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MANZONI

massimo esponente del Romanticismo


egli vuole diventare l’interprete di una cultura italiana, nuova, cristiana, democratica, nazionale ed è
consapevole della necessità di una lingua nazionale nuova e moderna. Basa la sua intera vita sulla
giustizia e sul bene pubblico cercando di innestare la tradizione illuministica su quelli che saranno i
pensieri del romanticismo (attraverso il Cristianesimo).
vuole essere un rivoluzionare ma non essere parte della rivoluzione da anonimo
la sua prima formazione è di tipo razionalistico, anti-clericale e anti-tirannica. Ciò che gli rimarrà in
futuro di questa sua prima formazione sarà:
- il senso di democrazia, di libertà, di giustizia
- la sfiducia negli schemi retrivi
- la fiducia nella virtù dei lumi intellettuali
- la funzione educativa della letteratura
1805-???
frequenta gli ideologi avversari del regime napoleonico grazie al quale egli riuscirà ad acquisire una
cultura europea, dalla quale mutua il rigorismo morale (costante ricerca del vero e del giusto), lo
storicismo (analisi storica dei fenomeni), l’interesse per l’economia e la politica (storicismo) che gli
dà la possibilità di vedere l’Illuminismo alla luce di idee moderne e storicistiche.
stringe amicizia con Fauriel (promotore del Romanticismo)
Arrivato agli anni di morte, Manzoni sente una crescita di religiosità che non si esprime solo in
campo dogmatico e dottrinale ma traduce quella esigenza di rigorismo morale sia nell’estrema
coerenza tra fede e opere, sia nelle tendenze anti-temporalistiche e anti-gesuitiche
fede = coerente con la sua ricerca => coerenza tra fede e opere
Le tendenze gianseniste in Manzoni sono molto importanti, tra queste troviamo:
- l’estrema coerenza tra fede e opere (rigorismo morale)
- concetto di grazia divina come dono concesso da Dio (conversione vista con un dono
divino)
- debolezza della natura umana (peccato originario)
- coscienza dei gravi mali della Chiesa (non fesso)
- visione pessimistica della vita (quando non si è prescelto da Dio si tende a far uso della
violenza)
La conversione scaturisce dall’innestare le nuove conoscenze cristiane sugli ideali di libertà e
fratellanza illuministica fornendo quasi un orientamento complessivo di organicità
egli abbandona il neoclassicismo alla ricerca di un nuovo punto di vista, che superi il soggettivismo
elitario per approdare a sentimenti più generali/estesi (Inni Sacri)
1815 – Inni Sacri
Gli inni sono una nuova forma comunicativa per i contenuti della fede (banco di prova) secondo una
nuova funzione civilizzatrice della poesia (diffondere Cristianesimo), non potendo fondarsi
sull’estetica soggettivista ed elitaria del neoclassicismo.
12 inni: 1 per festività ma ne scrive solo 5 + 1 incompleto
CARATTERI E OBIETTIVI
Gli inni sono improntati ad un atteggiamento anti-eroico e anti-classico perché devono trasmettere
contenuti indirizzati ad un pubblico il più ampio possibile, si servono dell’innologia cristiana che è
una lirica oggettiva e corale con l’obiettivo di dimostrare gli effetti della fede nella vita degli uomini
(fede e opere) e che può essere oggetto di letteratura.
TEMI
- caduta dell’uomo
- male del mondo
- dio come riparo e consolazione
- dio come terrore biblico
FORMA E STRUTTURA
- versi popolari e cantabili
- schema fisso (enunciazione del tema, episodio centrale, conseguenze attuali dell’evento) =>
fratellanza universale
Manzoni, come tutti i poeti lombardi, era confluito nell’opposizione culturale all’Austria. In questo
quadro storico troviamo il superamento degli Inni Sacri e la conseguente scelta del teatro.
L’approdo al Dramma Storico corrisponde ad una maggiore apertura alla realtà italiana (vicino al
modello di Shakespeare che veniva trattato da Schlegel e Goete), diversamente dal genere
drammatico che in Italia e in Francia si ispirava a modelli classici.
In particolare, Schlegel elabora una concezione di coro diversa da quella della Tragedia Classica, in
quanto quest’ultimo presenta il punto di vista dell’Autore andando a risolvere l’immoralità della
Tragedia (fornisce forti emozioni), a differenza di quella Classica che invece era parte integrante
dell’opera, vero e proprio personaggio, ineliminabile.
I testi nei quali si esprime al meglio questa presa di posizione verso il teatro caratterizzato da
elementi tedeschi sono:
- la lettera al monsieur Chauvet
scritto nato in francese come risposta alla recensione di Chauvet sulla prefazione al conte
carmagnola. Oltre ai riconoscimenti, Chauvet lo criticava per aver utilizzato l’unità
d’azione. Secondo Manzoni questa unità d’azione viene utilizzata per la necessità di
rispettare il vero. Inoltre egli affronta il rapporto tra storia e invenzione (essendo storicista,
si possono inventare solo emozioni). poesia morale = vero storico = coscienza integrale
(???)
- la prefazione al conte di carmagnola (1816-20)
torna ad analizzare il valore della poesia morale, che deve assolutamente trattare il vero
torna ad analizzare la questione delle 3 unità affrontata nella lettera al monsieur Chauvet
contrapposizione con l’opinione comune (impossibilità di scrivere un dramma bello e
morale)
sposa a pieno la posizione del coro di Schlegel
ultimo punto importante è quello della lingua, in quanto egli non può utilizzare una lingua
classicheggiante per un pubblico più ampio ma un linguaggio prosaico, medio con un gergo
comune.

Il conte di Carmagnola è una tragedia, il soggetto è legato alla crisi italiana in quanto
rappresenta lo scontro tra un singolo personaggio, il potere e i conflitti interiori che il
rapporto con il potere scatenano all’interno del personaggio stesso.
Rappresenta attraverso Francesco Bussone la storia come regno della violenza e
dell’ingiustizia (prevaricazione e singolo che può essere schiacciato).
ADELCHI
L’Adelchi è un’altra tragedia scritta da Manzoni che, diversamente dal conte di Carmagnola riesce
ad ottenere un discreto risultato.
Le fonti sono:
- Thierry, storico francese che si interessò soprattutto alla storia dei vinti. Manzoni di
conseguenza si interessa appunto a Thierry in quanto volendo esporre il vero preferisce
narrare la storia dei vinti, delle masse anziché narrare quella degli eroi.

L’impostazione è pessimistica e lo sviluppo della storia ruota attorno a 4 personaggi:


- due sovrani (Desiderio e Carlo Magno) che rappresentano la visione della storia secondo
una logica di sopraffazione e ambizione
- due figli (di Desiderio, Ermengarda e Adelchi) che sono le vittime dei re. Ermengarda viene
rappresentata come divisa tra l’amore e sofferenza/ tra l’odio e la rivalsa.
La figura di Ermengarda deve mettere in risalto le contraddizioni più profonde che si
realizzano nell’animo umano.
La figura di Adelchi rappresenta l’eroe diviso tra scelta etica e politica/ tra giustizia e potere.
Rappresenta il contrasto tra interesse pubblico e privato.
Entrambi sono figure Christi, innanzitutto entrambi muoiono da innocenti, saldano in
qualche modo un debito nei confronti di Dio (provvida sventura => visione pessimistica,
assolvere i peccati devi soffrire)

Il coro atto IV è un esempio di antipetrarchismo in quanto è un passo che esprime una poesia molto
alta ma non come analisi dell’io (soggettiva), bensì attraverso una poesia epico-drammatica che
analizza i moti interiori non soggettivi.
Il coro atto III è un esempio di pessimismo manzoniano ma anche un esempio di poesia storico-
politico perché ricostruisce il passato come analisi del presente.
Manzoni adotta il dodecasillabo, abbandonando l’endecasillabo della tradizione, sceglie la sestina
ottenendo una poesia più popolare tranne per il lessico colto.
ODI CIVILI
Dopo aver composto gli scritti tra il 1814-15, Manzoni torna alla lirica civile con altre due Odi di
tipo politico e civile (entrambi le odi accendono nuove speranze di indipendenza vane):
- Marzo 1821
affronta il tema patriottico (moti del ’21) di pari passo al tema religioso (dio di derivazione
biblica => dio guerriero e vendicatore), dedicata ad un patriota tedesco che morì contro
Napoleone
- Il cinque maggio
tratta la morte di Napoleone, svolta come una meditazione morale sulla condizione umana
(centrale il tema della provvida sventura), ripercorrendo le sue imprese (alla luce del disegno
provvidenzialistico di dio => acquista i tratti epici) e considerando la storia come elemento
per la riflessione e per la meditazione morale.
Nel 1819 e nel 1822 troviamo altre due opere scritte da Manzoni:
- osservazioni sulla morale cattolica
si tratta di un’opera storico-filosofica, si tratta di una risposta a Simon de Sismondi, il quale
aveva scritto che la decadenza politico-morale era direttamente dovuta all’operato della
Chiesa Cattolica. Manzoni risponde sul piano teologico affermando che la morale della
chiesa non può paragonata alla morale laica in quanto si trovano su due piani completamente
differenti.
emerge quindi una concezione della storica lontana dall’illuminismo che dal classicismo
(lontana dall’eroismo del singolo)
- discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia
si tratta di un’opera storica in cui Manzoni sperimenta un tono discorsivo in cui egli è molto
vicino all’Illuminismo (confuta gli errori del passato), secondo Manzoni bisogna valutare la
storia dal punto di vista del popolo, facendo così diventa possibile rivalutare la Chiesa,
vicina alle masse.
Nel 1823 scrive la lettera al Marchese Cesare d’Azeglio sul Romanticismo, in questa lettera
vengono trattati i principi della poetica Manzoniana legati al Romanticismo che sono:
- l’utile per scopo, il vero per soggetto, l’interessante per mezzo
l’opera presenta inoltre le proposte avanzate in modo costruttivo dai Romantici, schierandosi nel
dibattito tra Classicisti e Romantici
per Manzoni il romanticismo è negazione della mitologia neoclassica e adesione ad un’arte più
vera, di conseguenza le caratteristiche del romanticismo manzoniano sono:
- superamento del classicismo (rifiuto del principio d’imitazione, rifiuto delle unità
aristoteliche)
- letteratura come civilmente e moralmente utile (l’utile per scopo, il vero per soggetto,
l’interessante per mezzo)
- recupero del sentimento religioso contro il paganesimo aristocratico
- storicismo, interesse per la modernità come studio del passato
- scelta del romanzo, tipico della narrativa romantica
IDEA MANZONIANA DI ARTE
- uso della ragione per comprendere e analizzare la realtà (illuminismo)
- auspica ad una poesia di meditazione morale (Parini)
- esigenza di una poesia radicata in una dimensione storica (storicismo)
- responsabilità civile degli intellettuali e di sé stesso (ideologues)
- critica dei privilegi non giusticati (Parini, critica della nobiltà nel Giorno, critica che non
coinvolge la nobiltà in quanto categoria sociale bensì da un punto di vista morale perché non
più meritevole)
- visione eroica sovvertita: medioevo Cristiano superiore al mondo antico
PROMESSI SPOSI
tra il 1822-23 di particolare importanza per la stesura di questa opera di cui non si sa ancora il nome
(Fermo e Lucia) Manzoni sottolinea nella lettera a Claude Fauriel come ci siano più oggetti
narrabili e che oltretutto il genere del romanzo è molto più fruibile. Inoltre fa riferimento al modo di
agire degli uomini.
Nella prima edizione, che risponde perfettamente alla riflessione di Manzoni, la visione della storia
è negativa, l’impianto narrativo è rigido ed è caratterizzato da lunghe digressioni.
Questi difetti vengono risolti con l’edizione del 1824, attraverso una revisione, fino ad arrivare nel
1827, ad un’opera del tutto modificata, dove vengono aboliti alcuni episodi e ne vengono inseriti di
nuovi, vengono ridotte le digressioni e inoltre è data una maggiore forza alla Provvidenza Divina
come valore cristiano.
L’ultima edizione è quella del 1840 dove troviamo una revisione della lingua (fiorentino), troviamo
inoltre l’appendice dedicata al processo degli Untori
I promessi sposi sono un romanzo storico e le fonti di quest’ultimo sono:
- L’Historia Patria di Ripamonti
- L’economia e statistica di Gioia
Nel romanzo viene inoltre attribuita importanza alla dominazione straniera, dove il processo di
Indipendenza dall’Austria ha subito una battuta d’arresto dopo il fallimento dei Moti del ’21.
Ovviamente la narrazione di Manzoni si estende anche oltre il romanzo storico in quanto egli vuole
analizzare la natura umana e lo scontro tra bene-male (seguito da un lieto fine tradizionale
attraverso il quale viene messo in evidenza il percorso per la crescita umana)
è inoltre presente una concezione pessimistica e rigorosa che fa riferimento ad una visione della
Provvidenza come orizzonte di senso complessivo e fa riferimento alla fiducia in dio (devi avere
fede nonostante tutte le avversità)
l’ambientazione è del ‘600, tra i quali rispecchiano la peste. Questa ambientazione (dominio
spagnolo 600esco) presenta delle analogie con il dominio austriaco 800esco.
l’artificio del manoscritto è necessario per attribuire veridicità alla storia dei personaggi e per
staccarsi dalla lingua 600esca e avere due punti di vista (autore e narratore). Il narratore è
onnisciente e accompagna il lettore (inusuale nell’800)
- 1° NUCLEO NARRATIVO
premesse, protagonisti Renzo e Lucia, il tema più importante sono gli ostacoli frapposti al
matrimonio (Don Rodrigo, Don Abbondio), tentativi falliti di Fra Cristoforo e Agnese
- 2° NUCLEO NARRATIVO
protagonista Lucia, il tema più importante è il suo allontanamento e la sua permanenza a
Monza
- 3° NUCLEO NARRATIVO
protagonista Renzo, il tema più importante è la sua permanenza a Milano
- 4° NUCLEO NARRATIVO
protagonista Lucia, tra il castello dell’Innominato e da Donna Prassede
- 5° NUCLEO NARRATIVO
protagonista Renzo, a Milano alla ricerca di Lucia
- 6° NUCLEO NARRATIVO
- protagonisti Renzo e Lucia, riunione dei due giovani e conclusione con matrimonio
(ciclicità)

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