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Il verbo, sottocategorizzazione, valenza


Graffi: Sintassi, Bologna, il Mulino, 1994: 2.3. La categoria verbo e le varie classi
di verbi: il concetto di valenza
Suddivisione interna delle singole parti del discorso
 sottocategorizzazione non è gerarchica bensì incrociata: in altre parole i singoli nomi
non appartengono ad una sola sottocategoria, ma a più sottocategorie
contemporaneamente
 Tra i verbi: gli stativi (sapere), non stativi (guardare), i primi si differenziano dai
secondi per il fatto di non ammettere la perifrasi con stare e il gerundio, come mostra
l’opposizione:
 a. *Giovanni sta sapendo la risposta
b. G. sta elaborando la risposta
 Come si può vedere le sottocategorizzazioni di verbi e di nomi sono compiute in base
alla caratteristiche (tratti) intrinseche dei vari nomi e dei verbi, le diverse parti del
discorso possono essere sottocategorizzate anche in base ai loro tratti contestuali, cioè
secondo le varie classi o sottoclassi di parole con cui possono combinarsi
 questi sono 2 tipi: 1. specifica quali e quante sono le categorie , 2. specifica i tratti
intrinseci di queste categorie
 un verbo come temere (sulla base dei loro tratti intrinseci verbi piscologici) deve
essere accompagnato da 2 nomi o da 2 gruppi nominali, una frase è quindi
agrammaticale:
 Gianni teme la guerra
*Gianni teme
 il ruolo del secondo tipo di tratti contestuali definiti di selezione è semplificato dal
contrasto:
 a. Gianna teme la guerra
b. La guerra teme Gianna
 Informalmente possiamo dire che un verbo come temere richiede che il suo soggetto
possieda il tratto di animatezza, si dice che temere seleziona un soggetto animato
 il fenomeno della valenza e quello della selezione sono abbastanza diversi l’uno
dall’altro

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 le proprietà di selezione e quelle di valenza si collocano su 2 piani abbastanza diversi,
le prime riguardanti un livello intermedio tra la sintassi e la semantica, mentre le
seconde appaiono di tipo puramente sintattico
Il concetto di valenza, argomenti e circostanza
 il termine: valenza, è stato introdotto da Tesnière con una metafora tratta dal
vocabolario tecnico della chimica (H2O indica che la valenza dell’atomo di ossigeno è
doppia di quella dell’idrogeni per formare l’acqua è necessaria la presenza di 2 atomi)
così per avere una frase ben formata con un verbo come temere è necessario che esso
sia accompagnato da 2 gruppi nominali (gruppi di parole costituiti da un nome più altri
elementi come: il figlio del droghiere)
 attanti: obbligatoriamente devono ricorrere insieme, argomenti
 elementi facoltativi: circostanti
 argomenti: indicano le entità direttamente coinvolte nel processo descritto dal verbo ->
carattere semantico
 i circostanziali forniscono solo il contesto in cui tale processo si svolge
 Gianni e Maria sono gli argomenti mentre la settimana scora è il circostanziale:
Gianni ha incontrato Maria la settimana scorsa
 questa frase rimane perfettamente grammaticale anche omettendo le parole: la
settimana scorsa, l’omissione di Maria genera agrammaticalità:
 a. Gianni ha incontrato M.
b. * G. ha incontrato la settimana scorsa
 Gli argomenti sono OBBLIGATORI, a differenza dei circostanziali
 Verbi transitivi: possono essere usati intransitivamente
a. Gianni beve un bicchiere di vino
b. Gianni beve
 Questo fenomeno non indica che l’oggetto dei verbi tipo bere è un elemento non
obbligatorio, bensì in realtà che questo tipo di verbi ammette 2 costruzioni, l’una con 2
argomenti (a. mondat) e l’altra con un argomento solo
 non tutti i verbi transitivi ammettono anche la costruzione senza oggetto, è il caso di
incontrare, verbi come abbellire, accarezzare, ammirare, arrestare sono tutti
obbligatoriamente transitivi
 l’oggetto può mancare solo nei casi in cui è recuperabile in base al contesto : Sì, ho
ammirato - è grammaticale solo se enunciata dopo una frase come: Hai ammirato le

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bellezze di Roma? ma non lo è se enunciata in isolamento, e in ogni caso appare
preferibile ( c mondat )in cui l’oggetto è realizzato tramite il pronome le: Sì, le ho
ammirate.
 Un altro criterio: con un determinativo verbo gli argomenti devono essere
caratterizzati da determinati tratti di selezione ed appartenere a determinate categoria
mentre la scelta degli elementi circostanziali è almeno in linea di principio, libera
 i due verbi: interrogare, domandare – condividono le restrizioni di selezione, in
quanto entrambi richiedono che tanto l’entità che rivolge la domanda quanto quella
che la riceve siano umane:
 a. Il giudice ha interrogato il testimone
b Il giudice ha interrogato il gatto
c. Il g. ha domandato al testimone chi era entrato in casa
d. Il g. ha domandato al gatto chi era…
 a e c: gli argomenti di interrogare e domandare sono diversi: interroga – 2 gruppi
nominali, mentre domandare: gruppo nominale, un gruppo preposizionale e una frase.
La scelta degli elementi circostanziali appare molto più libera, essi non devono
possedere né determinati tratti di selezione né appartengono di necessità a determinate
categorie:
 a. Ieri sera/ la settimana scorsa/ due mesi fa/ nel suo studio/ al palazzo di giustizia/
fumando un sigaro ecc. il giudice ha interrogato il testimone
b. Ieri sera/ la settimana sc/ due mesi fa/ nel suo.../al palazzo.../ fumando… ecc.... il
giudice ha domandato al testimone chi era in casa
 un ulteriore criterio: ordine delle parole che è rigido per quanto riguarda gli argomenti,
mentre è molto più libero per i circostanziali
a. Il giudice ha interrogato il testimone ieri sera
b. Il testimone ha interrogato il giudice ieri sera
c. Ieri sera il giudice ha interrogato il testimone
Classificazione dei verbi in base alle valenze, verbi transitivi e verbi intransitivi
 differenti valenze, cioè il numero degli argomenti che li accompagnano : 4 classi
1. gli avalenti (zerovalenti)
2. i monovalenti
3. i bivalenti
4. i trivalenti

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 da argomenti posso fungere (szolgál): gruppi nominali, nominali introdotti da
preposizioni, frasi
 1. verbi avalenti: non sono accompagnati da alcun argomenti: piove, nevica
 2. sono accompagnati da un solo argomento, nome o un gruppo nominale (camminare,
morire) una frase (bisogna che G. parla)
sembrare: comportamento particolare a volte sono seguiti da una frase ( sembra che G.
sia felice) a volte sono preceduti da un nome e seguiti da un infinito (G. sembra essere
felice) – paiono di comportarsi da bivalenti, verbi di questo tipo sono sempre
monovalenti
 3. sono verbi accompagnati da 2 argomenti uno dei quali è sempre un nome o un
gruppo nominale mentre l’altro può essere anch’esso un nome o un gruppo nominale
(osservare: G. osserva l’alta marea) o un gruppo preposizionale (G. disobbedisce ai
suoi genitori) o una frase ( G. crede che M. arriverà domani)
 4. 3 argomenti e sono esemplificati (példával ellát) secondo Tesnière dai verbi di: dire,
dare. Gianni dice qualcosa a Pietro, G. dà un libro a P. Gli argomenti di questi verbi:
2 gruppi nominali ed un gruppo preposizionale, esistono anche verbi trivalenti
accompagnati da 2 argomenti di altro tipo come un gruppo nominale, un gruppo
preposizionale e una frase (G. ha detto a Mario di andarsene)
In questa classificazione non rientrano i verbi ausiliari (ess, avere, stare + gerundio)
non sono dotati di una valenza propria, assumono quelle dei verbi che accompagnano
(piani, lessicali: quando sarà necessario distinguere i verbi ausiliari dai verbi dotati di
una valenza propria)
 Avalenti, monovalenti, bivalenti sembrano corrispondere ai verbi impersonali,
intransitivi, transitivi, questa corrispondenza è parziale -> sono fondamentalmente
diversi i criteri di classificazione, e le classi verbali tradizionali non coincidono
esattamente con quelle definite in termini di valenza
 Nella grammatica tradizionale non esiste una classe corrispondente a quella dei verbi
trivalenti, vengono generalmente collocati: transitivi
 impersonale – avalente,
piovere: agente manca
Mario è stato picchiato – manca l’agente tuttavia il verbo non è certo da classificare
insieme ai meteorologici

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bisognare: viene definito impersonale in molte grammatiche tradizionale, valenza-
monovalenti non avalenti come piovere
=>LE CLASSI DEGLI IMPERSONALI E DEGLI AVALENTI NON COINCIDONO
 monovalenti, bivalenti corrispondono solo in parte a quelle dei tradizionali verbi
intransitivi e transitivi
 transitivi: esprimono azione, passa dal soggetto all’oggetto; l’azione espressa dai verbi
intransitivi: rimane nel soggetto, non è preceduto da preposizione.
 aiutare: transitivo, nuocere: intransitivo Gianni nuoce a Maria
 Gianni ha subito molte torture -> non si può parlare di un’azione di subire che passa
dal soggetto al complemento oggetto, accade il contrario
 alcune grammatiche tradizionali chiamano i verbi come nuocere intransitivi relativi
(seguiti da un argomento), dormire: intransitivi assoluti (non seguiti da un argomento)
 l’analisi in termini di valenze: criterio primario: il numero delle categorie che
accompagnano obbligatoriamente il verbo, nuocere-bivalenti, come aiutare
 transitività in senso lato: tutti i bivalenti e trivalenti (nuocere); transitività in senso
stretto: bivalenti e trivalenti accompagnati da 2 gruppi nominali, non introdotti da
preposizioni (colpire, uccidere, osservare, temere, dare)
 intransitivi: verbi monovalenti, ma al loro interno è necessario operare una distinzione

Due tipi di verbi intransitivi


 ausiliare essere: partite, arrivare, nascere, morire
 ausiliare avere: parlare, dormire, telefonare
=> possono essere sia preceduti che seguiti dal loro soggetto, ma ausiliare essere:
possono essere rappresentati dal pronome clitico ne:
a. Sono arrivati molti ragazzi. a. Ne sono arrivati molti
b. Hanno telefonato molti ragazzi. b. * Ne hanno telefonato molti
c. É ricomparso il padre del ragazzo. c. Ne è ricomparso il padre
d. Ha telefonato il padre del ragazzo. d. * Ne ha telefonato il padre

 participio passato + essere: si accorda con il soggetto, non con avere


 un’altra proprietà che distingue le 2 classi: usare il loro participio passato come
modificatore di un nome o nelle costruzioni assolute:

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a. Uno studente partito poco fa a. Partito G., ci siamo dati alla pazza gioia
b. *Uno studente parlato poco fa b. * Parlato G., ci siamo dati…
 entrambi i tipi di costruzione sono possibili soltanto con gli intransitivi essere
 gli intransitivi ad ausiliare avere permettono di formare: nomi d’agente aggiungendo al
participio il suffisso –ore
a. *G. è un grande partitore
b. G. è un grande parlatore
 i verbi intransitivi non formano una classe unitaria, sono costituiti da 2 classi di
verbi distinte
 essere: aumentare, cambiare, migliorare, peggiorare mostrano anche un uso transitivo:
a. I prezzi sono aumentati
b. I negozianti hanno aumentato i prezzi
c. Le sue opinioni sono cambiate
d. Quel filosofo ha cambiato le sue opinioni
 verbi transitivi che possono essere usati intransitivamente (bere, uso intransitivo
manca l’oggetto, ma il soggetto è lo stesso nell’uso transitivo), ma aumentare: il
soggetto coincide con l’oggetto dell’uso transitivo => ergatività
a. Ne sono partiti molti
b. G. ne ha salvati molti
c. Partito G. ci siamo dati alla pazza gioia
d. Salvato G., ci siamo...
e. Un ragazzo partito poco fa
f. Un ragazzo salvato poco fa
 ne può rappresentare un elemento del gruppo nominale post verbale, il participio
passato può ricorrere nelle costruzioni assolute e fungere da modificatore del nome

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