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La crisi del 300 che si abbatté sull’Europa è stata caratterizzata da una recessione economica, un

peggioramento climatico, decenni di guerre e alcuni gravi fallimenti bancari.

-La causa principale di questa crisi fu lo squilibrio fra popolazione e le risorse disponibili.

Dall’anno mille era iniziata una fase di aumento della popolazione ed era stata accompagnata dalla
messa a coltura di nuove terre. Si venne a creare in poco tempo una condizione di
sovrappopolazione e ciò ne determinò anche un rialzo dei prezzi del grano, rendendolo più
costoso e talvolta inaccessibile.

-un’altra causa fu il peggioramento del clima a partire dal 1315: in questo periodo ci furono forti
piogge per svariati mesi e i campi furono sempre di più impossibili da coltivare. Negli anni
successivi ci fu una “piccola era glaciale” perché le temperature invernali scesero ben al di sotto
della media.

-Da questa alterazione del clima ci furono gravi conseguenze sul campo dell’agricoltura e sulla
popolazione europea poiché dipendeva soprattutto da questa. Ci fu quindi un incremento della
mortalità sia per fame e sia a causa delle epidemie. incominciò quindi un declino demografico che
ebbe un crollo a causa della peste.

-L’epidemia si abbatté velocemente perché c’era un sovraffollamento urbano e le condizioni


igienico-sanitarie erano veramente disastrose. Era una malattia infettiva provocata da un batterio
di un certo tipo di pulci nella pelliccia dei ratti.

-la crisi economica ebbe conseguenze sia per i ricchi e sia poveri. Le difficoltà aumentavano per i
lavoratori salariati e gli artigiani delle città.

La crisi del papato ebbe un’accelerazione alla fine del 200, quando vi furono varie lotte per la
successione. L’elezione di Celestino V nel 1294 destò vive speranze di un rilancio spirituale della
chiesa, ma si rese presto conto di non avere le forze di opporsi alla curia romana e abdicò 6 mesi
dopo.

Ne subentrò Bonifacio ottavo che ebbe però esiti fallimentari dei suoi progetti. Da ciò ne capiamo
quanto fosse cambiato il clima politico nell’occidente medievale.

Questo divenne evidente nello scontro che oppose il papa al re di Francia Filippo quarto il bello.

Lui revocò l’immunità fiscale di cui godeva il clero francese. Il papa reagì nel 1296 proibendo ai
sacerdoti di pagare imposte senza il suo consenso. Il papa non riuscì a imporsi sul sovrano.

Filippo il bello fece arrestare per tradimento un vescovo francese. Bonifacio ottavo rispose con la
bolla Unam Sanctam che sosteneva la superiorità del papa su ogni altro potere terriero. Filippo
inviò i propri emissari per metterlo agli arresti. Pare che in quella circostanza Bonifacio ottavo
venne addirittura schiaffeggiato.
Dopodiché filippo il bello impose l’elezione del francese Clemente V e il nuovo papa stabilì la
nuova sede pontificia ad Avignone e durò dal 1309 al 1377. Quando morì venne eletto Giovanni
22esimo che confermò la sua residenza ad Avignone.

Dopo la morte di Federico II si aprì una fase di interregno durante la quale la carica imperiale
rimase vacante. L’imperatore era ormai un re nel suo regno e ormai in Germania si era affermata
l’dea che il sovrano dovesse essere eletto.

Alla fine venne eletto Rodolfo d’Asburgo. Si dedicò a rafforzare il patrimonio territoriale della
famiglia per fondare la sua autorità in Germania. Per la sua successione ci fu una contesa fra
Federico d’Asburgo, duca d’Austria e Ludovico, duca di Baviera. Federico fu sconfitto militarmente
e Ludovico ritenne che non vi fossero ostacoli per diventare re dei romani. Papa Giovanni 22esimo,
che avrebbe dovuto incoronare il sovrano, si rifiutò e si riaccese la contesa fra papa e impero.

Il papato rimase inserito nell’orbita di influenza politica della monarchia francese. La cattività
avignonese si concluse nel 1377, con il ritorno a Roma del papa Gregorio 11esimo, ma ci fu uno
scisma che dilaniò la cristianità occidentale.

In questo clima trovarono consensi le posizioni conciliariste secondo le quali il papa non è il capo
assoluto della chiesa: chi aveva la massima autorità per i cristiani era l’assemblea dei vescovi. Per
questo si riunì il concilio di Pisa del 1409 che elesse Alessandro V deponendo il papa avignonese e
quello romano, che però si rifiutarono e ci furono 3 papi.

Alla morte di Ludovico di baviera la corona era legata alla bolla d’oro che stabiliva la procedura per
conferire il titolo di imperatore una volta per tutte. Questo documento stabiliva che la scelta
dell’imperatore fosse affidata a sette grandi elettori: 3 ecclesiastici e 4 laici.

Il sovrano avrebbe continuato a portare il titolo di imperatore del sacro romano impero ma la sua
autorità venne circoscritta alla Germania.

Per risolvere lo scisma della chiesa, poi, il potere imperiale era l’unico che poteva trovare una
soluzione e si impegnò Sigismondo di Lussemburgo che si trovò a fronteggiare movimenti di
rivolta popolare, come quelli in Boemia, dove approdarono le tesi di Wycliffe, un teologo.

Alla fine del 300 queste idee vennero raccolti dalla chiesa ceca, in particolare da Jan Hus, altro
teologo dell’università di Praga, che criticava molto la chiesa. Venne quindi istituito un concilio per
risolvere lo scisma e le rivolte, a Costanza. Lo scisma finì nel 1417, soprattutto grazie a Sigismondo,
quando al posto dei 3 papi venne eletto Martino V. Martino e Sigismondo riuscirono anche a
sconfiggere i rivoltosi boemi.

Ai vertici dell’impero tedesco si ritrovò una stabilità quando la corona ritornò agli Asburgo.

LA GUERRA DEI CENT’ANNI


(1337-1453)
È la guerra che contrappone la monarchia francese e quella inglese.

È chiamata “DEI CENT’ANNI” ma dura di più perché ovviamente non è continua, ci sono varie
battaglie, vari accordi o tradimenti, tregue…

La guerra dei cent’anni è una guerra più che mai costituente, cioè una guerra che costituisce un
nuovo ordine politico all’interno dell’Europa e si costituiscono due monarchie (inglese e francese),
su stampo nazionale, più forti di quanto non lo fossero già ed entrano in guerra come due
monarchie di stampo feudale ed escono due monarchie di prospettiva nazionale.

Questa guerra nasce come una guerra per eredità e per il controllo del territorio e finisce
rafforzando le identità nazionali.

LE FASI DELLA GUERRA

Le cause che portarono alla guerra dei cent’anni furono molte ma le si possono riassumere in:

-il primo è il rapporto fra il re di Francia e il re d’Inghilterra, il re d’Inghilterra, Edoardo terzo, è un


feudatario del re di Francia, Filippo sesto di Valois (valuà) e Edoardo terzo, nonostante sia un
feudatario, rivendica le terre inglese sul territorio francese. Questa pretesa di confiscare i feudi
inglesi diede a Edoardo III un buon pretesto per dichiarargli guerra nel 1337.

La guerra inizia perché Edoardo III sbarca in Francia, nelle aree già fedeli all’Inghilterra, e si
autoproclama re di Francia e la prima fase della guerra è favorevole agli inglesi.

Questa prima fase fa parte della guerra di Crécy nel 1346 dove gli inglesi vincono e anche a
poitiers nel 1356, dove il nuovo re di Francia Giovanni II viene imprigionato. La monarchia francese
alla fine dovette accettare la pace di Brétigny, che prevedeva che tutti i territori sul suolo francese
in mano agli inglesi siano ufficialmente inglesi.

(seconda fase) Ci fu un riequilibrio francese che però durò poco poiché salì al trono Carlo sesto che
mostrò molti segni di pazzia: da ciò abbiamo uno scontro fra le due nobiltà ovvero gli armagnacchi,
che vogliono anticipare la successione al trono di Carlo sesto perché avrebbe potuto portare alla
rovina la Francia, dall’altro lato abbiamo i borgognoni, governati da Giovanni senza paura, cugino
di Carlo sesto, che spingono per mantenere sul trono il re “pazzo” così da avere al potere
Giovanni.

Così Luigi d’Orleans, fratello del re che doveva succedergli, venne assassinato e scatenò presto una
guerra civile.

Di questa situazione approfittano gli inglesi che riuscirono a conquistare una vittoria
importantissima ad Azcourt e fra il 1417 e il 1419 gli inglesi conquistarono tutta la Normandia.
Carlo sesto fu costretto a firmare la resa e firma l’accessione della corona di Francia al re
d’Inghilterra, nel 1420.

(terza fase) Succede però l’impensabile: i due re Carlo sesto ed Enrico quinto muoio; la morte crea
ulteriore caos. Con Carlo settimo, detto il delfino, che aspetta di diventare re, accade che nel 1429
Giovanna d’Arco ,che si auto dichiarava mandata da dio, spinse il popolo francese a scacciare gli
inglesi dalla propria terra.

Grazie a Giovanna d’Arco e l’appoggio di vari nobili, si riorganizza un esercito popolare animato da
uno spirito di rivalsa che come primo grande risultato strappò Orleans agli inglesi. Riescono a
riconquistare tantissimi territori e all’ Inghilterra viene lasciata solo Calais.

Nei giorni successivi Carlo il delfino viene proclamato re di Francia. Giovanna d’Arco ,però, viene
catturata dai borgognoni e viene ceduta direttamente agli inglesi. La nobiltà francese non l’aiuta
poiché prevale l’accusa di stregoneria per il suo auto dichiararsi “inviata da dio”. Fu condannata al
rogo il 30 maggio 1431. Nel 1453 l’Inghilterra firma la resa e abbandona la Francia.

LA GUERRA DELLE DUE ROSE


Dalla sconfitta contro la Francia i nobili inglesi vennero privati di estesi possedimenti, tanto che
iniziarono varie lotte civili per contendersi uno stesso territorio. Nel 1455, perciò, si arriva ad uno
scontro fra gli York e i Lancaster e lo scontro venne chiamato appunto guerra delle due rose (la
denominazione deriva dai simboli delle due casate nobiliari).

la guerra inizia perché Enrico sesto di Lancaster venne esortato da Riccardo di York e mise sul
trono suo figlio, Edoardo quarto. Alla sua morte la corona venne presa dal fratello del re, Riccardo
III che si garanti la corona probabilmente assassinando i nipoti. Da questi intrighi ne approfitta
Enrico Tudor che sconfigge il suo rivale e viene incoronato con il nome di Enrico settimo e mise
così fine alla guerra delle due rose inaugurando un lungo periodo di successioni.

LA RECONQUISTA
Le monarchie iberiche ebbero una matrice comune nella cosiddetta reconquista dei territori
spagnoli e portoghesi, iniziata nell’undicesimo secolo. Alla fine di questo lungo processo emersero
3 regni: il Portogallo, l’Aragona e la Castiglia. Il dualismo che aveva unito l’Aragona e la Castiglia
fino a quel momento finì quando il re Ferdinando II d’ Aragona sposò Isabella di Castiglia, ed
entrambi unirono le corone. Un elemento unificante di queste due monarchie iberiche fu la
matrice cattolica contro i musulmani, a cui raggiunse il culmine nella conquista di Granada nel
1492.

Risiedeva in spagna la più numerosa comunità ebraica dell’occidente con 250 mila persone. Dopo
le guerre di reconquista, però, il clima di tolleranza religiosa venne compromesso. Si ebbero le
prime violenze e massacri verso gli ebrei e molti arrivarono alla conversione forzata, ma anche qui
gli ebrei convertiti continuavano ad essere perseguitati come infedeli. Per indagare sulle supposte
false conversioni venne istituito il tribunale dell’inquisizione dove la tortura favoriva la vera
conversione degli imputati ebrei. Si arrivò però ad una discriminazione di tipo razziale quando
chiunque avesse “sangue ebreo” venisse perseguitato. Molti ebrei alla fine furono obbligati ad
emigrare dopo il decreto del 1492 con l’espulsione degli ebrei non convertiti.
IN ITALIA
L’alta conflittualità all’interno dei comuni portò alla formazione di signorie a cui veniva affidato il
potere. Esse diventarono poi dei principati ereditari, ottenendo anche l’investitura imperiale. A
Milano si affermò la signoria dei visconti, a Firenze si consolidò il potere oligarchico e la signoria
andò ai Medici, a Venezia rimase una repubblica oligarchica che avviò l’espansione entrando in
conflitto col ducato di Milano.

A Napoli i conflitti per la corona angioina, lasciarono spazio agli Aragonesi che, appoggiati anche
dai visconti, ottennero la corona di Sicilia. Emerse la figura di Francesco Sforza che succedette alla
figlia di Filippo Maria Visconti al governo del ducato di Milano, dopo averla sposata.

Gli stati regionali ebbero decenni di guerre ma, tutti consapevoli del fatto che nessuno avrebbe
potuto mai comandare su altri, si arrivò ad un accordo nel 1454 con la pace di Lodi, che aveva
come obiettivo preservare un equilibrio politico-territoriale, di cui si occupò Lorenzo il Magnifico.

Salì al potere dopo essere scappato dalla congiura dei pazzi , dove perse la vita suo fratello
Giuliano: questa congiura aveva l’appoggio di papa Sisto quarto e prevedeva che i due fratelli
medici venissero aggrediti ma Lorenzo fu pronto a reagire e scappò. Lorenzo il magnifico alla fine
morì il 9 aprile 1492 e molti storici pensano che l’equilibrio che si era creato in Italia finì proprio in
questa data. Il futuro della penisola però era incerto soprattutto perché sul territorio non si era
mai formato uno stato sufficientemente esteso o forte per contra battere le monarchie d’Europa.
Ludovico Sforza, uno dei figli di Francesco, era riuscito a diventare duca di Milano e fu lui a favorire
l’intervento del re francese Carlo ottavo che voleva conquistare il regno di Napoli, pensando di
potersene giovare per realizzare un progetto contro gli Aragonesi. Finì per perdere il ducato e morì
prigioniero in Francia e la sua iniziativa di aprire le porte alla Francia diede inizio alla lunga fase di
invasioni e guerre italiane.

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