L’affare Dreyfus, conosciuto come “affaire Dreyfus”, è stato un
conflitto politico-sociale scoppiato in Francia alla fine del XIX secolo, a seguito di accuse di spionaggio e tradimento a favore della Germania, nei confronti del capitano alsaziano di origine ebraica Alfred Dreyfus (scambiato per Ferdinand Walsin Esterhazy, reale colpevole). Fu una conseguenza della lunga e sanguinosa guerra franco-prussiana e portò aspri scontri fino alla fine della Prima Guerra Mondiale. In molti appoggiarono Messier Dreyfus, tra cui ricordiamo il poeta e scrittore realista Émile Zola con il suo brillante e toccante intervento intitolato “J’accuse” sulla nota testata giornalistica “Le Figaro”. Dopo che gli vennero strappati i gradi e le onorificenze, venne imprigionato ed esiliato nell’isola del Diavolo (in Africa) dove rimase fino alla fine del 1899. Il suo caso venne rivisto e controllato da molti esponenti politici dell’epoca e, dopo che scovarono il vero colpevole, Dreyfus venne liberato e riportato in patria. Ebbe numerose difficoltà, quali attacchi, persecuzioni, insulti e problemi economici. L’ultima volta visto in pubblico fu nella cerimonia di trasporto delle ceneri dello stimato amico Èmile Zola al Pantheon.