Ejzenstejn, 1925)
La Corazzata Potëmkin è l’attuazione delle sue teorie del montaggio delle attrazioni,
il film tratta di un cine-poema che canta di una tragedia dell’umanità, lo sfruttamento
e la ribellione, unisce in modo unico la narrazione alla poesia.
Non vi è un protagonista unico, ma è la folla che assume il ruolo di personaggio
principale.
Le scene più drammatiche vengono enfatizzate tramite il montaggio con la ripetizione
della stessa inquadratura, la donna che cade dalla scalinata ci viene mostrata cadere
due volte. Il regista non porta mai a termine una scena, accumula una violenza con
l’altra senza lasciare mai allo spettatore il tempo per capire, arriva allo scontro tra le
inquadrature oltre a quello tra le persone.
Il montaggio alternato viene intervallato dal montaggio intellettuale, come nella scena
in cui vengono riprese delle statue raffiguranti dei leoni, simbolo del popolo che deve
risvegliarsi.