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media.inaf.it
PAESE :Italia
TYPE :Web Grand Public
Vi ricordate il concorso “C’è posta per E.T.” presentato lo scorso settembre da Edu Inaf,
in occasione della Notte europea dei ricercatori? La rivista di didattica e divulgazione di
Inaf in quell’occasione lanciò il primo concorso per le scuole gestito dal gruppo di
didattica innovativa Play, chiedendo ai partecipanti una cosa solo apparentemente
fantascientifica: preparare un messaggio da inviare verso esopianeti potenzialmente
abitabili.
Ovviamente, al termine del concorso, a portare il messaggio non ci saranno bici o una
versione verde di Maria de Filippi, bensì onde radio… e non ci saranno bigliettini
all’interno di buste o bottiglie di vetro abbandonate nello spazio ma numeri: tanti 0 e 1
quanti saranno quelli che servono per codificare l’informazione che i partecipanti
decideranno di inviare.
«I codici sono convenzioni condivise tra chi vuole comunicare. Ogni sistema di
comunicazione si basa sul presupposto che il mittente e il destinatario conoscano le
regole di codifica e di decodifica e rispettino dei protocolli, procedure rigorose che
stabiliscono come debba essere utilizzato uno specifico canale di comunicazione»,
spiega Alessandro Bogliolo, professore ordinario di sistemi per l’elaborazione
dell’informazione all’ Università di Urbino, partner di Inaf in molte iniziative di public
outreach legate alla diffusione del coding e all’alfabetizzazione digitale. «Ma cosa