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Nel corso del ‘500 emancipazione musica strumentale. Produzione di brani puramente strumentali, ma
tanti adattamenti di brani vocali. Diffusione del dilettantismo strumentale; stampe di intavolature e manuali
di pratica (Shlick). Con la diffusione della pratica strumentale vengono migliorati gli strumenti.
Nel corso del ‘500 si nobilita la forma danza; alla fine del secolo cominciano ad esserci posti fissi per gli
strumentisti nelle cappelle.
Ricercare: breve componimento rapsodico, di interludio tra altri pezzi, basato su tecniche tipiche dello
strumento, scrittura costantemente imitativa.
Fantasia: come ricercare ma di scopo non didattico, più dato all’esecuzione pratica, più libera.
Capriccio: spirito fantasticamente inventivo.
Canzona: molto in voga le trascrizioni delle chanson francesi; che fossero poi destinate alla scrittura
strumentale? O doppia? Su liuto ce ne sono tante.
Canzoni bresciane prevalentemente scritte per composizioni di archi; veneziane per fiati (cornetto come
alternativa al violino).
Insomma la canzona strumentale partecipa alle nuove tendenze della monodia vocale e del basso continuo.
Canzone porta poi alla sonata. Toccata è tipo ricercare. Metà del secolo canzona sparisce e si parla di
sonata; inizialmente erano sezioni piccole e contrastanti, poi si riduce il numero delle sezioni e si ampliano
(-> tempi/movimenti). Destinate a combinazioni di strumenti a corde o a fiato, difficile fosse per solo e
basso continuo.
Marini: Bresciano, lavora in Italia e Germania, novità: sezioni lente introduttive, enfasi sui procedimenti
della variazione ornamentale o virtuosistica, collegamenti tematici tra più movimenti. Fornisce istruzioni
riguardo l’esecuzione. Marini e compari dell’epoca introducono cose come scordature sullo strumento,
tecniche come tremoli-glissando-trilli, spinta sulle posizioni acute.
Nella sua raccolta scrive “sonate da chiesa e da camera”: prima volta in una raccolta che si fa questa
distinzione, prima rilegata alla musica vocale. La distinzione col tempo andrà a indicare lo stile della
composizione (più contrappuntistica o più basata su ritmi di danze).
A fine Seicento lo schema della sonata è più o meno così: ù
- un movimento lento e piuttosto breve, in 4/4, con ritmi puntati e dissonanze armoniche;
- movimento veloce in stile fugato, con frequenti progressioni armoniche e melodiche;
- terzo movimento lento e in genere breve;
- quarto movimento finale veloce, in metro composto e omofonico o polifonico.

Musica da ballo nel corso del Cinquecento da musica per occasioni sociali a musica d’arte destinata a
formazioni da camera e ambito domestico; prevale l’omofonia e la struttura ripetuta; tema affidato a una
parte superiore. Termine suite originariamente usato per indicare l’aggruppamento di diverse varietà di
una stessa danza. Danze:
- pavana: in metro binario e moderatamente lenta, due o tre sezioni riprese in maniera variata
- saltarello: veloce e simile alla gagliarda
- gagliarda: in metro ternario e moderatamente rapida, generalmente formata da tre sezioni di 8 (o
12 o 16) battute l’una, formula ritmica puntata compare nelle battute dispari
- corrente: in vivace metro ternario puntato, con emiolia
- allemanda: metro binario lento, due sezioni simmetriche e armonicamente contrastanti, scrittura
riccamente imitativa
- sarabanda: metro ternario lento o veloce, due sezioni di quattro battute ripetute
- branle: metro ternario o binario lento o rapido (grasie al caso)
- piva (e padovana è simile): metro ternario quadro e rapida, di origine popolare
- giga: metro composto e vivace, in genere in due sezioni, ciascuna ripetuta
- passamezzo: metro binario tagliato, simile alla pavana ma poco più mossa
Gerolamo Frescobaldi
Accomuna l’arte del contrappunto con uno stile intensamente espressivo. Disposizione all’improvvisazione
che si rispecchia anche nella scioltezza delle composizioni.
Tipica struttura di una sua toccata: apertura accordale e statica, poi fase di più movimento con scale trilli
ecc., poi sezione basata su motivi ornamentali virtuosistici, e infine una sezione più stesa che si chiude con
una cosa iniziata con un ritmo armonico plagale.
Dodici fantasie, composte a 25 anni: struttura tripartita, con sezione centrale in ritmo ternario: le prime tre
fantasie sono a un soggetto, le seconde tre a due, poi a tre e a quattro. In quelle a più soggetti, questi
comunque derivano da una comune cellula motivica. Sono comunque composizioni di concezione
intellettualistica.
Poi ha fatto canzoni e ricercari, sempre dominati dal rigore contrappuntistico.
“Fiori musicali di diverse compositioni” ultima celebre opera: contiene una serie di diverse composizioni
difficili (anche sperimentazione armonica) destinate ad essere eseguite durante la messa.

Arcangelo Corelli
Come Frescobaldi influenza il repertorio tastieristico, Corelli influenza quello per archi. Lavora a Roma tutta
la vita, scrive solo musica strumentale, e poca: settantadue opere totali.
Magistero di equilibrio, razionalità e perfezione formale; permette di affinare le tecniche violinistiche
essenziali. Nell’equilibrata perfezione di Corelli, raggiunge diverso pubblico: dai dilettanti ai virtuosi.
Ricerca di controllo, pulitura, equilibrio stilistico, simmetria delle frasi melodiche, semplicità dei mezzi e
rinuncia alle trovate virtuosistiche (vedi Marini).
In Corelli si vede chiaramente l’influsso di Palestrina. Caratteristiche:
- punti fermi su cadenze perfette ben preparate;
- ripercussione vicina di accordi di tonica in fondamentale;
- catene di progressioni armoniche sul circolo delle quinte, oppure su quello delle quarte in direzione
opposta;
- pochi e semplici cromatismi e modulazioni;
- sequenze di scale e di arpeggi triadici.
Fraseggio simmetrico, lunga serie di progressioni melodiche.
Nei concerti grossi distinzione tra concertino e concerto grosso(ripieno). Concerto grosso corelliano
precursore del concerto solistico.

Stile francese (vedi Chambonnières): trilli, abbellimenti, “stile spezzato (style brisé)” cioè note arpeggiate e
in successione rapida.
A Froberger il merito di aver dato un corpo alla suite, cioè qualcosa data dalla volontà del compositore più
che all’arbitrio dell’esecutore.
Couperin
Clavicembalista eminente di inizio ‘700. Quattro libri dei “Pièeces de clavecin”, 223 brani raggruppati in 27
ordres. Alla base di questi brani sono forme di danza stilizzate; i titoli, vari, alludono ad elementi descrittivi
(una persona, un sentimento, ecc). forma prediletta è il roundeau. Si sposta su tutte le regioni della tastiera;
assegna particolare importanza all’esplorazione armonica.

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In Francia non fanno grande successo le opere italiane; vengono adattate quindi al gusto francese.
“Entrées” sono sezioni di balletto inserite in mezzo all’opera; compositore di queste sezioni è Lully.
Ballet de cour: vi agiscono i cortigiani, ha effetti di scena sfarzosi, argomenti mitologici per lanciare
messaggi politici, cori omofonici, interludi strumentali, canti solistici e danze tradizionali, rispetto dei ritmi
musicali secondo la metrica del verso francese. Airs sono brevi canti strofici, in forma binaria, per 4-5 parti
vocali in omofonia o per voce sola e liuto; parte fondamentale del Ballet. Molto successo ebbe il ballet
mélodramatique, con soggetto azioni pastorali o cavalleresche molto spettacolari, basate spesso sulla
Gerusalemme liberata di Tasso.
Dopo il 1620 i ballet diventano meno omogenei: hanno una trama generale che collega varie entrées e
brani strumentali.
Lully
Compositore fiorentino che grazie all’appoggio di Luigi xiv diventa il più eminente del tempo: diventa capo
dell’Académie Royale de Musique; forma lui il melodramma francese (tragédies liriques), vende un sacco di
partiture e simili, facendo un sacco di soldi; nessun dramma poteva essere scritto e inscenato senza la sua
approvazione, per decreto del re. Unica cosa musicale che sfuggiva al suo controllo era la musica
strumentale, dove quella italiana continuava a piacere.
Nel ballet di Lully vince la razionalità della rappresentazione: non ci sono infatti personaggi comici, i
sentimenti espressi sono chiari e diretti, non vengono rappresentate scene cruenti, tutto rispetta il verso.
Opere in cinque atti e un prologo; il prologo è generalmente scollegato dal resto: dei e ninfe cantano
facendo allusioni alla potenza della monarchia. Recitativo, in cui la parola viene valorizzata perché non più
cantato a caso come in italia, ma pensato per valorizzare il discorso, è fondamentale.
Orchestratione il Lully immaginosa (petit e gran choeur, ecc).
Prima dell’opera c’è l’overture.

Rameau
Importante come teorico e per le opere. Non inventa granché di nuovo, però sono esemplari.
La musica ha leggi “naturali” che la governano. Dà una base logica e ragionata alla tonalità, alla formazione
e al concatenarsi degli accordi.
Le sue opere hanno un carattere prettamente armonico; non si discosta dalla forma data da Lully, anche se
tende a “italianizzare”.

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