. «Non so di cosa tu stia parlando, amico.» Lo
fulmino con lo sguardo e torno a lavorare. Rimane in silenzio, ma sento il suo sguardo
puntato su di me. «Tutto ok, Charlie?» indago divertito. «Sì tutto okay...» risponde con
noncuranza. «Mi ha solo detto di invitarti al suo matrimonio.» aggiunge. * «Dovresti
andarci.» continua Charlie. «Siamo seduti in questo bar da quindici minuti e ancora non ti
decidi a cambiare argomento?» chiedo infastidito.Quando vuole Charlie sa essere proprio
insistente. «So che ne vuoi parlare.» mette in mostra quel sorriso che tradotto significa io-
ho-sempre-ragione. Scuoto la testa trattenendo un sorriso, perché cazzo, Charlie ha
sempre ragione. «E so anche che muori dalla voglia di andarci.» prosegue con convinzione.
«Tu sei fuori.» commento.Ma so che sto mentendo a me stesso, perché Charlie mi ha
fottutamente letto nella mente, ma non gli darò mai questa soddisfazione. «Se dovessi
andarci, lo farò solo per Perrie, che si è almeno degnata di chiamarmi per sapere se fossi
ancora vivo, durante questi anni.» dico pentendomene subito.Me lo sento, Charlie sta per
dire qualcosa di terribilmente intelligente o imbarazzante. «Io invece penso che ci andrai
solo per passare un po' di tempo con quel nanetto.» Mi lascio scappare una risata divertita
perché il mio amico sa essere divertente, a volte. Lui sorride compiaciuto e felice di avermi
fatto sorridere visto che i miei sorrisi ultimamente sono sempre meno frequenti.
«Comunque, a parte gli scherzi, stai bene?» mi fissa attento. Il sorriso svanisce dalle mie
labbra ma il mio cuore si riscalda improvvisamente perché non avrei potuto incontrare
persona migliore di Charlie. Dietro le sue pessime battute si nascondono le sue
preoccupazioni, e io non voglio recargli troppi problemi perciò a volte non sono
completamente sincero, come questa volta ad esempio. «Sì, sto bene.» «E andrai al
matrimonio di quel tipo?» Sospiro. «Ci penserò.» Lui sembra rilassarsi e torna a sorridere.
«Hey, signorina!Arriva il nostro caffè?» grida facendomi sobbalzare. * Oscuro.È oscuro
ovunque.La figura di mia madre appare davanti i miei occhi.È diversa.Il volto pallido, gli
occhi gonfi e il corpo ricoperto da lividi e ferite ancora fresche.Il cuore balza e « Mamma...»
mormoro devastato. «Che ti è.. successo?» una lacrime scivola sulla mia guancia per poi
essere inghiottita dall'oscurità. Mia madre mi guarda con rabbia.I suoi occhi iniziano a
perdere sangue come nei peggiori film horror.Ma questo non è un film.Indietreggio
spaventato e vorrei urlare con tutto il fiato che ho in gola, ma improvvisamente sembra che
non abbia più la voce. Ho solo le lacrime. E mia madre che perde sangue davanti ai miei
occhi. Scuoto la testa.Non è questo ciò che voglio. No no no. Basta.Lei so avvicina e credo
che mi verrà un infarto da un momento all'altro.Voglio che tutto questa finisca.Voglio la
luce.Ma dov'è il sentiero che mi porterà all'uscita di questo tunnel buio?No, non voglio stare
qui.Lei non è mia madre.Lei è buona.Non è pericolosa e spaventosa.No, no, no.Basta. «Non
meriti una nuova vita.Non senza tua sorella.» pronuncia queste parole con puro
disprezzo.Riesco a percepire il battito impazzito del mio cuore.No, no, no..... «Basta!» urlo
sedendomi sul letto completamente sudato e col fiatone. Mi guardo intorno.La stanza è
completamente al buio.Accendo la lampada e ispeziono con lo sguardo la mia stanza. Sono
nella mia stanza, in casa mia. È finita. Era solo un incubo. Sospiro sollevato.Sposto i ricci
sudati dalla fronte e mi alzo. Un fottuto incubo. Entro in cucina e mi preparo una tazza di
the.Non voglio tornare a dormire.Ho paura di sognare di nuovo.Preferisco stare in silenzio e
bere questa schifosa bevanda che continuo a bere ogni volta che ho un incubo. Perché
bevo the se non mi piace? Louis. La riposta che mi offre il mio cuore viene prontamente
rifiutata dal mio orgoglio.E anche se il motivo fosse perché piace a Louis e me lo fa sentire
più vicino, non ho niente di cui preoccuparmi perché non lo dirò a nessuno. Sospiro.Non
dico a nessuno di avere ancora degli incubi, tutte le notti.Nemmeno a Charlie.Da quando
Carly mi ha sbattuto in quella clinica gli incubi sono aumentati.Ora ne ho uno ogni notte.Vivo
in una casa poco spaziosa, ma me la faccio bastare, lavorare come cameriere non
comprende uno stipendio troppo alto. Perciò quando mi sveglio nel bel mezzo della notte,
non c'è nessuno che disturbo.Vivo completamente solo in questo buco di casa. Non è facile
consolarsi e tranquillizzarsi da soli dopo un incubo.O almeno non per me. Mi ci vogliono
alcune ore prima di tornare a dormire.Ma non ne faccio parola con nessuno, non voglio
essere chiuso in nessun altro posto di merda. Sorseggio la bevanda bollente e mi scotto la
lingua.Ahi!Brucia. Dovrei andare al matrimonio di Zayn e Perrie?E poi perché mi hanno
invitato? Perrie potrebbe offendersi se non fossi presente.Sospiro di nuovo.Che casino. *
Zayn's POV Mi infilo sotto le coperte al fianco della mia futura moglie e le lascio un bacio
sulla guancia. «Dovremmo comprare un'altro shampoo.Quello che ha comprato tua madre
ha un odore disgustoso.» le faccio notare con noncuranza. Perrie chiude il suo libro e mi
lancia un'occhiata. «Tu credi Louis stia bene?» chiede d'un tratto. «No.» rispondo con
sincerità. «Ma non capisco perché dobbiamo parlare di lui quando siamo soli e abbiamo un
letto a disposizione.» aggiungo malizioso. «Non siamo soli.Louis è nella stanza affianco.»
«Non mi vuoi?» domando accigliato. «Non è questo.» si addolcisce. «Sono solo
preoccupata.Non puoi pensare sempre a te stesso.» Ah, adesso mi rimprovera anche! «Io
non penso sempre a me stesso.» replico offeso. «L'ho trovato in camera degli ospiti a
fissare il vuoto.Non sta affatto bene.Devi assicurarti che Harry venga al nostro matrimonio.»
Perrie si lega i capelli in una coda disordinata. Ok, stasera niente sesso.Ho afferrato. «Sono
affari suoi.Ci perde solo lui se non viene.A Louis non mancano certo le ragazze.» borbotto
annoiato. «Zayn?» mi chiama Perrie. «Non mi convincerai.» ribatto sicuro. «È stato Louis
a supplicarmi.Vuole parlare con Harry ma non sa come.» Rimango sorpreso dal fatto che il
mio migliore amico non si sia rivolto a me. «Perché ne ha parlato proprio con te?» domando
infatti. «Perché io ho parlato con Harry in questi anni.Abbiamo parlato numerose volte al
cellulare.Mi mancava.» ammette. «E quando Louis lo ha saputo ha pensato che rivolgersi a
me sarebbe stata la migliore opzione.» Sospiro rassegnato. «Louis sta davvero così
male?» «Sì.» conferma la bionda dispiaciuta. «Gli parlerò.Spero solo che vada tutto bene.»
prometto. Perrie sorride entusiasta e mi lascia un bacio leggero sulle labbra. «Ti amo.»
sussurra. «Anch'io.» replico imbronciato. * Harry's POV «Ti vedo pallido.» Nota Charlie.
«Sicuro di star bene?» «Sto bene.» confermo. «Hai fatto le ore piccole?» si lascia sfuggire
un sorriso perverso e io scuoto la testa divertito. «Fatti gli affari tuoi, idiota.» mentre queste
parole escono dalla mia bocca non posso fare a meno di sorridere e Charlie si lascia andare
in una risata piuttosto imbarazzante. «Ridi come una donna!» osservo. «Cosa?Non sono
io quello gay qui.» «I tuoi atteggiamenti sono più gay dei miei.» gli faccio notare. «Fanculo,
ragazzino.» imita suo padre facendomi sorridere. La nostra pausa di trenta minuti sta per
terminare.Devo dirglielo. « Charlie, sono confuso.» ammetto.È difficile mostrarsi indecisi,
significa una debolezza per me.Ma ho bisogno del mio amico. «Lo so.Per questo sono qui.»
spiega con naturalezza. Annuisco più rilassato. «Credo che tu abbia ragione.Dovrei andare
a quel matrimonio.Perrie potrebbe offendersi e io non-» «Harry?» Charlie alza scettico le
sopracciglia. Sospiro. «Ho paura.» Dopo anni mi mostro di nuovo debole. Mi sento un
fallito. Ma è così.Non posso nascondermi, non con Charlie. Lui abbozza un sorriso e lascia
andare il suo panino. «Non devi preoccuparti di niente.» invece sì. «Tu vuoi essere
arrabbiato con lui ma non ci riesci completamente.Non lo odi abbastanza.E se sei ancora
confuso, la cosa migliore da fare è ascoltare quello che ha da dirti quel tipo.Non credo ti
ignorerà.Nessuno può ignorare Harry Styles.» sull'ultima frase c'è una traccia di ironia. «Mi
sento un coglione.» nascondo il viso dietro le mani e poggio i gomiti sul tavolo pigramente.
«Non ti dirò che non lo sei.Ma da amico, l'unico consiglio che posso darti è di starlo a
sentire.Questo non significa che tu debba baciarlo sotto un cielo stellato, ok?Non farti strane
fantasie, o illusioni. Se ti ha lasciato dentro quella clinica di merda, non ti amava
abbastanza quindi non abbassare la guardia.» «Grazie.» mormoro con gratitudine. «Oh
figurati.So che non ti ho incoraggiato per niente!Però ci andrai, vero?» In risposta, scoppio
a ridere.Charlie è decisamente il migliore amico che si possa desiderare. * Questa
settimana è stata devastante.Katherine mi ha trascinato di un mare di negozi per trovare
l'abbigliamento più sexy e adeguato che possa esistere.Sono esausto.E ansioso.È triste
ammetterlo ma non sono mai stato così preoccupato.Cosa penserà di me?Sarà ancora
disposto a darmi delle spiegazioni o farò la figura dello stupido? Sposto i capelli dal viso con
la solita bandana e indosso la camicia scelta da Katherine, la quale dice che mette in risalto
le forme del mio busto.Lascio sbottonati i primi bottoni e indosso dei pantaloni piuttosto
aderenti. Okay, dovrei andare bene.Ordino un'ultima volta i ricci e mi preparo ad andare al
matrimonio.Dio, sono già ansioso. * «Harry!» grida Perrie correndomi incontro.È
bellissima.Quel vestito le fascia il corpo come se fosse stato proprio per lei. «Stai
benissimo.» espongo i miei pensieri. «E congratulazioni.» aggiungo abbracciandola.
«Speravo venissi.» ammette. Zayn le è subito affianco.I suoi occhi brillano di amore non
appena si posano sulla sposa. «Tesoro, Harry ha detto che sto bene!» esclama Perrie
entusiasta. «Cavolo, come stai?» sorride nella mia direzione. «Me la cavo.» replico
sorridente. «Sei davvero cresciuto.» osserva il moro. «Ora sei un piccolo uomo!» dice
Perrie allegra. «Non tanto piccolo.Sei più alto di me, cazzo!» Zayn è sconvolto. «Zay!Sei
fastidioso.» Perrie scuote la testa divertita. «È solo geloso.» mima con le labbra. Sorrido.
«Molly vorrebbe conoscerti.» dice d'un tratto il moro. Cosa?Chi è Molly? Perrie
impallidisce. «Sparisci!Per l'amore del cielo!Non spaventerò gli invitati.» «L'unico
spaventato sarebbe Harry.» puntualizza Zayn. «Louis vorrebbe parlarti.» Perrie diventa
seria improvvisamente. Ed ecco, il momento che più temevo.Il cuore batte irregolarmente,
le gambe sembrano cedere e devo costringere il mio viso a formare un sorriso falso. «Lo
immaginavo.» rispondo onesto. Perrie sbarra gli occhi. «Sei disposto ad ascoltarlo?»
Annuisco incerto. «Sì,credo.» Sul volto della sposa appare un sorriso luminoso e mi
trascina con sé entusiasta. «L'avevo visto vicino al banchetto.Pensa sempre a mangiare.»
borbotta sorridente. «Non sai quanto voleva parlarti!» pronuncia poi. Io sono sempre più
incredulo.Sto per vedere di nuovo Louis Tomlinson e no, non sono pronto. Respiro e cerco
di tranquillizzarmi. Andrà tutto bene.Ne sono sicuro. Perrie lascia andare la presa sul mio
braccio, «Eccolo!» esclama. «Potremmo parlare anche più tardi.» propongo. Non voglio
avvicinarmi e dirgli ehi spiegami perché hai fatto lo stronzo. «Non se ne parla!Allora voglio
che tu sappia..» la bionda si gira verso di me perciò non vede cosa accade alle sue
spalle.Ma io sì. Una ragazza abbraccia Louis.Stanno parlando molto vicini.Poi lei si avvicina
e...non voglio vedere.Mi dimentico persino della presenza di Perrie.Mi giro e mi allontano il
più possibile da quella scena che continua a ripetersi nella mia mente. Louis stava baciando
una ragazza. Cazzo.È ovvio che col tempo abbia trovato una ragazza. Voleva solo
chiudere i rapporti con me senza pesi sulla coscienza.Ed eccomi qui, di nuovo ferito, ma non
posso permettermi di crollare qui, davanti a tutti. Dai miei occhi non uscirà nemmeno una
lacrima. Cammino a testa bassa senza nemmeno sapere dove vado.Vedo tavolini e fiori
ovunque.Perrie si è proprio data da fare. Sbatto contro una persona forse perché i miei
occhi erano fissi sull'erbetta. «Harry!Chi si rivede!» Alzo lo sguardo e...cazzo.

CAP 25💙💙💙💙💙💙💙

«Jeremy...» mormoro. «Sembra tu abbia visto un fantasma.Tutto ok?» mi osserva


incuriosito. «Sì tutto ok.» annuisco ancora scosso. «Non pensavo venissi.» ammette
perplesso. Già, nemmeno io lo pensavo. «Beh a dire il vero, ho chiesto a Perrie se fosse
presente anche Carly e la sua famiglia, ma mi ha riferito che è impegnata con i figli, quindi
ho pensato che sarebbe stato carino essere presente al matrimonio.» Jeremy sorride.
«Capisco.Ti trovo in forma.Charlie si comporta bene?» Annuisco sereno. «Sì, è una bella
persona.» confesso. «C'è anche Fred?» chiedo. Jeremy annuisce. «Si è preso una cotta
per un cameriere.Lo stavo giusto andando a cercare.Beh,suppongo ci vedremo più tardi?»
Annuisco. «Certo.A presto.» Sorride di nuovo e si allontana. * Assaggio uno del tanti
dolcetti. Cazzo, è buonissimo!Cerco di darmi un contegno e ne mangio solo altri tre. Perrie
mi è subito affianco. « Sono deliziosi, vero?» Annuisco. «Come stai?Immagino tu
sia..felice.» Lei sorride coinvolgendo anche gli occhi. «Non potrei stare meglio.Tra un po' si
balla!» Ricambio il sorriso. Perrie sembra pensierosa poi dice «Hai parlato con Louis?»
Scuoto la testa. «Non credo mi vada ancora.Non penso sia il momento.» Bugia.Ha ficcato la
lingua in bocca ad una troietta del cazzo, perché dovrei starlo a sentire? Perrie sembra
delusa. «Oh» mormora. «Dove andrete in luna di miele?» Cambio discorso. Il suo volto si
illumina. «Parigi!Non sto più nella pelle e-» «Perrie!» un uomo grida attirando la nostra
attenzione.Perrie annuisce verso la sua direzione e mi sorride imbarazzata. «Mio padre mi
cerca, divertiti Harry.» Sorrido e le faccio un cenno con la mano. Il cellulare vibra
improvvisamente, un messaggio da Charlie: Come sta andando?Avete parlato? Digito in
fretta la riposta: No, era "occupato" a ficcare la lingua in gola ad una ragazza. Non attendo
molto, la risposta del mio amico è immediata: Che pezzo di merda. Lascio perdere i dolcetti
e presto attenzione al mio cellulare. Sono io lo stupido.Ma sto bene.Qui è figo. Altra
bugia.Non vedo l'ora di andarmene ma meglio tranquillizzare Charlie, oggi usciva con
Katherine, non voglio rovinargli la giornata. Il cellulare vibra di nuovo.Di nuovo Charlie.Sto
per leggere il contenuto ma Jeremy attira la mia attenzione: «Eccoti qui!Ti stavo cercando.»
Sorrido e metto in cellulare in tasca. «Trovato Fred?» domando con nochalance. «Sì, sta
importunando il cameriere.Questo ristorante non è male.» Annuisco. «È spazioso.E
cucinano bene.» pronuncio. «Io-» «Amore!Dove eri finito?» Un ragazzo della nostra età più
o meno, si piazza davanti noi sorridente. Gli occhi di Jeremy iniziano a luccicare e, cosa mi
sono perso? «Harry, permettimi di presentarti il mio compagno, Josh.» Spalanco gli occhi
e le mie labbra si aprono in un sorriso sincero. Ah! «È un piacere conoscerti.» esclamo.
Josh circonda con una mano il fianco di Jeremy e ricambia il sorriso. «Sei Harry Styles?Ho
sentito parlare di te. Jeremy mi ha detto che sei un suo vecchio amico.» Annuisco. «È
così.Beh, non me lo sarei aspettato...voi state davvero bene, insieme intendo.Sono felice
per voi.» sono le parole oneste che escono dalle mie labbra. Jeremy mi sorride
riconoscente e Josh arrossisce. «Grazie» biascica. Jeremy diventa serio. «Credo tu debba
andare a tranquillizzare il tuo ragazzo.» dice. «È sempre così...protettivo?» Cosa?Aggrotto
le sopracciglia.Mi volto seguendo lo sguardo di Jeremy e..oh. Louis sta sorseggiando una
bevanda e continua a fissarmi.Anche quando viene beccato continua a inchiodarmi col suo
sguardo di ghiaccio.Dovrei essere io ad essere arrabbiato con lui. Torno a guardare Jeremy
e Josh. «Non è il mio ragazzo.» correggo con finta noncuranza. «Ma io pensavo che tu e
Louis..» Jeremy aggrotta la fronte. Scuoto la testa. «Non stiamo insieme.Non più.» L'amico
di Fred pare ancora più confuso. «E perché?Mi avevano riferito il contrario.» «Non essere
indiscreto!» lo rimprovera Josh. Forzo un sorriso. «Tranquillo, è che non ci parliamo da un
po'.Abbiamo avuto una...discussione.» Jeremy annuisce comprensivo. «Beh, si va avanti,
no?Ne troverai uno migliore!» Annuisco.Ma è l'ennesima bugia.Perché tutto quello che
sento è il suo sguardo bruciante addosso e l'unica cosa che vorrei fare è cancellare il
passato e tornare con lui, quando tutto era più semplice e più magico.Sì, perché con lui tutto
sembrava troppo magico per essere reale. E mi sto di nuovo perdendo nel passato, nei
ricordi che sono rimasti prepotentemente nella mia mente, quel flusso di pensieri e ricordi
che non andranno mai dimenticati che io lo voglia o meno, perché Louis è stata la mia
adolescenza, la mia felicità, la mia delusione, la mia crescita, la mia prima volta, lui è stato
semplicemente diverso dagli altri. «È stato bello parlare con te.» sorride Josh. «Jeremy,
andiamo a ballare?È la mia canzone preferita.» «Come vuoi.» lui scuote la testa divertito e
lo segue salutandomi e biascicando un scusami. Sorrido fintamente, perché ormai io, Harry
Styles, sono tutto una finzione.Un mare di bugie e finti amori che hanno alterato il mio
carattere e il mio modo di relazionarmi con gli altri. Sospiro e estraggo il cellulare per inviare
un...una mano circonda il mio polso e quel tocco, lo riconoscerei ovunque. «Dobbiamo
parlare.» Louis è tremendamente serio. Non mi mostrerò debole.Chi si crede di essere?
«Non ho tempo ora.» mento mantenendo il suo sguardo. «Per lui però hai tempo?» sputa
acido. Jeremy. «Non sei nella posizione per darmi colpe che non ho.»replico mantendomi
annoiato. La sua presa ferrea aumenta sul mio polso. «Lasciami.» non gli permetterò di
umiliarmi. Mi ignora e mi trascina con poca difficoltà verso il retro del ristorante. Lascia
andare la presa e torna a guardarmi male. «Non ti capisco.Perrie aveva detto che volevi
ascoltarmi.» «Ho di meglio da fare.E posso pur sempre cambiare idea.» Il mio tono e duro e
sicuro. «Smettila.» ordina. «Di fare cosa?» chiedo innocentemente. «Lo stronzo.» « Ora
passi anche agli insulti.» constato sarcastico quando dentro di me sto morendo. «Senti, se
non ti importa più di noi, almeno lascia che il tutto si chiuda in modo chiaro e senza rancori.»
Rimango in silenzio e valuto la situazione. Posso concederglielo? «Okay..» mormoro
fingendomi indifferente. Sembra nervoso. «Non ti dirò che mi sono pentito di quello che ho
fatto, sarebbe una cazzata e voglio essere onesto , per una volta.» prende un respiro.
«Avevo bisogno di tempo per riflettere e con te lontano, era più facile. Ero confuso, non
sapevo chi stessi diventando e dovevo riflettere. Per questo non sono venuto.» «Quindi mi
hai lasciato lì dentro perché tu avevi bisogno di "riflettere"?» Porto una mano nei ricci
cercando consolazione.Non funziona.Cazzo. «Sì, dovevo riflettere.» dichiara serio. «Lì
dentro ho passato l'inferno!Tutto era una merda!In tutti quei mesi, solo una persona mi è
stata vicina, ma non era abbastanza.Io ti aspettavo, cazzo!Ogni fottuto giorno ripetevo ai
dottori, pazienti e al personale che tu saresti tornato a prendermi.Invece, mi hai lasciato
solo. Non te n'è fregato un cazzo di me.Ogni santo giorno scrivevo su quel cazzo di diario
aspettandoti, avevo bisogno di te, perché ti vedevo diverso.Invece ti sei rivelato come gli
altri!» grido. «Mi importava di te! Mi importa tutt'ora!Ma se prima non avessi accettato me
stesso, non avrei accettato nemmeno te.» ribatte alzando la voce. Ed ecco che le ferite che
si stavano richiudendo, tornano a sanguinare. Sto crollando di nuovo. «Cazzate!Mi avevi
detto di amarmi...e poi mi hai abbandonato!Sei un bugiardo!Mi hai illuso!» urlo accecato
dalla rabbia e dalla delusione. «Tutto mi sembrava sbagliato al momento e-» «Lasciarmi lì
è stato uno sbaglio!Mi hai fatto a pezzi!» Ed eccoci qui, ad urlarci contro.Come sempre.A
sfogare i nostri sentimenti l'uno sull'altro, a farci male a vicenda. Louis mi fronteggia. «Non ti
ho mai mentito.Non dire cazzate.» sputa ferito. «Dirmi di amarmi e poi abbandonarmi in una
cazzo di clinica cos'era?Un atto di altruismo?» i miei occhi bruciano e tutte le barriere stanno
crollando. « L'ho fatto per te e per me.» Bugiardo. Bugiardo. Bugiardo. « Cazzate.» soffio
amareggiato. Scuote la testa. «Non capisci niente.» pronuncia quelle parole con disprezzo.Il
mio cuore si spezza. «Sai cosa mi hai fatto capire in questi ultimi anni?» chiedo. «Che di me
non te ne frega assolutamente niente.Sono stato solo una delle tue tante conquiste. Carly
aveva ragione.» «Basta.» ordina scuro in volto. «Se te ne fosse importato qualcosa avresti
sentito la mia mancanza.Saresti venuto.Ma non lo hai fatto.È questo il problema,
Tomlinson.» continuo.All'interno del mio stomaco c'è un uragano. «L'ho fatto per
entrambi.Per noi.» «Non è così.Cerchi solo di salvarti il culo perché sai di avere torto e non
vuoi sensi di colpa. Ma tranquillo, posso fingere di non averti mai incontrato.Non ti sei fatto
vivo per sei anni.Posso farcela anche senza di te.Anzi, sto meglio.» Bugie, menzogne, un
mare di cazzate. Senza lui sono diventato un anima solitaria che non ha casa. Il volto di
Louis si incupisce.E farlo soffrire quanto ho sofferto io, mi dà soddisfazione. «Forse ho
sbagliato, ma stai esagerando.» puntualizza. Rido amareggiato. «Tu sei un gran pezzo di
merda!» gli punto il dito contro. «Non mi farai sentire di nuovo una merda.» «Sei tu che mi
fai sentire così.» mi incolpa. «Per sei fottuti anni non ti sei fatto vivo!» sbotto esasperato.
«Avevo bisogno di tempo.» ripete per l'ennesima volta. «Sei anni?Davvero Louis?Sei anni
di riflessione?» «Non mi avresti perdonato, come sta accadendo adesso.» si giustifica.
«Sei una merda!Non esistono giustificazioni per quello che hai fatto.Sei un codardo.» lo fisso
con rabbia che esplode in parole piene di cattiveria.Voglio recargli dolore perché il mio cuore
si sta spezzando e tutto il mondo che ho faticato a ricostruire è andato distrutto per colpa
sua. I suoi occhi fiammeggiano di...rabbia?Frustrazione? «Non potresti perdonarmi e finirla
qui?Perché ti importa così tanto farmi del male?» Per un attimo i sensi di colpa si fanno
spazio nel mio corpo, ma li respingo subito. Sono devastato dalla potenza dei miei
sentimenti in subbuglio. «Io non meritavo di essere illuso!Ti avevo dato il mio cuore, era
affidato a te.Mi fidavo di te.» confesso rabbioso. «Non avresti dovuto fidarti allora.» Questo
è troppo.Lo spintono. «Come cazzo ti permetti?Chi ti credi di essere?» lo fronteggio senza
paura.Faccia a faccia davanti l'errore più complicato della mia vita. «Tu non puoi venire qui e
pensare di avere ragione!Dovresti stare in silenzio e pentirti minuto dopo minuto per quello
che mi hai fatto!Mi hai lasciato nella merda!» «Ti sbagli.» controbatte senza paura. «Io sto
bene senza te accanto, ora.Sono uscito da quella merda.Grazie a chi mi voleva bene
davvero e mi è stato vicino.Tu non sei più importante per me.Ti ho dimenticato.E non puoi
venire qui e rovinare tutto.» continuano ad uscire bugie dalle mie labbra.Ma non
importa.Voglio ferirlo perché lui mi sta distruggendo.Sono forte. Le labbra tremano.Sto
crollando completamente. «Non ho mai rovinato niente.Tutto quello che ho fatto, l'ho fatto
solo per te.» prosegue lui. «Quindi baciare quella troietta era per me?L'hai fatto per me?»
Lui sembra sorpreso. «Tu..» «Già» annuisco serio. «Ho visto.» «Era solo un'amica.»
mente. Bugiardo. Scuoto la testa. «Basta con le cazzate.» Sono forte. Il cuore fa male nella
cassa toracica. «Cosa vuoi?» domanda lui. Cosa voglio? «Sparisci dalla mia vita.»
cazzata. «Non voglio più vederti.» voglio averti vicino e dimenticare tutto. «Non soffrirò più
se lo farai.» se te ne andrai soffrirò ancora. Non sembra convinto. Bene. «Sto così bene
senza te, lo sai?Scopo tutte le notti con ragazzi nuovi e divertenti.Ci sanno fare così bene.
Se non sbaglio uno si chiamava James, mi ha detto che ho una bocca da favola.» «Basta»
ringhia. «E mi fanno sentire amato, sai? Dicono che sono bellissimo.E lo pensano
davvero.Lo capisco dal loro sguardo.Scopo giorno e notte e non c'è niente di più bello.Mi
faccio fottere e-» «Ti ho detto di finirla qui.» mi interrompe cupo in volto. Sorrido
compiaciuto mentre una lacrima scende sul mio viso. Sto decisamente crollando ma non
importa.Sono forte. «È importante che tu sappia quanto mi diverto. L'ultima volta che ho
scopato è stata proprio ieri sera.Sua madre ci ha beccati mentre lo mettevo in bocca.E poi-»
Non riesco a terminare la frase. Louis preme le sue labbra sulle mie.Dopo sei anni. E forse
dovrei respingerlo e eliminarlo dalla mia vita per sempre.Ma non ci riesco. Non a distanza di
sei anni.Il cuore esplode, così come i miei occhi. Le mie lacrime scendono sulle mie guance
bagnando il viso di Louis e io non posso fare a meno di aggrapparmi alle sue spalle come se
fosse tutto ciò che mi possa sorreggere. E mi ritrovo a ricambiare quel bacio che sa tanto di
sbagliato. Le nostre lingue si incontrano e si intrecciano mentre le mie guance sono
bagnate dalle gocce di dolore che continuano ad uscire dai miei occhi.Fa male baciarlo.Mi
sento sul confine tra inferno e paradiso. Il cuore balza e scoppia nel petto.La mentre non è
più in grado di elaborare. Il mio corpo ha bisogno di essere sorretto. Ha bisogno di
lui.Perché le parole potranno anche dimostrare il contrario ma i gesti, sono ciò che
contano.Le azioni. Louis fa scorrere le mani nei miei ricci dopo anni e mi lascio sfuggire un
gemito sulle sue labbra.Socchiudo le labbra e mi morde il labbro inferiore mentre le sue
mani si posano sulle mie natiche, a sorreggermi. Stringo i pugni sulla sua camicia e cazzo,
vorrei strappargliela di dosso e tornare a farmi riscaldare dal calore della sua pelle. Vengo
sbattuto sul muro dell'edificio e sospiro circondandogli il collo con le braccia.Le gambe si
allacciano intorno al suo bacino, ora in contatto col mio. Continuo a far passare la lingua
sulle sue labbra che profumano di fragola mentre le sue mani si stringono ancora più forte
sulle mie natiche.Trattengo un gemito mordendomi la lingua. E non c'è bisogno di parlare.
Si sta scusando posando baci leggeri su ogni centimetro del mio collo esposto. Succhia
sempre sullo stesso punto.Mi sta marchiando.Vorrei fermarlo ma non ce la faccio. Non sono
più in grado di intendere e di volere.Non capisco più niente.Esiste solo Louis.Lou e io. Mi
lascia scivolare, i miei piedi tornano a toccare il pavimento.Le mani di Louis si posano sui
bottoni dei miei jeans e... Oh. «No, Lou, aspetta...» mormoro contrariato. Non voglio. È
troppo presto. Non posso lasciar vincere il desiderio. «Sshhh» mi mette a tacere con un
bacio casto sulle labbra. Slaccia i bottoni e mi abbassa lentamente i jeans. Sono eccitato.
Sbagliato, sbagliato, sbagliato. Quando una sua mano si posa sul rigonfiamento nei miei
boxer vorrei trattenermi, ma non ce la faccio. Ansimo e spingo il bacino verso la sua mano.
Sto facendo una cazzata. Infila una mano e inizia a massaggiarmi.
«Qualcuno....ah...potrebbe veder...Louis!» Gemo oscenamente. La mano si muove
ritmicamente. Cerco di trattenere i gemiti.Lo stiamo facendo dietro un ristorante.Dio.
Aumenta i movimenti che si fanno più forti e presto vengo copiosamente sulla sua mano.
Respiro affannosamente.Louis mi rialza i boxer e i jeans per poi tornare ad unire le nostre
labbra. Cosa ho fatto? Socchiudo gli occhi e poggio la testa sul muro, esausto. Cerco di
riprendere fiato.Possibile che una sega mi abbia fatto un effetto del genere? È Louis. Mi
suggerisce la mia mente. Sento le sue labbra calde scivolare sul mio collo. «Harry?»
«Mh?» biascico. «Voglio uscire con te.»

CAP 26💙💙💙💙

Quando entro nel ristorante mi guardo intorno cercando con lo sguardo Louis. Cavolo, non
so in quanti ristoranti sono stato fino ad ora.Ho solo una cravatta a casa, dovrei andarci
piano.Ho optato per una maglietta bianca con una giacca leggera sopra. Ovviamente
indosso i soliti pantaloni aderenti. All'inizio ero contrariato all'idea di uscire con lui.Insomma,
non è il modo più romantico, chiedere un appuntamento dopo aver fatto una sega.Chiunque
acconsentirebbe. Lo trovo. Sembra agitato. Beh, almeno non sono l'unico. Mi avvicino e
quando alza lo sguardo vorrei che il mondo si fermasse e poter restare ad osservarlo per
sempre, senza sembrare uno psicopatico. Sospiro. «Ciao» Abbozza un sorriso.
«Ciao.Come va?» Mi siedo. «Ti ho fatto aspettare troppo?» domando in imbarazzo.Dio mio
è tutto così imbarazzante. Scuote la testa. «Sono qui da poco.» replica. Annuisco. Non mi
sento al mio agio in questo posto. «Cosa prendi?» chiede poi. Do un' occhiata al menù,
capisco che non conosco quasi nessuno di quei nomi, quindi ordino a caso. «Io
volevo..parlarti.Non credo ci siamo chiariti del tutto l'ultima volta..» So a cosa si sta
riferendo. Per la prima volta mi lascio andare ad un sorriso divertito. «Non abbiamo parlato
molto, effettivamente.» constato. Scuote la testa e continua a sorridere. «Sei...cambiato.»
osserva. «Forse, ma non troppo.» Il cameriere arriva con le nostre ordinazioni.Cazzo, cosa
diavolo ho ordinato? Forse non mi sarei dovuto affidare al caso. «Harry che schifezza è
quella che hai nel piatto?» storce la bocca. Mi sfugge una risata. «Credo di aver...ordinato a
caso.» «Cosa..oh, non importa.» L'atmosfera si è alleggerita, di poco. «Per quanto ancora
resterai a Londra?» indago sorseggiando una bevanda. «Non per molto, credo.» risponde.«
A Doncaster hanno bisogno di me.» accenna un sorriso. Doncaster. Quanti ricordi tornano
in mente.Carly. «Come sta lei?» Non riesco a trattenermi. Lui sospira. «Si è sposata con
Edward. Hanno due figli, adesso.» Cavolo. Annuisco e torno a mangiare. «Le manchi.»
aggiunge. «Possiamo cambiare argomento?Ti prego.» Porto i ricci indietro. Annuisce.
«Con..Jeremy, come va?» esita. «Bene, è stato lui ad offrirmi il lavoro in quel ristorante.È
fantastico.» ammetto più sereno. I suoi occhi si incupiscono. «Davvero?» Sembra irritato.
«Davvero.» annuisco. «Tutto a posto?» «Quindi ora state insieme?» Continua con tono
distaccato. Cosa? Aggrotto la fronte. «Lui è già fidanzato.» Sembra improvvisamente
incuriosito. «È..occupato?» «Louis perché mi fai queste domande?» Poggia la forchetta e
mi osserva. «Sei mancato anche a me.E forse sarei dovuto venire prima.» Rimango
pietrificato senza sapere come comportarmi. «Io..sì hai ragione.» «Ammettilo, questo
appuntamento è uno schifo. Forse ho scelto il posto sbagliato.» Come dargli torto. «Già,
forse.» annuisco pensieroso. Sembra ancora più scoraggiato. Non avrei dovuto dirgli?
«Vieni» si alza e io corrugo la fronte. «Non abbiamo finito di mangiare.» «Non importa.Su,
pago e ce ne andiamo.» Mi afferra la mano e mi manda brivi lungo tutta la spina dorsale.
Una volta pagato, (ha pagato per entrambi, nonostante le mie proteste) ci incamminiamo per
le strade di Londra.Lui non osa prendermi la mano e gliene sono grato, è presto per tutto
questo ma non so se sarei capace di rifiutarla. «Quindi non fa altro che minacciarti con una
tua foto...imbarazzante?» chiede divertito. Annuisco sorridendo al ricordo. «Ero
ubriaco.Delle ragazze mi hanno detto che con del trucco sarei stato ancora più bello, allora
ho lasciato che mettessero le loro manacce sul mio viso.Charlie non ha perso l'occasione,
ha afferrato il cellulare della sua ragazza e click, ora hanno una mia foto assolutamente
imbarazzante sul loro cellulare e non hanno intenzione di eliminarla.» racconto. «Vorrei
vederla, un giorno.» confessa con nochalance. Mi fermo improvvisamente. «Non la vedrai
mai.» prometto mentre le fossette si formano al lati della mia bocca. «Se lo dici tu.» replica
sarcastico. È strano stare qui, a camminare per strada con Louis Tomlinson come se
fossimo amici. Scherzare con lui è la cosa più preoccupante.Fino a ieri avrei voluto
ammazzarlo con le mie mani. Cala il silenzio.Tengo la testa bassa e le mani nelle tasche
della giacca. «So che forse tu...ecco, quello che è successo al matrimonio di Perrie e Zayn,
è stato piuttosto affrettato.» spiega. Annuisco trovando improvvisamente le mie scarpe molto
interessanti. «E magari ci siamo lasciati trasportare da...dall'eccitazione?» arrossisco. «Ma
io non voglio affatto metterti fretta e se decidessi di essermi amico per me sarebbe già
molto. Insomma, io volevo risolvere le cose, ma non in quel modo..forse noi, non siamo più
come prima.Il tempo passa e i sentimenti...cambiano.» Mi sta rifiutando? «Stai rinnegando
quello che è successo?» incontro il suo sguardo. «No, non è così. Ma forse è meglio se
rimanessimo amici. Sarebbe tutto complicato altrimenti.» Io non ci vedo niente di
complicato. «Già, i sentimenti cambiano.» ripeto mascherando la mia delusione. «Vorrei
solo che sapessi che mi dispiace per non esserci stato quando ne avevi bisogno, ma ti ho
già spiegato le mie ragioni.Avevo bisogno di riflettere. E forse non sarà una giustificazione
sufficiente ma spero lo sia il mio dispiacere.» mormora calciando un sassolino. Non dovrei
perdonarlo. «Io..sì, potremmo essere amici. Accetto le tue scuse.» annuisco. «Ma non mi
hai ancora perdonato?» domanda. «Non ancora.Lascia che il tempo passi.» «Okay»
acconsente. «Si è fatto tardi.» noto quando accendo lo schermo del cellulare. «Oh» Louis
sembra deluso. «Ti accompagno a casa allora.» «Non è necessario, sono grande e
vaccinato e casa mia è piuttosto lontana.Non ti conviene visto che nessuno di noi ha un
auto.» ribatto sereno. «Ti accompagno.» ribadisce. Come vuoi. * Una volta arrivati di
fronte casa mia infilo le chiavi nella serratura e mi giro verso Louis. «Grazie per la serata.È
stato bello» Sorride ma gli occhi non sono coinvolti. Che gli succede? «Buonanotte Harry.»
«Buonanotte.» entro in casa e rimango sulla soglia della porta indeciso. Louis mi dà le spalle
e si allontana. Diglielo. «Louis!» lo chiamo con la voce tremante. Lui si gira e vedo i suoi
occhi brillare nel buio della città. «Aspetta» continuo. «Tu...ehm..vuoi entrare?» Lui sembra
combattuto da sé stesso. Abbassa lo sguardo e ci pensa su. Poi torna a guardarmi. «Harry
io...» tenta. Okay, Harry ha afferrato. Sbuffa. «Sì, okay. È ok.» Perché ha cambiato idea?
Accenno un sorriso e gli faccio cenno di entrare. Sono a disagio.Cerco di non mostrarlo.
«Accomodati» esclamo. «So che non è il massimo, ma è quello che mi posso permettere.»
mi riferisco alla casa. «È carina.» si guarda intorno. «Beh...» potevi inventarti una cazzata
più credibile. «Grazie» dico infine. «Vuoi qualcosa da bere?» propongo dirigendomi in
cucina.Louis mi segue.Averlo qui è strano.Decisamente strano. «Hai del the?» E me lo
chiedi anche? «Certo.» * Dio solo sa come ci siamo finiti su questo divano e vedere un film
orrendo e seduti terribilmente distanti. Non volevo che se ne andasse.Ma non sapevo come
trattenerlo.Sono un coglione.Cosa penso di ottenere tenendolo prigioniero in questa
catapecchia? Mi perdo ad osservare il suo profilo illuminato dalla luce della tv.Come posso
seguire il film se ho la possibilità di assistere a questo spettacolo?È bello. Dannatamente
bello.Siamo al buio, lui non può vedermi, quindi posso guardarlo quanto voglio. Non capisco
perché improvvisamente abbia cambiato idea. Forse non mi trova più attraente? Sono tanti i
pensieri che mi frullano per la testa. Vorrei solo che esistesse un tasto capace di cancellare i
ricordi più spiacevoli, gli errori della vita...avrei così tante cose da eliminare. È strano che
non se ne sia ancora andato a gambe levate. Ho accettato le sue scuse, non vuole avere
nessuna relazione con me, si è pentito di avermi baciato mentre è stato proprio quel bacio a
farmi capire quanto lo desidero.Ancora.Nonostante tutto. «Allontana questo sacco di pelo
dai miei piedi.Ti prego.» La voce di Louis mi distoglie dai miei pensieri. Aggrotto le
sopracciglia.Sacco di pelo? Abbasso lo sguardo e...ah! Sorrido ampiamente. «Ma è solo
Ashley!» protesto divertito. «Non mi dire che hai paura di un gatto?Ash, guarda il nostro
ospite, lui è Louis ho-paura-della-piccola-tenerissima-Ashley Tomlinson.» «Non ho paura.»
controbatte accigliato. Alzo le sopracciglia. «Ah no?» «No.» scuote la testa. «Figurati se mi
fa paura un gatto con un collare rosa!Rosa!» «Quindi non ti dispiace se te la lascio un
attimo in braccio, vero?» domando innocentemente. «Bastardo.» mormora allontanandosi
da Ashley che tenta inutilmente coccole e attenzioni. «Su avanti!» sono esasperato. «È solo
un gatto.Non può farti del male.» «Sì che può.» «Non può.» ribadisco. «Lo vedi come mi
guarda?» chiede infastidito. «No, come ti guarda?» indago con aria annoiata. «Come se
volesse uccidermi.Odio i gatti.» «Beh allora sei stupido.» Sono le parole che prontamente
escono dalle mie labbra. «E perché?Ognuno ha le sue fobie.» si difende accigliato. «Non
puoi avere paura di un misero gattino dolce e tenero!» «Tieniti in braccio Aley e lasciami
seguire il film.» replica. «Si chiama Ashley!» lo correggo corruciato. «Sì, è uguale.»
brontola con noncuranza. Scuoto la testa e cerco di guardare il film. * Sono passati
quaranta minuti e il film è appena terminato. «Si è fatto tardi.» mormora assonnato Louis.
«Meglio che vada.» Guardo l'orologio in salotto: 00.25 Raggiungiamo la soglia della porta
che apro cortesemente. «Quando partirai per Doncaster?» mi informo nascondendo la
delusione. In fondo è sempre andata così. Tutto male.Tutto sbagliato.E io che pensavo di
essermi finalmente ritrovato.Ma chi voglio prendere in giro?Io sono il niente, anzi meno di
niente senza qualcuno che mi ami al mio fianco.Sento che la mia vita non ha un senso.E sto
perdendo Louis. Di nuovo.Forse è destino. Forse saremo distanti per sempre. È così che
deve andare, a quanto pare. Troverò una persona più speciale. O forse no.O forse sono
troppo paranoico. «In settimana.» risponde serio. «Ok, vedrò se posso fare un salto e
venire a salutarti.» Ennesima bugia.Salutarlo renderebbe tutto di più difficile.Come ho fatto a
tornare a dipendere da lui dopo averlo baciato?Lo stesso bacio che gli ha fatto capire che
non sono io quello che cerca.Lo stesso bacio che mi ha fatto tornare a vivere.Lo stesso
bacio che mi ha illuso e mi ha reso un idiota, di nuovo. «Mi farebbe piacere.» rileva
abbozzando in sorriso. «Sono felice che tutto si sia risolto.» aggiunge. Io no.Perché il mio
cuore non sta bene.Niente si è risolto. «Lo sono anch'io.» mento. «Okay.Beh, allora ci
vedremo all'aeroporto, se riesci a fare un salto.» ipotizza. «Certamente.» Annuisco.Potrei
fare l'attore. Sospira e mi abbraccia.Stringo le mani sulla sua schiena e lo schiaccio contro il
mio corpo.Ne ho bisogno.È un addio.Probabilmente.Il suo profumo mi invade le narici e
arriva fin sotto la mia pelle.Poggio la testa sulla sua spalla.Mi sento un gigante in confronto a
lui. Ma questo passa in secondo piano.Mi concentro sul tocco delle sue mani che sono
poggiate sulle mie spalle e che mi tengono vicino al suo corpo. È Louis a porre fine
all'abbraccio. Mi sorride leggermente in imbarazzo. «Okay, allora, ciao Harry.» «A presto.»
È una promessa?Una bugia?Non posso prevederlo. Ogni passo di Louis, che lo allontana
da me, è una coltellata in pieno petto. È finita.E io come al solito mi sono illuso. Domani
tornerò ad assillare Charlie con i problemi della mia vita di merda. Dovrei iniziare a inviargli
messaggi dove mi scuso perché in futuro gli farò una testa gonfia come un pallone, già da
adesso. Penso che innamorarsi sia stupido.Innamorarsi significa dipendenza, donarsi
totalmente.E se questa persona viene a mancare o peggio ancora, non ricambia?Cosa se
ne fa di tutto l'amore che si ha da dare?Cosa rimane di noi?Lasciarsi andare è una mossa
azzardata.Primo o poi ci sarà sempre qualcuno pronto a farci soffrire.E ci pentiremo di
avergli affidato il nostro cuore.Perché semplicemente abbiamo fatto una cazzata. Ma io
forse la penso così perché sono stato ferito troppe volte.Forse vale la pena di lottare per
qualcosa a cui teniamo.Ma si lotta in due, l'uno per l'altro, una mano intrecciata ad un' altra,
due cuori che battono all'unisono e che desiderano solo amarsi, liberamente, senza
pregiudizi, perché l'amore, quello vero, va vissuto fin quando se ne ha la possibilità perché
l'amore può essere bello, vero, unico o speciale ma non è eterno.Chiunque può portarci via
l'amore, in qualsiasi modo possibile e per qualsiasi stupido ed egoista motivo.Non è eterno,
non esiste il "per sempre", la morte annulla il significato di questa parola, ma l'amore può
essere imprevedibile e può sconvolgerti la vita come mai ci si potrebbe aspettare. Per
questo quando vedo Louis fermarsi nel bel mezzo della strada e tornare verso di me, il cuore
dimentica il suo compito, così come la mia mente, continuo a fissarlo mentre sempre con più
sicurezza mi raggiunge. È di fronte a me.Mi fissa. Azzurro nel verde. Louis e Harry.Ci sarà
mai un lieto fine per noi?O il destino giocherà ancora con i nostri sentimenti ancora per
molto? La sua vicinanza è inebriante.Continua a guardarmi con quel suo sguardo
indecifrabile e poi «Scusami.» mormora prima di unire le nostre labbra. E scoppia il mondo,
come il mio cuore e i miei sentimenti e la mia felicità. Lo stringo possessivamente dai fianchi
e presto, senza esserci staccati nemmeno per un attimo, ci troviamo sdraiati sul divano,
Louis sopra di me.La sua bocca scivola sul mio collo e in un attimo mi libera della maglia,
con le labbra esplora i miei pettorali e..Oh,non ci sono parole per descrivere come mi sento
in questo momento. «Lou?» lo chiamo per assicurarmi che tutto questo sia vero. «Ti voglio,
Harry. Ti voglio...così tanto..» la sua voce entra nelle mie orecchie e cazzo, lui mi
vuole.Muovo il bacino che si scontra col suo.Geme sulle mie labbra.La sua lingua accarezza
dolcemente la mia e le mie mani finiscono sul suo fondoschiena da favola. Inverto le
posizioni.Ora lui è sotto di me.Il mio corpo incombe sul suo. «Ora tocca a me.» replico
togliendogli lentamente la maglia. Passo le mie labbra sul suo lobo che mordo più volte per
poi sbottonargli di jeans. Louis fa lo stesso con i miei. Presto ci troviamo entrambi in boxer.
Ansimo sulle sue labbra mentre continuo a baciarlo e le sua mani premono sulla mia
schiena. Poggio la mano sull'elastico dei suoi boxer e Louis appena capisce le mie
intenzioni sbarra gli occhi che brillano di una nuova luce maliziosa. Mi perdo ad osservarlo. I
capelli scompigliati che si posano sul viso abbronzato addolcito da due occhi
splendidamente azzurri.Le labbra screpolate dai morsi e le guance arrossate.È stupendo.È
così bello.I suoi boxer presto fanno compagnia ai nostri vestiti. Mi abbasso trovandomi di
fronte alla sua erezione pulsante e gonfia. Mando giù il groppo il gola. Mi avvicino
lentamente e poso un bacio sulla punta. Le mie labbra si posano delicatamente per tutta la
sua lunghezza. Louis ansima. «Harry...» protesta. E poi lo faccio.Inglobo la sua erezione.
Louis trattiene il respiro. Alzo lo sguardo e lo fisso mentre continuo a succhiare la sua
lunghezza.Tira la testa all'indietro. «Cazzo...Dio mio...» impreca muovendo il bacino col
respiro irregolare. Quando la mia lingua sfiora la punta viene nella mia bocca, ingoio e torno
a baciare le labbra del mio Louis, forse lo sarà solo per questa sera.Non so niente.Ma mi
accontenterò.Ho bisogno di lui. «Harry....cazzo.» soffia mordendomi il labbro inferiore.
«Louis...» mormoro staccandomi dalle sue labbra, il respiro ancora irregolare.Mi scruta con i
suoi occhi azzurri e tutto ciò che riesco a dirgli è «Fottimi.» E Louis sembra perdere la
ragione.In un attimo sono di nuovo sotto di lui, bacia con voracità ogni parte del mio corpo, si
struscia oscenamente su di me e posso sentire che la sua erezione è diventata di nuovo
dura. A cavalcioni su di me, Louis si china sulle mie labbra assumendo un tono più dolce.
«Sei sicuro?» Annuisco e per sigillare l'accordo, o forse è solo una scusa per posare le mie
labbra sulle sue, lo bacio di nuovo. Louis mi allarga le gambe e non perdendo il contatto con
i miei occhi, inserisce un dito nella mia apertura.Incarco la schiena e mi sfugge un gemito di
dolore. Quando ha il mio consenso, ne aggiunge un altro.Il mio corpo comincia a sudare,
respiro sempre più veloce. «Lou...» mormoro socchiudendo gli occhi.Entra un terzo dito.Ahi!
Fa male. Presto le dita escono dal mio corpo e sospiro. «Guardami.» ordina Louis.I suoi
occhi splendono nella semi oscurità. Si infila il preservativo, estratto dalla tasca dei jeans e
torna a guardarmi. E io obbedisco.Incontro il suo sguardo gelido e il mio cuore perde un
battito. «Ti prego...» biascico impaziente. Louis entra in me tutto d'un colpo.Si ferma, una
volta entrato. Trattengo il respiro e mi aggrappo alle sue spalle, mantenendo il contatto
visivo.Fa così male.Ma averlo sento di me è piacevole.Sento di appartenergli.Come lui
appartiene a me.Forse solo per questa notte, forse per sempre. «Vai...» sussurro. E lui
inizia a muoversi lentamente dentro di me. Il dolore presto sparisce e viene sostituito dal
piacere. Respiro affannosamente e vado incontro alle sue spinte muovendo il bacino.
«Lou....più forte....» imploro sopraffatto dal piacere. Continua a muoversi dentro di me.
«Io...sto..andando....ah...forte...» «Ti prego...» voglio sentirlo fino in fondo. E poco dopo le
sue spinte diventano più violente e...mio dio... artiglio le mani sulla sua schiena e ansimo
sulla sua spalla. Continua a entrare sempre più in fondo fin quando non sfiora un fascio di
nervi e urlo.Louis mi posa un bacio sulle labbra mentre ancora dentro di me, continua a
colpire sempre lo stesso punto che mi fa impazzire.Vengo copiosamente sul suo addome e
lui poco dopo mi segue. Si accascia sul mio corpo e mi stringe a sé. Cerco di regolarizzare
il respiro. «Resta..ti prego...» mormoro incontrando il suo sguardo. Si avvicina e fa unire di
nuovo le nostre labbra in un bacio dolce e privo di malizia. Suppongo sia un sì. Siamo
piuttosto stretti sul divano. «Dovremmo andare...in camera mia..?» chiedo. Louis che fino a
poco fa mi stava ricoprendo il petto di baci leggeri si ferma e mi fissa. Annuisce. Ci alziamo
e dopo aver inciampato più volte e aver infastidito Ashley che dormiva, con le nostre risate,
entriamo in camera mia. Presto siamo di nuovo sdraiati vicini. Mi accoccolo al suo petto
mentre Louis continua ad accarezzarmi i capelli. «Sei diventato...un orso.» constata
divertito mentre continua a tenere la mano nei miei ricci. «Ehi» protesto fintamente offeso.
«Forse sei tu che sei piccolo.» «Profumi di buono...» poggia la testa sulla mia spalla. «Ho
fatto la doccia questa mattina.. » ammetto lasciando un bacio umido sul suo petto. «
Interessante...» le sue mani scivolano sui miei fianchi, che accarezza con gesti distratti.
«Louis?» lo chiamo. «Mh?» «Ti sono mancato almeno un po' in questi anni?» nascondo la
testa sul suo petto imbarazzato. «Mi sei mancato tantissimo.» dice fissando i suoi occhi nei
miei. «Io credo di amarti ancora...» mi lascio sfuggire. Louis trattiene il respiro.Poco dopo
torna a rilassarsi. «Non sai quello che dici..ora dormi.» «Resti con me?» domando ansioso.
«Certo che resto con te..» Lo bacio un'ultima volta e mi addormento poco dopo, fra le sue
braccia. * Vengo svegliato dalla sua voce.Respiro affannosamente e sono completamente
sudato. Sposto i ricci appiccicosi dalla fronte e apro gli occhi. «Harry» mi scuote Louis.
«Stai bene?» Annuisco confuso. Porta i ricci indietro e poggia le mani sulle mie guance.
«Tu stavi piangendo nel sonno, non stai bene.» replica preoccupato. «Sto bene, era solo un
incubo.» spiego regolarizzando il respiro. «Solo un incubo?» domanda sarcastico.
Annuisco. «Aspettami qui.» ordina prima di alzarsi dal letto e uscire dalla camera. Dove sta
andando? Ma sopratutto, cosa sto facendo? La dura realtà mi si presenta davanti. Louis mi
ha mollato per sei anni in quella clinica, mi ha lasciato solo. Perché mi sono lasciato andare?
Non è stato tutto troppo affrettato?Dio mio, sono così confuso. La verità è che per me è
come se fosse una calamita, quello stesso sbaglio che continui a rifare nonostante ci sei
caduto diverse volte, e sbagli, sbagli fino allo sfinimento solo per sentirti a casa per poche
ore, giorni.Perché poi la felicità termina, tutto si conclude e nemmeno ce ne accorgiamo.E
vorrei soltanto cacciarlo a pedate da casa mia, dalla mia vita è ordinargli di non farsi vedere
mai più perché lo so, che quando partirà per Doncaster mi spezzerò in due, e lui si porterà
via la metà di me, quella parte fondamentale per proseguire, per andare avanti. E lo farei,
se non fossi così accecato dai sentimenti perché lo so, ora lo so.Non ho mai smesso di
amarlo, ho continuato a negarlo per dimenticare ma ora lui è qui e cazzo sto sbagliando tutto
ma semplicemente voglio essere felice, fino a quando posso esserlo, voglio godermi questi
pochi giorni che ci sono rimasti a disposizione e so che sono un gran stupido perché non
avrei dovuto perdonarlo per quello che mi ha fatto ma sono così idiota e così terribilmente
innamorato che non ce la faccio a rifiutarlo. Louis torna in stanza, distogliendomi dai miei
pensieri, con un bicchiere d'acqua. Si siede di fronte a me. «Bevi.» ordina gentilmente.
Afferro il bicchiere e mando giù il liquido. «Stai meglio?» chiede avvicinandosi. Annuisco e
poggio il bicchiere sul comodino affianco al letto. Si sdraia al mio fianco circondandomi i
fianchi. Averlo così vicino è rassicurante.Devo godermi questi pochi giorni che ci sono
rimasti, perché questo non è l'ultimo, giusto? Chiudo gli occhi e scaccio i brutti pensieri.
Louis mi accarezza i ricci e mi copre il viso di baci. Le sue mani scorrono dolcemente sulla
mia schiena, su e giù, come se volesse infondermi serenità. Mi accoccolo sul suo corpo e mi
addormento cullato dai battiti del cuore di Louis e dalle sue carezze. Dopo sei anni, Louis
torna prendersi cura di me e dei brutti sogni. Potrei abituarmici. * Vengo svegliato dalle
voci provenienti fuori dalla mia stanza. Riconosco la voce squillante di Louis che
ovviamente, non è più al mio fianco. Mi alzo, cammino goffamente verso la porta della mia
camera che apro lentamente per osservare la scena che mi si para davanti. Louis è fermo
sulla soglia della porta di casa, e sta discutendo animatamente con una ragazza che....
Aspetta! Io la conosco. È quella stessa ragazza che al matrimonio di Perrie e Zayn stava
baciando Lou.Da quando sono tornato ai soprannomi?La questione passa in secondo piano.
Una sensazione dolorosamente fastidiosa si propaga nel mio stomaco. Che cazzo ci fa lei
qui?Cosa vuole dal mio...da Louis? Tossisco per avvisarli della mia presenza e Louis
sobbalza, guardandomi di sottecchi. «Ti mando un messaggio e ne parliamo meglio.Ciao.»
le chiude praticamente la porta in faccia e sospira.Alza finalmente lo sguardo e abbozza un
sorriso. «Ho un lavoro.» annuncia. Cosa? «A Londra?» non posso fare a meno di sperare.
Il suo viso si rabbuia e scuote la testa. Oh. Le domande sono tante.Come fa quella
puttanella a sapere vivo?Perché era qui?Cosa voleva da Louis?Cosa c'è esattamente tra
loro?È una relazione?La ama? Ok, mi sto spingendo un po' oltre. Come ti stavi spingendo
oltre ieri sera secondo Louis, quando gli hai detto di amarlo. Mi suggerisce una vocina nella
mia mente. «Sono felice per te.» ammetto. Sorride e fa per avvicinarsi ma, semplicemente
non è il momento. Alzo le mani intimandogli di non farsi troppo vicino «Perché lei era qui?»
chiedo trattenendomi dall'urlare. «E soprattutto, chi è lei?Cosa vuole da te?» Louis si
immobilizza e scuote la testa. «Non credo sia il momento di parlarne.» «Non è il momento?
Allora quando hai intenzione di parlarne?Cristo Louis, fra qualche giorno parti, e
probabilmente non ci vedremo mai più.Non ti sembra doveroso essere sincero?» sbotto
esausto.Sono stanco, stanco di tutto, delle bugie, delle mezze-verità... Louis rimane in
silenzio. Cazzo. «Non t'importa niente, vero?» rido amaramente e mi porto le mani
nervosamente tra i ricci.Fanculo. Trattengo le lacrime e la voglia di gridare e picchiarlo fino
allo sfinimento, senza pentirmene mai. Ho fatto l'amore con lui, mi sono donato a lui, gli ho
affidato il mio cuore e l'ho perdonato, per ricevere l'ennesima bastonata. Stupido, stupido,
stupido. Fanculo anche lui. L'amore fa schifo.Senza dubbi. «Esci da casa mia.» ringhio
deluso. Scuote la testa di nuovo e si avvicina. «No, Harry, no.Mi importa di te.» mormora
avvicinandosi cercando un contatto col mio corpo, che prontamente gli viene negato. Sbuffa
e fa un passo indietro. Ho un brutto presentimento.Quella ragazza secondo me porta solo
guai. «Va bene, ti dirò la verità.» decide

CAP 27💙💙💙💙💙💙💙

«È complicato.» inizia sedendosi sul divano. Giocherella con un lembo della maglia e poi
torna a fissare i suoi occhi nei miei. «La conosco da un po'.È un'amica di mia madre.»
spiega. Annuisco mentre la mia curiosità aumenta. Prendo posto sullo stesso divano,
mantenendomi distante. «Pensavo fosse più giovane...» mi lascio scappare pensieroso.
«Non dimostra i suoi quarantadue anni, infatti.» replica. Oh, cavolo. «Non ti seguo.»
ammetto accigliato. Sospira. «Mesi fa, ho fatto con colloquio per entrare a lavorare nella
sua azienda. Mio padre era così orgoglioso e mia madre sprizzava gioia da tutti i fori. Ma
purtroppo, non sono stato accettato. Poi, un giorno, Victoria si è presentata davanti casa mia
e beh..mi ha detto che se volevo il lavoro saremmo potuti scendere ad un compromesso.E io
semplicemente ho accettato, non avevo altra scelta.Oggi è venuta ad avvisarmi.Sono stato
assunto.» si stringe nelle spalle. «Victoria?È così che si chiama?» «Già» annuisce. «E lei
che ruolo ha nell'azienda?» domando confuso. «La gestisce.» Ah. È nervoso, lo capisco
dalla sua postura rigida e dalle gambe che non riescono a stare ferme. «Era necessario
venire qui?Non le bastava una chiamata?» non posso nascondere il mio tono irritato.Chi si
crede di essere questa troietta? Stringo i pugni. Sospira. «Preferiva darmi la buona notizia
di persona.» la giustifica.Come se potesse giustificarla. C'è qualcosa sotto. Capisco che non
vuole parlarne, lo vedo dalla sua espressione che lo fa apparire chiaramente a disagio ma
non rimanderò ancora. «Quale sarebbe il compromesso?» indago infastidito. Si lascia
andare sul divano, poggia la schiena stancamente sullo schienale e tiene lo sguardo basso.
«Harry...» «Parla.» «Penso dovremmo finirla qui...è tutto così difficile.» Il mio cuore
smette di battere per un attimo. Cosa dice? Sbatto le palpebre. «No...» mormoro. Porta
nervosamente le mani nei capelli. Fissa il pavimento. «Abbiamo sbagliato Haz, di nuovo.
Non c'è nessuna possibilità che tra noi possa funzionare.» replica serio.Dannatamente serio.
Resto in silenzio per diversi minuti. «Smettila subito.» mi avvicino al suo corpo. «Non dire
più una cosa del genere, io voglio stare con te.» Sono disperato.Il mondo potrebbe crollarmi
addosso da un momento all'altro.Ed è l'ultima cosa che voglio. Voglio fare l'amore con Louis,
perdonarlo altre mille volte e avere i soliti incubi per poi svegliarmi fra le sue braccia.
Prende un respiro profondo e mi osserva. Poggio una mano sul suo braccio.Sobbalza.
«Non lasciarmi, ti prego. Tu stai scappando, non è vero? Cosa ti spaventa? Lou parlane con
me ti prego, risolveremo tutto insieme, ti starò accanto ma ti prego, non lasciarmi di nuovo io
non-» «Non rendere tutto più difficile.» mi prega. Scuoto la testa mentre gli occhi iniziano a
riempirsi di gocce di dolore. Il dolore che ormai fa parte della mia vita. «Ma io...non puoi. Io
non posso crederci...tu non puoi abbandonarmi, non dopo essere tornato di nuovo, non
posso-» «Per favore.» il suo tono è distrutto.Ma non quanto me. «Cazzo!» mi alzo di scatto
dal divano. «Sei tornato per farmi sentire una merda e andartene a casa?Mi hai scopato e
adesso ti senti meglio?Sei un pezzo di merda! Non puoi andartene, non adesso che tutto si
stava aggiustando.Fanculo, vai a farti fottere!Non posso crederci, cazzo.» Vengo accecato
dalla rabbia e nemmeno mi accorgo che Louis si sia alzato tremante. Si avvicina lentamente.
«Va tutto bene, Harry..» «Niente va bene!Stai lontano da me.Sei un bastardo, va' all'inferno,
tu e quella puttana!» grido furioso. So che lo sto ferendo.Ultimamente ferisco tutti. Ma Louis
mi sta riducendo una merda. Sono stanco di essere preso in giro. È di fronte a me. Mi
afferra le mani e incastra i suoi occhi nei miei. Per un attimo mi sento meglio ma poi «Sarà
tutto migliore se ci allontaniamo adesso, siamo ancora in tempo.» usa un tono dolce ma non
cambia il significato della sua frase. E probabilmente è quella frase a farmi scattare, non
ragiono più, d'un tratto non sono più il ragazzo che se ne sta in un angolo a piangere.Sono
furioso con Louis, Carly, il destino, Victoria, il mondo. Gli afferro bruscamente i polsi
separando le nostre mani. Niente. Non capisco più niente. Vedo la paura nei suoi occhi ma
non mi fa nessun effetto. Lo sbatto al muro e mi avvento sul suo collo, marchiandolo con
ferocia. Trema sotto il mio tocco, non credo siano brividi di eccitazione. «Harry no..no, per
favore, Harry lasciami.» Ma non ascolto più le sue parole. Ha detto abbastanza. Non oso
baciarlo sulle labbra, non si merita affetto. Merita solo che lo fotta fino a farlo urlare dal
dolore.Merita di star male, di capire cosa significhi provare dolore. Cerca di scostare il mio
corpo dal suo, ma sono il più grosso tra i due, non può riuscirci . Scontro il bacino col suo
emettendo un gemito roco, la voce di Louis arriva ovattata alle mie orecchie. Voglio solo
ferirlo.Non sono debole, lo dimostrerò. «Ti fotterò senza pietà.» ringhio lasciando un morso
sulla sua mandibola . Mi slaccio in fretta il bottone dei jeans e quando Louis si accorge delle
mie intenzioni, inizia a dimenarsi con foga, mi implora di lasciarlo andare e provo
soddisfazione. Non può muoversi. Il mio corpo è premuto sul suo. Sorrido e mi affretto a
liberarlo dai pantaloni. Louis trema letteralmente. Presto siamo entrambi in boxer, coperti
dalle nostre rispettive magliette che possono anche restare. Quando poggio la mano
sull'elastico dei suoi boxer, vorrei davvero fotterlo fino a farlo gridare ma..qualcosa dentro di
me cambia. Louis sta singhiozzando.Piange e continua a supplicarmi di smetterla. Fisso i
miei occhi nei suoi e...cazzo. Mi rendo conto di odiare questo. Vederlo piangere. Lo odio.
Cosa diavolo stavo per fare? Lo lascio andare immediatamente e lui scivola per terra
mentre sul mio viso si fa spazio un'espressione mortificata. Scivolo davanti la sua figura ,
ancora scossa dai singhiozzi e lo abbraccio. «Scusami, scusami Lou..dio mio sono un
coglione...scusami, scusami...» mormoro mentre alcune lacrime si depositano sulle mie
guance. Siamo entrambi inginocchiati sul pavimento, stringo Louis fra le mie braccia mentre
continuo a pregarlo di perdonarmi. Piangiamo l'uno sulla spalla dell'altro. Passiamo così la
mattina. * Ore 13.39 «Non hai intenzione di parlarmi, vero?» brontolo sulla sua spalla. Ho
chiamato Charlie poco fa, mi sono dato malato quindi passerò la giornata a casa.Voglio che
tutto venga chiarito. Louis, ha la testa poggiata sul mio petto. Petto contro schiena. È fra le
mie gambe e siamo ancora sdraiati sul pavimento freddo. Sospira. «Ho avuto paura.»
ammette dopo un po'. Ho una stretta al cuore. «Mi dispiace così tanto, Lou, perdonami , ti
prego.» Fa una smorfia contrariata e si gira meglio per osservarmi. «Io e Victoria
scopiamo.» dice d'un tratto. Mi immobilizzo. Sgrano gli occhi. «Come?» «Ho detto che io e
Victoria scopiamo.» ripete. Come può dirmi una cosa del genere? Lo fisso aspettando una
spiegazione che non arriva. Il cuore si stringe in una morsa dolorosa. Resto in silenzio.
Dovrei riempirlo di pugni per avermi ferito per l'ennesima volta ma forse non è questa la
soluzione. Il dialogo, devo utilizzare il dialogo. E sopratutto dignità, non scoppierò a
piangere, non davanti a lui. «Perché?» riesco a chiedere e la voce si spezza sull'ultima
sillaba. Si porta le mani a coprirsi il viso. «Non voglio farti del male Harry, ma non posso
spiegarti niente. Non ora.» Ah, sì? E allora quando? «Ho bisogno della tua fiducia. Parlami,
Louis, vuoi stare con lei? Spiegami il motivo e sparirò se lo vorrai, non mi vedrai più se non
lo desideri.» prometto stringendo la presa sui suoi fianchi. Non ho intenzione di sciogliere
quest'abbraccio finché Louis lo vorrà. E forse non sparirò del tutto o forse sì, ma in questo
momento voglio solo sapere la verità. Louis gira il busto e torna a fissarmi. È inquietante.
Non riesco a scorgere l'ombra di nessuna emozione sul suo viso. Vorrei solo poter
comprendere il suo stato d'animo. E vorrei farlo star bene, ma evidentemente non cerca in
me la felicità. Quel pensiero mi distrugge dentro ma mi concentro solo su Louis. In questo
momento è lui che ha importanza, la sua presenza. Vedo nei suoi occhi il riflesso della
disperazione. «Cos'è che ti tormenta?» Gli sposto un ciuffo dagli occhi e lui fissa gli occhi
sulle mie labbra per poi tornare a immergersi nei miei occhi. «Tutto.Tutto va storto Harry.»
esclama perso nei suoi pensieri. «Perché dici così?» mi informo dispiaciuto. Torna a darmi
le spalle.Poggia svogliatamente la testa sul mio petto. Che ci facciamo ancora qui? Mi
lascerà solo? Quando? Perché? Dove ho sbagliato questa volta? Rimaniamo in silenzio per
molto tempo e quando Louis parla, capisco che avrei preferito il silenzio: «Lei mi offre il
lavoro e in cambio io la scopo. Suo marito non è abbastanza, a quanto pare.» Realizzo il
significato delle sue parole e...non so se sono arrabbiato o meno, so solo che sono stanco,
di tutto. Lo afferro per i fianchi e lo faccio girare col corpo in modo che si trovi di fronte al
mio. «Che cazzo dici?» «Che mi ha assunto perché ho accettato di andare a letto con lei,
una volta a settimana.» ripete come se fosse la cosa più normale al mondo. Respiro a lungo
prima di parlare. «Louis..tu ti rendi conto di..quello che mi stai dicendo?» La gelosia mi
divora lo stomaco. Chi cazzo crede di essere quella stronza? Non posso credere che... «Lei
utilizza il tuo corpo?» La risposta la conosco già, purtroppo, o forse me ne sono fatto già un
idea. Vorrei cadere, sbattere la testa e dimenticare Louis Tomlinson, definitivamente. «Non
posso perdere quel lavoro, mio padre ne sarebbe distrutto.» replica. «Cosa cazzo dici?»
sbotto arrabbiato. «Per soldi ti fai portare a letto come una puttana?» «Lo faccio per la mia
famiglia.» ribatte accigliato. «Potresti trovare un altro lavoro.» «Mio padre ha sempre
desiderato un lavoro simile per me, non mi capiterà mai più. Non posso deluderlo in questo
modo.» «E per questo regali il tuo corpo a una testa di cazzo?» «Una scopata a settimana
non significa regalare il proprio corpo. La mia vita è sempre la stessa. Solo che ora ho un
lavoro.» «Ti sta usando!» gli ricordo quasi gridando.Mi alzo infastidito dalla sua vicinanza.
«Non m'importa. Voglio quel lavoro.» «O lo vuole tuo padre?Dov'è finito il Louis che se ne
frega di ciò che pensano gli altri? Che ti è successo? Dov'è il mio Louis?» Forse avrei
dovuto evitare l'aggettivo possessivo. «Non sono mai stato tuo.» E quella frase basta a
farmi indietreggiare.Ogni mia certezza crolla, così come tutti i progetti di un futuro con una
persona che...non mi vuole. «Sai che non ti capisco? Un attimo prima dici di esserti pentito
per tutto quello che mi hai fatto e un attimo dopo torni a farmi del male. Si può sapere cosa ti
ho fatto per meritarmi tutto questo? Louis spiegamelo.Forse elimineresti tutta questa
confusione dalla mia mente.» Resta in silenzio, lo sguardo basso e il respiro accelerato.
«Scusami» mormora poi. «Ho detto qualcosa che non pensavo.Scusami.» Abbasso lo
sguardo e cerco tu trattenere la rabbia. Porto le mani nei ricci e li scuoto. «Per questo mi
stai lasciando?» domando poi deluso. Deve essere davvero tutto così difficile? «Harry, tu
meriti una storia seria e una vita tranquilla. Io non faccio al caso tuo.» pronuncia dispiaciuto.
Scuoto la testa. «Tu puoi darmi tutto questo. Potresti trovare un altro lavoro e-» «Non voglio
che la mia famiglia rimanga delusa da me. Non troverò lavoro migliore di quello e a me sta
bene.» mi interrompe. «Come può andarti bene? Ti rendi conto che quella donna è un
mostro?» «Vuole solo divertirsi.» «Ti sta ricattando!» urlo esausto. Davvero non ci arriva?
«Non importa. Voglio quel lavoro. Sono stato sincero perché me lo hai chiesto, non per
discuterne con te. Ho già preso la mia decisione e mi dispiace di ferirti, non sarei dovuto
tornare. Ma io...non ci avevo pensato. Pensavo che..non importa. Mi dispiace.» «Quando
parti?» «Resterò ancora qualche giorno per aiutare Zayn con la casa. Venerdì, comunque.»
risponde calmo. «Non voglio più vederti. Non tornare mai più. Io...» trattengo con forza le
lacrime. «Sparisci. Vattene e non farti più vedere. Buon viaggio.» Restiamo a fissarci per
minuti che sembrano ore, poi lui annuisce. Raccoglie le sue cose, si rende presentabile e
senza guardarsi indietro, esce da casa mia. Mi accascio sul pavimento e scoppio in un
pianto disperato. Tutto è andato in frantumi. Non ho nemmeno la forza di chiamare Charlie,
meglio stare solo. Mi sdraio sul pavimento freddo scosso dai singhiozzi. Louis non è più qui
con me. Non tornerà più. Ed è giusto così, ma fa male. Vorrei sparire. * Lunedì Sono
accovacciato sul divano, Ashley dorme ai miei piedi. Mi rannicchio nel piumone. Ho freddo.
Ieri ho spento il cellulare prima di inviare un messaggio a Charlie dove lo pregavo di
scusarmi e lo avvertivo delle mie assenze sul lavoro. Probabilmente verrò licenziato ma in
questo momento è l'ultimo dei miei problemi. Osservo le immagini che si susseguono sulla
tv senza interesse. Sono di nuovo solo. * Martedì Cerco di arrivare al livello tre. Questo
gioco è così noioso, ma almeno mi tiene distratto dallo schifo che si sta rivelando essere la
mia vita. * Mercoledì Suona il campanello. Sbuffo e mi alzo dal divano. Apro la porta e un
Charlie furioso fa il suo ingresso in casa. «Che cazzo stai facendo?Mio padre è furioso! Non
puoi mancare così spesso!» Porto una mano a scuotere i ricci e faccio spallucce. «Mi
dispiace, se è necessario, può assumerne un altro.Troverò un altro lavoro, ora non me la
sento di tornare.»replico. Charlie aggrotta le sopracciglia e si avvicina. «Tutto bene,
amico?» «Sì.» mento con la voce tremante. Charlie alza un sopracciglio e io non ce la
faccio. Lo abbraccio di slancio mentre le lacrime scendono copiose sulle mie guance. «Haz
che cazzo succede?» Continuo a stringerlo senza proferire parola. Charlie sembra capire
che non è il momento, e continua a tenermi stretto per evitare che tutto possa crollare di
nuovo. Ci sediamo sul divano e io mi rannicchio sul suo corpo. Sembra sorpreso dalla mia
debolezza ma non ha importanza. «Harry, parlami.» mi prega dopo attimi di silenzio. «Mi
ha lasciato solo.» soffio. Charlie mi stringe ancora più forte e io torno a piangere sulla sua
spalla. «Andrà tutto bene.» promette. Ma so che è una bugia. Tutti mentono e nessuno
resta. * Giovedì Oggi non ho pianto. Mi aggiro per casa come un fantasma e vorrei solo
che tutto questo dolore finisse perché davvero, non ne posso più. Passo la giornata a casa,
solo, voglio stare solo.Louis non ha più chiamato, non si è fatto più vedere. Non che mi
aspettassi qualcosa di diverso ma non può far altro che ferirmi ancora di più tutto questo.
Domani partirà e forse, col passare dei mesi, la mia vita tornerà a posto. Nel frattempo,
preferisco stare sdraiato sul divano, a pensare al passato, ad immergermi nei ricordi di un
illusione. * Louis's POV Giovedì «Credi davvero che sia la scelta giusta?» chiede Zayn.
Annuisco senza esitazioni. «Deluderei tutti se perdessi quel lavoro.» «Non tutti.» replica il
moro. Sospiro sorridendo. «Mio padre sì.» «È davvero così facile per te lasciarti tutto alle
spalle?» Smetto di fare la valigia e incontro gli occhi scuri del mio migliore amico che mi
fissa indagatorio. «Non voglio ferirlo ancora.» ammetto. «Lo so Lou, e capisco
perfettamente le tue ragioni, ma sei sicuro che sia la scelta giusta?» «Ne sono sicuro.»
confermo. «Sarà, hai passato tutta la settimana come se fossi in lutto, è questo ciò che non
mi rende tranquillo.» Già, è stata una settimana di merda. Le parole di Harry e il suo volto
ferito non fanno altro che tormentarmi. «Non è un compromesso troppo...capisci? Insomma,
fra qualche anno andrà persino in menopausa, Lou. Non sono un tipo schifignoso ma
nonostante sia una bella donna, non ci andrei mai a letto.» «Non ho altra scelta.» «Sì
invece, Harry.» La pronuncia del suo nome mi spedisce brividi lungo la schiena. «Non
posso Zay, mio padre-» «Smettila di sentirti in colpa. Lou, non è stata colpa tua se hanno
divorziato.» Arriccio le labbra contrariato. «Non c'entra il divorzio.» «Non puoi mentirmi
Louis. Ti conosco da una vita, amico. Se pensi che ottenendo quel lavoro, tu possa ricevere
il perdono da tuo padre, ti sbagli. E anche se così fosse, non si merita niente, Lou. Non devi
lasciare che il motivo del loro divorzio ti pesi sulle spalle.Tu non hai colpe.» Abbasso lo
sguardo. Torno a fare la mia valigia. Zayn sbuffa. «Non ignorarmi. Se quella tipa è rimasta
incinta è perché era una gran troia. Forse è stata anche colpa tua, che non hai usato
precauzioni, ma eri ubriaco marcio d' altronde. E poi ha abortito, non capisco dove sia il
problema. Non c'è più il rischio che tu diventa padre ad un età immatura. Tuo padre
dovrebbe passarci sopra e piantarla di ricordarti quanto tu sia stato irresponsabile. È vero ,
hai fatto un errore ma avrebbe dovuto perdonarti perché sei suo figlio cazzo, come ha fatto
tua madre. E sai che ti dico? Tua madre ha fatto bene a prendere le tue difese; anche se
questo li ha portati al divorzio, ma lui è stato un gran stronzo. Un padre che mette le mani
addosso al proprio figlio, non si può ritenere un padre. E non dovresti cercare di farti
perdonare, facendo un lavoro che non ti rende felice. Smettila di pensare che sia sempre
colpa tua.» «Basta, non è questo il motivo.» O forse sì? Lo stomaco mi si stringe in una
morsa dolorosa che ignoro. Harry. Non sarà facile andare avanti con indifferenza. * Harry's
POV Venerdì "Parte oggi?" chiede Charlie dall'altra parte del cellulare. "Già" 'Come stai?"
"Bene, forse." "Credo che tu non stia bene." "Troverò un altro lavoro.Il mondo non crolla
perché sono disoccupato." "Non intendevo quello e sappi che mi dispiace ancora, mio padre
è stato uno stronzo.Sicuro che Louis se ne vada oggi?" "Sì." "Non gli importa di..te?" 'No."
replico. Sospira. "Sei certo che lui non ti voglia più vedere?" "Sono certo che io non lo voglio
più vedere." "Oh" "Senti Charlie, io..." "È passata Perrie al ristorante, ieri. Ti cercava, le ho
riferito che non lavori più lì. Mi ha solo detto che Louis parte a mezzogiorno. Non so se era
un invito ad andare a salutarlo o qualcosa di simile, ma le ho detto che tu sei stanco di
essere preso in giro e che non me ne fregava niente dell'ora." Abbozzo un sorriso. "Grazie"
"Per cosa?" "Per esserci." Resta in silenzio per un po'.Sono certo che stia sorridendo. "È un
piacere amico." "A presto" "Non pensarci troppo ok?" "Stai tranquillo. Ciao Charlie." "A
presto." Chiudo la chiamata e sospiro. Guardo l'ora sul cellulare: 11.18 Cosa faccio? Non
dovrei nemmeno pensarci, è ovvio che dovrei stare a casa e dimenticarlo. Dirgli addio
sarebbe ancora peggio. Guardo di nuovo lo schermo del cellulare: 11.23 Ashley si avvicina
e fa le fusa. La accarezzo distrattamente. Cosa dovrei dirgli una volta andato lì? Meglio che
me ne stia a casa. 11.26 Osservo Ashley silenzioso. Cosa faccio? 11.28 Oh, fanculo.Mi
alzo ed esco in fretta di casa diretto alla stazione.

CAP 28 💙💙💙💙💙💙💙

Harry' s POV Scorgo in lontananza Zayn. Mi avvicino a grandi passi, il cuore batte
irregolarmente e mi sudano le mani. Perrie mi nota da lontano e mi sorride. Abbozzo un
sorriso falso e cammino a testa bassa. Sento gli occhi di Louis bruciarmi addosso a metri di
distanza. Mio dio, sto per sentirmi male. Cosa dovrei dirgli? Improvvisa mi suggerisce la
vocina nella mia mente. Arrivo di fronte quella persona che mi ha sconvolto la vita, sia in
senso buono che cattivo, ma nonostante tutto sono qui, magari per dirgli addio o forse per
farlo restare. Troverò la risposta nei suoi occhi. Alzo lo sguardo e i nostri sguardi si
incastrano. Mantengo lo sguardo mentre dentro di me sembra sia scoppiata una bomba.
Louis Quanti ricordano tornano in mente. I ricordi di un amore per cui forse, non abbiamo
combattuto abbastanza. Non ci mancavano le armi, ma la volontà. Ci siamo lasciati cadere
troppo presto, senza reagire. Leggo nei suoi occhi che questa è la fine. E fa male, il cuore fa
terribilmente male, perché non avrei mai immaginato che sarebbe finita così. Mi aspettavo
un finale diverso, magari dove non ero costretto a trattenere le lacrime per apparire forte.
Stringo i pugni e prendo un grosso respiro. Zayn abbraccia l'amico e gli augura buon
viaggio, lo stesso fa Perrie. Zayn lo abbraccia un ultima volta e mi dà una pacca sulla
spalla. Perrie segue il suo ragazzo, si allontanano. Siamo soli. Circondati da persone che si
dicono addio, o preferiscono un arrivederci o un "a presto", per evitare di crollare, perché è
così, la vita è fatta così, ci trascina da momenti noiosi a momenti d'addio. Louis mi fissa col
suo sguardo che di gelido, ha ben poco ormai. «Se ti prego di restare, non lo farai vero?»
ipotizzo, la voce trema sull'ultima parola. «Non lo farò.» replica. Annuisco, me lo aspettavo.
Non ci sarà un lieto fine per noi. Abbiamo sempre preferito farci del male a vicenda. «Allora
suppongo..credo, che mi mancherai.» ammetto raccogliendo in fretta una lacrima sfuggita. Il
suo sguardo è distrutto, mi fissa come se dovessimo morire da un momento all'altro, ma
forse sarebbe meglio, non soffrirei più. Si avvicina di un passo e io colgo al volo l'occasione.
Lo abbraccio più forte che posso. Inspiro il suo profumo ma decido di non memorizzarlo,
renderebbe tutto più difficile. «Ti prego, non..non dimenticarti di me.» allontano la testa dalla
sua spalla per guardarlo negli occhi. Scuote la testa. «Non è necessario che tu me lo
chieda.» replica. Le lacrime rigano il mio viso e poggio la testa sulla sua spalla per soffocare
i singhiozzi. «Promettimi che un giorno tornerai per me, promettimi che non...» mi scappa un
singhiozzo. Louis stringe la presa sui miei fianchi. «Promettimi che non ci sarà più niente
che possa..allontanarci. Non importa fra quanto, ma tu promettimelo.» «Te lo prometto.»
mormora affondando il viso nei miei ricci. Artiglio la presa sulle spalle . Non vorrei lasciarlo
andare più. «Ti prego...» balbetto solleticandogli il collo con i ricci. Lui sospira e affonda le
dita nella pelle dei fianchi. Circondo il suo collo con le braccia e mi perdo nello spettacolo
che sono i suoi occhi. Il mio sguardo si posa sulle sue labbra. «Louis io ti a-» «Non dirlo» mi
interrompe. «Renderebbe tutto più difficile.» Scuoto la testa. «Ma io voglio che tu lo
sappia.» «Io lo so già Harry, non c'è bisogno che tu me lo dica.» ribatte dolcemente. «E tu?
Tu mi ami?» chiedo speranzoso. «Non è questo io momento.» replica. «Sì invece, siamo
entrambi qui. È il momento.» Mi fissa e io resto in attesa di una risposta. Si avventa sulle
mie labbra senza preavviso e io trattengo il respiro. La sua lingua richiede la mia e appena
mi rendo conto che è la realtà, che Louis Tomlinson mi sta baciando nel bel mezzo di una
stazione, gli lascio libero accesso. È un bacio disperato, lingue che si rincorrono in una
danza tutt'altro che serena, le sue mani che affondano nei miei ricci. Le nostre labbra si
separano emettendo un sonoro pop. Lo fisso e mi perdo nell'azzurro dei suoi occhi e vorrei
solo restare fra le sue braccia per sempre. Quel "per sempre" che illude la gente, che ti fa
credere nell'esistenza di qualcosa che non esiste. Fantasia, è quella che noi persone
usiamo troppo spesso e poi sbattiamo contro la realtà. È dura svegliarsi da un sogno
speciale e tornare allo schifo di vita che siamo costretti a vivere ogni giorno, ma il mio non è
stato un sogno. Io ho amato davvero questo ragazzo in tutti i modi possibili ma forse non è
stato abbastanza. Ma per il destino, il solo ad avere influenza sullo svolgimento della nostra
vita, niente è mai abbastanza. Quante follie ha fatto per amore la gente, per poi ricavarne
una delusione. Perché è tutto quello che ci può offrire la vita, delusione. La delusione è la
realizzazione di aver viso in un illusione. «Mi mancherai, mi mancherai così tanto...» soffia
sulle mie labbra spedendomi brividi lungo la schiena. «Non andartene allora.» replico
posando la bocca all'angolo delle sue labbra. «Non chiedermelo.» socchiude gli occhi e il
mio cuore perde un battito. È bellissimo. «Tomlinson muovi quel bel culo se non vuoi
perdere quel cazzo di treno!» A interrompere il nostro piccolo momento ci pensa Zayn e la
sua solita delicatezza. Louis sospira. «Allora ciao, Harry.» «Non è un addio, vero?»
domando preoccupato. «Non puoi mai sapere cosa ha in serbo la vita.» Annuisco e stringo
di nuovo il corpo di quello che una volta era il mio ragazzo, fra le braccia. Non voglio
lasciarlo andare. «Devo andare» mi ricorda Louis. «Fai buon viaggio, allora.» E le mie
parole dovrebbero essere coerenti con i miei gesti. Fatto sta, che lo sto ancora
abbracciando. Ma come posso rimanere indifferente davanti a tutto questo? Lo amo, non ho
mai smesso di farlo e adesso che sono meno confuso, lui se ne va per uno stupido lavoro.
Quella donna vuole solo sfruttarlo e non capisco perché Lou glielo permetta. Louis mi
scansa dolcemente e sfiora la mia guancia con le sue labbra bollenti. «Meglio che vada.»
mormora allontandosi dal mio corpo. Avverto improvvisamente freddo. Louis mi rivolge un
sorriso forzato, e mi dà le spalle mentre raggiunge il treno. Nemmeno mi accorgo di star
piangendo. E presto Louis sparisce dalla mia vista. Quante volte ho desiderato che se ne
andasse, adesso non so che darei per farlo tornare indietro, da me. Sì, voglio anch'io un
finale felice. Perché l'ho sempre desiderato. La vibrazione del mio cellulare mi distoglie dai
miei pensieri. Un messaggio: Da: Lou:) Anche io. E non serve altro per spezzarmi
maggiormente. Le mani tremano mentre realizzo che Louis mi ama..ancora. Ma non è
felicità quella che provo, è solo un'immensa malinconia. Perché il nostro amore non
sboccerà, non avrà più modo di crescere. E corro, corro così forte senza sapere nemmeno
dove andare, il vento mi scompiglia i ricci. Louis se n'è andato e non è servito a niente
amarlo. Amare non serve a niente. L'amore non risolve un bel niente. Penso che quei poeti
del passato quando parlavano dell' amore si sbagliavano, molti reputavano l'amore un
sentimento sacro, il motivo per cui l'uomo esiste.Ma non è così. L'amore è una gran
fregatura. Prima porta a toccare il cielo con un dito e ci si sente potenti, niente sembra poter
abbattere questo sentimento, tutto sembra bello e perfetto, sembra proprio l'inizio di una
bella storia, ed è per questo che ci si affeziona, si pensa che tutto andrà bene, che l'amore
può affrontare ogni ostacolo quando al primo intoppo si abbandona subito tutto e chi
continua a lottare, perde solo tempo. Se non è destino, non si può cambiare, che sia amore
o meno. L'amore è la debolezza dell'uomo. Quando si perde una persona che si ama, si
soffre. Quando si litiga con una persona che si ama, si soffre. Quando una persona che si
ama ci tradisce, si soffre. L'amore è sofferenza. Si dipende da una determinata persona e
ogni suo piccolo sbaglio o ogni singola cattiveria ci porterà a crollare. Cammino per le
strade di Londra stanco. Stanco di soffrire, il mio cuore ha bisogno di una tregua. E mi
restano solo i ricordi di una storia che non è mai iniziata sul serio ma in cui sono stato
coinvolto completamente. E dentro sto morendo perché vorrei poter dimenticare tutto, ma
dove sarebbe parlare parte difficile altrimenti? Chissà se in alto, su in cielo, c'è qualcuno che
se la ride per le nostre pene o per le nostre disgrazie. Qualcuno che assiste alle nostre vite
di merda e si gode lo spettacolo con un pacco di pop corn in mano. Chissà se chi governa il
mondo, l'universo, è davvero buono come molti pensano. Perché soffriamo sempre se lui è
buono? Non dovrebbe eliminare la tristezza dal mondo? "È il dolore che ci rende vivi,
umani." Le parole di mia madre mi tornano alla mente. Preferirei essere morto allora, non
so per quanto ancora reggerò questo peso angosciante sulle spalle. Quella sera vago per le
strade di Londra con sguardo assente. Mi sdraio nel giardino fuori casa mia e osservo le
stelle. Brillano in cielo splendenti e irraggiungibili. Ce n'è una in particolare che attira la mia
attenzione, è tra le meno esposte, non è molto grande ma brilla di una luce che ti riscalda il
cuore, la si nota solo se si guarda con molta attenzione il cielo. È come lui, non si nota molto
nella folla di persone, ma quando incontri il suo sguardo, capisci che ne è valsa la pena,
aspettare tempo. Perché so che non troverò nessun altro con quei occhi. Non troverò
nessun altra stella così luminosa e così familiare. E mi ritrovo a sorridere. Quella stella
somiglia agli occhi di Louis. Decido che per me sarà speciale, anche se per gli altri sarà una
semplice stella e domani probabilmente non avrò la fortuna di scovarla di nuovo, fra il mare
di stelle che popolano il cielo, ma per ora mi godo il momento, come ho sempre fatto con
Louis. Chissà cos'ha in serbo il destino per me. Mi addormento sotto il cielo stellato, con le
guance ancora bagnate, gli occhi gonfi e un macigno sul cuore.

EPILOGO💙💙💙💙💙💙💙💙💙

Quattro anni dopo.. «Buongiorno ragazzi» Katherine fa il suo ingresso nel ristorante solare
come non mai. Sorrido, ma solo quando i miei occhi si posano sulla figura al suo fianco.
«Ehi piccola peste, non dovresti essere all'asilo?» domando divertito. Benjamin scuote la
testa e abbozza un sorriso. «Volevo venire a trovare lo zio Harry.Mamma ha detto che avevi
un regalo per me!» Lancio un'occhiata a Katherine che scrolla le spalle sorridente. «Harry,
dov'è mio marito?» indaga poi. Aggrotto la fronte mentre Benjamin mi si fa vicino e mi
stringe teneramente la mano. «Che ci fate qui?» chiedo perplesso. «Papà!» grida Benjamin
facendomi sobbalzare. Il piccoletto corre verso Charlie che lo prende in braccio esaltato e
sorpreso. «Non dovreste essere qui. È successo qualcosa?» si informa preoccupato Charlie.
È sorprendente pensare a quanto sia cambiato il mio migliore amico da quando è diventato
padre. Katherine è un'ottima moglie e Benjamin è un bambino fantastico. È proprio il figlio
che vorrei avere, intelligente, attento, dolce e incredibilmente affettuoso. Mi sono legato in
fretta a lui. Andiamo d'amore e d'accordo. Lo adoro. «Benjamin appena ha saputo che sarei
venuta qui ha iniziato a fare i capricci, quindi solo per oggi niente asilo. Vuole il suo regalo,
Harry.» spiega Katherine. Annuisco e mi dirigo verso la mia borsa a tracolla mentre ci frugo
dentro per trovare il piccolo regalo per Benjamin. Da quando il ristorante è di proprietà di
Charlie, sono stato di nuovo assunto. Ora ho di nuovo un lavoro. La morte del padre di
Charlie non ha portato solo cattive conseguenze, anche se detto così sembra crudele. Non
ho mai adorato quell'uomo, ma non ne ho mai desiderato la morte, Charlie è stato malissimo
per questo. E forse un po' mi mancano le sue ramanzine e le sue numerose occhiatacce.
Afferro il pacchetto di cioccolatini e lo sventolo davanti gli occhi di Benjamin che sorride
entusiasta. «Guarda un po' cosa ti ha portato lo zio Harry!» esclamo esaltato. Katherine
aggrotta la fronte. «Davvero?Questo era il tuo super-mega-fantastico-indescrivibile-
indimenticabile-attesissimo regalo?» il suo tono sarcastico è evidente. Scuoto la testa e la
ignoro. «Ti piace?» Benjamin annuisce con foga e mi lascia un bacio sulla guancia. Sorrido
e gli scompiglio i capelli. «È successo qualcosa di importante?» sono le parole che escono
dalle labbra di Charlie. Katherine si fa seria e estrae un foglio dalla borsa. «Niente di
importante, a parte l'ossessione che quella stronza ha per te.» posa lo sguardo su di me.
Charlie aggrotta le sopracciglia. «Ancora?Di nuovo?» è sconvolto quanto me. «Cazzo Harry,
sono sei lettere in un mese!» esclama irritato. «Non ha il tuo recapito telefonico a quanto
pare, e fa cattivo uso dell'unica informazione che conosce, l'indirizzo di casa mia.Harry
dovresti parlarle.Sono stanca di ricevere lettere dove ci sono scritte un mare di cazzate.»
dice Katherine. «Tesoro!C'è Benjamin!» la riprende duramente suo marito. Respiro
profondamente e afferro la lettera. I miei occhi scorrono lungo le righe mentre la ferita nel
mio petto torna ad aprirsi e a sanguinare. Non so come iniziare, l'unica cosa che so è che
mi tremano le mani. Da quando ti ho rivisto, la tua immagine mi tormenta, ho capito che mi
manchi così tanto Harry... vorrei che tu conoscessi i miei figli, gli parlo spesso di te, e
vorrebbero abbracciarti. Sai che anche io vorrei abbracciarti? Vorrei tornare indietro nel
tempo, ho sbagliato nel fare alcune cose. Non ho pensato ai tuoi sentimenti e cazzo mi
dispiace così tanto. So che non saranno le mie scuse a riparare i miei sbagli, ma voglio che
tu sappia che sono pentita. E non pretendo il tuo perdono, ma vorrei solo incontrarti di
nuovo. Quella sera non mi hai lasciato spiegare. Ti sei lasciato trasportare dalla rabbia e non
mi hai ascoltata. Non ti biasimo ma voglio che tu sappia che io sono davvero dispiaciuta e
non lo capirai attraverso una lettera. Dammi solo un'opportunità, ti chiedo solo di lasciarmi
spiegare e poi potrai anche tornare ad eliminarmi dalla tua vita. Ma voglio che tu sappia.
Voglio dirtelo di persona, che mi sono comportata egoisticamente. Tu non lo meritavi. Ero
solo spaventata. Le mie scuse non saranno mai sufficienti, sopratutto riportate su una
stupida lettera. In fondo al foglio c'è il mio recapito telefonico, nel caso lo avessi eliminato
dalla rubrica. Pensaci, ho tante cose da raccontarti. Con tutto l'amore che ho, Carly. La
lettera cade a terra e i miei occhi si fanno lucidi. Cosa vuole ancora? Non le è bastato
tornare e scombussolare la mia vita? Ora che è distante, prosegue con le lettere? Mi porto
le mani a coprire il viso e prendo un respiro profondo. Non devo piangere. Non devo. «Zio
Harry non sta bene?» la voce squillante di Benjamin mi arriva ovattata alle orecchie. Charlie
mi è subito accanto. Mi stringe fra le sue braccia mentre io provo con tutto me stesso a
trattenere le mie lacrime. Non posso piangere davanti a Benjamin. Non qui. Non posso. «Io
non....non voglio vederla..non...voglio...» mormoro sulla sua spalla. «Non farai niente che tu
non voglia fare. Stai tranquillo, andrà tutto bene.» Le parole di Charlie riescono a
rassicurarmi, non del tutto però. «Andate a casa voi. Benjamin ci vediamo a casa, ok? Fai il
bravo bambino e va' con la mamma.» aggiunge. Katherine annuisce e torna a casa con suo
figlio. Mi siedo per qualche minuto per tornare in forma mentalmente. Charlie torna a lavoro,
ma so che non posso stare qui in eterno. Devo alzarmi e tornare a lavorare. Non devo
pensare a Carly. Non merita di far parte dei miei pensieri. Non devo lasciar vincere la parte
debole di me stesso. Come è potuto succedere? Andava tutto bene fino a qualche mese fa.
Carly non si faceva vedere come al solito, i miei pensieri erano ancora fissi su lui, soltanto
lui. È successo tutto così in fretta poi...mi immergo nei ricordi senza nemmeno
accorgermene. * Cinque mesi prima... «Haz chiudi tu il negozio?Devo tornare
urgentemente a casa, questa sera arrivano i miei suoceri a cena.» annuncia Charlie. Sorrido
mostrando le fossette. «Buona fortuna amico.» «Grazie Hazza, ti devo un favore!» esclama
mentre esce in fretta dal ristorante. «Salutami Benjamin!» grido.Lui annuisce e presto
scompare dalla mia visuale. Finisco di pulire gli ultimi tavoli e indosso la giacca. Quella di
oggi, è stata una giornata stancante. Come al solito d'altronde. Guardo l'ora sul cellulare:
23.37 Cazzo, farò tardi al locale. Avere due lavori è molto impegnativo. Non ne posso più,
ma è così che mi guadagno da vivere. Lavorare al ristorante non è sufficiente, a casa ci
sono troppe bollette da pagare e l'affitto è decisamente alto; o forse lo è solo per me. Mi
affretto a chiudere l'edificio, una volta assicurato di essere l'ultimo ad esser uscito. Proprio
mentre sto chiudendo, una voce familiare alle mie spalle mi arriva alle orecchie forte e
chiara: «Harry?» Mi volto e quando incontro gli occhi di Carly rimango pietrificato.Il mondo
smette di girare e il mio cuore di battere. Non posso crederci. Mi stropiccio gli occhi per
accettarmi della sua presenza. Carly è in piedi di fronte a me, e mi fissa mortificata con le
mani nelle tasche della giacca. «Che ci fai a Londra?» indurisco la mascella.Se sono sicuro
di qualcosa, è che non mi lascerò abbindolare più da nessuno. Carly si è comportata da
perfetta stronza con me, cosa vuole adesso? Perché è a Londra? Mi auguro che io non sia
la ragione. In un attimo la barriera che mi protegge torna a farmi da fortezza. Se Carly è
tornata per farmi crollare, questa volta non glielo lascerò fare. "Non mostrare le tue paure al
tuo nemico" è la frase che riecheggia nella mia mente.Carly ora è un nemico, mi ha
allontanato da Louis spezzandomi il cuore, quando ero solo un ragazzino. Posso capire le
sue preoccupazioni, ma non aveva nessun diritto di prendere decisioni che non le
spettavano. Carly sospira e porta una ciocca castana dietro l'orecchio. Sembra nervosa.
«Sono qui perché-» «Come hai fatto a trovarmi?» la interrompo. Sono troppe le domande
che affollano la mia testa. «Ho incontrato Jeremy giorni fa. Gli ho chiesto di te, e sono
riuscita a ricavare qualche informazione. Ed eccomi qui.» spiega. «Vattene» è la parola che
esce bruscamente dalle mie labbra. Mi giro e mi allontano dalla sua persona, ma presto mi
afferra da un polso. Sobbalzo e mi giro fulminandola con lo sguardo. «Lasciami spiegare
Haz, tutto quello che-» «Non chiamarmi così!Non ne hai più il diritto.» sbotto duramente.
L'espressione ferita che spunta sul suo volto non è sufficiente a farmi pentire di essere stato
così freddo. Non merita più niente, non da me, non dopo quello che mi ha fatto. «Harry, è
stato tutto un grande errore. Ma io sono qui per rimediare.» «È troppo tardi.» ringhio. Una
lacrima scivola sulla sua guancia e scuote ripetutamente la testa. «No, Harry, non dire così.
Io...senti ho sbagliato ok?Mi manchi, Harry la verità è che mi manchi come l'aria!Io...non so
spiegartelo. Ora ho una famiglia meravigliosa e tutto va a gonfie vele, ma manca qualcosa
nella mia vita, manca qualcuno, manchi tu. E sono sincera quando ti dico che ho bisogno di
te. Io ho sbagliato e sono stata...mi sono comportata in modo così pietoso, sono stata
un'insensibile. Non ho pensato ai tuoi, di sentimenti. Harry ti prego...» farnetica frasi
sconnesse che nemmeno ascolto più. Non può. Non cederò. Le sue lacrime sono false, non
merita il mio perdono. Non dovrebbe nemmeno essere qui. «Lasciami e basta.Non voglio
più vederti.» dico secco. Lei continua a scuotere la testa mentre scivola una seconda
lacrima sulla guancia. Il cuore sta scoppiando, vorrei urlare, scappare, fare qualsiasi cosa
pur di evitare questo momento di merda. «Voglio solo parlarti, ti prego Harry.» «Vaffanculo!»
grido quando si avvicina di un passo verso di me. «Tu non sei più il mio Harry, l'Harry che
conoscevo avrebbe-» «Avrebbe cosa?» chiedo amaramente. «Ti avrebbe perdonato in un
attimo? Avrebbe lasciato che tu entrassi di nuovo nella sua vita dopo tutto quello che gli hai
fatto? Avrebbe cercato di perdonarti nonostante non lo meriti? L'Harry che conoscevi, a
quanto pare era troppo ingenuo. Non lo credevi anche tu? È proprio quello che mi hai scritto
in quella lettera del cazzo che mi hai lasciato una volta chiuso in quella clinica di merda.»
sputo quelle parole con tutto il disprezzo che provo in corpo. «Harry mi dispiace, so di aver
sbagliato.» «No, tu non sai un cazzo!Per colpa tua la persona che amo non è più al mio
fianco!Per colpa tua quando mi sveglio al mattino, non ho più uno scopo.Per colpa tua l'ho
perso!E forse è stata anche colpa mia, non mi sarei dovuto fidare di te. Tu non avresti mai
capito quello che provavo, e non lo capisci nemmeno ora. Ti sono grato per avermi tirato
fuori dalla merda quando sono morti i miei, ma non vedo il motivo per cui debba perdonarti
dopo che mi hai abbandonato persino tu alla fine.» replico. Carly sembra distrutta ma non si
arrende. «Ho sbagliato, lo so. Ma ho preso un treno da Doncaster per venire da te.Non
significa qualcosa?» «Saresti potuta venire prima. O forse non saresti dovuta venire affatto.
Non posso perdonarti, dopo quello che mi hai fatto. Non posso, mi dispiace. » ribatto scuro
in volto. Le mani tremano ma poco importa. Devo apparire forte. Apparire, non è necessario
che lo sia realmente. «Harry ti voglio nella mia vita, di nuovo.» ammette. «Smettila. Va' a
farti fottere.» mi allontano frettolosamente da lei. «Harry!Vieni qui!» grida disperata. «Ti
prego!» Mi allontano senza guardarmi indietro mentre le prime lacrime iniziano a scendere
sulle mie guance e singhiozzo silenziosamente mentre raggiungo casa in fretta. La odio.
Odio me stesso. Non è la prima volta che mi trovo in una situazione di merda. Vale davvero
la pena di andare avanti senza Lou?Tornerà mai da me? Oppure sto aspettando
inutilmente? Mi accascio sul pavimento e nemmeno le coccole di Ashley riescono a tirarmi
su il morale. * «Haz tutto bene?» domanda Charlie preoccupato. Annuisco e faccio un
sorriso falso. «Stavo pensando.Non preoccuparti, torno a lavorare, prima che tu mi licenzi.»
scherzo per alleggerire la situazione. «Tu pensi un po' troppo.» dice dubbioso. Torno a
lavorare scacciando l'immagine di Carly dalla mia mente, ci provo. * «Un altro drink?Haz
dovresti darti una calmata.» nota divertito Andy, che più o meno dovrebbe essere un mio
amico. Preferisco definirlo conoscente. «Fatti gli affari tuoi.» replico prontamente.
«Nervosetto il ragazzo. Qualcosa ti preoccupa?» indaga. «Un altro drink per favore.» lo
ignoro rivolgendomi al ragazzo che lavora all'interno del locale. Andy mi ha trascinato in un
posto squallido. Forse era meglio se fossi rimasto a casa a mangiare gelato. Bevo d'un
sorso l'ennesimo drink di cui non conosco il nome. «Andy!Balla con me!» trilla una ragazza
mora avvicinandosi. «Tesoro, credo tu sia troppo ubriaca per reggerti in piedi.» nota
sarcastico Andy. «Vuoi ballare sì o no?» sbotta irritata. «Credo che il mio amico ne abbia
bisogno maggiormente. Haz, ti va ti ballare?» Già, Andy non conosce proprio il significato
della parola "amicizia". Mi sta facendo sentire persino peggio. Meglio chiamare Charlie. O
forse no. «Harry?» ripete Andy. «Non me la sento.» rispondo senza degnare la ragazza di
uno sguardo. «Hannah, non dovevi vederti con quella tua amica...?» Andy cambia discorso
fissando la mora che a quanto pare si chiama Hannah. Osservo il bicchiere vuoto. Cosa
vuole Carly da me? Non poteva continuare ad ignorare la mia esistenza? «Perrie non è
potuta venire.» spiega col broncio. Perrie. Porto la mia attenzione su Hannah incuriosito.
Conosce Perrie? Parliamo della stessa persona? Improvvisamente la ragazza ha la mia
completa attenzione. «E come mai?» chiede Andy annoiato. Lo fa solo per cortesia, so che
non gli importa niente di quello che ha da dire Hannah, ma almeno ha fatto una domanda
intelligente. Hannah mi lancia un'occhiata maliziosa appena si accorge del mio sguardo
puntato sulla sua figura, ma non ci faccio troppo caso. «Mi pare che oggi torni un suo
vecchio amico da Doncaster, non mi ha detto molto in realtà, ma era esaltata.» Sbarro gli
occhi e il sangue mi si gela nelle vene. Doncaster Improvvisamente il cuore inizia a battere
furiosamente nella cassa toracica. La vista si appanna e il cervello va in tilt. Cerco di porre
fine al tremolio delle mie mani, non ci riesco. Poco importa. «Da..da Doncaster?» balbetto
torturandomi le mani. Andy aggrotta le sopracciglia perplesso. «Sì» annuisce Hannah
confusa. «Un amico da Doncaster.» È davvero lui? Deve essere lui. Perrie non frequenta
Carly e Edward per quello che ne so. Deve essere per forza lui. Aspetta, lui è a Londra?
Cosa sto facendo ancora qui quando Louis è tornato a Londra? È tornato per me? Anche se
la risposta fosse negativa, voglio vederlo lo stesso. Lui è tornato. Il cuore sta per scoppiare
nel petto e no, non posso più aspettare. Mi alzo dalla sedia e faccio per andarmene ma la
voce di Andy mi trattiene, per poco. «Dove vai?» Sorrido. «A riprendermi ciò che è mio.» *
E corro così velocemente che non mi sento più i piedi. La disperazione tormenta la mia
anima. Louis è a Londra. A pochi passi da me. È tornato. Il vento scompiglia i miei ricci e mi
dà la sensazione di volare per quanto vado di fretta. Rischio di essere investito due volte e di
cadere quattro volte. Arrivo alla stazione sudato e col respiro affannoso ma dentro di me, il
cuore scoppia di felicità. Potrò abbracciare il mio Lou. Tutto il mio corpo grida il suo nome
silenziosamente, cerco la sua figura distinta fra le altre. Nessuno che li somigli. E se mi fossi
sbagliato? Un dito picchietta sulla mia spalla. Il mio cuore perde un battito. Mi volto di
scatto. «Lo-» Mi trovo ad osservare una persona che non è quella che cerco. La ragazza in
questione sorride imbarazzata e si sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Scusami.
Ho sbagliato persona, mi dispiace.» si allontana rossa in viso. Non è l'unica ad essersi
sbagliata. La consapevolezza di essermi illuso, sbagliato, di nuovo, mi colpisce all'istante.
Nascondo le mani nelle tasche dei jeans e sospirando mi affretto a raggiungere casa mia. Il
cielo non promette niente di buono. Forse pioverà. Cammino a testa bassa per le strade di
quella che ormai, è la mia città. Mio nonno ha sempre definito l'uomo pessimista, per una
volta che qualcosa non va per il verso giusto si arrende immediatamente, diceva. Io lo
ascoltavo incantato e facevo tesoro dei suoi pensieri da uomo vissuto, ma ora che sono
cresciuto e ho iniziato a capire com'è capace di rilevarsi quella che noi tutti chiamiamo vita,
non sono più d' accordo con le sue parole. Avanti, perché non dovremmo essere pessimisti?
Il mondo è una merda totale, completa. Potremmo contare i momenti belli sulle dita delle
mani, mentre per elencare quelli brutti, non basterebbe un libro. Ci piace pensare che tutto
migliorerà col tempo, ma il tempo scorre e la mia vita fa sempre più schifo. E non credo sia
giustificabile. La vita non è come viene descritta nei libri, l'autore vuole evadere dalla realtà,
dal mondo reale, che è uno schifo in realtà. L'autore fugge dal dolore che il mondo ci riserva
e si permette di fantasticare su un posto diverso, con persone diverse, migliori. E non
sempre c'è un lieto fine, ma anche il libro più triste e deprimente, ha una lezione da
insegnarci. Un'esperienza di vita, che l'autore vuole tramandare. Quindi in sostanza, la vita
reale, quella che viviamo tutti i giorni, è solo un susseguirsi di delusioni. Esistono momenti di
felicità, in cui tutto fila per il verso giusto, ovviamente. Ma non credo possa durare in eterno.
Forse sono troppo giovane e con poche esperienze alle spalle per parlare in questo modo di
una vita che ho appena iniziato a conoscere, ma per ora, è questa l'opinione che mi sono
fatto in proposito. La pioggia mi colpisce ripetutamente i capelli. Sbuffo e accellero il passo.
Coglione, è la parola con cui la mia vocina interiore continua ad insultarmi. Chiamerò Andy e
lo manderò a fanculo una volta per tutte, solo per sentirmi meglio. Non posso prendermela
con Hannah, è una ragazza e si sa, le ragazze non si toccano. Quindi me la prenderò con
quel deficiente. Quando riuscirò ad alzarmi dal divano. Sì, ho intenzione di sdraiarmi sul
divano e di non alzarmi più. O almeno fin quando Charlie non mi minaccerà per telefono.
Perché faccio questi pensieri idioti quando sono sotto la pioggia? Cammino con la testa
rivolta all'asfalto. Scuoto i ricci per liberarli dall'acqua. Cerco le chiavi nella tasca quando mi
accorgo della presenza di qualcuno su uno scalino davanti la porta di casa mia. Mi fermo
interdetto e «Chi-» «Harry» si alza. Ora è di fronte a me. Mi fissa sconvolto, non quanto me.
Sbatto le palpebre diverse volte. Gli occhi pizzicano e scuoto la testa confuso. Mi porto le
mani a coprirmi il viso su cui stanno scivolando le prime lacrime. «Harry...» ripete Louis
facendo un passo verso me. Il cuore balza nel petto e le gambe riprendono a tremare, come
ogni volta. Il mondo sembra essersi fermato solo per noi due. E improvvisamente non
m'importa più della pioggia, non mi importa che dovrei essere ancora arrabbiato con lui. Lui
è qui.È questo ciò che conta. Prendo un respiro profondo e torno a puntare i miei occhi nei
suoi. È nervoso. Lo noto. Io sono spaventato. A morte. Con mani tremanti mi asciugo i
residui delle lacrime mentre mantengo il contatto con i suoi occhi di ghiaccio. Vorrei fargli
così domande e capirci qualcosa di più, ma il mio cervello sembra non funzionare più.
Dovrei anche rimangiarmi quel discorso sul pessimismo, ma non sono nel pieno delle mie
facoltà mentali in questo momento. Non credo sia una buona idea. E poi abbozzo un sorriso
fra le lacrime. Gli rivolgo un sorriso dietro cui sono celate tante domande, ma anche
un'immensa felicità. Lui è qui. "Non dimenticarti di me" Non l'ha fatto. Louis sembra
rilassarsi dopo quel sorriso, perché ricambia, sebbene agitato. E di colpo, tutte le
preoccupazioni svaniscono insieme alla mia razionalità. Sorridiamo sinceri senza alcun
motivo. Ma fra noi è così, ci guardiamo negli occhi e invece di comprendere il messaggio, ci
ritroviamo a sorridere come degli idioti. «Louis» mormoro dopo alcuni minuti. «È questo il
mio nome.» sorride sarcastico e fa un passo verso di me. Vorrei chiedergli se è davvero qui,
ma credo diventerei ridicolo, quindi resto in silenzio. Lui prende un grosso respiro e
«Harry?» So cosa vuole, so cosa mi sta chiedendo. E io ne ho bisogno quanto lui. «Sì, ti
prego.» annuisco mentre ogni singolo organo del mio corpo è andato. Niente funziona più, la
vista si appanna e vedo solo Louis farsi più vicino fino ad annullare la distanza,
completamente. Le sue labbra si posano sulle mie bruscamente. Dopo tutto questo tempo.
È come la prima volta. Con lui è sempre tutto speciale e diverso. Stringo istintivamente la
sua vita magra fra le braccia. È evidentemente dimagrito dall'ultima volta che l'ho visto, ma
questo passa in secondo piano, per ora. Il nostro è un bacio casto. Le mie mani scorrono
freneticamente sul suo corpo. Il mio corpo è scosso dai singhiozzi ma non voglio smettere di
baciarlo. Le sue mani minute si spostano sul mio viso. Passa i polpastrelli dolcemente sulle
mie guance asciugando le numerose lacrime, mentre io affogo nel suo sguardo. Le nostre
bocche sono a un millimetro di distanza, avverto decisamente il suo respiro irregolare che si
infrange sul mio viso. «Sei tornato...per restare?» mormoro nel silenzio tombale della
strada deserta. Nell'ultima parola c'è una traccia di incertezza. Non sono sicuro di niente.
Lui sorride intenerito. «Non fare domande.» replica. «Fammi tuo e basta.» Il mio cuore batte
insistentemente sulla cassa toracica. Lo fisso senza sapere cosa dire. Vuole che lo ami?
Non c'è nemmeno bisogno di chiedermelo. Lo amo da sempre senza nemmeno
accorgermene. «Ti prego» aggiunge supplicante. E il mio cervello va in tilt. Non capisco più
nulla. Quasi dimentico il mio nome. Parleremo domani. Domani mi spiegherà tutto, stanotte
voglio solo averlo tutto per me. Voglio tornare a donargli tutto il mio amore che è stato
represso per troppo tempo. Afferro le sue gambe, lasciando che si intreccino attorno ai miei
fianchi e in modo maldestro apro in fretta la porta di casa entrando immediatamente. Le
labbra di Louis si uniscono di nuovo alle mie, questa volta in un bacio più passionale. Il suo
sapore si mischia al mio e riesco a percepire l'amore nelle sue attenzioni. L'amore di due
persone sbagliate, che insieme si completano e diventano il "giusto". Non riesco a credere
che sia qui. Perdo la ragione. Schiudo le labbra lasciandogli libero accesso. La sua lingua
rincorre la mia e so solo che le sue labbra a contatto con le mie, scottano. Lo sorreggo
tenendo le mani piantate sulle sue natiche che stringo più del dovuto, ottenendo gemiti di
approvazione da parte del liscio. Non so nemmeno come arriviamo in camera mia, so solo
che sono sovrastato dal suo corpo formoso e che il suo odore è ovunque. Sdraiato sul letto,
con le mani posate possessivamente sui suoi fianchi, mi godo le sue piccole attenzioni. La
sensazione delle sue labbra bagnate sul mio collo mi manda in paradiso. «Louis» ansimo
afferrando il suo viso e cercando la sua bocca. Le sue labbra incontrano bramose le mie e
appena sfrega la sua erezione, coperta dal tessuto, sulla mia, chiudo gli occhi e trattengo il
respiro. Louis Louis Louis Il suo nome si ripete come una cantilena nella mia mente. Louis
è ovunque. Presto i vestiti, vengono gettati sul pavimento e non c'è più niente a impedire il
contatto alla nostra pelle. Sento le sue labbra scendere a mordere uno dei miei capezzoli.
Stringo le mani sul lenzuolo e prendo un respiro profondo trattenendo un gemito. Torna a
baciarmi sulle labbra, a bocca aperta, le nostre lingue si incontrano ansiose. «Sei la cosa
più bella che mi sia mai capitata, lo sai, vero?» soffia sulle mie labbra. Lo bacio di nuovo. Le
mie mani si incastrano nei suoi capelli e lo avvicino il più possibile a me. Ignoro la
vibrazione del mio cellulare. Nessuno può allontanarmi da Louis. Non questa volta. Louis si
allontana dalle mie labbra di nuovo. «Ti amo, Harry.» Lo osservo mentre dentro di me si
scatena un uragano. Sbatto le palpebre e poi sorrido sincero. «Ti aspettavo» ribatto
sottovoce. «Avevo paura che mi avessi dimenticato.» confesso. La sua mano incontra la
mia, intrecciandola con la sua e niente mi sembra migliore. «Non potrei mai dimenticarti.
Ricordatelo sempre, ok? Mai.» E quelle parole in qualche modo mi riscaldano il cuore
dandomi maggiore sicurezza. Incastro i suoi occhi nei miei e gli sposto un ciuffo dal viso.
«Voglio fare l'amore con te.» ammetto serio. Mi lascia un bacio leggero sul labbro inferiore
e torna a guardarmi. È comodamente seduto sul mio addome a cavalcioni. «Harry?»
Lascia una scia di baci lungo la mascella. Chiudo gli occhi e sospiro tremante. «Mh?»
mormoro confuso. «Voglio sentirti dentro di me.» Sbarro gli occhi e lo fisso sbalordito e
spaventato. «Ma io...che...non sono capace...Lou...cosa...voglio dire che...» balbetto frasi
sconnesse. «Ti prego» E quella stupida frase mi fa cedere di nuovo. Ho paura di sbagliare
qualcosa ma decido comunque di accontentarlo. Nelle relazioni sono stato sempre io il
passivo, non ho idea di come...Dio. Osservo adorante Louis mentre si prepara da solo e si
morde le labbra per soffocare i gemiti. «Andrà tutto bene» le sue labbra baciano le mie con
tenerezza. Apre gli occhi e ci fissiamo per un tempo indeterminato. «Ti amo così tanto.»
mormoro col cuore in gola. Lui sorride sincero. «Sei così dolce» dice lasciando un bacio
sopra una mia palpebra chiusa. Mi beo delle sue carezze, sentendomi per la prima volta
amato. Amato davvero. Louis sembra cambiato. Sembra diverso. La sua mano scivola ad
accarezzare il mio addome per poi scendere sempre più in basso. Soprassa i peli del pube e
afferra la mia lunghezza togliendomi il fiato. Inizia a massaggiarlo con un'estenuante
lentezza e prendo un profondo respiro mordendomi le labbra per trattenere suoni che
potrebbero infastidire il vicinato. Lascio che i nostri sguardi si incastrino mentre l'amore di
Louis si fa sempre più evidente, mi entra fin sotto la pelle. Posso sentirlo. Non ho mai
provato niente del genere. I suoi occhi hanno una luce del tutto nuova, sono raggianti,
brillano di un qualcosa di incomprensibile. Cerco di capire di cosa si tratti, ma le labbra di
Louis tornano sulle mie impedendomi di ragionare. E metto da parte quella piccola
riflessione, ma forse non avrei dovuto farlo. Le sue labbra invitanti si muovono sulle mie con
un'insolita dolcezza. Le mie mani passano ad accarezzargli i capelli lentamente. Sospira
appagato sulle mie labbra per poi allontarsi e fissare il suo sguardo nel mio. Con una
sicurezza che fa parte di lui, muove più velocemente la mano, sono quasi al culmine. Lo
sento. Ma lui si ferma improvvisamente, lasciandomi insoddisfatto. «Voglio appartenerti.»
sussurra serio. «Prendimi.» E quando guida la mia erezione alla sua entrata, tutto ciò che ci
circonda sembra sparire, niente ha più importanza, riesco solo a guardarlo come se fosse la
cosa più bella che abbia mai visto, e forse è così. Ho paura di sbagliare, di non essere
abbastanza, di fargli del male. Le mie preoccupazioni sono tante, ma svaniscono non
appena Louis si cala sul mio membro lasciando che si faccia spazio nel suo corpo. La
sensazione è del tutto nuova. Poggio istintivamente le mani sui suoi fianchi e smetto di
respirare. Louis si aggrappa alle mie spalle mentre entro in profondità. È caldo, bollente.
Le sue iridi di ghiaccio si puntano di nuovo nelle mie e abbozza un sorriso, cercando di
mascherare una smorfia di dolore. Le mie mani scendono fino ad arrivare alle sue natiche,
che stringo leggermente. «Lou.. » mormoro. Lui si china sulle mie labbra, sfiorandole e «Sei
stupendo...» sono le parole che escono dalla sua bocca sottile e gonfia dai baci. Continua a
muoversi sul mio membro lasciando che entri completamente nel profondo del suo corpo e
non posso fare a meno di muovere il bacino verso il suo. Respiro affannoso, bacio
avidamente le labbra del ragazzo che mi ha rubato il cuore anni fa e che non me lo ha più
restituito. È sbagliato dipendere da una persona, decisamente sbagliato. Ma se anche solo
amarlo per gli altri è sbagliato, per il semplice fatto che sia un uomo, ha davvero
importanza? Voglio amare quest'uomo fino alla fine dei miei giorni, fino a quando non ne
avrò più le forze, voglio donargli tutto me stesso e non conta sapere se lo merita o meno, ma
è importante che per me sia giusto. Le spinte sono sempre più forti e violente, ma il suo
sguardo, la sua espressione...oh, il suo viso dice tutt'altro. Sorrido inconsapevolmente con
tanto di fossette e lo bacio una volta, poi ancora e ancora. Sorrido sulle sue labbra mentre le
mie mani esplorano e amano ogni singola parte di quel corpo che questa notte mi
appartiene. «Harry...» miagola sulle mie labbra col respiro spezzato. «Io...ti amo.» Il mio
cuore scoppia per l'ennesima volta nel petto mentre un calore insolito si espande nel mio
cuore. Mi svuoto al suo interno dopo un'ultima spinta e Louis mi segue poco dopo
sporcandomi l'addome. Sorrido felice e gli lascio un bacio alla base del collo. Intreccia le
mie mani dietro il mio collo e lentamente esce da me. Mi sento improvvisamente vuoto,
vuoto e completo. Perché Louis è comunque al mio fianco che sorride nel modo più genuino
e bello che io abbia mai visto. «Sembri un angelo, Lou.» mi lascio sfuggire. È davvero
bellissimo. Il suo sospiro si ampia. «Il tuo angelo.» precisa spalmandomisi addosso.
Dovrebbe essere fastidioso visto che sta decisamente invadendo il mio spazio vitale, ma
quando si parla di Lou, tutto è un'eccezione. Lo bacio nuovamente, con infinita dolcezza
mentre la sua lingua si scontra dolcemente con la mia e le sue gambe si intrecciano alle
mie. Torna a separare le nostre bocche e mi guarda serio. «Non dubitare mai di noi, mai.
Qualunque cosa accada. Noi siamo il 'giusto". Il nostro amore è incredibilmente giusto. Non
c'è niente o nessuno che possa dire il contrario. Ti amo, e anche se non dovessi essere al
tuo fianco fisicamente, ci sarò con la mia anima, col mio cuore e so che-» «Lou che diavolo
dici?» borbotto divertito e confuso. «Lasciami finire Harry» replica. «E so che suona da film
incredibilmente e tipicamente romantico ma ho bisogno che tu lo sappia. È con te che ho
trovato il significato della parola accettazione, l'abbiamo trovata insieme. E ho fatto così tanti
di quegli errori nella mia vita, ma questo non significa che non ti ami. Non dubitarne mai. Ti
amo così tanto che riesco a mettere persino il mio inguaribile egoismo da parte, perciò se
qualcosa dovesse andare storto, va' avanti. Devi farlo per me. Perché io, Louis Tomlinson,
insulto impiegato di un posto squallido, proprietario di una vita noiosa e monotona ma anche
di uno stupido gatto obeso, sono completamente, perdutamente e stupidamente innamorato
di te.Ti amo così tanto che darei la mia stessa vita per te. Ti darei anche l'impossibile, se
potessi. E voglio amarti, non importa come, né se non mi è più concesso. Voglio amarti fino
alla fine dei miei insulsi giorni e farlo davvero. Lo farò. Ma tu devi amare anche te stesso,
altrimenti non può funzionare. Promettimi che ti prenderai cura di te. Voglio che tu me lo
prometta.» Lo fisso stralunato. Rido nervosamente e mi metto seduto improvvisamente
perplesso dalle sue parole. «C'è qualcosa che non mi hai detto? È successo qualcosa?»
chiedo infatti. Scuote la testa e abbozza un sorriso. «Voglio che tra noi funzioni. Quindi
promettimelo.» Mi lascio scappare un sorriso confuso ma alla fine divertito. «Te lo
prometto.» dico infine. «Davvero?» i suoi occhi brillano nel buio della mia stanza.
«Davvero.» confermo prima che Louis si impossessi delle mie labbra, di nuovo. Lo afferro
per i fianchi e lo lascio scivolare al mio fianco. «Te lo prometto.» ripeto ad occhi chiusi
baciandolo ripetutamente. Per sempre. Ti amerò per sempre. Louis scoppia a ridere
mordendomi la punta del naso. Mi scosto accigliato. «Ho l'impressione che tu stia
promettendo qualcos'altro.» ribatte sarcastico. «Non puoi saperlo.» controbatto sorridendo
sfacciato. «Tu sei le mie ali.» mormora carezzandomi leggero una guancia. «Cosa?»
domando aggrottando le sopracciglia. «Se io sono un angelo, tu sei le mie ali.» dice serio.
Sorrido imbarazzato e nascondo il viso nell'incavo nel suo collo. «Smettila Lou.» «Oh
avanti, sei davvero arrossito per così poco?» In risposta affondo il viso nel suo collo
tentando di nascondermi. «...sarà una delle cose che...» Sguscio via dal suo collo e lo fisso
confuso. «Come?» Non sono riuscito a sentire la frase completa. Lui sorride senza
coinvolgere i suoi splendidi occhi e «Niente di importante.» taglia corto. Ma sappiamo tutti
che quello che noi non definiamo importante, invece lo è tremendamente. Tuttavia mi
rannicchio sul suo corpo distratto dalle sue labbra che assaggiano la pelle del mio collo.
«Lou?» lo chiamo col volto in fiamme. «Sì?» ho la sua completa attenzione. «Perché sei
tornato solo ora? Dove sei stato per tutto questo tempo? Io vorrei-» «Delle spiegazioni.» mi
interrompe. «Lo so. E te le darò. Ma solo domani, questa notte voglio soltanto rilassarmi con
te fra le mie braccia. Abbiamo tutta la vita per parlare.» Annuisco. «Tu sei tornato per
restare, vero?» lascio che sfoci una delle mie numerose paure. «Certo che resto,
amore.Resto qui, per te.» ma nelle sua frase c'è un qualcosa che non riesco a decifrare, non
al momento stesso. Forse lo capirò troppo tardi, quindi semplicemente mi affido
completamente alla sua sincerità, gli affido la mia fiducia e gli credo, mi lascio rassicurare
dalle sue parole che hanno un non so che, di strano. * Ci addormentiamo così, rotolando
fra le coperte e ricoprendoci il viso di baci carichi di affetto. Mi sembra di stare sognando.
Sono stretto fra le sue braccia e chiudo gli occhi, non prima di aver udito un «Starò con te, in
qualunque modo mi sia possibile.» pensando che tutto stranamente stia andando per il
verso giusto. O così sembra. E non lo capisco che dietro le sue frasi, ci sono doppi
significati e non so nemmeno cosa mi aspetta da quella notte che sembrava essere perfetta.
Louis posa un'ultima volta le sue labbra sulle mie e finalmente mi addormento. * Vengo
svegliato da un improvviso senso di vuoto. Apro gli occhi e alla cieca cerco un corpo al mio
fianco, il suo corpo. È vuoto. Mi siedo e mi guardo intorno assonnato. Magari è andato a
preparare la colazione. Mi stropiccio gli occhi e «Lou?Amore?» Nessuna risposta. Aggrotto
le sopracciglia mentre una cattiva sensazione si fa spazio dentro di me. Penso alle peggiori
ipotesi. Scendo dal letto e mi affetto ad uscire dalla stanza. «Louis?» ripeto ad alta voce
con una traccia di insicurezza. Non può essersene andato. Me lo aveva promesso. Tiro su
col naso e mi trattengo dall'urlare e piangere contemporaneamente. Magari è solo uscito,
tornerà presto, forse. Sì, probabilmente é così. Ispeziono tutta la casa ma non c'è traccia
del mio ragazzo. Perché ora siamo una coppia vero? Quante insicurezze e indecisioni.
Vorrei solo essere sicuro di qualcosa, invece non so niente. Mi porto le mani nervosamente
tra i ricci e ignoro i brividi di freddo che scuotono il mio corpo. Indosserò una maglia solo
quando lo avrò trovato. E se...? Posso provare a vedere se mi ha chiamato. Raggiungo
come un fulmine la mia camera e afferro il cellulare col cuore in gola, accendendo lo
schermo. 37 chiamate perse. 13 messaggi. Confuso leggo alcuni dei numerosi messaggi:
Da: Charlie Amico non fare cazzate. Dimmi dove sei. Da: Charlie Mi stai facendo
preoccupare. Siamo tutti preoccupati. Rispondi alle mie chiamate. Da: Katherine Harry
davvero, mi dispiace tantissimo ma anche noi siamo preoccupati per te. Facci sapere
almeno se stai bene. Manchi a Benjamin. Da: Andy Harold stai bene? Su avanti, non fare
puttanate. Le cose si possono risolvere diversamente.
Da: Charlie Non voglio chiamare la polizia. Richiamami al più presto. Risalgono a ieri sera.
Ma come è possibile? Ieri...ero con Louis. Perché Charlie si sarebbe dovuto preoccupare?
L'ho visto poche ora fa. Non sono sparito. E di cosa stanno parlando? Improvvisamente
sono preoccupato. È successo qualcosa che non so? A distogliermi dai miei pensieri è
proprio il mio cellulare, il nome Charlie lampeggia con prepotenza sullo schermo. Sospiro e
schiaccio verde: "Charlie?" rispondo perplesso. "Perché diavolo mi hai chiamato tutte
queste-" "Harry!" grida facendomi sobbalzare. Sì, sono decisamente preoccupato. "Sì, sono
io." "Oh cazzo brutto coglione dove cazzo sei stato? Mi hai fatto quasi morire d'infarto! Sei
impazzito? Dove cazzo eri? Perché non rispondevi al cellulare? Fanculo idiota, dimmi dove
sei. Perché non hai dormito a casa tua stanotte? Dove sei andato? Stai bene? Dimmi che
non sei fatto o potrei ucciderti davvero per telefono.Ci hai fatto-" "Charlie sto bene, non sono
fatto e questa notte ho dormito a casa." "Cosa? Non dirmi puttanate! Ho suonato almeno 10
volte e nessuno è venuto ad aprirmi." "Perché sei venuto a casa mia questa notte?" indago
sempre più confuso. "Harry dimmi solo che stai bene, davvero bene." "Sto davvero bene.
Più o meno. E probabilmente non avrò sentito il campanello." spiego. "E perché?"
"Io....uuhm..stavo dormendo, sì dormivo." mento. Non posso di certo dirgli che ero a letto
con Louis. Non per telefono, è troppo ansioso. Meglio non farlo preoccupare. "Harry?" "Sì?"
domando innocentemente. "Stai mentendo." "No" "Non era una domanda." Sbuffo. "Cosa
vuoi Charlie?" "Con chi eri ieri?" Sospiro rassegnato. "Con Louis." "Cosa?" "Ero con Louis."
ripeto. "Solo che non l'ho trovato in casa al mio risveglio. Non mi ha lasciato nemmeno un
bigliettino. Non ho idea di dove sia." Silenzio dall'altro capo del telefono. "Charlie?Ci sei?"
"Harry dove sei?" "Si può sapere perché tutti vi comportate in maniera così strana?" "Harry
io voglio solo aiutarti. Pensavo te lo avessero detto. Pensavo lo sapessi.Per questo ero
preoccupato." "Che cazzo dici amico? Sei sicuro di star bene?" rido nervosamente. "Harry-"
"Dimmi perché hai chiamato. È successo qualcosa che dovrei sapere? Sai che puoi contare
su di me. Per qualsiasi cosa." Resta in silenzio e poi prende un respiro profondo. Il cuore
batte irregolarmente. Non so perché. Improvvisamente non avverto più il freddo. "Dimmi solo
dove sei." "Cos'è che pensavi sapessi?Ti prego parla Charlie, non riesco a seguirti." "Harry
voglio sapere se sei a casa." "Ti dirò dove sono solo quando tu mi dirai cosa c'è che non va.
Se riguarda Louis, sappi che questa volta fa sul serio. Tornerà, lo so.Ti terrò aggiornato,
promesso." sorrido. "Harry..." "Dimmi tutto amico." Resta in silenzio per secondi
interminabili e poi: "Louis è morto." Smetto di respirare. "Charlie non prendermi in giro, sai
che-" "È successo ieri pomeriggio. Pensavo ne fossi al corrente." "Ti sbagli". se è uno
scherzo, non è divertente. "Ieri notte era da me." "Harry cosa-" "Abbiamo fatto l'amore, ieri
sera era da me." "Ti stai-" "Ti ho detto che era da me! Stai sparando un mare di puttanate!"
mi ritrovo a gridare senza nemmeno accorgermene. "Vengo da te." decide. "Vaffanculo! Lui
era da me! Ti ho detto che era da me!" urlo furioso. Riattacca. Respiro profondamente e
mi accascio a terra. Non è possibile. Mi prendo la testa fra le mani e respiro profondamente.
È una bugia. Magari si stanno prendendo gioco di me. Se mi stanno ridendo dietro, non
perdonerò mai Charlie. Dove cazzo è finito Louis? Mi ordino di non piangere, magari mi
stanno semplicemente prendendo in giro. Devo trovare Louis. Mi aveva promesso che
sarebbe rimasto. Non mi ha mentito. Non può averlo fatto. Ieri sera non me lo sono
immaginato. Lui era con me. Mi ha amato e mi ha guardato...con quella strana luce negli
occhi. Significava qualcosa? Inizio a tremare senza nemmeno rendermene conto. Suonano
ripetutamente al campanello ma non apro la porta. La voce è quella di Charlie. E io non
aspetto lui, io sto aspettando Louis. Lui tornerà. Affondo la testa fra le mie gambe e fisso ad
occhi sbarrati il pavimento. Il suono del campanello mi arriva ovattato alle orecchie. Il
discorso che mi ha fatto ieri, stava a significare qualcosa? Cosa avrei dovuto capire? Ho
sbagliato di nuovo? In cosa? Dove? Charlie mi chiama ad alta voce. Sembra preoccupato.
Ma io non voglio parlare con nessuno. Io aspetto Louis. Lo aspetterò. Perché lui sarà qui. Lo
so. Tremante, mi tiro su. Devo trovarlo davvero. Magari è uscito a comprare la colazione per
entrambi. La porta della mia stanza viene aperta bruscamente e sono subito fra le braccia
di Charlie. Non ho idea di come sia entrato. «Harry...» mormora sulla mia spalla. «Ieri era
con me.» ripeto per l'ennesima volta. «Ti sbagli, non sai quanto ti sbagli...» Lo scanso e lo
fisso accigliato. «Tu stai mentendo! Lui...lui era con me. Mi ha promesso che sarebbe
restato. Lui me lo ha promesso! Sei un bugiardo!» lo incolpo. «Harry ti rendi conto che
quello che stai dicendo è praticamente impossibile? Ieri sera Louis non c'era più. Sei solo
stanco-» «Smettila!» indietreggio spaventato dalle sue parole. «Vattene. Non mi sono
immaginato niente. Lui era qui.» Charlie si avvicina e mi attira nuovamente fra le sue
braccia. «Harry, ha fatto un incidente. Non c'è stato niente da fare. Lui è morto. Louis è
morto, ieri pomeriggio. E tu ieri sera eri solo. Lui non c'era. Lui era già in cielo. Capisci?»
Scuoto la testa e mi porto le mani a coprirmi il viso, cerco di proteggermi dalle sue parole
che mi feriscono come lame taglienti. «Basta. Ti sbagli. È una...è una..» mi scappa il primo
singhiozzo. Charlie rafforza la presa e mi sorregge per evitare che cada a terra. Il secondo
singhiozzo. La prima lacrima. L'abbraccio di Charlie non è più rassicurante, non mi trasmette
più la forza necessaria. Non mi basta lui. Non è sufficiente. Respiro irregolarmente e il mio
corpo tremante è scosso dai singhiozzi e le lacrime scendono copiose sul mio viso. Nella
mia testa continuo a ripetermi che non è vero, che tutto è una bugia, che Louis è ancora qui.
Ma la realtà si fa sempre più evidente. Quella stessa realtà che mi si presenta in faccia
senza preavviso spezzandomi il cuore. O forse no. Devastandolo. Perché il mio cuore è già
rotto da tempo. Io sono rotto da tempo. I resti del mio cuore distrutto sono stati spazzati via
ed è rimasto solo un immenso dolore. Il dolore di vivere. Il mal di vivere. Il dolore di non
essere mai abbastanza per nessuno, il dolore di aver perso tutto dalla vita, la
consapevolezza di essere considerato pazzo per aver immaginato la presenza di qualcuno
che non c'è più. E se non mi crede nemmeno Charlie, chi potrebbe mai farlo? Ho perso ogni
cosa, l'unica gioia che la vita aveva da offrirmi, l'unica piccola speranza a cui pensavo ogni
giorno. L'ho perso e non posso più averlo indietro. Dunque, quello di ieri era solo un sogno?
Non ho amato senza confini l'uomo della vita, non mi sono sentito amato, e niente di quello
che pensavo è successo? Mi aggrappo alle spalle di Charlie ma non sono quelle che cerco.
Non sono quelle di Louis. Vorrei addormentarmi e non svegliarmi più. Singhiozzo senza
interrompermi.Verso ogni singola lacrima con un dolore lacinante al petto. Charlie sta in
silenzio e mi abbraccia. Ma ciò non riesce a salvarmi dal dolore. Voglio Louis al mio fianco.
Nessun altro. Non posso...io non posso. Non riesco a controllare il flusso dei miei pensieri.
Non sto bene affatto, i ricordi del suo sguardo, del suo cuore che batteva in sincronia col
mio, e quello che per noi era "giusto" si è rivelato un labirinto senza via d'uscita, un labirinto
di sofferenza. Perché da quando sono nato, la protagonista della mia vita è sempre stata la
sofferenza. E non riesco ad immaginare un mondo senza Louis. Non ci riesco. E se tornare
alla realtà e accettare che lui non c'è più, significa questo, allora non sono pronto per
tornarci. La vista si fa sempre più appannata e la stanza mi gira intorno. Stringo gli occhi ma
il dolore è sempre più distruttivo. E poi improvvisamente, mi ritrovo nel buio assoluto, di
nuovo. Forse sono destinato a restare nell'oscurità.Perché in un mondo dove Louis non c'è
più, io vedo solo il buio. * Non so esattamente quanti giorni siano passati da allora.Dal
giorno in cui sono diventato un corpo senza anima. Sono seduto al fianco del piccolo
Benjamin che non sta un attimo fermo. Katherine cerca di trattenerlo, ma il piccolino
continua a chiedere perché siamo qui. È solo un bambino, è ovvio che Katherine non
possa spiegargli come può essere ingiusta la vita. Ascolto le parole di un prete che crede
ciecamente in un Dio che sembra ci abbia salvati. Un Dio, che secondo me, nemmeno
esiste. E se dovesse davvero esistere, allora è uno degli esseri più crudeli che io quasi
conosca. Osservo un punto impreciso e cerco di scacciare il ricordo di Louis dalla mia
mente. «Zio Harry?» bisbiglia Benjamin. «Lascialo in pace, zio Harry è stanco.» lo
rimprovera sua madre. Incontro lo sguardo mortificato di Benjamin e forzo un sorriso.
«Dimmi Ben» Katherine si scusa con lo sguardo ma non fa altro che darmi sui nervi. Non
voglio compassione. Louis non se n'è andato mai davvero. Io lo percepisco nell'aria. Mi
manca, ma so che è ancora qui. Il bambino si illumina e sorride. «Cos'è quella scatola
enorme laggiù?» domanda ingenuamente. Sospiro e mantengo un sorriso falso sul viso. «È
lì dentro che dorme Louis, Ben» dico sottovoce. «Oh» esclama confuso. «Ma non sarà
stretto lì dentro?» Sorrido per la prima volta sincero. «Non resterà mica per sempre lì
dentro.» replico. «Ah, sì? E dove andrà allora?» è così curioso. «Andrà in cielo.» ribatto.
«Lui può volare?» chiede entusiasta. «Già» annuisco. Non ascolto più le parole del prete.
Parlare con Benjamin è più interessante. Con lui non mi sento in soggezione, non mi guarda
con pena, lui mi vede ancora come il suo eroe e io ho bisogno solo di questo, di essere
importante per qualcuno. «E come fa a volare, zio?» prosegue sempre più curioso. «Con le
ali» rispondo. «Lui ha delle ali?» spalanca la bocca. «Non ancora, ma le avrà presto. Ogni
angelo ha bisogno delle sue ali, non credi?» mi giro nella sua direzione. Lui annuisce con
foga. «Sì! Ma quindi è un angelo?» «È un angelo speciale.» spiego. «E quando avrà le sua
ali? Zio tu non puoi permettere che non abbia le ali! Devi aiutarlo!» esclama. Rido
sinceramente divertito. «Credi che debba consegnargli le sue ali?» domando poi. «Certo!
Come fa ad arrivare in cielo senza le ali? Tu puoi aiutarlo?» Annuisco. «Credo di sì
Benjamin.» « Ben, fai silenzio!» dice sottovoce Katherine. Già, ad un funerale bisogna fare
silenzio. Il silenzio esprime il dolore. Un dolore che dovrebbe farci sentire vivi, ma che a me,
uccide dentro. Una volta finito il funerale mi alzo dalla sedia e lancio uno sguardo a Charlie.
«Voi andate a casa. Ci vediamo dopo.Ok?» Charlie annuisce. «Andrà tutto bene.Le cose si
risolveranno.» dice abbracciandomi stretto. Ricambio e sospiro sulla sua spalla. Non si
risolverà niente, lo so che è una bugia detta a fin di bene. Ma io non starò mai bene.
«Grazie di tutto Charlie. Ti voglio bene.» ammetto scostandomi dall'abbraccio. Lui sorride
dispiaciuto e annuisce. Katherine mi abbraccia di slancio e le circondo la vita rassegnato.
«Sei una donna fantastica.» affermo sincero. Katherine accetta il complimento titubante.
«Grazie, se hai bisogno di qualcosa ci sono. Ci vediamo a casa.» mormora. Benjamin mi si
lancia addosso lasciando che lo prenda in braccio. Mi stampa un bacio sulla guancia e
sorride. «Trova le ali e portale al tuo amico, zio. Però non metterci troppo.» ordina
abbracciandomi. «Zio Harry ti vuole tanto, tanto bene. Te ne vorrà sempre.» prometto.
«Conquisteremo il mondo insieme, zio!» grida esaltato. Rido divertito. «Lo faremo.» Lo
lascio scendere e li saluto con un cenno della mano. Mi allontano mentre mentalmente li
saluto. Non è un addio. Ci rivedremo presto. Sopravviveranno anche senza di me. Sento
una presenza alle mie spalle. Smetto di camminare e mi immobilizzo. Lo sento. È qui.
Smetto di respirare e quando una mano si poggia sulla mia spalla sobbalzo. Mi giro e
incontro lo sguardo di.. Carly? Non riesco a guardarla, mi ricorda tremendamente Louis,
perciò abbasso lo sguardo. «Harry» mormora incredula. «Ciao» replico guardando in
basso. Sento solo il silenzio. Alzo lo sguardo e ho il dispiacere di osservare due occhi che
somigliano incredibilmente all'amore della mia vita, colmi di lacrime. «Oh, no. Vieni qui.»
sussurro abbracciandola. Singhiozza sulla mia spalla mentre io mi trattengo dal fare lo
stesso. «Mi...Harry...mi dispiace così...» «Va tutto bene.» la interrompo serio. Non porterò
rancore, non più. «Ti perdono. Dimentica quanto ci siamo fatti del male, andrà tutto bene.
Lui vorrebbe vederti felice.» «È tutto così...» singhiozza senza sosta. «Lo so, lo so. Ma ce
la farai. Sei una donna forte, ce la farai anche questa volta.» le assicuro. Respira
pesantemente e scioglie l'abbraccio. «Non mi sembra vero di...tu sei qui...e..» « Mamma!»
Una bambina dai lunghi capelli biondi si avvicina e punta il suo sguardo su Carly. «Papà ti
cerca.» esclama con voce squillante. «Meglio che tu vada.» dico. Carly sembra dispiaciuta
ma alla fine cede. «Verrai a trovarci, vero? Questo è il mio numero.» Afferro il piccolo foglio
e «Sicuramente.» mento. Lei sembra rassicurata e si allontana seguita dalla graziosa
bambina. Sospiro e torno a camminare. Giunto davanti la sua tomba mi piego sulle
ginocchia e fisso la scritta: Louis William Tomlinson Le ferita torna a sanguinare e il dolore
si ripristina. «Ehi Lou» mi asciugo in fretta una lacrima. «È strano poterti parlare ora, sai?
Ho fatto un sogno bizzarro giorni fa. Volevo raccontartelo ma tu non c'eri. Eri arrivato a casa
mia, e mi hai detto di amarmi. Ero un po' confuso all'inizio, eri piombato a casa mia senza
preavviso e avevo paura di sbagliare qualcosa o tutto. Poi mi hai guardato con quel tuo
sguardo che non mi fa resistere, hai presente? E io...semplicemente ho ceduto e poi
abbiamo fatto l'amore. Mi hai detto che noi eravamo giusti, mi hai fatto promettere di non
gettare tutto per la tua assenza, e io ti ho fatto una promessa che non riesco a mantenere.
Scusami, mi dispiace così tanto. Sarei dovuto andare avanti ma io...non ci riesco. Come
posso lasciare andare il tuo ricordo? È tutto ciò che mi rimane. Io ho bisogno di annegare
nei tuoi occhi, io volevo diventare padre, con te. Immaginavo una famiglia, la nostra famiglia.
Con una bambina che avesse i tuoi occhi e i miei ricci, volevo un bambino di cui prendermi
cura, io...volevo avere più tempo a disposizione...e poi tutto è crollato, come succede
sempre. Saresti stato una papà fantastico, magari un po' geloso dei ragazzi che avrebbero
potuto portare via la tua bambina, la nostra bambina. Ma ora so, che tutto questo non è più
possibile. Tu non ci sei più, non formeremo mai una famiglia e non amerò mai nessuno
come amo te. La mia vita sarà segnata dal dolore. E io non voglio questo. Voglio solo
amarti. Sai, Benjamin mi ha detto che dovrei darti le tue ali. Dovrei farlo? Io voglio. Voglio
farlo. Ma tu sarai lì ad aspettarmi?» asciugo i residui delle mie lacrime e sospiro. «Ti amo.
Sono sicuro solo di questo. E anche se non potremmo avere una famiglia tutta nostra, non
importa. Non sarà questo a farmi cambiare idea. Ti amerò nel modo in cui mi sarà possibile,
non importa se non sarà quello che abbiamo sempre desiderato, ti amerò comunque.
Perché il mio amore per te è perfettamente giusto. E...cavolo, se rimango qui non mi rialzerò
più, lo so. E tu non puoi volare senza di me, vero? Quante cose sono state spazzate via
ingiustamente. Non meritavamo questo, amore. Volevo solo amarti e adottare dei bambini,
era forse troppo? Chiedevo troppa felicità dalla vita? Chi gestisce questo mondo di merda è
davvero uno stronzo. Si diverte a farci del male, Lou? Me lo chiedo spesso. Perché pregare
qualcuno che ci fa passare la vita soffrendo? È una gran puttanata che il dolore ci fa sentire
vivi. Io sto soffrendo e sono morto dentro. Non mi sento vivo, non senza di te. L'unica cosa
che so è che se quello non era un sogno, io...non so che pensare Lou. Tu stai in silenzio e
non mi rispondi, ma io ho bisogno della tua voce squillante, ho bisogno di sentirti in qualsiasi
modo possibile. Cavolo, la gente mi prenderà per pazzo. Sto parlando ad una tomba. Cosa
si perdono Lou, non credi? Anche loro crederanno nell'amore che va oltre ogni limite?» il
mio cellulare si illumina. Da: Charlie Quando torni a casa? Sospiro e mi alzo. «Devo
andare. Ci vediamo dopo, Lou.» * Una volta arrivato a casa frugo frettolosamente nel
cassetto e finalmente lo trovo. Un piccolo contenitore con dentro la mia salvezza. Mando giù
le numerose pillole accompagnandole con dell'acqua e mi sdraio sul letto. Non ho mai
desiderato una morte dolorosa. Preferisco andarmene con leggerezza. Mi sento sempre
più stanco. Mentalmente dico addio a Charlie, a Katherine, al piccolo Benjamin, a Carly, a
tutte le persone che mi hanno accompagnato in questo viaggio doloroso che ora sta per
terminare. Con fatica afferro il contenitore e cerco di leggere le informazioni ma non ci
riesco. Sbuffo e mi accorgo improvvisamente di aver afferrato un bigliettino stropicciato. Lo
apro lentamente e lo butto via sconsolato, non riesco a leggere. Sono vicino. Sempre di più.
Chiudo gli occhi e mi lascio cullare dal battito del mio cuore sempre più debole. Respiro
sempre più affannosamente e il mio cuore sta per scoppiare. Un dolore lacinante scoppia al
centro del mio petto, il mio cuore sembra esplodere. Non pensavo facesse così male. Cosa
diavolo ho preso? Chiudo gli occhi con più forza e ignoro le numerose chiamate da parte di
Charlie. Mi scuso mentalmente ma questo non è il mio mondo. Il mio posto è con Louis.
Andrò da lui. E troveremo un modo per essere finalmente felici. Il battito cardiaco si arresta
e presto mi ritrovo sommerso dal buio. * Il bigliettino cade a terra. Ogni angelo ha bisogno
delle sue ali. -L.xx

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