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ricerca scientifica e la formazione universitaria nell’area

dell’architettura per l’archeologia, denominata appunto


Accademia Adrianea di Architettura e Archeologia.
Dopo l’esperienza de l’Académie de France di Villa
Medici (1666_1968), e quella dell’American Academy
in Rome affermatasi nel primo Novecento, l’Accademia
Adrianea si pone ideologicamente in continuità con la
vocazione beaux arts - già espresse dalle accademie
storiche - basata sull’esperienza diretta in situ e sulla
storia come materiale di progetto, con l’obbiettivo di
connetterla con la struttura formativa di tipo politecnico.

1. “Il Movimento Moderno era univoco e esclusivo, mentre oggi non


possiamo più fare a meno di rappresentazioni polivalenti e inclusive. La
loro costruzione è assai difficile perché è sempre possibile, nei momen-
ti di debolezza, scivolare di nuovo nell’eclettismo. Ma nei momenti di
lucidità si può arrivare a risultati di grande significato complessivo. Un
esempio tratto dal passato è la magistrale Villa Adriana di Tivoli, dove
la molteplicità di linguaggio è intrinseca alla sostanza compositiva: gli
allineamenti, le dissonanze, le variazioni, le ripetizioni sono sottili; gli assi
si incrociano, divaricano e si riconnettono con naturalezza tale da non
riuscire a distinguere se i loro rapporti derivino da un calcolo a priori o
siano stabilizzati da una combinazione a posteriori; per cui si confonde il
programma con il risultato e ogni composizione dello spazio diventa si-
gnificativa”. C. Tuscano, Intervista a Giancarlo De Carlo, NAI Rotterdam,
2005 (http://archivio.archphoto.it/2010/12/17/clelia-tuscano_intervi-
sta-a-giancarlo-de-carlo/).
2. Sull’origine ligoriana di questa restituzione vedi il saggio di Giusep-
pina Cinque, contenuto in questo numero di Ananke. Nel caso, l’inven-
zione originaria sarebbe pienamente manierista, anche se l’artefatto in
nostro possesso ci colloca in una dimensione percettiva traslata di un Villa Adriana, veduta dall’alto del Pecile, la Rota, la
secolo in atmosfera tardobarocca. Valle di Tempe, la Piazza d’Oro e il Canopo a destra
3. W. McDonald, J. Pinto, Villa Adriana. La costruzione e il mito da Adria-
no a Luis I. Kahn, pp. 250-251. La Villa come mondo. Ideologia e rappresentazione
4. A questo proposito è interessante vedere come l’orientamento della
Piazza d’Oro al 1836 mostrasse ancora l’errore originario del Contini, a
dimostrazione che nuovi rilievi di ampia portata a Villa Adriana non ne
L’IDENTIKIT DEI LUOGHI, DA FLAVIO BIONDO A PIRRO LIGORIO
erano stati fatti fino a quello piuttosto esaustivo di Pierre Gérôme Honoré
Daumet del 1860.
ANTONELLA RANALDI
5. G. Gresleri, Dalla Villa alla Ville. Jeanneret e Adriano, in M. Talamona Abstract: The toponymy elaborated in a brilliant way by Pirro Ligorio is the first act of the re-foundation of the site that
(a cura di), Le Corbusier e l’Italia, Fondazione MAXXI, Electa, Milano,
A fianco: Alberto Campo Baeza, schizzo di studio per il progetto dell'Asilo Benet- 2012, pp. 136-150. returns to “being a place“. There is no knowledge of things without the attribution of names to them. Names that resist over
ton a Ponzano Veneto (TV) 2007. Il rapporto con il Teatro di Villa Adriana appare 6. Le Corbusier, Vers une architecture, Editions G. Crès et Cie., Paris, time against even the most illogical attempts of onomatoclasty. Names that resist because originated by a cultural grandeur
con chiarezza, sia nell'impianto planimetrico, sia nella sezione 1923. that is not only humanistic erudition, but is actually the access of the imagination to the beauty.

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Quando gli umanisti, e per primo Biondo Flavio, si e la valle di Tempe; e per non tralasciare proprio nulla, vi connubio tra le rovine e la vegetazione spontanea e ne fa
muovevano alla ricerca delle ville nominate dagli autori aveva fatto raffigurare anche gli inferi» (Historia Augusta, il luogo d’incontro nell’immaginaria isola di Venere tra il
classici, incontravano luoghi spesso che si limitavano Vita Hadriani, XXVI,5). I luoghi citati sono sette, il Liceo, protagonista Polifilo e l’amata Pollia.
a terrazzamenti su rovine di sostruzioni antiche e a muri l’Accademia, il Pritaneo, il Canopo, la Valle di Tempe e Villa Adriana fu poi perlustra da Francesco di Giorgio
in elevato immersi nella vegetazione spontanea di rovi e perfino gli inferi. ll repertorio rimandava alle inclinazioni che ne rileva a fil di ferro e in modo schematico le piante di
spini. Doveva essere forte l’interrogativo di riconoscere i dell’imperatore che aveva tratto dai suoi viaggi in oriente alcuni edifici. Seguirono Giuliano da Sangallo, Raffaello,
luoghi dei vivaria, ornithones, piscinae, academiae di particolare ispirazione, maturando l’idea che nella sua Baldassarre Peruzzi, Palladio e soprattutto l’architetto
cui si componevano le ville antiche come descritte dai villa dovessero trovarsi i luoghi topici dell’antichità, frutto di napoletano Pirro Ligorio, ingaggiato da Ippolito II d’Este,
vari autori, e identificarne i nomi degli illustri proprietari. una selettiva attività della memoria e delle sue predilezioni, per intraprendere scavi e ricerche di antichità e realizzare
Alcune attribuzioni di ville celebri risalgono proprio non necessariamente nella forma di una loro riproduzione, la villa d’Este di Tivoli.
alle perlustrazioni di Biondo Flavio e tra queste Villa bensì secondo quella predisposizione e moda, coltivata Pirro Ligorio dedica a Villa Adriana una descrizione
Adriana riconosciuta nel luogo vicino a Tivoli, noto allora già da Cicerone, di trasferirne il significato più intrinseco nel libro delle antichità di Tivoli dove sono illustrate in
semplicemente come Tivoli vecchio (1). da luoghi affini intesi in modo elettivo, aperti, terrazzati, particolare le ville (Torino, vol. 20, ff. 30 e ss.) e nella
Flavio Biondo si recò a Tivoli nel 1461 come racconta dotati di portici ornati di statue ed erme, o semplicemente Descrittione di Villa Adriana, dove riprende, come già aveva
in una sua lettera del 12 settembre di quell’anno, pergolati, dove passeggiare, dai nomi dei Ginnasi ateniesi, iniziato il suo mentore Biondo Flavio, quell’operazione
indirizzata a Gregorio Lolli Piccolomini. Nella tarda estate come il Liceo di Aristotele e l’Accademia di Platone, nominati di identificare i luoghi nominati da Sparziano: il Liceo,
aveva raggiunto il papa Pio II Piccolomini che aveva nelle sue lettere ad Attico. Nell’ambiente vicino a Biondo l’Accademia, il Pritaneo, il Canopo, la Valle di Tempe, gli
trascorso a Tivoli la villeggiatura e nella gita settembrina, questa testimonianza è ricordata anche da Leon Battista inferi ed altri ancora da lui suggeriti che rimarranno sino ad
accompagnati da un folto seguito, aveva condotto il papa Alberti (De re aed. VI, 4) e da Pio II nei Commentari. Più oggi, a partire dal Pecile, da cui inizia la sua perlustrazione.
dapprima sul Monte Sant’Angelo, dove ebbero modo di tardi ricorrerà nella guidistica da parte di Leandro Alberti Metteva a frutto le sue conoscenze sul mondo antico
vedere i resti di ville che insistevano sulle pendici e quelle (1550) e di Palladio (1554). Flavio Biondo rivolge al papa raccolte nei suoi trattati manoscritti esercitandosi in un
lungo la strada di Carciano. Qui in seguito si era recato particolare apprezzamento nella perizia dimostrata nel laboratorio privilegiato, quale si mostrava la villa, nella
in cerca di epigrafi Fra’ Giocondo. Più tardi nella pianta di riconoscere i luoghi della villa. Il ricordo della gita ritorna sua complessità e stato di rovina. In questo esercizio ogni
Eufrosino della Volpaia della campagna romana del 1547, nelle addizioni alla sua Italia illustrata e da parte di Pio II elemento poteva suggerire l’evocato luogo da riconoscere
questo sito veniva indicato con il nome di “villa di Cassio”, nei Commentari. Nelle rovine il papa paragona lo sviluppo e a cui riferirsi per battezzare e rinominare le parti della
sulla scorta di toponimi locali. Nella lettera, Biondo Flavio di questa villa imperiale ad un grande complesso urbano villa che ne potevano evocare il ricordo. Potevano essere
cita gli autori classici che scrissero su Tivoli, e tra questi dove erano ancora in piedi alte e ampie volte di templi, la particolare conformazione del sito, le vedute, gli
Orazio. Ricorda gli acquedotti e si dimostra interessato camere in semidiruti palazzi, peristili, e colonne di portici affacci insieme agli elementi architettonici, come portici,
alle ville costruite intorno all’antica Tibur, a partire da imponenti, resti di piscine e di bagni. L’immagine trasmessa euripi, criptoportici. L’idea di villa antica maturata nelle
quelle in sito più elevato e panoramico (sulla strada di è quella del trascorrere del tempo che aveva sfigurato perlustrazioni, rilevazioni, scavi e nei suoi trattati si arricchiva
Carciano), concludendo la sua perlustrazione con il papa tutto, ricoprendo le rovine di edera, con spini e rovi e covi in questa fondamentale esperienza cognitiva.
Pirro Ligorio, il fregio della Rota (Teatro marittimo) e in basso il padiglione della
Pio II nel sito ancora incognito, noto come Tivoli vecchio, di serpenti da cui traeva insegnamento su quanto fossero Ogni luogo diventa occasione di digressioni. Il suo itinerario Piazza d’Oro (Windsor n. 10377v, da Ranaldi, cit., p. 119)
riconosciuto da Biondo Flavio per la prima volta come la effimere le cose e la natura dei mortali. La visione di questi somiglia molto a quelli di un visitatore attuale. Inizia dal
villa dell’imperatore Adriano. La sua guida letteraria è la luoghi abbandonati rimandava all’immagine di come Pecile, in riferimento a quello di Atene, come un Ginnasio ottagono “molto bizzarro” nel mezzo (quello nell’isolotto) e
Vita di Adriano di Elio Sparziano e il celebre passo in cui il invece dovessero essere nel passato, riprendendo il topos e di questa tipologia diffusissima nelle ville romane, Ligorio i fregi zoomorfici, rilevati anche da Giuliano da Sangallo,
biografo scrive di Adriano: «Fece costruire con eccezionale letterario destinato a grande fortuna «quanta fuerit impensa scrive, la villa tiburtina ne aveva cinque o sei come luoghi con carri trainati da “mostri marini” ed altri guidati da
sfarzo una villa a Tivoli dove erano riprodotti con i loro ruina etiam hodie docet …». Diversamente Francesco ornati di portici, piazze, bagni, scuole, diete, emicicli, amorini, ed altri ancora tirati da uccelli delle più varie specie
nomi i luoghi più celebri delle province dell'impero, come il Colonna nel Hipnerothomachia Poliphili, pubblicato a piscine, luoghi per correre, esedre e teatri (Torino, vol. 20, che illustra in un disegno. Prosegue con la Biblioteca, i
Liceo, l'Accademia, il Pritaneo, la città di Canopo, il Pecile Venezia nel 1499 da Aldo Manuzio, è già rapito dal f. 31). Prosegue con la Rota (Teatro Marittimo) con l’edificio vari appartamenti, il Triclinio, il Teatro, l’ippodromo, e il

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per amore di Antinoo e per recar memoria dell’Egitto e LA CULTURA ANTIQUARIALE E IL MUSEO PIRANESI
della provincia di Alessandria. Poi più in alto descrive a
lungo l’Accademia con il tempio rotondo, e un altro luogo PIER LUIGI PANZA
ovato, il teatro dove erano le statue delle Muse, il Liceo,
Abstract: Piranesi was not only an engraver and architect, but he also excavated, restored, collected and sold Ancient
l’Inferno (tutti luoghi esclusi dai percorsi di visita attuali
Roman artefacts in his ‘house-museum’ at Palazzo Tomati in Rome. The paper aims to analyze the excavations carried
perché privati) e dalla parte opposta, a nord est nel luogo
out by Piranesi at Villa Adriana with the famous antiquarian Gavin Hamilton. On the basis of manuscripts, engravings
più fresco e ombroso, la Valle di Tempe, in ricordo di quella
and texts of the time, these works have been identified and re-discovered, and the most important are represented by the
della Tessaglia. Villa Adriana veniva trattata come esempio
Trentham Laver and the Vase Boyd (today at the British Museum) and the Newdigate Candlestick (today at Ashmolean
autorevole, sulla scorta della testimonianza di Spaziano,
Museum in Oxford). The analysis addresses the setting up of an inventory of these works as well as to investigate the
in cui una memoria di un luogo poteva tradursi in forma
reason for each object entering the collection. Concerning the latter, “the discovery of the spread of the collection of
evocativa, nella specificità di una fisionomia architettonica
antiquity has identified the links and trajectories of collecting at the time”. The central discourse of this collection is the
del tutto nuova nella composizione articolata lungo
intention to create a sort of “Museo Sagro Santo” with all the typical ornaments and patterns of the Roman antiquities.
direttrici ed assi, variamente orientati, formati da portici sul
tipo delle stoa greche, specchi d’acqua di piscine ed euripi, Tra i 64 siti di scavo che gli inglesi aprirono a Roma negli e architetto durante il pontificato Rezzonico e allora in
pianori e piazze come ginnasi e palestre. Ne risultava anni Sessanta (1) del XVIII secolo il più rilevante fu quello cerca di nuove commesse, accentuò la sua presenza come
avvalorata l’idea di fondo che le ville antiche emulassero di Villa Adriana a Tivoli. Qui gli scavi erano stati iniziati dal scavatore e art-dealer. Tanto che prese a figurare nella lista
modelli colti, densi di riferimenti a luoghi geografici noti proprietario Lolli nel ’24, ma attuati in maniera massiccia degli antiquari attivi in Roma che l’assessore alle Antichità e
nell’immaginario dei miti, eroi e filosofi, per lo più orientali, solo con l’autorizzazione ottenuta da Gavin Hamilton nel Cave Alessandro Bracci preparò per il nuovo Commissario
trasposti in contesti del tutto diversi. 1769. alle Antichità, Giovanni Battista Visconti: «Cavalier Piranesi,
Questo metodo ed esercizio indiziario di riconoscimento La Villa si estendeva su una superficie di 56 ettari e la vendita accanto il portone Tomati in strada felice» (2).
dei luoghi evocati maturava nel progetto della Villa d’Este. dei reperti in essa rinvenuti diede vita a grandi collezioni Sebbene non disponiamo di diretta documentazione della
Il giardino disteso sul pendio e il palazzo sul fondale inglesi, romane e russe. Fu durante gli scavi di Hamilton a partecipazione di Piranesi agli scavi, alcuni documenti,
rinnovavano il repertorio delle ville con risultati scenografici Villa Adriana che Piranesi, figura di spicco come incisore gli studi di Bignamini-Hornsby (3), Lanciani (4) e le
inediti in un contesto rivisitato con le fontane della Rometta,
a destra verso sud, e di Tivoli, dalla parte opposta a nord, Da sinistra: Trentham Laver, British Museum; Candelabro Newdigate con teste di elefante, Ashmolean, Museum Oxford ; Candelabro Newdigate con gru, Ashmolean
di forma ovata con platani davanti. Ligorio interpreta il Museum Oxford Vaso Boyd British Museum

paesaggio, la geografia del sito, la varietà delle vedute,


gli affacci, gli orientamenti collocando la nuova villa
nel teatro e circuito delle ville antiche (da lui ritenute di
Augusto, Orazio, Vopisco, Quintiliano), che come scrive
“circuiscono il tutto come una cavea di theatro aperto verso
ponente” (2). Il paesaggio diventa un teatro di antiche ville,
La Valle di Tempe affaccio sul panorama a tramontana
o presunte tali, che lambivano la tortuosa valle dell’Aniene
con la principesca Villa d’Este in scenografica posizione
privilegiata.
luogo “che modernamente si dice piazza dell’Oro” perché
1. Rimando in questo testo per brevità a A. Ranaldi, Pirro Ligorio e l’interpretazione
orientato a est, che rappresenta nel disegno. Poi le terme delle ville antiche, Quasar, Roma, 2001, in particolare pp. 19-20, 29-33, 46-51,
con la stanza del laconico e gli altri ambienti termali. 97-122, 160, per approfondimenti, riferimenti a fonti e bibliografia.
Riconosce il Canopo, nominato da Sparziano, costruito 2. Cfr. A. Ranaldi, Pirro Ligorio, Torino, vol. 20, f. 28, cit., pp. 198-201

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