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Una Palestra Per La Mente
Una Palestra Per La Mente
IMPARARE IL RESPIRO.
«Che fa il respiro?», chiede Morris ai suoi allievi.
<<Calma l’amigdala>>, suggerisce un bambino.
«Fa diventare la tua corteccia prefrontale molto più
intelligente», dice un altro.
Gli allievi di Morris sono diventati piccoli esperti di
anatomia del cervello.
Potrebbero spiegarvi che l’amigdala, al centro del cervello,
è un fulcro di risposte emotive.
La corteccia prefrontale, che ricopre parte della superficie
cerebrale subito dietro la fronte, è la sede delle funzioni
esecutive: regola le emozioni, i pensieri e le azioni.
Le due regioni sono collegate, e hanno una relazione
profonda.
Una tempesta di emozioni scaturita dall’amigdala può
indebolire la corteccia prefrontale, inibendo la capacità di
pensare e imparare.
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RISOLVERE I CONFLITTI.
Il programma MindUP sembra riuscire a ottenere qualcosa di
simile.
In uno studio presentato nel 2012 a un congresso di scienza
contemplativa dello sviluppo a Toronto, Schonert-Reichl e
dottoranda Molly Stewart Lawlor, con altri colleghi, hanno
misurato i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, in 99
bambini di quarta e quinta elementare in quattro scuole locali, a
marzo e poi di nuovo a giugno, mese turbolento per gli studenti in
cui si affronta la fine della scuola.
Inizialmente i livelli ormonali erano normali in tutti i
bambini: il cortisolo aveva un picco un’ora dopo il risveglio e
poi scendeva rapidamente durante il giorno.
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VIETATO ENTRARE.
Mischel, con la psicologa Angela L. Duckworth,
dell’Università della Pennsylvania, ha scoperto che uno dei modi
per controllarsi è separare se stessi da ciò che sta provocando la
reazione emotiva.
I bambini che coprivano il biscotto con un tovagliolo, dice
Mischel, riuscivano a resistere 18 minuti senza mangiarlo, mentre
gli altri capitolavano in meno di un minuto.
Dire ai bambini di fare finta che il leccalecca sia solo un
disegno aumenta la loro capacità di resistere da un minuto a un
quarto d’ora.
«Se immaginano un disegno possono aspettare, come se fosse
soltanto un disegno», dice Mischel.
In uno studio pubblicato nel 2011, Mischel e Duckworth,
insieme con lo psicologo Ethan Kross, dell’Università del
Michigan, e ad altri colleghi, hanno dimostrato quanto
l’estraniazione riesca a raffreddare le emozioni nei bambini.
Hanno chiesto a 110 bambini di quinta elementare di ricordare
un’esperienza personale che li aveva fatti arrabbiare.
Alcuni hanno immaginato che stesse succedendo di nuovo.
Ad altri è stato chiesto di fare un passo indietro, e
guardare gli eventi dal di fuori.
A tutti è stato fatto scrivere un tema in cui raccontavano
questa esperienza.
Nei loro temi, gli studenti che si erano distanziati
dall’esperienza indulgevano molto meno sulle caratteristiche
emotive, facevano minore ricorso a espressioni di
colpevolizzazione e rivalutavano di più l’accaduto.
Imparare il funzionamento del cervello può aiutare i bambini
a distanziarsi dalle loro emozioni, inserendole in un contesto
astratto.
Anche l’attenzione consapevole prevede di fare un passo
indietro e osservare i propri pensieri e sentimenti dal di fuori,
inoltre l’uso del linguaggio, come nel metodo PATHS, può separare
l’impulso ad agire dall’azione.
Ora Kross e Duckworth stanno preparandosi a verificare
l’applicabilità su larga scala della tecnica di estraniazione su
gruppi di bambini delle scuole medie nelle scuole pubbliche di
Philadelphia.
Gli psicologi insegneranno ai bambini a riflettere sulle loro
azioni durante diversi esercizi di autocontrollo, chiedendo loro
di concentrarsi sulla propria prospettiva parlando a se stessi in
prima persona, oppure a sviluppare un senso di distanza,
riferendosi a se stessi in terza persona.
Poi i ricercatori misureranno la capacità dei bambini di
eseguire con pazienza un compito noioso (per esempio, suddividere
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PER CONCLUDERE.
Giocare con la mente dei bambini può diventare complicato.
In un lavoro non ancora pubblicato, Farran e la sua équipe di
Vanderbilt hanno fatto alcuni esperimenti usando un metodo
chiamato Tools of the Mind, che usa il parlare da soli, aiuti
visivi e il gioco per migliorare le funzioni esecutive nei
bambini.
L’équipe di Farran ha scelto a caso 32 classi negli asili del
Tennessee e nel North Carolina e applicato il metodo ai bambini.
Poi hanno misurato le funzioni esecutive dei bambini e i loro
risultati prima e dopo gli otto mesi del programma.
I bambini mostravano sì dei miglioramenti, ma non più dei
bambini nelle 28 classi in cui il programma non era stato
applicato.
Studi meno recenti avevano mostrato benefici di Tools of the
Mind quando il programma era più semplice, e comportava 40
attività contro le 65 attuali.
Farran è convinta che questa proliferazione di elementi
diluisca l’efficacia del programma.
Un altro problema è che non esiste un metodo riconosciuto per
misurare le funzioni esecutive, forse perché il concetto stesso
non è ben definito.
Questa ambiguità non ha fermato insegnanti come Prins, che
vedono ogni giorno gli effetti positivi dell’allenamento del
cervello.
Fuori dalla scuola di Prins la neve si stava sciogliendo.
All’interno, i bambini «esercitavano il cervello».
Col fiatone, toccavano il ginocchio destro con il gomito
sinistro.
Si sfregavano la pancia mentre si davano colpetti in testa
con la mano.
Facevano salti a gambe divaricate.
La coreografia era progettata per eccitare la corteccia
prefrontale in modo ottimale; eppure i visi dei bambini mostravano
che le mosse non erano importanti.
Dalle indagini di Schonert-Reichl emerge che i bambini nelle
classi MindUP sono più ottimisti, hanno più emozioni positive e
vanno a scuola più volentieri.
Ed è noto che la dopamina, neurotrasmettitore associato alla
gioia e al piacere, eccita la corteccia prefrontale.
«La scuola deve essere più divertente», dice Diamond.
«I bambini ci cascheranno e impareranno più cose».
Se i grandi riusciranno a far pensare meglio i bambini,
saranno loro a ridere per ultimi.
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IN PIÙ
CASEY B.J. e altri, Behavioral and Neural Correlates of Delay
of Gratification 40 Years Later, in «Proceedings of the National
Academy of Sciences», Vol. 108, n. 6, pp. 14.998-1 5.003, 6
settembre 2011.
DIAMOND A. e LEE K. Interventions Shown to Aid Executive
Function Development in Children 4 to 12 Years Old, in «Science»,
Vol. 333, pp. 959-964, 19 agosto 2011.
RIGGS N.R. e altri, The Mediational Role of Neurocognition in
the Behavioral Outcomes of a Social-Emotional Prevention Program
in Elementary School Students: Effects of the PATHS Curriculum, in
«Prevention Science», Vol. 7, n. 1, pp. 91-102, marzo 2006.
L’AUTORE
Ingrid Wickelgren è Editor al Scientific American Greater New
York City Area