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5.

La modernità del romanzo: Italo Svevo, La coscienza di Zeno


(Analisi: La prefazione del romanzo)

Presentazione di Maria Corti:

„nuova, intelligente e accurata edizione di Giovanni Palmieri”

Italo Calvino in Perché leggere i classici: „I classici sono libri che quanto più si crede di
conoscerli per sentito dire, tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati,
inediti.”

due pericoli grossi della lettura critica:


“Dal giusto dosaggio dei due
 immergere il testo in una nuvola senza tempo punti di vista nasce il buon
 condizionare il testo alla nostra attualità di lettori commento a un classico”

Palmieri illustra nell’Introduzione i processi a cui il ritmo vitale dell’invenzione narrativa è


subordinato nella Coscienza di Zeno – nella Cronologia li mette a fuoco

Nell’Introduzione segnala quello che si presume importante ma che non è ancora noto al
lettore; poi nelle note di commento offre le pezze d’appoggio, i segnali di appartenenza
sveviana

Esempi: negazione parodistica dell’autobiografismo dalla parte di Svevo

un gioco di specchi: Ettore Schmitz (autore reale) si specchia in Italo Svevo (autore inventato)
che si specchia in Zeno problema: la lingua della Coscienza è quella di Svevo o quella
dell’autore costruita per il suo personaggio Zeno? Probabilmente sono vere entrambe le
soluzioni – gioco di livelli, rapporto lingua-dialetto

trapasso fra lingua dell’autore e lingua del personaggio

forza stilistica che domina il tutto e si impone alla memoria dei lettori

il libro è lo stesso, ma le letture cambiano con il mutare della prospettiva storica

due romanzi: quello di Zeno e quello dell’autore che si auto analizza

questione delle due biblioteche ricostruibili dalla Coscienza: una di Zeno e l’altra di Svevo –
nuova forma di intertestualità

Palmieri dedica il paragrafo Tempo e spazio della sua Introduzione alle possibili dilatazioni
del tempo memoriale

Maria Corti: azione del pensiero aristotelico attraverso il suo libretto Memoria e
reminiscenza – memoria legata all’immaginazione
il fidanzamento con Augusta e i desideri connessi – circa metà delle pagine del capitolo
quinto, mentra l’altra metà è dedicata agli avvenimenti di un intero anno

“La coscienza di Zeno è un classico perché è un libro che serve a farci capire chi siamo e dove
siamo” (Montale)

Ci fa riflettere su che cos’è l’autobiografia e quali aspetti ambigui può assumere in uno
scrittore

Metafora di Lotman: il genere dell’autobiografia di tanto in tanto va rinnovato come se un


vino nuovo fosse versato nelle botti vecchie. Il vino nuovo è grazie a Italo Svevo. La botte
vecchia = momento oscuro, segreto e inconfessabile da cui parte il processo conoscitivo e
creativo; il vino nuovo = lo specimen dell’esito

Fried Ilona: Passeggiate nel bosco della prosa italiana. (Prima del crollo del muro di
Berlino):
 la problematica del centro e della periferia: fino a che punto la letteratura italiana è
riuscita a tener passo con il "centro" internazionale oppure è davvero conservatrice al
punto da rimanere isolata ed essere confinata in periferia?
 la questione politico-culturale-geografica sul piano europeo o internazionale
 la questione del centro e della periferia all'interno del paese
 il ruolo di alcune delle regioni periferiche
 la posizione di alcuni gruppi sociali nella cultura

il romanzo classico italiano è apparso in realtà nella prima metà dell'Ottocento (Manzoni:
Promessi Sposi, 1827, „romanzo nazionale”) – in ritardo rispetto all’Inghilterra

l'unificazione del paese, la formazione dei ceti medi, l'unità linguistica in ritardo

Promessi Sposi: I protagonisti campagnoli nel finale grazie alla Provvidenza, con la loro forza
morale riescono a vincere gli ostacoli di fronte al loro matrimonio.

un altro aspetto interessante: "l'antecedente" del romanzo è il ritrovamento di una cronaca


settecentesca. La voce narrante colloca la storia d'amore in un contesto storico e trasmette
p.e. una descrizione molto approfondita della pestilenza di Milano.

l'avvicinarsi alla cronaca, doppio ruolo del narratore (anche cronista) – un'eventuale


applicazione degli avvenimenti di un passato lontano a quelli del presente del romanzo,
illuminare gli ideali del Risorgimento. Il grande romanzo cattolico

lingua – questione chiave – l’uso della lingua diventa una grande novità del romanzo

mescolamento del dialetto fiorentino e di quello milanese – rinnovamento della lingua


letteraria
Giovanni Verga – opere in un ambiente contadino – la Sicilia occupa un posto centrale nella
gamma letteraria italiana; una figura del verismo, contemporaneo del naturalismo francese
con il suo determinismo, con la visione di un'esistenza senza speranza sia sul piano
individuale sia sul piano sociale; il mondo dei "vinti". (Il protagonista di Mastro Don
Gesualdo, che vorrebbe staccarsi dal suo ceto originario rimane mastro, un estraneo
arrampicato.)

voce narrante verghiana: descrizione dell'ambiente sociale, dello spazio dei vari avvenimenti,
dei personaggi, raccogliere i punti di vista, il modo di vedere dei personaggi – obiettivo:
apparire impersonale e oggettiva

lo stile è essenziale: Il condensamento drammatico, la carica espressiva dei proverbi siciliani


tradotti in italiano, dei modi di dire, la rappresentazione concentrata del mondo dei
personaggi semplici popolari ha influenzato notevolmente sia il neorealismo della metà del
Novecento, sia le sperimentazioni formali letterarie della seconda metà del Novecento.

Divisione linguistica: lingua letteraria e lingua come sono ben lontane (la lingua comune è
quasi inesistente, tutti usano i dialetti, la maggior parte della populazione non è capace di
comunicare in italiano standard). La lingua comune si diffonde solo dopo la seconda guerra
mondiale (diffusione della radio e della televisione), i dialetti sono messi a parte.

Difficoltà nel percorso della prosa e del dramma: si creano diversi centri culturali con
caratteristiche diverse.

Trieste: uno dei centri periferici, qui visse James Joyce  promuove l’edizione francese di La
coscienza di Zeno (amicizia con Svevo). In questo periodo il romanzo di Svevo è considerato il
maggiore della sua epoca, il romanzo si avvicina alla modernità europea (sdoppiamento della
voce narrante, questione centrale dell’identità, linguaggio nuovo, destrutturazione dei piani
temporali, mescolanza degli strati degli avvenimenti narrati, riflessione e autoriflessione).

Centro culturale europeo, modello per la letteratura è Parigi (decadentismo, simbolismo):


pubblicazione della prima manifestazione futurista di Marinetti, pubblicazione della rivista
Novecento da Massimo Bontempelli  „realismo magico”.

Romanzo italiano: nuova generazione di scrittori – in Ungheria il più noto è Dino Buzzati
(giornalista – uno stile di alto livello, bravura stilistica, mistero caratteristico della sua prosa,
MA c’è profondità e complessità oppure solo brillantezza superficiale?). Sua opera: Il deserto
dei tartari.

Autori aperti al fantastico: Tommaso Landolfi, Antonio Delfini, Alberto Savinio, Enrico
Morovich.

In Italia fra le due guerre domina la prosa classica („il bello scrivere”) e il cinema sta a partire
(sulle strade girano dei film sull’uomo comune, con attori non professionisti, c’è un
linguaggio cinematografico nuovo).
Italo Calvino esprime un parere comune: il neorealismo non era una scuola, ma era
caratterizzata da una pluralità di voci. Elemento importante è l’ideologia (marxismo,
impegno di sinistra – nel secondo dopoguerra gli intellettuali della sinistra hanno
un’importanza enorme). Censura: aveva l’intenzione di ostacolare le opere che la Chiesa
trovava offensive.

Durante il neorealismo nascono opere varie, negli anni ’30 (durante il fascismo) si scrivono
opere che sono confinate ai margini della cultura perché il fascismo ostacola l’apertura della
cultura (p.es.: Gli indifferenti di Moravia – scandalo per la forte critica sociale, scene filmiche,
densità di stile).

Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini – uso di motivi metaforici, simbolici, surrealistici.


Contenuto: rivisitazione della terra madre, della madre, dell’infanzia, della gioventù, della
lotta interna dell’intellettuale.

Caratteristica comune: interesse per l’uomo comune (p.es.: contadini), interesse sociologico
(p.es.: Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi – il narratore-protagonista scopre il mondo
sconosciuto di un paese del Sud – il mondo dei contadini poveri)

A causa della censura gli scontri diventano più frequenti, alcuni libri vengono pubblicati
all’estero (p.es.: Fontamara di Ignazio Silone).

La prosa è sensibile alla periferia sociale, alla povertà, alla vita degli operai e dei contadini,
alla problematica del Sud, alla Resistenza, ai campi di concentramento (dopo la guerra) 
cominciano ad occuparsi di temi legati alle esperienze personali. C’erano autori che
scrivevano in base alle loro esperienze sul fronte sovietico (Mario Rigoni Stern, Nuto Revelli),
altri scrivevano della guerra d’Africa (Mario Tobino), e c’erano anche autori che descrivevano
le sue esperienze nel campo di concentramento (Primo Levi) e delle leggi razziali (Giorgio
Bassani).

Riviste letterarie e culturali negli anni ’40 e ’50 hanno grande importanza (Pavese, Vittorini,
Moravia, Calvino)

Compare il romanzo-parabola (oltre ai generi classici): p.es. Calvino: I nostri antenati (3


romanzi fiabeschi-parabolici), Il barone rampante (protagonista: un intellettuale che guarda
alla società da lontano, ma non riesce neanche a staccarsene).

Forme letterarie sperimentali: p.es. Carlo Emilio Gadda - attirò l'attenzione della critica a
partire dagli anni '30: le sue novelle pubblicate in quegli anni hanno già le caratteristiche
principali delle sue opere mature. Suo romanzo intitolato Quer pasticciaccio brutto de via
Merulana (pubblicato prima nel 1946/47, poi rielaborato nel 1957) – anticipa la prosa
moderna, la moltiplicazione di punti di vista e di identità narrative, l’uso del sequenzialità, le
alternanze e combinazioni dei vari linguaggi (p.es. „pasticciaccio” forse più vicino al
„pastiche”. Il suo genere è il giallo, ma l’azione non si può concludere così l’opera rimane
aperta. La sua produzione letteraria spesso viene paragonata a quella di Joyce
(l'autoreferenzialità delle loro opere), MA Gadda non è stato riconosciuto all’estero, forse
perché l’italiano è meno diffuso rispetto all’inglese). La cognizione del dolore: il suo romanzo
più noto in Ungheria.

Verso la fine degli anni '50, negli anni '60: la letteratura siciliana ha un’importanza enorme -
Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa  successo internazionale (stanchezza del
neorealismo). Leonardo Sciascia: giallo politico, tema della mafia. Negli anni '70 e '80 la
letteratura siciliana è diventata testimone di sperimentazioni interessantissime (Vincenzo
Consolo, Gesualdo Bufalino) – linguaggio vicino al barocco. Andrea Camilleri: gialli.

Italo Calvino: rapporto con la cultura e con gli intellettuali francesi, Se una notte d’inverno un
viaggiatore. Umberto Eco: Il nome della rosa.

Negli anni ’70 e ’80 la letteratura italiana incontra con la lingua comune: „l’atteggiamento
parole”. L’immagine visiva vengono collegate alla prosa: il viaggio è una metafora ricorrente.
Un altro fenomeno importante è il divenire centro di un'altra periferia sociale e culturale
quello della donna: aumenta il numero e il ruolo delle scrittrici (Elsa Morante, Natalia
Ginzburg, Anna Banti…).

Antonio Tabucchi: motivo dello specchio, la tecnica del montaggio, la segmentazione. Piazza
d’Italia – evita la linearità tradizionale. L’elemento interessante delle sue opere è la loro
struttura. Stile molto elaborato, immagini bellissime. Anche lui è attratto dal genere del giallo
e dalla sua struttura, dalla sorpresa finale (p.es. Sostiene Pereira).

Gli scrittori degli anni ’80 si occupano di questioni sociali. Vincenzo Consolo (un autore
siciliano sconosciuto in Ungheria): viaggio nello spazio e nel tempo, linguaggio unico. Il
sorriso dell’ignoto marinaio: filone d’amore, ma in realtà tratta dellunificazione dell’Italia.

Aldo Busi e Pier Vittorio Tondelli: vicini all’eredità di Pier Paolo Pasolini – tabù sociali e
familiari, linguaggio duro. Loro non usano elementi dialettali, ma alcune espressioni della
lingua parlata.

Claudio Magris: romanzo-saggio, temi che riguardano la storia e la cultura legata alla sua
città.

1989: confine nella letteratura e nella cultura, causa di cambiamenti politici e sociali  crollo
del muro di Berlino (crollo del mondo bipolare). Conseguenza: crisi politica, ideologica,
culturale.

La prosa italiana / il genere del romanzo ha un contatto con „il centro”, non è periferico.
Anche la letteratura comincia a comprendere le sue caratteristiche specifiche (uso dei
dialetti, incrocio di tradizioni culturali diverse). L’alto numero dei discendenti dei milioni di
emigrati: la prima generazione cercava di assimilarsi alla cultura americana, la terza e la
quarta cominciano a cercare le proprie radici. Cambiamenti notevoli: letteratura, generi,
lingua, temi.
Fried Ilona: Az „olasz Proust”:

Italo Svevo (Ettore Schmitz):

 Nasce a Trieste nel 1861 – nel secolo XIX è una città multiculturale a multietnico, poi nel
secolo XX diventa una città periferica (dopo le guerre mondiali conflitti economici, sociali
e politici)
 1910: manifestazione futurista a Trieste (anche Marinetti!)
 Diffusione della Psicanalisi di Freud in Trieste, anche Svevo legge e traduce le sue opere
 Dopo la caduta della monarchia (1918) Trieste appartiene all’Italia, secondo alcuni Triste
è la città più „fascista” (patrimonio politico e storico enorme) MA la vita letteraria è
molto significativa
 Le caffetterie hanno un’importanza fondamentale, una delle figure centrali è Ettore
Schmitz
 Vive a Parigi per un certo periodo, ha un rapporto con gli intellettuali francesi grazie a
James Joyce  anche Joyce va a Trieste per insegnare inglese e imparare il dialetto
triestino (1904-1920)
 Joyce a Svevo conversano di letteratura
 Negli anni ’20 alcuni autori già cominciano a vedere la potenzialità e il talento di Svevo
(prima non credevano nel suo successo) – p.es.: Eugenio Montale, Giacomo Debenedetti,
Silvio Benco. Tra il 1926 e 1928 viene tradotto La coscienza di Zeno in francese – Svevo
diventa noto in Europa (ma nel 1928 muore in un incidente)
 Ettore Schmitz  Italo Svevo? „olasz-sváb”: indica gli antenati svevi (ma non conosciamo
l’origine della famiglia)
 Ettore a suoi fratelli frequentavano la scuola in Germania (per imparare il tedesco e
diventare mercanti)
 Viaggia molto a Londra, scrive lettere alla moglie
 Soggiorno londinese: descrive la parte periferica di Londra, dove si trova la fabbrica dei
suoceri (Veneziani)
 La coscienza di Zeno (1923):
o comincia con un’introduzione duplice
o Dottore S. consiglia al suo paziente (il vecchio Zeno) di scrivere i suoi noti
autobiografici, Zeno abbandona la terapia e per questo il psicoanalitico pubblica il
suo diario come vendetta
o non sappiamo qual è la versione credibile: la versione del dottore o quella di
Zeno?
o si tratta di un romanzo psicoanalitico?
o è pieno di riferimenti letterari, storici, psicologici, linguistici, filosofici, sociologici
o l’ambivalenza della situazione di focalizzazione costringe il lettore ad interpretare
le diverse situazioni e personaggi in base a informazioni contradittorie
o Zeno ha un ruolo duplice: lui è il narratore, d’altra parte racconta la propria storia
o duplicità: 2 autori, 2 lettori, 2 case editrici (fittiziosa + reale)
o Dottore S non è soltanto l’editore del diario, ma anche lettore che lo critica 
probabilmente contiene bugie
o Zeno è un personaggio molto interessante e complesso: non è cattivo né buono,
come secondo lui la vita non è cattiva né buona ma è „originale”
o dialetto triestino „italianizzato” con elementi della lingua letteraria e con
germanismi
o Zeno compara il linguaggio toscano bellissimo di Guido con il linguaggio triestino
duro di Ada e di lui (la lingua comune si diffonde solo dopo la seconda guerra
mondiale con la diffusione della radio e della televisione, prima tutti usavano i
dialetti – A Trieste usano anche germanismi)
o motivo importante: il fumo – „l’ultima cigaretta”, attraverso questo aspetto
racconta anche la sua relazione con i suoi genitori
o capitoli: La morte del padre, La storia del mio matrimonio, La moglie e l’amante,
Storia di un’associazione commerciale, Psico-analisi  sono costruiti intorno ad
un certo tema
o il narratore racconta gli avvenimenti del passato, e li commenta nel presente (2
piani temporali)
o Svevo dice: „è un romanzo autobiografico, ma non è il mio”
o intertestualità: tanti riferimenti a Omero, Dante, Machiavelli…
o p.es. il nome di Zeno  „Odisseo triestino” che inganna il suo rivale (Guido); suo
successo dopo la morte di Guido  Cavallo di Troia (non accetta la loro rivalità, fa
finta di essere il suo amico)
o suocero di Zeno: Malfenti – nome simbolico („male” + „fare”), secondo un critico:
„fetente” (=bűzlő)
o Ada e Guido si amano, ma il loro matrimonio non funziona – Augusta ama Zeno
ma Zeno non ama Augusta, il loro matrimonio funziona!  nella vita di Zeno
Augusta sostituisce la figura di Ada (la figura della moglie), ma Guido non può
sostituire la figura di Zeno (la figura del marito)
o la fine della storia rappresenta l’assurdità della prima guerra mondiale – banalità
comica della situazione (il protagonista va a camminare e non può ritornare alla
sua villa perché gli austriaci lo ostacolano)
o malattia (il motivo dell’ultima cigaretta) – malattia dell’umanità
o la fine del romanzo viene collegato dai critici a Darwin, Schopenhauer, Zola
o secondo un critico si vede la metafora della vita nel romanzo
o con questo „autobiografia finta” nasce il romanzo italiano moderno!

Prefazione del libro:


„Io sono il dottore di cui in questa novella si parla talvolta con parole poco lusinghiere. Chi di
psico-analisi s'intende, sa dove piazzare l'antipatia che il paziente mi dedica. Di psico-analisi
non parlerò perché qui entro se ne parla già a sufficienza. Debbo scusarmi di aver indotto il
mio paziente a scrivere la sua autobiografia; gli studiosi di psico-analisi arricceranno il naso a
tanta novità. Ma egli era vecchio ed io sperai che in tale rievocazione il suo passato si
rinverdisse, che l'autobiografia fosse un buon preludio alla psico-analisi. Oggi ancora la mia
idea mi pare buona perché mi ha dato dei risultati insperati, che sarebbero stati maggiori se
il malato sul più bello non si fosse sottratto alla cura truffandomi del frutto della mia lunga
paziente analisi di queste memorie. Le pubblico per vendetta e spero gli dispiaccia. Sappia
però ch'io sono pronto di dividere con lui i lauti onorarii che ricaverò da questa
pubblicazione a patto egli riprenda la cura. Sembrava tanto curioso di se stesso! Se sapesse
quante sorprese potrebbero risultargli dal commento delle tante verità e bugie ch'egli ha qui
accumulate!” (DOTTOR S)

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