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Un recinto di identificazione:
le mura sacre della città.
ma dal non luogo, dal non essere. Si è soltanto dentro le mura. Il limite divide
il territorio di Dio da quello di Satana».
6 A. M. Orselli, L'idea e il culto del Santo patrono nella letteratura cristiana
antica, Bologna, 1965; H. C. Peyer, Stadt und Stadtpatron in Mittelalterlicben Italien,
Zurich, 1955.
7 G. Kaftal, Saints in Italian Art, 3 voli., Florence, 1952, 1965, 1978.
24 Ibid.
25 A. Pinelli, Feste e trionfi: continuità e metamorfosi di un tema, in Memorie
dell'antico nell'arte italiana, II. I generi e i temi ritrovati, a cura di S. Settis, Torino,
1985, pp. 279-350; p. 325.
26 Bertelli, Il corpo cit., p. 65.
no, oltre che confini di diritto, gli unici elementi che confe
riscono «territorialità». Infatti i confini del territorio di
appartenenza non sono fissi: a seconda delle condizioni socio
politiche e dei rapporti intercomunitari, questi si estenderan
no dal villaggio alla regione, dalla regione alla nazione, dalla
nazione addirittura a più nazioni, territorialmente e psicolo
gicamente appartenenti al medesimo Stato. Ma confine non
è solo ciò che si materializza in un elemento architettonico,
quale ad esempio il perimetro di cinta; infatti ciò che fa
limen può essere anche semplicemente una linea, un solco,
un recinto ideale, purché questo sia stato reso simbolicamen
te rappresentativo attraverso un rito.
Oppida condebant in Latio Etrusco ritu multi... et oppida quae
prius erat circumducta aratro ab orbe et urvo urbes; ideo coloniae
nostrae omnes in litteris antiquis scribuntur urbis, quod item con
ditae ut Roma, et ideo coloniae et urbes conduntur, quod intra
pomerium ponuntur:
49 N. D. Fustel De Coulanges, La cité antique, (ed. or. Paris, 1880), tr. it.
Firenze, 1972, p. 153.
5° Vitruvii De Architectura cit., p. 22.
54 Anche questi sono simboli importanti e ben evidenti nel già citato affresco
della «Fondazione di Firenze» rappresentata nel Salone dei Cinquecento, in Palazzo
della Signoria, ad opera del Vasari.
55 Dionisio Halicarnaseo, Delle cose antiche della città di Roma, tr. di F. Ven
turi, Venetia, 1545, II, 65.3.
56 Rykwert, L'idea cit., p. 80.
62 Archivio di Stato di Firenze (da ora in poi ASF) Manoscritti, 119, cc.
29r-31r: in questo noto documento, che qui si riporta per permettere di confrontare
gli elementi citati, la descrizione elogiativa del Dei può affiancarsi alle raffigurazio
ni pittoriche e grafiche: «Florentie bella à retto nella sua signoria a libertà anni
millecinquecientoquarantacinque infino a oggi questo dì sanza mai mutare segnio
o moneta o bandiera, perch'ella fu edifichata, chominciata e posta anni 72 inanzi
all'avenimento di Christo, come se mostra chiaro e testimonianza vera lo duomo
di San Giovanni del batesimo, lo quale era e fu il tempio di Marte, avanti che'
Fiorentini fussino christiani [...]. Florentie bella à 3600 palazzi fuori della città a
miglia cinque, e qua palazi sono murati e achonci di pietre vive e chonci ischarpella
ti, adorni di posessioni e di bestiame da lavorargli [...]. Florentie bella è drento
alla città chiese 108, le qua' s'uficiano e mattina e sera, e sono a ordine e 'n punto
mura e spesse torri, con quattro porte mastre, ciò sono dette porta
san Piero, porta del Duomo, porta san Brancazio, e porta santa
Maria, le quali erano quasi in una croce; e in mezzo della città
era santo Andrea al modo com'è in Roma, e santa Maria in Campi
doglio; e quello ch'è oggi Mercato vecchio, era il mercato di campi
doglio, al modo di Roma. E la città era partita in quartieri, ciò
sono dette le quattro porte; ma poi quando si crebbe la città, si
recoe a sesti, siccome a numero perfetto, che si aggiunse in sesto
d'Oltrarno dapoiché si abitò [...].64
reva via del Proconsolo, piazza San Firenze, via de' Leoni
e giungeva nei pressi di via de' Neri, con la Porta Orientale
all'inizio di via del Corso. Il lato meridionale, invece, da
via de' Neri andava verso via Lambertesca, il Castello d'Ai
taf onte (sulla cui area sorge oggi il Palazzo de' Giudici), fino
a Borgo SS. Apostoli e l'attuale piazza S. Trinità. All'incro
cio di via Lambertesca e via Por S. Maria era situata la
Porta ad Pontem. Era questa la nuova area inclusa nel peri
metro rispetto alla zona interna all'antico perimetro romano.
Il lato occidentale andava da piazza S. Trinità a piazza Anti
nori attraverso via de' Tornabuoni, intervallata dalla Porta
Occidentale all'incrocio con via Strozzi.
Nel 1078 la contessa Matilde, per difendere Firenze da
gli attacchi esterni, pensò di circondare la città di una nuova
cerchia di mura, chiamata appunto 'matildina' o «cerchia an
tica di Cacciaguida», perché risalente al periodo del trisavolo
dantesco. Questa quarta cerchia ristabilirà, allargandoli ri
spetto a quelli bizantini, gli antichi confini romani, dando
un assetto all'area urbana più o meno definitivo anche ri
spetto ai successivi aggiustamenti tardo medievali. Non a ca
so sarà questo perimetro quello ricorrente, come si vedrà
più tardi, nei percorsi processionali medievali e rinascimen
tali. Il lato Nord di questo tracciato era rappresentato, fino
al Duomo, da via dei Cerretani, a metà della quale, all'altez
za di Borgo S. Lorenzo, sorgeva la Porta del Vescovo. Pro
seguendo, all'angolo con via de' Servi c'era la postierla dei
Visdomini, dopo la quale il tracciato piegava di novanta gra
di, proseguendo fino al Castello d'Altafonte passando, die
tro al Duomo, per via del Proconsolo. A metà di questo
percorso, all'incrocio con Borgo Albizi era situata la porta
San Piero. Il lato meridionale prevedeva un rientro nella di
rezione in via Lambertesca e Borgo SS. Apostoli fino a S.
Trinità. A metà di questo tragitto era situata la Porta Santa
Maria, all'angolo con Por S. Maria. Il lato occidentale, par
tendo da S. Trinità, si indirizzava verso via de' Tornabuoni
e via Rondinelli, per ricongiurgersi con il lato settentrionale
ebbe pari in quei tempi nella sua professione, ma non visse tanto
da vederle terminate perché il lavoro non fu fatto di seguito, ma
in diversi tempi dall'anno 1284, suddetto, fino al 1327».78
Silvia Mantini