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Vedi quello che vedo io?

Cambiare sguardo sulla storia

Ho visto l’empio trionfante


ergersi come cedro rigoglioso.
Salmo 36

➔ Invocazione allo Spirito Santo


➔ Lettura di Luca 1,46-56

A volte, guardandoci intorno siamo assaliti dallo svilimento e dalla delusione. Ci guardiamo
intorno e vediamo gruppi di potere, ci scontriamo con l’interesse del più forte, i politici hanno
sempre lo stesso volto, ma anche nelle dinamiche più banali della vita sembra che vinca
sempre il meno adeguato, ma più “furbo”.
È difficile avere uno sguardo sulla storia che sappia intravedere Dio al lavoro. Al contrario,
spesso Dio sembra assente, abbiamo l’impressione che si sia dimenticato di noi, ci sentiamo
abbandonati. I salmi (cfr. ad es. Sal 36) ritornano spesso sull’immagine dell’empio che
fiorisce, che riesce bene in tutto ciò che fa.
Ai nostri occhi le parole pronunciate da Maria nel suo incontro con Elisabetta suonano
lontane dalla realtà. Maria vede i potenti rovesciati, vede gli umili innalzati, vede i ricchi che
se ne vanno a mani vuote. Ci verrebbe forse da chiedere a Maria: dove vedi tutto questo? Ai
nostri occhi la realtà appare diversa.
Probabilmente lo sguardo di Maria non è ingenuo. Maria è invece capace di vedere le cose
dal punto di vista di Dio. Il suo canto è una composizione di versetti dell’Antico Testamento
che Luca mette sulla sua bocca. Quasi come a dire che quella assidua frequentazione delle
Scritture permette a Maria di scoprire il vero senso delle cose che a noi per lo più sfugge.
Qual è dunque la vera storia? Luca, da storico, abbandona i documenti dei grandi, i
censimenti e gli imperatori, e accende la luce su due semplici donne che fanno veramente la
storia. I grandi hanno l’impressione di muovere la storia; Maria ed Elisabetta riconoscono
colui nelle cui mani è veramente il destino del mondo.
Sembra strano poi che proprio Maria, l’umile per eccellenza, sia colei che è in grado di
riconoscere le grandi cose che Dio ha compiuto in lei. Spesso pensiamo che l’umiltà ci
imponga di fare finta di non avere qualità. L’umiltà vera invece è la capacità di riconoscere i
doni che abbiamo, lasciando trasparire non solo che sono doni, e dunque non sono il
risultato del nostro merito, ma anche che essi rimandano al donatore per eccellenza: Dio
stesso, “fonte e datore di ogni bene”. Uno sguardo onesto su noi stessi finisce sempre con il
diventare una lode per il Creatore. Saremo umili quando sapremo riconoscere con distacco i
doni che ci abitano.

Così come Maria si era recata da Elisabetta per servire e condividere la sua gioia, adesso è
pronta a tornare a casa. Luca ci dice che Maria rimane presso Elisabetta tre mesi, ovvero il
tempo necessario. Né più né meno, ma quanto basta. È l’immagine del servizio umile, un
servizio che non viene strumentalizzato per mettersi in mostra, ma un servizio che sa
mettere al primo posto il bene dell’altro.
Il Magnificat nell’arte figurativa e nella musica

Sandro Botticelli, Madonna del Magnificat

Franz Liszt (1855): Franz Liszt: Dante Symphony - Magnificat.

Rachmaninov ( 1915): Rachmaninov Vespers - 11 My Soul Doth Magnify the Lord

Arvo Pärt (1989): Arvo Pärt - Magnificat (1989)

John Rutter (1990): John Rutter Magnificat

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