Sei sulla pagina 1di 4

ORIGINE DELLA PROGETTAZIONE EDUCATIVA

Per progettazione educativa si intende un processo di soluzione di problemi, perché come già
detto l’atto educativo comincia con il problema, la resistenza.
La progettazione deriva dall’incontro tra valori e motivi e situazione e percezione attenta della
realtà, così si crea un piano di azione per risolvere la criticità.
[don bosco grande scrittore, scriveva dei sogni che faceva. Inoltre scrive una lettera “lettera da
Roma 84”, qui scrive che sogna di incontrare un suo vecchio allievo, che gli racconta una visione di
ragazzi che giocano nel suo oratori e i salesiani tutti intono a loro. Ma racconta anche della scena
attuale (84) del suo oratorio, ragazzi tutti ammusati dove gli adulti erano da una parte e i ragazzi
dall’altra. Gli dice che questo accade perché manca la confidenza, manca il meglio, cioè i ragazzi
non devo essere solo amati, ma devono capire di essere amati. Questo sogno ci da l’idea di come
si affronta un problema educativo, cioè bisogna analizzare la situazione]

TAPPE DI RISOLUZIONE DEI PROBLEMI


1° TAPPA: attenzione allo stato problematico con le sue reazioni emozionali e tensioni relazionali,
che nasce dalla divergenza tra le intenzioni dell’educatore e il risultato ottenuto.
2° TAPPA: identificazione del problema educativo: natura delle difficoltà. Bisogna analizzare la
realtà, andare in profondità e capire dove sta il problema e come risolverlo. Per questa tappa si ha
bisogno di competenze intellettuali ma anche di competenze pratiche.
3° TAPPA: identificare gli obiettivi in termini operativi= situazione da raggiungere per uscire dal
problema. L’obiettivo è la condizione di superamento del problema. Non qualunque proposito è
un obiettivo. Un obiettivo per essere considerato tale deve essere espresso in termini operativi.
L’obiettivo può essere espresso, scritto, elaborato se si è arrivati allo spazio del problema. Lo
spazio del problema contiene la situazione iniziale, la situazione finale, le strategie risolutive per
passare da A a B.
4° TAPPA: elaborazione del progetto in un contesto di pratica educativa. Il contesto permette lo
sviluppo dinamico del progetto, avviene nel momento in cui si uniscono tante conoscenze tacite o
personali, competenze e abilità. La conoscenza tacita è l’intuizione, la capacità osservativa,
creativa, questa è innata, ma un educatore deve averla altrimenti non può essere definito tale.
Queste abilità unite alle capacità affettive formano l’educatore completo.
5° TAPPA: valutazione del progetto perché risponda agli obiettivi e risulti fattibile. Cioè il
confronto della situazione iniziale con quella finale, perché il progetto deve essere fattibile.
La valutazione del progetto si fa all’inizio, alla fine e in itinere. La valutazione in itinere è preziosa ì,
perché così se ci si accorge che si sta sbagliando ci si può correggere subito.
 
ANALISI DELLA DOMANDA EDUCATIVA
Questa analisi si fa partendo da indagini nazionali, questionari (analisi dei giovani concreti) e
prospettive teoriche (che posso essere di natura antropologica, teologica, psicologica ecc..).
La domanda educativa nasce proprio dall’incontro di quello che è la realtà e quello che la realtà
dovrebbe essere.
I bisogni vengono individuati secondo tre termini:
-          Problema: mancanza oggettiva rispetto alle norme e alle convenzioni sociali.
-          Bisogno: esigenza (desiderio, aspirazione) soggettiva (individuale o collettiva) di
cambiamento.
-          Domanda: atto esplicito del soggetto teso alla soluzione del problema da cui deriva lo stato
di bisogno.
Questi tre punti non sono la stessa cosa, possiamo dire che sono tre facce dello stesso poliedro.
Per impostare una concreta azione educativa non basta il riferimento ideale, occorre che la
comunità educativa rilevi a quale livello di sviluppo si trovano gli educandi rispetto alle mete
educative prescelte.
È un processo di natura valutativa in quanto si definiscono le condizioni di ingresso degli
educandi.
I criteri di riferimento sono le mete, e le informazioni sulla situazione reale devo essere valide,
pertinenti e affidabili.
Per risolvere la domanda educativa un educatore deve costruirsi una mappa delle qualità umane,
attraverso un quadro teorico di riferimento che interpella le scienze dell’educazione.
TRIPARTIZIONE ARISTOTELICA
-          Dimensione emozionale:
-          Dimensione cognitiva: pensiero razionale
-          Dimensione volitiva: capacità decisionale, libertà, volontà.

QUALITÀ UMANE NELLA TRADIZIONE ARISTOTELICO-TOMISTA


Questa mappa delle qualità umane la vediamo ripartita in 4 virtù(cardinali):
-          Prudenza: Deliberare, giudicare e decidere a tempo e luogo, in maniera seria e
responsabile, cosa fare, come agire, quali relazioni instaurare
-          Fortezza: Perseguire con costanza e fermezza gli obiettivi che ci si propone di raggiungere,
nonostante incomprensioni, frustrazioni e fallimenti.
-          Temperanza: Regola l’uso equilibrato delle sollecitazioni interne (aggressività perché non
degeneri in ira, appetito perché non degeneri in golosità, sessualità perché non degeneri in
lussuria). Permette di uscire da una concezione egoistica e autocentrata per aprirsi alla generosità
e alla magnanimità.
-          Giustizia: Guida non solo il rispetto dei diritti dei singoli e delle comunità ma anche i doveri
verso se stessi e gli altri.
 IL TRIANGOLO DIDATTICO NELL’EDUCATIVO
Nel contesto educativo si parla di
EDUCATORE -> SAPERE <- EDUCANDO
Nel contesto sociale si parla di
PROFESSIONISTA -> DOMINI DELLA QUALITÀ DELLA VITA <- SOGGETTO
Questi domini sono:
-          Sviluppo personale
-          Diritti
-          Inclusione sociale
-          Relazioni interpersonali
-          Benessere emotivo
-          Benessere fisico
-          Benessere materiale
-          Autodeterminazione

FASI DELLA PROGETTAZIONE EDUCATIVA

Indagine iniziale -          Confronto con l’educando e con la rete


-          Esplorazione dei domini della qualità
della vita

Interpretazione e sintesi (prima ipotesi -          Sintesi dei dati emersi dal punto
dell’educatore) precedente
-          Individuazione dei domini della qualità
della vita su cui lavorare

Negoziazione/condivisione con l’educando e -          Negoziazione dei domi con gli educandi
rete delle agenzie per costruire un progetto di vita e di percorso
formativo e le sue tappe
-          Discussione con la rete delle agenzie del
progetto di vita e del percorso formativo per
armonizzare gli interventi e valutarne
l’efficacia e la sostenibilità generale

Articolazione del percorso didattico -          Negoziazione con l’educando


-          Organizzazione dei dispositivi
 
 DALLA PROGETTAZIONE ALLA PROGRAMMAZIONE
La programmazione consiste nella organizzazione articolata del percorso formativo.
METAFORA TECNOLOGICA DELLA PROGRAMMAZIONE
Oggi progettare nella complessità vuol dire progettare la complessità, non ho tutte le variabili…alla
programmazione forte si sostituisce la programmazione debole (post-programmazione), parliamo
di un divenire persone di qualità, di aperture, apre a un dialogo con la complessità.

Potrebbero piacerti anche