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BILANCIO DELL’UNIONE EUROPEA

B1 FEOGA (Fondo Europeo di Orientamento e Garanzia Agricola) 47,8%


(= PAC x intervento sui prezzi, per parte non strutturale)
B2 Azioni strutturali (politica strutturale) 34%
B7 Azioni esterne della comunità (finanziamento della PESC  2° 6,6%
pilastro, azioni di cooperazione e sviluppo di paesi africani e caraibici
e di altre aree geografiche: Mediterraneo, America Latina, Serbia,
Ucraina, Bielorussia, Montenegro, ecc.)
B9 Spese amministrative 5%
B3 - B6, B8 Altre spese 6,6%
B1 e B2 sono le politiche più finanziate nel bilancio dell’UE. Oggi il bilancio (previsione di
spesa) ammonta a circa 90 miliardi di euro.

Politica Agricola Comune (PAC)


Ci sono voluti 7 anni per renderla operativa. Tra il ’58 e il ’66 c’è stata la definizione dei
contenuti della PAC perché doveva essere accolta all’unanimità (6 membri).
L’1/2/1967 si raggiunse il consenso sui contenuti della PAC da parte del Commissario
olandese.
L’art. 2 del Trattato di Roma stabilisce un obiettivo: l’autosufficienza alimentare in Europa
e assicurare il benessere nelle campagne. Ma il prezzo dei prodotti agricoli cambia ogni
giorno e di solito i prezzi sul mercato mondiale sono più bassi di quelli stabiliti dalla CEE
perché i nostri costi di produzione sono più alti.
MERCATO INTERNAZIONALE MERCATO INTERNO
CEE
Europa esportazioni
all’interno dell’UE
Prezzo mondiale

Per commerciare con l’estero c’è la TDEC (Tariffa Doganale Esterna Comune) per
proteggere i nostri prodotti, dal momento che il prezzo europeo è più alto di quello estero
(USA, Argentina, Cina).
Esempio: la Cina ci invade con i pomodori, noi con la TDEC, le cui prime 24 voci sono
prodotti agricoli, imponiamo un PRELIEVO AGRICOLO (non è un dazio, perché il dazio è
fisso, mentre le merci agricole variano di prezzo ogni giorno), che cerca di colmare la
differenza tra il prezzo internazionale e il prezzo europeo di quel prodotto.
Se invece il prodotto europeo viene esportato verso paesi terzi, ci deve essere una
compensazione: RISTORNO o RIMBORSO ALL’ESPORTAZIONE: la differenza tra il
prezzo di produzione europeo e quello presente sul mercato mondiale. È una sovvenzione
che permette ai nostri produttori di esportare verso i paesi terzi.
C’è poi un VERSANTE INTERNO DELLA GARANZIA per chi non esporta e produce per il
mercato interno. Il territorio europeo è diviso in tante zone di produzione con diversi prezzi;
per ciascuna zona si stabilisce il PIB (Prezzo Indicativo di Base) che è un prezzo medio
remunerativo. La PAC ritira l’invenduto eventuale ad un Prezzo di Intervento sulla base del
PIB (riducendolo di poco). Ciò si chiama AMMASSO FACOLTATIVO, non è obbligatorio e
si effettua tramite l’AIMA (Azienda Intervento Mercati Agricoli, ce n’è una per paese).
Questa PAC ha però un rovescio: i produttori aumentano le quantità prodotte perché la
PAC compra l’invenduto ( produzioni intensive con fertilizzanti  inquinamento), quindi
si ha anche un basso livello qualitativo dei prodotti e la concentrazione delle terre in grandi
proprietà. I maggiori beneficiari sono stati la regina d’Inghilterra e il latifondo spagnolo. Le
piccole e medie imprese non sono tutelate abbastanza e l’ambiente nemmeno.
La PAC è composta dai FEOGA-G (Garanzia, ± 50%) e dalle Azioni Strutturali (± 34%).

Azioni Strutturali
Intervento sulle strutture per un progresso ordinato del mercato europeo.
Obiettivo: coesione economico-sociale della Comunità.
Ci sono 3 fondi per le azioni strutturali:
FEOGA-O (Orientamento) Intervento sulle strutture agricole;
FSE Fondo Sociale Europeo, per favorire i settori e i soggetti economici più deboli
(x es. a favore della formazione): per i disoccupati, per le donne nel lavoro, per
i disabili, ecc.;
FESR Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, destinato alle regioni poco sviluppate
(Calabria, Sardegna, Sicilia hanno ottenuto stanziamenti).
Più di recente si è aggiunto:
SFOP Strumento Finanziario per l’Orientamento della Pesca (per le zone costiere;
per sostituire i pescherecci, ecc.)
Fino al 1988 questi strumenti agivano in maniera scoordinata. Nel 1988 si è provveduto al
loro coordinamento anche per standardizzare le procedure per attingere ai fondi. La
controparte della Commissione è costituita dalle Regioni europee (es.: Regione Liguria).
Tra il 1988 e il 2000 era diverso da oggi (adesso siamo nel programma 2000-2006).
La Commissione oggi (2000-2006) ha individuato 3 grandi obiettivi:
1) Sviluppo regionale (regioni in ritardo di sviluppo → FESR)
2) Regioni in declino industriale (come la Liguria)
3) A carattere sociale.
La Regione, sulla base dei regolamenti ed esaminati gli obiettivi, prepara un DOCumento
Unico di Programmazione pluriennale, il DOCUP, in cui essa prevede degli interventi nel
proprio territorio. La Commissione Europea esamina il DOCUP. Se lo approva, sulla base
della richiesta della Regione, arriva lo stanziamento .
1), 2), 3) sono interventi plurifondo: lo stesso tipo di attività può essere finanziato da 1 o +
dei fondi europei a disposizione. Oggi in Liguria riceviamo stanziamenti dal 2) e dal 3).
Ci sono inoltre 4 programmi europei finanziati direttamente dalla Commissione:
1) EQUAL: per le pari opportunità (riguardo a zona, provincia, regione);
2) URBAN: per migliorare l’ambiente nei grandi centri urbani (inquinamento);
3) LEADER +: per fissare i residenti nel territorio agricolo (con interventi diretti non
all’agricoltura, ma per migliorare l’abitabilità del territorio, per esempio restaurando castelli
per incrementare anche il turismo nella zona, ecc.);
4) INTERREG, per stimolare le attività che riguardano più regioni, specialmente se
appartengono a stati diversi.

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