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per la riqualificazione
del Mausoleo di Augusto
e di Piazza Augusto Imperatore
Documento Preliminare
alla Progettazione
Dipartimento VI
U.O. IV - Programma Roma Capitale e Qualità Architettonica
Comune di Roma
Il Sindaco
Walter Veltroni
Assessorato alle Politiche della Programmazione e Pianificazione del Territorio - Roma Capitale
L'Assessore Roberto Morassut
Il Documento Preliminare alla Progettazione è stato elaborato dalla U.O. IV - Programma Roma
Capitale e Qualità Architettonica e dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali ampliando e integrando il
dossier redatto dalla Commissione Scientifica per la riqualificazione di Piazza Augusto Imperatore tra il
2001 e il 2003.
Coordinamento Amministrativo
Vincenza Cavallini
Contributi specialistici
Ricerche bibliografiche
Paola Battistelli, Ersilia Maria Loreti
Grafica/Internet
Rilievi Audiofotosystem
Archipendolo Datanews editrice
Indice
83 Bibliografia
Concorso Internazionale
per la riqualificazione del Mausoleo di Augusto
e di Piazza Agusto Imperatore
Documento Preliminare alla Progettazione
Temi progettuali
Il progetto per la riqualificazione del Mausoleo di Augusto e di Piazza
Augusto Imperatore deve dare risposte a tutte le tematiche presenti
nell’area sviluppando i temi della riqualificazione del monumento (il
Mausoleo e la tomba di Augusto) da un lato e il tema della
riqualificazione del grande spazio pubblico della piazza e del suo intorno
urbano (dal Tevere a via del Corso, dall’Accademia di Belle Arti a via
Tomacelli).
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Concorso Internazionale
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e di Piazza Agusto Imperatore
Documento Preliminare alla Progettazione
1 Il recupero, il restauro e la
sistemazione del Mausoleo
attraverso:
- Scavi e indagini
- Consolidamenti
- Ricostruzione o anastilosi della
tomba di Augusto
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Documento Preliminare alla Progettazione
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Documento Preliminare alla Progettazione
Fig. 7
Sezione schematica del Mausoleo
(da Gatti)
Fig. 6
Pianta del Mausoleo di Augusto con l’indicazione dei 5
muri concentrici (da Gatti)
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Fig.12
Ricostruzione del mausoleo secondo Von Hesberg
Fig.14 Fig.16
Disegno di B. Peruzzi: particolare del basamento Profilo di cornice dorica conservata all'interno del
Mausoleo
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Le sepolture
Nel Mausoleo, che si qualifica in origine come una tomba dinastica più
che gentilizia, furono sepolti Ottavia sorella di Augusto e il figlio di lei
Marcello, già scelto quale successore dallo stesso Augusto e che invece
morì prematuramente nel 23 a.C., divenendo pertanto il primo ospite
della tomba.
Inoltre Marco Agrippa, Druso Maggiore, i due giovani Lucio e Gaio figli
di Agrippa e di Giulia, poi nel 14 d.C. lo stesso Augusto e dopo di lui
Germanico, Druso Minore, Livia, Tiberio, Agrippina Maggiore madre di
Caligola e i fratelli di lui Nerone Cesare e Druso Cesare, Claudio,
Poppea moglie di Nerone (il quale fu invece escluso dal Mausoleo per
indegnità, come già Giulia, la figlia di Augusto, nonché Caligola; fig. 18).
Per breve tempo il Mausoleo ospitò le ceneri di Vespasiano; l’ultimo
imperatore ad esservi sepolto fu Nerva, mentre l’ultima deposizione fu
forse quella, temporanea, di Giulia Domna, moglie di Settimio Severo.
Comunque, Cassio Dione afferma che, all’epoca della morte di Adriano,
nel Mausoleo di Augusto non vi era era posto per nuove sepolture
(Cass. Dio 69, 23).La ricostruzione, sia pure parziale, della serie delle
sepolture effettuate in questo eccezionale monumento funerario è stata
possibile sia sulla base di numerose testimonianze letterarie, sia grazie
ad una documentazione epigrafica alquanto ricca, comprendente tra
l’altro alcuni frammenti di urne e di contenitori d’urne, di basi di statue,
nonché di elogia che dovevano essere fissati sul rivestimento esterno
del Mausoleo.
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Fig.18
Genealogia della casa giulio-claudia
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L’età medievale
In un diploma di Agapito II, datato 25 marzo dell’anno 955, viene
menzionata la chiesa di S. Angelo de Agosto collocata in cacumine. E’
del tutto verosimile che in seguito ad un lungo periodo di abbandono,
dopo che era cessata ogni utilizzazione e manutenzione dell’antico
monumento, che gli alberi si fossero inselvatichiti, trasformando il luogo
in una collinetta boscosa, in cima alla quale si era evidentemente
stabilita una piccola chiesa.
Non si dispone attualmente di dati in grado di precisare a quale epoca
risalga il definitivo rialzamento di livello sul piano di calpestio antico, che
dovette determinare l’obliterazione del lastricato in travertino, della parte
Fig. 21 inferiore del basamento del Mausoleo e delle altre costruzioni
La custodia dell'urna di Agrippina
circostanti.
Nel corso dei lavori di sistemazione eseguiti negli anni 1950-51 nell’area
frontale del Mausoleo, alla quota del lastricato sono state rinvenute circa
venti tombe coperte a cappuccina, realizzate con bipedali. Non vi sono
putroppo dati per definire la cronologia delle sepolture, che marcano
evidentemente l’avvenuto rialzamento del piano di calpestio.
Nel XII secolo le vestigia del Mausoleo vengono adattate a fortilizio, ad
opera della potente famiglia dei Colonna. Nel 1167 la fortezza viene
distrutta; ricostruita, viene nuovamente espugnata nel 1241.
Nel 1252 tuttavia essa doveva nuovamente essere stata ripristinata, dal
momento che viene menzionata in un documento come “munitiones
Augustae”. Ancora nel XIV secolo l’edificio era proprietà dei Colonna;
presso di esso nel 1354 si procedette al rogo del corpo del tribuno Cola
Fig. 22 di Rienzo. E’ dunque molto probabile che tra il XII e il XIV secolo l’antico
Disegno di B. Peruzzi: frammenti di elogio
monumento abbia subìto notevoli alterazioni, sia a causa dei progressivi
lavori di adattamento a fortezza, sia per le vicende belliche riferite dalle
testimonianze citate.
Risale tuttavia al XV secolo una serie di documenti che testimonia lo
svolgersi di una sistematica attività di spoliazione del monumento e
dell’area circostante, attività che è certamente all’origine della più
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L’età rinascimentale
Agli inizi del secolo XVI il Mausoleo divenne proprietà degli Orsini. Nel
1519, nel corso dei lavori per la costruzione dell’ospedale di S. Rocco e
per l’apertura della via Leonina, Baldassarre Peruzzi potè osservare e
documentare una parte integra del muro esterno del Mausoleo, che
conservava ancora l’originario rivestimento (cfr. figg. 13-14), nonché due
frammenti di un elogio (già attribuito a Gaio Cesare ma verosimilmente
da riferire a Germanico) pertinenti al rivestimento medesimo e inoltre i
resti di uno dei due obelischi che si trovavano ai lati del sepolcro.
Egli vide anche, ancora in posto, due cippi di travertino pertinenti alla
delimitazione dell’area circostante il monumento e li disegnò in pianta e
Fig. 23 in alzato; disegnò inoltre una grande trabeazione dorica, pertinente alla
Disegni di B. Peruzzi: obelisco
decorazione del Mausoleo (figg. 22, 23, 24).
Nel 1546 la famiglia fiorentina dei Soderini divenne proprietaria del
Mausoleo, ottenendo da Paolo III nel 1549 l’autorizzazione a scavare
attorno al monumento e a trattenere in proprietà tutte le antichità
rinvenute. A questi scavi assistette Pirro Ligorio, il quale ne annotò il
carattere spesso distruttivo. Nella parte centrale del Mausoleo, già
ridotta ad una sorta di invaso circolare in seguito al crollo delle parti
superiori dell’edificio e certamente abbassata di livello in occasione degli
scavi, fu quindi impiantato un originale giardino all’italiana, adorno di
statue e sarcofagi, adiacente al palazzo nobiliare che si trovava a Nord
del sepolcro (fig. 25).
Nel 1587 l’obelisco già rinvenuto dietro la chiesa di S. Rocco fu rialzato
da Sisto V in piazza dell’Esquilino, dietro S. Maria Maggiore.
Fig. 24 L’altro obelisco, già visto ma subito risotterrato nel corso degli scavi
Disegni di B. Peruzzi: cippi di travertino
eseguiti dai Soderini, fu rialzato da Pio VI nel 1782 in piazza del
Quirinale, come ornamento della fontana dei Dioscuri.
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Fig. 31
La sala per concerti Augusteo
Fig. 32 e 33
Interni dell'Augusteo
Fig. 34 Fig. 35
Locandina per un concerto sinfonico all'Augusteo Il Mausoleo di Augusto nella attuale sistemazione
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Fig. 4 Fig. 5
Isolati attorno al Mausoleo nel 1928 Catastale della zona circostante il Mausoleo prima delle
demolizioni (1936)
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Fig. 6
Le costruzioni circostanti il Mausoleo (da Cordingley -
Richmond)
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approvato nel 1932 (fig. 10), sulla base dei quali si procedette
concretamente alle demolizioni e alla sistemazione della nuova piazza.
Le demolizioni riguardavano un complesso di 120 case, tra le vie delle
Colonnette, dei Pontefici, degli Schiavoni, del Grottino, per una
superficie di 28.000 metri quadrati. Da notare che, negli interventi
ufficiali sull'operazione, le giustificazioni addotte per la demolizione
dell'intero quartiere si appellavano costantemente a motivi di decoro e di
igiene pubblica, con ampio ricorso a giudizi spregiativi e sminuenti delle
qualità architettoniche, decorative e urbane degli edifici e delle aree
(Muñoz: "indegne casupole che circondavano il Mausoleo di Augusto",
"dedalo di viuzze dove la luce non penetrava mai"; Morpurgo: "necessità
di risanamento di un quartiere centrale della città, ove case e casette
prive di ogni interesse di storia e di arte e antigieniche si
addensavano"). Nel nuovo Piano, all'allargamento e prolungamento di
via della Croce veniva sostituito quello di via Vittoria, allo scopo di
allontanare da piazza di Spagna l'innesto di una nuova grande linea di
viabilità. Inoltre, il nuovo Piano prevedeva l'isolamento del Mausoleo al
centro di un'ampia piazza: "Il piano di massima approvato nel 1931 ha
variato in modo essenziale la sistemazione dell'importante località,
facendo del Mausoleo di Augusto il perno delle trasformazioni da
apportare al nucleo edilizio compreso fra la via Ferdinando di Savoia, il
Lungotevere in Augusta, Via Tomacelli e il Corso Umberto I. Anziché
prevedere l'apertura di una nuova via di comunicazione col Ponte
Fig. 10 Cavour, più o meno indipendente dall'isolamento del maestoso rudero, il
Piano Particolareggiato (1932)
piano predetto contempla la formazione di una vasta piazza intorno al
monumento stesso, nella quale andrà a sboccare il traffico proveniente
dal Corso Umberto mediante una via molto ampia e leggermente
formata ad imbuto" (TESTA 1933, pp. 125 s.).
Infine, l'isolamento dei resti del Mausoleo di Augusto veniva connesso
con il più grande problema urbanistico dell'innesto, in una vasta piazza,
di quattro grandi linee di viabilità: da Nord, attraverso il lungotevere
ampliato, la congiungente con la via Flaminia; da Est, attraverso via
Vittoria allargata, la congiungente con i quartieri alti; da Sud il raccordo,
attraverso piazza Borghese, con la grande trasversale del Corso; da
Ovest il raccordo, attraverso ponte Cavour, col quartiere Prati.
L'incarico del progetto per la realizzazione della nuova piazza fu affidato
all'architetto Vittorio Morpurgo, il quale elaborò due diverse soluzioni. Il
Fig. 11 primo progetto prevedeva la creazione di una piazza di modeste
Planimetria del primo progetto di Morpurgo
proporzioni, chiusa verso il Tevere dal prolungamento della fronte del
palazzo Valdambrini in un corpo di fabbrica lineare (figg. 11, 12). Nel
secondo progetto, quello definitivo, Morpurgo previde la liberazione
della fronte occidentale della piazza fino al Tevere, con la demolizione
della cortina di edifici tra il lungotevere e via Ripetta, e la ricostruzione
della spina tra la nuova piazza e via Tomacelli, in prolungamento della
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fig. 19 fig. 20
Panoramica di aspetti di vegetazione muricola all'interno Altro aspetto di rigogliosa crescita di vegetazione
del Mausoleo ruderale all'interno del Mausoleo che necessiterà di
interventi di rimozione
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fig. 22 fig. 23
Stralcio di un elaborato della Carta per la Qualità Stralcio dell’elaborato Sistemi e Regole
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fig. 27
Roma, 23 settembre 1938
Mussolini inaugura l'Ara Pacis
fig. 28 fig. 29
Il restauro del muro delle Res gestae Ara Pacis, il pannello della Tellus
eseguito nel corso del 2003 (Foto Sovraintendenza)
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fig. 30 e 31
Due immagini virtuali della proposta di pedonalizzazione
del Lungotevere in Augusta con la creazione di una
nuova piazza antistante il Museo e affacciata sul Tevere
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Linee guida
per la realizzazione di nuove
indagini archeologiche e
interventi di restauro nell’area
del Mausoleo di Augusto
Indagini archeologiche nella parte interna del monumento
Le problematiche essenziali
La parte più interna del Mausoleo è quella che, relativamente all'elevato,
ha subìto le maggiori distruzioni. Del pilastro centrale (0) e dei primi due
anelli murari concentrici (1 e 2) nulla dell'elevato è restato in situ, fatta
eccezione per:
- il nucleo in conglomerato (spoliato del rivestimento in blocchi di
travertino) del breve tratto del muro 2 posto all'estremità interna del
corridoio di accesso, compreso tra le due porte che davano accesso
alla parte interna del corridoio anulare;
- la base del muro 1 (per l'altezza corrispondente ad un filare di blocchi
di rivestimento; Von Hesberg considera questa parte del muro rimontata
successivamente agli scavi con materiale antico: VON HESBERG-
PANCIERA 1994, p. 5, fig. 2; dal resoconto di scavo risulta tuttavia che
almeno un tratto, ad est, fu rinvenuto in situ: : COLINI-GIGLIOLI 1926,
pp. 222 s., fig. 5);
- alcuni lacerti del nucleo interno in conglomerato cementizio del pilastro
0, sui lati Nord, Ovest ed Est (COLINI-GIGLIOLI 1926, pp. 213-215, fig.
5: N).
La situazione riscontrata nel corso dei primi scavi adeguatamente
documentati (COLINI-GIGLIOLI 1926, pp. 211-228), ma anche alcune
vedute degli scavi eseguiti alla fine del '700 (cfr. pag. 16, fig. 28),
sembrano indicare che questa parte centrale del monumento - parlando
in via molto generale - non sia stata demolita progressivamente dall'alto
verso il basso, eventualmente in relazione alla varia utilizzazione
dell'edificio nel corso dei secoli, bensì abbia subìto - già in epoca
relativamente antica - un fenomeno di crollo delle parti superiori
all'interno di un vuoto determinatosi in corrispondenza delle parti
inferiori.
L'interro rinvenuto nella zona interna del monumento comprendeva
Fig. 1
Scavi nell'area interna del Mausoleo infatti numerosissimi massi di muratura in conglomerato cementizio,
spesso con paramento in reticolato, in molti casi di proporzioni enormi,
evidentemente crollati dalle parti superiori della costruzione e mai più
spostati (figg. 1- 6); alcuni di questi massi sono stati lasciati in situ e
sono tuttora visibili.
Il formarsi di un vuoto nella parte inferiore della zona centrale del
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Fig. 2
Scavi nell'area interna del Mausoleo
Fig. 3
Scavi nell'area interna del Mausoleo
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Fig. 14
Blocchi centinati rinvenuti nel corso degli scavi nell'area
interna del Mausoleo
FIg. 15 Fig. 13
Lacerto di volta in conglomerato cementizio in stato di Blocchi centinati rinvenuti nel corso degli scavi nell'area
crollo rinvenuta nel corso degli scavi nell'area interna del interna del Mausoleo
Mausoleo
riferibili alle volte dei corridoi anulari ricostruibili ai due lati del muro 2:
figg. 15, 16).
Un'altra zona del Mausoleo scarsamente nota ma di grande interesse
sia archeologico, sia architettonico è costituita dal settore compreso tra i
muri 4 e 5, articolato in una successione di 12 concamerazioni costituite
da nicchie semicircolari (con funzione di contrafforte), ciascuna
attraversata da un setto radiale. Il corridoio di accesso del Mausoleo si
sovrappone al preciso schema geometrico delle 12 concamerazioni
(concepite con un'ampiezza pari a un dodicesimo della circonferenza) e
FIg. 16
Lacerto di volta in conglomerato cementizio in stato di di conseguenza le due nicchie adiacenti all'ingresso sono più piccole
crollo rinvenuta nel corso degli scavi nell'area interna del delle altre e la regolare centinatura della loro parete di fondo appare
Mausoleo
"interrotta" appunto dall'ingombro del corridoio (una riduzione di
ampiezza del tutto simile interessa anche le due concamerazioni
trapezoidali adiacenti il corridoio di accesso, nel settore compreso tra i
muri 3 e 4). L'unico "nicchione" sistematicamente esplorato nel corso
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N.B.:
In vista dell'esecuzione di lavori di scavo nella parte interna del
Mausoleo si renderà necessaria la realizzazione di una rampa per poter
accedere con piccoli automezzi nel giardino che circonda il monumento.
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Fig. 21
G.Gatti, pianta dei resti del Mausoleo.
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sulle urne cinerarie nella prima redazione dei Mirabilia, fosse poi
distrutto massicciamente dal XII secolo e sistematicamente spogliato dei
materiali lapidei, che dovevano rinforzarne sia i prospetti esterni, sia il
nucleo interno.
La spoliazione, che è documentata ancora nel XVI secolo dall'attività
delle calcare, dovette portare al cedimento dell'intera struttura interna
che sosteneva il tumulo centrale. Nella prospettiva di ulteriori conferme
dallo scavo del crollo rimasto in situ, nel lato ovest degli ambulacri,
sembra quindi chiara la dinamica della spoliazione del monumento. Già
fin dalla prima grande campagna di scavo all'interno dell'auditorium, il 5
giugno 1926, il Colini osservava piccoli strati "di scaglie di travertino
rifiuto di lavorazione … sopra la rovina non sui muri originari … anche
infiltrate nella terra circostante … e perfino tra le fessure della
muratura", segno dell'attività di spoliazione, e "lo stato delle murature
che ivi risultano spezzate e fortemente lesionate e scivolate (ciò che
indica vuoto sottostante)".
Da questa sistematica spoliazione dal basso potrebbe forse dipendere
la conservazione del nucleo cementizio del muro 2 proprio in
corrispondenza dell'ingresso, ove doveva concludersi il lavoro di
demolizione per il recupero del materiale lapideo, mantenendo
utilizzabile fino all'ultimo il passaggio con l'esterno.
Il fatto stesso che i resti più consistenti del crollo della copertura rimasti
in situ si trovino esattamente all'opposto dell'ingresso, ove non
costituivano ostacolo all'evacuazione dei materiali, fa supporre
circostanze simili, sia nella spoliazione sia nello scavo del monumento,
quando furono verosimilmente rimossi molti frammenti in opera
cementizia, schiantatisi dal crollo e mescolati alla terra di riporto.
Se oggi appare incomprensibile la sparizione della notevole massa
muraria attorno agli ambulacri, si deve tener presente che prima degli
scavi lo spazio interno al muro 3 doveva contenere fino al pavimento
dell'auditorium un volume di circa 12.000 metri cubi, dei quali è rimasta
una minima parte.
Un documento del 1542, citato dal Lanciani, ricordava l'impegno del
locatario di un appezzamento, posto davanti all'ingresso della cripta, a
spianare il terreno e farlo scaricare dentro la stessa cripta (eicere et eici
facere intus dicte sepulture augustalis).
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Fig. 24
Muratura di tamponamento in mattoni sulla lacuna dei tre
filari di blocchi di travertino spogliati dall'imposta della
volta anulare sul muro 3.
Fig. 23
Resti di un arco di rinforzo della volta tra i muri 2 e 3
durante gli scavi
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Fig. 30
Roma, Via Cassia, Sepolcro 'dei Veienti', con la struttura
della cella in blocchi lapidei inglobata nel nucleo
cementizio
Fig. 29
Roma, Catel Sant'Angelo, dromos di ingresso al sepolcro
di Adriano con blocchi di imposta a sezione
quadrangolare
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Fig. 45
Teatro di Marcello, resti restaurati degli ambulacri attorno alle sostituzioni della cavea, da nord. L'ambulacro inferiore è
coperto con volata a botte anulare, mentre quello superiore -per evitare spinte verso l'esterno- è coperto da volte a botte
radiali poggiate su architravi in travertino su mensole. Si noti anche la struttura lapidea interna, in tufo con elementi in
travertino per le parti strutturalemente più sollecitate
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Fig. 50 Fig. 51
Ipotesi di restituzione del prospetto del Mausoleo, Roma, museo della Civiltà Romana, Il Mausoleo da nord
supponendo un tamburo superiore del diametro di 150 nel plastico di Roma antica di Italo Gismondi
piedi ed un'uguale altezza, simile alla terza soluzione
ricostruttiva di G. Gatti del 1934 (in alto). Il grafico
inferiore ipotizza che tale altezza ipotetica potesse
comprendere anche la statua imperiale. La posizione
degli obelischi, revisionata da E. Buchner, mette
ulteriormente in risalto la larghezza di 150 piedi, che sul muri 3 e 4, sembrerebbe corrispondere ad una significativa transizione
tamburo di base si distingue, per il rivestimento in
marmo, dal resto della circonferenza in travertino. tra esterno e interno. Secondo le descrizioni antiche, il tumulo ricopriva
Elaborazione grafica di Ilaria Pecoraro la parte centrale del mausoleo, sicuramente al di sopra, ma forse anche
all'interno del tamburo. L'interno del tamburo superiore, se non era
realizzato a concamerazioni, doveva quindi essere riempito con terreno
sciolto, imbrigliato sopra i corridoi anulari da murature che avrebbero
equilibrato sia il pilastro centrale sia la terra del tumulo, distribuendone
regolarmente il peso e le spinte.
Lo stesso Vitruvio (VI, 8, 5-6) ricordava come " Maxima autem esse
debet cura substructionum, quod in his infinita vitia solet facere terrae
congestio", per gli infiniti difetti causati dalla massa terrosa, il cui peso
variava secondo le precipitazioni stagionali.
Altri monumenti sepolcrali di poco successivi, come quello di Cecilia
Metella, anche se mancavano del grande anello esterno, mostrano un
tamburo ampio quanto quello comunemente ipotizzato nell'Augusteo e
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sembrerebbe logico credere che, anche nella sola parte centrale, questo
non dovesse temere alcun confronto (fig. 52), anche tenendo conto
"delle precise e inevitabili leggi della prospettiva" che, ad una vista
ravvicinata, dovevano sottrarre alla vista parte del tamburo superiore.
Henner von Hesberg definiva il tamburo esterno inferiore "una collina
artificiale, sulla quale fu eretto il monumento funerario vero e proprio".
Non sembra, inoltre, casuale che il diametro sull'asse del muro 3 sia di
150 piedi: l'esatta metà del diametro totale ed equivalente allo sviluppo
in prospetto del rivestimento marmoreo con iscrizioni a fianco
dell'ingresso, distinto dal resto in travertino. Inoltre, secondo le recenti
indagini di E. Buchner, la posizione dei due obelischi - già ipotizzati agli
angoli del tèmenos funerario - va ravvicinata all'ingresso, proprio ai lati
del rivestimento marmoreo (fig. 50), evidenziando uno spazio centrale
corrispondente al diametro del muro 3. La stessa misura di 150 piedi si
ritrova nel diametro del Pantheon, sull'asse delle colonne interne.
Il Pantheon - sito della consecratio di Romolo e la sua trasformazione in
Quirino (Livio, I, 16,1), e che ospitava le statue di Augusto, Agrippa e del
Divo Giulio - avrebbe avuto, anche se a cielo aperto, lo stesso spazio
circolare fin dall'epoca augustea, con l'ingresso a nord in perfetto voluto
allineamento con il Mausoleo. Scavi recenti hanno dimostrato, oltretutto,
che nel Pantheon augusteo lo stesso frontone decastilo di accesso,
largo 43,7 m (148 pedes), si avvicinava alle dimensioni della rotonda.
La notevole distanza tra i due edifici sembrerebbe, però, non aver
escluso - all'epoca della contemporanea realizzazione delle due
strutture (28 a.C.) - un loro rapporto visivo, oltre che simbolico; certo più
forte di quello già ipotizzato con la terrazza degli horti Lucullani sul
Pincio. Lo stesso obelisco dell'Horologium Augusti - inserito con
Fig. 52
Confronto fra tombe a tamburo circolare di età romana (grafico rielaborato da VON HESBERG, PANCIERA 1994): a.
mausoleo di Augusto nella ricostruzione di H. von Hesberg (diametro inf. 89,3 m = 300 piedi, diam. sup. 29,6 m = 100
p); b. Gaeta, tomba di Munazio Planco (ca. 20-10 a.C., diam. 29,6 m = 100 p); c. Roma, via Appia, tomba di Cecilia
Metella (ca. 30-20 a.C., diam. 28,7 m); d. Roma, via Salaria, tomba di Lucilio Peto (ca. 25-5 a.C., diam. 34,9 m = ca.
120 p); e. Capua, "le Carceri vecchie" (ca. 50 a.C. ?, diam. 20,3 m = ca. 70 p); f. Roma, sepolcro di Adriano (130-139
d.C., diam. ca. 71 m = ca. 240 p). Misure tratte da GERDING 2002, tav. C.1; CUNDARI 2000
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Considerazioni conclusive
Fig. 54 Il presente studio ha offerto l'occasione anche di una prima valutazione
L'Arte e la Cultura contro il Tempo che abbatte gli
obelischi del Mausoleo: J. Blaeu, antiporta al frontespizio
sugli interventi di restauro necessari alla conservazione del monumento
di Nouveau Theatre d'Italie, ou Decription exacte de la (fig. 54), al recupero della sua immagine storicizzata e alla fruizione da
ville de Rome, ancienne et nouvelle
parte del pubblico. Dal numero di conci superstiti, appaiono
eventualmente ricostruibili due delle arcate in travertino poste a rinforzo
della volta cementizia addossata all'interno del muro 3, in parte
identificabili con elementi più integri documentati nelle foto di scavo. Tali
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Linee guida
per la sistemazione di Piazza
Augusto Imperatore
e la valorizzazione
del Mausoleo di Augusto
Nell'affrontare le tematiche di progetto legate al recupero funzionale del
Mausoleo - o, almeno, di certe sue parti maggiormente compromesse
nel corso del tempo - ed alla sistemazione urbana del suo intorno, è
necessario specificare che allo stato attuale restano aperti alcuni quesiti,
relativi alla conoscenza architettonica e archeologica del monumento.
Per quanto concerne il Mausoleo rimane aperta la discussione circa la
forma voluta da Augusto, tanto nel suo aspetto complessivo esteriore
quanto, pur se in misura ridotta, nella sua struttura muraria e nella sua
configurazione interna.
L'elemento più importante da chiarire resta, infatti, la definizione
strutturale e formale del muro anulare 2 il cui spessore, desumibile dal
breve tratto superstite (circa 5,70 metri, compresi i rivestimenti di
travertino), appare eccessivo rispetto alle forze ed ai carichi in gioco
nell'edificio.
E' stata inoltre rilevata, ma solo con un saggio parziale, la presenza
d'una fondazione, di larghezza analoga, alla quota dell'attuale calpestio;
d'altra parte, in una fotografia del cantiere eseguita all'epoca della
demolizione dell'Auditorium, appare una sezione muraria circolare con
setti radiali (e forse nicchie) che, per posizione e spessore,
sembrerebbe appartenere a quanto oggi ricercato.
Il Mausoleo, inoltre, era protetto da una recinzione quadrata, avente
circa 120 m di lato, con cippi e catene o sbarre metalliche. E' anche
documentato un progressivo innalzamento delle quote esterne del
terreno, per cui si presero provvedimenti già nel II secolo d.C., in età
adrianea.
Il restauro del Mausoleo (lavori dal 1936 al 1942) è rimasto incompleto,
come anche la sua sistemazione esterna ripresa all'inizio degli anni
cinquanta (lavori 1950-52), quando si definirono i muretti ed i giardini
attuali.
In origine il monumento era circondato da un'area ampia, priva di
costruzioni, che tuttavia fu progressivamente occupata da edifici che
attestano, inoltre, la costante crescita del livello del terreno. E' anche
documentata, nella zona absidale della chiesa dei SS. Ambrogio e
Carlo, la presenza d'un diverticolo basolato che dalla via Flaminia
muoveva verso il Mausoleo e la zona sepolcrale circostante.
Per quanto concerne la definizione dello spazio che oggi costituisce la
piazza Augusto Imperatore si può subito notare la dialettica di due
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Criteri progettuali
I criteri che definiscono i margini operativi degli interventi dovranno
rispondere ai seguenti principi progettuali:
1) la 'distinguibilità', non ostentata ma riconoscibile a vista, del moderno
intervento di restauro o di reintegrazione condotto sul monumento.
Essa riguarda la scelta dei materiali, delle tecniche e delle forme
dell'intervento, il quale dovrà avere un significato scientifico ma
anche, più estesamente, didascalico ed educativo;
2) l'attenzione al senso del luogo, che si esprime nel riconoscere i
caratteri culturali che connotano il monumento e il sito in senso
simbolico, tipologico, morfologico, costruttivo, ambientale e
urbanistico;
3) il pieno rispetto della preesistenza archeologica, tramite
l'accoglimento del criterio del 'minimo intervento', della 'compatibilità'
fisico-chimica e della 'reversibilità' degli interventi conservativi,
tecnologici, strutturali e di adeguamento funzionale sì da garantire la
minore invasività e la possibilità di correzioni o modifiche future senza
danno per l'antico.
L'intento di fondo, in sostanza,sarà quello di incrementare la
conoscenza del Monumento tramite specifiche indagini archeologiche,
restituendo il Mausoleo alla sua storia ed alla città, rendendolo
comprensibile e fruibile, e agendo sulla sua conformazione e
presentazione, tanto interna quanto esterna.
Ciò per mezzo di un'attenta opera di restauro e di un accorto
ripensamento degli spazi e dei livelli circostanti. All'interno, nel
ricostituito piano soprastante la cella, potrebbe essere progettato un
giardino (all'italiana, ispirato all'antica sistemazione Soderini, o un
giardino moderno anche ad 'assetto variabile' nel tempo).
L'eventuale introduzione di nuovi elementi vegetali dovrà dimostrarsi
tale da non arrecare danno alle strutture archeologiche e possibilmente
coerente con la memoria del paesaggio originale; inoltre capace di
creare, dove necessario, un ricercato effetto di protezione, di schermo
o di miglioramento delle caratteristiche microclimatiche;
infine rispondente ad una volontà di accrescimento delle qualità
ornamentali.
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Riconoscibilità dell'intervento
Si riconoscono due possibili strade verso il nuovo assetto dell'area
determinato dalle soluzioni architettoniche prefigurate: una restituzione
'scientifica' della conformazione antica del monumento e,
successivamente, la sua riproposizione tramite l'impiego di tecniche
tradizionali, filtrate dai criteri distintivi del moderno restauro.
Oppure, in ragione dell'entità delle eventuali modificazioni indotte sul
monumento dal tempo e dalle vicende subite, una strada di re-
interpretazione delle forme originarie, enunciata nel suo carattere
d'ipoteticità pur storicamente fondata, d'attualità espressiva,
d'accorgimento museografico-esplicativo e didattico.
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Fig. 1 Fig. 2
Analisi dei flussi pedonali sulla Piazza nei giorni feriali Analisi dei flussi pedonali sulla Piazza nei fine settimana
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Fig. 3
Mappatura dello stato di fatto
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Fig. 4
Analisi dei bordi e degli accessi
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Bibliografia
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A.M. COLINI, Le vicende del Mausoleo dal medio evo ai nostri tempi, in
Capitolium, 6, 1930, pp. 47 ss.
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E. NASH, Pictorial dictionary of Ancient Rome, II, London 1968, pp. 38-
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2004, pp.197-222
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