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RIPRESA DI QUARTO POTERE DALLA LEZIONE SCORSA: Orson Welles quando lo gira ha 25-26

anni e non ha mai girato nulla. Si appassiona al gioco e vuole girare un film d’autore (come già detto, la
RKO gli ha dato carta bianca e Welles ha la fama di genio per la radio). Welles crea una sceneggiatura fatta a
puzzle, basata sulla biografia di un magnate della stampa raccontata attraverso varie testimonianze, compresa
quella scritta di un banchiere di New York. La ricostruzione è episodica e richiede quindi una composizione.
Quello che c’è fondamentalmente è un’”acronologia”; ma il vero problema è conoscere l’essenza di un
uomo, il suo segreto. La pista è la sua ultima parola: “ROSEBUD”: tutto il film rappresenta un’inchiesta alla
ricerca del significato di questa parola. A fine film diventa poi più chiara la separazione tra il giornalista
Thompson e il narratore (che però NON COINCIDONO), nel senso che lui non riesce a risolvere il
problema, mentre il pubblico sì, perché verso la fine del film ci sarà una carrellata aerea nei fondi del
castello, con tutto quello che ha comprato durante la sua vita. Ci sono 2 operai che stanno buttando via il
ciarpame, stanno sgomberando questa “cantina” e nel fuoco viene gettato uno slittino con su scritto appunto
“Rosebud”: che quindi rappresenti l’infanzia perduta? In effetti sembra proprio così, partendo proprio dalla
sfera che si rompe a inizio film, poi anche dal fatto che sua madre, avendo ereditato una miniera, vorrebbe
un’educazione adeguata per il figlio; lo affida quindi ad un banchiere, strappandolo dalla sua infanzia e dal
suo ambiente. Lui cerca di difendersi con lo slittino, tuttavia diventa uno degli uomini più ricchi al mondo,
ma come tutti ha una debolezza, la sua infanzia perduta. Lui non vuole fare soldi: l’unica cosa che gli
interessa è il giornale, perché vuole far pensare gli altri come pensa lui. Thatcher lo accusa di essere un
comunista, ma per i sindacalisti lui è un fascista. Il film è molto pirandelliano.
Forme: Welles vuole fare nuove inquadrature: nel cinema classico hollywoodiano le riprese sono effettuate
con obiettivi tra 35 e 50 mm e normalmente bisogna scegliere che cosa mettere a fuoco: i personaggi, lo
sfondo o quello che succede sullo sfondo (se non si vuole ricorrere al montaggio). Welles invece vuole
mettere tutto a fuoco: ci riesce sfruttando l’effetto pan focus, mettendo molta profondità di campo a fuoco.
Per ottenere questo servono tre condizioni:

1. Un obiettivo da 35 mm molto largo (un grandangolo)


2. Condizioni favorevoli di luce (per chiudere il più possibile il diaframma), quindi passando da 16 a 3 - 3,5
- al massimo 4
3. Una pellicola sensibilissima con lenti che permettano di moltiplicare la luce disponibile.

Facciamo un esempio: se quest’aula fosse adeguatamente illuminata e metto una macchina da presa sulla
cattedra, ho la possibilità di inquadrare perfettamente sia la bottiglia (che appare gigantesca) sia la gente che
è in fondo all’aula.

Ripresa del film: inizia con la visione di un cancello che dà accesso ad un maniero, dove Kane sta morendo.
Quella che tiene in mano è una sfera di vetro con dentro la neve (anche lì evidente l’infanzia perduta), sfera
che lascia cadere al momento del trapasso. Il film cambia successivamente tonalità, le inquadrature si fanno
finte. Si passa successivamente al cinegiornale: Welles dà un livello di informazioni attraverso il
cinegiornale che è totalmente finto (un po’ come Zelig di Woody Allen), al punto che Kane esclama :”Non
credo a quello che dice la radio”. Quando il cinegiornale poi è finito il caporedattore ha notato che non c’è
stata informazione e reagisce esclamando “Rosebud viva o morta!”.
Il film ha stili molto diversi e risente molto della formazione radiofonica di Welles, perché va a stacchi.

VISIONE DEL FILM:


1. http://www.youtube.com/watch?v=yJk8blH5RNE&NR=1
2. http://www.youtube.com/watch?v=iKGUZwnBOVE&NR=1
3. http://www.youtube.com/watch?v=6O5pojYyYvs&NR=1

COMMENTO DURANTE LA VISIONE: come si vede è tutto sovraesposto, non si hanno stacchi. Dopo lo
stacco appaiono nettissimi i tre piani. Qualche momento dopo: la luce entra da sinistra, l’ambientazione
ricorda un po’ l’espressionismo tedesco. Appare poi il piano sequenza, per introdurre la scena di Kane sulla
neve da piccolo, seguito poi appunto dal pan focus, particolarmente evidente nella scena dei genitori che
parlano con il banchiere. Poi quando escono è evidente anche la struttura a puzzle.

COMMENTO DOPO LA VISIONE: il punto di vista di Thatcher (il banchiere) è profondamente negativo e
lo è ancora di più di Kane, il cui punto di vista a sua volta diventa positivo.
Il racconto di Bernstein, factotum di Kane, lo fa poi diventare addirittura un personaggio positivo (“lui
combatte per la povera gente”), ma ha mietuto anche delle vittime, il cui racconto poi lo ridimensiona.
La guerra tra Stati Uniti e Spagna è forse la prima guerra imperialista (gli USA riescono a strappare Cuba
agli spagnoli, poi se ne vanno ma hanno ancora Guantanamo; in quella guerra si distingue molto Roosevelt).
In effetti lui dà l’aria di voler difendere la povera gente ma è uno di quelli favorevoli alla guerra contro la
Spagna; quando gli viene chiesto se ci sarebbe stata una guerra tra Stati Uniti ed Europa all’inizio degli anni
’40 risponde negativamente, ma dopo poco tempo viene smentito dai fatti.
Inoltre ci sono scene lunghe che si alternano ad altre più corte e rapidissime, con un evidente montaggio. La
colonna sonora del film è di Bernard Hermann; quando Susan Bernard debutta inventa il nome di un’opera
che dal titolo sembra risalire a fine ‘800 (Salambo) con un’ambientazione cartaginese.

NEOREALISMO: è un fenomeno che si sviluppa a partire dal 1945-46; i capiscuola sono Rossellini, De
Sica (Sciuscià, Ladri di biciclette), ma anche Visconti. Non essendoci un manifesto o roba del genere, è
difficile situare l’inizio preciso del movimento.
Per esempio, ROMA CITTÀ APERTA nasce per caso, sul principio “bisogna fare di necessità virtù”. In
effetti bisognerebbe avere a disposizione Cinecittà ma è un accampamento di sfollati; oltretutto manca tutto,
pellicole comprese; non ce n’è neanche di qualità scadente, molta è stata utilizzata dai reporter di guerra e
comunque è pellicola da documentario; per questo bisogna farla arrivare dagli Stati Uniti, che ne hanno una
certa disponibilità, ma costa parecchio, quindi anche qui ci accontenta di pellicola da documentario. Inoltre
non si possono girare scene da interno durante il giorno, perché mancano luce e anche soldi. Oltretutto si
vorrebbero assumere attori professionisti e famosi ma chiedono compensi da capogiro.

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