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Il conte di Carmagnola è una tragedia, il soggetto è legato alla crisi italiana in quanto
rappresenta lo scontro tra un singolo personaggio, il potere e i conflitti interiori che il
rapporto con il potere scatenano all’interno del personaggio stesso.
Rappresenta attraverso Francesco Bussone la storia come regno della violenza e
dell’ingiustizia (prevaricazione e singolo che può essere schiacciato).
ADELCHI
L’Adelchi è un’altra tragedia scritta da Manzoni che, diversamente dal conte di Carmagnola riesce
ad ottenere un discreto risultato.
Le fonti sono:
- Thierry, storico francese che si interessò soprattutto alla storia dei vinti. Manzoni di
conseguenza si interessa appunto a Thierry in quanto volendo esporre il vero preferisce
narrare la storia dei vinti, delle masse anziché narrare quella degli eroi.
Il coro atto IV è un esempio di antipetrarchismo in quanto è un passo che esprime una poesia molto
alta ma non come analisi dell’io (soggettiva), bensì attraverso una poesia epico-drammatica che
analizza i moti interiori non soggettivi.
Il coro atto III è un esempio di pessimismo manzoniano ma anche un esempio di poesia storico-
politico perché ricostruisce il passato come analisi del presente.
Manzoni adotta il dodecasillabo, abbandonando l’endecasillabo della tradizione, sceglie la sestina
ottenendo una poesia più popolare tranne per il lessico colto.
ODI CIVILI
Dopo aver composto gli scritti tra il 1814-15, Manzoni torna alla lirica civile con altre due Odi di
tipo politico e civile (entrambi le odi accendono nuove speranze di indipendenza vane):
- Marzo 1821
affronta il tema patriottico (moti del ’21) di pari passo al tema religioso (dio di derivazione
biblica => dio guerriero e vendicatore), dedicata ad un patriota tedesco che morì contro
Napoleone
- Il cinque maggio
tratta la morte di Napoleone, svolta come una meditazione morale sulla condizione umana
(centrale il tema della provvida sventura), ripercorrendo le sue imprese (alla luce del disegno
provvidenzialistico di dio => acquista i tratti epici) e considerando la storia come elemento
per la riflessione e per la meditazione morale.
Nel 1819 e nel 1822 troviamo altre due opere scritte da Manzoni:
- osservazioni sulla morale cattolica
si tratta di un’opera storico-filosofica, si tratta di una risposta a Simon de Sismondi, il quale
aveva scritto che la decadenza politico-morale era direttamente dovuta all’operato della
Chiesa Cattolica. Manzoni risponde sul piano teologico affermando che la morale della
chiesa non può paragonata alla morale laica in quanto si trovano su due piani completamente
differenti.
emerge quindi una concezione della storica lontana dall’illuminismo che dal classicismo
(lontana dall’eroismo del singolo)
- discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia
si tratta di un’opera storica in cui Manzoni sperimenta un tono discorsivo in cui egli è molto
vicino all’Illuminismo (confuta gli errori del passato), secondo Manzoni bisogna valutare la
storia dal punto di vista del popolo, facendo così diventa possibile rivalutare la Chiesa,
vicina alle masse.
Nel 1823 scrive la lettera al Marchese Cesare d’Azeglio sul Romanticismo, in questa lettera
vengono trattati i principi della poetica Manzoniana legati al Romanticismo che sono:
- l’utile per scopo, il vero per soggetto, l’interessante per mezzo
l’opera presenta inoltre le proposte avanzate in modo costruttivo dai Romantici, schierandosi nel
dibattito tra Classicisti e Romantici
per Manzoni il romanticismo è negazione della mitologia neoclassica e adesione ad un’arte più
vera, di conseguenza le caratteristiche del romanticismo manzoniano sono:
- superamento del classicismo (rifiuto del principio d’imitazione, rifiuto delle unità
aristoteliche)
- letteratura come civilmente e moralmente utile (l’utile per scopo, il vero per soggetto,
l’interessante per mezzo)
- recupero del sentimento religioso contro il paganesimo aristocratico
- storicismo, interesse per la modernità come studio del passato
- scelta del romanzo, tipico della narrativa romantica
IDEA MANZONIANA DI ARTE
- uso della ragione per comprendere e analizzare la realtà (illuminismo)
- auspica ad una poesia di meditazione morale (Parini)
- esigenza di una poesia radicata in una dimensione storica (storicismo)
- responsabilità civile degli intellettuali e di sé stesso (ideologues)
- critica dei privilegi non giusticati (Parini, critica della nobiltà nel Giorno, critica che non
coinvolge la nobiltà in quanto categoria sociale bensì da un punto di vista morale perché non
più meritevole)
- visione eroica sovvertita: medioevo Cristiano superiore al mondo antico
PROMESSI SPOSI
tra il 1822-23 di particolare importanza per la stesura di questa opera di cui non si sa ancora il nome
(Fermo e Lucia) Manzoni sottolinea nella lettera a Claude Fauriel come ci siano più oggetti
narrabili e che oltretutto il genere del romanzo è molto più fruibile. Inoltre fa riferimento al modo di
agire degli uomini.
Nella prima edizione, che risponde perfettamente alla riflessione di Manzoni, la visione della storia
è negativa, l’impianto narrativo è rigido ed è caratterizzato da lunghe digressioni.
Questi difetti vengono risolti con l’edizione del 1824, attraverso una revisione, fino ad arrivare nel
1827, ad un’opera del tutto modificata, dove vengono aboliti alcuni episodi e ne vengono inseriti di
nuovi, vengono ridotte le digressioni e inoltre è data una maggiore forza alla Provvidenza Divina
come valore cristiano.
L’ultima edizione è quella del 1840 dove troviamo una revisione della lingua (fiorentino), troviamo
inoltre l’appendice dedicata al processo degli Untori
I promessi sposi sono un romanzo storico e le fonti di quest’ultimo sono:
- L’Historia Patria di Ripamonti
- L’economia e statistica di Gioia
Nel romanzo viene inoltre attribuita importanza alla dominazione straniera, dove il processo di
Indipendenza dall’Austria ha subito una battuta d’arresto dopo il fallimento dei Moti del ’21.
Ovviamente la narrazione di Manzoni si estende anche oltre il romanzo storico in quanto egli vuole
analizzare la natura umana e lo scontro tra bene-male (seguito da un lieto fine tradizionale
attraverso il quale viene messo in evidenza il percorso per la crescita umana)
è inoltre presente una concezione pessimistica e rigorosa che fa riferimento ad una visione della
Provvidenza come orizzonte di senso complessivo e fa riferimento alla fiducia in dio (devi avere
fede nonostante tutte le avversità)
l’ambientazione è del ‘600, tra i quali rispecchiano la peste. Questa ambientazione (dominio
spagnolo 600esco) presenta delle analogie con il dominio austriaco 800esco.
l’artificio del manoscritto è necessario per attribuire veridicità alla storia dei personaggi e per
staccarsi dalla lingua 600esca e avere due punti di vista (autore e narratore). Il narratore è
onnisciente e accompagna il lettore (inusuale nell’800)
- 1° NUCLEO NARRATIVO
premesse, protagonisti Renzo e Lucia, il tema più importante sono gli ostacoli frapposti al
matrimonio (Don Rodrigo, Don Abbondio), tentativi falliti di Fra Cristoforo e Agnese
- 2° NUCLEO NARRATIVO
protagonista Lucia, il tema più importante è il suo allontanamento e la sua permanenza a
Monza
- 3° NUCLEO NARRATIVO
protagonista Renzo, il tema più importante è la sua permanenza a Milano
- 4° NUCLEO NARRATIVO
protagonista Lucia, tra il castello dell’Innominato e da Donna Prassede
- 5° NUCLEO NARRATIVO
protagonista Renzo, a Milano alla ricerca di Lucia
- 6° NUCLEO NARRATIVO
- protagonisti Renzo e Lucia, riunione dei due giovani e conclusione con matrimonio
(ciclicità)