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Con particolare riferimento agli elementi isoparametrici ove compare anche il Jacobiano, non è
possibile esprimere analiticamente i termini che compaiono nell’integrale di volume dell’elemento
Occorre quindi ricorrere all’integrazione numerica, necessariamente approssimata, considerando
anche il fatto che la velocità di integrazione è un punto critico nei tempi complessivi di calcolo
monodimensionale f r dr w f r err
L i i i
tridimensionale f r, s, t dr ds dt i j k
w i w jw k f ri , s j , t k err
V
f r dr w f r e
a
i i i
i 1
r1 a rn b ri r1 b a
n 1
l2 r
r r1 r r3 1 r r 1
r2 r1 r2 r3
l3 r
r r1 r r2 1
r 1 r
r3 r1 r3 r2 2
1 1
l1 r dr
1 1 b
2 1
w1 r r 1 dr w i li r dr
1
3
a
1 1
l2 r dr - 1 r r 1 dr
4
w2 1
3
1 1
f r dr i w i f ri
1
f 1 4f 0 f 1
1 1 1
3
l r dr
1 1
2 1
w3 3 r 1 r dr
1
3 Che altro non è che la regola di Simpson
Si riportano in tabella i valori già calcolati per i pesi integrati per elementi isoparametrici dove la
variabile spazia tra -1 e +1 ( b - a = 2 )
Trapezio
Simpson
Questo metodo consente un rilevante risparmio nei punti di integrazione in quanto con n
punti di integrazione si può integrare esattamente un polinomio di grado 2n-1
Le incognite da determinare sono in questo caso 2n, ed esattamente n valori del peso wi ed n
posizioni di ri
Con esso si può definire una nuova funzione integranda G(r) di ordine 2n-1
G r l i r f ri P r a 0 a1r a 2r 2 a n 1r n 1
n
i 1
Per il calcolo della II parte si utilizzano i polinomi di Legendre (per questo il metodo
porta anche il suo nome) tralasciando i dettagli analitici si ottengono le seguenti
posizioni dei punti di integrazione e dei pesi
Si può invece dimostrare che la massima accuratezza si ha nei punti di Gauss, pertanto tutti i codici
forniscono mappe o contour degli stati tensionali e di deformazione ottenute considerando solo i
valori nei punti di Gauss
Per elementi regolari è agevole determinare il grado della funzione integranda in quanto il Jacobiano
è costante; se invece l’elemento è distorto il grado della funzione non è più determinabile
teoricamente e può subire incrementi per migliorare l’accuratezza
Siccome il numero di punti di Gauss si può scegliere a piacimento, si valutino le seguenti posizioni:
Un uso eccessivo di punti di Gauss comporta allungamento dei tempi di calcolo
L’uso di un numero insufficiente di punti di integrazione (sottointegrazione) può portare a matrici
singolari quando si ha uno stato di deformazione costante in tutti i punti di integrazione
L’approssimazione della rigidezza è sempre dall’alto, una certa sottointegrazione può compensare
tale effetto portando a risultati migliori
L’uso di integrazione selettiva per alcuni elementi hermitiani consente di eliminare fenomeni
indesiderati come il locking anche con formulazioni che lo prevederebbero
Ugualmente l’integrazione ridotta può
consentire di trattare materiali incompressibili
(=0.5)
Dato che valutare nei punti la funzione integranda equivale a fare un campionamento, è
necessario prevedere che il campionamento sia sufficiente per tutti i gdl di deformazione
possibili, depurati dei modi rigidi
Rapporto 1:2 elementi ove si 1:4 se preciso, 1:10 Angoli non minori
vuole precisione nelle tensioni, se non critico 45° se 4 lati, 15° se
1:10 per elementi lontani zone triangoli
critiche
Una verifica della distorsione si può fare mediante la Jacobiana, per un’asta a tre nodi:
x r
1 2 3 2 3
1
(x1) (x2) (x3) (-1) (0) (+1)
r 1 r r 1 r
x r x1 1 r 1 r x 2 x3
2 2
1 1
J r r x1 2 r x 2 r x 3
2 2
x x
u
Si vuole far vedere che tale elemento non funziona correttamente in presenza di
gradienti di sollecitazione
In una sollecitazione di flessione pura nel suo piano l’elemento si dimostra più rigido della
realtà, ciò è imputabile al taglio, teoricamente trascurabile
2 s 4
h1 r, s 1 r 1 s h 2 r, s 1 r 1 s
1 1
4 4
h 3 r, s 1 r 1 s h 4 r, s 1 r 1 s
r 1 1
1 3 4 4
1 1 1 1
u r, s u 1 r 1 s 1 r 1 s 1 r 1 s 1 r 1 s
4 4 4 4
r 2x a
ur, s u r s ; vr, s 0 Sostituendo
se rettangolo s 2y b
u x y ; vx, y 0
4
u x, y
ab
u v 4
Si ha una deformazione a taglio: xy r , s ux 0
y x ab
Si può notare che solo nel centro la xy 0,0 0
deformazione a taglio è effettivamente nulla
Kf F K Φα F = coordinate modali
Premoltiplicando per ΦT ΦT K Φ α ΦT F Λ α ΦT F
Gli autovalori nulli sono corrispondenti a modi a energia di deformazione nulla: Se tale numero
è maggiore dei modi rigidi allora sono presenti modi spuri, il campo di spostamenti è invariante
se cambiando il riferimento le autofunzioni non cambiano
Pochi autovalori nulli, rispetto ai moti rigidi possibili, indicano l’incapacità dell’elemento a subire
spostamenti rigidi senza tensionarsi
Troppi autovalori nulli indicano l’insorgere di meccanismi non rigidi associati a energia di
deformazione nulla (modi spuri)
Gli autovalori non debbono variare rispetto al sistema di riferimento adottato il campo di
spostamenti è invariante
Patch Test
Proposto da Irons, consente di determinare se per un elemento sono verificate le condizioni di
moto rigido e di stato di deformazione costante
Se gli elementi sono così fitti da essere in condizioni simili a stati costanti di tensione la
soluzione è vicina alla convergenza
Esiste tuttavia un metodo di stima a-posteriori (proposto da Zienkiewicz e Zhu che viene
utilizzato dai codici di calcolo per affinamenti automatici della mesh
Il metodo evidenzia le discontinuità nel campo delle tensioni lungo i bordi degli elementi (ma
funziona solo nei problemi lineari!)
Per evidenziare i gradini al bordo, viene calcolata una tensione per ogni nodo livellata a
tutti gli elementi che concorrono in tale nodo
A questo punto, per ogni elemento si confronta l’errore commesso, sia esso
Δσ σelemento σlivellata
1
L’energia associata all’errore è definita dalla ei elem
2 Ve
ΔσT D Δσ dV
I codici più evoluti infittiscono la mesh solo dove tale errore supera una predeterminata
soglia, eventualmente con approssimazioni successive