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Definizione di lessicologia
Lessicologia: lo studio (scientifico) del patrimonio lessicale di una data lingua
La suddivisione tradizionale della lessicologia:
- semantica lessicale (difficoltà: formatori logici (e, o, negazione), uso dei pronomi)
- formazione delle parole (difficoltà: lessemi, singoli morfemi)
Alcuni studiosi distinguono:
- una lessicologia del sistema, lessematica
- una lessicologia del discorso, o testuale
Le parole come unità del sistema in questo caso si definiscono solo lessemi.
(unità base: parola – ha un unico significato concettuale)
L’attualizzazione dei lessemi → studiata dalla lessicologia testuale
fenomeni come l’ambiguità testuale del senso, e la sua disambiguazione nella
decodificazione; il ruolo del contesto; la ripresa testuale di significati e di tratti di
significati al fine di assicurare la coerenza del testo; le connessioni lessicali; la
capacità referenziale di alcune classi di parole in determinati costrutti
Essendo la fluidità non è possibile accertare con precisione quanti e quali sono i lessemi di un
idioma in un determinato periodo della sua storia.
Sono fluidi i limiti tra:
- le parole nuove, già consolidate
- quelle instabili
- quelle talmente fragili da meritare la riprovazione
D’altra parte escono continuamente di scena parole che hanno avuto la esistenza effimera
(múló), alla periferia del lessico, e voci desuete (szokatlan) in quanto collegate a oggetti non
più in uso e a ideologie non più in voga (divat). Spesso è impossibile a decidere se si tratta di
lessemi circoscritti a un uso marginale (peremen lévő) o partecipi al sistema della lingua
nazionale.
Semantica e semiologia
Si occupano entrambe del problema della significazione, di come avviene il processo
dall’attribuzione di significati a segni.
Anche per la semiologia il problema del significato è centrale, però è uno dei problemi della
semiologia, e non il suo oggetto di studio.
Dunque hanno problemi simili da risolvere, ma la semiologia è la scienza dei segni, la
semantica è la scienza del significato. Le due cose non vanno confuse.
Tipico della sovrapposizione fra semiologia e semantica è il cominciare un discorso di
semantica con definire e descrivere i segni, come se la semantica dovesse studiare in realtà il
segno, qui non parliamo invece affatto del segno, e ci teniamo almeno tendenzialmente
aderenti ad una concezione stretta della semantica.
La semiotica logica nell’ambito della semiologia nata con Peirce e sviluppata in particolare
da Morris, che come Saussure in Europa, vanno considerati i padri americani della
semiologia.
Per Morris la semantica è una parte della semiotica, lo studio generale di tutti i segni, anche
di quelli naturali, ma anche dei segni artificiali (riguarda il rapporto tra il segno e la realtà
significata, gli oggetti a cui il segno riferisce); le altre due parti della semiotica sono la
pragmatica, che studia il rapporto tra il segno e gli utenti del segno (interpreta il segno e
come lo utilizza), e la sintattica, che studia la costituzione dei segni e le relazioni
intercorrenti. Sulle idee di Morris nasce la semantica logica.
In lessicologia, l’onomasiologia è lo studio dei vari significanti di uno stesso referente
(oggetto o idea) - lo studio che si occupa della denominazione dei referenti, dei tipi/modi con
cui gli stessi referenti sono denominati; può essere diacronica o sincronica, si esamini la
relazione significanti-significato in un dato tempo.
L’onomasiologia è spesso studiata assieme alla semasiologia, la quale percorre in
direzione opposta (significati-significante).