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ELABORATO di MANNINO GIULIA classe III B CONCORSO NAZIONALE DI PROSA XII EDIZIONE G.

MACHERIONE CALATABIANO RACCONTA UNA STORIA UN PICCIOTTU TRA I MILLE Era il 1860, la primavera del 1860, ed in Sicilia arrivavano notizie di uno sbarco di Garibaldi a Marsala. Era un periodo difficile per il nostro paese: si lottava con grande volont per unItalia unita. Ci vollero anni e anni ma a poco a poco si stava arrivando ad ottenere qualcosa. Con varie guerre i paesi del nord si andavano unificando, mancavamo noi, il sud, oppressi dai Borboni. In quel 1860 cera un grande fervore in Sicilia. Io ero anziana, ma anche in me cresceva il desiderio di libert. Quel gran fervore che animava Marsala interessava molto ai miei figli. Il mio figlio maggiore, Salvatore, ma che tutti chiamavano Turiddo, aveva deciso di unirsi a Francesco Crispi, un grand uomo che cerc di preparare la Sicilia e soprattutto Marsala allarrivo di Garibaldi. Garibaldi era il protagonista del Risorgimento. Era un valido generale che sapeva affrontare a testa alta tutti gli ostacoli e le situazioni che si trovava davanti. Grazie a lui e al suo coraggio, la Sicilia venne liberata. Era un uomo onesto e aveva una nobilt danimo che lo differenziava dagli altri. In quel famoso 5 Maggio 1860, Garibaldi con i suoi Mille, i 1089 garibaldini, partiva da Quarto con due navi, Piemonte e Lombardo, diretto in Sicilia. Arriv a Marsala lundici Maggio, il giorno in cui mio figlio lasci la mia casa. Comera bello Turiddo: alto, forte, pelle abbronzata dal caldo sole siciliano, due occhi scuri che brillavano di gioia e riccioli castani che incorniciavano il suo simpatico viso. Aveva due forti braccia che avevano lavorato i campi del padre e che adesso stava lasciando per seguire luomo che ci avrebbe liberati: il grande Garibaldi. Il mio istinto materno gli disse di non andare via, di rimanere a Marsala, ma Salvatore mi guard e disse Mamma, mio dovere partire se voglio ottenere i miei diritti e and via pieno di coraggio. Ritornando a quellundici Maggio: due navi dal grande mare, erano la nostra speranza, e sbarcarono nella bella Marsala, pronta a seguire i Mille. Urlavano quei giovani, urlavano di gioia, pronti a combattere per la nostra luminosa Sicilia. Da Marsala

si spostarono a Salemi, dove le truppe si ingrossarono di giovani che, come Salvatore, seguirono Garibaldi. Le forti braccia di Salvatore combatterono a Calatafimi, quel 15 Maggio, quando si ebbe la prima vittoria contro le truppe Borboniche. Questa vittoria aument la speranza nei giovani garibaldini e Turiddo era sempre pi forte e intenzionato a diventare un coraggioso soldato. Ci furono tre giorni di scontri violenti, Salvatore, e come lui tutti i giovani garibaldini, arriv a Palermo che fu conquistata il 29 Maggio. Essi si spostavano da una parte allaltra della Sicilia sconfiggendo varie truppe borboniche. Lentusiasmo creato dalle truppe garibaldine aliment fervore e volont in tutti i cittadini che intendevano ribellarsi ai proprietari delle terre. Succedeva che, a Bronte, un paese ai piedi della maestosa Etna, molti contadini si ribellarono ai padroni delle terre. Insorsero il 2 Agosto, uccidendo notabili, saccheggiando e bruciando case. Furono uccisi una decina di gentiluomini. Non si sa il perch Salvatore in quei giorni si trovasse l, probabilmente per una breve sosta. Si sa solo che, avuta la notizia dellarrivo di truppe piemontesi per sedare la rivolta, egli aveva deciso di unirsi ad esse e al comandante Nino Bixio, di cui ne ammirava il coraggio. Mentre le truppe di Nino Bixio fermavano con forza e ferocia la rivolta contadina, Salvatore si trov fra i tanti innocenti che furono uccisi durante la strage. Aveva quasi ventisei anni, li avrebbe compiuti a settembre. Per me il pi grande soldato della storia, il pi coraggioso. Aveva una grande forza di volont, con la quale fu sempre pronto a combattere. Per lui combattere era un dovere, un dovere per ottenere i diritti. Sono lieta di ricordare Turiddu cos e ne sono fiera: posso dire con sicurezza che anche lui ha dato anima e corpo per lUnificazione della nostra Italia.

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