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Mercyful Fate - Wikipedia https://it.wikipedia.

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Mercyful Fate
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

I Mercyful Fate sono un gruppo musicale heavy metal


danese fondato nei primi anni ottanta.
Mercyful Fate

Indice
Storia del gruppo
Formazione
Cronologia
Discografia
Album in studio
EP
Raccolte
Singoli
Note
Bibliografia King Diamond, il frontman della band
durante una performance dal vivo a
Altri progetti
Mosca
Collegamenti esterni
Paese d'origine Danimarca
Genere Heavy metal[1]
Storia del gruppo [2][3][4]

Power metal[1][2][3]
La storia della band inizia quando Kim Bendix Petersen, First Wave Black
cantante dei "Black Rose" conosciuto nell'ambiente con lo
metal[5]
pseudonimo di King Diamond, si unisce ai "Brats", gruppo
Black metal
nel quale militano Hank Sherman, Michael Denner
(chitarre) e Timi Hansen (basso) ai quali si aggiunge Periodo di 1981 – 1985
successivamente Kim Ruzz alla batteria. A questo punto, attività musicale 1993 – 1999
la band decide di cambiare nome in "Mercyful Fate". 2009
2019 – in attività
Il gruppo registra due demo e viene notato dall'etichetta
inglese Enbony Records che chiede loro due canzoni da Etichetta Roadrunner
inserire nella compilation Metallic Storm. Il primo vero Metal Blade
contratto viene offerto ai Mercyful Fate dalla label Album 11
olandese Rave-On Records, per la quale il combo danese pubblicati
registra in soli tre giorni l'EP Mercyful Fate uscito nel
Studio 7
1982.

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L'anno successivo la band firma un contratto con la Live 0


Roadrunner Records e regista il primo full-length Melissa,
uscito nel 1983. L'album ottiene un ottimo successo sia di Raccolte 4
critica che di pubblico. Il sound della band è caratterizzato Sito ufficiale (http://www.kingdiamondcove
dalla voce acutissima in falsetto di King Diamond n.com/)
contrapposta alle atmosfere sulfuree, oscure e dai testi
satanisti. Il nome dell'album viene dal teschio che la band
porta sempre con sé nei live show e i testi narrano la storia di una strega. Già nel primo mini-LP
sono presenti in forma embrionale le caratteristiche stilistiche di questa band: la forma musicale è
un heavy metal classico in stile Judas Priest e Iron Maiden, combinato con i primi elementi di
quello che poi sarà il black metal.[2][6] I Mercyful Fate sfoggiano una tecnica musicale ineccepibile,
sorretta dalla coppia di chitarristi Hank Shermann e Michael Denner capaci di assoli veloci e
melodici. Parecchi cambi di tempo rendono le canzoni molto complicate e dinamiche ma le
atmosfere rimangono oscure e tetre. La figura del leader è fondamentale per capire la straordinaria
diversità di questo gruppo: da sempre ispirato dal sommo maestro Alice Cooper, King Diamond ne
rielabora la teatralità esasperandone il face paint e portandolo alquanto simile a quello di Gene
Simmons. Il trucco di King Diamond sono due ali di pipistrello nere agli occhi sul volto bianco di
cerone e una croce rovesciata sulla fronte. Questo simbolo molto blasfemo indica chiaramente le
convinzioni filosofiche e religiose del danese, ispirato dalle dottrine di Aleister Crowley.
Completano il look di questo controverso personaggio vistosi orecchini a croce rovesciata, l'asta del
microfono fatta di due ossa incrociate, giubbotto "chiodo" senza maniche e cintura a cartucciera.
La passione di King Diamond per Judas Priest e Alice Cooper è evidente negli stili di voce usati: il
falsetto è un'esasperazione degli acuti di Rob Halford mentre il cantato distorto ricorda parecchio
Alice. Nel 1984 esce Don't Break the Oath: l'album è da più parti considerato il capolavoro della
band che ripropone lo stile della precedente uscita integrandolo con una maggiore perizia tecnica,
atmosfere oscure ulteriormente accentuate e una maggiore lunghezza generale del disco. Dopo
questa uscita i rapporti all'interno della band cominciano a incrinarsi poiché King Diamond vuole
continuare sulla strada dello stile oscuro che tanto ha dato al gruppo, mentre Hank Sherman vuole
una svolta maggiormente commerciale sullo stile dell'hair metal. Date le insolubili divergenze fra i
due nel dicembre 1984 la band si scioglie.

Così Hank Sherman si dedicherà al suo progetto, i Fate, mentre King Diamond, seguito da Michael
Denner e Timi Hansen, darà vita al suo fortunatissimo progetto solista.

La storia dei Mercyful Fate però non è finita: infatti nel 1992 King Diamond è in rotta di collisione
con la sua casa discografica, la Roadrunner Records. Egli infatti ritiene che la casa non si impegni a
sufficienza nella promozione dei dischi e decide così di interrompere i rapporti con essa. Rimasto
senza contratto, il cantante decide di riunire la vecchia band, che si riforma con i membri originali
con l'esclusione di Ruzz, che nel frattempo ha abbandonato le scene musicali, sostituito da Morten
Nielsen.[2]

La band pubblica così nel 1993 In the Shadows. L'album vede come ospite alla batteria nella
canzone "Return of the Vampire" Lars Ulrich dei Metallica, grande fan della band. Subito dopo
questa uscita lasceranno la formazione sia Timi Hansen che Morten Nielsen, sostituiti
rispettivamente da Sharlee D'Angelo e da Snowy Shaw.

Con questa nuova formazione esce nel 1994 Time: alla fine di quest'anno se ne va Snowy Shaw,
sostituito da Bjarne T. Holm. Due anni più tardi esce Into the Unknown, seguito nel 1998 da Dead
Again e nel 1999 da 9.

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Formazione
Ultima Ex componenti

▪ King Diamond - voce, tastiere (1981-1985, ▪ Carsten Van Der Volsing - chitarra (1981)
1993-1999) ▪ Benny Petersen - chitarra (1981-1982)
▪ Hank Shermann - chitarra (1981-1985, ▪ Michael Denner - chitarra (1982-1985,
1993-1999) 1993-1996, 2008, 2011)
▪ Mike Wead - chitarra (1996-1999) ▪ Timi Hansen - basso (1981-1985, 1993,
▪ Sharlee D'Angelo - basso (1993-1999) 2008, 2011)
▪ Bjarne T. Holm - batteria (1994-1999) ▪ Jan Lindblad - batteria (1981)
▪ Nick Smith - batteria (1981)
▪ Ole Frausing - batteria (1981)
▪ Kim Ruzz - batteria (1981-1985)
▪ Morten Nielsen - batteria (1993)
▪ Snowy Shaw - batteria (1993-1994)

Cronologia

Discografia

Album in studio

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▪ 1981 - Mercyful Fate


▪ 1983 - Melissa
▪ 1984 - Don't Break the Oath
▪ 1993 - In the Shadows
▪ 1994 - Time
▪ 1996 - Into the Unknown
▪ 1998 - Dead Again
▪ 1999 - 9

EP
▪ 1982 - Mercyful Fate
▪ 1994 - The Bell Witch

Raccolte
▪ 1987 - The Beginning
▪ 1992 - Return of the Vampire
▪ 1992 - A Dangerous Meeting (A nome King Diamond)
▪ 2003 - The Best of Mercyful Fate

Singoli
▪ 1983 - Black Masses
▪ 1993 - Egypt
▪ 2009 - Evil

Note
1. Joel McIver, Metal Estremo.
2. Luca Signorelli, Heavy metal: i classici, p. 81.
3. (EN) Steve Huey, Mercyful Fate - Overview, su allmusic.com, Allmusic.com. URL consultato il 15
gennaio 2011.
4. ^ Mercyful Fate - Encyclopaedia Metallum: The Metal Archives (http://www.metal-archives.com/
bands/Mercyful_Fate/182)
5. ^ Ondarock.it (http://www.ondarock.it/dark/mercyfulfate.htm)
6. ^ (EN) Steve Huey, Melissa - Mercyful Fate, su allmusic.com, Allmusic.com. URL consultato il 15
gennaio 2011.

Bibliografia
▪ Luca Signorelli, Heavy metal: i classici, Giunti Editore, 2000, ISBN 978-88-09-05383-0.

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Joel McIver, Metal Estremo, Omnibus Press, 2000, ISBN 88-7333-005-3.

Altri progetti
▪ Wikimedia Commons (https://commons.wikimedia.org/wiki/?uselang=it) contiene immagini o
altri file su Mercyful Fate (https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Mercyful_Fate?u
selang=it)

Collegamenti esterni

▪ Sito ufficiale, su kingdiamondcoven.com.
▪ Mercyful Fate, su Last.fm, CBS Interactive.
▪ (EN) Mercyful Fate, su AllMusic, All Media Network.
▪ (EN) Mercyful Fate, su Bandcamp.
▪ (EN) Mercyful Fate, su Discogs, Zink Media.
▪ (EN) Mercyful Fate, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
▪ (EN) Mercyful Fate, su WhoSampled.
▪ (EN) Mercyful Fate, su SecondHandSongs.
▪ (EN) Mercyful Fate, su SoundCloud.
▪ (EN) Mercyful Fate, su Encyclopaedia Metallum.
▪ (EN) Mercyful Fate, su Genius.com.
▪ (EN) Mercyful Fate, su Billboard.
▪ Sito ufficiale, su covenworldwide.org. URL consultato il 5 ottobre 2006 (archiviato dall'url originale il 30
dicembre 2005).
VIAF (EN) 159574866 (https://viaf.org/viaf/159574866) · ISNI (EN) 0000 0001 1554
7437 (http://isni.org/isni/0000000115547437) · LCCN (EN) no2006014048 (http://id.lo
Controllo di c.gov/authorities/names/no2006014048) · GND (DE) 10299640-4 (https://d-nb.info/gnd
autorità /10299640-4) · BNF (FR) cb13904952t (https://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb1390495
2t) (data) (https://data.bnf.fr/ark:/12148/cb13904952t) · WorldCat Identities (EN) lccn-
no2006014048 (https://www.worldcat.org/identities/lccn-no2006014048)

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