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Definizione di lessicologia
Lessicologia: lo studio (scientifico) del patrimonio lessicale di una data lingua
La suddivisione tradizionale della lessicologia:
- semantica lessicale (difficoltà: formatori logici (e, o, negazione), uso dei pronomi)
- formazione delle parole (difficoltà: lessemi, singoli morfemi)
Alcuni studiosi distinguono:
- una lessicologia del sistema, lessematica
- una lessicologia del discorso, o testuale
Le parole come unità del sistema in questo caso si definiscono solo lessemi.
(unità base: parola – ha un unico significato concettuale)
L’attualizzazione dei lessemi → studiata dalla lessicologia testuale
fenomeni come l’ambiguità testuale del senso, e la sua disambiguazione nella
decodificazione; il ruolo del contesto; la ripresa testuale di significati e di tratti di
significati al fine di assicurare la coerenza del testo; le connessioni lessicali; la
capacità referenziale di alcune classi di parole in determinati costrutti
Essendo la fluidità non è possibile accertare con precisione quanti e quali sono i lessemi di un
idioma in un determinato periodo della sua storia.
Sono fluidi i limiti tra:
- le parole nuove, già consolidate
- quelle instabili
- quelle talmente fragili da meritare la riprovazione
D’altra parte escono continuamente di scena parole che hanno avuto la esistenza effimera
(múló), alla periferia del lessico, e voci desuete (szokatlan) in quanto collegate a oggetti non
più in uso e a ideologie non più in voga (divat). Spesso è impossibile a decidere se si tratta di
lessemi circoscritti a un uso marginale (peremen lévő) o partecipi al sistema della lingua
nazionale.

Lessicologia e semantica in Italia


Mancano a tutt’oggi tentativi di studiare il lessico intero di una lingua di punto di vista
come rispecchi la vita del popolo che la parla. Mancano anche ricerche di stampo
strutturalistico sull’organizzazione dell’intero vocabolario di una lingua a prescindere
(eltekintve) da condizionamenti extralinguistici.
L’attenzione dei ricercatori si rivolge alla minuziosa analisi di un solo vocabolo o di un
piccolo insieme di parole, di un campo lessicale, oppure ci si occupa di etimologia.
Nei lavori teorici di filosofia del linguaggio e di semantica e in applicativi di lessicografia ci
riferiamo a:
- spogli di vari testi letterari, sia del passato che del periodo contemporaneo (Alinei,
1975)
- ricerche sui linguaggi settoriali (Beccaria 1973), con particolare riguardo al lessico
tecnico- scientifico (Altieri Biagi 1965)
- compilazione di lessici di frequenza (Bortolini, Tagliavini, Zampolli 1972)
- vocabolari unilingui di vaste proporzioni, la descrizione dei significati attuali e la
menzione di significati vecchi e obsoleti (elavult), questo è il risultato delle conoscenze
accumulate in lessicologia sincronica e diacronica
- analisi contrastiva di campi semantici, per esempio il campo semantico ’suoni del cane’
in italiano, olandese a inglese (Alinei 1974)
La situazione insoddisfacente nella lessicologia dell’italiano si spiega anche con una
circostanza locale, „La semantica teorica in Italia non ha tradizione. Si è cominciato a
occuparsene molto recentemente, sull’onda prima della semantica strutturale, e poi della
semantica generativa.” (Berruto)
La semantica strutturale sincronica ha trovato in Italia pochissimi adepti (beavatott), Alinei
nel 1974 descrive 800 lessemi del dominio ’cavallo’, nonché i lessemi del dominio ’suono del
cane’. I tratti per il suono del cane sono: emettere il suono, caratteristico del cane:
alto/basso/rabbia/dolore/sentimento indeterminato con bocca aperta/chiusa, cucciolo/adulto.
Furono tentativi di descrivere i significati lessicali come combinazioni di fattore di rango
inferiore, che alcuni definiscono semi.
Leibniz (filosofo) classifica i concetti in primari e derivati, descrivendo come combinazioni
di nozioni primarie. Secondo la filosofia italiana Vaccarino (1981) i significati devono essere
ricondotti ad operazioni mentali che li costituiscono con formule descrittive dei significati
lessicali, formule che sono sequenze di simboli per le categorie atomiche, le categorie
elementari, e le operazioni (combinazione, metamorfizzazione, inserimento). I modelli sono
universali.
Il modello di Parisi/Antinucci (1973) si distingue i presupposti psicologici su cui si regge, i
componenti semantici sono operazioni mentali elementari, non scomponibili in operazioni più
semplici. L’Organizzazione che vige (érvényben van) tra i singoli pezzi del significato di una
parola è la stessa organizzazione che vige all’interno della frase, è una configurazione di
predicati semantici; „cambia”, „coincide”, „cause”, „aggiunta”, „negazione”, „vincolo”,
„assume”, „interno” sono esempi di tali predicati.
Una parte del significato lessicale è enciclopedia, insieme di conoscenze collegate alla parola
nella mente dei parlanti.

Semantica: lo studio dei significati delle parole, solo semantica lessicale


La semantica è la scienza (il studio) del significato. Il segno linguistico è il significante che
si collega ad un referente tramite il significato - la semantica parte quindi da un segno
linguistico, da un significante e cerca di esplorare quali sono i suoi significati.
Se cerchiamo di definire il significato dell’espressione „scienza (studio) del significato” le
cose si complicano, si tratta di una scienza? o di una parte di una scienza? o si tratta di più
scienze? e quale significato si intende?
La semantica interessa strettamente la linguistica, la filosofia, la psicologia, la logica, la
teoria dell’informazione, la critica letteraria, l’antropologia.
I linguisti per semantica hanno inteso tre tipi di ricerche:
- lo studio dei cambiamenti di significato
- lo studio del processo della significazione
- lo studio strutturale del significato
La semantica come settore della linguistica si occupa a livello d’analisi del significato dei
segni verbali, questo settore si chiama semantica linguistica.
Se la semantica è la parte della linguistica che studia il piano del significato, l’aggettivo
semantico può essere usato con due valori: 1. relativo al significato, 2. relativo alla semantica

Semantica e semiologia
Si occupano entrambe del problema della significazione, di come avviene il processo
dall’attribuzione di significati a segni.
Anche per la semiologia il problema del significato è centrale, però è uno dei problemi della
semiologia, e non il suo oggetto di studio.
Dunque hanno problemi simili da risolvere, ma la semiologia è la scienza dei segni, la
semantica è la scienza del significato. Le due cose non vanno confuse.
Tipico della sovrapposizione fra semiologia e semantica è il cominciare un discorso di
semantica con definire e descrivere i segni, come se la semantica dovesse studiare in realtà il
segno, qui non parliamo invece affatto del segno, e ci teniamo almeno tendenzialmente
aderenti ad una concezione stretta della semantica.
La semiotica logica nell’ambito della semiologia nata con Peirce e sviluppata in particolare
da Morris, che come Saussure in Europa, vanno considerati i padri americani della
semiologia.
Per Morris la semantica è una parte della semiotica, lo studio generale di tutti i segni, anche
di quelli naturali, ma anche dei segni artificiali (riguarda il rapporto tra il segno e la realtà
significata, gli oggetti a cui il segno riferisce); le altre due parti della semiotica sono la
pragmatica, che studia il rapporto tra il segno e gli utenti del segno (interpreta il segno e
come lo utilizza), e la sintattica, che studia la costituzione dei segni e le relazioni
intercorrenti. Sulle idee di Morris nasce la semantica logica.
In lessicologia, l’onomasiologia è lo studio dei vari significanti di uno stesso referente
(oggetto o idea) - lo studio che si occupa della denominazione dei referenti, dei tipi/modi con
cui gli stessi referenti sono denominati; può essere diacronica o sincronica, si esamini la
relazione significanti-significato in un dato tempo.
L’onomasiologia è spesso studiata assieme alla semasiologia, la quale percorre in
direzione opposta (significati-significante).

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