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RIVISTA INTERNAZIONALE DI FILOSOFIA E PSICOLOGIA ISSN 2039-4667; E-ISSN 2239-2629

DOI: 10.4453/rifp.2014.0001 Vol. 5 (2014), n. 1, pp. 1-12

Studi

Le culture epistemiche. A proposito di status


e funzione di un concetto epistemologico
Hans Jörg Sandkühler
Ricevuto il 4 aprile 2013; accettato il 7 settembre 2013

█ Riassunto In questo articolo si illustrerà il concetto di culture epistemiche, termine con il quale nel lessico
dell’epistemologia, della filosofia della cultura e della sociologia della conoscenza si indica il carattere conte-
stuale, relazionale, culturalmente e storicamente condizionato dei processi conoscitivi umani. Questo con-
cetto si riferisce in primo luogo alla genesi della conoscenza, ma anche ai processi di sviluppo e di giustifica-
zione della stessa. Ampio spazio sarà dedicato a una descrizione delle caratteristiche strutturali di questa no-
zione e alla descrizione delle fonti che hanno consentito di introdurla nell’ambito dell’epistemologia. Si di-
scuterà inoltre come l’idea di culture epistemiche dia vita a una concezione intrinsecamente relazionale e con-
testuale della conoscenza umana.
PAROLE CHIAVE: Culture epistemiche; Pluralismo; Contestualismo; Struttura della rappresentazione; Ludvik Fleck.

█ Abstract Cultures of Knowledge. On Status and Function of an Epistemological Concept – This article illus-
trates the concept of “cultures of knowledge”. This is used in the fields of epistemology, philosophy of culture
and of sociology of knowledge to indicate the contextual and the relational character of human knowledge,
which is always determined by cultural and social factors. The expression “cultures of knowledge” is related
mainly to the processes through which knowledge is developed and justified. This work will be focused primari-
ly on the description of the structural characteristics of this notion and of the sources through which this has
been developed in the literature. Furthermore, the paper will show that the idea of “cultures of knowledge”
produces an intrinsically relational and contextual view of human knowledge.
KEYWORDS: Cultures of Knowledge; Pluralism; Contextualism; Structure of Representation; Ludvik Fleck.

█ Il concetto zioni cognitive e il sapere sono inseriti in conte-


sti, costituiti da complesse reti che constano di
IL CONCETTO DI “CULTURA EPISTEMICA” fattori culturali di carattere epistemico e prati-
appartiene al campo dell’epistemologia e della co-sociale.1 In alternativa, si parla anche di “or-
teoria della cultura. Si tratta di un concetto an- dini epistemici” o di “costellazioni epistemi-
cora quasi del tutto assente nella riflessione filo- che”. Questo concetto viene impiegato princi-
sofica, con cui si designa il fatto che le opera- palmente in ambiti quali la storia della scienza o

H. J. Sandkühler - Institut für Philosophie - Universität Bremen - FB 9 - Enrique-Schmidt Straße 7 - 28359 -


Bremen (D) ()
E-mail: hsandk@uni-bremen.de
Traduzione dal tedesco di Sara Dellantonio e Luigi Pastore

Creative Commons - Attribuzione - 4.0 Internazionale


2 Sandkühler

la sociologia della conoscenza e verte in primo di culture epistemiche al plurale anche perché,
luogo sulla genesi del sapere, ma abbraccia an- durante la modernità, non soltanto nell’Europa
che i risvolti relativi alla validità del sapere stes- in cui si è diffuso il progresso scientifico, le cultu-
so. Il termine “cultura epistemica” appartiene al re epistemiche si sono formate in maniera auto-
lessico del contestualismo,2 quella concezione noma, ognuna con il proprio modo di guardare
secondo cui al mondo, con i propri sistemi di segni, con le
proprie semantiche e con le proprie verità, per
(i) Gli standard di giustificazione che deter- effetto della divisione del lavoro, della specializ-
minano cosa debba essere considerato come zazione, dell’autonomizzazione dei sistemi fun-
buona evidenza o come ragione a sostegno zionali, delle profonde differenziazioni sociali e
di un’opinione sono contesto-dipendenti, culturali interne alle diverse società.
cioè differiscono in relazione a condizioni Le culture epistemiche sono complessi di
storiche, culturali [...] o scientifiche. (ii) In contesti epistemologici e pratici, costituiti da
particolare, anche ciò che di volta in volta rappresentazioni distinguibili sulla base delle
funge da fondamento del sapere è contesto- loro peculiarità, dotati di sistematicità e rico-
dipendente: non c’è un fondamento univer- struibili in maniera olistica. Esse esercitano la
sale del sapere. (iii) Sapere “che p” non ri- loro influenza sulla nascita del sapere e sulle sue
chiede l’esclusione di tutte le possibilità in dinamiche. È nelle cornici tracciate dalle cultu-
cui si dà invece “non-p”; ad essere escluse re epistemiche che si articolano le pretese di va-
devono essere solo le possibilità rilevanti. E lidità e gli standard di giustificazione del sapere.
tuttavia queste le possibilità rilevanti posso- Al loro interno sono presenti specifici habitus
no essere escluse al limite in via effettiva; e epistemici, particolari evidenze e prospettive,
tuttavia, quelle che sono le possibilità rilevan- presupposti dipendenti da particolari immagini
ti o non rilevanti, è un fattore contesto- del mondo, determinate credenze e convenzio-
dipendente.3 ni di tipo linguistico, semiotico e semantico, par-
ticolari concezioni relative alle possibili finalità
Un’epistemologia che voglia prendere si- della conoscenza (per esempio, entro quali limiti
stematicamente in considerazione le culture possiamo conoscere qualcosa), la determinazio-
epistemiche non s’interroga sul modo in cui il ne di quali sono gli interrogativi sensati o insen-
nostro sapere riproduce una “realtà” intesa in sati e le rispettive soluzioni, sia di tipo tecnico
senso sostanzialistico e regolata a “misura delle che pratico, legate a specifici contesti culturali,
cose”. Essa s’interroga piuttosto sul modo in come anche le regole, le norme e i valori ricono-
cui, all’interno degli ordini del sapere e delle co- sciuti come validi in questi stessi contesti.
stellazioni epistemiche, ossia all’interno delle Bisogna esser cauti nel porre un determina-
“culture epistemiche”, la realtà fenomenica si to sapere in rapporto a una cultura epistemica.
forma in quanto realtà “a misura d’uomo”. Se, per esempio, si mettesse in correlazione la
Non esiste un’unica cultura epistemica, ma filosofia aristotelica con la cultura epistemica
è necessario parlare al plurale di culture episte- della grecità classica, non avremmo guadagnato
miche. Per un verso, de facto, abbiamo diversi granché ai fini di un’analisi di questa filosofia.
modi di guardare al mondo, sorti all’interno di Quel che è necessario fare è piuttosto porre in
culture eterogenee. L’uso del plurale corrispon- relazione un determinato sapere, una determi-
de all’abbandono delle pretese egemoniche nata teoria, con una cultura epistemica che sia
proprie di una singola cultura epistemica. Con- stata debitamente cartografata, individuando
siderato da un’ottica europea, questo concetto quindi un effettivo luogo comune proprio di un
si fa portatore dell’effettiva differenza e determinato sapere e di un determinato ele-
dell’asimmetria che sussiste tra le culture, sup- mento culturale.
portando le ragioni di una “decolonizzazione Tenere in debita considerazione i contesti
del pensiero”.4 Per altro verso, bisogna parlare delle culture epistemiche è altamente significa-
Le culture epistemiche 3

tivo rispetto al nostro modo di intendere il sa- l’acquisizione del sapere [...] Le culture epistemi-
pere in quanto rappresentazione: che sono quelle unità epistemiche che intessono i
▶ La tesi comune secondo cui il sapere è una rapporti più diretti con il mondo sociale».6
credenza vera giustificata risulta troppo limita- E tuttavia il concetto di culture epistemiche
ta. Ciò che si presenta alla stregua di una defi- non è privo di problemi. Per un verso, su di esso
nizione in realtà è l’indice di un problema; cosa pesa l’uso inflazionato del termine cultura. Lo
che Ludwig Wittgenstein nel suo Della certezza spettro che il concetto di cultura dovrebbe co-
ha formulato in questo modo: «la verità di cer- prire si è rivelato troppo ampio: esso
te proposizioni empiriche appartiene al nostro
sistema di riferimento».5 Il sapere è una cre- spazia dai fondamenti simbolici dell’agire
denza vera giustificata all’interno di contesti. (Parsons) alla totalità degli artefatti umani.
▶ L’assunto secondo cui la rappresentazione Va dai macchinari elettronici alle pratiche
può essere intesa come una relazione binaria dei corpi tatuati, dalla cosiddetta “alta cul-
del tipo b rappresenta a, non è più sostenibile. tura” alla cultura di senso comune, dagli ar-
Una rappresentazione è da intendersi come una caismi di ogni sorta alle credenze delle so-
relazione a più posti: b rappresenta a nelle con- cietà moderne. Se poi si aggiunge il concetto
dizioni determinate dalla cultura epistemica c, di cultura inteso in senso biologico – che de-
d, e e via dicendo; una relazione di rappresenta- signa ogni comportamento acquisito e che,
zione deve cioè essere espressa come ac o ad o passando attraverso la sociobiologia, la teo-
ancora ae etc. ria dell’evoluzione e il problema della tra-
Il concetto di “culture epistemiche” può es- smissione non genetica, inizia a influenzare
sere attribuito a diversi campi epistemici, per la sociologia – l’ambito del sociale non può
esempio quello della ricerca sperimentale nelle più essere parcellizzato.7
scienze naturali, caratterizzata da propri parti-
colari presupposti (empiristici, positivistici, na- La generale culturalizzazione di ogni cosa8 e
turalistici), ma anche a quello di discipline co- i tentativi di spiegare ogni possibile fenomeno
me la scienza giuridica o la filosofia. In questi in termini culturali e in quanto prodotto della
campi le culture epistemiche operano come cultura risultano fuorvianti. Inoltre, anche
fondamenti per la costruzione di teorie e come quando usato al plurale, il concetto di cultura
insiemi di asserzioni. E tuttavia non si tratta di suggerisce l’esistenza di chiare linee di separa-
cause, ossia di determinanti che operano in sen- zione, che invece, sottoforma di linee di demar-
so causale. cazione rigide, non sussistono neppure nel caso
Una determinata cultura epistemica è «un delle culture epistemiche. Le culture epistemi-
insieme di regole epistemologiche e metodolo- che sono caratterizzate da sconfinamenti trans-
giche», che vengono seguite da un gruppo culturali. Nelle culture epistemiche l’omoge-
«sulla base di credenze condivise circa neità non è la regola, ma l’eccezione. Le culture
l’essenza, la funzione e gli scopi del sapere», in epistemiche sono da intendersi come relazioni
maniera tale che il seguire queste regole (a) interne ed esterne tra culture e forme di sapere
«venga insegnato, imparato, tramandato e in già di per sé ibride. Come si evince dal concetto
certi casi istituzionalizzato»; (b) che «porti a stesso di pluralismo epistemico, la pluralità del-
uno specifico status epistemico e che (c) produ- le culture epistemiche è una pluralità comples-
ca un atteggiamento epistemico o scientifico sa, sia a livello interculturale sia a livello intra-
come impegno rivolto all’acquisizione del sape- culturale. I soggetti epistemici operano in con-
re, il quale, a sua volta, possa produrre credenze dizioni caratterizzate dalla differenza tra una
e teorie. Le culture epistemiche e gli stati epi- cultura e un’altra, ma anche dalla differenza che
stemici che vengono a prodursi nella cornice sussiste all’interno di una medesima cultura;
delle culture epistemiche possono essere indi- essi operano all’interno di reti e luoghi di pas-
viduati solo in rapporto alle condizioni del- saggio aperti e in continua trasformazione. Al
4 Sandkühler

contempo, i soggetti epistemici operano sem- ti credenze e attitudini portano a verità diverse.
pre in condizioni segnate dalla de-differen- Nelle varianti orientate in senso storicista o
ziazione, operano cioè secondo modalità relati- contestualista si impone l’idea secondo cui tan-
vamente indipendenti da contesti culturali che to la conoscenza quanto il sapere poggiano su
possono apparire determinanti, come per un “terreno” dotato di proprie specificità cultu-
esempio i contesti nazionali, religiosi, culturali, rali:11 le tradizioni epistemiche, gli stili di pen-
le diverse visioni del mondo, etc. Le culture epi- siero, gli stili argomentativi, le modalità con cui
stemiche contengono forme simboliche, para- vengono rappresentate le cose, le immagini di
digmi, attitudini e credenze condivise a livello ciò che è proprio e di ciò che estraneo caratteri-
transculturale; esse abbracciano anche metodo- stiche di ogni cultura – tra cui anche quelle rela-
logie per la riunificazione degli standard di ra- tive alle specificità di genere12 – costituiscono le
zionalità (per esempio, nelle procedure mate- basi per la formazione delle identità epistemi-
matiche delle scienze naturali; negli esperimen- che. Di conseguenza, si è preso atto – non senza
ti o nelle fondazioni di specifiche norme giuri- turbamento – che il ritenere-vero qualcosa e il
diche). credere qualcosa non possono essere sempli-
L’introduzione del concetto di “culture epi- cemente ricondotti a un sapere empiricamente
stemiche” nel campo dell’epistemologia si in- giustificato. L’ancoramento della conoscenza
scrive in senso lato nella storia della metacritica alle culture epistemiche include anche il coin-
linguistica derivante dalla Critica della Ragion volgimento del sapere implicito,13 una forma di
Pura di Kant (Hamann, Herder e Humboldt). knowing how, mentre le pretese di verità spesso
Qui viene enfatizzata la storicità della cultura, sono legate a pregiudizi o al non sapere.
grazie all’idea di una ragione unica e unitaria, L’ancoramento della nostra conoscenza e
rintracciabile in diverse lingue e prospettive del nostro sapere alle culture epistemiche non è
culturali, che assume forme che si modificano qualcosa che sia proprio della consapevolezza
nel corso della storia. Considerato da un punto del senso comune, il quale è portatore di un at-
di vista strutturale, il concetto di culture epi- teggiamento realista. Se il senso comune ne
stemiche segue il modello della filosofia delle avesse contezza, ne subodorerebbe anche le
forme simboliche elaborato da Ernst Cassirer conseguenze relativiste – e questo metterebbe
nel corso degli anni ’20 del secolo scorso:9 corri- in pericolo le sue pretese di verità. Che cosa in-
sponde cioè alla spiegazione fornita da Cassirer tendiamo quando diciamo di conoscere qualco-
della metamorfosi grazie a cui «il fenomeno, da sa e di saperlo? In cosa consiste la qualità della
semplice dato della coscienza, diventa un con- nostra certezza? Come possiamo ancora parlare
tenuto della realtà, del “mondo esterno”».10 sensatamente di certezza e verità, se non pos-
Tra i presupposti che hanno portato siamo più fare affidamento sull’assunto di una
all’introduzione di questo concetto figura la concordanza garantita dalla realtà stessa tra un
crescente influenza, a partire dagli anni ’60 del oggetto e un’asserzione?
secolo passato, delle prospettive storico- La critica moderna delle condizioni di pos-
culturali e sociologico-culturali. Da allora le cer- sibilità del sapere ha portato a comprendere
tezze circa lo status della conoscenza e chiaramente che le nostre asserzioni non sono
l’assunzione di una progressività lineare del sa- copie degli oggetti della conoscenza. Esse sono
pere e delle scienze hanno cominciato a vacilla- piuttosto artefatti carichi di presupposti: cari-
re. Il carattere prospettico, contestuale, plurali- chi di presupposti determinati da culture epi-
sta e relativista delle credenze ha permeato le stemiche e da fattori pratico-sociali, di bisogni e
pratiche conoscitive, anche in ambito scientifi- interessi epistemici e pratici così come di atteg-
co. Anche la maggiore familiarità con le culture giamenti proposizionali che esprimono inten-
e le tradizioni non europee ha contribuito a zioni, credenze, persuasioni, desideri e timori.
formare una consapevolezza generalizzata del Non va inoltre trascurata quella forma di non-
fatto che, all’interno di culture diverse, differen- sapere,14 nel cui cono d’ombra di solito noi di-
Le culture epistemiche 5

ciamo: “io so”. Questo non-sapere si sottrae al tori di segni sono inseriti in più ampie costella-
sapere filosofico e scientifico, secondo quella zioni segniche e simboliche. In queste costella-
dinamica descritta da Michel Foucault in Le zioni le cose oggetto di conoscenza ricevono i lo-
parole e le cose, che ha luogo tra “tematiche inar- ro significati. Abbiamo la possibilità di scegliere
ticolate” e “ostacoli invisibili” che costituiscono poiché il mondo delle cose non ci impone alcu-
il “lato negativo della scienza” e sono il “compi- na forma di sapere. Non c’è un messaggio già
to” di una “archeologia”. pregno di significato da parte di un mittente che
Per poter tradurre un’asserto del tipo “io risponde al nome di “realtà”, che giunge a noi in
credo che p” in un asserto del tipo “io so che p”, quanto destinatari. Noi stessi siamo gli autori
ho bisogno di giustificare la mia credenza in dei libri con cui noi attribuiamo significato alla
quanto sapere. E tuttavia si tratta di qualcosa realtà dei nostri rispettivi “mondi-della-vita”.
che è più facile a dirsi che a farsi, poiché la giu- Di fronte alla molteplicità delle possibilità di
stificazione non dipende da un diktat che viene scelta il relativismo va considerato inevitabile?
dalle cose stesse, ma da un’opzione di fondo Data la molteplicità delle scelte possibili, si tratta
delle culture epistemiche. Il soggetto conoscen- di un’opzione obbligata? Il relativismo è implici-
te viene a trovarsi di fronte a quella scelta che to al concetto stesso di cultura epistemologica?
già Gaston Bachelard nel suo La filosofia del no La dimensione relazionale propria di ogni
(la sua psicologia dello spirito scientifico) aveva asserzione che comincia con “io so che p” non
descritto come “profilo epistemologico”:15 il si può evitare. E tuttavia, nella filosofia e nella
soggetto può voler essere un realista, un ideali- scienza, possiamo seguire delle regole, non solo
sta, un naturalista, etc. Ogni scelta comporta quelle della logica. Alle regole che propongo
delle conseguenze in merito alla giustificazione appartiene, nell’interesse della trasparenza e
delle credenze. Scegliere una cultura epistemica dell’affidabilità dell’argomentazione, il fatto di
non è un atto incondizionatamente libero. scoprire le carte con cui si gioca: è opportuno
Questa scelta affonda le proprie radici in conte- datare gli argomenti per i quali si avanzano pre-
sti fatti di tradizioni, dinamiche di socializza- tese di validità e siglarli con la propria firma –
zione, condizioni di vita, specialismi che deri- una firma che sancisce l’opzione per una de-
vano dalla divisione del lavoro, da interessi, op- terminata cultura epistemica.
portunità e convinzioni, etc.
L’opzione per una cultura epistemica non è █ Lo status e la funzione delle
libera e incondizionata, ma dipende da contesti culture epistemiche
quali le tradizioni, la socializzazione, le condi-
zioni di vita, le specializzazioni nella divisione La teoria della conoscenza di stampo tradi-
del lavoro, gli interessi, le opportunità, le cre- zionale – caratterizzata dal realismo ontologi-
denze etc. La partecipazione alle culture epi- co, dall’assunzione del riferimento diretto e da
stemiche dipende dal grado di partecipazione o un concetto di verità di tipo corrispondentista
di esclusione dal sapere (per esempio, condi- – non ha tenuto in debita considerazione,
zioni di esclusione possono esser determinate all’interno del proprio programma epistemolo-
da eventi come l’inquisizione, l’indice dei libri gico, la complessità che segna le “culture epi-
proibiti, la censura16 o, in tempi più recenti, dal- stemiche”. In particolare non si è mai interessa-
le impari opportunità a livello formativo). Que- ta ai fattori propriamente culturali che inter-
sta opzione può essere dettata tuttavia anche vengono nella costituzione della dimensione
dalla comprensione o dall’incomprensione dei epistemica; ossia non si è mai interessata agli
segni, il cui significato non è immediatamente “ordini epistemici” e alle “costellazioni episte-
accessibile a tutti, ma viene alla luce solo attra- miche” considerate nella loro origine storica e,
verso la conoscenza di una cultura epistemica. al contempo, nella loro dinamica di coopera-
Estrapolati dai propri contesti di significato, i zione sincronica nella costituzione del sapere.
segni in quanto tali restano muti. I soggetti frui- Il concetto di “culture epistemiche” ha inol-
6 Sandkühler

tre il merito di estendere quel concetto raziona- Alla concezione contestualista delle culture
listico di sapere divenuto oramai troppo stretto. epistemiche si lega il riconoscimento – e il timo-
La definizione del sapere come credenza vera re che ne deriva – che il possesso di credenze o il
giustificata è e resta problematica finché i con- ritenere-vero qualcosa sono dimensioni che non
testi di credenze, la giustificazione delle creden- hanno sempre una giustificazione empirica: il
ze e la nozione stessa di verità ne rimangono nostro sapere è empiricamente sottodetermina-
esclusi. Nella costituzione del sapere entrano in to. Conseguenza ulteriore è quella perdita, ora-
gioco fattori che formano complessi relazionali mai ampiamente accettata, della posizione privi-
con livelli che affondano le proprie radici nelle legiata delle scienze naturali quali scienze che –
profondità del pre-razionale. È in questi com- stando quantomeno all’immagine di sé che que-
plessi di relazioni che hanno origine le cono- ste si erano create – sarebbero esatte, oggettive e
scenze – con la mediazione di emozioni, attitu- dotate di un quadro nomologico empiricamente
dini e credenze; e questi stessi complessi di re- giustificato. Anche all’interno delle scienze della
lazioni permeano la costituzione di ogni sapere, natura “il mondo” si dà in un quadro di possibili
compreso quello scientifico. “versioni” del mondo (Nelson Goodman). Ni-
Si tratta del «(i) sapere degli istinti; (ii) del cholas Rescher ha ben messo in evidenza questo
sapere della sensibilità e delle emozioni, tra cui aspetto:
(a) la capacità di comprendere gli elementi si-
tuazionali e (b) quella di comprendere gli aspet- la scienza così come noi la conosciamo, è sem-
ti legati alla comunicazione gestuale; (iii) il sa- plicemente la nostra scienza – essa proietta
pere che deriva dall’esperienza delle diverse sulla schermo della mente un’immagine del
pratiche, con i suoi fondamenti e con i legami mondo progettata con le categorie intellet-
con la magia; (iv) il sapere intellettuale e scien- tive proprie della mente umana. Il mondo è
tifico, le cognizioni; (v) il sapere trans- sufficientemente reale per essere indipen-
razionale, ossia il sapere che affonda le proprie dente dalle idee che di esso ce ne facciamo; e
radici in modalità modificate di coscienza come tuttavia il mondo, come noi lo vediamo sul-
il sogno, la predizione, la profezia, la visione, la base delle nostre indagini – quell’unico
l’ossessione, la meditazione».17 mondo con cui abbiamo una interazione co-
Le culture epistemiche sono possibili condi- gnitiva anziché causale – è una nostra co-
zioni di possibilità dei processi cognitivi e dei struzione e correla rispetto al nostro posto
risultati epistemici. Esse sono ragioni che moti- (peculiarmente umano) nel cosmo.21
vano a percepire gli stati di cose, a valutarli in
quanto fatti, a cogliere selettivamente la realtà Anche quello strumento conoscitivo chia-
nelle cognizioni, ad accettare norme e regole, a mato “esperimento” che la cultura epistemica
comprendere, interpretare, spiegare e descrive- delle scienze della natura considera tanto certo
re le cose in un certo modo, a ritenere idonei o e foriero di risultati pone annosi problemi poi-
non idonei certi strumenti per l’acquisizione del ché necessita che si faccia uso di strumenti di
sapere (si pensi, per esempio, al periodo prece- osservazione, che si fissino criteri di misurazio-
dente e successivo all’invenzione del telescopio ne e che si utilizzino strumenti per la misura-
e del microscopio), ma anche a porre in essere zione.
veri e propri sistemi per l’osservazione e la spe- La prassi e i sistemi sperimentali non posso-
rimentazione.18 Nell’ambito delle culture epi- no evitare di porsi quantomeno le seguenti que-
stemiche ricade anche l’uso degli strumenti di stioni: c’è un’influenza dei contesti storici
informazione e comunicazione, la costituzione dell’esperienza e del sapere sulla sperimenta-
delle istituzioni deputate a valutare l’acquisi- zione? Ciò che viene osservato è dipendente
zione e l’estensione della conoscenza,19 il sapere dall’osservatore e dalle sue scelte di profilo epi-
degli esperti come pure le forme di popolariz- stemologico? Si cerca e si vede solo ciò che si sa?
zazione del sapere stesso.20 La formazione di ipotesi, la pianificazione degli
Le culture epistemiche 7

esperimenti e l’ordine nel quale li si esegue sono duale e socio-epistemica. Le culture epistemi-
influenzati da problemi che dipendono da co- che sono degli ibridi, profondamente inseriti in
noscenze pregresse, da forme di sapere implici- e intessuti da modi di pensare, di porsi e di
to e da convenzioni legate alla cornice teorica comportarsi, dalle abitudini, dalle credenze,
prescelta? Le finalità e le pratiche sperimentali dalle opzioni e norme valoriali, che sorgono
sono influenzate da ipotesi formulate sulla base nelle dimensioni complessive della cultura e se-
di teorie relative agli oggetti d’indagine e ai si- guono i mutamenti delle culture stesse.
stemi di misurazione? La dimensione empirica Per quanto concerne i modi di pensare,
della conoscenza e l’esperimento sono cariche di comportarsi e agire degli individui e la loro in-
teorie? Nella prassi sperimentale è “la realtà stes- tegrazione in reti sociali ed epistemiche, a svol-
sa” a fornire le risposte, oppure essa produce ar- gere una funzione essenziale sono soprattutto
tefatti (oggetti conoscitivi, fatti epistemologici) at- queste dimensioni: (i) le verità di fede, le co-
traverso la selezione di ipotesi, le regole speri- struzioni di senso di carattere metafisico e le
mentali, i metodi di misurazione, i riaggiusta- attese escatologiche: su questo piano ha luogo
menti matematici di risultati parziali di disturbo l’integrazione degli individui all’interno di co-
e attraverso interpretazioni,22 che “si adattano” munità di credenze; (ii) le attitudini epistemi-
alle culture epistemiche? La valutazione della va- che fondamentali, i profili epistemologici, le
lidità dei risultati conseguiti è indipendente dai credenze e le preferenze, nelle cui prospettive
risultati auspicati e dunque anche attesi nel con- sorgono le versioni del mondo: su questo piano
testo delle credenze dominanti? ha luogo l’integrazione degli individui nei di-
A questi e simili interrogativi aveva già ri- versi tipi di paradigmi, per esempio quello rea-
sposto nel 1910 Ernst Cassirer in Sostanza e lista, quello idealista, quello scettico, ma anche
funzione sulla scorta della posizione di Pierre altre come per esempio quello pragmatista o
Duhem: estetico etc.; (iii) gli stili percettivi, di pensiero e
di vita segnati dalla cultura di senso comune,
infatti, l’esperimento scientifico non ha mai che sono legati a costumi, attitudini morali, abi-
come suo vero oggetto il materiale grezzo tudini, rituali, modi di fare, etc.: su questo pia-
della percezione sensoriale, ma pone in luo- no ha luogo l’integrazione degli individui nei
go di questo tutto un complesso di condi- milieu socioculturali; (iv) i valori fondamentali
zioni che esso ha costruito e a cui ha prescrit- sociali e politici: su questo piano ha luogo
to i suoi limiti. L’esperimento, pertanto, non l’integrazione degli individui in ordinamenti
riguarda mai, a rigor di termini, il caso reale sociali e nei sistemi normativi.24
come si presenta qui ed ora in tutta Questa alla dinamica con cui si costituisce
l’abbondanza delle sue determinazioni par- l’identità individuale all’interno dei contesti so-
ticolari, bensì un caso ideale che noi gli sosti- cio-culturali, l’individualizzazione presuppone
tuiamo.23 la partecipazione a tradizioni simboliche che si
fanno garanti di «una base comune di atteg-
Le culture epistemiche in quanto contesti in giamenti fondamentali»; le pratiche che si svi-
cui hanno luogo le strategie conoscitive e di luppano a partire da queste attitudini
comprensione non sorgono e non si modifica-
no solo per ragioni epistemologiche, ma la loro operano da parte loro nuovamente come
genesi ha anche delle radici sociali. Alle culture conferma sul piano pratico delle tradizioni
epistemiche appartiene intrinsecamente una simboliche, in maniera tale che si possa par-
dimensione transculturale che non è sempre lare effettivamente di un’identità collettiva,
consapevole. La transculturalità non dev’essere propriamente di un intreccio relazionale in
intesa come una situazione in cui ha luogo un cui si trovano conferma reciproca quelle tradi-
attraversamento intenzionale di confini dati, zioni simboliche, quelle pratiche e quelle atti-
ma è una forma normale dell’esistenza indivi- tudini condivise, che sussistono in una società.25
8 Sandkühler

Le culture epistemiche possono essere inte- C’è una comunità di uomini che condivide
se come complessi relazionali in cui trovano un comune stile di pensiero. Questo stile di
posto queste conferme, le quali formano le cor- pensiero si sviluppa e, in ogni tappa, resta
nici in cui ha luogo l’autocomprensione della connesso con la sua storia. Esso dà vita ad
conoscenza, oltre che delle pratiche, delle pos- una certa predisposizione che viene infusa
sibilità e dei limiti dell’accesso cognitivo al nei membri della comunità attraverso canali
mondo. Queste cornici possiedono estensioni sociologici e detta cosa i membri di questa
differenti. Cornici relativamente ristrette – comunità vedono e come. [La sociologia]
per esempio, terminologie, schemi concettuali che compara stili di pensiero diversi stabili-
e teorie – sono intimamente legate a cornici sce che la conoscenza passa attraverso tre
più ampie – per esempio, al complesso del sa- tappe fondamentali: una singola scoperta
pere di senso comune, ai paradigmi e alle di- appare prima di tutto come un debole an-
scipline scientifiche – e queste ultime sono nuncio di resistenza che ostacola le costella-
collegate a orizzonti ancora più ampi, come le zioni di pensiero che si alternano all’interno
religioni e altre immagini del mondo. Anche i del caos creatore dei pensieri. A partire da
principi teorici, le norme e le regole che go- questo avviso, nel corso del circolo sociale
vernano l’empiria, le strategie descrittive ed stilizzato dei pensieri, un pensiero si staglia
esplicative, la formulazione delle ipotesi e le come dimostrabile – come riconducibile al
procedure di verifica come anche le modalità sistema stilistico. L’ulteriore elaborazione lo
di revisione delle convinzioni epistemologiche trasforma in un pensiero ovvio (nell’ambito
rientrano nelle cornici dalle culture epistemi- di quello stile); lo trasforma in una forma
che. In esse si collocano anche forme e modali- specifica, immediatamente riconoscibile; lo
tà con cui ha luogo la giustificazione del sape- trasforma in un “oggetto” che i membri del
re, per esempio in comunità ispirate da sistemi collettivo devono trattare alla stregua di un
di pensiero condivisi, o in comunità ispirate fatto che esiste nel mondo esterno e che è
da credenze religiose condivise o in gruppi di indipendente da loro. Questo è il modo in
esperti.26 cui si presenta l’evoluzione di ciò che noi
Negli anni ’30 Ludwik Fleck27 ha arricchito chiamiamo “reale”.28
con una nuova prospettiva il modo di guardare
da un punto di vista teorico alla nascita e alla Il sapere sorge nell’orizzonte del mondo so-
stabilizzazione del sapere. Fleck ha preso in ciale; per questa ragione la tesi centrale della
considerazione la dimensione sociale e culturale cosiddetta epistemologia sociale29 afferma che
della prassi e della conoscenza scientifica, ossia il sapere e l’accettazione o il rifiuto delle pretese
quella dimensione legata alla storia delle men- del sapere non si inscrivono nell’ordine del
talità scientifica. mondo naturale, bensì in quello sociale.30
In un saggio del 1935 intitolato Über die wi- Idealmente vicina a questo programma socio-
ssenschaftliche Beobachtung und die Wahrneh- epistemologico, ma con accenti tutti propri,
mung im allgemeinen sottolineava, per un verso, Karin Knorr Cetina ha presentato i risultati di
la «dipendenza delle percezioni e delle osserva- una sua ricerca empirica relativa a differenti
zioni dalle epoche storiche […] senza questa di- tipi di prassi sperimentali adottate nelle scienze
pendenza non è possibile uno sviluppo della naturali.
conoscenza». Per altro verso Fleck assunse un Dal suo punto di vista il concetto di cultura
orientamento sociologico – compatibile con gli viene assimilato a una sorta di «sensibilità per
intenti con cui Gaston Bachelard guardò ai pro- simboli e significati».31 L’interesse dell’autrice si
fili epistemologici – e portò l’attenzione sugli rivolge ai processi epistemologici al cui interno
stili di pensiero, offrendo in questa maniera un «anche i soggetti che sviluppano la conoscenza
contributo essenziale alla comprensione delle [possono essere] intesi alla stregua di componen-
culture epistemiche. ti e prodotti di meccanismi»,32 descrivendo
Le culture epistemiche 9

le forme di comprensione dell’esperienza essere intesa come qualcosa che non è toccato
date nei vari casi, i modi di realizzazione dai problemi della relatività e dell’incertezza del
delle relazioni oggettuali, la costruzione e la sapere. Quello di “evidenza” è un concetto frut-
forma di accomodamenti sociali. L’espres- to di spacconeria: che qualcosa sia evidente, è
sione “epistemico” fa riferimento alla cono- evidente. La certezza sottostante non è tuttavia
scenza; essa discute pertanto anche quelle garantita né dalla “realtà stessa” né dalla speri-
strategie e quei principi tesi alla produzione mentazione e dall’empiria, né tantomeno dai
di verità o di analoghi scopi conoscitivi.33 “fatti” e dalla “scienza”. Anche l’evidenza empi-
rica è una forma di certezza oggetto di fede, un
Knorr Cetina caratterizza le culture episte- sapere della cui verità si è convinti.
miche alla stregua di pratiche, meccanismi e Le convinzioni individuali condividono le
principi «che – legati fra loro da parentela, ne- proprie evidenze per la gran parte con il senso
cessità e coincidenza storica – all’interno di un comune dominante in determinati gruppi. Il
ambito di sapere determinano ciò che sappia- senso comune è un modo di presentazione della
mo e come lo sappiamo».34 realtà che pretende di essere quello corretto. Il
Il sapere è creato, valutato e stabilizzato se- senso comune presenta le cose che dal suo punto
condo diverse modalità all’interno delle culture di vista hanno valore come se il loro modo di
epistemiche con specifiche forme di rappresen- essere dipendesse dalla natura delle cose.35 Per
tazione (per esempio, secondo riti religiosi o chi nutre credenze che sono ormai frutto di abi-
secondo strategie conoscitive specifiche delle tuazione, dal momento che queste sono co-
varie discipline) e con tecniche di rappresenta- strutti credenziali in sé conchiusi, queste stesse
zione altrettanto specifiche (per esempio di ti- sono ritenute esenti da problemi: “è così e non
po empirico o filosofico). A ragione delle con- può essere altrimenti”. Il possesso di credenze
vinzioni operative dei soggetti epistemici che ed evidenze rende immuni allo scetticismo e
ne fanno parte le culture epistemiche sono fra alla critica. Per questa ragione Gaston Bache-
loro in parte inconciliabili (incommensurabili): lard ha sostenuto la necessità di una “psicoana-
per esempio, chi è convinto della naturalizzabi- lisi della conoscenza oggettiva”, tesa porre al
lità dell’intenzionalità, ritiene che sia insensata vaglio dell’analisi e della critica l’idea stessa di
la convinzione opposta, per la quale la mente possedere qualcosa come l’oggettività, la verità e
non è riducibile a qualcosa di fisico. All’interno la “gioia” per l’acquisizione della conoscenza e
della cultura epistemica propria delle neuro- delle “certezze oggettive”.36
scienze le assunzioni circa la naturalizzabilità Nei confronti del concetto di cultura epi-
della mente possiedono il carattere qualitativo stemica possono essere avanzate due obiezioni.
dell’evidenza. La prima concerne la relativizzazione della di-
L’evidenza deve caratterizzare ogni genere mensione qualitativa della verità del sapere, le-
di sapere le cui ragioni siano più forti di quelle gata all’assunzione di un’ottica contestualista.
che contrassegnano la mera opinione; possia- La seconda riguarda il problema dell’operazio-
mo ritenere queste ragioni più forti quando so- nalizzabilità: se si tiene conto dei molteplici fat-
no accreditate dalla “realtà” e quando vengono tori impliciti alle culture epistemiche, come può
espresse in modo tale da avere una validità in- essere ancora possibile ricostruire e giustificare
dipendente dalla soggettività. Tuttavia, le prete- le pretese di verità proprie della rappresenta-
se di evidenza sono invocazioni di evidenza: ci si zione del vero sapere?
richiama a ciò che è “pubblico”, a ciò che “è La risposta sta nell’abbandonare sia
chiaro in virtù di se stesso” (lumen naturale). l’assunzione per cui il sapere sarebbe qualcosa
Il fatto che le convinzioni, le evidenze e il di non relativo sia il comodo atteggiamento
sapere siano sempre giustificati nell’ambito di epistemologico, legato alla non relatività del sa-
una cultura epistemica comporta una critica del pere, secondo cui la una rappresentazione sa-
concetto di evidenza: l’evidenza non può più rebbe una relazione di tipo binario, ossia b rap-
10 Sandkühler

presenta a. L’esigenza di tener conto del massi- Ideal and Culture of Knowledge in Plato, disponibile online
mo numero di fattori possibili nella spiegazione all’URL:http://www.nd.edu/~plato/becker_detel.htm.
dell’origine del sapere non è una richiesta mas- In merito cfr. anche W. DETEL, Knowledge and
simalista. Quel che nell’ambito dell’erme- Context, in: «Philosophical Inquiries», vol.
neutica è da tempo una regola riconosciuta, è XXIII, n. 3-4, 2001, pp. 1-25.
7
ragionevole che trovi posto anche all’interno N. LUHMANN, Das Recht der Gesellschaft, Suhr-
kamp, Frankfurt a.M. 1993, p. 31.
dell’epistemologia. 8
In merito si veda B. KLEEBERG, A. LANGENOHL,
Kulturalisierung/Dekulturalisierung, in: «Zei-
█ Note tschrift für Kulturphilosophie», vol. V, n. 2, 2011,
pp. 281-302: «“culturalizzazione” può voler in-
1
Sul concetto di culture epistemiche si veda J. tendere (i) da un punto di vista metodologico e on-
FRIED, TH. KAILER (Hrsg.), Wissenskulturen. Bei- tologico una riprospettivizzazione degli interroga-
träge zu einem forschungsstrategischen Konzept, tivi scientifici e la nascita di nuovi oggetti; può
Akademie Verlag, Berlin 2003, in particolare il anche riferirsi (ii) da un punto di vista epistemolo-
contributo di W. DETEL, Wissenskulturen und gico all’idea di una costruzione culturale della real-
epistemische Praktiken (ivi, pp. 119-132); M. tà; può inoltre tendere (iii) a una decostruzione
ARNOLD, G. DRESSEL, Wissenschaftskulturen – critica delle ontologie dominanti o degli universali
Experimentalkulturen – Gelehrtenkulturen, Turia scientifici; forse può anche (iii) caratterizzare una
& Kant, Wien 2004; H.J. SANDKÜHLER, Nature et essenzializzazione in senso affermativo della cultu-
cultures épistémiques, traduit par G. WARLAND, ra» (ivi, p. 285).
Kimé, Paris 2003; H.J. SANDKÜHLER (Hrsg.), Re- 9
Cfr. H.J. SANDKÜHLER, D. PÄTZOLD (Hrsg.),
präsentation und Wissenskulturen, Peter Lang, Kultur und Symbol. Ein Handbuch zur Philosophie
Frankfurt a.M. 2007; H.J. SANDKÜHLER, Kritik Ernst Cassirers, Metzler Verlag, Stuttgart 2003.
der Repräsentation. Einführung in die Theorie der 10
E. CASSIRER, Philosophie der symbolischen For-
Überzeugungen, der Wissenskulturen und des Wis- men, Bd. III, Phänomenologie der Erkenntnis
sens, Suhrkamp, Frankfurt a.M. 2009. Per (1923), in: E. CASSIRER, Gesammelte Werke, Bd.
un’interpretazione in senso sociologico di questo XIII, Felix Meiner Verlag, Hamburg 2002, p. 141
concetto si veda P. WEINGART, Wissenschaftsso- (trad. it. Filosofia delle forme simboliche, vol. III,
ziologie, Transcript, Bielefeld 2003. Fenomenologia della conoscenza, traduzione di E.
2
In merito si veda W. DETEL, Epistemological Con- ARNAUD, La Nuova Italia, Firenze 1989, p. 167).
textualism and Cultures of Knowledge, in: «Rivista 11
Cfr. M. ARNOLD, G. DRESSEL, Wissenschaftskul-
Internazionale di Filosofia e Psicologia», vol. V, n. 1, turen – Experimentalkulturen – Gelehrtenkultu-
2014, pp. 43-57; N. KOMPA, Knowledge in Context, ren, cit.
in: «Rivista Internazionale di Filosofia e Psicolo- 12
Cfr. C. VON BRAUN, I. STEPHAN, Gender & Wis-
gia», vol. V, n. 1, 2014, pp. 58-71. sen. Ein Handbuch der Gender-Theorien, UTB,
3
W. DETEL, Erkenntnis- und Wissenschaftstheorie, Stuttgart 2009, II ed.; S. FREUDENBERGER, Er-
Reclam, Stuttgart 2007, p. 72. kenntniswelten. Semiotik, analytische Philosophie,
4
Cfr. K. WIREDU, The Need for Conceptual Decol- feministische Erkenntnistheorie, Mentis, Pader-
onization in African Philosophy, in: H. KIMMERLE, born 2004, pp. 139-193.
F.M. WIMMER (Hrsg.), Philosophy and Democracy 13
Cfr. TH. BARTELBORTH, Begründungsstrategien.
in Intercultural Perspective / Philosophie et dé- Ein Weg durch die analytische Erkenntnistheorie,
mocratie en perspective interculturelle, Rodopi, Akademie Verlag, Berlin 1996, p. 68 e segg.
Amsterdam-Atlanta (GA) 2007, pp. 11-22, in par- 14
Sulla nozione di non-sapere cfr. W. HOGREBE,
ticolare p. 11. Echo des Nichtwissens, Akademie Verlag, Berlin
5
L. WITTGENSTEIN, On Certainty, edited by 2006; P. WEHLING, Weshalb weiß die Wissenschaft
G.E.M. ANSCOMBE, G.H. VON WRIGHT, translat- nicht, was sie nicht weiß? Perspektiven einer Sozio-
ed by D. PAUL, G.E.M. ANSCOMBE, Basil Black- logie des wissenschaftlichen Nichtwissens, in: P.
well, Oxford 1969, p. 84 (trad. it. Della certezza, BÖSCHEN, P. WEHLING (Hrsg.), Wissenschaft zwi-
traduzione di M. TRINCHERO, Einaudi, Torino schen Folgenverantwortung und Nichtwissen. Ak-
1976, p. 17). tuellen Perspektiven der Wissenschaftsforschung,
6
Cfr. A. BECKER, W. DETEL, Conference Report: VS Verlag, Wiesbaden 2004, pp. 35-106; P. WEH-
Le culture epistemiche 11

LING, Im Schatten des Wissens? Perspektiven der vista fenomenico qualcosa come qualcosa di de-
Soziologie des Nichtwissens, UVK Verlag, Kon- terminato, in cui compiamo in anticipo identifi-
stanz 2006. cazioni e re-identificazioni, in cui applichiamo
15
Cfr. G. BACHELARD, La philosophie du non. Es- predicati e segni caratteristici, in cui effettuiamo
sai d’une philosophie du nouvel esprit scientifique, attribuzioni […] e in relazione a mondi formati in
PUF, Paris 1962 (trad. it. La filosofia del non. Sag- questa maniera disponiamo quindi di opinioni, di
gio di una filosofia del nuovo spirito scientifico, a credenze e di un sapere giustificato. I nostri mon-
cura di G. QUARTA, Armando, Roma 1998, p. 64 e di possono essere quindi qualificati come universi
segg.). interpretativi e pertanto essere trattati come tali»
16
A questo proposito cfr. H. WOLF (Hrsg.), Inqui- (cfr. G. ABEL, Interpretationswelten, Suhrkamp,
sition, Index, Zensur. Wissenskulturen der Neuzeit Frankfurt a.M. 1993, p. 14).
23
im Widerstreit, Ferdinand Schöning Verlag, Pa- E. CASSIRER, Substanzbegriff und Funktionsbe-
derborn 2001. griff (1910), in: E. CASSIRER, Gesammelte Werke,
17
K. GLOY, Von der Weisheit zur Wissenschaft. Ei- Bd. VI, Felix Meiner Verlag, Hamburg 2000, p.
ne Genealogie und Typologie der Wissensformen, 273 (trad. it. Sostanza e funzione, traduzione di E.
Alber, Freiburg i.B.-München 2007, p. 24. ARNAUD, La Nuova Italia, Firenze 1973, p. 337 –
18
Cfr. H.J. RHEINBERGER, Experimentalsysteme corsivi miei).
24
und epistemische Dinge. Eine Geschichte der Pro- In merito a quanto indicato ai punti (i), (iii) e
teinsynthese im Reagenzglas, Wallstein Verlag, (iv) cfr. T. MEYER, Identitäspolitik. Vom Miss-
Göttingen 2001: «i sistemi sperimentali [...] sono brauch kultureller Unterschiede, Suhrkamp,
le vere e proprie unità operative della ricerca con- Frankfurt a.M. 2002, p. 117 e segg.
25
temporanea. In esse gli oggetti della conoscenza e O. SCHWEMMER, Kulturphilosophie. Eine medi-
le condizioni tecniche per la loro produzione sono entheoretische Grundlegung, W. Fink Verlag,
indissolubilmente intrecciati. Esse sono al con- München 2005, p. 259.
26
tempo unità locali, individuali, sociali, istituziona- In proposito cfr. M. ARNOLD, G. DRESSEL, Wis-
li, tecniche, strumentali e soprattutto epistemiche. senschaftskulturen – Experimentalkulturen – Ge-
I sistemi sperimentali sono quindi sempre più dei lehrtenkulturen, cit.
27
dispositivi compositi e ibridi; è nei confini di que- Sull’opera di Ludwig Fleck cfr. H.-J. RHEINBER-
sti costrutti dinamici che gli scienziati sperimen- GER, Historische Epistemologie. Zur Einführung,
tali danno forma alle cose epistemiche di cui si Junius Verlag, Hamburg 2007, pp. 47-54.
28
occupano» (ivi, p. 8). Sui sistemi sperimentali L. FLECK, Erfahrung und Tatsache. Gesammelte
considerati come culture epistemiche cfr. anche Aufsätze, hrsg. von L. SCHÄFER, TH. SCHNELLE,
M. HOFFMANN, Wissenskulturen, Experimental- Suhrkamp, Frankfurt a.M. 1983, p. 75 e segg.
29
kulturen und das Problem der Repräsentation, Pe- Cfr. D. BLOOR, Knowledge and Social Imagery,
ter Lang, Frankfurt a.M. 2009. Chicago University Press, Chicago 1976; S.
19
Cfr. C. KRETSCHMANN, H. PAHL, P. SCHOLZ FULLER, Social Epistemology, Indiana University
(Hrsg.), Wissen in der Krise. Institutionen des Wis- Press, Bloomington 1988; B. LATOUR, Pandora’s
sens im gesellschaftlichen Wandel, Akademie Ver- Hope: Essay on the Reality of Science Studies, Har-
lag, Berlin 2004. vard University Press, 2000; O. SCHOLZ, Das
20
Cfr. C. KRETSCHMANN, Wissenspopularisierung. Zeugnis anderer – Prolegomena zu einer sozialen
Konzepte der Wissensverbreitung im Wandel, Aka- Erkenntnistheorie, in: T. GRUNDMANN (Hrsg.),
demie Verlag, Berlin 2003. Erkenntnistheorie, Paderborn, Mentis 2001, pp.
21
N. RESCHER, Unsere Naturwissenschaft als genau 354-375; E.D. MCCARTHY, Knowledge as Culture.
unsere, in: N. RESCHER, Studien zur naturwissen- The New Sociology of Knowledge, Routledge, Lon-
schaftlichen Erkenntnislehre, hrsg. von A. WÜSTE- don-New York 2002.
30
HUBE, Königshausen & Neumann, Würzburg T.J. PINCH, W.E. BIJKER, The Social Construction of
1996, pp. 107-126, in particolare p. 125. Facts and Artefacts: or How the Sociology of Science
22
Le interpretazioni costituiscono gli universi epi- and the Sociology of Technology might Benefit Each
stemici come mondi di cose, creando quanto Kant Other, in: «Social Studies of Science», vol. XIV, n. 3,
aveva definito “oggetti per concetti”. Günter Abel 1984, pp. 339-441, in particolare p. 401.
31
li ha descritti più dettagliatamente come quei K. KNORR CETINA, Epistemic Cultures: How the
processi «in cui noi discriminiamo dal punto di Sciences Make Knowledge, New York 1999, p. 10.
12 Sandkühler

Si veda anche K. KNORR CETINA, Die Fabrikation una teoria interpretativa della cultura, in: C.
von Erkenntnis. Zur Anthropologie der Wissen- GEERTZ, Interpretazione di culture, traduzione di
schaft, Suhrkamp, Frankfurt a.M.1984. E. BONA, Il Mulino, Bologna 1987, pp. 39-71).
32 36
Ivi, p. 11. Cfr. G. BACHELARD, La formation de l’esprit
33
Ivi, p. 3. scientifique: contribution a une psychanalyse de la
34
Ibidem. connaissance objective, Vrin, Paris 1938 (trad. it.
35
Cfr. C. GEERTZ, Thick Description. Toward an La formazione dello spirito scientifico. Contributo a
Interpretative Theory of Culture, in: C. GEERTZ, una psicoanalisi della conoscenza oggettiva, a cura
The Interpretation of Cultures. Selected Essays, Ba- di E. CASTELLI GATTINARA, Raffaello Cortina,
sic Books, New York 1973, pp. 3-30 (trad. it. Verso Milano 2005).

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