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Comprensione e analisi:

Il testo si apre, citando una frase dell’imprenditore Olivetti, che ci fa entrare nel vivo della
argomento. Si parla di scrittura, editoria e soprattutto di come il tempo, nello speci co il futuro,
non sia in realtà del tutto ignoto, ma bensì ipotizzabile e prevedibile dalla mano di uno scrittore.

Il testo a ronta anche il tema dell’immortalità del libro nella sua originaria forma cartacea, che
resiste alla più accattivante e disponibile forma digitale, o ancora alla di usissima forma audio.

Questo dimostra appunto che il libro resta una risorsa di riferimento dal valore inestimabile, al
quale si può ovviamente integrare ma che resta insostituibile, poiché insostituibile è la necessita
di scrivere per custodire e di conseguenza leggere per ricordare e legare al lettore una
sensazione, un momento.

Il testo esalta come il libro distrugga la barriera del tempo e la convinzione che l’uomo è legato
solo all’epoca in cui vive e dunque costretto a rapportarsi solo a quest’ultima, perché proprio
grazie alla dimensione delle parole può percorrere la storia passata, l’historia, e quella futura, da
ipotizzare. Per questo, conclude il testo citando nuovamente Olivetti, perché è sensato che chi
cerca una previsione del futuro lo faccia in un libro. Si chiude il tutto con una nota sacra.

Ci è dunque chiaro, da quanto appena scritto, che lettura e scrittura giocano un ruolo
fondamentale nella vita dell’uomo proprio perché fungono da cassaforte dell’umanità, un luogo
sicuro nel quale depositare sogni, emozioni, ipotesi e ricordi, per poterli poi recuperare. Sono un
segnale indelebile di storia vissuta e storia da scrivere, o addirittura storia in corso d’opera.

Scriviamo e leggiamo per vivere, nel presente o nel passato, e immaginare come vivremo.

È chiaro che nel corso del tempo, anche il libro ha vissuto, o forse subito, il passaggio della
digitalizzazione, cambiando e adattandosi al periodo storico, subendo di conseguenza una vera e
propria metamorfosi.

Un cambio di forma inteso proprio nella banale materia che lo compone, ma non di certo nella
sostanza e dunque nel contenuto che le preziose pagine (o in questo caso lo schermo)
custodiscono.

Quando si parla di historia dunque, si ci riferisce e ettivamente al periodo che ogni uomo
trascorre e vive, un periodo in cui temporalmente si trova imprigionato. Questa prigione può e
forse deve essere abbattuta proprio dalla scrittura e dalla lettura, in cui il tempo perde la sua
dimensione e ettiva. I decenni vanno raccontati come monito di chi viene dopo di noi, e il futuro
va ipotizzato in preparazione a ciò che verrà. La storia è stata scritta, sia forse quando ancora non
era avvenuta, sia dopo essere e ettivamente avvenuta.

Produzione:

L’uomo, un po’ come le scatolette sottovuoto che teniamo nel fondo della dispensa, ha una
scadenza, e sebbene inizialmente ci sembra distante, quasi come se il suo arrivo sia
e ettivamente impossibile, è in realtà spesso più vicina di quanto si possa immaginare.

Non possiamo decidere quando esistere e per quanto tempo, né sappiamo in che periodo
vivremo quando compiamo il nostro primo respiro sulla terra, eppure c’è una cosa che ci rende, ci
ha reso e ci renderà sempre simili, il fatto di avere alle spalle una storia.

I più fortunati di noi la imparano sin da piccoli fra i banchi si scuola, o magari la apprendono da
coloro che l’hanno vissuta, ma un cosa è certa: la necessità di raccontare è una costante
dell’esistenza stessa.

Fin tanto che la scrittura era démodé, o meglio, ancora da creare, si sentiva comunque la
necessità di tramandare la propria storia e cultura, spesso utilizzando metodi creativi per
rimandare al ricordo. Eppure già allora si cercava comunque di lasciare dei segni, o ancora
utilizzare, in sostituzione della parola scritta, dei simboli dallo speci co signi cato. Motivo per il
quale, abbiamo e vantiamo testimonianze risalenti proprio all’inizio della vita senziente sulla terra.
La scrittura diventa però con il tempo il mezzo più e cace per portare avanti una testimonianza
reale, che non possa dare spazio a interpretazioni, ma che sia speci ca e rigorosa nel suo
contenuto, che ci permetta di apprendere esattamente come stavano le cose. Così, all’interno di
righe e righe si racchiude la storia di secoli interi, si nasconde un mondo che, nato già forse dall’
immaginazione dei più coraggiosi, è col tempo diventato realtà. Così, all’interno di quelle righe, il
tempo si ferma, eterno nel suo persistere ogni giorno che segue. Forse è proprio questo ciò che
spinge un qualsiasi individuo a lasciare un segno, a scrivere qualcosa, sia esso un banale diario o
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un pretenzioso libro. Forse è proprio la disperata ricerca di un’eternità, la voglia di vivere, almeno
per un pò, nella memoria di qualcuno.

Si può de nire eterno qualcosa, quando vive anche solo nel ricordo di una persona, ma se non si
lascia almeno una traccia, il ricordo perisce seguendo la mente ospitante, per questo col tempo
vanno sempre più disperse piccole tradizioni che forse non recupereremo mai più. Per questo
ritengo di inestimabile valore anche la più banale delle testimonianze scritte, possa essa essere,
per esempio, un sciocca ricetta per dei biscotti di antica tradizione o un documento familiare di
inestimabile importanza che delinea la storia di una stirpe e dei suoi usi e costumi.

Al tempo stesso, la storia non è solo composta da avvenimenti interessanti e piacevoli, ma anche
da orrori, da guerre, atti indicibili e terri canti dal grande e gravoso peso storico, che devono
restare freschi alla memoria proprio per quella paura che possano ancora veri carsi, proprio per
quell’irrefrenabile spirito di conservazione della specie.

Una vita si può dire davvero vissuta se non lascia almeno una traccia? Personalmente, ritengo
proprio che la risposta non possa essere altro che negativa, e sono fermamente convinta che
chiunque cerchi di promuovere il contrario, vuole forse dolo una giusti cazione della pigrizia con
la quale vive la propria vita che al mondo resta anonima.

Per questo l’uomo scrive e deve scrivere. Per questo l’uomo legge e deve leggere. Per questo
trova consolazione nelle attività citate appena poche parole fa. L’uomo legge e scrive per sapere e
far sapere, per avere gli strumenti con i quali agire e grazie ai quali ipotizzare. Per questo sono di
fondamentale importanza le testimonianze. Per questo l’editoria è un mondo che mai cesserà di
esistere, perché che sia un libro letto per puro piacere o un libro imposto per vari motivi,
l’importanza della scrittura e della lettura permane e si rende inestimabile.

Come dicevo qualche riga più sopra, è parte del nostro innato spirito di conservazione lasciare un
segno scritto del nostro passaggio e leggere ciò che è stato lasciato, cosi come credo lo sia la
nostra tendenza alla ricerca dell’eternità.
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