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INTENZIONALITA’ UMANA

Per spiegare l’intenzionalità umana si deve anzitutto spiegare la distinzione tra sentire, vivere, pensare.

Platone → tripartizione dell’anima umana:

1. Concupiscibile
2. Irascibile
3. Razionale.

Aristotele → riprende Senocrate.

1. Anima irrazionale:
a. Vegetativa
b. Desiderativa
2. Anima razionale:
a. Desiderativa: fa da mediazione tra razionale ed irrazionale
b. Razionale in senso proprio.

→ l’uomo è insieme, e allo stesso tempo: vita vegetativa, sensitiva (desiderativa) e razionale.

chi possiede solo la vita vegetativa trova il loro principio d’essere nel vivere vegetale; chi ha solo la vita
sensitiva assorbe anche la vita begetativa e trova il suo principio d’essere nel sentire → gli uomini che
hanno la vita razionale, mentre assorbono le precedenti due, dimostrano di avere il loro principio d’essere
nel pensare: vivono e sentono se pensano e vivono e sentono per pensare. → esse solo insieme fanno
l’uomo.

VIVERE = VITA VEGETATIVA → trasformazione termodinamica. È un processo funzionale.


SENTIRE = VITA SENSITIVA → accoglie qualcosa che c’è, che è fuori di sé. È premuta da qualcosa che lascia
un segno.
PENSARE = VITA RAZIONALE → è attiva; intende fare chiarezza nelle sensazioni. La differenza specifica è
l’intenzionalità: cose ed azioni che non solo ci sono perché si sono sentite, ma anche perché semplicemente
sentiamo che ci possono essere. Oppure sentiamo che debbano esserci. → KANT: nessuno può fare a meno
di pensare proattivamente (intenzionalmente) → intenzionalità come ragione. Le tre dimensioni
fondamentali dell’intenzionalità dell’uomo sono homo sapiens, homo agens e homo faber.

1 FORME DELL’INTENZIONALITA’ UMANA


intenzionalità e razionalità li usiamo come sinonimi

RAZIONALITA’ TEORETICA: conoscere le cose che ci sono e che si sentono nell’esperienza → da theoria:
osservo, si manifesta attraverso i concetti delle cose stesse.

RAZIONALITA’ PRATICA: conoscere in rapporto al compito di deliberare le azioni umane: che cosa devo
fare per agire bene, perché? Duplice oggetto:

1. Decidere se ciò che c’è, o ciò che si è fatto per razionalità tecnica, è anche degno di essere
apprezzato; se è bene, valevole, qualcosa per cui impiegarsi e per cui magari spendere o
compromettere la propria vita → BENE: nella Repubblica di Platone viene spiegato come esso non
sia soltanto un concetto. Connette ragione e sentimento; qualcosa senza del quale mi sento
mancante.
2. Decidere le azioni umane nelle circostanze concrete che ci sono date: determinare come agire nella
storia, politica, arti, società e nel rapporto educativo → vuole decidere le azioni giuste da fare in
situazione. In modo positivo o negativo, essa deve rispondere ad interrogativi dei quali non può
fare a meno → razionalità del dover essere.

RAZIONALITA’ TECNICA: l’uomo si adatta a qualsiasi natura e la vince → Comenio: fondatore della
pedagogia moderna; precisò che la razionalità tecnica richiede tre requisiti:

1. Modello/idea → la razionalità tecnica esprime una delle forme della più generale intenzionalità
della conoscenza umana
2. Materia: sostanza con cui si deve imprimere una nuova forma → presuppone l’esistenza di una
realtà plasmabile che, in sé, è passiva: disponibile a ricevere le forme rappresentate
nell’intenzionalità e perché da sola non riuscirebbe a far apparire in sé le forme.
3. Strumenti: con l’aiuto dei quali si porta a termine l’opera → è un’abilità produttiva che ha sempre
suscitato ammirazione → valorizza e presuppone manualità e operatività.

2 PROCESSO EDUCATIVO ED INTENZIONALITA’


UMANA
C’è educazione e processo educativo solo quando si è in presenza di una delle forme di intenzionalità
umana.

VEGETARE E FAR VEGETARE: la vita vegetativa non può essere né soggetto né oggetto dell’educazione →
non si educa né educa. Non basta essere uomini cresciuti fisicamente per essere educatori; sarebbe come
curare l’anima infelice limitandosi alla somministrazione dello psicofarmaco.

SENTIRE E FAR SENTIRE: non svi è un carattere educativo se la vita fosse soltanto senistiva → si educa a
mirare liberamente il suo sguardo su una cosa piuttosto che su un’altra. Questo non nasce dal vedere, ma
dalla decisione razionale ed intenzionale di guardare verso un punto. Questo vale per tutti gli altri sensi.

RAGIONARE E FAR RAGIONARE: qualcosa cambia per il soggetto in-formazione, non gli si domanda più solo
di vivere e sentire, ma di ragionare → ragionare sul dover essere; interrogarsi se tutto quanto appartiene
alla sua ontologia. Scegliere non per impulso, ma per coscienza: scegliere l’educatore stesso. quale valore
ha il soggetto in-formazione con cui si è (ci si sente) in rapporto? Quale valore gli si deve darei È il nostro
bene? Perché sì, perché no? Si può rispondere in tre differenti modi pensando alle conseguenze educative
radicalmente differenti.

1. Sentire: chi mi sta davanti non è, ma lo sento pericoloso. Egli diventa subito qualcuno da dominare,
da sottomettere, con la forza, con i miei voleri.
2. Così come il pastore alleva le pecore per tosarle, l’educatore ha la missione personale e sociale di
crescere i soggetti in-formazione perché servono a sé e alla società
3. Quella risposta che vede e sente l’Altro come un valore in sé. L’io già in sé sperimenta una piccola
comunità. Due valori di etica pedagogica:
a. cura: non vi è un processo educativo se manca un accompagnamento per mano.
b. L’amore: inteso come gratuità (chi ama è indifferente accoglie totalmente come Altro,
senza condizionamenti), bene (si vuole bene all’Altro per quel che è), perdono (solo chi ama
è sempre disposto a perdonare l’Altro, qualsiasi cosa abbia fatto. Perché l’Altro è,
Kantianamente parlando, il valore assoluto).

Cosa cambia a livello ambientale:

 Dewey: ogni educazione deriva dalla partecipazione dell’individuo alla coscienza sociale della
specie.
 Durkheim: socializzazione metodica delle giovani generazioni → carattere persuasivo e
determinante dell’ambiente naturale e sociale sulla formazione degli individui.
 Foucault: emerge quello che è il concetto di potere.
 Strutturalisti: radicalizzano le loro convinzioni nel concetto di struttura.

Cosa cambia per la cultura:

 Superare la tendenza ad identificare se stessi con il proprio mondo della vita.


 Comprendere che, se tutta la cultura è frutto della capacità intenzionale dell’uomo ed è sempre il
prodotto dell’attività simbolica dell’uomo, non esiste un grado diverso di formalizzazione dentro
questa attività simbolica che costituisce l’intera cultura.
 Introdurre una gerarchia non solo nella cultura antropologica che si vive, ma anche in quella
definita in senso classico. Non tutto ciò che contengono è bene, non tutto si equivale.

Cosa cambia per i mezzi:

nel processo educativo sono coinvolti mezzi che riguardano la riproduzione vitale, come l’utilità del cibo,
vivere all’aria aperta, alla luce del sole, cambiare spesso aria nelle stanze dove ci sono miasmi corporei.

Il pensiero è nato come dialogo → metodo dialogico-confutativo è all’origine della filosofia

3 SIGNIFICATO PEDAGOGICO DI UNA CIRCOLARITA’


A livello educativo, la cosa più importante, è comprendere come interagiscono corpo (vivere), sentimento
(sentire) e ragione (ragionare). Non si presentano in successione cronologica: se intendiamo il prima di cui
si parla in senso cronologico, si potrebbe convenire che il processo educativo debba essere.

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