Sei sulla pagina 1di 1

KAHN

Loius Kahn è particolare per due motivi. Scappa giovanissimo, ai tempi della seconda
guerra mondiale, dall’Europa verso gli Stati Uniti, dove inizia il suo percorso accademico.
Arriva con un grande ritardo a fare la professione, inizia nel ’47, quando aveva circa 45
anni. Questo non è un dato da sottovalutare. Lui appartiene alla seconda generazione dei
moderni, è del 1901. E’ della generazione di Leonidov e di Terragni.
Il primo grande interrogativo è come mai abbia iniziato così tardi, come mai abbia voluto
rimandare a così tardi la sua carriera. La seconda questione è se questo ritardo, ovvero
iniziare 20/30 anni dopo i suoi coetanei, non modifichi il suo discorso sull’architettura. Lui
inizia degli anni ’50, nel ’59 i congressi internazionali di architettura moderna, che avevano
steso la carta d’Atene, si chiudono. Non a caso Kahn è invitato all’ultimo FIAM in Olanda,
qui mostra i primi progetti da lui realizzati, che creano un grande scandalo.
Non va sottovalutato il rapporto che hanno i grandi architetti americani con l’Italia. Per
Kahn è decisivo il periodo che trascorre a Roma, con l’architettura romana e del
rinascimento. Anche Heisemann e Gery sono influenzati dalla cultura italiana, ma Kahn è il
primo che sancisce una rottura rispetto all’idea di classicità. Mies, Le Corbusier, attingono
alla classicità greca e alle sue strutture lineari, il dorico. La classicità romana ha tutt’altra
tradizione costruttiva: è un’architettura di masse, di muri, di grandi spessori. Nei disegni
fatti da Kahn a Roma, si vede la monumentalità.
Kahn costruisce piccole ville straordinarie, ma anche grandi edifici, come il parlamento
nella capitale del Bangladesh.
Kahn torna al principio della simmetria che era stato cancellato dai moderni, dalla
Bauhaus e del De Stijl. La storia di Kahn è anche la storia di alcuni principi. E’ un maestro
nel far leggere la differenza tra struttura portante e struttura portata. Questa è una
tradizione tutta americana, Sullivan e Wright rendono sempre leggibile la struttura.
Gli spazi di Kahn sono spazi che contengono gerarchia. Spazi serviti e spazi serventi sono
nettamente divisi. Questa divisione si avverte sia nel cambio di atmosfera, sia nel cambio
delle dimensioni. Gli spazi rappresentativi sono giganteschi, gli spazi accessori sono
piccoli. Anche questo è un retaggio dell’architettura romana e egizia.
L’uso dei materiali è particolare: per la prima volta, a parte delle sperimentazioni
espressioniste, torna l’uso del mattone. Il mattone non è solo una citazione di Gropius, ma
diventa decisivo quando fa costruire in India o in Bangladesh, dove la manodopera non è
specializzata come in America.

Potrebbero piacerti anche