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Bagrationi: storia della famiglia reale di Georgia

11/11/2008

Si narra che i Bagrationi discendano dal profeta Davide; la leggenda nata fin dall’alto medioevo ad
opera del cronista Mosè di Khorene è curiosa. Essa racconta di come, nel VI secolo Avanti Cristo, 7
fratelli cacciati dalla Palestina avessero trovato rifugio tra le montagne del Caucaso. Come Gesu’
Cristo questi 7 fratelli sarebbero appartenuti alla dinastia dei Re d’Israele. Tre di essi si sarebbero
stabiliti in Armenia mentre gli altri quattro nella vicina Georgia e uno di questi ebbe un figlio,
Bagrat, fondatore dell’omonima dinastia...

In ogni caso anche se i Bagrationi hanno dovuto rinunciare all’ascendenza biblica, essi restano
comunque una della dinastie più antiche del mondo, in concorrenza con la dinastia Imperiale
Giapponese. Comunque gli specialisti non riescono ad accordarsi sulle loro reali origini: alcuni di
loro affermano che il nome discende dall’antico persiano “Bagadata” cioè “donato da Dio”. Già nel
I secolo Avanti Cristo un certo Bagratades è vicerè di Siria sotto Tigrane il grande.

Nelle cronache il nome della dinastia Bagrationi appare nel 314 Dopo Cristo come quello di
feudatari della regione di Speri, attuale Ispir, nella Turchia nord-orientale che in seguito
governarono i principati di Samtzkhé e di Klajerti sotto la sovranità persiana, più tardi gli imperatori
bizantini gli conferirono il titolo di “curopalates”. Nel V secolo i Bagrationi ricevettero il titolo di
“thagadir” o “posa-corona” dei re Arsacidi d’Armenia. In realtà la certezza dell’esistenza dei
Bagrationi è provata solo a partire dall VIII secolo col declino del clan rivale dei Mamikonian: nel
772 dopo la vittoria musulmana di Bagrevand, uno di loro, certo Vassak figlio di Aschot III il cieco,
principe d’Armenia, si stabilisce nei monti di Klarjeri dove sposa la figlia di un nobile locale.
Nell’813 suo nipote Aschot I si proclama principe d’Iberia - l’antico nome della Georgia -, con il
sostegno di Costantinopoli. I suoi discendenti si divideranno in rami rivali tra loro finchè Adanassé
II nell’888 restauro’ l’antico Regno di Georgia.

Mentre un ramo dei Bagrationi continuerà a governare l’Armenia fino al XII secolo, Bagrat III
(1001-1014) completa l’unificazione del Regno conquistando l’Abkazia. Nel corso dell’XI secolo
essi mantengono una precaria indipendenza minacciati alle loro frontiere dai Bizantini e dai Turchi
Selgiucidi. L’età d’oro dei Bagrationi inizia con il regno di Davide IV il costruttore (1089-1125)
che nel 1122 occupa Tbilissi e ne fa la sua capitale. L’Impero Georgiano si estende allora dal
Caucaso all’Iran e verso l’Asia Minore.

Il nipote di Davide, Giorgio III è il primo a portare il titolo persiano di Shahinshah – re dei re –
nonchè dell’altro titolo altisonante di “padrone di tutto l’Occidente e l’Oriente”. Sua figlia Tamara
(1160-1213) meriterà il titolo di “regina delle regine”, associata al trono dal padre all’età di 24 anni,
bella e intelligente, Tamara eserciterà la sua autorità fino al Mar Caspio favorendo la creazione
dell’Impero greco di Trebisonda. Molto caritatevole essa dedicherà ai poveri un decimo delle
entrate dello stato. Si dice anche che essa avesse appetiti carnali insaziabili: la leggenda dice che
ogni sera attitrava nel suo palazzo un giovane viandante e, dopo una notte d’amore, lo facesse
gettare nelle gole del fiume Terek... Sposando il principe di Ossezia, Davide Oslan - ritenuto
d’ascendenza Bagrationi – Tamara diede origine a un nuovo ramo della dinastia georgiana.

Con le invasioni mongole il Caucaso inizia un inarrestabile declino: una delle province georgiane fa
secessione e un ramo della famiglia instaura un un principato indipendente. Dopo una breve
parentesi sotto il regno di Giorgio V il brillante (1318-1346) la Georgia riprende il suo declino e
all’inizio del XV secolo le truppe di Tamerlano mettono il paese a ferro e fuoco, devastando i
santuari cristiani. Sempre più divisa, nel 1490 la Georgia si scinde in tre regni indipendenti: la
Karthlia, la Kakhezia e la Iremezia attorno ai quali gravitano una miriade di principati e ducati
come la Mingrelia, la Guria, l’Abkazia e la Samtskhé.

Sia i persiani che i turchi effettuano incursioni e rapiscono donne georgiane che vengono vendute
come schiave in tutto il mondo musulmano. Malgrado questo sbriciolamento e guerre civili
sanguinose il paese saprà preservare la sua identità, incarnata dalla famiglia Bagrationi con diversi
suoi esponenti a capo dei regni principali. Finalmente nel 1762 la Karthlia e la Kakhezia si liberano
dalla tutela persiana e vengono unite dal re Eraclio II che nel 1783 si pone sotto la protezione
dell’Impero Russo col trattato di Giorgievsk.

Nal 1798 alla sua morte, gli succede il figlio Giorgio XII che, debole e indeciso dovrà fronteggiare
gli appetiti dello zar Paolo I il quale sancirà l’annessione dei due regni, Il 18 dicembre 1800
confermata il 12 settembre 1801 dal figlio Alessandro. Nel frattempo il reggente Davide, figlio di
Giorgio XII tenta di resistere ma viene deportato in Russia con molti altri principi della sua
famiglia. Dieci anni dopo anche il re d’Imerezia Salomone II, vassallo nominale dell’Impero
Ottomano, viene detronizzato dal potente vicino ortodosso e da allora i Bagrationi saranno integrati
nell’alta aristocrazia russa illustrandosi come militari, come l’eroico generale Piotr Bagrationi ferito
mortalmente nel 1812 nella battaglia di Borodino contro Napoleone, o come Piotr Romanovic
Bagrationi, governatore delle provincie baltiche e ingeniere metallurgico.

Dopo la rivoluzione d’Ottobre e l’instaurazione del potere sovietico in Georgia nel 1921, molti
Bagrationi emigrano nell’Europa occidentale. Uno di essi, il principe Irakli Bagrationi-
Moukhransky (1909-1977) si proclama Capo della Casa Reale: dal suo primo matrimonio con la
contessa romana Maria Antonietta Pasquini dei conti di Costafiorita nascerà a Roma un figlio
Giorgio, la madre non sopravvisse al parto e morì dandolo alla luce il 22 febbraio 1944. Nel 1994 i
resti di Irakli vennero trasferiti nella cattedrale di Svetitskhoveli, in Georgia.

La repubblica di Georgia riconosce ufficialmante il principe Giorgio come erede della dinastia
storica, ma si dubita che presto salirà sul trono col nome di Giorgio XIII. Una sorella di Irakli
l’ultranovantenne granduchessa Leonida (nata nel 1914) sposò il granduca Vladimir Romanov
(1917-1992) riconosciuto capo dalla Casa Imperiale Russa, la loro unica figlia Maria è attualmente
uno dei pretendenti al Trono Imperiale.

Tatiana Konstantinovna Romanova


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Tatiana Konstantinovna Romanova (in russo Княжна Татьяна Константиовна[?]) (San
Pietroburgo, 23 gennaio 1890 – Gerusalemme, 28 agosto 1979) fu la terza dei figli (e prima delle
femmine) del granduca Konstantin Konstantinovič di Russia e della granduchessa Elizaveta
Mavrikievna, nata Elisabetta di Sassonia-Altenburg.

Indice
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1 Titolo nobiliare
2 Condizioni di matrimonio
3 Vita matura
4 Implicazioni del matrimonio per le pretese di successione
5 Note
6 Voci correlate

7 Altri progetti

Titolo nobiliare [modifica]


Il 14 luglio 1886 l'imperatore Alessandro III di Russia modificò la Legge della Casa Imperiale
limitando la concessione del titolo di granduca e granduchessa ai soli figli e nipoti in linea maschile
di un imperatore russo. I discendenti agnatici più distanti avrebbero invece avuto il titolo di principe
o principessa del sangue imperiale. Tatiana, essendo una bisnipote di Nicola I del ramo
Kostantinovič dei Romanov, era quindi, alla nascita, solamente una principessa che godeva del
trattamento di Altezza invece che quello di Altezza Imperiale.

Condizioni di matrimonio [modifica]


Nella primavera del 1911 Tatiana Konstantinovna venne fidanzata al principe Konstantin
Aleksandrovič Bagration-Mukhrani (Tbilisi, 2 marzo 1889 – Jarosław, 19 maggio 1915), georgiano
di nascita, che serviva nel reggimento delle Guardie Imperiale russe, e che morì nella Prima Guerra
Mondiale. Ella fu la prima figlia di un Romanov che sposò apertamente un uomo russo o un
principe di una casa non regnante dal momento in cui la dinastia dei Romanov salì al trono nel
1613. Suo padre, ansioso, chiese l'approvazione dello Zar e della Zarina; il 30 novembre 1910 egli
annotò in uno dei suoi diari che venne assicurato che «non avrebbero mai giudicato morganatico il
suo matrimonio con un principe Bagration, perché questa Casa, come la Casa di Orléans, discende
da una ex dinastia regnante».

In precedenza le mogli morganatiche di granduchi Romanov erano state bandite dalla Russia
assieme ai loro mariti caduti in disgrazia: fu questo il caso della contessa Sofia de Torby e del
granduca Michail Michajlovič o della principessa Ol'ga Valerianovna Paley e del granduca Pavel
Aleksandrovič. Le donne Romanov si erano spinte unicamente a sposarsi morganaticamente in
segreto, mantenendo le loro relazioni come un segreto noto a tutti: gli esempi includono
l'imperatrice Elisabetta e Aleksej Grigor'evič Razumovskij ed il secondo matrimonio della
granduchessa Maria Nikolaevna con il conte Grigorij Stroganov.

Ciononostante, il matrimonio di Tatiana era legalmente morganatico. [1] Il suo fu infatti il primo
matrimonio della dinastia ad essere contratto in vigenza della formale decisione dell'Imperatore di
non accettare come dinastico qualunque matrimonio, anche del più giovane Romanov – quelli che
portavano solo il titolo di principe o principessa – con persone di sangue non reale. Secondo quanto
contenuto in Always a Grand Duke, i diari del 1933 del cognato di Nicola II, il granduca Aleksandr
Michajlovič di Russia (pubblicati a New York da Farrar e Rinehart), la preoccupazione circa gli
eventuali matrimoni di Romanov cadetti era molto sentita dai granduchi più anziani. Aleksandr
Michajlovič arrivò a tentare un approccio con lo Zar al fine di rendere meno stringente il requisito
per i possibili coniugi dinastici di «possedere rango corrispondente», contenuto nell'articolo 188
della Legge Fondamentale (la cosiddetta legge paolina). Tale proposta fu però rigettata.

I granduchi presentarono ufficialmente una petizione allo Zar attraverso una commissione
presieduta dal granduca Nikolaj Nikolaevič Romanov, nella quale richiedevano che venisse
riconosciuta una nuova forma di matrimoni dinastici; in particolare auspicavano che fosse permesso
ai principi e principesse imperiali di sposare, con specifico consenso dell'Imperatore, persone di
sangue non reale e che al contempo venisse riconosciuto alla discendenza il diritto di ereditare,
eventualmente, il trono. La risposta di Nicola II venne formalmente trasmessa il 14 giugno 1911
nella forma di un memorandum da parte del Ministro Imperiale della Corte, il barone Vladimir
Freedericksz:

« L'Imperatore ha ritenuto conveniente permettere matrimoni con persone non possedenti rango
corrispondente a non tutti i Membri della Famiglia Imperiale, ma solo ai Principi e alle Principesse
del Sangue Imperiale [...] I Principi così come le Principesse del Sangue Imperiale, contraendo un
matrimonio con una persona non avente rango corrispondente, possono tenere personalmente il titolo
ed i privilegi che sono loro per nascita, con l'eccezione del loro diritto di successione dal quale
dovranno abdicare prima di sposarsi. In relazione alla classificazione dei matrimoni dei Principi e
Principesse del Sangue Imperiale, l'Imperatore ha ritenuto opportuno riconoscere solo due categorie
di questi matrimoni: (a) matrimoni uguali, cioè quelli contratti con persone appartenenti ad un Casa
Reale o Regnante, e (b) matrimoni disuguali, cioè quelli contratti con persone non appartenenti ad
una Casa Reale o Regnante, e non riconoscerà alcuna altra categoria. [2]  »
Come promesso in questo comunicato, lo Zar procedette a legalizzare i matrimoni, purché
autorizzati, dei Romanov di rango inferiore a quello granducale con persone che difettavano del
«rango corrispondente». Questi matrimoni erano stati invece proibiti, piuttosto che considerati
morganatici, dall' ukase 5 868 del 23 marzo 1889 di Alessandro III; l' ukase 35 731/1 489,
pubblicato l'11 agosto 1911, rettificò quello del 1889 con le parole: «D'ora innanzi nessun granduca
o granduchessa potrà contrarre matrimonio con una persona non possidente rango corrispondente,
cioè non appartente ad una casa Reale o Regnante».

Sia il decreto del 1889 che quello del 1911 furono delle aggiunte all'articolo 188 della Legge
Paolina (ricodificato come l'articolo 63 dello Statuto della Famiglia Imperiale). La versione
originale dello statuto recitava: «Una persona della famiglia imperiale che abbia stretto un'alleanza
matrimoniale con una persona di rango non corrispondente, e cioè non appartente ad una Casa
Reale o Regnante, non può cedere a tale persona, o a qualunque discendenza che possa derivare da
un tale matrimonio, i diritti che appartengono ai Membri della famiglia imperiale».

L'articolo 36 venne mantenuto invariato: «I figli nati da un matrimonio tra un membro della
Famiglia Imperiale ed una persona di rango non corrispondente, cioè non appartenente ad una Casa
Reale o Regnate, non avranno diritto di successione al Trono». Questo articolo quindi poteva essere
appllicato per impedire ai figli di Tatiana Konstantinovna di avanzare diritti successori.

Essendo stato reso legale il matrimonio che era stato progettato per Tatiana ella procedette a
rinunciare ai suoi diritti dinastici, come richiesto; Nicola II riconobbe questa dichiarazione in un
ukase del 9 febbraio 1914 diretto al Senato Imperiale: [3] «Sua Altezza la Principessa Tatiana
Konstantinovna ha presentato a Noi con Sua propria firma, una rinuncia al diritto di successione al
Trono Imperiale di Tutte le Russie a Lei appartenente come membro della Casa Imperiale».
Contemporaneamente, in cambio della rinuncia ella ebbe il consenso dello Zar al matrimonio con il
principe Bagration-Mukhrani
Tatiana ed il suo Principe georgiano vennero infine sposati il 3 settembre 1911 nella tenuta del
granduca Konstantin Konstantinovič a Pavlovsk. L'Imperatore presenziò alla cerimonia e, secondo
una tradizione di famiglia poi ripresa dai figli della coppia, si dice che consigliò allo sposo di
firmare il registro matrimoniale come "Principe Gruzinsky", cioè "Principe di Georgia". Questo atto
fu probabilmente un cortese riconoscimento del fatto che, nonostante per tutto il secolo precedente i
Bagration avevano avuto unicamente il rango nobiliare di knyaz, principe (titolo piuttosto comune
in Russia), storicamente i Mukhrani erano un ramo di una dinastia reale deposta che aveva
governato su entrambi i lati del Caucaso per centinaia d'anni in più dei Romanov. Cambiando la
legge, garantendo un permesso senza precedenti per il matrimonio e partecipandovi personalmente,
Nicola II stava infatti riconoscendo questo avvenimento non come un atto di ribellione e nemmeno
di disgrazia per i Romanov. In ogni caso la sua approvazione era condizionata dal fatto che il
matrimonio era comunque ritenuto legalmente morganatico, riflettendo lo status non dinastico che i
Bagration-Mukhrani detenevano nella Russia del 1911.

Lo stesso giorno, lo Zar pubblicò un altro ukase (numero 35 766): «Per concessione Nostra e del
Granduca Konstantin Konstantinovič e della Granduchessa Elizaveta Mavrikievna, ha avuto luogo
il ventiquattresimo giorno di Agosto [vecchio calendario] il matrimonio della Figlia delle Loro
Altezze Imperiale, Sua Altezza la Principessa Tatiana Konstantinovna, con il Principe Konstantin
Bagration-Mukhrani. In conseguenza di questo ordino: alla Principessa Tatiana Konstantinovna di
mantenere il titolo di Altezza e d'ora in poi portare il nome di Sua Altezza la Principessa Tatiana
Konstantinovna Principessa Bagration-Mukhrani [...]»

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