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A CIASCUNO IL SUO IDOLO Mc 10, 46-52 Forse non ce ne accorgiamo ma il sistema ci propone sempre nuovi idoli..

Siamo bombardati da una serie di proposte accattivanti e allo stesso tempo molto superficiali che ci disorientano! Nuovi luoghi sacri, nuovi templi (es. shopping-center, sale multimediali, superdiscoteche, ecc.) dove l'attrattiva e la vanit sono da "contemplare". Sono se compro, e pi compro pi Sono. Le maschere che mi metto servono per coprire la mia vera identit e realt.cos ci si prostituisce al primo vitello d'oro (cf. Es 32,1-6) ! MA NOI NON POSSIAMO.. Noi non possiamo non andare dietro a qualcuno, non possiamo non andare verso qualcuno. Per esprimerlo in un modo pi ampio e riassuntivo del dramma dell'uomo contemporaneo, possiamo dire: non ci sono, in realt, credenti e increduli, cio gente che si appoggia a qualcuno e gente che non si appoggia a nessuno, ma ci sono soltanto adoratori di Dio o adoratori di idoli, credenti e idolatri. E' il grande tema della Scrittura. L'opposizione non tra fede e ateismo ma tra fede e idolatria. Anzi chiamare ateismo l'idolatria una confusione di discernimento spirituale. La Scrittura ci insegna che ci sono falsi dei, non ateismo. Non vero che il sacro scomparso mentre vero che c' una trasmigrazione del sacro in altre cose. La vecchia polemica contro gli idoli che ritroviamo in tutto l'Antico Testamento, ha una sua attualit perenne e la nostra crescita in Ges consiste nel passare da una conoscenza imperfetta di Dio vivente, alla conoscenza di Dio Padre cos come Ges lo conosce incarnato in lui e con lui. "Da chi andremo?". Dobbiamo andare da qualcuno e se non andremo dal Signore, andremo dagli idoli o faremo un idolo di noi stessi. Sono molti gli idoli che da ogni parte ci assediano: l'idolo dell'opinione pubblica, della popolarit, del nome e anche l'idolo della nostra identit. Infatti, l dove il Signore allontanato, alla fine l'idolo diventiamo noi stessi. E allora si vive come a teatro!! COPIONI & ATTORI Nella vita come a teatro "Tutto il mondo un palcoscenico. E tutti, uomini e donne, non sono che attori. Hanno le loro entrate e le loro uscite. Ciascuno nella sua vita recita diverse parti". SHAKESP. Non so se anche tu sei pienamente d'accordo con l'opinione di Shakespeare, ma senz'altro ti troverai ad ammettere che la maggior parte della gente, consapevole o no, coivolta in una qualche forma di copione e recita su diversi palcoscenici per pubblici diversi. Un noto terapeuta affermava: "Recitiamo a due livelli: sul palcoscenico pubblico, che quello in cui agiamo in concreto, in modo visibile, e sul palcoscenico privato, quello del pensiero, delle prove, nel quale ci prepariamo per i futuri ruoli che intendiamo recitare" (Perls). I palcoscenici pubblici sui quali le persone recitano i loro copioni possono essere la casa, il posto di lavoro, le riunioni, la scuola, l'ufficio, la fabbrica e cos via L'esempio di palcoscenico privato, invece, lo troviamo in quello o quella giovane che, dovendosi incontrare per la prima volta con un gruppo di persone sconosciute, nel mentre che si recava all'appuntamento si chiedeva dentro di s: "Sarebbe meglio che agissi da timida/o o da forte? Da intelligente o da stupida/o?". Il copione, in una parola un programma di vita dato ad una persona che ne stabilisce la meta ed il modo di raggiungerla, un "dramma" che la persona recita inconsciamente, anche se pu esserne vagamente consapevole. Il copione di vita dato da ci che io penso di me e da cosa sento di dover fare per essere utile, prendere il primo posto. Ognuno di noi inserito in un contesto culturale dove, alcuni "presupposti" vengono condivisi con la maggioranza delle persone. Parliamo di "copioni culturali". Inutile dire che l'ambiente nel quale noi siamo inseriti decisamente sovraffollato da modelli, persone e beni di consumo che hanno la pretesa di catturare l'attenzione e l'interesse del singolo. Attento che i copioni culturali non dettano solo dei temi di interesse pi o meno generale, ma anche degli specifici ruoli. Ci che uno deve essere, fare o non fare..ci che legittimo aspettarsi dalla vita e quanto

invece solo illusione.ci in cui assolutamente necessario credere.Tutto questo soggetto a regole tanto rigide quanto implicite. Si tratta di tutta quella complessa realt che viene comunemente definita come il "senso comune". Se il copione di vita di un individuo conforme alle aspettative della cultura in cui vive, egli sar accettato ed approvato, in caso contrario E' sufficiente aprire gli occhi sulle innumerevoli ed allettanti proposte pubblicitarie per accorgersi dei modelli di uomo o donna da imitare per avere una "rappresentazione" di sicuro successo: i "nuovi idoli". Non raro che si cerchi nell'abbigliamento, nel taglio di capelli, nei gusti musicali, nella danza, nel linguaggio, negli ornamenti e trucchi, nell'aspetto generale della persona quegli elementi distintivi in grado di garantire una certa forma di originalit. Viene attribuito un grande valore all'opinione dei coetanei e l'appartenenza o meno ad un determinato gruppo si gioca tutta nell'ambito della conformit o meno al copione (le regole) elaborato dal gruppo stesso. I copioni culturali vengono, solitamente perpetuati attraverso la famiglia. Ci troviamo in questo secondo caso, nell'ambito dei "copioni familiari". Ci che opportuno fare o non fare, per un giovane,viene per lo pi trasmesso ed appreso nei lunghi anni che l'individuo passa a contatto con il proprio ambiente famigliare. Un uomo ricordava che un giorno, un'amica di famiglia, guardandolo diritto negli occhi, gli aveva detto: "Saresti un grande avvocato, giovanotto. Hai il dono dell'eloquenza". Oggi egli un Pubblico Ministero. Ogni bambino riceve particolari istruzioni di copione relative al sesso e al matrimonio. Ad esempio: "Quando ti sposerai" contiene un messaggio molto diverso da quello contenuto nella frase: "Se ti sposerai" Nei riguardi della religione: "Finch abiti in questa casa devi andare a messa", oppure "La Chiesa roba per gli allocchi", "si pu essere un buon cristiano anche senza entrare troppo in chiesa" ed ancora "Preti, frati e suore? Tocca ferro". E ALLORA?.GIU' LE MASCHERE Alcune delle MASCHERE/IDOLO che possiamo indossare: * * * * PETER PAN il desiderio di restare sempre giovane ossia rifiuto di diventare adulto LA BAMBOLA DI SALE risucchiati nell'oceano del conformismo e dell'impero LA BELLA ADDORMENTATA ovvero fare la politica dello struzzo, addormentare i problemi GIONA evadere dalle proprie responsabilit nella vita

ITINERARI DELLA CONSAPEVOLEZZA Hai la sensazione di essere fatto per cose pi grandi e cerchi una dimensione diversa? Non preoccuparti! Non sei n un sognatore, n un illuso e neppure un inguaribile idealista! Ognuno di noi incamminato in una direzione che potr essere o un "progetto di vita" o un "copione di vita". L'abbiamo appena visto: "il copione di vita" un programma di vita generalmente non autentico perch non l'ho fatto io, ma l'ho ricevuto, quell'insieme di valori che fanno una "struttura di direzione" ma di cui la persona non consapevole, per cui vive senza accorgersene o subendola. Appare subito chiaro come tutto questo comporti numerosi aspetti negativi. "Il progetto di vita", all'opposto, la direzione che io scelgo, una direzione che prendo non perch mi stata consegnata ma perch io l'ho scelta e fatta mia. E' lo spazio nel quale trovano senso e possibilit di risposta alcune semplici quanto "ingombranti" e decisive domande. "Chi sono? A cosa servo? Che senso ha il mio stare con gli altri? Perch vivo?". Si tratta di incamminarsi negli "itinerari della consapevolezza" per entrare nel cuore della nostra esistenza. L dove possiamo prendere contatto con noi stessi, con le reali motivazioni di fondo.

Se davvero desideri intraprendere questo cammino, sappi, per che ti sar necessario un ."colpo di testa". Non cosa facile andare controcorrente e dire con le proprie scelte e la propria vita che non mai troppo tardi per assumersi le proprie responsabilit ed aprire gli occhi su un mondo che va al di l dei muri di casa mia. Ci vuole una grande determinazione per resistere alle lusinghe del "gatto e la volpe" di turno che chiedono di delegare loro l'unico successo che davvero conta: della tua vita per gli altri. Chi decide di prendere in mano le sorti della propria vita deve porsi l'eterno interrogativo del PERCHE'? vive o meglio del PER CHI?. La scelta di vita si fa sempre con un "colpo di testa", non irrazionale o impulsivo ma "superrazionale" cio trascendente a noi. Terminata la riflessione ci si butta in un rischio che non trova altra giustificazione se non quella di "Cos . Per Amore!". CONCLUDENDO Generalmente, alla base dei "copioni di vita", non ci sono grandi motivazioni.non c' un "perch" se non "perch cos fan tutti", o semplicemente, "perch mi piace.perch ne ho voglia", non c' una grande consapevolezza e non vengono investite le energie pi profonde della tua persona. Le scelte che hanno come base il "progetto di vita", chiedono un progressivo lavorio interiore fanno andare contro corrente.innescano numerosi e sempre pi esigenti "perch"possono creare disagevoli situazioni di incomprensione anche con le persone pi vicine. E LA PAROLA COSA CI DICE? Mc 10,46-52 CORAGGIO! ALZATI, TI CHIAMA! "Cosa vuoi che io faccia per te?" chiede Ges al cieco Bartimeo. E' la stessa domanda che a questo punto il vangelo fa a ciascuno di noi che, come lui, si ritrova cieco, seduto e fuori strada alla "ricerca dei nostri idoli". E' una domanda decisiva nel vangelo. Solo se sono cieco, e so di esserlo, so cosa voglio, e glielo chiedo. E noi facciamo nostra la sua risposta: "Ges abbi piet di me. Che io veda". "Vedere" negli itinerari della consapevolezza di essere amato/a da Qualcuno. Solo cos otteniamo la vista: la fede che salva e lo seguiamo nel suo cammino (v.52)! Il cammino del vangelo un'educazione del desiderio, per sapere cosa chiedere. Questo miracolo l'illuminazione battesimale che ci fa rinascere, uscire dalle tenebre alla luce. Nel vangelo di Marco questo cieco l'unico che chiama Ges per nome. Questo cieco specchio di ognuno di noi. Attraverso l'ascolto ha sentito la promessa di Dio, e pu desiderare e chiedere ci che vuol donarci. Da questo racconto la fede orecchi per ascoltare la Parola; bocca per gridare-denunciareannunciare ci che vivo e che vive questa umanit ferita; piedi per accorrere e servire Lui e i fratelli; mani per gettare il mantello e sporcarsele; occhi per vederlo incarnato nella storia e seguirlo sui sentieri del mondo. Questo racconto del vangelo di Marco di miracolo-discepolato diventa un appello per tutti noi nelle nostre situazioni di cecit, sulla nostra strada della croce: "Coraggio! Alzati, ti chiama!" DOMANDE x il punto 1) 1) ci Identifica quali sono i tuoi idoli esterni e interni a te. Non aver paura.! Dai nomi precisi a

2) 3)

che subisci ! Prova a scriverli! Le maggior parte delle tue "scelte" sono legate ad un "copione" o ad un "progetto"? Hai mai vissuto qualche esperienza, relazione, legame, amicizia particolarmente liberanti che ti hanno aperto improvvisamente gli occhi su orizzonti pi grandi di te stesso/a, della tua vita, del mondo che ti circonda dandoti l'impressione di essere proiettato/a in una nuova dimensione? E TI VENGO A CERCARE (Franco Battiato) E ti vengo a cercare Anche se solo per vederti o parlare Perch ho bisogno della tua Presenza Per capire meglio la mia essenza Questo sentimento popolare Nasce da meccaniche divine Un rapimento mistico e sensuale M'imprigiona a te Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri Non accontentarmi di piccole gioie quotidiane Fare come un eremita Che rivolge a se E ti vengo a cercare Con la scusa di doverti parlare Perch mi piace ci che pensi e che dici Perch in te vedo le mie radici Questo secolo ormai alla fine Saturo di parassiti senza dignit Mi spinge solo ad essere migliore Con pi volont Emanciparmi dall'incubo delle passioni Cercare l'uno al di sopra del bene e del male Essere un'immagine divina Di questa realt E ti vengo a cercare Perch sto bene con te Perch ho bisogno della tua Presenza

CANZONE

STORIA E IL DIAVOLO SI SPOS Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede (2 Pt 5,8-9) Il diavolo era furibondo e si sentiva completamente deluso dai suoi aiutanti. Il fatto che linferno stava rischiando il fallimento. Nessuno piombava pi nellinferno. Qualcosa non stava funzionando. Il diavolo era arrivato al limite della disperazione. Temendo il fallimento completo, dopo giorni di riflessione ed afflizione, arriv ad una decisione: si sarebbe sposato! Sposarsi significava diventare parente di molti uomini e donne della terra. Decise di prendere in moglie una giovane adulta chiamata Ingiustizia, figlia di una donna molto conosciuta e popolare di nome Corruzione. E da questultimo matrimonio nacquero sette figlie, tutte in buona salute. Ed ora, un altro piano diabolico: Far sposare le sue figlie! La famiglia si sarebbe allargata, i parenti sarebbero aumentati e linferno si sarebbe riempito nuovamente. La prima figlia si chiamava Superbia ed il diavolo la convinse a sposarsi con tutti i politici. Cos, col passare del tempo, il diavolo divenne parente con quasi tutti i politici, dai pi ai meno famosi. La seconda figlia si chiamava Avarizia. Ed avarizia, senza tanti fidanzamenti, si spos con i ricchi. Cos il diavolo ha moltissimi parenti tra i pi ricchi del mondo. La terza figlia, di nome Disperazione, si spos con facilit con i poveri. Il diavolo si vanta di avere moltissimi parenti anche tra i poveri. La quarta figlia venne chiamata Invidia e questa si spos con tutti i professionisti. Anche tra i

professionisti il diavolo ha un buona parentela. La quinta figlia si chiamava Ipocrisia. Era una figlia speciale ed il diavolo la diede in moglie a tante persone anche qualche religioso. Ed il diavolo contento di avere parenti nei conventi, monasteri e canoniche. La sesta figlia, di nome Vanit, non volle sposarsi e rimase a disposizione di tutte le donne. Cos il diavolo conta con una buona popolarit tra le donne. Anche la settima figlia, di nome Lussuria, non volle sposarsi. Le piaceva rimanere libera per mettersi a disposizione di tutti gli uomini. E suo padre, il diavolo, rimase ben contento di poter avere amici e conoscenti tra moltissimi uomini. Dopo il matrimonio delle figlie, il diavolo torn all'allegria e serenit di prima. La popolazione nellinferno cominciava ad aumentare. ANONIMO del sec. XVI. Citato da Ermenegildo Zanusso mccj, in Cuentame un ejemplo, Buena Prensa, Mxico DF) L'idolatria Nella societ odierna, parlando di idoli o di idolatria si portati subito a pensare a quelle statuette d'oro, d'argento, di legno o di altro materiale, che gli antichi popoli della terra si fabbricavano per rendere loro il culto, adorandole e attribuendo ad esse doti divine o molto spesso identificandole con delle presunte divinit. Leggendo i libri dei profeti Isaia e Geremia, possiamo trovare la descrizione della loro fabbricazione; statuette che raggiungevano dimensioni umane rappresentanti "dei domestici", i cosiddetti terafim. Si pu pensare a quei riti misticheggianti che i popoli primitivi compivano in onore di divinit sconosciute effettuando sacrifici umani per ottenere la protezione degli dei, la fecondit della terra, la vittoria nelle battaglie e nelle guerre, ecc. Volendo adeguarci ai nostri tempi, se effettuassimo un sondaggio d'opinione tra la gente comune, chiedendo cosa sia l'idolatria e se tutt'oggi esiste, la maggioranza di esse risponderebbe esprimendo i concetti sopra citati ed affermerebbero che l'idolatria oggi esiste soltanto tra i popoli meno civilizzati. Se l'uomo d'oggi fosse accusato di essere un idolatra, certamente resterebbe turbato, scandalizzato se non addirittura offeso da tale affermazione. Quindi la civilizzazione dell'uomo avrebbe sconfitto l'idolatria, a noi tanto lontana; invece non cos. Tutt'oggi l'idolatria presente anche tra le persone cosiddette civilizzate. Il vero senso dell'idolatria pu essere sintetizzato in questa affermazione: L'idolo pu essere una persona o una cosa che nel nostro cuore prende il posto di Dio: anche le cose che a noi possono sembrare banali, se occupano nel nostro cuore lo spazio che spetta a Dio, sono idoli. Inoltre, l'amore del denaro, la concupiscenza, l'avarizia, la ghiottoneria sono tutte forme di idolatria. Lo sport, il potere, il sesso, l'io dell'uomo, anche l'amore per una persona possono diventare idoli. Se si mette al posto del Creatore la creatura si entra nell'idolatria. "Fate dunque morire le vostre membra che son sulla terra: fornicazione, impurit, lussuria, mala concupiscenza e cupidigia, la quale idolatria" (Colossesi 3:5). "Poich voi sapete molto bene che nessun fornicatore o impuro, o avaro (che un idolatra), ha eredit nel regno di Cristo e di Dio" (Efesini 5:5). Pensiamo per esempio alle grandi manifestazioni sportive e alla grande attenzione che suscitano; durante i periodi dei mondiali di calcio (dove viene celebrato il "dio pallone"), i giornali, la televisione, i mass-media in genere concentrano l'attenzione dell'intero globo, facendo passare in secondo piano notizie magari ben pi importanti. Non c' nulla di male nello sport o in altre cose, quando queste non invadono la vita dell'uomo al punto di diventare la cosa pi importante della vita, prendendo il posto che spetta a Dio solamente. Questo esempio vale naturalmente anche per la musica, la televisione, il denaro, il cibo, e ogni altra cosa. Queste cose non contengono un male in s ma il valore che gli d a volte l'uomo che le rende idoli. Anche l'amore per la propria fidanzata o moglie se ha la priorit nella propria vita al punto di causare una trascuratezza verso Dio, nel servirLo, adorarLo ed amarLo, diventa idolatria (vedi le parole di Ges in Matteo 10:37). Quindi stiamo attenti a non cadere nell'idolatria, non pensando che essa sia necessariamente il genuflettersi davanti a una statua o il rivolgersi a pratiche occulte o esoteriche, ma dando il giusto valore ad ogni cosa e soprattutto mettendo al primo posto nelle priorit del nostro cuore e della nostra vita di tutti i giorni Ges Cristo, il nostro Signore e Salvatore. Studio biblico: Idolatria o adorazione di Dio?

Nella nostra cultura occidentale, lidolatria viene spesso considerata lontana nel tempo e nello spazio; invece sotto molte forme manifeste o velate, diffuse o ignorate, accettate o camuffate, presente anche presso di noi o in noi. Questo breve studio vuole invitare i lettori a considerare a quale dio affidano la loro vita presente e futura e, per chi non lavesse ancora fatto, a scoprire lUnico Vero Dio, Creatore e Signore. Rossella Melodia (giugno 1994) "Allora Ges disse: va' Satana, poich sta scritto: Adora il Signore Iddio tuo e a Lui solo rendi il culto." (Matteo 4:10) 1. DIO LUNICO DIO 1.1 DIO, IL CREATORE, SI RIVELA NELLA SUA PAROLA La prima pagina della Bibbia, anzi gi le prime parole, ci parlano di Dio, come creatore dei cieli e della terra (Genesi 1:1) Viene messo subito in evidenza lefficacia della Parola di Dio, il legame stretto tra la Parola creatrice e la creazione, che non si esaurisce nellatto creatore (gi potente e meraviglioso) ma che dura nel tempo, infatti: "sia la luce e la luce fu". (Genesi 1:2-3) E la luce, cos come tutto il creato, c ancora! "In perpetuo o Eterno, la tua Parola stabile nei cieli. La tua fedelt dura di et in et, tu hai fondato la terra ed essa sussiste". (Salmo 119:89-90) Evidente anche lintenzione di Dio di rivelarsi ed entrare subito in stretto rapporto con la sua creatura pi amata: luomo. Sia alla creazione, che nel corso di tutti i secoli della storia umana. Dio quindi vuole farsi conoscere, ma lui che determina i modi, gli aspetti e i tempi della rivelazione. 1.2 DIO SI RIVELA COME UNICO DIO I passaggi biblici in cui Dio rivela qualcosa di s, dei suoi pensieri, progetti, azioni, sono numerosissimi, e la scelta fatta in questo breve studio, riguarda solo alcuni passaggi che ci rivelano Dio, come unico Dio, Creatore, Salvatore, Signore di tutto luniverso, escludendo, quindi, categoricamente, ogni falsa divinit. "Ora vedete che io sono Dio e che non v altro Dio accanto a me." "LEterno, lIddio nostro, lunico Eterno". (Deuteronomio 32:39 e 6:4) Dio, lEterno, vuole che tutti coloro che lo temono, lo cercano e lo adorano, sappiano e riconoscano chi egli e ci che desidera rivelarci di s e delle sue opere, e che, a loro volta, divengano suoi testimoni nel mondo. "I miei testimoni siete voi dice lEterno, voi ed il mio servo che io ho scelto, affinch voi lo sappiate, mi crediate e riconosciate che sono io. Prima di me nessun Dio fu formato, e dopo di me non v Salvatore" (Isaia 43:10-11) Leggendo queste parole, ci mettiamo, se cos si pu dire, nella posizione di ascolto ed a ciascuno di noi il Signore stesso dice: "Sappi dunque oggi e ritieni in cuor tuo che lEterno Dio: lass nei cieli e quaggi sulla Terra; e che non ve n alcun altro." (Deuteronomio 4:39) NON VE N ALCUN ALTRO! Se vogliamo dunque adorare il vero Dio, facciamo attenzione a ci che Lui stesso ci dice, ascoltiamo la sua Parola e lasciamo da parte i nostri personali (o tradizionali) modi di considerare le cose, se la Parola di Dio ci fa vedere altrimenti. Questo breve capitolo, e la lettura di alcuni versetti ci hanno finora detto che Dio lunico Dio, Creatore, Eterno, Salvatore, Signore dei cieli e della terra. 2. DIO E LE IMMAGINI 2.1 PROIBIZIONE DI FARSI IMMAGINI DI DIO. Per prima cosa dobbiamo ricordare una cosa fondamentale: in Genesi sta scritto che "Dio form luomo a SUA immagine" (1:27) e non siamo autorizzati a farci un dio a NOSTRA immagine, n materiale, n mentale, ma ci richiesto di ascoltare la sua Parola, per sapere cosa Dio ci dice e vuole da noi. Cosa dice Dio delle immagini che luomo fa per adorarlo? Si pu immaginare Dio? Possiamo farci delle immagini, delle statue che ci aiutino a pensare a Lui? "non dobbiamo credere che la divinit sia simile ad oro, argento o a pietra scolpita dallarte o dallimmaginazione umana (Atti 17:29)

Si pu rappresentare Dio? "A chi vorreste voi assomigliare Iddio? E con quale immagine lo rappresentereste? Un artista fonde lidolo, lorafo lo ricopre doro e vi salda delle catenelle dargento A chi dunque mi vorreste assomigliare, perch io gli sia pari?" (Isaia 40:18-26 Cfr. 41:4-7 e 24; 44: 6-20) Dio, quindi, non desidera che luomo, anche se per adorarlo, si serva di immagini: statue, pitture, e rappresentazioni. Per quanto possano essere belle e artistiche non sono gradite a Dio. Dio non vuole essere rappresentato data limpossibilit di immaginarlo o paragonarlo a qualcosa e VIETA, in maniera categorica, di farsi immagini di altre cose per farne oggetto di culto. 2.2 PROIBIZIONE DI ADORARE IMMAGINI. LEterno un Dio geloso: la nostra adorazione deve essere rivolta solo a Lui. "Non ti fare scultura alcuna, n immagine alcuna delle cose che sono lass nei cieli e nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servire loro, perch io, lEterno, lIddio tuo, sono un Dio geloso." (Esodo 20:2-5; Deuteronomio 4:15-19) Immagini di cose celesti, immagini di cose terrestri; immagini umane: ogni tipo di statua e immagine categoricamente proibita. "Non vi farete idoli, non vi eleverete immagini scolpite, n statue e non collocherete nel vostro paese alcuna pietra ornata di figure, per prostrarvi davanti ad essa, poich io sono l'Eterno, lIddio vostro." (Levitico 26:1) Prostrarsi, inginocchiarsi, indiscutibilmente segno di ADORAZIONE, infatti, quando i magi doriente cercano Ges lo cercano non solo per fargli dei doni ma per adorarlo, le indicazioni dei Vangeli sono precise: "i magi prostratisi adorarono Ges" (Matteo 2:11) ed ancora Satana stesso a dichiararlo quando nel tentare Ges, dice: "Tutte queste cose io te le dar, se prostrandoti tu mi adori" (Matteo 4:9) ed ancora, dopo la resurrezione, Ges riceve ladorazione di alcune donne: "esse accostatesi gli strinsero i piedi e ladorarono" (Matteo 28:9, Giovanni 9:38). chiaramente espressa, in tutta la Bibbia, la proibizione di farsi immagini di ogni genere: uomo, donna, altri esseri (Deuteronomio 4:16-17). Cos porle su altari e colonne, inginocchiarsi, baciarle, accendere candele, incenso, fare offerte varie, portarle in processione, rivolgere loro preghiere unabominazione per Dio. Le immagini o immaginette, statue, reliquie, sono IDOLI. Anche il 2 comandamento proibisce luso di immagini: "Non ti fare scultura alcuna, n immagine alcuna delle cose che sono lass nei cieli o quaggi sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose, non servire loro, perch io lEterno, lIddio tuo, sono un Dio geloso" (Esodo 20:4) A questo punto ci possiamo domandare se le statue che riempiono le chiese di ogni paese e citt, che ornano i crocicchi e le case, servono per aiutare a ricordarci di Dio, o se invece CONTRASTANO apertamente la volont di Dio, ben chiaramente espressa. Dio ha detto esplicitamente: NON vi fate immagini a scopo di culto. Ricordiamo che la sua Parola non si pu annullare e non muter mai (Salmo 119:89). A meno che, a noi, non stiano pi a cuore le nostre tradizioni umane (ma Ges condanna severamente coloro che, in un modo o in un altro lasciano la verit della Parola di Dio, per la tradizione umana!), dobbiamo riconoscere i nostri errori ed allontanarcene. 2.3 GLI IDOLI SONO EFFICACI? Una statua una scultura di marmo, legno, gesso, metalli vari, a volte anche preziosi, ma sempre materiali inerti lavorati dallo mano delluomo. "I loro idoli sono argento e oro, opera di mano duomo. Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchie e non odono, hanno naso e non odorano,hanno mani e non toccano, hanno piedi e non camminano la loro gola non rende alcun suono." (Salmo 115:4-9; 135:15; Habacuc 2:18-20) Sono pezzi di legno, dice Dio stesso, per bocca del profeta Isaia: "I loro idoli pi cari, non giovano a nulla. Il fabbro lima il ferro, lo mette nel fuoco, forma lidolo a colpi di martello Il falegname stende la sua corda, disegna lidolo con la matita, lo lavora con lo scalpello, lo misura con il compasso e ne fa una bella figura umana, una bella forma duomo, perch abiti una casa.

..Nessuno rientra in s stesso, ed ha conoscimento ed intelletto per dire: mi prostrer io dinnanzi ad un pezzo di legno?" (Isaia. 44: 9-20) Quale efficacia pu avere un pezzo di legno? Senza altri commenti, leggiamo cosa dice a proposito il profeta Geremia: "I costumi dei popoli sono vanit. si taglia un albero della foresta e le mani delloperaio lo lavorano con lascia, lo si adorna dargento e doro, lo si fissa con chiodi e martelli perch non si muova. Codesti di, sono come pali in un orto di cocomeri, e non parlano; bisogna portarli perch non possono camminare. Non li temete! Perch non possono fare alcun male, e non in loro potere di fare del bene" (Geremia 10:2-11). E competenza dellartigiano, saper scegliere il pezzo di legno adatto per trarne, secondo una ben precisa domanda commerciale, delle statue sacre o degli oggetti di uso profano. E i profeti come Geremia e Isaia, e apostoli come Paolo, cercano di aprire gli occhi ai loro contemporanei (ed anche a noi) sulla vacuit di farsi un idolo e poi pregarlo. 2.4 COSA NE PENSA DIO DI QUELLI CHE SI RIVOLGONO ALLE STATUE ? "Non hanno intelletto quelli che portano il loro idolo di legno e pregano un dio che non pu salvare." (Isaia 45:20) Pensiamo alle innumerevoli processioni, che quasi quotidianamente attraversano luna o laltra delle nostre citt e villaggi; le statue sono portate a spalla a volte in estenuanti viaggi e corse, tra le grida della folla, come al tempo del profeta Isaia. "Profondono loro dalla loro borsa, pesano largento nella bilancia, pagano un orefice, perch ne faccia un dio per prostrarglisi davanti, per adorarlo. Se lo caricano sulle spalle, lo portano, lo mettono al suo posto, ed esso sta in piedi e non si muove dal suo posto e bench uno gridi a lui, esso non risponde, n lo salva dalla sua distretta" (Isaia 46:6-7). Anche nel Nuovo Testamento, lapostolo Paolo esorta a fuggire lidolatria arrivando a dire che il culto reso agli idoli, in realt reso ai demoni e non a Dio (1 Corinti 10:19-20). 2.5 TOLLERABILE AGLI OCCHI DI DIO LIDOLATRIA? Per lantico Israele la proibizione era totale, severa, incontestabile. Lappartenenza al popolo di Dio, lo doveva differenziare dagli altri popoli, e dai loro usi. Nello stretto rapporto, tra Dio ed il suo popolo, non suoni strana lespressione che segue, poich lEterno si spesso paragonato allo sposo della infedele Israele. "Essi mi hanno mosso a gelosia con ci che non Dio, mi hanno irritato coi loro idoli vani" (Deuteronomio 32:21 cfr. Geremia 7:18). Facciamo dunque nostra lesortazione di Paolo: "Perci cari miei, fuggite lidolatria!" (I Corinti 10:14) e quella dellapostolo Giovanni: "Figlioletti, guardatevi dagli idoli." (I Giovanni 5:21) 3. BISOGNA CERCARE DEI MEDIATORI ? 3.1 LA MEDIAZIONE DEI SANTI Certe chiese, luoghi intenzionalmente destinati ad accogliere fedeli che rendono culto a Dio, sono molto spesso dedicate agli idoli. Portano infatti il nome di santi, cio di persone ritenute pie, da tempo morte e che vengono onorate con statue, feste, processioni, insomma proprio con tutto ci che Dio non vuole! Possiamo umilmente chiederci se siamo fedeli a Dio facendo ci che egli ci domanda, o invece a lui infedeli? La maggior parte delle statue collocate dentro e fuori le chiese cattoliche, non rappresentano neppure il nostro Signore Ges (Dio non vuole nessun tipo di statua, ma sarebbe umanamente pi logico) ma sono statue raffiguranti altre persone. Di alcuni di questi cosiddetti santi esistono solo leggende, pie tradizioni e non documenti storici. Recentemente il Papa stesso ha dichiarato che alcuni dei santi tra i pi venerati, non erano neppure mai esistiti [nel nuovo calendario liturgico 1969 sono stati eliminati: santa Filomena, santa Veronica, san Gennaro (poi ristabilito), ecc]. La funzione mediatrice dei santi, una pura invenzione umana. Maria, la mamma di Ges, e i santi raffigurati nelle immagini, sono dei morti non ancora risuscitati e la Bibbia vieta, con parole severe, qualunque contatto, o tentativo di contatto con laldil. "un popolo non deve consultare il suo Dio? Si rivolger ai morti in favore dei vivi?" (Isaia 8:19-20). Nel capitolo 11 della lettera agli Ebrei vengono citati i testimoni della fede, cio credenti che ci sono di esempio, ma non una sola parola ci spinge alla loro venerazione. Sono infatti presentati solo per incoraggiare la nostra fede e perseveranza, affinch non ci perdiamo danimo (II Corinti 4:1).

Il brano termina non con un incoraggiamento alla venerazione di martiri o santi defunti, ma con un imperativo categorico: ".guardando Ges, perfetto esempio di fede." (Ebrei 12:1-2). Non solo qui non c nessuna indicazione alla dulia (culto di venerazione dei santi) ma c una raccomandazione ben ferma: prendete pure esempio dalla loro fede, ma guardando a Ges. Si pu inoltre notare che, in questo capitolo, neppure un accenno viene fatto a Maria, madre di Ges. Se veramente le appartenesse tutto ci che oggi di lei si dice (Immacolata, Ausiliatrice, ecc.) non avrebbe avuto diritto ad almeno un po di posto nella lista ed un accenno di venerazione? 3.2 GES UNICO MEDIATORE a Dio direttamente che ci si deve rivolgere, nel nome di Ges Cristo (suo Figliolo), lunico che ci garantisce di poter accedere al Padre. Infatti: "Nel nostro Signore Cristo Ges abbiamo la libert daccostarci a Dio, con piena fiducia, mediante la fede in lui" (Efesini 3:12). Ges stesso, parlando con i suoi discepoli, dichiara di essere lunica via, infatti nel vangelo di Giovanni leggiamo queste sue parole: "Io sono la via, la verit e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Giovanni 14:6). Ges lunico Salvatore, lunico nome nel quale la nostra salvezza e lapostolo Pietro, con coraggio testimonia che: ..in nessun altro la salvezza; poich non vi sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi possiamo essere salvati. (Atti 4:12) Nostro unico Salvatore, mediatore ed intercessore Ges Cristo; non vi sono altri intermediari: "poich v un solo Dio, ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Ges.." (I Timoteo 2:5). Ed ancora: "Ges Cristo quel che morto; e pi che questo risuscitato ed alla destra di Dio, ed anche intercede per noi" (Romani 8:34; cfr. Ebrei 7:25). 3.3 GLI APOSTOLI NON VOGLIONO ESSERE ADORATI Si pu aggiungere che gli apostoli stessi, ancora in vita, RIFIUTAVANO categoricamente qualunque forma di venerazione a loro rivolta. "E come Pietro entrava, Cornelio, fattoglisi incontro, gli si gett ai piedi e lador. Ma Pietro lo rialz dicendo: alzati, anchio sono uomo" (Atti 10:25-26; 14:11-15). Qualcuno pu obiettare che Pietro, dopo la morte, in uno stato differente rispetto a quando era sulla terra, quindi se ne dedurrebbe che si possa venerarlo, poich spirito vivente nel cospetto di Dio. Vi sono numerosi esempi di santi morti prima della fine della stesura dei Vangeli: (Giovanni Battista) e degli Atti (Santo Stefano primo martire, Giacomo, ecc.) che potrebbero, a ragione, ricevere la venerazione dei credenti rimasti. Invece in nessuno di questi libri, n nelle lettere, n in Apocalisse vediamo che i credenti viventi preghino o invochino questi santi e martiri, n incitino altri a farlo. Come mai? Lapostolo Paolo, fa una affermazione estremamente interessante scrivendo ai Filippesi: "Io sono stretto dai due lati: ho il desiderio di partire e dessere con Cristo, perch cosa di gran lunga migliore, ma il mio rimanere nella carne, pi necessario per voi" (1:23-24). Qui lapostolo Paolo dice espressamente che sa di essere pi utile, anzi necessario a loro, se rimane vivo, e non morto. Se il partire e lessere con Cristo, cio morire ed essere nella gloria, fossero non solo una gioia per Paolo, ma la possibilit di intercessione per i Filippesi, un aiuto per loro, lapostolo non si sarebbe espresso nei termini inequivocabili che abbiamo letto. I santi sono utili agli uomini da vivi, non da morti. Anche il pi grande santo, cio credente, da MORTO non pu fare NULLA per i vivi e viceversa. unabominazione terribile il crederlo; il culto dei morti di origine satanica. 3.4 GLI ANGELI NON VOGLIONO ESSERE ADORATI Il discorso della venerazione come idolatria, non cambia neppure in relazione agli angeli: infatti neppure gli angeli (spiriti viventi al cospetto di Dio) vanno venerati. Vediamo infatti cosa dice la Parola di Dio a questo proposito. "Ed io Giovanni quando ebbi udite e vedute (queste cose) mi prostrai per adorare ai piedi dellangelo, che mi aveva mostrato queste cose, ma egli mi disse: Guardati dal farlo! Io sono tuo conservo e dei tuoi fratelli, i profeti, e di quelli che serbano le parole di questo libro. Adora Iddio!" (Apocalisse 22:9; cfr. 19:10)

ADORA IDDIO! Questa esortazione fatta da un angelo allapostolo Giovanni (che essendo uomo aveva le stesse caratteristiche nostre) deve essere presa alla lettera (e da subito) da coloro che vogliono veramente restare nellobbedienza alla volont di Dio. Dobbiamo adorare Iddio direttamente, senza la mediazione di statue che dovrebbero aiutarci a ricordarlo, senza la mediazione di persone che ne prendono il posto Dobbiamo adorare Iddio senza lintermediazione dei cosiddetti santi; adorare Dio in spirito e verit (Giovanni 4:23). Cristo Ges lunico intermediario tra Dio e gli uomini, egli che Dio rivelatosi in carne: "Poich v un solo Dio, ed anche UN SOLO MEDIATORE fra Dio e gli uomini: CRISTO GES uomo, il quale diede se stesso quale prezzo di riscatto per tutti" (I Timoteo 2:5). Ges cristo vivente, oggi e in eterno! Ricordiamoci che dobbiamo dare a Dio il culto che lui desidera, e non quello che fa piacere a noi, e che ci viene tramandato dalla tradizione umana. 4. LIDOLATRIA ESISTE ANCORA 4.1 IL CULTO IDOLATRA ESISTEVA SOLO NELLANTICHIT? No! Ai tempi di Abramo (circa 1800 a.C.) lidolatria era diffusa e praticata ovunque e ai tempi in cui Israele era un regno, minacciava il popolo di Dio, ma non si deve pensare che essa sia relegata al passato. Lapostolo Paolo, soggiornando ad Atene, soffriva nel vedere la citt piena di idoli (siamo nel 60 d.C. circa). "Or mentre Paolo li aspettava ad Atene, lo spirito gli si inacerbiva dentro a vedere la citt piena di idoli." (Atti 17:16) Lo stesso Paolo scriveva invece, poco dopo, ai Tessalonicesi, questo elogio: "vi siete convertiti dagli idoli a Dio per servire lIddio vivente e vero" (1:9) Se 2.000 anni prima di Cristo, luomo era idolatra, se lo era anche ai tempi di Cristo, possiamo dire, che luomo non cambiato neppure oggi 2.000 anni dopo Cristo. Infatti il progresso scientifico e tecnologico non ha migliorato il cuore delluomo, che, se non si converte a Dio, resta insanabilmente maligno incline al male (Geremia 17:9). "Or sappi questo, che negli ultimi giorni verranno dei tempi difficili, perch gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, irreligiosi, senza affezione naturale, mancatori di fede, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, temerari, gonfi, amanti del piacere anzich di Dio, aventi la forma della piet, ma avendone rinnegata la potenza" (I Timoteo 3:1-5). Quanto Paolo prediceva, si sta realizzando sotto i nostri occhi: gli uomini cercano il dio denaro, il dio piacere, il dio egoismo, il dio ateismo, il dio IO. E nel futuro, le cose, miglioreranno? La Bibbia ci dice di no. Anche negli ultimi giorni, predetti dal libro dellApocalisse, si riparla di idolatria, di statue di idoli, malgrado i giudizi spaventosi cui sar sottoposta lumanit. "e il resto degli uomini non si ravveder delle opere delle loro mani, s da non adorare pi demoni e gli idoli doro e dargento e di rame e di pietra e di legno, i quali non possono n vedere, n udire, n camminare" (Apocalisse 9:20). 4.2 VARIE FORME DI IDOLATRIA Lidolatria assume diversi aspetti, alcuni, forse, insospettati. Se fino ad ora abbiamo visto come non sia richiesta da Dio, anzi sia energicamente vietata, la fabbricazione di immagini e statue per adorarle, non si pu pensare che sia meno grave lidolatria che certe persone manifestano per altre persone. Basti pensare al delirio che suscitano gli idoli sportivi, o della canzone, o del cinema. Anche alcuni oggetti di uso comune, hanno assunto la funzione di idoli. Fa parte del linguaggio corrente, dire: lautomobile il suo idolo come mi piace questa pelliccia, io adoro il visone io non credo in niente altro che nella scienza nella politica. nelluomo.nella pace. (che poi sempre credere nelluomo), ecc. Ci sono anche altre pi nascoste e tenaci forme di idolatria, che potrebbero restare nei meandri bui del nostro cuore tortuoso, se la Parola di Dio non li svelasse. Infatti, lidolatria anche nascosta nel cuore. "Poich la ribellione come il peccato della divinazione, e lostinazione come ladorazione degli idoli e degli di domestici" (I Samuele 15:23). "questi uomini hanno innalzato i loro idoli nel loro cuore" (Ezechiele.14:1-11; 16:17). Se i precedenti versetti non ci riguardano, forse siamo tra quelli a cui sono rivolti quelli seguenti.

"Poich voi sapete molto bene che nessun avaro - che un idolatra - ha eredit nel regno di Cristo e di Dio (Efesini 5:5-6) "...la cupidigia idolatria" (Colossesi 3:5) Lavarizia, la cupidigia, la ribellione, lorgoglio, sono tutte forme di idolatria. Il peccato di idolatria riguarda MOLTI, un peccato molto pi diffuso di quanto non si pensi. 4.3 COSA FARE PER CHI SI SENTE COLPEVOLE DAVANTI A DIO. La Parola di Dio, citata in questa ricerca sullidolatria, parla chiaro: molti uomini sono idolatri, molti non conoscono il vero Dio, molti lo offendono addirittura con pratiche idolatre che Dio reputa abominevoli. Che fare? "Or essi, udite queste cose, furon compunti nel cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: fratelli, che dobbiamo fare? E Pietro a loro: ravvedetevi" (Atti.2:37-38). Deve ravvedersi anche chi stato idolatra senza rendersene conto, in buona fede, seguendo ci che gli era stato insegnato? "Iddio, dunque, passando sopra ai tempi dellignoranza, fa ora annunziare agli uomini che tutti, per ogni dove, abbiano a ravvedersi" (Atti.17:30). Ed ancora "Volgetevi a me e siate salvati, voi tutte le estremit della terra! Poich io sono Dio, e non ve n alcun altro" (Isaia. 45:22). Ravvedersi, pentirsi, rivolgersi a Dio, chiedere ed ottenere il perdono, credere alla Parola di Dio, tutto ci necessario per chi vuole adorare il vero Dio. Ges Cristo venuto sulla terra proprio per salvarci dai nostri peccati, ha preso su di s la condanna che sarebbe stata per ciascuno di noi. Non c peccato che non possa essere perdonato e la Parola di Dio, quando ci fa vedere il nostro peccato, lo fa perch ci possiamo ravvedere, pentire e convertire, lasciando il peccato e scegliendo Dio e la sua Via. Chi si sente colpevole davanti a Dio, ha una speranza, purch esprima il pentimento e richieda a Dio, il perdono: "Prendete con voi delle parole e tornate allEterno! Ditegli: perdona tutta la nostra iniquit" (e Dio risponde) "Io guarir la loro infedelt, io li amer di cuore" (Osea 14:2-4). "E se vi par mal fatto servire lEterno, scegliete oggi a chi volete servire: o agli di ai quali i vostri padri servirono. di l dal fiume (Eufrate), o agli dei degli Amorei, nel paese dei quali abitate. QUANTO A ME E ALLA CASA MIA, SERVIREMO ALLETERNO." (Giosu 24:15)

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