Sei sulla pagina 1di 4

LA DINASTIA GIULIO-CLAUDIA:

Alla morte di Augusto la popolazione dava per scontato avere un altro princeps, la repubblica era ormai
dimenticata. La successione avvenne con apparente naturalezza: Augusto indica il suo successore come
erede del patrimonio famigliare. Continua ad esserci quel clima di precarietà del potere imperiale, non
esiste una legge che regoli la successione in quanto non è presente un sistema monarchico.

Il successore di Augusto è TIBERIO, che governa dal 14 al 37 (dai 56 anni). Lui è un personaggio di prim’
ordine per lignaggio (cioè l’ascendenza famigliare, appartiene alla gens claudia) e per meriti (era un
generale valoroso e fece brillanti campagne sul Reno e sul Danubio). Diventa il pater familias che unisce la
gens Iulia e Claudia. Il suo imperio inizia con l’assassinio di Agrippa Postumo (che era il nipote diretto di
Augusto). Qualcuno nel 14 dà l’ordine di ucciderlo: non si sa se sia partito da Livia da Augusto o da Tiberio
ma è stato un delitto politico in quanto la sua esistenza sarebbe stata un rischio. Questi delitti politici sono
causati proprio da sistema imperfetto istituzionale che genera delitti inevitabili durante la successione.

Iniziano a diffondersi i rumores, cioè dei pettegolezzi. Per esempio, il fatto che fossero avvenute una serie di
morti per le quali nessuno dei discendenti diretti di Augusto raggiunsero la maturità fece pensare alla gente
che fossero collegate. Si pensò quindi a Livia, cioè la moglie di Augusto e madre di Tiberio, che voleva
vedere assolutamente suo figlio imperatore. Lo storico Casso Dione scrisse addirittura che Livia avrebbe
avvelenato suo marito Augusto, avvelenando i fichi del loro giardino dei quali andava matto (quasi
sicuramente non è vero, morì di vecchiaia).

Tiberio si presenta come un imperatore moderato dicendo di non essere all’altezza di Augusto. Rifiuta molti
onori che gli vengono conferiti (come divi filius o pater patriae) e dice di voler collaborare col senato.
Tuttavia il senato non si fida, perchè pensa sia come Augusto, e viene definito ipocrita. Si crea quindi un
rapporto teso tra il princeps e il senato. Il senato inizia ad adularlo e ciò crea insofferenza a Tiberio.

Si inzia a pensare al successore di Tiberio. Augusto ci aveva già pensato, dicendo a Tiberio di adottare
Germanico (aveva sia sangue claudio sia iulio, era figlio di Druso). Tuttavia, Tiberio aveva un figlio e voleva
fosse lui il suo erede, ma Augusto non vuole perché non ha il suo stesso sangue. Germanico nel 4 sposa
Agrippina (nipote di augusto). Avranno sei figli tra i quali ci sarà il prox imperatore. Germanico ha una
grande carriera: infatti ottiene diverse vittorie in Pannonia, sul Reno e sul Danubio e in Germania. Vuole
rivendicare la sconfitta di Teutoburgo nel 15: riesce a recuperare due aquile (simbolo delle legioni) su tre
ma non sconfigge i germani. Quindi nel 16 Tiberio lo richiama a roma perché non voleva ottenesse troppe
vittorie, che avrebbero aumentato sua fama, già maggiore rispetto a quella di Tiberio. Lo allontana in Siria
dove era governatore Pisone. Ad Antiochia nel 19 Germanico muore all’età di 33 anni, ma prima di morire
confida ad agrippina che forse era stato avvelenato (magari da Tiberio o da Livia). Avendo eliminato
Germanico, c’era strada libera per il figlio naturale di Tiberio.

Si inizia a diffondere la figura del prefetto del pretorio, che aveva il compito di proteggere l’imperatore,
quindi per quest’ultimo era decisiva la loro fedeltà e solitamente se li tenevano buoni col denaro. Elio
Seiano attua una scalata al potere, e ciò causa il timore di Tiberio che era poco amato dal popolo. Sorge la
figura del delatore (sbirri) cioè colui che denuncia qualcuno sapendo che ciò porta alla sua morte. Antonia
rivela a tiberio le mosse di seiano che viene giustiziato nel 31.Il suo corpo verrà poi squartato perché il
popolo lo odiava.

Germanico morendo lascia sua moglie Agrippina sola. Agrippina si era messa a capo di una spedizione
contro tiberio, dicendo che il potere dovesse essere dei suoi figli. Quindi tiberio (che aveva paura) e seiano
decidono di esiliarla a Pandataria e muore nel 33. Anche i suoi figli maggiori vengono esiliati e uccisi, tranne
il minore Gaio. Altro motivo per il quale fu esiliata, è che ai tempi delle campagne in Germania di
Germanico tentò di portare i legionari dalla sua parte usando suo figlio piccolo Gaio. Gli fece indossare delle
caligole (cioè le scarpe dei soldati) attirandoli verso di lei. Poi Gaio prenderàè il nome di Caligola per questo
motivo. Ottenne l’appoggio ma senza uno scopo finale.

Il potere di Seiano aumentò quando nel 27 Tiberio lascia roma e va a Capri (dove ci rimane fino al 37,
quando muore). Ciò avviene perché non tollerava più roma e l’ambiguità della sua posizione. Iniziano a
circolare dei rumores sul motivo del suo auto esilio: o voleva sottrarsi all’autorità di sua madre Livia, o
perché a causa della vecchiaia poteva avere delle malattie che lo rendevano impresentabile, o perché vuole
dare sfogo ai suoi impulsi sessuali, o semplicemente per il fatto che era criticato per la sua ipocrisia e
crudeltà (in realtà alla base c’era solo incomprensione). Nel 37, quando muore, data il suo poco carisma, il
popolo inziò ad urlare “tiberium in tiberis” (tiberio nel tevere). Oltre alle sue incomprensioni col senato, il
popolo lo amava poco perché non lo accontentava col pane e i giochi. Non spende e le casse sono piene di
denaro. Non fa nuove conquiste estere ma svolge azioni di consolidamento: infatti con lui prende forma il
principato pensato da Augusto per il quale il senato e le magistrature vengono esautorate e i nuovi prefetti
esercitano sempre più potere. Per gli storici del passato era visto in modo negativo, ai nostri occhi è visto
come un oculato amministratore e possiamo comprendere il suo disagio interiore.

Sorge il problema della successione: muore Germanico e l’erede naturale sarebbe Druso che però muore
nel 23. Come terzo c’è Seiano che è un cavaliere e non potrebbe. Rimane Claudio (figlio di Druso e fratello
di tiberio) e dei discendenti di Augusto (cioè i figli di agrippina e germanico) Caligola. Escludendo
Claudio,che era considerato un imbecille, rimasero due possibili eredi: Tiberio Gemello ( nipote di tiberio) e
Caligola. Questi due vengono convocati a Capri e durante l’incontro Caligola sarà un dissimulatore di rabbia
e odio (perché tiberio uccide tutta la sua famiglia).

Il potere passa da Tiberio a CALIGOLA, che regna dal 37 al 41 (dai 25 ai 29 anni). Era amato dal senato e dal
popolo perché figlio di germanico. Fu il primo imperatore inesperto, infatti prima ha vissuto a capri
nell’ombra. Il senato lo riteneva adatto proprio perché inesperto: pensava di poterlo manovrare. Le
persone nutrivano simpatie per lui perché provavano pena per la sua famiglia, oltre che per il sollievo dato
dalla fine del governo tiberiano. Capisce di dover offrire al popolo pane, denaro e giochi per non finire come
il suo predecessore. Lo storico Svetonio è l’unico a raccontare della sua vita: secondo lui questo “principe
perfetto” si sarebbe poi trasformato in un mostro. Durante i quattro anni del suo imperio ricorre ad un
delitto politico uccidendo Tiberio Gemello. Inoltre impone un forte culto imperiale, facendo collocare una
sua statua all’interno del tempio di Gerusalemme (ebrei contro Caligola). Al contrario di tiberio, distribuisce
e sperpera denaro e perciò ci sono più condanne verso i ricchi per ottenere il loro patrimonio. Il senato
capisce di non poterlo manovrare e inizia ad odiarlo e screditarlo. C’è un aneddoto sul cavallo: si dice che
Caligola voglia nominare il suo cavallo console. Il senato gli dà del pazzo ma in realtà lui dice la verità:
dicendo ciò dà degli incompetenti ai consoli e li paragona ad un cavallo che non farebbe niente all’interno
del principato, così come la loro posizione attuale. Non contano più niente. Per la prima volta la maschera
viene gettata e Caligola svela le reali dinamiche del potere ammettendo la tirannia. Il principato diventa un
dispotismo (cioè la gestione del potere in maniera assoluta). I senatori si accordano quindi coi pretoriani e
ordinano una congiura: nel 41 Caligola viene ucciso a colpi di spade dai pretoriani. Essendo giovane e
inesperto, il potere gli diede alla testa,fino a non avere più limiti.

Rimane in vita CLAUDIO, il nuovo imperatore, che governa dal 41 al 54 (è ultra 50enne). Il senato lo voleva
come imperatore perché era considerato stupido e pensava di manovrarlo. La sua ascesa al potere
evidenzia l’improbabile ritorno della res publica e che il potere pretorio ha sempre più importanza, mentre
quello del senato sempre meno. Era zoppo e balbuziente, quindi rimase chiuso in casa sin da piccolo e si
dedicò agli studi e scrisse storie su etruschi e su cartagine (era in realtà un uomo intelligente). Nonostante
gli storici lo screditino, fu un ottimo imperatore. Creò un efficace controllo di sistema grazie alla
collaborazione coi liberti, cioè dei funzionari scelti che così avevano l’occasione di arricchirsi. Con lui roma
torna ad espandersi: conquista la Britannia (Inghilterra), la Mauretania (Marocco) e la Tracia (nord Grecia).
Lui inizia a concedere la cittadinanza anche ai provinciali e ciò favorì l’ascesa di più personaggi importanti
(per esempio alcuni nobili galli entrarono nel senato) e a integrazione e fedeltà.

Claudio ebbe quattro donne e non fu fortunato a riguardo. La terza si chiama Messalina e lo tradiva spesso
provocando numerosi scandali. Insieme ebbero due figli cioè Britannico e Ottavia. Nel 48 fu condannata a
morte perché si pensa abbia fatti una congiura ai danni de marito. Claudio cercò una nuova moglie e sceglie
Agrippina (figlia di germanico e agrippina maggiore, sorella di Caligola) che era sua nipote. Agrippina aveva
un figlio cioè Nerone e fa di tutto affinchè questo diventi imperatore. Nel 49 si sposano. Agrippina convince
claudio a far sposare Nerone con sua figlia Ottavia, così che nerone diventi suo figlio adottivo. Agrippina,
per raggiungere il suo obiettivo di vedere nerone imperatore, decide di avvelenare suo marito con dei
funghi per favorire la sua ascesa.

Quindi, NERONE è il nuovo imperatore e regna dal 54 al 68 (sale al potere all’età di 17 anni). Agrippina ha
l’intento di comandare lei l’impero attraverso suo figlio. Usò il filosofo Seneca per istruirlo e scrive per lui il
“de Clementia”, dove spiegava come si governa. La figura del pretorio Afranio Burro porta i pretoriani dalla
sua parte. Oltre ad avere Agrippina, Seneca e Burro dalla sua parte, collabora col senato, che lo descriverà
come un princeps buono, moderato e clemente. Amato sia dal senato sia dal popolo nei primi cinque anni
del suo governo. Ricorrerà ad un delitto politico uccidendo il figlio naturale di Claudio Britannico,
avvelenandolo. Le leggende ci raccontano di nerone come un demonio, odiato dal senato nel secondo
periodo del suo imperio, ma amato dal popolo. Lui prende le parti di quest’ultimo per togliere potere al
senato.

Nerone è considerato un imperatore criminale: infatti uccide sua madre Agrippina nel 59, le sue mogli
Ottavia e Poppea, i suoi maestri Seneca e Burro. Mischia fragilità e onnipotenza che potevano alterare la
sua personalità immatura. Era anche un imperatore auriga e citaredo, cioè si esibisce in corse coi carri e
partecipa a gare sportive e musicali, facendosi amare dalla folla e ottenendo sempre più popolarità. Il suo
scopo era quello di svolgere una ellenizzazione greca, paragonandosi anche ad Apollo (aspira a diventare
come alessandro). Agli occhi del senato è visto come un tiranno perché è rivoluzionario, per loro ottiene
popolarità togliendogli potere.

A roma nel 64 avviene un incendio doloso e solo 4 quartieri su 14 si salvano. Iniziano a diffondersi dei
rumores sul fatto che nerone sia il colpevole: perchè voleva esercitarsi a comporre un canto sull’incendio i
Troia, voleva rifondare roma per costruirla a sua immagine (la neropolis), voleva distruggerla per costruire
un palazzo (cioè la domus area che poi realizza). In realtà quasi sicuramente è innocente. Bisognava trovare
un colpevole per far stare meglio il popolo: la colpa si dà ai cristiani perché erano in minoranza.

Rimane questo contrasto insanabile tra il senato e nerone. Le sue passioni (musica e sport) erano viste
come un minaccia antitradizionalista (il cambiamento a roma era sempre visto male). Nerone, così come
Caligola, spende troppo denaro e quindi impone nuove tasse che fanno si che si diffonda il malessere.
Scoppiano rivolte nelle provincie. Il senato lo dichiara hostis publicus (nemico pubblico). Nel 68 si fa
uccidere da un liberto con una spada. CONCLUSIONE DINASTIA GIULIO-CLAUDIA.

Potrebbero piacerti anche