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BIBLIOTECA DELL! ‘“ARCHIVUM ROMANICUM> cre I: Storia, Letteratura, Paleograli 365 SAGGI DI LETTERATURA ARCHITETTONICA da Vitruvio a Winckelmann II Lucta BeRrouint LEO S$. OLSCHKI EDITORE, MMIX Tat drt riveroati Casa Epiraice Lz0 $. OLscitxr Viuzz0 del Pozzerto, 8 50126 Firenze worw.olschki.it Pubblicazione realizzata con il contributo del Ministero dell Universita «della Ricerca [PRIN 2006-2008 “Lettratura architertonica (secoli XV-XVII) llustrazioni, lingua, traduzione, edizione critica”) Dipartimento di Studi Comparati~ Universita degli Seudi “G, dAnnunaio” di Chieti-Pescara, Politecnico di Torino, Politecnico di Milano, ‘Scuola Normale Superiore di Pisa, Universita del Molise ISBN 978 88 22259448 reece ren enenrmnenennennnnneteeneneseoeenneaeehet a ANNA SusiTERA DELINEARE CON LE PAROLE, LE GUIDE DI ROMA NEL CINQUECENTO* 1. La grande fortuna cinguecentesca dei libri dedicati ai monument di Ro- ‘ma rispecchia il crescente interesse pet le testimonianze dell'arte antica che accomunava i leterati, gli artisti e un pubblico di visitatori attrati dal fascino delle «miracolose ruines. Il genere della scritura antiquaria, rinnovato dagli ‘umanisti, dagli anni Quaranta del secolo XVI divenne un nuovo terreno di ‘conquista per il volgare. Nel Cinguecento, l'intensa produzione ¢ Poriginale {mpostazione di libri sulle antichita, che andavano dai test eruditi agli opusco- Ii di carattere divulgativo, faceva evidentemente eco alla grande richiesta di un pubblico molto eterogeneo.* Dalle traduzioni delle opere umanistiche alle pri- ‘me trattazioni in italiano, la letteratura descrittiva, dedicata ai monumenti an- tichi, accompagnava la scrittura squisitamente tecnica che negli stessi anni, grazie alle edizioni a stampa dell‘opera di Sebastiano Serlio, vide la piena af- fermazione del genere del trattato architettonico che conteneva elementi te- stuali ¢ linguistici innovativi. I Quarto libro del bolognese” e, in particolare, Sn TA nce ie, lr dM Hora Br ses eb Rae eles Meter da aes ee an nl Ne i i cst teh fogs CR a a ee Se ee es ee ey etd Sige ante net aesuocino aie laden sr eer everest oe meen Se ceca nace eos tn G Coo Wri, Aba snl peer iri te ee nr as, Fee fare omg lent eect Rape dnd dn Sra lpe ece no ebe Bag er dents Set ‘i i rin, ri gl nc fags nr nme 13 — stitiiictcassiveae {I Terzo libro, dedicato alle «antiquita di Roma e le atte che sono in Italia € fuori d'Italia»* presentavano una nuova forma di scrtto d'art, in cui il dise- _gno veniva posto al centro ¢ il commento illustrativo raccoglieva una descr zione essenzial, espressa con moduli sintattic non complessi, con terminolo- gia teenica univoca e priva per lo pid di elementi municipali? Flavio Biondo, riproponendo il modello varroniano delle antiguitates, ave- va preparato il terreno per 'antiquaria scientficamente fondatain cui la fon- te letteraria veniva corroborata dallo studio ix Joco e dalle testimonianze ma- teriali, in particolare dalle epigrafi,” Nella sua Roma triumpbans, allnterno del repertorio erudito di personaggi, costumi, trionfi, spettacoli, spuntano i passaggi di carattere tecnico, frutio di un’attenta osservazione degli edifici pulchrumgue est vis ingenio praeditisvidere multis in Romae nuinis fornicum mux orumgue moles crassssimas eas habere cuniculares textulas cannales intransversum deductas, Nulla cnim erat pars aedium a primis in sublime perductis cannalibus tam remota, quin aedificantes per ingentes murorum crasstudines esrum aliquam perdu- xissent. Cemmereque hoc est nunc inprimis in aedibus quae Philippus Marerivs apud Sanctum Stephanum Pineae sive (ut aiunt) Caci, ad metidionale ipsias ecclesiae avium pose, quad locum subtemancum scczso pe diem media hiine par ee scam ee ere ete [Nef ge pn ee a ome eh ts ene eg & Ja Seti Sr Secret ene afta Pao Gee opal in Ravenna dae fot maaan or ig a ce near at am be ey Mee ei a spl rw mie a iiss Pieetteaatucteeterey arose atten el eshte eres Wi a an ds Rinna + MT oe san el cen era ook AMT Re BARS ee ee Tn Blea tt am Va pierre Browoa/FauNo, Rome irionfane 44, £ - «El @ molto piacevele cosa a dott vedere ia Rome, bocbethcrrireas areal egg as Sec Songer em ates ed ee ho aes len rsa tiie oa ecme gem ‘essere air er pare pe lp are SEaigeiatres deme geecees gama Sai Mime nr ete een a ere ee 4 ee Feast ee tian n decane mere jcc avai ay oe ern dig Seca myc pete ne nase ea Sou sari AMEN tee aa erhoner secant OFRaiaom aeheen eemepe sts 54 _DELINEARE CON LE PAROLE LE GUIDE DIROMA NEL CINQUECENTO Le digressioni dedicate agli element costruttivi dei monument? si trasfor- marono gradualmente in un argomento privilegiato nelle opere degli eredi cinquecenteschi del forlivese: dalle Antiguitates Urbis di Andrea Fulvio del 1527" alla Antiquae Rome Topographra di Bartolomeo Marliani del 134 ¢, s0- prattutto alla sua riedizione, profondamente rimaneggiata, del 544." opera di Fulvio, git autore di un poemetto didascalico sui monumenti romani,” contiene Vdentificazione degli antichi siti secondo le linee tracciate da Biondo Flavio, a proposito dei quali si ageiungono, talvolta, gli eggioma- ‘menti ele verfiche. Nella Prefatio, Fulvio, rendendo omaggio al?amico Raffael- Jo Sanzio, con il quale dice di aver visitato le ruine «che piaciono nelle enebre>, ‘esalta la continuita frail passato e il presente, immortalata dall Urbinate (peni- «illo finserat,?e sottlinea la differenza nell approccio di un architects ¢ di un ‘istorcus lle testimonianze dell antichita. La storio, come hu, studioso dei lai “antiga, 2 soprattattoletore delle fonti, ma anche spettatore che fedelmente t- costruisce, per descrizione, i edifici antichi non modo ce, sed ethymologice cum rerum causis e& arguments, dbunde, Copine quod nora aba sl boc more dace ees um ns ‘cere non est consilium. Et licet grandis materia paucs verbis haud facile explicari posit [..J. Quod oculorat perooepi fide seribendaon curavi (FULVIO 1927, f. Bar: mick icorsivi. La noviti del genere documentario dedicato alle opere d'arte della citta antica realizato da Andrea Fulvio ¢ da Bartolomeo Marliani emerge dal con: + ans i dn ade Ben me arin Df (ova, Doe abate : Tat Aca i aan Merron po ap on ee asa sume ae ge pe contre moe etre eae. SEH hms dred Cams is ser Bom apt aa Rae WEE pes oo = nic ame pei ey oc ac di po ma vp ee ere ete oe es sti rg et i oe a Ph poms SST nokia Sly a Teel ie Ete ema i a eg ef ise Caren we Ot ln Seen Ec fee tr cn Cem Rte Eg oe rn cd tc ot Ser rier neers hae eer ee ae Sea an eta Sa ae PS Ra nine eee io "Rev ek hei to eis ls Cn Lt cent aoe Na ee ae fronto con la precedente opera di Francesco Albertini, Opusculum Mirabilibus nove et veteris Urbis Rome del 115 (Roma, Jacopo Mazzocchi). La forma, sec- ac schematica, data da questo scrttore fiorentino a elenchi dei monumenti e dei luoghi, ripatiti per le parti antiche e quelle moderne della cit, si trasfor- mava nelle scritture di Fulvio e di Marliani in un’affabulazione descritiva i ppassato non eta staccato dal presente ma offriva una visione della cit plusi- dimensionale (accanto alle ruine sorge ora un edificio nuovo), insstendo sulla continuita e sul riuso delPantico. ita nel xs44, con il titolo Urbis Romae Topograpbia, Vopera di Barto- Tomeo Marliani contiene sia la pianta orografica della cita antica (Fig. 1), ap- prontata sulla base di rilievi eseguiti appositamente, sia le piante ¢ le raffigu- razioni di monumenti, Fra queste xilografie si trove un’esatta riproduzione della sezione del Pantheon del Terzo libro di Serio (Fig. 2), a conferma del Vimmediata fortuna del nuovo tipo di scrtto d’arte impemiato sulle immagi ti La prima opera del bolognese, Regole generali di archtettura, apparsa in stampa nel 1537, aveva canonizzato un tipo di trattazione architettonica con il disegno al centro del esposizione tecnica. Consapevole del cambio di peospet- tiva nella visualizzazione degli oggetti, Sebastiano Serlio si poneva in veste di cdrammaturgo, invitando i letori ad assistere a uno spettacolo in cui il disegno cera concepito come prologo che riassumeva tutti gli elementi che le didascalie avrebbero esplicato (rectato): ‘Ho voluto nel principio di questo libro imitare i Comici antiqui:alcun de quali volendo rappresentare una Comedia, mandava uno suo nunto inanzi, che in succinte parole dava nota ai spertator di tutto quello che ne la Comedia si havea da tratare. Tl perché havend'o in questo volume a trattare de le cingue maniere de gl edifii, cio? Thoscano, Dotico, onico, Corinthio, e Composite, mi @ parso che nel principio si veggan le figure di ogni specie di quel che si ha da tractae.* Accogliendo la lezione di Serlio, Marliani snell i testo edito dieci anni pri- ima (i sette libri della versione del 1534 furono ridotti a cingue) per inserire ‘maggiori dati tecnici ¢, soprattutto, le seioni e le piante degli edifici, le raft I dlaegno ea fondanental nel teatnto qutocenteco di Flee (che ceclea informa ‘maces lM, atruann, Le sion del Trt archos’ Plate toi le fre, «Aaoal di Arcatetsen, I 200, op. 3552, ° Regole gone d actin d Sabustion Serio bolognes sopra le cng mane del ed {isco Thosona, donc, tani, coat, «emporio comp exempt de Pata, ce por {yor pare concordance dtr d Vira Con ove Adder et cng da medio ‘Autre in qos trea cline fate: come tela sequen cata € notte, Venera, Francesco Mat. ‘olin al eg dela Wei spa 156 — a . DDELINEARE CON LE PAROLE, LE GUIDE DI HOMA NEL CINQUECENTO Fig 1. Pant oropralia di Roma fnmata du Gianni Batts Plat, slograf, da B. Mas Last, Uri Rome Tepognphia, Rema, Dic 54, pp 2-9 (Pccne, Biotec Nazionale Cental, 253671 gurazioni di opere architettoniche e statue (per esempio quella di Laocoonte: Fig. 3). La Topograpbia del 1544 rappresent lo spartiacque frail vecchio ge- nere d'antiquaria e quello nuovo, giacché tralascid mumerose citazioni letera- rie classche, privilegiando la descrizione dei singoli monument, per le quali Tillustrazione diventava componente essenziale: Sublatis nam aliguibus rebus, quae minus ad operisinsttutum facere videbancur, auliectisque quamplurimis sine quibus opus imperfectum vider poterst, addi etm ipsius urbis, quorandamgue insignium aelifcionam descriptionibus ad exemplar accura- te expres id effecinus, ut unumquodgue aedifcium in qua parte possum fuer ~hodieque exet, facile dignosci posse (MaRLIant 154, f Aa mio il corsivo). ‘Bartolomeo Malian sulla scia dei predecessori antiquati descrisse, con il tocco della propria personalita, gli antichi siti per zone, dal colle Capitolino al ° Coe nell ddica dre di Panda, Francesco I, «Remae liberator iviton. 17 ig. 2 Sezione del Pantheon: (in alto) silogefin de S, S110, 1! Terao libro, el qual figurano, 3 desciono le antigua di Roma, cle alr che ono in Talia aor dan, Venezia, Ma coli i40, p. vit [Piss Biblioteca Universitari, SR. 20" in bas) alogrfia da B, Mat lant, Urbis Romie Topographic, Roma, Docico 44 p. 13 Fitenae Biblioteca Nazionale Cen. tle, 5387. —138— DDELINEARE CON LE PAROLE. LE GUIDE DI ROMA NEL CINQUECENTO Tig. 5. MALO sg La second edtonedel'pessgiormatae mia di wn Conpend, uct piel ye chele Treen, smpeote esmetchate de Hb ateato a ie ce macurnano una boon ‘ea fee unde dat ss orl nese opere cade ale sora ¢alfantiguac romane cache Bcecseament aquest Del enicia& Ramsa dt Po Lig nel el Comment delta ondne d tnf act & Onc Pano ig7 Cle. A'Tkro, Arnal! dogfi de Tromex Sho, Venedu Roma, Into peti coluboranone culralc 1966 (ast. Fuenz, Obi 96), [Bp iy, ocace C Oceana Plo Ligne le ors eians ee Rom Cstantino olf Unane. Sho, Pisa, Scola Normale Superiore 207, pp XV, Ha NTszo, des al earl Aloud Funes, nL, Fao, De itu Ur ‘is Romae, Vem, Tnezaine 199,facom (-) Fam, gi de Romana sip hv oi, gua hugo wie nam ingua mano ee, eigen verted eee fo elgg ncn 0 sng um eur xe oe, ge Fis none ru ni pay ais Bb leone scnderes, oo (rl Func pots ‘mu nomi nei didi ‘ *'M, Dixy Das, Tio early aandberstor hp 5: 161 — in stampa unitamente al primo trattato sulle statue di Ulisse Aldrovandi.”’ I modello seliano che individuava nel disegno I'elemento portante dello scritto architettonico trovd invece una fedele attuazione nelle opere i alcunt artist che non solo riproducevano (per mezzo delle «piante», dei «diritti» ¢ degli -«scorci») gli clementi costrutivi degli edifici, ma grazie alle «figure» dettaglia- te di singoltclementi (dai capitelli ai colonnati) ridavano antica forma ai «ve- stigi». Nel 1552, Antonio Labacco, che si dichiarava allievo di Antonio da San- allo ¢ collaboratore di Bramante, impresse un libro in cui «si figuravano le antiquiti»." L'opera, dedicata esplictamente agli architeti,contiene i disegni dei principali monumenti, quali Ia Mole Adriana, il tempio di Marte Ultore («tempio nel foro di Traiano»: Fig. 4) e altri. Le sezioni, le piante degli edifici Fig. 5), di solito corredate di misure, ¢ le immagini ricostrutive dei singolt clementi archiettonici sono accompagnate da un commento di caratere tec- nico, Nel «Libro appartenente a Parchitettura», rstampato bea sei volte nel corso del Cinquecento, i brevi testi che accompagnano le «figure» presentano i moduli sintatici semplici la terminologia specifica degli architetti ela passatachartaho dimostato la pianta del tempio nel Foro diTraiano, com le ‘mura intomo, hore nela figura qui soo vi dimostrolo dito de le mura, nela parce di fori verso la stad, |e qua sono di peperin, di pez di pete abbozzate grossanen te, ma le loro commisure sono fatte con sumama dilgenta,eccetto i cingue regolar,e Taxco de la porta grande, ele scale, che sono a teverino (LaBAcco 959, pp. 20), Alis75 (anno del giubileo gregoriano) risale un’altra opera che cura so- prattutto la rappresentazione delle antichita per mezzo del disegno, I vestig! dell antchita di Roma.” Si trata di un'clegante raccolta delle calcolgrafieese- {uite da Stefano Du Pérac «parisino», in cui le tavole riproducono i mont 1 fe B, Cat, Le need, pp 39. * Libro dntoio Labo apparent Frets nel ul fern clone nt ant ‘qed Rome, Rona casa notion, Cio dae. 39 L030 yp) Er eAttono Leber Satie exendonsompre dato de ani havens veto a apo ao caress in divest lagi, mince appre feo Beaman et Aasono San Gals to meso, (amend in ls capers inender Wl timeere iene tal une, dhe sho pro ots sfacone; et masine qpdo qua elt, che veggono ra qua th soo mea ves ces in cuegno, tp 3. To stn che aon fnew on bo eter fod ops Sasi ser ml tl org stain dal hea coe claro che maggie eet o {run ep in poce tempo, enon cb prado satin alge anc a omic vnto miurando,¢ceeando gute re non le posson rita felons mc le] wo np nen daw tee oes {Creve cone ql ein nul ens penn sponse gomprendce, Cit ArLatactos Ese Sparenete a Fact, 13,4 Gia econ iocdeaone & Arbre, Many Pegg * Toi delenit di Roma rol ert in preption con ns deta da Stele Du eps Ro Lae dla act seein a lan fon nf Be Peg 162 — | | SAT ATR TINCR MT TUE [ i * an Tip. « of " Lt Rone dM Anes Plait brent ti dot Viner Lc in aap Pasa 99s Na a sa Sco re esr es aa MVP GE, Pom, Prin, Pa, tb Rome 6, Ml, elif Ch ct, asi Mi pane ois Miso, Lit pp. 372 rons oc a Me anne TUE Fb mando depo lL, Smo, Le Guide Rama tea ner Ges de cer Teepe Boy Tanne Bn Wn ler ya Sr Chega occ ne Shep nf hens ZO ata Ee aa Thome ee SPEEA oc ont Be iC Sp TAs Nae nde ne ue Rona db ame Xl Pri sto i lets, op SoM & Gite — 166 — DDELINEARE CON L? PAROLE. LE GUIDE DI ROMA NEL CINQUECENTO limitandosi a dare nomi di chiese, edifci e siti. Dal 1563 il nome del trattato delle antichte pass al testo di Palladio che diventava una componente stabile di questi volumi compositi, aggiungendo cosi alle passegeiate proposte dalla guida del misterioso inglese un approfondimento di caratere stotico ¢ archi- tettonico, Nel periodo del Conclio di Trento a un largo pubblico si propone ‘vano, quindi, li insegnament in materi reigiose, unitamente alle descrizioni dei mirabilia di opere cristane ¢ al libro sui monumenti antichi curato da An- dea Palladio, Per questa via, le antiquitates, di esclusivo interesse pet Parte classice, sinserivano nella comice di testimonianze cristiane.” 3. Ad eccezione del volume delle Antiguitates di Andrea Fulvio del 1527, i libri diDu Pérac e di Labacco, come pure la dotta Topograpbia di Marliano e le prime edizioni dele opere original di Biondo erano stampate in folio.* Invece, abbiamo gia detto, le traduzioni, cosi come le guide di Roma (da Fauno a Pal- ladio) presentavano il formato pit agile, per Puile degli editor e per la como: dita di visitarori che si munivano di tai libri-enckiridion durante la visita della citta, Offre ogni sapere sulle antichita «con breve discorso ¢ chiaro, a chi é di ‘queste materiecutioso» era Vintento dellautore del primo libro d’antiquaria in volgare.* Seritti con la volonta di conservare le memorie dell antico e di giova- re ag studiosi e agli architetti, le opere di antiquaria diventarono manual Iustrativi dei percorsi attraverso i Sette Coll fra le rune e gli edifici. Quello che auspicava Marlani, che il disegno afutassel'identificazione di monument, ‘venne alfidato principalmente alla parolascrtta cio® al racconto ecfrastico che assisteva lo spettatore. Bernardo Gamucci,Pautore di un libro che nel 1565 sug gelld il petiodo della grande foritura di questi manuali ¢’antiquaria,* inseren- do stabilmente nel libro del genere la descrizione tecnica degli edifci, esa la ‘ Sulargomeno i veda C. Occur, Pr Liga it, pp X-% 4 F. Brno, De Roms inteate ‘ «*Al coi Laco Pano] No dunguei qua aagor pare ll que cos le ab ‘iano cd pl anch ed modersritos me cso seme dove vst db, on pi versie congetura acon fort di fre at che ch ¢ el queste mates cunow, pose Fireane con bret acoso cca its gula aos che have ne pu de bio moder: © “fac ce infin ad hop wos questa teri epgonon Fano 54 or « Ganca ss, Super, Hees diag singel monument (erapprsentate con bel Tse Sire, ol ted che quel temp posts irontn), ven: Arco dr Ae turd Bstnde der Ferg Angi Bibotbe, oz catlogo delle nora (eons der ex Sop Angus Bibs, Wokeabel, 6 igh onobre pq) acu dM. Day Dans, Wisoden, Titintowsypq eee pp. x64. Canina Gonsnnt Antoni Das e Gann Battia Naldnt price 2 ego e sack dant wel Rome del vet deena del Covmcent Sout di Lteratnc anton de Vira « Wincor, aco ai FP Dt Teodoro, Poco, Oe 2005p 59, re sua peculiarit, la sua «forza» di portare in luce i particolati di un’opera art- stica, permettendone la piena fruizione: Ja scrttra (J ha forza [1 di perpetuare noi, et Patton’ nostre, con gloriosa et eter ‘na memoria, [.] se questo arificio maravgloso ani divino non fsee, ..] non ha- veremmo [..] cognitione di tate nobilissime arti, et digissime scenze, sl come tutto siomo avvenice vegsiamo delle fabrche, dele statue, dele medagle, et de gli antichi sepoleti; delle quali cose ben si pub venire in cognitione che sieno state fate per ceto tempo, ma non perd di tanto quanto per mezo de’ libri che i este favellno,o delle serittare che tal bora le fegiano, per le qual dell antcbit, della vert, dela belle, et {forma loro appieno si pu’ bavere conteza (Gastocc1 1365, f. *at: mio i cosivo). Liidea della parola scrtta che «fregia» le opere e assicura l’eterna memoria alfarte attraversa, come un Leitmotiv, tuta la letteratura antiquaria, risolven- do tacitamente la diffusa anttesi tra le arti della parola e quelle visive: Fulvio [1 s@sforzato, quanto « lui é stato possibile, di scolpe nelle memati, © de’ presenti, di quei che verranno non pure una caduca, ma infinite eteme Rome, ccommetzendola alle carte, sole del tempo superatric (Paolo del Rosso, dedica a Fran cesco Soderini del volgarizzamento delle antichitd di Andrea Fulvio: Fuxvio/Dat Rosso 1543 f. Aw) Se le raccolte di disegni ricostruttivi dei monumenti antichi ~ il Libro di Antonio Labacco o i Vestig’ di Du Pérac ~ privilegiano l'immagine, le opere (in paticolace quelle in volgare) che raccontano gli tinerariattraverso i laoghi dlarte affidano la rappresentazione alla raffigurazione verbale: Doppo il portico di Faustina, segue il empio di Romolo, ¢ Remo [..J. Hogg é chiesa di $. Cosmo e Damiano. La prima parte di Iui é come il Pantheone tonda e Dugiata; il resto @ un quadro lungo. Ha fino ad hoggi le se antiche porte di bronzo (MaUKo 1556)" Questo arco di Lucio Settimio fatto d’ordine composito et di bella menierad'ar- chitetura, perché fu fabricato nel tempo che lmperio Romano andava declinando, ‘non ha in sé quella perfetione et belleza ne’ suoi membsri et bonta delle figure come Farco di Tito Imperator; i basamenti del quale essendo stati per gran tempo sotter- tati per Ie rovine de’ mont [.] furono seopert 'anno 3563 (GaMUCC 1565, p23). + Si paca del tein det dalpectore Masso fi Romolo i qu iene coo fan (gl nae oper usgura dell spo) condense ona Crk Lincs Roe sad Roma ant, Rom, Cus 98 odo The ns & exesvnos of ance Rome ‘omponon book for tude and racer, Landon, Maca 8c Capp ppb ‘Ma ch dalesine di Veneai, Giordano Zt, p28. 168 — Sone DDELINEARE CON LE PAROLE. LE GUIDE DI ROMA NEL CINQUECENTO 1 sit dei qual si parla sono connotati ed evidenziatis gli autoridelimitano lo spazio disegnando la pianta della citta con i siti ei monumenti che saranno messi in rilievo: Tn urbis planae sedis describenls, ut evdentussinguladlgnoseantu, 2 Ca pitolo per Pantheona ad eam partem spae Ouminis, que nune Ripetta appellantu, lineam rectam deduct inelgerus, que in duas partes, propemodum eequales, hane ucbem disecabi, querum alera hae linea, Tiberique. Altera linea eadem et montis (Quirnalis, hortulorumque eal adicbus coninebitur. Hane pris ut aggrediamus, ‘ordo postulare videtur.Igtur post August forum sequitur Forum Traini: caus a. chitectum Appollodorum fusse commerorat Dion, his verbs: Hadsianus Apollo ddorum architctum, qui Traini forum, Methodium, et Gymnasium illo iubente fabri caverat, primum urbe expulit, poste interfecit (MARLIANI 154. 92), Nella traduzione volgare sono assrbite nel teso le citazioni delle fonti ‘vengono illustrati in modo discorsivo, con aggiunta di qualche didascalia, i singoli luoghi evidenziati nella descrizione: ‘Accid che pit chiaramente si dimostri la deseitione, che s far de gli edifict anti- chi, cheno, dove hogai éhabitato di Roma, pgliaem per drita linea ttt lo spa tio ch’, cominciando da! Campidoglo, et seguitando per ditto al Panteon (0 ¥o- liam dire la Rotonds) fine a lx riva del Fiume, hoggi deta Ripetta. Questa lines divider Ie cite, quasi in due pari eguli, Puna sari Phabitato, drento in essa linea, fin’ le radice di Montecavallo, et le radied del Colle de ali Hort, Patra, tuto il resto fuosi de Ia lines, fin''l Tevere. E prima parlaremo de Fantichiti, poste drento a la predeta linea, cominciandosi da '! Foro di Teiano, il quale era posto sotto il Cam- pidoglio, nel contorno de’ huoghi(hoggi detti Macello de’ Corbi) et Spogia Cristo. Di ‘questo Foro ne fu architettore Appollodoro, il quale poi da Adriano successor di ‘Traiano fu sbandito di Roma, et non contento di questo, lo fece anchora morse (Marosana/Barnanash 158, £8). Lillustrazione dei confini che racchiudono lo spazio in cui si collocano i monumenti da descrivere @ altrettanto puntuale nell’opera di Lucio Fauno: erché con maggiore distinsione le cose di quest colle s'intendano, diciamo che Ja va Tiburtina il divide quasi per mezzo, Ella comsinciando dal Civo Suburrano, pas: sato che ha Parco di Galieno, prima che giunga a Trofet di Mario (benché ella tutta, via senaa arrestarsi ne vada ad uscie per la porta Nevia) fa qui nondimeno come due bracca; Pan de quali @lastrada Prenestna, che da man mana ne va ad uscite per la porta di Sen Lorenzo; Paltro a man dritta, ne viene « congiungersi con la Labicana quasi al dritto di San Giovanni a Laterano. Con questa distinzione comincieremo a descrivere i luoghi, che.in questo colle eranci(FauNo 154, f.104v, eaptolo dedicato all Esquilino) = 169 — Con ancora maggiore attenzione ai particolar, gli stessi percorsi sono vi- sualizaati da Lucio Mauro: Del colle dell'Esquilie, co’ luoghi, che vi furono, 0 vi sono. Cap. X. [...J. B un gran colle, e molto ert, e distinto con la via Labicana dal Cali, e col vico partito dal Viminale. Egli viene diviso quasi per mezzo dalla via Tiburtina, che #2 detto, chene va da Suburra alla porta Nevia. Questa stessastrada prima che giunga & Trofe! di Mario, sparge da man dritta un ramo, che viene al dito di San Giovanni in La- terano a congiungersi con la strada Labicana. Da man manca ne sporge un'altro, che @ la strada Prenestina, e va ad uscre pet la Porta di San Lorenzo, Quella parte in Fauno 1548, ff. 1sov e 94r; «gli intagi di marmo, che appatiscono di maestre- vol opera insieme, con la vaghezza degli stucchi> in Gantocr 1565, p. 26) ¢ interi brani di notevole raffinatezza descritiva. In Ulisse Aldrovandi, ad esem- pio, il brano dedicato alle statue di casa Ridolfi accenna allecfrasi: Tn una bella tavela di bianchissimo marmo, si veggono tre donne in habito sacer- dotae, una delle quali iene in mano wn ramo di fire, un'altra tiene un vaso copert, la terzs, che & in mezzo, tiene con amendue le mani atare, e tutte tre sono in tto di volersacrifcare (Ulisse Aldrovandi in Mauno 1562, p. 292) E Bemardo Gamueci mette in risalto la rievocazione ecfrastica che deve supple alfinsuffcienza del disegno, che rffgura Arco di Costantino (Fig. 7): B ARCO Di COSTANTINO. Fig. x. «Atco di Costantino, logs, da B. Gangycr, Libr quatro delanchta dela cit di ‘Kom, recote sotto brevite da divers atichtet adern sett, Venezia, Vaio 1965, P46 (Pisa, Biblioteca Universitaria, [4 —m— pet Ia piccolezza del disegno non havendo possuto rappresentare in tutto il suo com ‘ponimento, mi conviene con lo scrivere apriri quel senso che non ho possuto con la enna d’ltra maniera, Sono adungue otto le colonne del derto arco d'ordine corn thio, et sopra di quelle si veggono i prgioni pitt degnifati di marmo mischio, i quali hhavevano la tesa, et le mani di marmo bianco, et ne’ suoi piedstali si vede la mols _tudine de’ prigion di minor grado, che in habito lngubre dimostrano la lor miseria, et “insieme la grandezza di quel glorioso trionfo (Gantucct 365, p. 4 Nelle guide si osserva una notevole varieta di espressioni deitiche che in- (MARLIANI/BARBARASA 1548, £.9or); «Quasi su Ja pun- ta del colle, che riguarda al Coliseo, fu il Tempio dell'Orco», «Prima che si sca della Porta di San Sebastiano, si trova a man manca il Celiolo» ¢ «Nel fine del Celiolo verso Levante si vede nel cantone della murraglia una porta smurata» (MAURO 1362, pp. 15, $8 ¢ 59); Un trar di mano da questa chiesa fu- ono le Terme di Costantino» ¢ «NelPaltra cima dell’Aventino dalla parte che @ volta alla piscina publica, presso la chiesa di Santa Balbina, si veggono alle tadici del colle gran sponde di mura con grossisime colonne» (FAUNO 1548, #E. m7v e 7B). Altri connettivi, nei libri di Lucio Fauno e Lucio Mauro, ser- vono a concludere una sosta dinanzi a un monumento o indicare la ripresa . Mausoleum in| eadem valle inter- In questa all, fal va Flamin, aque vam Faminiam, et spam Tiber aria dal Toere, ce fn Ia cies ‘Tigo suoconsla post Augustus vo. Sento Ambrodo, et quel di San Roc, Initgue uenon modo suum, sed omaium ct gran Masco di esate August, Tnptrcorum crcopustonum ess epul- ella da eso nel etzo suo coast, True Cals slguas in ipios fore, al machina, el vase che fuse sep ‘Mausolaco (inquit Svetonius) condidere, Poler, a eae di se stesso, ea ‘De eodem Cassiodorus ita scribit. Sed SU ma. tutti li altri imperadori, et | ‘mundi dominus ad potentiam suam opus" ongionti. E ben degno di memoria ‘rolen mizandany Romans etiam ex @US"0 Marwvilow fio, ped che ok pleat crea aucla pare, cept hg se neve gens fabrcam in vallem Marin tetas 2 anima, eo largo co Kogan immense moles ener rae: 25 5a,0Umen™” 9 Bi lt cso, cincta molibus continetue, ubiimagns- 4° xii segni del clo, era sostenuto da fp cenma inica dendecms.Bbeta tage ls ana cs ie tom ‘uippe onin ad XIT signa posverat. Yel Tevee, tanto anda erescendo, et Strabo praceres. Commeneratione,in- inzando, quanto ea Tats de Tei ‘gt, cigs es, quod Mausclacum to, ne sent del quale, era posta tppellan;exedifandetum moll. un sata di bromo dco Auto far pide niveo, et perpetuae vitiditatis arbo- _ gine da piedi fin'in cima era coperto d’ar- “A auesipo dite hse Andres Palade premessdea so ui ellen cu) sn na le me co tnt “Le en os, sno [eno di scwe gl La ase ine dnt dae ocr eins, dopo ce mal tamper al Eto opl opens € fn que allo teuo Palade stare cgi gpomanest di quest cco. AM. RcoONa La raed Belle cna vcd rasformion’ del Mawolea dt Aug, ata, Hla 96 Come ave ¢ ce Giorgio Va delle eparaion! angus dt Filppo Brunei G. Visio, Vitra crn G, Milnes, Henze, arson tT p38 —3—

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