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CANTO DI ESPOSIZIONE

Davanti al Re, ci inchiniamo insieme per adorarlo con tutto il cuor.


Verso di lui eleviamo insiem canti di gloria al nostro Re dei Re

Celebrante: Nel nome del Padre …..


Sia lodato e ringraziato ogni momento…
Tutti: il Santissimo e Divinissimo Sacramento.
Celebrante: Gloria al Padre…
Tutti: Com’era nel principio….
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Celebrante: Signore Gesù, anche noi come Pietro siamo qui di fronte a
Te, perché abbiamo bisogno che tu chieda anche a noi: “mi vuoi
bene?”… per comprendere quello che c’è nel nostro cuore… Non ti
stancare di farci sentire la tua voce. Insisti. Parlaci più forte. Guidaci
stando davanti a noi, ma voltati indietro spesso, per guardare e
soccorrerci se ci fermiamo o prendiamo altra strada… Desideriamo
sentire nel profondo del nostro cuore quanto è immenso l’amore che hai
per ognuno di noi, e nel nostro piccolo ricambiare dicendoti
semplicemente: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene»
(Restiamo in ginocchio per alcuni minuti, silenziosamente adoriamo il
Signore)
Canto allo Spirito Santo
Vieni Spirito Creatore, Vieni, Vieni
Vieni Spirito Creatore, Vieni, Vieni

1 BAMBINO
Dolcissimo Gesù siamo venuti qui per poterti incontrare, perché
abbiamo bisogno di parlare con Te… con Te possiamo parlare di
qualsiasi cosa, dei nostri sogni, dei nostri desideri, di cosa ci piacerebbe
fare… ma anche di quello che a volte ci procura dolore e dispiacere.. Noi
siamo sicuri Gesù che tu ascolti la preghiera di noi bambini perché anche
tu hai un cuore dolce e puro come noi… Siamo piccoli ma tu ami i
bambini e noi vogliamo seguirti. Vogliamo farti entrare nei nostri piccoli
cuori, vogliamo lasciare da parte i pensieri, le difficoltà di ogni giorno, le
corse per andare in palestra, il pensiero dei compiti in classe, le
interrogazioni, i nostri giochi, quello che stasera si deve ancora fare …
ecco Gesù mettiamo tutto da parte, perché qualcosa di bello e di grande
stasera è in noi, perché ci sei Tu! Gesù, ti voglio davvero tanto bene, ti
voglio bene con tutto il mio cuore e ti adoro presente nell'Eucaristia. Io
so che Tu sei contento quando vengo qui da Te e anch'io sono contento di
stare qui con Te perché ti voglio bene e so che Tu me ne vuoi ancora di
più, immensamente di più. Grazie Gesù!

Canto
Il Signore è la mia forza e io spero in lui. Il Signore è il Salvator
in Lui confido, non ho timor, in Lui confido, non ho timor.
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2 BAMBINA
Gesù, a volte ci sentiamo un po’ tristi perché sembra quasi che tutto
quello che facciamo non va mai bene, la nostra compagna di banco ci ha
deluso, la maestra non mi ha capita, pur avendo studiato non sono
riuscita a prendere un bel voto… ci sentiamo un po’ dei brontoloni, anche
se non ci manca nulla… Quando ci capita di sentirci così, aiutaci a
ricordare che c’è sempre una piccola luce nel nostro cuore e questa luce
sei Tu Gesù e anche se non ci prendi in braccio, come capitava spesso ai
bambini di Gerusalemme Tu vuoi bene anche a noi e ci doni la tua
benedizione.
Gesù, fra un po’ anche se andrò via voglio lasciarti un po' del mio cuore
qui con Te: Ti voglio bene, Gesù, e il mio cuore resta qui per continuare
a dirtelo. Però prima di andare via, Ti prego, Gesù, di benedirmi, di
guidarmi e accompagnarmi sempre. Fai in modo, Gesù, te ne prego, che
mi ricordi sempre di Te e del bene grande che mi vuoi, così mi sarà più
facile essere più buono e comportarmi bene come Tu vuoi.

Celebrante: Vangelo di Giovanni 21,15-19


In quel tempo, quando si fu manifestato ai discepoli ed essi ebbero
mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami
più di costoro?» Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio
bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la
seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?» Gli rispose: «Certo,
Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie
pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi
bene?» Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse:
“Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti
voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità
io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi;
ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà
e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte
egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

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RAGAZZO
«Pietro, tu mi ami?». È commovente l'umanità e la delicatezza di Gesù…
implora amore, amore umano. Gesù non rimprovera, non chiede: Simone,
hai capito il mio annuncio? Hai chiaro il senso della croce? Non accusa,
non chiede spiegazioni, non ricatta emotivamente; non gli interessa
giudicare, perché per lui nessun uomo è il suo peccato, ognuno vale
quanto vale il suo cuore: Pietro, mi ami tu, adesso?
In realtà, le domande di Gesù sono tre, e ogni volta diverse, come tre
tappe attraverso le quali si avvicina passo passo a Pietro, alla sua
misura, al suo fragile entusiasmo. La prima domanda: «Simone, figlio di
Giovanni, mi ami più di tutti?» E Pietro risponde dicendo sì e no al tempo
stesso. Non si misura con gli altri, infatti mentre Gesù usa, il verbo “mi
ami”, il verbo dell'amore grande, del massimo possibile, Pietro risponde
con il verbo dell'amicizia e dell'affetto:“ti voglio bene”.
Ed ecco la seconda domanda: Simone figlio di Giovanni, mi ami? Gesù
ha capito la fatica di Pietro, e chiede di meno: non più il confronto con
gli altri, ma rimane la richiesta dell'amore assoluto.
Pietro risponde ancora di sì, ma lo fa come se non avesse capito bene,
usando ancora il suo verbo, quello più rassicurante, così umano, così
nostro: io ti sono amico, lo sai, ti voglio bene. Non osa parlare di amore,
si aggrappa all'amicizia, all'affetto.
Nella terza domanda, è Gesù a cambiare il verbo, abbassa quella
esigenza alla quale Pietro non riesce a rispondere, si avvicina al suo
cuore incerto, ne accetta il limite e adotta il suo verbo: «Simone, figlio di
Giovanni, mi vuoi bene, mi sei amico?». «Pietro, un po' di affetto posso
averlo da te?». Gli domanda l'affetto se l'amore è troppo; l'amicizia
almeno, se l'amore mette paura; semplicemente un po' di bene. Gesù
dimostra il suo amore abbassando ogni volta le sue attese, Fino a che le
esigenze di Pietro, la sua fatica, la sua tristezza diventano più importanti
delle esigenze stesse di Gesù. Dio si dimentica per avvicinarsi al cuore di
Pietro e Pietro sente il pianto salirgli in gola: vede Dio mendicante
d'amore, Dio delle briciole, cui basta così poco:la sincerità del cuore.
RAGAZZO
Quando interroga Pietro, Gesù interroga me. E l'argomento è l'amore.
Non è la perfezione che lui cerca in me, ma l'autenticità. Alla sera della
vita saremo giudicati sull'amore (Giovanni della Croce). E quando
questa si aprirà sul giorno senza tramonto, il Signore ancora una volta ci
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chiederà soltanto: mi vuoi bene? E se anche l'avrò tradito per mille volte,
lui per mille volte mi chiederà: mi vuoi bene? E non dovrò fare altro che
rispondere, per mille volte: sì, ti voglio bene. A un Dio che ti guarda
negli occhi e ti chiama per nome sapendo bene che l’hai tradito, che ti
offre in dono ancora la possibilità nuova di dirgli di sì, cos’altro può
rispondere il povero cuore di Pietro, ogni nostro povero cuore? A Gesù
non interessa né giudicare né assolvere; per lui nessun uomo
coincide con i suoi peccati, ma un uomo vale quanto vale il suo cuore.
Gesù per dire “mi ami” usa un verbo raro, quello dell’amore grande,
del massimo possibile, Pietro invece, che ha conosciuto l’amara
tristezza dell’infedeltà e il dramma della propria debolezza, risponde
invece con il verbo umile dell’amicizia dicendo solo: “Certo, Signore, tu
sai che ti voglio bene”. Gesù si avvicina ancora di più , questa volta
ad abbandona il verbo “amare”, adottando il verbo di Pietro: “Simone
di Giovanni, mi vuoi bene?”. Se l’amore è troppo, se l’amore mette
paura dammi semplicemente un po’ di bene.
Gesù mendicante d’amore..Gesù, mendicante senza pretese, rassicura
Pietro. E quando interroga Pietro, interroga me: si, Signore, tu lo sai che
un po’ di bene te lo voglio, un po’ d’amicizia tra tanta indifferenza, un
po’ d’attenzione tra tanta freddezza. Signore, tu sai tutto: non oso
dire che ti amo, però, come Pietro, ti voglio bene. Questa terza
risposta, incalzata e provocata, finché si manifesta, è quella vera. “Tu lo
sai”è un rimettersi all’altro, riconoscere che lui viene prima, che per
primo ci ha amati e ci ama, e che prima e più di noi sa che “ci ha fatti
per sé”. Chi risponde adesso sa, e senza equivoco alcuno, che gli è
richiesto di fare altrettanto, che dire “ti voglio bene” non è sfogare
l’emozione profonda del cuore. Dire “ti voglio bene”è l’impegno più
grande che ci sia, il coinvolgimento totale, la compromissione senza
rimedio; è la continua e riconfermata volontà di spendersi per questo
amore, di pagarne di persona il prezzo, fino a “perdere la propria
vita”(cf Mt10,39). Perché tanto più grande è l’amore tanto più alto è il
prezzo: sappiamo che qualcuno ci ama, ne abbiamo la prova, quando
vediamo il quanto è disposto a pagare per noi. E “nessuno ha un amore
più grande di questo: dare la vita per i propri amici”(Gv 15,13). È qui
che riconduce ogni discorso d’amore: al rigore e al rischio di una
volontà di dono che porta sulla croce. “Questo gli disse per indicare con
quale morte egli avrebbe glorificato Dio”.È la croce, è vero. Ma è una
croce gloriosa perché è il Risorto che rivolge a ogni uomo, sempre, la

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sconvolgente domanda: “Mi vuoi bene?” Allora possiamo raccogliere
tutto il nostro coraggio, tutta la nostra debolezza, il nostro saperci
capaci di tradire; possiamo alzare gli occhi e rispondere al suo
sguardo e osare, infine. Ha ben osato Pietro, carne e sangue e ossa
come noi. Ognuno di noi dica al Signore: “Sarò anch’io un pastore di un
minimo gregge: di familiari, di amici, di poveri affidati alla mia amicizia.
“Chiamami, se non cerchi uomini infallibili, ma solo appassionati.
“Chiamami e ti seguirò. “Con Pietro anch’io, dentro la tua Chiesa,
che oggi affonda la sua inestirpabile radice in un patto d’amore
Vieni e seguimi”, mi hai detto, ed io ho risposto… Mi sono fidato,
ma non ho capito che dovevo seguire la tua croce, il tuo abbandono,
il tuo dolore. Ho creduto di aver fatto tutta la mia parte con quel sì,
ma sbagliavo! E quelle tue parole: "Mi ami tu, più di costoro?” a cui io
prontamente avevo risposto: "Sì, Signore, Tu sai tutto, Tu lo sai che ti
amo", sono state spazzate via dalla prima difficoltà che ho incontrato,
lasciandomi fuggire come un ladro..
Tu mi hai chiesto di amarti fino in fondo, fin sul Golgota, ed ho paura.
Signore, dammi di sceglierti ogni giorno, ogni attimo,
come la mia roccia, il mio tutto. Dammi di amare Te, di far morire me, la
mia logica, la mia voglia di aver risposte.
Signore, anche nel dolore più profondo che è nel mio piccolo cuore,
ti riscelgo, ti ripeto il mio sì. La tua fiducia in me è superiore a quella che
io ho di me stesso.. perché mi conosci nel profondo...

RAGAZZO
Mi ami? Ti chiede Gesù, e in verità non ti chiede nient’altro, non ti
chiede più nient’altro. Te lo chiede prima di tutto, te lo chiede alla fine di
tutto e al di sopra di tutto. Mi ami? Te lo chiede appena lo incontri e
anche quando scappi arrabbiato, quando piangi da solo e quando implori
perdono e pace. Mi ami? Te lo chiede quando ti senti al sicuro nei tuoi
compromessi, o tradito da tutti, deluso dalle tue illusioni. Mi ami? Te lo
ha chiesto Gesù la prima volta che l’hai incontrato e poi quando hai
deciso di seguirlo. Te lo chiede in ogni istante di solitudine e paura, a
ogni caduta e infedeltà, a ogni passo sereno e disteso, a ogni pienezza di
gioia e pace.
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Gesù, quanto è facile dimenticare il primo amore, quello della prima
chiamata. L’amore che ti ha spinto ad accorgerti di me, a scovarmi tra
tanti e ad accogliermi. Ero nulla. Ero “l’imbecille” che non poteva
paragonarsi a numerosi tuoi discepoli santi e credibili. Non hai trovato
un altro più fragile e più debole di me, un altro così peccatore come me;
eppure mi hai scelto. Gesù, quante volte ho sperimentato questo tuo
amore di predilezione. Quante volte mi sono sentito avvolto dal tuo
sguardo tenerissimo che mi guardava come se fossi per te una promessa.
E Tu Gesù, non hai mancato di parola. Non ti sei mai pentito. Mi hai
chiamato. Io ho cercato, come potevo, di risponderti. Oggi mi trovo
davanti a te, con un dilemma nell’anima: “Ti amo davvero?” sono io ad
interrogarmi. Perché conosco la mediocrità del mio cuore, anzi, la
durezza del mio cuore. “Ti amo davvero?” e non riesco ad uscire da
questa domanda, perché non trovo una risposta definitiva. Gesù, lo so
che ti amo. Lo so perché sento il mio cuore bruciare. Sento la mia vita
senza senso se non amo te. Gesù, so che ti amo. Tu me lo chiedi: “Mi ami
più di tutti gli altri? Mi ami davvero più di tutti gli altri? Mi ami davvero
più di tutti gli altri, con una passione speciale, con un particolare
movimento del tuo cuore, con quella emozione che non provi con nessun
altro?”. Io so soltanto balbettare: “Gesù, ti voglio bene. Ti voglio bene.
Ti voglio bene”. Non so dirti altro, non ho il coraggio di dirti altro.
Questa è la mia misura. Tu, non ti offendi. Continui a fissarmi con i tuoi
occhi, e mi accorgo che quello sguardo significa: “Io ti amo lo stesso. Ti
amerò sempre. So che un giorno ti arrenderai al mio amore”. Gesù,
abbasso gli occhi, forse per vergogna, forse perché non sembri che ti sto
sfidando. Abbasso gli occhi come chi è consapevole del proprio limite; e
continuo a dirti: “Ti voglio bene”. Gesù, verrà il giorno in cui potrò
gridarti: “Tu sei l’amato del mio cuore. Ti amo. Non posso non amarti.
Ho bisogno di amarti”. Quando saprò parlarti così, il mio cuore sarà
guarito, sarà pronto a salire con te sulla croce. Sarà pronto a
risponderti: “Ti seguirò, Gesù, dovunque tu vada”. io so che nell'ultimo
giorno, se anche per mille volte avrò sbagliato, il Signore per mille volte
mi chiederà solo questo: Mi vuoi bene? E io non dovrò fare altro che
rispondere per mille volte: Ti voglio bene.

PREGHIERA AL TERMINE DELL'ORA DI ADORAZIONE

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Gesù, mi spiace proprio tanto ma adesso devo andare, devo tornare a
casa.

Gesù, quando penso che Tu sei qui, davvero presente davanti a me


nell'Eucaristia e mi rendo conto del bene grandissimo che ci hai voluto,
io resto meravigliato e stupito: è una cosa così grande e così bella che mi
sembra quasi incredibile.

Se non lo avessi detto Tu stesso: "Questo è il Mio Corpo", io non ci avrei


mai creduto, anzi credo che nessuno ci avrebbe creduto. Invece siccome
lo hai detto Tu, io ci credo e sono sicurissimo che Tu sei nell'Eucaristia.

Sai, Gesù, io sto così bene qui con Te, che mi piacerebbe restarci per
sempre. Sarebbe bello, sai, poter restare sempre qui con Te, per parlarti,
ascoltarti, guardarti e poi lasciarmi guardare da Te che mi ami così tanto
che, tutte le volte che ci penso, io mi sento quasi confuso. ...

Si, sarebbe bello, ma io, Gesù, non sono mica un angelo. Io ho un corpo
che devo nutrire e curare, una famiglia e tanti amici che mi vogliono
bene e a cui anch'io voglio bene, poi devo anche andare a scuola,
studiare, ...

Però, Gesù, sai cosa ti dico? Che se è vero che io non posso stare sempre
qui con Te, Tu puoi però stare sempre con me e vivere con me tutti questi
impegni, così possiamo ugualmente stare sempre insieme, vivere insieme
tutti i giorni e tutti i momenti.

Così possiamo realizzare due desideri: il Tuo di stare sempre con noi e il
mio di restare sempre con Te. Amen.

 Preghiere personali - Benedizione - Canto finale

FRASI PENSATE DAI BAMBINI SEDUTI VICINI A GRUPPETTO, A


TURNO DIANNO AD ALTA VOCE UNA BEVE FASE X GESù

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Benedizione Eucaristica

DAVANTI A QUESTO AMORE

Canto: TU SEI RE

Canto: NIENTE TI TURBI


 Niente ti turbi, niente ti spaventi chi ha Dio niente gli manca.
 Niente ti turbi, niente ti spaventi solo Dio basta.

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