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CARATTERI PRINCIPALI DEL NEOREALISMO:

 I film non vogliono raccontare una storia, bensì mostrare la vita, quindi non sono preceduti da una
sceneggiatura curata.
 Si rifiuta lo studio cinematografico; si preferisce girare all’aria aperta.
 Gli attori per la maggior parte delle volte vengono presi dalla strada (un esempio: chi è Lamberto
Maggiorani? Il protagonista di Ladri di biciclette, che ai più è quasi sconosciuto), perché i film sono
spesso doppiati.

PAISÀ di Rossellini: neanche qui ci sono attori professionisti.


Dato che i film neorealisti raccontano la vita delle persone della strada, assumono automaticamente carattere
sociale. I temi principali sono la disoccupazione e la conseguente povertà (si arriva addirittura a vendere le
lenzuola), il disagio giovanile (presente in Sciuscià), quindi si tratta essenzialmente di un cinema impegnato.

Ritraendo i problemi del momento attuale, si può dire che questo tipo di cinema si sia ispirato al Verismo di
Verga e di Di Giacomo; il film più rappresentativo è proprio Paisà, che racconta una serie di episodi avvenuti
dopo lo sbarco in Sicilia; gli episodi raccontano infatti l’avanzata degli Alleati in Italia dalla Sicilia alla
Pianura Padana ed ognuno ha una forte caratterizzazione. Nel primo episodio ad esempio la protagonista è
una donna siciliana che conversa con un soldato; la comunicazione avviene nonostante la forte diversità
(siciliano con forte accento contro americano).

Nel Neorealismo la scena deve essere credibile, per questo la sceneggiatura spesso non esiste, si filma così e
si usa una pellicola da documentario; la realtà inoltre è mutevole.

Un altro film di Rossellini è Germania anno 0: per realizzare questo film (molto improvvisato) Rossellini si
reca in Germania, a Berlino, per raccontare le vicende di Edmund, un bambino tedesco, che è l’unico che
riesce a mantenere veramente la famiglia con alcuni furti; il padre è a letto; il fratello si barcamena come può
e la sorellina intrattiene i soldati, facendo la signorina. Un giorno Edmund incontra il suo vecchio maestro
delle elementari (nazista e pedofilo) che prima lo introduce nel suo circolo di gente come lui, poi ascolta la
storia e la conseguente situazione precaria del bambino. Alla fine gli risponde con il modo di pensare
tipicamente nazista: il mondo è dei forti, i deboli devono soccombere per permettere ai migliori di
sopravvivere; come conseguenza di ciò lui dovrebbe uccidere il padre. Sebbene con qualche riluttanza,
Edmund fa quello che gli viene detto. Nel finale poi il fratello maggiore riesce a trovare lavoro, quindi la
famigliola per tirare avanti non ha più bisogno del bambino per vivere. Ma la precedente situazione ha fatto
in modo che Edmund non potesse vivere la sua infanzia come gli altri, perché ha ucciso il padre e quindi non
lo vuole nessuno; inoltre in questo momento non è più un bambino ma neanche un adulto. Viene quindi
descritto il suo calvario, che termina così: Berlino intanto viene ricostruita, Edmund si reca su un palazzo
diroccato, osserva la ricostruzione di Berlino per un pochino, poi si butta, come una vecchia maceria.
In questo film il bambino è un’entità negativa; inoltre questi tipi di film trasmettono questo pensiero: anche
se avviene una perdita, c’è sempre la speranza di avere un mondo migliore.
Non si parte mai da un’idea preconcetta, il pubblico viene indotto a giudicare solo alla fine; anche se suscita
un pensiero etico, questo tipo di cinema non è sicuramente né ideologico né politico.
Inoltre anche le morti sono brutte; oltre a questa, in Roma Città Aperta Anna Magnani muore lo stesso in
maniera brutta (perde le scarpe mentre insegue un camion), mentre nei film di Hitchcock si muore bene (Il
nodo alla gola – The rob, 1947: due universitari uccidono un loro amico per procurarsi un delitto perfetto;
mettono il cadavere in una cassapanca in casa e, per procurarsi dei brividi, nella stessa casa danno una festa,
con la gente che si siede sulla stessa cassapanca…).

PAISÀ: bisogna fare una premessa: era abitudine degli Sciuscià (bambini lustrascarpe di Napoli) catturare
soldati alleati ubriachi per poi venderli a prezzo sempre più alto; alla fine i malcapitati venivano derubati di
tutto quello che possedevano.

Negli Anni ’50 il Neorealismo si esaurisce e si trasforma in qualcosa come “merce destinata all’estero”; in
effetti in Italia non piacevano molto, mentre ai critici sì; saranno oltretutto ridoppiati e all’estero ebbero
molto successo; a questo proposito, in Ladri di biciclette il protagonista mentre sta attaccando un manifesto
viene derubato della bicicletta, a testimonianza del fatto che “Il cinema americano ci sta rubando tutto”.
VISIONE DEL FILM (secondo episodio):
1. http://www.youtube.com/watch?v=NV6_Q0jQ7_o
2. http://www.youtube.com/watch?v=hnJqcd75SWc1

COMMENTO: non c’è nessuna sceneggiatura, gli attori improvvisano. Il film non ha ideologia: l’incontro
del bambino e del soldato segna come un incontro tra diversi, ma che sono in un certo senso accomunati:
entrambi abitano in una grotta. L’intesa è ancora più evidente quando il soldato lascia cadere le scarpe, segno
di solidarietà e di comprensione.
Rossellini è inimitabile come capacità di emozionare: il film è umile, è povero, in un certo senso è brutto, ma
è volutamente così.

CINEMA DI VISCONTI: verso la fine degli anni ’30 alcuni intellettuali sul giornale CINEMA, diretto dal
figlio di Mussolini, desideravano un ritorno alla realtà, “come ci ha insegnato Verga”. In effetti il fascismo si
prodiga molto in questo senso, costruendo strutture come Cinecittà (1936) e il Centro Sperimentale di
Cinematografia (1937), oltre alla rivista “BIANCO E NERO”.

OSSESSIONE (1943): film ispirato a un romanzo di James Kane, tipicamente ambientato “on the road”.
Visconti legge questo romanzo e vorrebbe farne un film ma non può andare in America a girarlo (all’epoca
era Stato nemico); cerca allora un ambiente che possa essere il più possibile simile al deserto americano e lo
trova nella zona di Ferrara (vaste pianure, strade dritte), anche se si sottolinea una certa voglia di America (il
distributore ha le scritte in inglese). Molto è basato sulla realtà ambientale.
La storia è torbida: si racconta una passione tra amanti, culminante nella decisione di uccidere il marito di lei
per riscuotere l’assicurazione, ma dopo subentrano sensi di colpa, la polizia indaga e i due vengono arrestati.
Si potrebbe quindi dire che la storia faccia parte del cinema noir (gli elementi di sesso e denaro sono
evidenti).

VISIONE DEL FILM:


1. http://www.youtube.com/watch?v=IcCoK7qnjyo&NR=1
2. http://www.youtube.com/watch?v=Q5w0P6u_R9I&NR=1 (fino a 5:00)

COMMENTO: il protagonista è Massimo Girotti, padre di Terence Hill; Giovanna viene impersonata da
Chiara Calamai (Visconti avrebbe voluto Anna Magnani per quel ruolo ma era indisponibile all’epoca perché
incinta). L’eros passa attraverso la cucina (trend americano); ma quando sono insieme Visconti fa una
panoramica del corpo nudo di Gino, non della donna, come ci si potrebbe aspettare (Visconti era
omosessuale). Inoltre i film di Visconti sono spesso molto elaborati, ricchi (non solo ci sono lunghi carrelli
per far muovere le telecamere, ma si usano addirittura anche le Dolly, vale a dire le telecamere sistemate su
piccole gru, per inquadrature panoramiche). Inoltre è un cinema molto letterario, basato sulla cronaca; per
quanto riguarda la musica, Visconti è molto colto (a differenza di Rossellini) e anche la musica segue il film:
per esempio, il marito canta un pezzo della Traviata; Giovanna (forse per attirare Gino) canta “Fiorin
Fiorello”. Il film è anche molto scorretto: più tardi il personaggio di Gino incontra un artista di strada, che
chiama “Lo Spagnolo” perché ha partecipato alla guerra di Spagna, e sarà costretto a scegliere tra lui e
Giovanna, a sua volta donna pericolosa (questi film in effetti sono abbastanza maschilisti, perché
rappresentano la donna come personaggio negativo e sfruttatrice dell’uomo, che a sua volta è uno strumento
ingenuo nelle sue mani.

Il Neorealismo è molto popolare: un altro esempio è rappresentato da Riso amaro, girato presso le mondine,
con una maggiorata come protagonista. A volte esso si stempera in commedia (il film Poveri ma belli mostra
il cambiamento dei tempi, vedi la Vespa o anche la voglia di vivere insieme.
La comicità è molto varia ed è soprattutto a carattere regionale (vedi Il Sorpasso, in cui Gassman fa il
“romanaccio”, o anche Pane, Amore e Fantasia).

Visconti ad un certo punto dopo avere girato Bellissima (in cui una mamma vorrebbe che la figlioletta
diventi una star) reagisce e gira SENSO, ambientato nell’Italia della Terza guerra di Indipendenza e ispirato

1
Mi spiace per la versione poco comprensibile ma è l’unica che ho trovato
ad una commedia di Boito; in particolare viene descritto l’ambiente della battaglia di Custoza. Il film è molto
musicale, con dedica particolare al melodramma di Verdi; i costumi sono perfetti. Il film è a colori.

VISIONE DEL FILM:


1. http://www.youtube.com/watch?v=nKMq0cJbgKg
2. http://www.youtube.com/watch?v=fYc2VqMI4N8&NR=1

TRAMA: una contessa si innamora del tenente Franz Mahler, al punto da rubare i soldi destinati ai patrioti;
nell’ultima parte del film si descrive poi la guerra: lei è sfollata e sta in una villa palladiana (anche qui
evidente il disprezzo per i vincitori); lui va a trovarla. Dopo qualche tempo lei decide di ricambiare la
cortesia e sapendo che lui si trova a Verona, vi si reca, ma lo trova in balia dell’alcool e in compagnia di una
prostituta (raffigurazione del declino austriaco, culminato con la Prima guerra mondiale). Dopo averla vista,
lui inizia a trattarla male e a offenderla in vari modi, tanto che poi lei lo denuncia alle autorità austriache.
FINALONE: Franz viene fucilato.

COMMENTO: Visconti è un temperamento decadente, non è interessato ai patrioti ma a coloro che stanno
dalla parte “sbagliata”, agli sconfitti (in questo caso austriaci e austriacanti), li mette proprio in primo piano
(particolarmente evidente all’inizio, con il lancio di volantini alla Fenice, per richiamare VIVA VERDI –
cioè VIVA Vittorio Emanuele Re D’Italia). La materia è quella tipica del melodramma, la musica è di
Bruckner (compagno di Gustav Mahler, famoso musicista vissuto tra fine ‘800 e inizio ‘900: sarà mica da lì
che ha tratto il nome del protagonista?). Anche qui Visconti dimostra interesse per i particolari e per la
fedeltà storica: i costumi sono proprio quelli dell’epoca e anche gli attori che impersonano gli austriaci
parlano un ottimo tedesco.

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