Sei sulla pagina 1di 3

ELABORATO di FRANCO GIANLUCA classe III B CONCORSO NAZIONALE di PROSA XII EDIZIONE G.

MACHERIONE CALATABIANO RACCONTA UNA STORIA UNA VITA PER LA PATRIA Siamo nelle campagne siciliane del 1860, vicino a Marsala si trova una delle tante povere famiglie di contadini. Da tempo si sentiva parlare del grande Garibaldi che, con il suo esercito, sarebbe venuto a liberare la Sicilia dai Borboni; e cos Giuseppe, il contadino pi giovane della famiglia, non aspettava che il suo arrivo. Quel giorno non tard a venire. La mattina dell'11 maggio, mentre dallalto del faro il guardiano assorto nei suoi pensieri, due navi (Il Piemonte e il Lombardo) si avvistano allorizzonte. Il guardiano dallalto del faro non crede ai suoi occhi: le navi si avvicinano a vista docchio con la bandiera sabauda issata sullalbero maestro. Cos la notizia si diffonde velocemente in citt, e intorno a mezzogiorno i Mille attraccano al porto accolti calorosamente dalla popolazione. La notizia raggiunge anche le campagne vicine e Giuseppe decide di andare subito a Marsala per partecipare insieme ai Mille alla conquista della Sicilia.
-

Peppe, ma una pazzia! dice sua madre- Non sai nemmeno se tornerai vivo! Lo so, ma lo devo fare perch finalmente la Sicilia sia libera dai Borboni.

Cos quel giorno stesso, con un solo fagotto, Giuseppe lasci la sua famiglia e si incammin verso Marsala. La mattina dopo si avvicin ad un garibaldino a Marsala e cerc di arruolarsi. Mi scusi posso arruolarmi con voi? S rispose il garibaldino ma devi parlare con quel tenente. Dopo essere stato arruolato, i garibaldini partirono subito per Palermo. Durante il viaggio Giuseppe conosce un medico piemontese, Alfonso, con cui fa amicizia.
-

Quindi tu chiede Giuseppe sei piemontese? S, quando ho sentito che cercavano medici per la Grande Spedizione mi sono subito arruolato.

I ragazzi proseguono il viaggio e cinque giorni dopo arrivarono a Calatafimi, dove si scontrarono con i borboni. Dopo un duro scontro, dove Giuseppe combatte per la prima volta, la vittoria dei garibaldini.
-

Brutta battaglia eh? - dice Alfonso mentre fascia la mano a Giuseppe- Ma ti passer entro qualche giorno.

Si, ma quando sono partito pensavo che sarebbe successo anche di peggio! Quella sera, fatto laccampamento, ci fu una riunione tra gli ufficiali e Garibaldi. Il viaggio

prosegue per molti giorni, durante il quale i due amici si conoscono meglio. Cos Giuseppe scopre che Alfonso sposato e ha un figlio, Alfonso comprende la dura vita contadina, e scoprono che professano le stesse idee patriottiche.
-

Come sarebbe bello - dice Alfonso in una chiacchierata notturna - se lItalia fosse tutta unita

Sarebbe bello risponde - anche se non ci fosse pi la guerra

Il 27 maggio finalmente raggiungono Palermo e qui ci fu un assedio di tre giorni. Lassedio fu lungo e sanguinoso, lo stesso Garibaldi rischi la vita, ma alla fine i garibaldini vinsero. Ci furono altre lotte ma il 6 giugno finalmente Garibaldi firm larmistizio: era la fine della dominazione Borbonica sulla parte orientale della Sicilia. Purtroppo Giuseppe fu ferito nuovamente e, nellinfermeria, si lamenta molto, ma la presenza dellamico lo conforta. Nella citt resteranno alcuni giorni, per rifornirsi di armi, munizioni, viveri, e uomini. Giuseppe, nel frattempo, guarisce e si esercita a maneggiare il fucile. Il viaggio prosegue, passando per tutta la Sicilia, e liberando via, via molte citt. Un giorno, mentre erano in cammino per Milazzo, si venne a sapere che a Bronte la popolazione si stava ribellando e stava uccidendo i suoi proprietari. Dopo una riunione demergenza, il tenente Nino Bixio scelse degli uomini per reprimere la rivolta. Tra questi cera anche Giuseppe. - Allora ci vediamo a Milazzo! - disse Giuseppe allamico - sempre che tu non cambi idea - No, no qui hanno bisogno di me. Cos mentre Alfonso e il resto dei garibaldini proseguono il viaggio, Giuseppe va al seguito di Bixio per sedare la rivolta. Sedata la rivolta, si torna presso il gruppo principale e a pochi chilometri da Milazzo si decide di fare un accampamento, ma i sogni di Giuseppe non sono tranquilli Nononooo!

Peppe! Che c? - chiede lamico - Svegliati! Eh? risponde - Il fatto che non riesco a togliermi dalla testa quelle fucilazioni! Lo so, ma la vita. Riposati che domani ci sar da lottare.

Lindomani il 20 luglio i garibaldini entrarono a Milazzo, dove ci fu un duro scontro a fuoco. Giuseppe sta puntando a un ufficiale quando -

Attento Peppe! Cos aah!

Giuseppe si accascia a terra, colpito da un proiettile al costato. tempestivamente portato in infermeria per estrarre il proiettile ma Alfonso non pu operarlo: deve combattere. Milazzo viene conquistato dai garibaldini e nel frattempo Giuseppe viene operato, ma qualcosa va storto. Alla fine della battaglia Alfonso si precipita da Giuseppe gridando:
-

Giuseppe abbiamo vinto! Abbiamo vinto! La Sicilia libera! Ma Giuseppe giace sul lettino immobile. - No Giuseppe Alfonso comprende che

Giuseppe non ce lha fatta, e scrive a sua madre per comunicarle la triste notizia. Cara Rosalia, lei non mi conosce, sono un caro amico di suo figlio. Purtroppo le devo comunicare una brutta notizia: suo figlio venuto a mancare durante uno scontro a fuoco. Mi dispiace molto per lei e la sua famiglia; suo figlio avr gli onori di guerra, morto da eroe. Lo so che una magra consolazione, il dolore di una madre per la perdita di un figlio inconsolabile, ma la dolcezza del suo ricordo le sar sicuramente di aiuto. Anche se abbiamo trascorso poco tempo insieme abbiamo condiviso una grande amicizia che dentro di me non si spegner facilmente, io lo ricorder sempre come un fratello di avventura. Abbiamo combattuto per un grande ideale, saremo ricordati come i liberatori della nostra amata Terra. La storia ci riconoscer come i figli devoti di quel popolo oppresso e sfruttato dalle tante dominazioni straniere. La fierezza di questi giovani sar ricordata tra le generazioni future. Un abbraccio filiale Alfonso.

Potrebbero piacerti anche