Sei sulla pagina 1di 95
Nes ecole pt a ey ee ey ee ee me ea | eee a ene ae nL mas eee, ABM tr RU eh L& te hs PP BeUnaIN | I) phe he ake PRETORIANA | ei ee) ee ee ee re a EDITORIALE @ SCALA, FIRENZE Le straordinarie osservazioni di Galileo al | telescopio, nell’anno 1610 (i satelliti di Giove, gli anelli di Saturno, la | Via Lattea come un fiume di stelle e non pit come striscia luminosa), oltre a portare evidenze a favore del copernicanesimo, avevano creato un altro spartiacque profondo tra la scienza e la religione, mostrando che se l’uomo, con i suoi sensi, non riesce a percepire alcune cose materiali (come appunto le stelle della Via Lattea), non é detto che queste non debbano esistere. Fu vanificata quindi ogni velleita di costruire un sistema di pensiero strutturato sull’immagine che V’uomo ha dell’universo, poiché questa é in realta assolutamente parziale, come quella che ha un pesce rosso rinchiuso tutta la vita in una boccia di vetro. Una rivoluzione dal punto di vista filosofico ancora piu potente della teoria eliocentrica di Copernico. Fu questo Vinizio di uno scontro epocale di un uomo solo contro la pit solida e potente istituzione dell’Occidente, la Chiesa, la quale aveva capito che la scienza di Galileo rischiava di minare i suoi stessi fondamenti. Uno scontro impari, che si concluse, come sappiamo, a favore della Chiesa. Come ha scritto Bertolt Brecht nella Vita di Galileo: «Lo scandalo degenero, per cosi dire, in una disputa di specialisti. La Chiesa, e con lei tutta la sua reazione, poté ritirarsi in buon ordine e conservare pit’ o meno intatta la sua forza». GIORGIO RIVIECCIO Direttore eed Pubblicazione periodica mensile - Anno V - n. 68 EDITORE: RBA ITALIA SRL Via Roberto Lepetit $10 4o1a4 Milane Direttore generale: STEFANO BISATTI WUT restless Plast! Redazione ¢ amministrazione: RBA TTALIA SRL SOLDATI PRETORIANI RILIEVO = VIA ROBERTO LEPETIT 8/10 DELI SEC., LOUVRE, PARIGI 20124 Milano FOTO: ERICH LESSING /’ ALBUM e-mail; storica@storicang.1t t Coordinamento editoriale: ANNA FRANCHINI Grafica: MAITE DUCUN Impaginazione, traduzione e adattamento: LESTEIA SRL Direttore responsabile: GIORGIO RIVIECCIO STAMPATORE: NILAG §.P.A. - Beprinters Wia Zanica, 92 a4126 - Rergamo www, storlcang.it E-mail: storica(@storicang.it Esce il 20 di ogni mese DISTRIBUZIONE: PRESS-DI DISTRIBUZIONE STAMPA & MULTIMEDIA - Via Mondadori, 1, 7 - 20090 SEGRATE (Mi) Bie Segui Storica su Facebook. News éd eventi quotidiani anche su social network: www.facebook.com/storicang PUBBLICITA: PUSLISTAMPA DDD ADV Corso Vercelli, 25 - 20144 Milano | Tel. o2 $460893 | i Fax 02 54107522 Registrazione presso il Tribunale di Milano n. 41 cel 2a/o12009 ISSN: 2095-8784 ©2009-2014 RBA ITALIA SRL SERVIZIO ABBONAMENTI Volete sottascrivere un abbonamento a Starica? Oppure dovete segnalare un eventuale disservizio? Chiamate il numero 199 111 999 per tutta Italia (costo della chiamata: 0,12 eure +1VA al minuto senza scatto alla risposta; per i cellolari il costa varia in funzione dell’operatore). Il servigia & attiva da himedi a venercli, dalle 9.00 alle 19.00. Altrimenti inviate un fax-al numero o30 7972387. Per chi chiama dall’estero ¢ attivo il numero +39 041 50909049. Oppure inviate una mail a servizioabbonamenti@ mondadoriit, o scrivete alla Casella Postale 97, 25126 Breacia SERVIZIO ARRETRATI Avete perso un numero di Storica o un numero di Speciale di Storica? Ecco come richiéderlo. Chiamale il numero 199 162.171 Altrimenti inviate una mail a collez(@mondadoriit. Oppure un fax al numero 0295240858. O scrivete a Press-di Servizio Collezionisti casella postale 1879, 20101 Milano | COLLABORATORE ye se, yomesenss ee CIVILTA ITALICHE GRECIA E ROMA WING ORIENTE STORIA. MODERMA STORIA. MEDIEVALE : ENRICO BENELLI I ai © Phen sie PAOLO MATTHIAE | VITTORIO BEONIO) MARINA Istituto di Studisurlle i Prolessore di BROCCHTIFRI MONTESANG Civilta faliche-< Arhenlomes Storia | Professor diStora Frojessoge ci Store dallArte del - 10 Oriente antice Univers ita ai Borns del Mediterranea Antica (iscima} del Cansigte Nagianale medievate. Liniversita Gi Messina Vitae Salute San Raffaele, rhodena press (Universi dash | Stull dalle Calabria: Unres sit Stetiate di delle Ricerche, Mifano; global visiting a; divetior® §| macabrodel ccllsgio Milano; membra Monterotonde prolessar Mew ‘York one della scuola di fordatore dalla (Remaz Linriversity Age hackacies Italiana obbarate Arie International Saciely Curatore della Auttioe di: Seconda a Ebla; membro for Cultural History Seconda edizione del Theseurus. Lirguee Etruscae, Fabrizio Serra editore Autore di: be iserziari | bilinguy etrusco-la line, ; Olschki nalura. Le baessualita falmands antica, Rizzoli - Uombigua molanne, Condizione & immagine della denn ) hebnandd greea & | foros, Feltrinelli dell Accademia Nazionale de} Lincei Autore di Eble, ui impero ritraveta, Einaudi Storia deliviite dalfOrente intica, Electa Mondadori Avutore dit Stone global, Persone, merci € idee fn movimerite Cole Gorman. Ueiropa 2 (Sua) antenat! Eneyclarnedia Avutrice di: Ga Fighne a Gerusalenime. Vidgagit dal prete Michele in Egitto ¢ in Terrosanta (1489-1490) Viella Editore Ceecia alle Publishers aireahe. Salerno Editrice | a A NE SALA IPOSTILA del tempio di Karnak, sede dei potenti sommi sacerdoti di Amon. || colonnato venne iniziato da Seti | e terminato da suo figlio Ramses Il. 22 Ramses XI Nel regno dell’ultimo faraone della XX dinastia, l’influenza dei sacerdoti di Amon si intensificé fino all’usurpazione del trono. DIMAITEMASCORT 32 Gli dei mesopotamici Ogni citta della Mezzaluna fertile era protetta da un dio. Per la maggior parte erano divinita piu temute che amate. DIJUANLUIS MONTERO FENOLLOS 42 La guardia pretoriana Ricco di privilegi e molto ben pagato, questo corpo di super professionisti formava l’élite dell’esercito romano. DI FERNANDO LILLO REDONET 54 La nascita della Russia I Vichinghi svedesi raggiunsero Bisanzio e la Persia: |’impresa porto alla fondazione dei primi Stati russi. IJ. £. RUIZ-DOMENEC 66 Galileo Le sue osservazioni rivoluzionarono la concezione dell’universo, sfidando la Chiesa. DIJAVIER ORDONEZ 80 La repubblica napoletana Sull’onda della Rivoluzione francese, a Napoli nacque un’effimera repubblica popolare. DIROSA MARIA DELL! QUADRI ELMO DI JAROSLAV Il, SIGNORE DI SUZDAL. XIII SECOLO. 6 ATTUALITA 10 personacc! STRAORDINAR! Pocahontas, un’indiana tra due continenti La principessa sposo un britannico e fu la prima indiana-europea. ]4 wevento storico Crociati contro cristiani, la conquista di Zara ll saccheggio della citta adriatica nel corso della della I'\V crociata. 18 vita QuoTiDIANA La bevanda che incanto tutta Europa Nel XVII secolo la moda della cioccolata dilago nell'alta societa. 90 cranpi scoperte Villa della Farnesina, la galleria di affreschi affacciata sul Tevere Nel 1879 furono scoperti i resti di una villa romane del | secolo a.C. 94 LIBR! E APPUNTAMENTI 96 ITINERARI 98 PROSSIMO NUMERO RISTORIA NATIONAL GEOGRAPHIC 5S M ATTUALITA RICORRENZE di indipendenza Divenuto colonia britannica nel 1814, l'arcipelago ha assorbito la storia e la cultura inglese per un secolo e mezzo, fino all’indipendenza nel 1964 inquant’anni fa, nel 1964, Malta diven- tava indipendente dalla Corona britan- nica. Si concludeva cosi un lungoperiodo storico duran- te il quale l’arcipelago era appartenuto a Fenici, Carta- ginesi, Romani, Arabi, Nor- manni, Aragonesi, Cavalieri di Malta, Francesi e Inglesi. Di tutte, la dominazione in- glese érimasta la pit vivain molti aspetti della vita mal- tese. Ebbe inizio nel 1799, quando gli Inglesi aiutarono la popolazione dell’isola a 6 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC espellere i Francesi di Na- poleone. Nel1802 il trattato di Amiens la riassegno ai Cavalieri di San Giovanni, ma la maggioranza della po- polazione preferi rimanere sotto la bandiera inglese. Avamposto chiave Nel 1814 l’arcipelago diven- ne cosi una colonia britan- nica, sotto il governatore Sir Thomas Maitland. Da quel momento, Malta divenne una parte importante dell’Im- pero inglese, avamposto cru- ciale nel Mediterraneo, pri- Malta celebra i50 anni ma per l’espansione britan- nicain Oriente, e poi duran- te la Prima e la Seconda guerra mondiale. Mai sen- timenti di autodetermina- zione della popolazione si intensificarono, cosicché nel 1964 acquisil’indipendenza, edivenne repubblicanel1974, pur rimanenco legata, nella vita socioculturale, al mon- do britannico. Che siritrova ancora oggi nel modo di vi- vere,e nella lingua (quelle ufficiali sono maltese e in- glese) anche se unita a co- stumi mediterranel. = OREM) 8e-e ENTE NASCHADE PER IL TURISMO Bl MALTA ENTE NAZROMAL © PERIL THRISHIG DI MALTA eae Tone eas Zoe ee ae a] ZOE AbhERFRmE EMA BES es Se . pt a ft" | fa ! f. "1 > Py i, : ; 2. pe i Al — i r 4 Ty = - e é Li | = G5 F< A awe @ i | eG 4 ws oe r : t é os es Ges 2 ee WeEaFaeeaere FE Wit & Bee ESE Da Leone Magno, che fermo Attila, a Pio IX, che visse la fine del potere temporale dei papi con I’Unita d'Italia: undid pontefici che hanno trasformato la storia d'Italia e del mondo dal punto di vista politico, culturale e spirituale, e hanno reso la Chiesa cattolica la pili potente organizzazione dell’Occidente, tra santita e guerre, armi e teologia, virtue peccati. 744 r a NATIONAL Cae Ci \uae M PERSONAGGI STRAORDINARI Pocahontas, l’indiana tra due continenti Dopo aver salvato la vita a un colono inglese in Virginia, la bellissima principessa nativa americana sposo un britannico e fu condotta a Londra, dove mori di vaiolo a soli 22 anni Sospesa tra storia e leggenda 1595 Nasce Pocahontas, figlia prediletta di Wahunsonacock, capo 8 dei Powathan, trib indigena della Virginia. ™@ fonda la prima colonia 10 STORICA NATIONAL GEQGGRAPHIC permanente europea ; aJamestown, lungo le rive del fiume James. 1613 Pocahontas viene rapita dagli Inglesi e condotta a Jamestown, dove si converte al Cristianesimo e sposa John Rolfe. La principessa si reca a Londra insieme al marito. Poco prima di ripartire per la Virginia contrae il vaiolo € in pochi giorni muore. La vicenda viene § romanzata dall'inglese \ John Davis, chenarra la storia d'amore tra a letteratura nel XIX secolo e il cinema nel XX hanno resa universalmente celebre: una principessa nativa americana che siinnamora diun capitano inglese, giunto in America all’inizio della sanguinosa colonizzazione eu- ropea, é gli salva la vita a rischio della propria. Ci appare come il tipico per- sonaggio di un romanzo d’avventura, eppure Pocahontas é esistita davvero elasua storia riflette le molteplici sfac- cettature che caratterizzarono|’incon- tro-scontro tra Europei e nativi nor- damericani nel XVII secolo. Nata intorno al 1595, ilsuo veronome era Matoaka, ma fin da bambina ven- ne soprannominata Pocahontas, un nomignolo che richiamava il suo ca- rattere vivace: letteralmente “pazze- rella”, “giocherellona” nella lingua dei Powhatan, l’etnia cul apparteneva. Pocahontas era la figlia prediletta del loro capo tribt, Wahunsonacock. I Powhatan erano una popolazione della grande famiglia algonchina — la stessa di cui facevano parte i Cheyen- ne, gli Arapaho e i Piedi Neri — stan- ziata in Virginia e nel Maryland. Qui avevano fondato una grande confede- razione detta Tsenacommacah, costi- tuita da unatrentina di gruppi indige- BRITISH LIBRARY / PRISMA ni riunitisi all’inizio del XVIII secolo in circa 200 villaggi, per un totale di circa15.000 abitanti. | Powhatan pra- ticavano un tipo dieconomia agricola basata sulla coltivazione del mais e del tabacco, ma vivevano anche dicaccia, pescae raccolta. La loro struttura po- litico-sociale era molto sofisticata: ogni livello della societa, a partire dal sin- golonucleo familiare, connetteval’in- dividuo a una rete di persone esterne al clan e creava nuovi centri di reci- proca lealta. Il potere si trasmetteva per linea materna, particolare che at- testa il ruolorilevante delle donne nel- la civilta powhatan. L’arrivo degli Inglesi L’esistenza dei Powhatan fu stravolta quando nel 1607 un centinaio dicolo- ni inglesi approdo sulle spiagge della baia di Chesapeake, compresa tra 11 Maryland e la Virginia. Si trattava di una spedizione promossa dalla Com- pagnia della Virginia, una societa di mercanti londinesi, con l’obiettivo di esplorare le potenzialita economiche dell’area, dalle vene aurifere a colture redditizie come il tabacco. Il primo inseciamento inglese perma- nente nel Nord America, Jamestown, fondato sulle rive del fiume James, per6 I primi coloni sopravvissero solo erazie all’aiuto degli indiani che fornirono loro mais, carne e pesce UN INDIANO E UN INGLESE IN VIRGINIA, INCISIONE DEL XVI SECOLO. BRITISH LIBRARY. a ce ee ee oS ae ide PEL es ee ee ee a eal) non sembrava destinato a durare alun- go. Era una zona paludosa e i coloni furono decimati dalla fame e dalle ma- lattie; nel gennaio 1608 soltanto qua- ranta di loro erano ancora vivi, soprav- vissuti alla carestia sotto la guida del capitano John Smith e grazie all’aiuto della tribu locale dei Powhatan. Gliindigeni inizialmente accolsero con benevolenza i nuoviarrivatie conces- sero loro alcuni terreni in usufrutto temporaneo (le terre appartenevano alla comunita e dunque non potevano in alcun modo essere alienate). Dal commercio con gli Inglesiricavavano inoltre oggetti di uso quotidiano qua- liasce, coltelli o pentole di metallo. Tuttavia questo periodo di equilibrio e reciproco scambio trai due popoli si sarebbe ben presto concluso. I coloni divennero amano a mano piti nume- rosi e il continuo arrivo di nuove on- date migratorie determin6o un fabbi- sogno sempre maggiore diterre, sucui gli Europei rivendicavano il semplice diritto di scoperta. Inevitabilmente, tra nativi e forestieri sorsero attritie tensionicrescenti di giorno in giorno. Quando arrivaronoi primi Britannici, Pocahontas aveva circa 12 anni. Pare LA FIGLIA TOP DEL CAPOTRIBU ene che fin da bambina provasse simpatia per icoloni e si aggirasse spesso nel loro accampamento, per via dei rap- porti commerciali che la sua triba in- tratteneva con gli Europei. Secondole fonti inglesi un particolare episodio, poiampiamente sfruttato da scritto- rieromanzieri, fu all’origine della leg- genda che avvolge la giovane indigena. Partito alla ricerca di cibo insieme ad alcuni uomini, il capitano John Smith venne catturato da Opechancanough, fratello minore del capo dei Powhatan, che era assolutamente ostile alla pre- senza degli stranieri sulle sue terre. PERSONAGGI DEA AGE FOTO In seguito, lo stesso Smith avrebbe raccontato di essere stato condotto dai nativia Werowocomoco, il villag- gio principale dell’Impero powathan. Qui il capitano stava per essere deca- pitato dallo stesso Wahunsonacock, quando Pocahontas, a rischio della propria testa, si getto sul ceppo e sup- plico il padre di risparmiargli la vita. et tt Pe kee 12 STORIGA NATIO NAL GEOGRAPHIC STRAORDINARI Molti storici hanno messo in dubbio la veridicita di questa storia. Alcunila ritengono una pura invenzione diSmi- th, che narré la vicenda in un’opera pubblicata solo nel 1624, oltre dieci anni dopol’accaduto. Altri ipotizzano che sebbene l’Inglese avesse creduto di essere salvato, fosse stato in realta coinvolto in un rituale teso a simbo- BETTMANN / CORBIS CORDON PRESS P Scotia fit mark, To the eral Aagt, bee dijeireer ings inajes 1 ig} 8) elects Leo LCR MLAs gh 98 alt Rett er aA) de} capo indiano Wahunsonacock, » leggiare lasua morte eé rinascitacome membro della criba. Ai Powhatan, del resto, conveniva mantenere buoni rapporti con Smith e la colonia di Ja- mestown per evitare una guerra aper- ta in cui difficilmente evrebbero po- tuto avere la meglio. Indiani contro Inglesi Le tensioni tra Inglesi e Indiani, per6, andarono sempre piu inasprendosi. I Powhatan tentarono di piegare con la fame gli invasori, negando loro ogni possibile scambio commerciale, e nel 1609 Wahunsonacock trasferi la sua capitale a Orapakes, situata nell’en- troterra e dunque meno esposta agli attacchi del nemico. L’anno successi- vo le schermaglie sfociarono in un contlitto sanguinoso che sarebbe du- rato fino al 1614. Gli Inglesi, forti del- le armi da fuoco, non esitavano a sac- cheggiare i villzggi indiani, massacran- do senza pieta anche donne e bambini. / ALBUM ARG L'ULTIMO INCONTRO QUANDO POCAHONTAS, i| Cui no- me era ormai lady Rebecca Rolfe, incontro di nuovo John Smith a Londra, si rivolse a lui con rive- renza chiamandolo “padre”. Poiché |’'uomo si stupi di essere apostrofato con tale appellati- vo, la principessa nativa replico: “Quando venisti nella terra di mio padre spaventando tutta la sua gente, tranne me, non ti sei intimorito e ora ti spaventi se ti chiamo padre? Ti dico che lo voglio e voglio che tu mw mi chiami figliae q per questo de- sidero essere eternamente tua pari’. POCAHONTAS, VESTITA SECONDO LA MODA EUROPEA DEL XVII SEC. 1616, SCUOLA INGLESE. Pocahontas non fu che una delle tante prigioniere della guerra. Nel 1613, men- tre si trovava ospite nel villaggiodiuna tribti alleata, venne rapita e trasferita nella colonia di Jamestown dal capita- no Samuel Argall, che intendeva scam- biarla con alcuni Britannici tenuti pri- gionieri dai Powhatan. A Jamestown, Pocahontas impar6I’in- glese e nel 1614 siconverti al Cristia- nesimo, battezzata con il nome di Re- becca. Poco dopo spos6 John Rolfe, un giovane vedovo di ventotto anni, che aveva introdotto il tabacco delle Indie occidentali in Virginia e pare fosse sin- ceramente innamorato di lei. Nella lunga lettera che scrisse al go- vernatore per richiedere l’autorizza- zione al matrimonio, il colono espri- meva l’amore che nutriva per la prin- cipessa indigena e assicurava dinon essere mosso “dallo sfrenato desiderio carnale, ma dal bene della sua pianta- gione, dall’onore del suo Paese, dalla gloria di Dio, dalla sua personale sal- vezza, chiamata Pocahontas”. Le noz- ze, celebrate il 5 aprile del1614, avreb- bero garantito un periodo di pace. Pocahontas in Inghilterra Nel1616, Pocahontas, che nel frattem- po aveva dato alla luce il piccolo Tho- mas Rolfe, giunse in Inghilterra insie- meal marito. La Compagnia della Vir- ginia desiderava esibire il proprio successo nell’impresa di colonizza- zione del Nord America, e non vi era sfoggio migliore di una giovane “sel- vaggia” convertita al Cristianesimo e sposata con un gentiluomo inglese. A Londra, Pocahontas divenne presto molto popolare, tanto da essere rice- vuta in udienza dalla regina Anna. L’ar- civescovo della citta organizzo per lei un festoso benvenuto; a corte, dove ebbe modo di incontrare nuovamente John Smith, i pittori fecero di tutto per poterla ritrarre. IL BATTESIMO DI POCAHONTAS a Jamestown, nel 16173 di John alte Nel marzo del 1617, la famiglia Rolfe decise di tornare in Virginia, ma ap- pena prima di partire Pocahontas con- trasse il vaiolo e in pochi giorni, a soli ventidue anni, mori. Il figlio Thomas fu educato in Inghilterrae torné nelle colonie solo nel 1640, dove fece gran- de fortuna e diede inizio a una delle famiglie pit prestigiose della Virginia. Dopo lamorte del padre di Pocahontas (1618), il suo successore Opechanca- nough guido vent’anni dirivolte con- tro gli nvasori, ma quando il fiero ca- po tribu fu catturato e ucciso dai sol- datiinglesinel1646, i Powhatan erano stati ormai pressoché sterminati. CARLO CARANC STORICO TESTO Per Il capitano Smith saperne ela principessa Pocahontas di piu John ee avis, Marsilia, 1995, ‘St Storia ia degli indiani d’America Siegfried Augustin, Odoya, 2009 JONAL GEOGRAPHIC 13 STORICA NAY IFBA / AGE FOTOSTOCK Crociati contro cristiani, la conquista di Zara Nel 1202 i soldati della IV crociata assediarono e saccheggiarono brutalmente la citta dalmata, cristiana ma ribellatasi al dominio di Venezia, disobbedendo agli ordini di papa Innocenzo III R § onappenaascese al soglio X= fl pontificionel 1198, Inno- %& 9 cenzo III chiamd i prin- AE cipicristiani a una nuova A " crociata in Terra Santa, la quarta. L’obiettivo era il recupero di Gerusalemme, caduta nel 1187 nel- le mani di Saladino, potente sultano d’Egitto e di Siria. Invano i promotori della III crociata, non ultimo l’audace Riccardo Cuor di Leone, re d’Inghilter- Ta, avevano tentato di riconquistarla. Lappello di Innocenzo ITI fu inizial- mente accolto con freddezza, ma dopo 14. STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC il torneo bandito nel novembre 1199 al castello di Ecry-sur-Aisne, nella Champagne, l’entusiasmo per la cro- clata si diffuse tra la nobilta francese. Come base di partenza fu scelta Ve- nezia, dove i capi crociatiintendevano prendere a nolo le navi per condurre la loro imponente armata in Oriente. Con unnotevolissimo sforzo produt- tivo, i Veneziani allestirono in poco pit di un anno una flotta grandiosa. Geoffroy de Villehardouin, marescial- lo della Champagne, afferma nella sua opera Histoire de la conquéte de Con- stantinople che “nessun cristiano ne aveva mai veduta una pit bella né pit numerosa”. E l’altro importante cro- nista-testimone della quarta crociata, Robert de Clary, conferma che “mai prima di allora s’era vista un’armata pili possente”. Tuttavia, la flotta sarebbe salpata dalla citta lagunare solo dopo mesi di inde- cisioni e ritardi. Infatti, l’anziano ma ancora energico doge Enrico Dandolo Sleraimpegnato a garantire il traspor- to di un esercito di 30.000 uomini, dietro il pagamento di 85.000 marchi | ALBUM DEA / AGL ORT ee er cay) di Zara, conquistata fers a sri] a) € crociati francesi nel 1202. Olio su tela Oo Tintoretto, d’argento, mauna volta giuntia Vene- ziaicapicrociati non furono in grado di versare neppure la meta dell’esor- bitante somma pattuita. Le loro stime sul numero dei cavalieri e dei soldati che avrebbero risposto alla chiamata del pontefice erano state esagerate, cosi avevano ordinato |’armamento di troppe navi: alla fine, anche acausa delle defezioni di alcuni baroni, sol- tanto un terzo degli uomini previsti si erano presentati per |’arruolamento. In ogni caso, Venezia aveva investito pran parte delle risorse cittadine per soddisfare le richieste dei crociati e non era disponibile ad alcun tipo di rs concessione. Dan- LEVEN FO STORICO IL RESPONSABILE ci aver trasformato la lV crociata in una campagna di razzie contro citta cristiane fu Enrico Dandolo, doge di Venezia. Nato nel 1107, aveva 85 anni quando fu eletto al trono ducale nel 1192,¢95 quando diresse |’assalto contro Zara. L'anziano doge aveva perso la vista forse a causa di una malattia, anche se, secondo la leggenda, egli sarebbe stato accecato quando era ambasciatore alla corte bizantina. dolo, peré, trové il modo di volgere la situazione a proprio vantaggio. Il saldo del debito sarebbe stato dilazionato e la spedizione sarebbe partita, mai Veneziani ne avrebbero fatto parte e il doge avrebbe assuntoil comando delle operazioni, utilizzando le truppe cro- ciate per conquistare il fiorente porto di Zara (l’odierna Zadar, in Croazia), sulla costa dalmata, che sieraribellata al dominio veneziano. La strategia dei Veneziani Zara eraun ex dominio veneziano che nel 1183 siera posto sotto la protezio- ne del re d’Ungheria Béla Il e da allo- ra erain guerracon la Serenissima. La Nonostanteisuoi 95 anni deta, il doge Enrico Dandolo diresse larmata veneziana contro Zara U'ASSALTO DI ZARA, MOSAIC. CHIESA DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA, RAVENNA, citta dalmata era un punto chiave del commercio nell’Adriaticoei Venezia- niconsideravano il suo possesso fon- damentale per garantirsila suprema- zia sulle vie dei traffici levantini. Per- cid, prima del 1202 avevano gia tenta- to tre volte di riconquistarla. Zara, tuttavia, era una citta cattolica, appartenente al Regno d’Ungheria, il cui sovrano, Emerico, godeva dell’ap- poggio di papa Innocenzo III. Attac- carla significava trasgredire ai dettami del pontefice che aveva espressamen- te proibito lo scontro tra cristiani. Malgrado cid, come scrisse Robert de Clary, “ibaroniei grandi cavalieri cro- ciatiaccettarono cio che il doge aveva proposto”, anche se “tutti quelli dell’ar- mata non seppero nulla ci questo pia- no, se noni piu importanti”. Dopo laratifica dell’accordo, una flot- ta di oltre 300 navi parti finalmente da Venezia ai primi diottobre del 1202. Secondoil cronista francese, “quando icrociati furono in alto mare ed ebbe- STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 15 fae ML'EVENTO STORICO CHIESA DISAN DONATO, a Zadar, eretta nel IX secolo. Fin da quell'epoca, la citta era un attivo porto commerciale, rivale della potentissima Venezia. ro teso le vele e alzate in alto sui ca- stelli delle navi le loro bandiere e le loroinsegne, sembr6 che il mare tutto formicolasse e che fosse tutto invaso dalle navi su cui essi navigavano e dal- la gran gioia che essi dimostravano”. L’armata, al comando del doge, otten- ne facilmente la sottomissione dialtre citta costiere che si eranoribellate al- la Serenissima, quali Trieste, Muggia i ae leekerl ie rarc PCT BCD Eas. Pin ae 16 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC e il porto istriano di Pola, e raggiunse infine Zara trailio el’11 novembre. Frattanto Innocenzo III, venuto aco- noscenza delle intenzioni dei crociati, aveva minacciato di scomunica chiun- que avesse osato attaccare altri cri- stiani, ma era rimasto inascoltato. Inobili francesi preferirono disobbe- dire al papa pur di scongiurare il falli- mento della spedizione; soltanto pochi RA DEL PONTEFICE ALIBI! ALBUM baroni si opposero alla diversione del- lacrociata. Tra questi viera SimonIV de Montfort, che dopo l’assedio della citta dalmata avrebbe abbandonato i compagni crociati. Assedio e razzie 1113 novembre i crociati iniziarono le operazioni militari, ma intuirono su- bito che la conquista della citta, “rac- chiusa da alte mura e alte torri”, non sarebbe stata un’impresa facile: “Quan- doipellegrini videro Zara”, narra Geof- froy de Villehardouin, “sidissero]’un altro: come pud una citta simile es- sere presa con la forza, se non con |’a- iuto di Dio stesso?”. In realta, la roc- caforte aveva ben poche speranze di poter resistere a un esercito cosi nu- meroso e a nulla sarebbero valse le croci che i suoi abitanti piantarono sulle mura, nel vano tentativo di muo- vere a pieta gli aggressori. Dopo aver spezzato le catene che im- JOHANNA HUBER / FTOTECA 9X12 AKG / ALBUM Dopo Zara, Costantinopoli IL PITTORE Andrea Vicentino raffigurd nel 15/78 il momento in cui il futuro imperatore bizantino Alessio |V Angelo invoca l'aiuto dei crociati per ristabilire sul trono di Costantinopoli il padre lsacco ll, cacciando |'usurpatore Alessio III. (@) Flotta veneziana Sullo sfondo della scena si staglia l'imponente flotta veneziana, ormeggiata nel porto di Zara. @) Enrico Dandolo || doge veneziano riceve lambasciata della corte di Filippo di Svevia, dove Alessio si era rifugiato. ©) Principe Alessio Alessio Angelo, nipote dell'imperatore bizantino, supplica il doge di aiutarlo a spodestare suo zio. pedivanol’accesso al porto, gli assali- tori disposero le macchine da guerra, con l’obiettivo di attaccare le mura da terra e da mare. Secondo il racconto di Villehardouin, alcuni crociatiisolaro- no lacitta daterramentrei Veneziani “dalla parte del mare drizzarono le scale sulle navi”: le macchine da lancio batterono le mura e gli zappatori scal- zarono il piede di una torre. Dopo cin- que giorni di combattimenti, gliasse- diati si resero conto che non vi era altro scampo che la resa e aprirono le porte di Zara, chiedendo in cambio soltanto di aver salva la vita. Veneziani e Francesi si diedero a un barbaro saccheggio e, poiché la stagio- he era ormai troppo inoltrata per ri- mettersiin mare, si suddiviseroi quar- tieri della citta per trascorrervi |’in- verno, Tuttavia, non passarono pochi giorni che i Francesi iniziarono ad ac- cusare i Veneziani di aver tenuto per sé le case pit belle e pit. comode, e do- (8) I baroni Dietro Dandolo vi sono i baroni, che accetteranno di buon grado la proposta del giovane principe, ©) Il legato pontificio || personagegio barbuto alle spalle di Alessio é stato identificato come un legato pontificio. (©) Il dio Marte Marte, dio della guerra, osserva la scena, simbolo del conflitto che sta per esplodere. po liti e minacce i due schieramenti giunsero a scontrarsi armi in pugno. La citta sprofondé nuovamente nel caos e fu necessaria un intera settima- na perché il doge ei baroniriuscissero ariportare l’ordine trai loro uomini. Verso Costantinopoli Nel frattempo, giunse a Zara una let- tera di Innocenzo II, con la quale il papa, indignato per |’attacco crociato contro una citta cristiana, scomuni- cava gli autori del saccheggio e impo- neva loro direstituire il maltolto. Su- bito 1 baroni inviarono a Roma una delegazione per implorare il perdono del papa; un perdono che il pontefice concesse, ma solo ai Francesi, non ai Veneziani, ritenuti responsabili di aver condotto i soldati di Cristo in quella guerra empia e sacrilega. Del resto, nonostante le proteste di facciata, a conquista ultimata lo stes- so Innocenzo III riteneva preferibile ERICH LESSING * ALBUM dissimulare i risentimenti affinché la spedizione in Terra Santa sicompisse, sia pure dopo |’improvvisa deviazione. Ma di li a poco arrivarono a Zara gli ambasciatori di Filippo di Svevia, con un’inaspettata proposta cel principe bizantino Alessio Angelo, suo cogna- to: se i crociati lo avessero alutatoa deporre l’usurpatore del trono impe- tiale Alessio III, egli prometteva di saldare tuttii debiti con Venezia. Le truppe franco-veneziane, deviando ancora una volta dalla rotta stabilita, si diressero verso la capitale dell’Im- peroromano d’Oriente, dove si sareb- bero rese protagoniste di uno degli episodi pit cruenti del Medioevo: l’as- sedio e il sacco di Costantinopoli. = DAVID PORRINAS UNIVERSITA DELL'ESTREMADURA Per TESTO La conquista sapere | di Costantinopoli di piu Geottroy de Villenardouin, SE, 2008. STORICA MATIONAL GEOGRAPHIC 17 ORONO | ALBUM M VITA QUOTIDIANA La nobile bevanda che incanto tutta Europa Colombo porto il cacao in Europa e nel XVII secolo la moda della cioccolata dilago nell'alta societa de! Vecchio mondo el tentativo di trovare fi- nalmente una via per le Indie, ai primi di aprile del 1502 Cristoforo Colombo riprese il mare per il suo quarto e ultimo viaggio nel Nuovo Mondo. Quando tre mesi dopo ap- prodo sull’isola di Guanaja, al largo dell’Honduras, l’esploratore genovese ricevette in dono dagli indigeni alcune fave di cacao, Pur senza attribuire alcu- na importanza a quegli strani frutti, li port6 con sé al suo ritorno in Spagna, per mostrarli ai Re Cattolici; fu cosi il primo aintrodurre il prezioso alimen- to nel Vecchio Continente. Poco pit di un secolo dopo, Madrid eradivenuta il centro di diffusione del cioccolato in tutta Europa. Nessuno sa con certezza chi tra inumerosi av- venturieri spagnoli, mercanti, militari 0 religiosi, port6 per la prima volta a corte la bevanda prediletta dalle grandi civilta precolombiane maya e azteca. Le prime tracce dell’antichissima sto- tia del cacao e del suo consumo sitro- vano nel cosiddetto Codice di Madrid, un testo maya del periodo preispanico conservato nel Museo de América, nella capitale spagnola. Nella cultura delle popolazioni meso- americane il cacao era carico di signi- ficati spiritualie religiosie l’omonimo albero era sacro. Gli Aztechi pensava- no infatti che i suoi frutti fossero un dono offerto all’uomo da Quetzalcoatl, dio della sapienza, per dispensare loro saggezza e alleviarne la fatica. Da Tenochtitlan a Madrid Isemi di cacao venivano utilizzati co- me moneta nella societa azteca, tale eral’importanza che siattribuiva loro. Il lombardo Pietro Martire d’Anghie- ra, primo storico del Nuovo Mondo, affermava in proposito: “Non usano monete di metallo, ma le nocciole di alcuni alberi, similia mandorle”. All’inizio, i conquistadores non sem- brarono apprezzare particolarmente UNA FORMULA SEGRETA GLI AZTECHI appresero i segreti della preparazione della cioccolata dall'antica civilta maya. Dopo aver macinato | semi di cacao, vi aggiungevano spezie, peperoncino e farina gialla. Sulla polvere cosi otte- nuta versavano poi dell'acqua fredda e mescolava- no vigorosamente finché non si creava la schiuma. ALBERO DEL CACAO, DAL CODICE TUDELA. MUSEO DE AMERICA, MADRID. SCALA, FIRENZE la cioccolata, poiché, secondo il cro- nista spagnolo Gonzalo Fernandez de Oviedo, le labbra parevano come macchiate di sangue dopo averla as- sagegiata. In pit, il sapore amaroe pic- cante della bevanda non incontrava il gusto occidentale, tanto chel’esplora- tore milanese Gerolamo Benzoni, nel suo Historia del mondo nuovo (156s), la giudic6 “un miscuglio somigliante pit a una pappa per i porci che a una bevanda destinata agli uomini”. In ogni caso, intorno alla meta del XVI secoloil consumo della “bevanda degli dei”, come la defini il feroce conqui- statore Hernan Cortés, sisarebbe dif- eee i] preparazione, che aveva potuto osser- vare pressoilre azteco Montezuma Il. Il trionfo della cioccolata Furonoimonaci spagnoli, espertinella composizione di miscele e infusi, a sostituire il peperoncino tipico della “bevanda degli dei”, con vaniglia, can- nella, anice e zucchero, ottenendo cosi una bevanda dolce, pit adatta ai gusti o Carlo V soleva mescolare il cacao con lo zuc- cherodicannaimportato a caro prezzo degli Europei. Ma lo st Biscotti al cioccolato dalle virtt: digestive un viaggiatore francese celebrava e proprieta diuretiche della cioccolata: “Gli Spagnoli, ele altre nazioni che li prendono a modello, sono soliti mangiare dei biscotti o fette di pane intinti nella cioccolata, prima di berla. Non sembra una Cattiva abitudi- ne, soprattutto se, come sosten- gono, le A che si trovano nello stomaco si attaccano cosi al pane e la cioccolata aiuta a eliminare entrambi piu facil- mente”. || missionario francese Jean-Baptiste Labat assicurava, inoltre, che nel mondo ispanico Sa Oe fee ee ee ee ee eee fr ee Seo ee ee ee ee oe ee ee es Se Cee sore ere ee es Bo ie dea nae ee ee ee ee ee il cacao “veniva utilizzato anche per realizzare piccole 1 dette diabiillos, e una specie di marmellata sulla quale venivano posti dei canditi. Sarebbe molto auspicabile che il consu- mo di questo eccellente alimen- to si diffondesse in Francia, cosi come in Spagnae in America’. UE pp RS ed re 7 - ay a ao Li a #: AAR Boat ey oy LI 3 paler 2 oF pT a es =, Sere | pate ee = - ee ON a et aL ae Bi 7 / ALBUM VITA QUOTIDIANA di Ter- ). Dopo i BRIDGEMAN | INDEX tre volte | han- ae ee! SULLE PIANTE DELLE ANTILLE ey dall’Oriente, creando una bevanda straordinariamente costosa, che alla corte spagnola divenne una mania. Sempre nei monasteri fu perfezionato il processo di lavorazione dei semi di cacao provenienti dal Messico ei frati spagnoli conquistarono di fatto un monopolio di vendita. Per la maggior parte del XVI secolo, la cioccolata e gli effetti stimolanti della sua caffeina rimasero un segreto iberico gelosa- mente custodito. Tuttavia, non tutti gliesponenti del clero simostravano favore- voli al consumo della nuova bevanda, giudicata / ALBUM ORONG? NATURA MORTA con cioccolatiera in rame, pane e tazza di cioccolata. Luis Menéndez, XVIII secolo. Museo del Prado, Madrid. pericolosa per il corpo e “mortifera per l’anima” anche dai medici del tempo. Presto, inoltre, scoppid una vera e pro- pria controversia religiosa se la cioc- colata rompesse o no il digiuno, ossia se potesse considerarsi bevanda ocibo solido. Nel1662 sarebbe intervenuto il cardinale Francesco Maria Brancaccio a dirimere la questione, asserendo che per essa valeva il principio: “Liqui- dum non frangit jejunum”, ossia, “un liquido non interrompe il digiuno”, I golosi dell’epoca potevano dunque continuare a sorseggiare cioccolata fumante durante la Quaresima. L’editto codificava di fatto un uso or- Il marchese di Mancera ideo un vassoio con fermatazza per impedirne il rovesciamento MANCERINA O TREMBLEUSE CON DUE TAZZE DA CIOCCOLATA. MAN, MADRID mai comune nel mondo cattolico: il sacro alimento degli Aztechi infattiera molto apprezzato paiché offriva nu- trimento e conforto durante le veglie. L’Italia fu la seconda nazione europea dove lacioccolata assurse a popolarita; il commerciante fiorentino Antonio Carletti ne aveva introdotto laricetta nel 1606, di ritorno da un viaggio in Spagna, ei suoi compatrioti ne erano diventati subito avidi consumatori. La moda arriva a Versailles Lamoda della cioccoleta dilagé rapida- mente in altre nazioni europee, benché il cacao fosse in ogni caso un prodotto riservato a pochi. A esportare in Fran- cia l’abitudine di sorseggiare la divina bevanda a colazione e merenda fu la principessa spagnola Anna d’Austria, figlia di Filippo III, che nel 1615 an- do in sposa al re di Francia Luigi XIII: tra inumerosi doni, la giovane port6 un cofanetto del leggendario cacao e, Un ricevimento a base di cioccolata Nad FO DELLA CERAMICA di Barcellonae -onservato un decoro murale in ceramica realizzato nel 1710 nella bottega di LLorenc Passoles, che raffigura una merenda in un giardino signorile. In una delle : a a he che lo compongono, alcuni servitori prepa di porcellana naturalmente, la ricetta segreta per prepararlo. Tuttavia, la cioccolatadi- venne enormemente popolare tra le classi superiori quando un’altra prin- cipessa, Maria Teresa di Spagna, che ne era ghiotta consumatrice, convold anozze con Luigi XIV nel 1660. Estimatori del cacao furono anche i sovrani della dinastia dei Borbone, soprattutto Filippo V e il figlio Carlo III, che solevano berne una tazzaaco- lazione. Fu proprio CarlolIII, fautore di una politica accentratrice, aconcedere nel 1728 alla Compagnia Guipuzcoa- na di Caracas, fondata in quello stes- so anno, il privilegio di controllare il commercio fra Spagna e Venezuela. Tale societa mercantile avrebbe dato impulso acoltivazioni, come quelle del caffé, del cacao, dell’indaco che prima appena esistevano. II suo successo fu dovuto proprio al commercio del ca- cao che crebbe in modo esponenziale, parallelamente alla sua diffusione nel Vecchio Continente. Del resto, se in Spagna e in Francia il suo uso era ri- masto un lusso per aristocratici, fin dalla meta del XVII secolo i mercanti olandesi avevano iniziato aimportar- ne i semi in gran quantita, rendendo cosi la “bevanda degli dei” accessibile anche alle classi medie. Unulteriore salto di qualita siebbe alla fine del XVIII secolo, quando tu ideato il sistema per rendere il cioccolato so- lido, fino ad allora conosciuto esclusi- vamente sotto forma dibevanda calda. Maestri cioccolatieri Secondo la tradizione dei primi cioc- colatieri spagnoli, le fave di cacao ve- nivano macinate su un piano inclinato riscaldato, generalmente in pietra, chiamato metate, con uno speciale mattarello anch’esso in pietra, cosico- me facevano gli antichi popoli meso- americani. Se ne otteneva in tal modo una massa liquida, fluidae densa, chia- to spagnolo Marcos Antonio de Orel- lana scriveva in proposito: “Oh, divina cioccolata/timacinano in ginocchio/ con le mani ti battono pregando /e ti bevono con gli occhialcielo!”, Tutto cambi6 a partire dal XIX secolo, quando la produzione industriale del cioccolato ne abbattéi costi, favoren- done un consumo quotidiano su larga scala. La venerazione per il prezioso alimento, pero, fino ad alloraritenuto la panacea di tuttii mali, presto venne meno. I giorniin culil cacao era consi- deratoil “pane cegli dei”, come scrisse il poeta spagno.o Valle-Inclan, erano ormai _ontani. FATIMADELAEUENTEDEL MORAL UNIVERSITA DI NEU-ULM (GERMANIA) Per : Té, caffé, cioccolata. Sapecrne | | mondi della caffeina di piu tra storie e culture 2009, Weinserg, Bealer, Donzelli, TEMPIO DI AMON ewe i We 3 Sala ipostila del santuario, conclusa da Ramses \|, Centro del cultoal dio Amon, raffigurato con la testa diariete, il tempio di Karnak fu fondato nel 1950 aC. e ampliato e modificato nei secoli suCCeSSIVI. aa “A regno ey 10 con. dell dei sacerdot Cnc. ni fic a om anal Week tgelatexe edi uno¢ (cae a che provoco (eee A see cokeBsreiccie | di odurata ‘il secoli Tae” FN eeice)kelee WA es2:13 See laee ee HUERGEN RITTERBACH / AGE FOTOSTOCK Ol al ee Basso EGIT To“ Menfi =% DESERTO ~~ } ,POCCIDENTALE, | cree | ae AS ai \ et) hg a Fence fi es | Ne 7 s NG a : } Bab. \ 77 oh “ALTO fee VEGITTO DIRAMSESX| Sulla mappa compaiono le citta che furono protagoniste della storia d'Egitto alla fine del Nuovo Regno. A sud, Tebe, la capitale dei sacerdoti di Amon; su! Delta, Pi-Ramses e Tanis, sede dei faraoni. CRONOLOGIA LEGIT TO DI NUOVO DIVISO 24 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC DELTA_DEL NILO l Nuovo Regno (1550-1075 a.C. circa) fuuna delle epoche piu gloriose della storia d’Egit- to. Durante il Secondo periodo intermedio conclusosicon la XVII dinastia, tribt. asia- tiche, note come Hyksos, sierano stanziate nel Delta del Nilo e per un breve periodo ave- vano dominato|’Egitto; ma grazie ai principi di Tebe le terre dei faraoni erano tornate a essere unificate e gli stranieri allontanati. A partire dalla X VIII dinastia del Nuovo Regno, Thutmosis I avvid una politica espansionisti- ca, portata avanti poi da Thutmosis II], il quale con una serie di spedizioni militari raggiunse l’Eufrate. I domini dei faraoni si estendevano allora dai porti di Siria fino alla Nubia, l’attuale Sudan. I nuovi territori conquistati in quest’e- poca furono governati da ispettori egizi che riscuotevano tributi e si occupavano dell’e- sercito. La cultura egizia si diffuse grazie alla consuetudine di formare i figli dei notabili a 1104 a.C: ca. Sale al trono d’Egitto Ramses XI, ultimo faraone della XX dinastia e del Nuovo Regno. Regnera per quasi trent'anni, ma il suo potere sara esautorato dai sacerdoti tebani di Amon. CARTOGRARIA: EOSGIS IMBARCAZIONE FENICIA in un rilievo assiro del Vil secoloa.C. Al termine del Nuovo Regno, i principi di Palestina e Siria non rispondevano pil al governo del faraone, come e€ narrato nel racconto Viaagio di Unamon. British Museum, Londra. LUISA RICCIARTN! | PRISMA Tebe e la societa fu caratterizzata in maniera crescente da uno spirito universalistico e co- smopolita. Ma questa era di prosperita non sarebbe durata a lungo. Lotte interne e minacce ai confini del regno minarono |’autorita reale. Dapprima gli Ittiti minacciarono la stabilita dell’Impero in Asia Minore e si scontrarono con Setile Ramses II. Quest’ultimo firmo con gli avversari, dopo la battaglia di Qadesh, un trattato di pace. Poi, durante il regno del figlio di Ramses IT, Merenptah, e ancora del successore di quest’ultimo, Ramses III, l’Egitto dovette fronteggiare l’invasione di popolazioni libiche, chiamate i Popoli del Mare (vedi Storica 66), 1085 a.C. ca. Nel diciannovesimo anno del regno di Ramses XI, il sommo sacerdote di Amon Herihor inizia una nuova era chiamata il “Rinnovamento delle nascite”: é viceré di Nubia e generale in capo degli eserciti del sud. CARTIGLIO CON IL NOME DI NASCITA DI RAMSES XI. \ a q bares Y . Le ae A r Bas Pee " ey Lh , ie nh rs F e ¥ a of | - ‘€ { f or f i oh Res é " + eae + est eta Sane ; " f ' li a = 3 5 ! a = ca : ae nd Be 7 i j rae AL, t Pd oh z= a rs , Pe a i E ty ry S of mi bi : hh r i i F 4 : f ‘ i t aa ah : a ROS ‘i ES Te a ‘ r a pain fe om rs a | ‘ . We oe ee sas }, ' by : fi % a . « i = = ages tke ' a — ee eee ba ” at i. k if ri a a ae ad ad a 4 As cae —_ iy s 7s A + TY ‘ Pal J = = bd os = i" | a ian . - o provenienti dalle isole dell’Egeo e dal Mediter- raneo orientale. Queste distrussero |’Impero ittita e, benché non riuscirono a invadere |’E- la crisi e la decadenza. L’ultimo sovrano della XX dinastia, Ramses X] sto momento diinstabilita; mori nel 1075 a.C IL DECLINO J INLETTERATURA | Viaggio di Unamon, che cie pervenuto su un manoscritto ora conservato presso il Mu- 5e0 Puskin di Mosca, e un racconto scritto, durantela XXII dinastia, 2 una citta di frontiera che separava |'Egitto controllato da sovrani di Tanis e le regioni governate dal clero tebano di Amon. La storia 6 ambientata negli ultimi anni del regno d inun momento storico di transizione in cul | Alto Fgitto era governato dal visir e futuro faraone Smendes e dal sommo sacerdote di Amon Herihor, La storia @ una testimonianza della perdita di prestigic dell'Eg tto faraonico sui territori circostanti. Si narra che Unamon fu inviato da Herihor a esi @e)anl8) fel cod ss 4po me con cui costruire una barca al dio Amon. ll protagonista fu costretto a sopportare ogni sorta di angheria e la sua missione rischio piu volte di fallire perché ando incontro a diverse disgrazie. |l racconto si conclude con la fuga di Unamon che raggiunse miracolosamente dopo un'improvvisa tempesta in mare. ANTAGONIST! sali al trono in que- POUTIC! nt Figura raffigurante a un abitante della gitto, indebolirono soprattutto il commercio. Ramses II riusci a proteggere i confini del re- gno, ma mori vittima di una congiura di palazzo ordita all’interno del suo harem intorno al 1153 a.C. (vedi Storica 42). Da quel momento, il Paese comincio un lento e inesorabile declino segnato da lotte per la successione imperiale, periodi di carestiae so- prattutto continui saccheggi nelle tombe reali. Altri otto faraoni con il nome Ramses si avvi- cendarono al trono senza riuscire ad arginare dopo circa trent’anni diregno, di cui gli ultimi otto trascorsi all’ombra di un usurpatore. Con lasua morte termind anche il Nuovo Regno. Liambizione dei Profetidi Amon Come gid avvenuto in passato in Egitto, anche in quest’epoca di transizione e mutamentil’au- torita del faraone fu prima affiancata e poi so- stituita da altre figure. Durante i due preceden- ti periodi intermedi, le terre del Nilo furono governate da nomarchi o sovrani usurpatori; f c Nubia. Il sommo sacerdote Herihor accumuld titoli e potere sottraendoli a Panehesi, il viceré della Nubia. Verga cerimoniale di Tutankhamon. Museo Egizio, || Cairo. 4 Ramses | nomina visir del Basso Egitto Smendes, cui da in sposa sua figlia Tentormmon. Nel Viaggio di Unamon si narra delle peripezie del protagonista in Libano in cerca di legname per costruire la barca di Amon. Herihor riunisce nelle sue mani il potere e scrive il suo nome nel cartiglio. Desidera essere inco- ronato faraone quando é ancora in vita il sovrano, ma muore pri- ma di Ramses XI senza riuscire a realizzare le sue ambizioni. Dopo la morte di Ramses XI, suo genero Smendes si procla- ma faraone. Fonda la XII dinastia e stabilisce la capitale a Tanis. Piarkh, il nuovo sommo sacerdote di Amon a Tebe, lo riconosce come legittimo re. AL JEMOLO ALBUM er a apy. ; URANTE IL FARAONE AFFIGL RAMSESNAKHT, SACERDOTE DI AMON } te uUrAatt if ora, al termine del Nuovo Regno, il controllo del Paese pass6 nelle mani del clero di Amon, il cui potere crescente era concentrato attorno al grande tempio di Karnak, nella citta di Tebe. Durante il regno di Ramses IX, il Primo Profe- ta di Amon Amenhotep si fece raffigurare in unrilievonelle pareti del tempio di Karnak con le stesse dimensioni del faraone. Poiché nelle rappresentazioni egizie le dimensioni della figura umana rivelano|’importanza del perso- naggio ritratto, Ramses XI decise, adifferenza dei suoi predecessori, di sollevare dall’incari- coil sacerdote tebano per aver sfidato il pote- re reale. Questo provvedimento creo una serie di disordini nella regione dell'Alto Egitto; so- prattutto il clero si schierd a favore di Amenho- tep dando avvio a quella che in alcuni docu- menti dell’epoca é definita“la guerra del Gran Sacerdote”. Per porvi fine il faraone chiese l’in- tervento del viceré di Nubia, Panehesi (o Pinha- si), che perd sicomport6 come un conquista- tore e non come un liberatore. Il “Rinnovamento delle nascite” Durante il diciassettesimo anno di regno di Ramses XI, Panehesi avanzo con le sue trup- pe fino a Tebe e assedi6 Amenhotep all’interno del tempio tebano fortifica- todi Medinet Habu, sulla riva occiden- tale del Nilo. Non siconosce il destino + del Primo Profeta di Amon dopo que- FRIEDEL GIERTH YY AGE FOTOSTOCK GaKe | ope [SSeslin — =? (= kX {f [RFK . . " TINIAN) B22 |: - * = RET GT ere neem pL PEE TSS Sy eeeakad aid jae tt Ms ii MAY: ie ite Rete gaye Tal ey te ee sto attacco, ma é certo che dopo la vittoria il viceré della Nubia assunse la carica di sommo sacerdote. Spintosi fino al Medio Egitto, dopo aver saccheggiato diverse citta, Panehesi in poco tempo prese il controllo dell’intera zona dell’Alto Egitto, minacciando la stabilita del Paese. Per sanare la situazione, il faraone affido a Herihor, un generale di origine libica che ave- va gid ricoperto a corte alcune cariche impor- tanti, il compito di scacciare l’usurpatore nu- biano. Herihor in questo frangente fu investi- to della carica di Primo Profeta di Amon, Dopo aver costretto il nemico a ritirarsi a sud della prima cataratta del Nilo — facendo per- dere come conseguenza all’Egitto il controllo sui territori della Nubia — il generale libico prese a comportarsi come il rivale sconfitto, impossessandosi a sua volta del potere. Da quel momento Herihor rese ereditaria la carica disommo sacerdote e diede inizioa una dinastia parallela. Nel diciottesimo anno di regno di Ramses XI, il sommo sacerdote dichiaré l’era del*Rinnovamento delle nascite’} ovvero uehann-mesue, una sorta di giubileo nel quale —) o %

Potrebbero piacerti anche