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800 g di riso, 1 bustina di zafferano, 3 uova, 100 g di burro, 200 g di parmigiano grattugiato.
Per il ripieno:
300 g di carne tritata di vitello, 150 g di prosciutto cotto in 3 fette, 400 g di pomodori pelati, 200 g di
piselli, 150 g di caciocavallo fresco, 100 g di burro, 1 cipolla, sale e pepe.
Per impanare:
Per friggere:
olio di arachidi.
Preparazione:
Versarlo in una ciotola ed amalgamarlo con 5 uova già sbattute, lo zafferano, 100 g di burro.
Sbollentare i piselli in poca acqua salata, scolarli e passarli in padella nel burro rimasto.
In un’altra padella soffriggere in olio la cipolla tritata e, appena si sarà dorata, unire il macinato e i
pomodori pelati tagliati a pezzetti.
Aggiustare di sale e di pepe, unire i piselli e lasciare cuocere a fuoco bassissimo, coperto, per un’ ora.
A questo punto, preparare gli arancini.
Prendere in mano un po’ di riso e mettere all’interno un cucchiaio di ripieno, un pezzetto di caciocavallo
fresco, qualche dadino di prosciutto cotto.
Passare gli arancini in farina, poi nelle uova sbattute con sale, quindi nel pangrattato.
VARIANTE:
Altri preparano una pastella di acqua e farina, in cui immergono gli arancini, prima di passarli nel
pangrattato.
CURIOSITÀ:
In Sicilia si dice arancini o arancine, a seconda della provincia. A Palermo e a Messina si chiamavano
arancine (a Palermo tutt’ora), mentre a Messina da un po di anni, e a Catania, si chiamano arancini.
A supporto della tesi del genere femminile vi è l’interpretazione dello storico palermitano Gaetano
Basile, che sottolinea come il nome derivi dalla forma sferica e dal colore che la rendono somigliante in
tutto e per tutto ad un’arancia.
3. Arancini con altri ripieni (alla Norma, ai funghi, al pistacchio, agli spinaci…): forma ovoidale.
Non tutti i rosticcieri mettono lo zafferano.