Sei sulla pagina 1di 7

COMUNICAZIONE PARLATA (LM) – G.

Gagliardi
Lun 20/09/2021
PROGRAMMA: https://www.unibo.it/it/didattica/insegnamenti/insegnamento/2021/385255

INFO GENERALI: https://virtuale.unibo.it/mod/resource/view.php?id=658101


(caricherà tutte le slides su Virtuale PRIMA della lezione)

INTRODUZIONE: https://virtuale.unibo.it/mod/resource/view.php?id=658105
(registrazione disponibile sulla chat di Teams)

SLIDE 1: Di cosa di occuperemo?


Di quel piano del segno che si chiama SIGNIFICANTE.
Il SEGNO, in ottica saussuriana, secondo la definizione data da de Saussure nel Corso di Linguistica
Generale del 19161 è un’entità che definiamo “BIPLANARE” (proprietà principale dei segni tutti, in
particolare di quelli di natura linguistica), ovvero è un’entità a 2 facce= SIGNIFICANTE (i suoni da
cui è fatta la parola) e SIGNIFICATO ( il contenuto mentale convenzionalmente associato a
quell’insieme di suoni) (def. data da de Saussure nel Corso di Linguistica Generale del 19162).
Queste 2 facce del segno sono legate in maniera DIRETTA fra di loro e in maniera INDIRETTA
(soprattutto il significante) con la realtà esterna, quella del fenomeno referente.

SLIDE 2: Significante
Fare fonologia significa ovviamente occuparsi del piano del SIGNIFICANTE, che per le lingue
storico-naturali è di natura essenzialmente FONETICO-ACUSTICA= prodotto attraverso l’apparato
fonatorio e ricevuto/percepito (e poi elaborato) attraverso quello uditivo.
Il PARLATO ha priorità sullo SCRITTO (prima difficoltà che va scardinata quando ci si avvicina alla
Linguistica) perché viene prima da 3 punti di vista (SLIDE 3):
1. Antropologico: tutte le lingue hanno forma orale, ma non tutte scritta;
2. Ontogenetico=come si sviluppa linguaggio nel bambino, che prima impara a parlare in maniera
naturale, anche se è processo molto complesso, in contesto familiare, c’è componente innata
(possiamo discutere su quanto è innato, ma secondo la Prof solo prerequisiti cognitivi sono
innati e non esiste una Grammatica Universale). Solo a 6 anni quando va a scuola il bambino
impara a scrivere;
3. Filogenetica= come si sviluppa linguaggio nella specie, prima in forma orale (discontinuità o
continuità con i primati superiori? Posizioni diverse, ma secondo la Prof c’è continuità) e solo
dopo in forma scritta.

SLIDE 4: Forma e Sostanza

1
La Prof consiglia di leggerlo, definendola una lettura molto scorrevole e piacevole, con l’introduzione di De Mauro.
2
La Prof consiglia di leggerlo, definendola una lettura molto scorrevole e piacevole, con l’introduzione di De Mauro.
Altro livello più approfondito, sulla scia di Hjelmslev è possibile ulteriormente bipartire ciascun
piano del segno in 2 ulteriori “strati”, definiti SOSTANZA e FORMA (entrambi sia del significato e del
significante):

1. SOSTANZA: piani del significante e del significato possono essere interpretati come “masse
amorfe”=inanalizzate, qualcosa di estremamente fluido, ciò che avviene prima dell’intervento
delle lingue storico-naturali:
1.1. Sostanza del SIGNIFICANTE: tutti i suoni producibili dall’apparato fonatorio e
percepibili dall’apparato uditivo (ovvero tutti i suoni possibili);
1.2. Sostanza del SIGNIFICATO: tutti i concetti pensabili (asimmetrie fra lingue nel
3
lessico ).
2. FORMA: organizzazione che codici linguistici impongono su questa massa sfuggente e amorfa,
partizioni imposte (=scatole per organizzare).

SLIDE 5: cit. Hjelmslev

 Quindi in potenza siamo capaci di pensare qualsiasi tipo di concetto, ma la lingua ci vincola
(soprattutto quando stiamo scegliendo etichette, ovvero facciamo un’operazione di selezione
lessicale) a scegliere/categorizzare in maniera specifica, quindi a incasellare all’interno di queste
scatole. La stessa cosa avviene sul piano del SIGNIFICANTE, perché all’interno di tutti i suoni
producibili, soltanto una minima parte ha VALORE DISTINTIVO all’interno del sistema (SLIDE 6) 
distinzione tra FONO e FONEMA:
 FONO: qualsiasi suono producibile, SOSTANZA del significante;
 FONEMA: distinzioni rese pertinenti all’interno di uno specifico sistema linguistico, FORMA del
significante.

3
Esempio: neve in eschimese o bianco e nero in latino (che distingue anche fra lucido e opaco)
 Rapporto forma/sostanza è sempre ARBITRARIO: ogni lingua organizza entrambi i piani
(=significato e significante) in maniera del tutto peculiare.

SLIDE 7: Arbitrarità – cosa significa per noi?


Se confrontiamo lingue differenti i confini si spostano e anche il numero di opzioni possibili varia.
Esempio molto noto: confronto fra inventario vocalico di italiano e spagnolo castigliano  alcune
opposizioni dell’italiano vengono neutralizzate dal castigliano (7 vs 5 fonemi vocalici):

SLIDE 8: Definizione di “Fonetica” e “Fonologia”


 FONOLOGIA (noi): descrive suoni nella loro dimensione fisica e misurabile, cioè senza
considerare assolutamente funzione;
 FONETICA (qualche accenno): considera FORMA del significante, ovvero unità minime dotate di
valore distintivo.

SLIDE 9: Obiettivi della Fonologia (non è detto che sia lista esaustiva)
1. Identificare l’inventario dei fonemi di una lingua, ovvero quali foni hanno valore distintivo
all’interno del sistema;
2. (più interessante) Descrivere come questi fonemi entrano in combinazione, quindi regolarità e
processi che si verificano in maniera sincronica all’interno dei sistemi linguistici, che
determinano serie di fenomeni anche in maniera diacronica;
3. Descrivere struttura fonologica a livello soprasegmentale, ovvero cosa accade se considero
suoni non più in isolamento ma all’interno di enunciazione complessa, quindi fonologia si
occupa anche di andare a descrivere fenomeni che interessano enunciato nel suo complesso,
ad esempio INTONAZIONE, RITMO… ci dà strumenti formali per analizzarli (ne vedremo
qualche esempio).

SLIDE 10: Di cosa di occupa la fonetica?


Dipende, perché è una scienza vasta e complessa, dipende dal punto di vista che adotto per
l’analisi dei suoni  3 branche principali (SLIDE 10-11):
1. Fonetica articolatoria: punto di vista della PRODUZIONE, anatomia e fisiologia dell’apparato
fonatorio (=com’è fatto e come funziona);
2. Fonetica acustica: branca della fisica che descrive com’è fatto suono dal pdv proprio
MATERIALE (faremo anche un po’ di fisica semplice);
3. Fonetica uditiva/percettiva: punto di vista della RICEZIONE, anatomia e fisiologia dell’apparato
uditivo, studia come vengono acquisiti e percepiti/interpretati/categorizzati suoni.
Ovviamente si parte sempre (sbilanciamento della disciplina) da come i suoni vengono prodotti,
anche se non è detto che sia la maniera più corretta è la materia canonica.
Quindi si parte dalla FONAZIONE=capacità di produrre suoni linguistici (SLIDE 12):
 Risultato di storia evolutiva molto complessa;
 Uomo ha organo deputato alla ricezione (ovvero orecchio, anche se serve anche per equilibrio),
ma non alla produzione linguistica (anche per respirazione, ingestione, masticazione…);
 Fonazione si è installata come funzione secondaria e parassita, ovvero su organi che servivano
originariamente per altre cose;
 Meccanismo della respirazione si è modificato per permettere fonazione.

SLIDE 13: Questioni evolutive…


L’uomo non è l’unico primate che ha la laringe (parte fondamentale dell’apparato fonatorio, che
effettivamente consente di produrre suono armonico attraverso vibrazione ritmica).
Se andiamo a vedere come si è modificato apparato fonatorio dai primati (soprattutto scimpanzé)
all’uomo vediamo che ci sono state una serie di modificazioni:
1. Aumento di volume dell’encefalo perchè cervello ha progressivamente incrementato sua
potenza di calcolo (soprattutto neurocorteccia nella parte frontale, che gestisce compiti
complessi e coordinazione);
2. Discesa della laringe verso il basso (vedi figura nella SLIDE 14)modificazione del meccanismo
respiratorio (nostro è a 2 canne=bocca e naso VS scimmia solo attraverso naso)

SLIDE 15 (ultima): Ontogenesi


 Posizione della laringe nella scimmia è la stessa dei neonatiè un adattamento che si rinforza
sulla base dell’eserciziobambino può contemporaneamente succhiare latte e respirare,
diversamente dall’adulto;
 Quello che accade in ONTOGENESI replica quello che accade in FILOGENESI: a partire dai 4
mesi, ma soprattutto intorno ai 6, laringe del bambini progressivamente di abbassa
VIDEO “Fonazione dello scimpanzè”: https://virtuale.unibo.it/mod/resource/view.php?id=658106
Riascoltare a casa e fare caso alla parole pronunciate da Vicky (pa, ka, …), formate da occlusive +
nucleo vocalico: occlusive tranquillamente pronunciate, ma parte sonora elaborata a livello
laringeo è completamente assente  Tutti esperimenti fatti all’inizio per insegnare alle scimmie a
parlare hanno un bias in partenza: apparato fonatorio non permette loro di produrre determinati
suoni linguistici, infatti a noi nessuno ci chiede di imparare a ruggire  Esperimenti interessanti su
Coco e altre scimmie che hanno imparato ad utilizzare codice linguistico.

----------------------------------------------------------2’ set di slide-------------------------------------------------------


TRASCRIZIONE: https://virtuale.unibo.it/mod/resource/view.php?id=658107
N.B. all’esame NON chiede di trascrivere, ma lo faremo insieme.
Strumento: Alfabeto Fonetico Internazionale (IPA)  vedi link e manuali su Virtuale (servono a noi
per approfondire, non li chiede all’esame)

SLIDE 3: Perché una trascrizione fonetica?


 Indispensabile per linguisti, fonetisti e fonologi
 Grafie dei sistemi alfabetici non sono affidabili: banalmente non c’è corrispondenza biunivoca
fra stesso suono e trascrizione in lingue differenti (es: it. scialle, fr. chic, en. ship = stesso suono
trascritto in 3 modi diversi)  alfabeto fonetico serve proprio per superare questo impasse
 Anche all’interno della stessa lingua ci sono casi di mancata corrispondenza fra foni e lettere
(es. quasi, casa, chi O VICEVERSA a stesso grafema corrispondono 2 foni diversi es. casa vs ciao)
 IPA è sistema di trascrizione NON ambiguo, che ci consente di trascrivere quello che sentiamo,
indipendentemente dalla singola lingua

SLIDE 4: Diversi livelli di significato…


Trascrizioni possono avere livelli di dettaglio differenti (es. da fonetista vs sommaria):
1. trascrizione larga (broad transcription): coglie soltanto info di base della realizzazione fonica di
una certa parola;
2. trascrizione stretta (narrow transcription): descrive anche microvariazioni (es. dialettologi e
logopedisti).
… OVVIAMENTI SONO TERMINI RELATIVI, I POLI DI UN CONTINUUM (livelli diversi di strettezza)

SLIDE 5: … e diversi scopi


1. trascrizioni descrittive (quella che di solito fa linguista): rappresenta stato di quello che osserva
(coglie caratteristiche articolatorie di un dato suono);
2. trascrizioni prescrittive/normative: precisa forma fonetica attesa delle parole, ovvero specifica
quale sia pronuncia.
SLIDE 6: Regole di base per trascrivere
 La sequenza trascritta va racchiusa tra parentesi quadre [ ]
 l’accento, segnalato con il diacritico ['], si scrive prima della sillaba accentata

 sui monosillabi l’accento è facoltativo


 non esistono le maiuscole
 gli allungamenti delle vocali vengono segnalati con [:]
 gli allungamenti delle consonanti possono essere segnalati con [:] oppure con la ripetizione del
simbolo (la Prof è per questa 2’ opzione, ma possiamo scegliere noi)
 attenzione al raddoppiamento delle affricate !
Metterà 1 appello al mese (ne ha già messo uno il 25 novembre)

2 seminari:
1. il primo di Giorgina Cantalini la prossima settimana (sulla relazione fra prosodia e gesto);
2. il secondo di Chaira Meluzzi l’ultima lezione (su sociofonetica e fonetica forense).

Potrebbero piacerti anche