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Analisi del Qual raggio di sole da nuvoli folti, Le note latebre del covo cercar;
Traluce de’ padri la fiera virtù: E quivi, deposta l’usata minaccia,
Le donne superbe, con pallida faccia,
testo (strofe 1-6) Ne’ guardi, ne’ volti confuso ed
incerto
I figli pensosi pensose guatar.
(campo semantico degli animali)
Si mesce e discorda lo spregio
sofferto E sopra i fuggenti, con avido brando,
Col misero orgoglio d’un tempo che Quai cani disciolti, correndo, frugando,
fu. Da ritta, da manca, guerrieri venir:
Li vede, e rapito d’ignoto contento,
Con l’agile speme precorre l’evento,
[…] E sogna la fine del duro servir.
Figure retoriche: parallelismo; chiasmo; metonimia; ossimoro; poliptoto;
similitudine; anafora; polisindeto; latinismo; asindeto; allitterazioni.
Udite! Quei forti che tengono il campo,
Che ai vostri tiranni precludon lo scampo, Gli oscuri perigli di stanze incresciose,
Son giunti da lunge, per aspri sentier: Per greppi senz’orma le corse affannose,
Sospeser le gioie dei prandi festosi, Il rigido impero, le fami durar:
Assursero in fretta dai blandi riposi, Si vider le lance calate sui petti,
Chiamati repente da squillo guerrier. A canto agli scudi, rasente agli elmetti,
Udiron le freccie fischiando volar.
Lasciar nelle sale del tetto natio
E il premio sperato, promesso a quei forti,
Le donne accorate, tornanti all’addio,
Analisi del A preghi e consigli che il pianto troncò:
Han carca la fronte de’ pesti cimieri,
Sarebbe, o delusi, rivolger le sorti,
D’un volgo straniero por fine al dolor?
Tornate alle vostre superbe ruine,
testo (strofe 6-12) Han poste le selle sui bruni corsieri,
Volaron sul ponte che cupo sonò.
All’opere imbelli dell’arse officine,
Ai solchi bagnati di servo sudor.
A torme, di terra passarono in terra, Il forte si mesce col vinto nemico,
Cantando giulive canzoni di guerra, Col novo signore rimane l’antico;
Ma i dolci castelli pensando nel cor: L’un popolo e l’altro sul collo vi sta.
Per valli petrose, per balzi dirotti, Dividono i servi, dividon gli armenti;
Vegliaron nell’armi le gelide notti, Si posano insieme sui campi cruenti
Membrando i fidati colloqui d’amor. D’un volgo disperso che nome non ha.