Annuario 1975

Eventidel 1974

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CULTURAL

LA MONEDA

CENTRO DE DOCUMENTACIÓN
ARTES VISUALES

Todos los derechos reservados . Prohibida la reproducción parcial y/o total. Conforme a la ley
Nº 17.336 sobre Propiedad Intelectual de Chile.
La Biennale
di Venezia Annuario1975
Eventidel1974

A cura dell' Archivio storico delle arti contemporanee - 1975

 Contributi
Eugenio Barba, Franco e Franca Basaglia, Luciano Berio, Sergio Bettini,
Francesco Bolzoni, Paolo Castaldi, Aldo Clementi, Francesco Dal Co,
Mario De Micheli, Franco Donatoni, Gillo Dorfles, Wladimiro Dorigo,
Genoveva Forest, Heinz-Klaus Metzger, Luigi Nono, Pier Paolo Pasolini,
Henri Pousseur , Pierre Restany, Gian Domenico Romanelli, Alfonso Sastre ,
Luciano Scabia, Karlheinz Stockhausen .
T esti trascritti o riprodotti
Hortensia Allende, Carlos Altamirano, Alberto Arbasino, Ugo Attardi,
Adele Cambria , Annabella Cerliani , Julio Cortázar , Fedele d'Amico,
Antonio Del Guercio, Umberto Eco, Adele Faccio,
Armanda Guiducci, Carlo Levi, Giorgio Longo, Albino Luciani, Dacia Maraini,
A.lberto Moravia, Aléxandros Panagulis , Pier Paolo Pasolini , Carlo Ripa di Meana,
Manoel Soares, Mario Soldati, Bruno Visentini, Ludovico Zorzi.
Traduzioni
Margit Cacciapaglia ( tedesco), Luigi Cini ( polacco) , Ludwine Clary ( francese),
Antonio Cremonese ( portoghese , spagnolo) , Giovanni Ferri ( francese, inglese),
Paola Gagliardi Gonzo ( francese) , Valeria Grinfan ( inglese) ,
Antonio Liberi ( tedesco), Maria Roncali Doria ( russo) , Giuseppe Serta ( tedesco),
Elena Toth ( ungherese) , Francesco Vianello ( ceco) .
Redazione
Paola Gagliardi Gonzo, V aJeria Grinfan
4 Ricerche
Luigina Franco , Sergio Pozzati
Corrispondenza di redazione
Lidia Sartori
T rascrizioni
Vincenzina Brugnolo, Emma Scalvini
Copertina e progetto grafico
Unimark, Milano
Disegni
Luciano Corberi
Fotografie
( Referenze fotografiche nell'Indice analitico)
Fotolito
Foligraf, Mestre
Carta
" Selena" da gr. 100 delle Cartiere Burgo di Verzuolo (Cuneo)
Stampa
Stamperia di Venezia
Legatura
Lego, Vicenza

Direzione dell'opera
Wladimiro Dorigo
Direttore responsabile
Carlo Ripa di Meana

© 1975 La Biennale di Venezia (pp. 643-758 e 765-917)

© 1975 Eugenio Barba (pp. 759-764)
Sommario

Presentazione ( Carlo Ripa di Meana) 9

Nota di edizione ( Wladimiro Dorigo) 12
1 - ASSETTO ISTITUZIONALE 13
Legge 26 luglio 1973, n. 438 . Nuovo ordinamento dell'Ente autonomo « La
Biennale di Venezia » 15
Loi du 25 juillet 1973, n. 438. Nouvelle reglementation de l'établissement
autonome « La Biennale di V enezia » 23
Law No. 438 of July 26, 1973. New regulations of the autonomous Body
« La Biennale di V enezia » 31
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 21 febbraio 1974. Costi-
tuzione del Consiglio direttivo dell'Ente autonomo « La Biennale di Venezia » 38 5
Décret du Président du Conseil des Ministres, 21 février 1974. Constitution
du Conseil de direction de l' établissement autonome « La Biennale di V enezia » 39
Decree of the President of the Council of Ministers 21th February 1974.
Constitution of the Steering Committee of the autonomous Body « La Biennale
di V enezia » 40
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, 15 marzo 1974. Costituzione
del Collegio sindacale dell'Ente autonomo « La Biennale di Venezia » 41
Décret du Président du Conseil des Ministres, 15 mars 1974. Constitution
du College syndacal de l' établissement autonome « La Biennale di Venezia » 42
Decree of the Presiden! of the Council of Ministers, 15th March , 1974.
Constitution of the Board of Auditors of the autonomous Body « La Biennale
di V enezia » 43
Decreto del Presidente della Repubblica l º ottobre 1974, n. 821. Conferi-
rnento all'Avvocatura generale dello Stato della rappresentanza e della difesa
in giudizio dell'Ente autonomo « La Biennale di Venezia » 44
Décret du Président de la République 1 octobre 1974, n . 821. Le Barreau
général de l'Etat est chargé de réprésenter et de défendre l'établissement
autonome « La Biennale di Venezia » 45
Decree of the Presiden! of the Republic, lst October 1974, n. 821 . Conferment
to the General Counsel of State of the representation and defense in tria! of
the autonomous Body « La Biennale di V enezia » 46
Organi collegiali dell'Ente autonomo « La Biennale di Venezia » 47
a) Consiglio direttivo 47
b ) Collegio sindacale 47
c) Direzione dell'Ente 47
d) Commissione per il personale 47
e) Commissione di disciplina 47
Commissioni di esperti e Gruppi di lavoro 48
a) Commissione per le arti visive 48
b) Commissione per l'architettura e il territorio 48
 c) Commissione per il cinema e lo spettacolo televisivo 48
d) Commissione per il teatro 48
e) Commissione per la musica 48
f) Commissione per l'informazione e i mezzi di comunicazione di massa 48
g) Gruppo permanente di lavoro per i convegni 48
h) Gruppo permanente di lavoro per i rapporti con la scuola 49
Uffici e personale di ruolo in servizio al 31 dicembre 197 4 50

2 - ATTI DI ISTITUTO 51
Riunioni degli organi collegiali 53
Piano quadriennale di massima delle attivita e delle manifestazioni
(1974-1977) 61
Plan général quadriennal des activités et des manifestations (19 74-19 7 7) 66
The General Four-year Plan of Activities and Events (1974-1977) 71
Bilancio preventivo per l'esercizio 1974 76
Relazione dell'Amministrazione al Bilancio preventivo per l'esercizio 1974 91
Riunione del Collegio sindacale per il Bilancio preventivo per l'esercizio 1974 93
Variazioni al Bilancio preventivo per l' esercizio 197 4 95
Variazioni al Bilancio preventivo per l'esercizio 197 4 97
Bilancio preventivo per l'esercizio 1975 101
Relazione del Presidente al Bilancio preventivo per l'esercizio 1975 113
6
Verbale del Collegio sindacale sul Bilancio preventivo per l'esercizio 1975 115
Variazioni al Bilancio preventivo per l'esercizio 197 5 118
Conto consuntivo dell'esercizio 1974 120
Relazione del Presidente al Conto consuntivo dell'esercizio 1974 141
Relazione del Collegio sindacale al Conto consuntivo dell'esercizio 1974 144
Relazione amministrativa e finanziaria del Collegio sindacale 146
Regolamento degli uffici e del personale 149
Regolamento amministrativo-contabile 164
Concorso pubblico per titoli e per esame-colloquio per il conferimento del
posto di Capo dell'Ufficio stampa 172
Deliberazioni riguardanti il personale 174

3 - ATTIVITA E MANIFESTAZIONI / CRONACHE 175

Relazione morale e politica del Presidente dell'Ente sulle manifestazioni 197 4 177
Résumé. Summary 179
Programma generale delle manifestazioni « La Biennale per una cultura demo-
cratica e antifascista». 5 ottobre - 17 novembre 1974 182
Convegno « Testimonianze contra il fascismo » 187
Résumé. Summary 187
Manifestazioni per la « Liberta al Cile » 189
Résumé . Summary 201
Manifestazioni teatrali 207
Résumé. Summary 221
Manifestazioni cinematografiche 229
Résumé. Summary 250
Manifestazioni di Arti visive e Architettura 258
Résumé. Summary 271
Manifestazioni musicali 278
Résumé. Summary 284
Altre attivita 288
Résumé. Summary 293

4 ATTIVITA E MANIFESTAZIONI / IMMAGINI 297

5 ATTIVITA E MANIFESTAZIONI / DOCUMENTI 419

Comunicati generali alla stampa 421
Rassegna della stampa italiana e straniera nel 197 4 431
Silloge di stampa 440
a) sulla Biennale di Venezia prima delle manifestazioni di autunno ( gen-
naio-novembre 197 4 440
b) sulle manifestazioni d'autunno 481
1 ) per la « Liberta al Cile » 481
2) il settore teatro e musica 487
3) il dibattito sul femminismo 496
4) il settore cinema e spettacolo televisivo 502
5) la querelle su Chung Kuo-Cina di Antonioni 511
6) il settore arti visive e la questione dei "Saloni" 518
e) discussioni e consuntivi sulla Biennale 530
Dossier di documentazione 574
a) Sul femminismo 574
1) Un dibattito su La donna perfetta a Oriago di Mira 574 7
2 ) Un' omelia del Patriarca di V enezia 586
b) Sull'impiego dei "Saloni" 589
Un carteggio Biennale-Comune 589
e) Su Chung Kuo - Cina 596
1 ) Intenzione malevola manovra abbietta ( « Renmin Ribao ») 596
2) Tanti cinesi sul taccuino ( Alberto Moravia) 602
3) Il gioco delle tre Cine ( Umberto Eco) 602
d) Un dibattito sul « Corriere della Sera » 607
1) Il futuro di Venezia: da museo a catacomba ( Bruno Visentini) 607
2 ) Il discu tibile antifascismo della Biennale ( F edele d 'Amico) 609
3) La Biennale ha aiutato Venezia a morire di noia (Alberto Arbasino) 610
4) Venezia continua (Umberto Eco) 616
5) Giovani e tradizione per ripensare la Biennale ( Ludovico Zorzi) 618
6) Venezia e viva ( Carlo Ripa di Meana) 621
e) Interrogazioni e interpellanze 625
1) al Senato della Repubblica 625
2) alla Camera dei Deputati 627
3 ) al Consiglio regionale del V eneto 628
4) al Consiglio provinciale di Venezia 628
5) al Consiglio comunale di Venezia 628
f) Al tri documenti politico-culturali 630

6 - STORIA, SEDI E STRUTTURE 643

Le sedi della Biennale 645
a) Il Padiglione «Italia» ai Giardini di Castello (gia Palazzo dell'Esposi-
zione ( Gian Domenico Romanelli ) 645
b) Il Palazzo del Cinema al Lido ( Gian Domenico Romanelli) 669
c) Ca' Giustinian a san Moise ( Gian Domenico Romanelli) 676
d) Ca' Comer della Regina a san Cassiano ( Gian Domenico Romanelli) 683
L' Archivio storico delle arti contemporanee: storia, situazione, prospettive
( Wladimiro Dorigo) 698
 Lineamenti bibliografici generali sulla Biennale di Venezia ( a cura di Wladi-
miro Dorigo) 707
a) Bibliografia generale ( 1887-1974) 707
b) Leggi e decreti concernenti la Biennale di Venezia (1928-1974) 711
c) Disegni di legge sulla Biennale di Venezia presenta ti al Parlamento
(1957-1972) 716

7 - CONTRIBUTI 719
Condizioni e ruolo delle arri contemporanee nella crisi di trasformazione del
mondo 721
a) Ricerca sulle contraddizioni delle arti ne! mondo contemporaneo ( Wla-
dimiro Dorigo) 721
b) Il risveglio dell'uomo ad una coscienza nuova del mondo ( Pierre
Restany) 737
c) Per una rilettura della tradizione dell'architettura moderna ( Francesco
Da] Co) 742
d) T re riflessioni su] cinema ( Pier Paolo Pasolini) 75 2
e) Il parco o la riserva ( Eugenio Barba) 759
f) De Consolationibus Musicae (Heinz-Klaus Metzger) 765
g) Radio e Televisione nella cultura e nella societa d'oggi ( Gillo Dorfles) 779
h) Il tecnico e l'intellettuale come addetti all'oppressione ( Franco e Franca
Basaglia) 783
8
Lettere e versi da! carcere ( due dossiers per Genoveva Forest e Alfonso
Sastre) 793
Testimonianze internazionali contro il fascismo ( Cario Ripa di Meana, Giorgio
Longo, Hortensia Allende, Carlos Altamirano, Julio Cortázar, Aléxandros
Panagulis, Manoel Soares) 802
Sulla pittura di Cario Levi ( Antonio Del Guercio, Ugo Attardi , Pier Paolo
Pasolini, Mario Solda ti , Cario Levi) 815
Bruno e la gioia di fare musica ( Luciano Berio) 829
Ricordo di Bruno Maderna ( Aldo Clementi) 831
Il mic debito con Bruno Maderna ( Franco Donatoni) 834
Ricordo di Bruno Maderna ( Luigi Nono) 836
Bruno lontano . . . ( Henri Pousseur) 838
Alla memoria di Bruno Maderna ( Karlheinz Stockhausen) 840
Edifici "antichi " e "centri storici" , oggi: e se le funzioni non funzionano?
( Sergio Bettini) 84 3
Scheda sui "Saloni" alle Zattere ( Gian Domenico Romanelli) 848
Scheda sulla chiesa di san Lorenzo ( Gian Domenico Romanelli) 856
Scheda sul mulino Stucky ( Gian Domenico Romanelli, con la collaborazione
di Jürgen Julier) 866
Un secolo da Schoenberg ( Paolo Castaldi ) 877
Il tempo, lo spazio e il gesto del teatro ( Giuliano Scabia) 89 3
Il cinema italiano del dopoguerra ( Francesco Bolzoni) 902
I muralisti cileni (Mario De Micheli) 915

INDICE ANALITICO 919

Indice dei nomi 921
Referenze fotografiche 941

INSERZIONI PUBBLICITARIE 943

 Commissioni di esperti e Gruppi di lavoro
Comm issione per le arti visive
Eduardo Arroyo, Milano
Maurizio Calvesi, Roma
Raffaele De Grada, Milano
Silvano Giannelli, Roma
Pontus Hulten, Parigi
Commissione per l'architettura e il
territorio
Leonardo Benevolo, Roma
Francesco Dal Co, Venezia
Licisco Magagnato, Verona
48 Joseph Ryckwert, Londra
Aldo Van Eyck, Lonen an der Wecht
(Olanda)
Commissione per il cinema e lo
spettacolo televisivo
Callisto Cosulich, Roma
Riccardo Napolitano, Roma
Giorgio Tinazzi, Padova
Bruno Torri, Roma
Paolo di Valmarana, Roma
Segretario: Bruno De Marchi, Milano
Commissione per il teatro
Peter Brook, Parigi
Bernard Dort, Parigi
Natalia Ginzburg, Roma
Gian Renzo Morteo, Torino
Mario Raimondo, Roma
Segretario: Paolo Radaelli, Roma
Commissione per la musica
Riccardo Allorto, Milano
Mario Baroni, Bologna
Mario Bortolotto, Pordenone
Siegfried Matthus, Berlino
Mario Messinis, Venezia
Segretario: Francesco Carraro, Venezia
Commissione per l'informazione e
mezzi di comunicazione di massa
Francesco Alberoni, Milano
Giovan Battista Cavallaro, Roma
Vittorio Chesi, Roma
Tommasi Chiaretti, Roma
Giuseppe Ciranna, Roma
Furio Colombo, Roma
Mario D'Antonio, Roma
Umberto Eco, Milano
Magnus Enzensberger, Berlino
Ugo Finetti, Milano
Franco Fortini, Milano
Pier Luigi Gasparotto, Milano
Franc;:oiseGiroud, Parigi
Cesare Graziani, Roma
Franco Iseppi, Milano
Martin Krampen, Ulm
Paul S. Lazarsfeld, New York
Juri M. Lotman, Tartu (Estonia, URSS)
Edgar Morin, Parigi
Angelo Narducci, Milano
Wilbur Schram, Honolulu
Tullio Seppilli, Perugia
Segretario coordinatore: Pier Domenico
Bonomo, Venezia
Gruppo permanente di lavoro per i
convegni
Francesco Maselli, Consigliere dell'Ente,
Roma
Giuseppe Mazzariol, Consigliere dell'En-
te, Venezia
Roberto Mazzucco, Consigliere dell'Ente,
Roma
Giuseppe Rossini, Consigliere dell'Ente,
Roma
Ludovico Alessandrini, Roma
Franco Basaglia, Venezia
Ferruccio Brugnaro, Spinea ( Venezia)
Massimo Cacciari, Venezia
Gianfranco Caffi. Brescia
Cesare Cavaller( Milano
I vano Cipriani, Roma
Giancarlo D' Alessandro, Roma
Antonio Manca, Roma
Luigi Ruggiu, Venezia
Loris Zafra, Milano
Segretario coordinatore: Massimo An-
drioli, Roma
Gruppo permanente di lavara per i
rapporti con la scuola
Matteo Ajassa, Consigliere dell'Ente,
Roma
Mario Baratto, Consigliere dell'Ente, Ve-
nezia
Osvaldo De Nunzio, Consigliere dell'En-
te, Venezia
Neri Pozza, Consigliere dell'Ente, Vi-
cenza
Manlio Spandonaro, Consigliere dell'En-
te, Roma
Giacomo Baragli, Mondello ( Palermo)
Ettore Bonalberti, Ficarolo ( Rovigo)
Giacomo Cives, Roma
Maria Corda Costa, Roma
Mario Lodi, Vho di Piadena ( Cremona)
Anna Lorenzetto, Roma
Mario Alighiero Manacorda, Roma
Gioachino Petracchi , Roma
Mario Pomilio, Napoli
Rinaldo Sanna, Genova
Luciano Scaffa, Roma
Andrea Zanzotto, Pieve di Soligo (Tre-
viso) 49
Segretario coordinatore: Enzo Scotto La-
vina, Roma
Relazione morale e politica del Presidente dell'Ente
sulle manifestazioni 1974
Viste le relazioni presentate dal Segre-
tario generale, dai Direttori di Settore,
dal Conservatore dell' Archivio storico,
dal Capo dell'Ufficio stampa, dai Segre-
tari coordinatori dei Gruppi permanenti
di lavoro, resta a me il compito di un
consuntivo generale.
La Biennale ha affrontato le manifesta-
zioni autunnali 1974 "per una cultura
democratica e antifascista" con molto co-
raggio. Sapevamo che non eravamo pron-
ti, né strutturalmente, né programmati-
camente, a un'uscita tranquilla: l'abbia-
mo egualmente voluta, unanimemente,
perché abbiamo ritenuto che non pote-
vamo ulteriormente tardare a ridare se-
gni di vita, a far intendere in qua! modo
la nuova Biennale intende operare. Sono
stati 44 giorni intensi, spesso frenetici,
di attivita, che hanno fatto seguito ad
appena 34 giorni di preparazione.
Dal punto di vista quantitativo, il con-
suntivo e imponente, certamente sovra-
dimensionato non solo rispetto alle
nostre possibilita organizzative, ma an-
che, probabilmente, rispetto alle possi-
bilita di consumo delle proposte e delle
offerte avanzate, e comunque si e rive-
lato talvolta assai superiore a quanto
previsto in questa sede. 7 convegni o se-
minari, 99 incontri e dibattiti, 22 esecu-
zioni musicali ( 11 concerfr, opere, mu-
sica da camera, musica d'avanguardia),
41 rappresentazioni teatrali ( 9 spettaco-
li di cui 5 prodotti dalla Biennale), 595
proiezioni cinema tografiche ( 144 pio-
grammi, 277 titoli), 1 mostra fotogra-
fica, 5 mostre di documenti fotografici,
1 mcstra di manifesti, 8 mostre di "mu-
rales". Le cifre sono state ricostruite con
fatica, le modificazioni di programma so-
no state molte ne! corso di sette setti-
mane. Puo esserci qualche lieve errare
numenco.
Sulla qualita dei programmi, dobbiamo
ammettere che i risultati conseguiti sono
stati i piu differenti. Accanto all'alto li-
vello di certe iniziative, e all'indubbio
interesse spettacolare, culturale o polí-
tico di molte rassegne e spettacoli, stan-
no anche programmi poco riusciti, con
scarso interesse di pubblico. I Direttori
hanno riferito come hanno ritenuto op-
portuno al riguardo, alcuni componenti
il Consiglio hanno partecipato alle ma-
nifestazioni, il dibattito e aperto fra noi,
nel complesso e sui singoli aspetti. Mi
pare evidente che in futuro dovremo ga-
I7J
rantire sempre lo standard medio delle
proposte al di sopra di un certo livello,
e dovremo in modo particolare pensare
la programmazione in piu stretto e orga-
nico legame con !'ambiente in cuí viene
calata, con il pubblico cui viene offerta.
Da questo punto di vista, lo sforzo im-
ponente fatto per il decentramento delle
manifestazioni, che, da Venezia alla Giu-
decca, S. Giorgio e Lido, da Mestre a
Marghera, da Chioggia a Jesolo a Mira
hanno investito larghe porzioni del ter-
ritorio provinciale, dovra essere sotto-
posto ad attenta analisi, per valutare la
congruenza di certe scelte, la risponden-
za di taluni luoghi scelti per il decen-
tramento.
E certo che la risposta del pubblico alle
proposte della Biennale e stata ne! com-
plesso generosa: 85.420 biglietti vendu-
ti, decine di migliaia di altre presenze
alle manifestazioni a ingresso libero ( 44
giornate di mostra cilena al Padiglione
Italia, inaugurazione a Palazzo Ducale,
assemblee all'Universita e al Porto, con-
vegni, seminari, concerto cileno alla Fe-
nice, musica popolare ai tendoni, ecce-
tera), le repliche impreviste richieste per
alcuni programmi, il prolungamento di
apertura e l'affollamento di alcune mo-
stre, la ressa alle biglietterie e le centi-
naia di persone in coda non ammesse a
numerosi spettacoli sono esperienza co- l'Archivio storico, l'Economato, l'Ufficio
mune e riconosciuta, anche se in altre ospitalita, l'Ufficio stampa, gli Uffici dei
occasioni sale e tendoni apparivano poco settori e gli Uffici amministrativi, hanno
affoLlati. Il pubblico nuovo che abbiamo retto in modo brillante, soccorrendo con
conquistato, d'altra parte, e un pubblico slancio alle falle che si rivelavano fuori
giovanile e studentesco in quantita pre- delle loro competenze, e in genere il
ponderante, ma accanto ad esso non ab- personale tutto, di ruolo e stagionale, si
biamo raccolto gli esiti sperati nel pub- e prodigato in modo eccezionaJe. In par-
blico operaio ricercato con la política di ticolare, il mio personale sentimento di
decentramento, e nel pubblico piu tradi- riconoscenza, e l'apprezzamento pieno
zionale delle manifestazioni dell'Ente, in- nella mia responsabilita di Presidente di
tellettuale e borghese, sí che ci si pon- questo Istituto, va al Conservatore del-
gono anche qui problemi notevoli, che l'Archivio storico che nella difficilissima
la deliberazione del prezzo unico, políti- situazione in cui ci siamo trovati si e
co e simbolico di 100 lire del biglietto, impegnato, ben oltre i suoi doveri d'uf-
anche perché non legata con una política ficio, a trarre spessissimo dalle difficolta
di abbonamenti e di turni di program- il lavoro nostro con un'energia, una ge-
mazione ( resa impossibile a sua volta nerosi ta e un' in telligenza eccezionali.
dal ritardo con cui sono stati composti Desidero infine esprimere il piu vivo e
i programmi), non poteva certo risol- diretto apprezzamento per i tre Diretto-
vere. ri dei Settori che, con grande intelligen-
Egualmente, sebbene una larga parteci- za, calma esemplare e intensa adesione
pazione di opere e di complessi stranie- alla fatica dell'Istituto, hanno assicurato
ri qualificasse i programmi, la ristrettez- oltre che la direzione delle manifestazio-
za dei tempi operativi e la particolare ni, una vivissima partecipazione positiva
stagione non potevano non rendere ec- alla soluzione degli imprevisti problemi
cezionalmente difficile la partecipazione che via vía si ponevano alla Presidenza
straniera, sía per quanto riguarda il pub- e a tutta la Biennale.
blico, che e quasi completamente man- Ringrazio molto infine i due Segretari
cato, sía per quanto riguarda la stampa, dei Gruppi permanenti di lavoro per i
che si e mantenuta assai al di sotto delle convegni e i rapporti con la scuola,
passate presenze. che hanno assicurato senza risparmio di
E questo, della nostra dimensione inter- energía un coordinamento eccellente ed
nazionale, un aspetto assolutamente de- inventivo.
cisivo per il futuro operare dell'Ente, ed Il consuntivo finanziario non poteva
e certo che ad esso dovremo riflettere mancare di riflettere le difficolta organiz-
attentamente nel prossimo futuro, e non zati ve e l'imponenza dello sforzo pro-
solo per il particolare problema dei rap- grammatico.
porti con gli Stati proprietari di padi- Le cifre, forse per qualche aspetto non
glioni nei Giardini di Castello. ancora definitive, preparatemi ieri dagli
L'organizzazione - non abbiamo mai Uffici amministrativi, rivelano un supe-
voluta nasconderlo - e stata precaria, ramento delle previsioni per L. 14 mi-
insufficiente, fonte di incidenti, disguidi, lioni con una pesantezza rispetto alle pre-
non economie, su cui si sono esercitate visioni evidente nelle voci relative al no-
le cronache di stampa piu avverse; le leggio e agibilita dei locali, alle confe-
cause vanno ricercate nelle carenze ini- renze, convegni, dibattiti, traduzioni si-
ziali della Segreteria che ho esposto con multanee, alle pubblicazioni, al lavoro
tutta franchezza nella riunione del 21 ot- straordinario, alla pubblicita e propa-
tobre e che in seguito ho visto superate ganda.
da un forte impegno del Segretario ge- Per quanto riguarda in particolare le
nerale, nel ritardo oggettivo con cuí sia- manifes tazioni « Liberta al Cile », a
mo partiti per questa impresa, nell'im- fronte di un preventivo di L. 45 milioni
preparazione di strutture interne nuove le spese complessive, calcolate dagli Uf-
o rinnovate, che si sono trovate spesso fici amministrativi, sono state di L. 63
incapaci di far fronte ai problemi orga- milioni, cuí ho fatto fronte nell'ambito
nizzativi. In questo quadro, peraltro, al- dello stanziamento particolare per im-
cune strutture generali dell'Ente, quali previsti di L. 30.000.000, secando la
specifica volanta del Consiglio. E chiara
che questa spesa, che e servita a una pri-
ma uscita eccezionale, non potra essere
ripetuta in futuro, nelle sue dimensioni e
in taluni suoi caratteri. Gran parte delle
manifestazioni dovranno trovare parteci-
pazione finanziaria estema, e fondarst su
contributi straordinari. E certo che il
nostro bilancio preventivo per il 197 5
dovra muoversi con ben diversa qualifi-
caz1one.
Si <levetrarre, infine, un consuntivo po-
litico. E quello, forse, che interessa di
piu le attese esterne, attorno alla que-
stione delle nostre valutazioni sui con-
tenuti, i modi, gli echi della nostra pri-
ma uscita. Spetta a me, che per gli aspet-
ti fin qui esaminati ho potuto adempiere
solo alle mie funzioni di Presidente, qua-
li risultano dall'art. 7 dello Sta tu to ( an-
che se ho dovuto impegnarmi molto
spesso, per far fronte alle carenze, in
compiti di direzione organizzativa che
non mi competono), aprire la discussio-
ne del Consiglio su questo ultimo aspet-
to, che riassume e qualifica tutti i pre-
cedenti.
Ebbene, io sono profondamente convin-
to che la Biennale, pur fra tante diffi-
colta, carenze ed errori, ha intrapreso la
strada giusta. Molto si deve inventare,
molto si deve ripensare, molto si deve
correggere. Ma noi abbiamo creato qui,
comunque, uno spazio aperto, libero, de-
mocratico, pluralista, profondamente ri-
spondente al senso del nostro tempo, alle
attese della gente, ai compiti che ci sono
Résumé
Vu les rapports présentés par le secrétaire
général, par les directeurs des secteurs, par le
conservateur des Archives historiqu es, par le
directeur du service de presse , par les coordi-
nateurs des groupes permanents de travail,
c'est au Président de faire le consomptif gé-
néral.
La Biennale a fait face avec un grand courage
aux manifestations d'automne 1974 "pou r une
culture démocratiqu e et antifasciste ". On savait
bien qu'on n'était pas a meme de sortir en
toute sureté, ni sur le plan des structures ni
des programmes: on a voulu bien !e faire
quand-meme et d 'une fa~on unanime, car on
a jugé qu'on ne pouvait plus attendre, qu'on
devait donner des signes de vie et faire com-
prendre de quelle fa~on la nouvelle Biennale
veut agir. Ce furent 44 jours d'activité intense ,
souvent frénétique , qui sont venus apres 34
jours a peine de préparation.
affidati.
Le polemiche che ci si sono scatenate
addosso, in momenti particolari di questi
tre mesi ( fin da prima che le manifesta-
zioni cominciassero, e poi sul Convegno
d'apertura, sulle iniziative per il Cile,
sugli spettacoli La donna perfetta e
Autosacramentales, sull'uso dei Saloni,
sul film di Antonioni) mi hanno tal vol ta
amareggiato, hanno certamente preoccu-
pato molti Consiglieri , hanno reso piu
difficile il lavoro del personale: ma si so-
no rivelate quasi sempre profondamente
ingiuste. Comunque spesso miopi e an-
tiquate. E sono state in tanti casi bat-
tute dai fatti. Faccio due dovute ecce-
zioni: una per la insufficiente partecipa-
zione di alcuni settori della cultura che,
seppure ripetutamente sollecitati , non
hanno assicurato l'ampiezza di parteci-
pazione auspicabile, e l'altra per il mor-
tificante schematismo di moltissimi di-
battiti.
La nostra linea e stata coerente : spazio r 79
a tutte le componenti culturali, ideolo-
giche, politiche, a tutte le concezioni
estetiche, assoluto rispetto del lavoro
degli artisti, rifiuto di qualsiasi censura,
di qualsiasi bardatura burocratica e po-
liziesca. Credo che abbiamo avuto ragio-
ne . Credo che ci si possa dar atto di
buona fede. Credo che la Biennale, la
nuova Biennale, possa riflettere, cnt1-
carsi e migliorare. Non credo che possa
ritornare indietro.
Venezia, 10 dicembre 1974
Summary
After the reports made by the Secretary Gene-
ral, the Director of the Sectors, the Curator
of the Historical Archives, the H ead of the
Pr ess Department and the Secretaries co-ordi-
nating the Perman ent Working Groups, it is
left to the President to try and draw the final
balanc e.
The Biennale can be said to have very bravely
faced the 1974 Autumn events "for a demo·
cratic and antifascist culture". That a peaceful
start coud not be granted neither from a
structural nor a programmatic point of view
was already apparent; none the less, it was
unanimously agreed that any further delay was
impossible , since the new lines along which
th e new Biennale means to move had to be
mad e clear. There were but 34 days to get
ready, to which 44 int ense, often hectic, days
of activ iti es followed.
From a quantity point of view , the balánce
 Certes, du point de vue de la quantité, le
consomprif ese imposant, et de toure fa~on
il s'est révélé parfois bien supérieur a ce qu'on
avait prévu: 7 réunions ou séminaires , 99 ren -
contres et débats, 22 exécutions musicales ( 11
concerts, opéras , musique de chambre, musique
d'avant-garde) , 41 séances de rhéatre (9 specra-
cles dont 5 produits par la Bien na le), 595
projections cinémarographiques ( 144 program-
mes, 277 ti tres). 1 exposition de phorogra-
phies, 5 d'affiches, 8 de "murales".
A propos de la qualité des prograrnmes, il faut
admettre que différenrs en ont été les résultats.
A córé de quelques initiatives de haut niveau
et d'un indiscurable intérer spectacula ire de
nombreuses exposirions et spectacles, tant sur
le plan culture! que politique, il y a eu par
conrre des spectacles imparfaitemenr réussis et
qui onr suscité un intéret insuffisant chez le
public. Or le débat est ouvert sur !'ensemble
er sur chaque aspecr de la quesrion; il semble
évident que dans le furur on devra assurer
roujours Je standard mayen de proposirions
au-dessus d 'un certain niveau er on devra
particulieremenr songer a des programmes plus
érroitemenr liés, d 'une fa~on plus agencée au
milieu ou ils seront réalísés et au public auque l
ils seront offerts. Il faudra aussi ben analyser
l'effort imposanr qu'on a fait pour la décentra -
I80 lisation des manifestations qui ont embrassé
des larges terriroires de la province, afín de
juger l'opportunité de certains choix, de cer-
rains endroirs réservés a la décenrralisation.
Il est certain que la réponse du public aux
propositions de la Biennale a été généreuse
dans son ensemble: 85.420 billers vendus, des
dizaines de milliers d'aurre présences aux ma-
nifestations a entrée libre. Le public nouveau
est un public de jeunes gens et d 'érudiants en
mesure prépondérante, mais d'autre pan on
n'a pas trouvé la réponse qu'on espérait ni
chez le public ouvrier qu'on avait recherché
par une politique de décentralisation, ni chez
le public plus traditionnel, inrel!ectuel et bour-
geois qui suivait d'habitude les manifestations
de la Biennale. Quoique une large participa-
tions d'ceuvres et de groupes étrangers donnat
une qualifícation aux programmes , est a signaler
l'absence quasi totale du public et de la presse
étrangere.
Dans la dimension internarionale de la Bien-
nale, ce!u-ci est un aspecr absolument décisif
a l'égard des projers futurs de l'Etablissement
et il est cerrain qu'il faudra réfléchir la-dessus.
Le bilan fínancier n'a pas manqué de reflérer
les difücultés de l'organisation et la porrée im-
posante de l'effort qui concerne les program-
mes. Il est éviden t que certe dépense pour
une premiere sorrie rout-a-fait exceptionnelle,
ne pourra pas erre répétée dans le futur dans
ces dimensions et dans certains caracteres . Pour
une grande partie des manifestations, il faudra
chercher des participations financieres exrérieu-
res et trouver du fondement dans des contri-
burions extraordinaires. Il est certain que le
budget 1975 devra avoir une qualifícarion bien
différenre de l 'actuelle.
On doit fínalement faire un consomptif poli-
tique. C'est la peut-etre ce qu'on artend le
plus a l'exrérieur, autour du probleme de l'éva-
luarion des contenus, des fa~ons, des echos de
is imposing, so much so, that, at rimes, ir
l
turned out to be larger than had been provided
for here: 7 meerings or seminar s, 99 meetings
or debates , 2 musical evenrs ( 11 concerts,
operas, chamber , avant-garde music), 41 per-
for¡nances ( 9 works, 5 of which produced
by rhe Biennale), 595 film projections (144
programmes, 277 ritles), a phoro exhibir ion,
5 exhibits of phorographic documenrs , an exhi-
birían of posters, 8 exhibitions of "mu rales".
As for rhe qualiry of the programrnes, ir must
be owned rhar rhe results achieved are widely
diversilied. High-level initiatives, exhibitions
and arristic events of undisputed , spectacular,
cultural and política! interese were flanked by
less successful programmes in which the public
seemed to rake but littlc interest. With regard
to it , che debate is still on, from a general as
well as from a particular point of view. Ir is
obvious rhat, in the future, the medium stan-
dard of the artistic proposals shall have to be
kept above a certain leve!; in particular rhe
programmes will have to be planned as more
systematically and tightly linked wirh rhe
milieus in which they are to be inserted and
the public they are to be proposed to. From
chis point of view, rhe effort rnade to decen-
tralize the arristic events which covered large
areas of the province shall have to be carefully
analysed in order to t:valuate the consistency
of certain decisions along with the fímess of
certain chosen locations.
Cerrainly, the public's response ro the Bien-
nale's cultural proposals was altogether gene-
rous: 85 .420 rickets were sold, wi rh more
attendance in the number of rhousands in the
free-entrance evenrs. On the other hand, rhe
new pub!ic won over wcre mainly young
people, students, while the workers' audiences
sough t afrer with the policy of decentraliza-
tion, did not respond as it was hoped they
would; the same can be applied to the Body's
former public , intellectual and bourgeois.
Though a large number of foreign groups and
works countenanced the programmes, the short
operative span of time at disposal and rhe
advanced scason made foreign parriciparion
extrcmely diilicult , both as regards the public
and the press reprcsentatives.
This international dimension is quite decisive
for the Bodys' futurc work; certainly, it must
be carefully considered in the near futurc.
The organizarional difficulties and rhe starc-
liness of rhe programmatic effort necessarily
show through the financia! balance. Clearly, ir
will nor be possible to repeat these expenses,
which answered the purpose cf providing an
exceptional beginning, as for sorne of rheir
peculiaricies and dimensions.
For many of the events ir shall be necessary
to get a financia! support from outside the
Body, and to rely on extraordinary conrribu-
tions. Ir is certain rhar rhe 1975 budget will
have to be most differently qualifíed.
Finally, a political balance must be drawn,
perhaps interesting ou tside expectancies ali che
more, and concerning the quesrion of the
evaluat ion of subject-matters, forms, and the
echoes of this fírst corning-out.
Well, the Biennale, even among so many difli-
culties, defíciencics and errors, chose the right
cette premiere sortie. Et bien, la Biennale,
quoique parm1 tant de difficultés, de carences
et de fautes, a pris le bon chemin. Il faut
inventer beaucoup, réfléchir beaucoup, et beau-
coup corriger. Mais de toute fac;:on on-a créé
ici un espace ouvert, libre, démocratique, p'.u-
raliste, qui répond aux significations profondes
de notre temps, aux attentes des gens, aux
taches confiées i\ l'J nstitution.
Les polémiques qui se som déchaínées se sont
révélées presque toujours profondement injus-
tes; en tout cas souvent bornées et arrierées .
En maintes occasions elles ont été dépassées
par les faits. On doit faire deux exceptions a
ce propos: une pour la participation insuffi-
sante de certains secteurs de la culture, qui
malgres les invitations, n'ont pas répondu dans
la mesure souhaitée; l'autre pour le schéma-
tisme mortifiant, qui a donné son empreinte
a un grand nombre de débats.
La ligne de conduite de la Biennale a été
cohérente: donner de l'espace a toutes les com-
posantes culturelles, idéologiques, politiques, a
toute conception esthétique, au respect absolu
du travail des artistes, au refus de tou te cen-
sure, de tout oripeau burocratique et policier.
Le président croit qu'on a eu raison, qu'il faut
reconnaítre la bonne foi, que la Biennale renou-
velée pourra bien réfléchir, se critiquer elle-
meme et s'améliorer, mais qu'elle ne pourra
pas revenir en arriere.
way. Much has still to be invented, thought
over, modified. In any case, a free, open space,
democratic and pluralistic has been created
here, deeply responding to che meaning of our
age, to people's expectancies, and che tasks
entrusted to che Institute.
The polemics which were brought up at parti-
cular times over these three months, proved
to be deeply unjust, "short-sighted" and old-
fashioned, as often as not. And in any case,
rhey were won over by facts. Two exceptions
are to be made: one for the inadequate parti-
cipation of sorne cultural sectors which, though
often solicited, <lid not take part as widely
as was desirable, the other for the mortifying
schematism characterising a great many debates.
The Biennale moved along coherent lines, lend-
ing space to ali cultural, ideological, political
components, to ali aesthetic ideas, thoroughly
respecting artists' work, refusing any censor-
ship, any bureaucratic and police trappings .
The President believes it was the right thing
to do, that the Institute's sincerity may be
acknow!edged, that the Biennale, the "new
Biennale" can think, look into itself from a
critica! point of view, and improve; he <loes
not think it can go back.
r8r
 Programma generale delle manifestazioni
« La Biennale
per una cultura democratica e antifascista »
5 ottobre - 17 novembre 1974
Testimonianze contro il fascismo
Sala dello Scrutinio di Palazzo Ducale,
5 ottobre
Una serie di testimonianze di artisti, in-
telettuali e politici di ogni qualificazione
ideologica contra il riemergere del fa-
scismo in sede interna e internazionale .
Hanno partecipato: Hortensia Allende,
Carlos Altamirano, Lelio Basso, Julio
Cortázar , Alberto Moravia, Aléxandros
r82 Panagulis, Marco Pannella, Roberto Ros-
sellini, Manoel Soarez, Umberto Terra-
c1ru.
Liberta al Cile
Un momento di solidarieta internazio-
nale con il Cile oppresso da un nuovo
fascismo, mediante iniziative artistiche,
culturali e politiche che si propongono
di suscitare in spazi decentrati in Ve-
nezia e nel suo territorio, e nel mondo
attraverso l'informazione internazionale,
un confronto democratico sulla grande
speranza rappresentata dall'esperienza di
Unidad Popular e una condanna cultu-
rale e política per la repressione militare
sul Cile democratico .
Teatro La Fenice , Venezia: 6 ottobre;
T endone di Piazzale Candiani , Mestre: 7
ottobre
CONCERTO DI MUSICA CILENA DI
RICERCA
Orchestra del Teatro La Fenice
Direttore: Gustavo Becerra
Jorge Arriagada: Chile 1973 per nastro
magnetico
Gustavo Becerra: Scanning Variation per
gruppo strumentale
Jorge Arriagada: Arenas , y más allá per
nastro magnetico e voce integrata; testo
di Ariel Dorfman
Sergio Ortega: Quintetto per flauta in
sol e archi; Antonio Carraro, flauto
Fernando García: Cuatro poemas con-
cretos per canto e archi; testo di Fer-
reira Goulart e Desio Pignatari; Osval-
do Alemanno, tenore
Gustavo Becerra: Cantata Corvalan 1973
per soprano, due recitanti, nastri magne-
tici e proie zioni; testo di Peter W eiss e
Eduardo Labarca; Carla Christi, sopra-
no .
Cinema Moderno, Cinema S. Margheri-
ta, Tendone di Campo S. Polo, Venezia;
Autorimessa comunale, Caserma San
Francesco, Chioggia; Tendone di Piaz-
zale Candiani , Mestre; Biblioteca Comu-
nale, Oriago di Mira: 6-12 ottobre
TESTIMONIANZE CINEMATOGRA-
FICHE SUL CILE
Rassegna di film documentari e a sog-
getto ( corto-medio-lungometraggi) sulla
situazione cilena, provenienti da Cile,
Cuba, Francia, Gran Bretagna, Italia,
Messico, Repubblica Democratica Te-
desca, Repubblica Federale Tedesca,
Svezia, USA; nel corso della rassegna
due giornate dedícate alla proiezione di
materiali filmati e interviste inedite con
Salvador Allende.
Tendone di Campo S. Polo , Padiglione
Italia ai Giardini di Castello, Venezia;
T endone di Piazzale Candiani, Mestre;
Autorimessa Comunale, Caserma San
Francesco, Chioggia; Biblioteca Comu-
nale, Oriago di Mira; Capannone del
Petrolchimico, Marghera: 6-15 ottobre
MUSICA POPOLARE CILENA
Esecuzione dei complessi Quilapayun e
de§li Inti Illimani con Isabel Parra e
Patricio Castillo.
Campo S. Margheríta, Campo S. Polo,
Giardini di Castello, Giudecca-Zitelle .
Venezia; Piazza Granaio, Chioggia; Piaz-
za Ferretto, Mestre; Mura del vecchio
campo sportivo, Mira; Capannone del
Petrolchimico, Marghera; V ecchia scuo-
la comunale, Ca Brentelle: 6-15 ottobre
PITTURA CILENA DEI "MURALES"
Esecuzione all'aperto e alla presenza del
pubblico di opere murali da parte di pit-
tori cileni appartenenti alla « Brigada
Salvador Allende ». Tema: la resistenza
cilena. Con il gruppo dei muralisti si e
anche impegnato Roberto Sebastian
Matta.
Campo S. Margherita, Campo S. Polo,
Padiglione Italia ai Giardini di Castello,
Venezia; Piazza Granaio, Chioggia; Piaz-
zale Candiani, Mestre; Capannone del
Petrolchimico, Marghera: 6-15 ottobre
IMMAGINI E PAROLE DAL CILE:
DA ALLENDE ALLA REPRESSIONE
Mostre di fotografie e proiezione di
audiovisivi riguardanti la recente storia
del Cile.
Tendone di Campo S. Polo, Padiglione
Italia ai Giardini di Castello e I stituto
Universitario di Architettura, Venezia;
Capannone del Petrolchimico, Marghe-
ra; T endone di Piazzale Candiani,
Mestre; Casa del Portuale nell'isola
nuova del Tronchetto: 6-15 ottobre
ITALIA-CILE: LAVORO, POLITICA
E CULTURA
Incontri di artisti cileni con esponenti
culturali, politici e del mondo sindacale.
Palazzo del Cinema, Lido: 10, 11 e 12
ottobre
ASSEMBLEA DEL CINEMA CILENO
Appuntamento a Venezia di cineasti in
esilio per il primo incontro unitario del
cinema cileno dopo il golpe dell'll set-
tembre 197 3.
Padiglione Italia ai Giardini di Castello,
Venezia: 7 ottobre - 17 novembre
MOSTRA DEL MANIFESTO CILENO
Esposizione di oltre cento manifesti ap-
parsi tra il 1970 e il 197 4, nel periodo
che va dalla campagna elettorale che por-
to Allende alla presidenza, ai giorni suc-
cessivi al golpe .
5, 12, 19, 26 ottobre e 2 novembre
SETTIMANALE DELLA BIENNALE:
« LIBERTA AL CILE »
Pubblicazione di cinque numeri del set-
timanale della Biennale « Liberta al Ci-
le », per documentazione e discussione
sulle realizzazioni democratiche di Uni-
dad Popular, sull'opera degli artisti e
degli intellettuali cileni, sulla repressio-
ne in atto nel Cile, sull'azione dei cileni
in esilio. In ogni numero un manifesto .
In vendita il sabato a L. 100 la copia.
Teatro
Un programma di vasta sperimentazione,
comprendente collaborazioni letterarie,
artistiche, registiche nuove per il teatro ,
aperto a larghi strati di pubblico in nuo-
vi luoghi non deputati finora alla rap-
presentazione ( la Chiesa di S. Lorenzo ,
luoghi di attivita sportiva e produttiva,
etc.) .
Cinema Arsenale, Venezia: 5 e 6 ottobre
THE PERFORMANCE GROUP, New
York
THET TOOTH OF CRIME ( Il dente r83
del delitto)
di Sam Shepard
regla di Richard Schechner
Cinema Arsenale, Venezia: 8 e 9 ottobre
THEATRE DE LIBERTE, Parigi
LE NUAGE AMOUREUX (La nuvola
innamorata)
di Nazim Hikmet
regla di Ulusoy Mehmet
Tendone di Campo S . Polo, Venezia: 14
ottobre; Capannone ex Cantieri Navali,
Giudecca : 15 e 16 ottobre; Biblioteca
Comunale, Jesolo: 17 ottobre; Istituto
Tecnico Professionale « L. Luzzatti »,
Mestre: 18 ottobre
COMPAGNIA STABILE DEL TEA-
TRO UNIVERSITARIO DI CA' FO-
SCARI, Venezia
CHE COSA E IL FASCISMO (Festa
in onore del Generale Ernst van Hussel
di passaggio per Roma)
azione scenica di Fabio Mauri
Teatro del Dopolavoro Ferroviario , Ve-
nezia : 15 e 16 ottobre; Capannone ex
Cantieri Navali, Giudecca: 17 ottobre;
Capannone del Petrolchimico, Marghe-
ra: 18 ottobre; Biblioteca Comunale ,
Oriago di Mira: 19 e 20 ottobre; Cine-
ma Corso, Mestre: 21 ottobre; Biblio-
teca Comunale, Jesolo: 22 ottobre
ASSOCIAZIONE CULTURALE GRUP-
PO « LA MADDALENA », Roma
LA DONNA PERFETT A
di Dacia Maraini
regla di Dacia Maraini e Annabella Cer-
liani
Teatro di Palazzo Grassí, Venezia: 17,
18, 19 e 20 ottobre
COMPAGNIA « I SEGNI », Roma
L'IMPURO FOLLE
di Roberto Calasso
riduzione teatrale e regla di Giorgio Ma-
nru
Teatro La Fenice, Venezia: 29 e 30 ot-
tobre
COMPAÑIA RUTH ESCOBAR, San
Paolo del Brasile
AUTOSACRAMENTALES
da Calderón de la Barca
regia di Víctor García
Teatro La Fenice, V enezia: 1 e 2 no-
vembre
MOSKOVSKIJ TEATR SATIR Y, Mosca
KLOP ( La cimice)
di Vladimir Majakovskij
regia di Valentin Nikolejevic Plucek
Chiesa dí San Lorenzo, Venezia: 5, 6, 7,
8, 9 novembre
GRUPPO « LA MASCHERA », Roma
OTELLO
da William Shakespeare
adattamento e regia di Meme Perlini
Capannone del Petrolchímíco, Marghera:
5 e 6 novembre; Capannone ex-Cantíerí
Navali, Giudecca: 7 e 8 novembre; Ten-
done di Píazzale Candiani, Mestre: 9 no-
vembre
COOPERATIVA « TEATROGGI »,
Roma
da OTHELLO di William Shakespeare
CASSIO GOVERNA A CIPRO
di Giorgio Manganelli
regia di Gianni Serra
Sestieri di Castello e Giudecca, Quartie-
rí di Marghera e Mestre: 1 ottobre - 15
novembre
ATTIVITA DI ANIMAZIONE NEL-
LA SCUOLA E CON GLI ADULTI
Animatori: Loredana Perissinotto, Anto-
nio Bolognesi, Gerardo Monizza, Stefano
Stradiotto, Umberto Troni, Sergio Libe-
rovici.
Coordinatore: Lodovico Mamprin
Cinema e spettacolo televisivo
Il programma si componeva delle sezio-
ni seguenti, in ciascuna delle quali figu-
ravano quali 'esempi' numerosi film. Tut-
te le proiezioni sono state organizzate
contemporaneamente, a rotazione, in nu-
merosi cinematografi, a Venezia, al Lido
e a Mestre.
Cinema S. Margheríta, Venezia: 13-19
ottobre; Cinema Píave, Mestre: 15-18
ottobre; Sala Volpi del Palazzo del Ci-
nema, Lido: 9-11 novembre; Cinema
Moderno, Venezia: 11-12 e 14-15 no-
vembre
CRONACA SUL FASCISMO
Testimonianze filmate di cronaca cine-
matografica e televisiva sul fascismo in
Italia e in Europa·nel 1973 e nel 1974
raccolte in collaborazione con l' Archivio
Nazionale Cinematografico della Resi-
stenza di Torino.
Cinema Moderno, Venezia: 12-18 otto-
bre; Cinema Agora-Mígnon, Mestre: 13-
20 ottobre; Palazzo del Cinema, Sala
Grande, Lido: 14-20 ottobre
FILM: CONOSCENZA E DIBATTITO
Film sull'America Latina proposti dalle
associazioni culturali di base della cul-
tura cinematografica, dall'ARCI e dalla
Federazione dei Cineforum, per una ve-
rifica critica dei metodi di discussione e
di conoscenza del film.
Tendone di Campo S. Polo , Venezia:
19-24 ottobre; Tendone dí Píazzale Can-
dianí, Mestre: 10-12 e 14-15 novembre ;
Sala Volpi del Palazzo del Cinema, Li-
do: 12, 14 e 15 novembre
DONNA E CINEMA
Sezione organizzata in collaborazione con
movimenti femministi, dedicata a film a
soggetto e a film dí íntervento.
Cinema Moderno, Venezia: 19 ottobre -
3 novembre e 6 novembre; Sala Grande
del Palazzo del Cinema, Lído: 21 otto-
bre - 6 novembre: T endone di Piazzale
Candiani, Mestre: 20-25 ottobre, 28 ot-
tobre - 2 novembre, 4 - 8 novembre
PROPOSTE DI NUOVI FILM
Per un arricchimento culturale dell'offer-
ta cinematografica.
Esempí di film inedítí per l'Italia o in
assoluto, culturalmente e spettacolar-
mente validi, di paesi, autori e caratte-
ristiche non consueti nel panorama della
distribuzione cinematografica italiana.
Cinema dell 'Isola di San Giorgio , Vene-
zia: 21-25 ottobre; Sala Volpi del Pa-
lazzo del Cinema, Lido: 22-25 ottobre;
Cinema Piave, Mestre: 11, 12 e 14 no-
vembre
IL TELEFILM TEDESCO OCCIDEN-
TALE
Breve antología del telefilm tedesco oc-
cidentale.
Cinema Piave, Mestre: 22-25 ottobre;
Tendone di Campo 5. Polo, Venezia: 26
ottobre - 7 novembre; Sala Volpi del
Palazzo del Cinema , Lido: 26 ottobre
8 novembre
IL CINEMA SVIZZERO OGGI
11cinema svizzero e l'emigrazione italia-
na. Monografia a cura di Guglielmo Vo-
lonterio
Cinema 5. Margherita, Venezia: 24-27
ottobre; Cinema Moderno, Venezia: 24-
27 ottobre; T endone di Piazzale Can-
diani, Mestre: 26-27 ottobre
CINEMA COMUNICAZIONE INTER-
VENTO
Proposta delle Associazioni culturali di
base
Cinema Moderno, Venezia: 28-29 otto-
bre ( Convegno); Cinema 5. Margherita ,
Venezia: 28-29-30 ottobre ( Proiezioni)
CINEMA: INDUSTRIA E CULTURA
Convegno introdotto da una "notizia" di
Francesco Bolzoni e da "interrogativi"
posti da Pier Paolo Pasolini
Cinema 5. Margherita, Venezia: 1, 2, 3,
4 novembre; T endone di Piazzale Can-
diani, Mestre: 3 novembre
CINEMA COOPERATIVO
Intervento del Consorzio Nazionale Coo-
perative Cinematografiche
Cinema 5. Margherita, Venezia: 11, 12
e 14 novembre
LUIS BUÑUEL: 8 FILMS
Retrospettiva dei film messicani di Luis
Buñuel.
Teatro La Fenice, Venezia: 15 novem-
bre
DALTON TRUMBO:
.. e Johnny prese il fucile
Cinema Olimpia, Venezia: 16 novem-
bre; Sala Grande del Palazzo del Cine-
ma, Lido: 17 novembre
MICHELANGELO ANTONIONI
da Professione: reporter, tre sequenze
Chung Kuo - Cina, edizione integrale in
lingua italiana
Arti visive e Architettura
Le mostre di questo settore, allestite dal-
l'arch. Gino Valle, eleggono in una parte
degli antichi "Saloni" la propria sede co-
me luogo di grande significato per il di-
battito sui temí della conservazione del
patrimonio artístico dei centri storici e
della loro risignificazione e u tifizzazione
popolare.
Magazzini del Sale (" Salo ni") alle Zatte-
re, Venezia: 16 ottobre - 17 novembre
UGO MULAS, « LE VERIFICHE » I85
E LA STORIA DELLE BIENNALI
Mostra-saggio di sociología delle arti vi-
sive, a cura di Nini Mulas e Tommaso
Trini, incentrata sul rapporto tra prota-
gonista e opera e tra opera e pubblico,
attraverso la ricerca fotografica di Ugo
Mulas. Un'ampia documentazione delle
Biennali dal 1954 al 1972 attraverso
l'obiettivo di uno dei piu importanti fo-
tografi contemporanei. 283 fotografie in
bianco e nero. Presentí « Le Verifiche »
( 19 7O-7 3 ) , 12 fotografie che analizzano
il linguaggio fotografico e che costitui-
scono una parte fondamentale dell'opera
di Mulas.
Magazzini del Sale ("Saloni") alle Zatte-
re, Venezia: 16 ottobre - 17 novembre
CINEMA, CITT A., A VANGUARDIA
Mostra di confronto tra il linguaggio fil-
mico e i problemi della citta e dell'archi-
tettura moderna nell'esperienza dell'avan-
guardia europea tra il 1919 e il 19 39,
organizzata a cura di Francesco Dal Co
in collaborazione con la Cineteca Nazio-
nale di Roma, la Cineteca Italiana di
Milano, l'Istituto Luce di Roma, la
Triennale di Milano, la Cinématheque
Frarn;:aise di Parigi, il British Film Insti-
tute di Londra, l'Osterreichisches Film-
museum di Vienna, e altre cineteche stra-
mere.
 Musica
Ad Arnold Schoenberg, padre della mu-
sica contemporanea, nel centenario della
nascita, e a Bruno Maderna, il compo-
sitore e direttore veneziano recentemen-
te scomparso che ha presentato alla Bien-
nale negli ultimi decenni gran parte della
Nueva Musica, e dedicato un program-
ma di esecuzioni e dibattiti, compren-
dente la nuova opera da camera di Henri
Pousseur concepita in onore del maestro
viennese.
Teatro La Fenice, Venezia: 3 novembre
CONCERTO SINFONICO DELL'OR-
CHESTRA E CORO DEL TEATRO
« LA FENICE»
Direttore: Lucas Vis
Maestro del coro: Ferruccio Lozer
Aldo Clementi: Episodi, composizione
in un tempo per orchestra ( 1958 )
Luigi Nono: da Intolleranza 1960: Coro
I86 finale della seconda scena e coro finale
dell'opera ( 1960)
Luigi Nono: Composizione per orchestra
n. 2 - Diario polacco '58
Niccolo Castiglioni: Apreslude ( 1959)
Bruno Maderna: Concerto per pianofor-
te e orchestra ( 1960); John Tilbury,
pianoforte
Teatro di Palazzo Grassi, Venezia: 9 e
10 novembre
ENSEMBLE MUSIQUES NOUVEL-
LES, Bruxelles
( Commissione e produzione delle Ber-
liner Festwochen)
Direttore: Henri Pousseur
Regla di Gideon Y. Schein
DIE ERPROBUNG DES PETRUS
HEBRAICUS
di Henri Pousseur
( opera da camera per il centenario della
nascita di Arnold Schoenberg)
Teatro La Fenice, Venezia: 10 novembre
ORCHESTRA DEL TEATRO << LA FE-
NICE», Venezia
O.R.F.-CHOR, Vienna
Direttore: Zoltan Pesko
Direttore del coro: Gottfried Preinfalk
Musiche di Arnold Schoenberg
Kol Nidre op. 39; Hans Christian, voce
recitan te
Sechs Lieder op. 8; Dorothy Dorow, so-
prano
Erster Psalm op. 50; Hans Christian,
voce recitante
Vier Lieder op. 22; Regina Sarfaty,
mezzo soprano
A Survivor from Warsaw op. 46; Hans
Christian, voce recitante
Sale Apollinee del Teatro La Fenice, Ve-
nezia: 11 novembre
QUATUOR PARRENIN, Parigi
Luciano Berio: Quartetto ( 1955-56)
Luciano Berio: Sincronie ( 1963-64)
Bruno Maderna: Quartetto ( 1955)
Pierre Boulez: Livre pour Quatuor
Sale Apollinee del Teatro La Fenice,
V enezia: 9, 1O, 11 novembre
L'EREDITA DI SCHOENBERG
part1ccipano: Paolo Castaldi, Sylvano
Bussotti, Heinz-Klaus Metzger, Franco
Donatoni, Mario Bortolotto, Marina
Scriabin, Henri Pousseur, Zoltan Pesko
Sale Apollinee del Teatro La Fenice, Ve-
nezia: 10 novembre
TESTIMONIANZE SU MADERNA
partec1pano: Luciano Berio, Henri Pous-
seur, Franco Donatoni, Aldo Clementi
Teatro La Fenice, V enezia: 11 novem-
bre
CONCERTO SINFONICO DELL'OR-
CHESTRA DEL TEATRO COMUNA-
LE DI BOLOGNA
( organizzato in collaborazione con il
Teatro Comunale di Bologna e con il
Teatro La Fenice)
Direttore: Marcello Panni
Luciano Berio: Calmo (1973); Joan Lo-
gue, soprano
Bruno Maderna: Giardino religioso
( 1972)
Charles Ives: The Unanswered Question
(1908)
Charles I ves: Robert Browning Ouver-
ture ( 1911)
Teatro La Fenice, Venezia: 12 novem-
bre
CONCERTO DELL'ENSEMBLE « DIE
REIHE », Vienna
Direttore: Friedrich Cerha
Musiche di Arnold Schoenberg
Suite op. 29
Lied der Waldtaube; Margerita Lilova,
mezzo soprano
Kammersymphonie op. 9
Convegno« Testimonianze contra il fascismo»
Nella splendida Sala dello Scru tinio in
Palazzo Ducale, la mattina del 5 ottobre,
si sono aperte le manifestazioni autun-
nali della Biennale 197 4 « Per una cul-
tura democratica e antifascista», con un
Convegno dedicato all'analisi delle com-
ponenti strutturali del fascismo sul pia-
no nazionale ed internazionale, dal titolo
« Testimonianze contro il fascismo ». La
ancora sanguinante esperie nza del golpe
cileno, e la presenza di Hortensia Allen-
de, con le sue alte e dolorose rievoca-
zioni, hanno aggiunto alla tematica italia-
na e generale, una lacerante riprova del-
l'attualita onnipresente ed insidiosa del
rinascere del pericolo fascista; lo stesso
dicasi per l'angosciante testimonianza di
Aléxandros Panagulis e per i forti inter-
venti di Manoel Soares e Carlos Altami-
rano. Sono inoltre intervenuti, oltre al
Presidente della Biennale Cado Ripa di
Meana e al Sindaco di V enezia Giorg io
Longo, Lelio Basso, Alberto Moravia,
Roberto Rossellini, Umberto Terracini,
Marco Pannella, Ju lio Cortázar. Impos-
sibilitati ad intervenire, hanno inviato la
loro adesione scritta: Cado Aymonino,
Cario Bo, Alexander Calder, Dom Hel -
der Camara, Henry Cartier Bresson, Gio-
van Battista Cavallaro, William Deakin,
Jean Marie Domenach, Simone de Beau-
voir, Danilo Dolci, Gillo Dorfles, Giu-
seppe Dossetti, Celso Furtado, Dom An-
tonio Fragoso, Graham Greene, Jürgen
Habermas, Joris Ivens, Ugo La Malfa,
Gabriel García Marques, Robert Seba-
stian Matta, Henry Moore, Giorgio Na-
politano, Ferruccio Parri, Roger Plan-
chon, Sandro Pertini, Franco Russo li,
Résumé
Dans le Salan dello Scrut inio au Palais des
Doges, le matin du 5 octobre, les manifesta-
Jean Paul Sartre, Giorgio Strehler,
Mario Soares, Bruno Storti, Angelo To-
melleri, Leo Valiani, Peter Weiss.
Erano presentí inoltre Diego Valeri,
Carlos Vassallo, Luis Guastavino, gli
on. Degan, Feder ici, Ferrari Aggradi e
Pellicani, i senatori Caron, Gatto, Gian-
quinto e Zanini, Beniamino Finocchiaro,
Livio Labor, Alfonso Gatto, Bruno Zevi,
Armando Urribe e molti altri intellet-
tuali, artisti, uomini della Resistenza e
personalita politiche. I8 7
Un servizio di traduzione simultanea via
radio con apparecchi auricolari, permet -
teva di seguire i discorsi degli oratori
che niente hanno avuto di magniloquen-
te e celebrativo, ma si sono proposti
piuttosto come una seria sofferta medi-
tazione política, anche se talvo lta con
punte scottanti e assai polemiche nei
confronti di partico lari aspetti della pre-
sente realta ita liana e internazionale. Il
pubblico che affollava la grande sala,
composto in notevole parte di giovani
studenti e lavoratori, era attento, vibran-
te, sensibile ad ogni accenno piu inci-
sivo, e rispondeva ora con un silenzio
commosso, ora con app lausi scattanti, al-
l'alternarsi dei vari personaggi al micro-
fono.
Attraverso altoparlanti e un impianto te-
levisivo a circuito chiuso, con monitors
collocati nella Piazzetta di san Marco,
altro pub blico ha potuto seguire il Con-
vegno, che per le sue tematiche e la sua
partecipazione ha segnato un significati-
vo inizio, una premessa appropriata e
coraggiosa a tutto il programma della
nuova Bien nale. ( p.g .g.)
Summary
On the 5th October in the Sale dello Scrutinio
ar the Ducal Pa lace, the Autumn events of the
 tions d'automne de la Biennale 1974, ont été
ouvertes par une réunion consacrée a l'analyse
des éléments structuraux du fascisme, sur le
plan national et international. L'expérience ré-
cente du golpe au Chili et la présence de
Hortensia AUende avec ses souvenirs dolou-
reux, ont constitué le vivant témoignage de
l'existence du danger fasciste dans le monde.
Aussi la narraticn émue de Aléxandros Pa-
nagulis et le fort discours de Altamirano et
de Soares, ont touché profondém ent la foule
de jeunes gens étudiants, travaiUeurs, intel-
lectuels, artistes et hommes politiques de toutes
nations qui remplissaient la grande salle splen-
dide. Ont également pris la parole le président
de la Biennale Carlo Ripa di Meana , le maire
de Venise Giorgio Longo, Lelio Basso, Alberto
Moravia, Roberto Rossellini, Umberto Terra-
cini, Marco Pannella, Julio Cortázar. Ont en-
voyé leur adhésion écrite: Carlo Aymonino,
Cario Bo, Alexander Ca~der, Dom Helder
Camara, Henry Cartier Bresson, Giovambat-
tista Cavallaro, William Deakin, Jean Marie
Domenach, Simone de Beauvoir, Danilo Dolci,
Gillo Dorfles, Giuseppe Dossetti, Celso Furta-
do, Dom Antonio Fragoso, Graham Greene,
Jürgen Habermas, Joris Ivens, Ugo La Malfa,
Gabriel García Marques, Roberto Sebastian
Matta , Henry Moore, Giorgio Napolitano, Fer-
I 88 ruccio Parri, Roger Planchan, Sandro Pertini,
Franco Russoli, Jean Paul Sartre, Giorgio
Strehler , Mario Soares, Bruno Storti , Angelo
Tomelleri, Leo Valiani, Peter Weiss. Etaient
présents entre autres: Diego Valeri , Carlos
Vassallo, Luis Guastavino, les députés Ferrari
Aggradi, Degan, Federici et Pellicani, les séna-
teurs Gatto, Caron, Gianquinto et Zanini,
Livio Labor, Beniamino Finocchiaro, Alfonso
Gatto, Bruno Zevi, Armando Urribe et de
nombreux intellectuels, artistes et hommes
politiques. Des haut-parleurs et des monitors
télévisifs transmettaient la manifestation a
l'extérieur: l'atmosphere sévere de la réunion,
chargée du passé et du présent , était signifi-
cative du ton et du nouveau role de cette
Biennale.
1974 Biennale were opened by a meeting
dedicated to analysing the structural elements
of Fascism , on a scale both national and
international. The recent coming about of a
coup d'état in Chile, and the presence of Hor-
tensia Allende with her mournful memories
witnessed the fact that Fascism is still existing
and operating in the world. Thus Aléxandros
Panagulis's narration and the strong speeches
of Altamirano and Soares, deeply touched the
throng of young people and students, workers,
intellectuals, artists and politicians from every
nation, filling up the huge, beautiful hall: the
presiden! of the Biennale Carlo Ripa di Meana,
the mayor of Venice Giorgio Longo, Lelio
Basso, Alberto Moravia, Roberto Rossellini,
Umberto Terracini , Marco Pannella, Julio Cor-
tázar, made speeches, while Cario Aymonino,
Cario Bo, Alexander Calder, Dom Helder Ca-
mara, Henry Cartier Bresson , Giovanbattista
Cavallaro, Wi1liam Deakin, Jean Marie Do-
menach, Simone de Beauvoir, Danilo Dolci,
Gillo Dorlles, Giuseppe Dossetti , Celso Fur-
tado, Dom Antonio Fragoso, Graham Green,
Jürgen Habermas, Joris Ivens, Ugo La Malla,
Gabriel García Marques, Roberto Sebastian
Matta, Henry Moore, Giorgio Napolitano, Fer-
ruccio Parri, Roger Planchon, Sandro Pertini,
Franco Russoli, Jean Paul Sartre, Giorgio
Strehler, Mario Soares, Bruno Storti, Angelo
Tomelleri, Leo Valiani , Peter Weiss ali sent
their written support. Among orhers there
were also Diego Valeri , Carlos Vassallo, Luis
Guastavino, deputies Ferrari Aggradi, Degan,
Federici and Pellicani, senators Gatto, Caron,
Gianquinto and Zanini, Livio Labor, Beniami-
no Finocchiaro, Alfonso Gatto, Bruno Zevi,
Armando Urribe. There we loud-speakes and
monitors outside the palace; the severe c'..imax
pervading the meeting, charged with past and
present emotions, was a meaningful beginning
as far as the tone and new function of the
renewed Biennale were concerned.
Manifestazioni per la « Liberta al Cile
Le manifestazioni « Liberta al Cile »,
che, subito dopo il Convegno al Palazzo
Ducale, hanno aperto le attivita della
nuova Biennale, sano state organizzate
su incarico del Consiglio direttivo del-
l'Ente da! Gruppo permanente di lavara
per i convegni e dal suo segretario
coordinatore Massimo Andrioli . Esse si
sano protratte dal 6 al 15 ottobre , in-
vestendo i campi del cinema , della mu-
sica, del teatro, della fotografia e del-
la pittura. I luoghi che hanno ospi-
tato le rassegne sano stati i piu vari , si-
tuati nei punti piu diversi della citta e
del territorio circostante. Sano stati uti-
lizzati il campo S. Polo con un grande
tendone, il campo S. Margherita con i
due cinematografi S. Margherita e Mo-
derno, il Teatro La Fenice, il padiglione
« Italia » ai Giardini di Castello, le Zi-
telle alla Giudecca, l 'autorimessa comu-
nale presso la caserma di S. Francesco
a Chioggia, la vecchia scuola di Ca' Bren-
telle, il capannone del Petrolchimico a
Marghera, la Biblioteca Comunale a
Oriago di Mira, il vecchio Campo spor-
tivo di Mira, due tendoni nel piazzale
Candiani a Mestre. Nel loro insieme le
manifestazioni per la « Liberta al Cile »
hanno compreso una sezione cinemato-
grafica di testimonianze sul triennio di
governo di Unidad Popular, sugli avve-
nimenti cileni svoltisi durante e dopo
il golpe, due concerti di musica cilena
di ricerca per la direzione di Gustavo
Becerra, una serie di concerti di mu-
sica popolare cilena tenuti dai comples-
si degli lnti Illimani, dei Quilapayun e
dai solisti Isabel Parra e Patricio
Castillo, una mostra del manifesto ci-
leno in cuí sano state esposte piu di
cento opere del periodo 1970-1973, nu-
merose mostre di fotografie ( gigantogra-
fie su pannello), l'esecuzione dei vari
"murales" all'aperto da parte della « Bri-
»
gada S. Allende » e di Roberto Sebastian
Matta, cuí si sano associati in alcuni
luoghi un collettivo d'intervento di pit-
tori veneziani e il collettivo del Liceo
artístico di Treviso e, infine, l'edizione
di cinque numeri del settimanale « Li-
berta al Cile ». Si sano svolti inoltre
numerosi incontri, riunioni, dibattiti fra
es ponen ti della cultura e della política
antifascista cilena , e varíe categorie di
lavoratori e di pubblico di Venezia. In
due occasioni gli spazi del padiglione I8
« Italia » e di un tendone di Mestre 9
sano stati concessi a gruppi politici di
intervento culturale, che ne avevano fat-
to richiesta, i quali hanno allestito spet-
tacoli-testimonianza con dibattito, cuí
hanno partecipato artisti ed esponenti
politici italiani, la cuí esperien za si col-
legava , nell'ambito dell'area política del-
la sinistra extra-parlamentare, ad un im-
pegno militante antifascista.
La partecipazione del pubblico, assai
vasta , non emerge soltanto dalle molte
migliaia di biglietti venduti alle diverse
manifestazioni, poiché , per ragioni orga-
nizzative , in molti casi il pubblico ha po-
tu to fruire dell 'ingres so libero.
Tre quaderni-catalogo, illustrativi delle
varíe rassegne, sano stati pubblicati con
una tiratura di molte migliaia di copie
a cura dell'Ente, e distribuite gratuita-
mente.
Testimonianze c inemat ogra fic he sul
Cile
La rassegna « Testirnonianze cinernato-
grafiche sul Cile » ha avuto luogo dal
6 al 12 ottobre presso il cinema Santa
Margherita a Venezia, il cinema Moder-
no e il tendone in campo S. Polo sem-
pre a Venezia, il tendone in piazzale
Candiani a Mestre, l 'autorimessa comu-
nale presso la Caserma S. Francesco a
Chioggia, la Biblioteca comunale a Oria-
go di Mira. Nel corso di 16 diversi pro-
grammi sono stati presentati 49 film, per
81 proiezioni complessive.
Se si esamina la situazione cinematogra-
fica cilena si puo rilevare come non esi-
stesse fino alla fine degli anni sessanta
un vero cinema nazionale con caratteri-
stiche proprie. Nel 1967 pero fu fondato
il « Condejo de Promoción de la Indu-
stria Cinematográfica», e vennero ap-
provate sovvenzioni statali, che aumente-
ranno poi, durante il governo di Unidad
Popular, determinando l'afflusso di nuo-
ve leve. Mentre cambiava fondamental-
mente il livello di coscienza politica nel-
la popolazione, corrispondeva a cio in
campo cinematografico la volonta di rac-
contare al mondo quello che si stava
costruendo in Cile, e cosa stava cam-
biando nella struttura política, economi-
ca e sociale del paese. Nel triennio
1970-1973 molti furono i cineasti stra-
nieri che si interessarono al Cile e che
registrarono gli aspetti piu significativi
del processo socio-politico e culturale in
atto nel paese. Durante e dopo il golpe,
naturalmente, solo alcuni cineasti stra-
men hanno avuto l'opportunita di fil-
mare la repressione, denunciandola in
tutto il mondo .
Questa rassegna si e articolata in varie
sezioni, che affrontavano la situazione
del Cile prima e dopo il golpe, da varie
angolature.
La prima, « Omaggio a Allende», pro-
poneva una serie di interviste fatte al
presidente, e alcuni documentari, tra cui
El gran desafío ( La grande sfida) di
Alvaro Covacevich e Da! Palazzo della
Moneda: Allende al popolo nord-ameri-
cano, intervista di Empedocle Maffia. Il
primo tratta dello storico viaggio com-
piuto da Salvador Allende in Messico,
Stati Uniti, Algeria, Unione Sovietica,
Cuba per denunciare l'azione delle im-
prese transnazionali in Cile allo scopo di
rovesciare il governo popoiare. Questa
pellicola, ridotta da una di 35 mm, e
l'unica esistente. Salvata da maní diverse
per canali clandestini, e giunta per la
prima volta in Europa in questa occa-
sione veneziana . La seconda, presentata
della Biennale in prima mondiale, e una
intervista che Salvador Allende diresse al
popolo americano con l'obiettivo di de-
nunciare il ruolo giocato dalle societa
multinazionali ( I.T.T.-Anaconda, etc.) e
dalla C.I.A . contro il Cile democratico.
Realizzata in un primo momento per
conto della CBS, non fu poi mandara in
onda dalla rete americana, né il « New
York Times » volle pubblicarne la tra-
scrizione. I punti toccati dal presidente
in questa intervista sano diversi: dal-
l'importanza del rame e del suo sfrutta-
mento per l'economia cilena al boicot-
taggio che di questa economía veniva
costantemente operato sui mercati inter-
nazionali, dalla necessita per il Cile di
adottare un'economia di guerra, al ruolo
delle forze armare ne! Paese, dalla pos-
sibilita per il governo di Unidad Popular
di realizzare i suoi programmi all'interno
delle istituzioni democratiche, alla soli-
darieta ricevuta da! paese in occasione
della nazionalizzazione delle miniere di
rame. In questa sezione sono stati pre-
sentati i seguenti film: Compañero Pre-
sidente ( Compagno presidente) di Mi-
guel Littin ( Cile, 1971 ) ; La forza e la
ragione di Roberto Rossellini ( Italia,
1972); Diálogo de America (Dialogo
dell'America) di Alvaro Covacevich ( Ci-
le, 1972; Ahora te vamos llamar herma-
no ( Ora ti chiameremo fratello) di Raul
Ruiz ( Cile, 1971); e nuovamente Dal
Palazzo della Moneda: Allende al popolo
nord-americano, di Empedocle Maffia
(Italia, 1972); El gran desafío (La gran-
de sfida) di Alvaro Covacevich ( Cile,
1973).
La sezione « La questione dei militari »
ha presentato un documentario sull'as-
sassinio del generale Schneider, Como?
Por que para que se asesina un general
( Come, perché e in che modo si assas-
sina un generale) di Santiago Alvarez
( Cuba, 1971).
La sezione « Le vicende del Cile attra-
verso i bambini » ha trattato i problemi
dei bambini, anche con occhio alla loro
reazione al colpo di stato. E stato pre-
sentato Oye , cabrito ( Ascolta, ragazzi-
no) di José Carvides ( Cile, 1971) .
La sezione « Unidad Popular e il proble-
ma dei giovani » ha illustrato la situa-
zione dei giovani in alcuni settori sociali,
e le difficol ta che incontrano i figli della
borghesia ad inserirsi nel processo rivo-
luzionario . E stato presentato il seguen·
te film: Descomedidos y chascones ( Go-
liardi e capelloni), realizzazione colletti-
va ( Cile).
Nella sezione « Gli stranieri illustrano il
Cile » la realta política e sociale del Cile
e stata esaminata da autori stranieri. So-
no stati presentati i seguenti film: In-
troducción a Chile ( Introduzione al Ci-
le) di Miguel Torres ( Cuba, 1971);
Chile, la lucha continua ( Cile, la lotta
continua) di Elfride Irra l ( R .F .T.,
1972); V enceremos ( Vinceremo) di
Janovsky e Scheumann ( R.D .T.).
Nella sezione « Repressione e liberta di
espressione » si esaminavano i sistemi di
repressione usa ti in Cile dopo il golpe,
e il problema della liberta di stampa.
Sono stati presentati i seguenti film:
Liberdad de Prensa - Sociedad anóni m a
(Liberta di stampa - Societa anonima)
di José Caviedes e Sergio Meza Matus
(Cile, 1973); Contra la razon y por la
fuerza ( Contro la ragione e per la forza)
di Carlos Ortis Tejeda (Messico, 1973 ) .
Nella sezione « Momenti caldi della espe-
rienza cilena » venivano illustrati i mo-
menti salienti degli avvenimenti cileni
degli ultimi anni , dalle misure adottate
da Unidad Popular per portare a ter-
mine il programma elettorale, alla re-
pressione che ha fatto seguito al golp e.
Sono stati presentati i seguenti film: El
primer año ( Il primo anno) di Patricio
Guzman (Cile, 1971-72); La respuesta
de Octubre ( La rispos ta di Ottobre) di
Patricio Guzman ( Cile, 1972); Santiago
del Chile ciudad violada ( Santiago del
Cile citta viola ta) di Jan Sandquist
(Svezia, 1973).
Nella sezione « Il problema della terra »
e stato esaminato il problema cruciale
della riforma agraria con particolare at-
tenzione all'emancipazione dei contadini
durante il governo di Unidad Popular .
Seno stati presentati i seguenti film: No
nos trancaron el paso ( Non ci sbarreran-
no il passo), realizzazione collettiva ( Ci-
le, 1971) e Netuayn mapu (Recuperere-
mo la terra), realizzazione collettiva
(Cile, 1971).
Nella sezione « Politicizzazione e rifor-
me sociali » ci si proponeva sia di illu-
strare alcuni problemi sociali ( quello de-
gli alloggi ad esempio), sía di presen-
tare uno spaccato della societa cilena du-
rante il governo Allende. Sono stati pro-
grammati i seguenti film: Casa o mierda
(Casa o merda) , realizzazione colletti va
(Cile, 1970); Campamento (Baraccati),
realizzazione collettiva (U.S.A., 1970);
Cuando despierta el pueblo ( Quando il
popolo si risveglia), realizzazione collet-
ti va (U.S.A ., 1973); Golpe de estado
( Colpo di stato) di Santiago Alvarez
(Cuba); Materiali di Pablo della Barra
( Cile, 1973); Herminda de la victoria
di Douglas Hubner ( Cile, 1969).
Nella sezione « Vittime della repressio-
ne » si narravano le vicende di alcuni
martiri della liberta cilena . Sono stati
presenta ti i seguenti film: El tigre saltó
y mató , pero morirá, morirá ( La tigre
salto e uccise, ma morira, morira) di
Santiago Alvarez (Cuba, 1973); La tier-
ra prometida ( La terra promessa) di
Miguel Littin (Cile, 1973); Miguel An-
gel Aquileira di Alvaro Ramirez ( Cile,
1969).
La sezione « Prima e dopo il golpe » ha
presentato materiali documentari su fatti
svoltisi, appunto, prima e dopo il colpo
di stato. E stato proiettato Acusamos
( Accusiamo) di J anovsky e Scheumann
( R.D.T., 1974).
Nella sezione « La presenza di Cuba »
sono stati illustrati alcuni momenti del-
la presenza di Castro in Cile. E stato
proiettato De Ameri ca soy hijo y a ella
me debo ( Sono figlio dell'America e le
sono riconoscente) di Santiago Alvarez
(Cuba, 1971) .
Nella sezione « Lo sfruttamento delle
materie prime » venivano esaminate le
condizioni di lavoro dei minatori in Cile.
Sono stati presenta ti i seguenti film: El
sueldo de Chile ( Il salario del Cile) di
Fernando Balmaceda ( Cile, 1971 ) ; Re-
portaje a Lota ( Reportage a Lota) di
Diego Bonacina e José Roman ( Cile,
1970); Crónica del salnitre ( Cronaca del
salnitro), realizzazione collettiva ( Cile,
1970); Escuela Santa Maria de I quique
( Scuola Santa Maria di !quique), realiz-
zazione collettiva ( Cile); Testimonio
( Tes timo ne) di Pedro Chaskel ( Cile,
1971).
La sezione « I problemi della societa ci-
vile » ha presentato una serie di docu-
mentari relativi ad alcuni problemi della
societa cilena (l 'alcoolismo , la denutri-
zione, le condizioni di vita e di lavoro
degli operai) e focalizzato altresí gli sfor-
zi di Unidad Popular per cambiare la
situazione. Sono stati presentati i se-
guenti film: Mijita ( Bambina mia) di
Sergio e Patricio Castilla ( Cile, 1970);
Entre ponerle y no ponerle ( Tra berlo
e non berlo) di Héctor Ríos ( Cile,
1972); Desnutrición infantil ( Denutri-
zione infantile) di Alvaro Ramirez ( Ci-
le , 1969); Unos pocos caracoles (Un po'
di lumache) di Alberto Sanz ( Cile,
1972); Pintando con el pueblo ( Dipin-
gendo con il popolo) di Leonardo Cé-
spedes ( Cile, 1970); Septiembre cileno
( Settembre cileno) di Bruno Muel
(Francia, 1973).
Nella sezione « Riforma política e situa-
zione economica » e stata infine esamí-
nata la strategia economica messa a pun-
to dalla borghesia reazionaria cilena per
abbattere íl governo dí Unidad Popular
e per addormentare la coscienza popola-
re. Sano stati presentati i seguenti film:
V enceremos ( Vinceremo) di Pedro
Chaskel e Héctor Rios ( Cile, 1970); La
guera de los monos ( La guerra delle
scimmie) di Janovsky e Sheumann ( Cile).
La rassegna si e conclusa con la proie-
zione del film di Peter Lilienthal La
Victoria (R.F.T., 1973), che e servito
anche da introduzione per la sezione
« Film conoscenza e dibattito » del pro-
gramma delle manifestazioni curate dal
settore Cinema e spettacolo televisivo
della Biennale. Il film ha illuscrato i pro-
blemi politici del Cile in una forma ro-
manzata, ma documentaristíca e attuale
al tempo stesso, narrando la storia di
Marcella, una ragazza che va a Santiago
per ricoprire un pasto di segretaria al
ministero, ma che finisce poi per fare
ogni sarta di mestieri: durante le elezio-
ni, ella prende infine coscienza della sua
posizione política e decide di diventare
istitutrice in un quartiere pavero. Il
film e anche un esempio interessante di
collaborazione era il cinema europeo e
il nuovo cinema cileno.
Il maggior successo di pubblico si e avu-
to nelle serate del 6 e 7 ottobre. Il nu-
mero dei biglietti vendutí complessiva-
mente e stato di circa 3500, ma malta
altra gente e entrata con ingresso libero.
Al fine di illustrare i vari film presentati
nella rassegna, l'Ente ha curato la pub-
blicazione di un quaderno di documen-
tazione, distribuito gratuitamen te.
1 "murales"
Parlare al popolo dei sum diritti usan-
do un mezzo semplice ed altamente
espressivo al tempo stesso, il mezzo vi-
sivo. Per tutto il tempo concesso loro
dalle vicende storiche, dei ragazzi anche
di tredíci, quattordici anní hanno per-
corso le strade del Cile usando colorí e
pennelli per esprimere sui muri del loro
paese il messaggio del socialismo, adope-
rando un lingua ggio di simboli ma anche
di volti e parole, espressi in toni vivi e
a volee violenti come la loro terra. Ap-
partenevano a vari gruppi di sinistra:
quelli della gioventu comunista cilena si
erano raggruppati sotto il nome di Ra-
mona Parra, la pittrice uccisa giovanis-
sima dai carabineros nel 1964, e tutti
vestivano tute imbrattate d'ogni colore
e vecchi elmetti, un bracciale rosso. Ave-
vano un motto: "Luchar, estudiar, tra-
bajar por la patria" ( Lottare, studiare,
lavorare per la patria), e la loro pittura
era l'espressione e la realizzazione di
questo programma; in essa si trovano
usate tecniche diverse, mal assimilate a
volte e stilisticamente ibride, a volte rie-
laborate in una nuova valida esperienza.
Picasso, Léger, Siquieras e Orozco, solu-
zioni d'avanguardia e folklore si mesco-
lavano spesso senza nessun' al tra preoc-
cupazione che non fosse quella dell 'idea
da esprimere. Pittura nuova, "Pittura
come azione", come l'ha definita Mario
de Micheli. A volte artisti di prestigio
mondiale, come Roberto Sebastian Mat-
ra, sono intervenuti ad aiutare guesti
gruppi, a condividerne l'esperienza; an-
nota Gian Butturini nel suo libro foto-
grafico Cile Brigada Ramona Parra:
" ... Quando pero in Cile capitavano al-
tri artisti militanti, di esperienze diverse,
venivano invitati a lasciare un segno tan-
gibi le di rivolta sui muri: Per alcuni
giorni fummo noi italiani assieme ai por-
toricani ad intervenire. Il lavara era pe-
sante per le caratteristiche del muro
( spugnoso, poco uniforme), ma appena
abbozza ti i temí in terveni vano trenta,
quaranta ragazzi che con enormi pen-
nelli completavano il lav oro nel giro di
poche ore".
Poi il colpa di stato, la vio lenza dei mili-
tari e la fine per molti di questi ragazzi
che, lasciato il pennello, presero il fucile
per obbedire fino in fondo al loro motto
"luchar, estudiar, trabajar por la patria".
La fine per molti, ma non per tutti. Al-
cuni riuscirono a sfuggire alla violenza
fascista per continuare all'estero la loro
opera. A Parigi i superstiti delle varíe
"brigate" ( Ramona Parra, Elmo Catalan
etc.) si incontrarono, si fusero riunendo-
si sotto il nome di un nuovo martire del
Cile, Salvador Allende. E questa risorta
brigada che la Biennale ha ospitato du-
rante lo svolgersi delle sue manifesta-
zioni, offrendo ai suoi membri le strade
e i campi di Venezia, af!inché il messag-
gio nascesse nuovamente dai loro pen-
nelli. Alcuni artisti italiani (Eulisse, Gal -
lerani, Marzulli, Merisi, Pirro, Vaglie-
ri, etc.) hanno ritenuto di unirsi a loro
da solí o formando un collettivo d'in-
tervento per collaborare con i mura-
listi; lo stesso hanno fatto gli studen-
ti del Liceo artístico di Treviso. In-
tervento d'eccezione, Roberto Sebastian
Matta e venuto espressamente a Venezia
per poche ore, per ciare il suo apporto,
dipingendo due "murale s": " ... gli ar-
tisti, ha detto Matta lavorando a S. Polo,
sano i testimoni del loro tempo , e il loro
dovere e anche di raccontare la storia,
partecipare alle lotte dei popoli. Non
possono vivere isolati, creando per se
stessi. lo questa arte la detesto. Mi pia-
ce molto di piu stare qua nella strada in
mezzo al popolo e se qualcuno vuole
dipingere con me, lo faccia. Potra farlo
male all'inizio. Gia, imparera, ma intan-
to stara sentencio, stara vivendo ... ". A
capo della « Brigada S. Allende » era
José Balmes, grafico e pittore d'eccezio-
ne, decano della facolta di belle arti a
Santiago del Cile prima del golpe, che
risiede abitualmente a Parigi. In una in-
tervista rilasciata in quella citta a Marco
D'Eramo, egli ha illustrato il nascere e
l'evolversi delle brigadas, il loro impe-
gno e le loro realizzazioni piu. importan-
ti, come il "mural" lungo un chilometro
e alto sette metri dipinto sulla sponda
del río Malpocho per commemorare il
50º anniversario del PCC, cercando al
tempo stesso di precisare il loro rap-
porto con le altre tecniche e correnti
pittoriche; un rapporto che si e rivelato
in ultima analisi di indipendenza ne! sen-
so che, ha precisa to Balmes, " . . . Non si
puo dire che appartenessimo piu. a una
scuola che a un'altra ... ". L'intervista
di Marco D'Eramo si concludeva con
una domanda tendente a stabilire le ra-
gioni per cuí dei pittori muralisti d'ava n-
guardia siano riusciti comprensibili al
popolo, Balmes ha risposto usando una
frase di Moreno Gal van " ... una frase
quasi da contadini, semplice, ma chia-
ra ( . . . ) : 'L'arte cambia quando cambia
la vita' ".
Per giorni interi, mentre gli artisti cile-
ni dipingevano negli spazi urbani di Ve-
nezia, Mestre , Chioggia, Mira, rapporti
nuovi, di dibattito, intervento, collabo-
razione, si sono instaurati con cittadini,
studenti, ragazzi. Una festa popolare,
culturale e política insieme.
In campo Santa Margherita hanno opera-
rato sía la brigata Allende che il col-
lettivo d'intervento dei pittori venezia-
ni; nove i "murales" eseguiti, di cuí set-
te su! tema "E l pueblo unido jamás será
vencido" ( Il popolo unito non sara mai
vinto), e due rispettivamente ispirati al-
le parole di Pablo Neruda "Y o vengo a
hablar por los ensmudocidos" ( Vengo a
parlare per chi e ammutolito) e al tema
"Aplastarem os al fascismo" ( Schiaccere-
mo il fascismo). In campo S. Polo, due
I9 ]
dei dieci "murales" complessivamente
eseguiti sono opera, come gia detto , di
Roberto Sebastian Matta. I temí svolti:
"Angel atacado por los United Snakes y
defendido por el pueblo" ( Angelo attac-
cato dai Serpenti Uniti e difeso da! po-
polo) e "La vergüenza militar después
de Auschwitz-PinoCIA" ( La vergogna
militare dopo Auschwitz-PinoCIA) [Pi-
nochet + CIA]. Un "mural" e dedicato
al musicista Víctor Jara , torturato e ucci-
so dalla polizia dei golpisti cileni. Sempre
in campo S. Polo ha collaborato con i bri-
gatisti il collettivo del Liceo artístico di
Treviso, creando una serie di otto "mu-
rales" sui temí "El pueblo unido jamás
será vencido' e "No al crimen político"
1
( No al crimine político). In piazza Fer-
retto, a Mestre, la « Brigada S. Allende»
ha dipinto un "mural" in sei pannelli sui
temí "No al fascismo" e "Venceremos"
( Vinceremo). Anche Chioggia ha cono-
sciuto !'opera dei brigatisti cileni, che vi
hanno eseguito sei "murales" che illustra-
vano i temi "Chile luchará hasta la victo-
ria" ( Il Cile lottera fino alla vittoria) e
"El fascismo está contra el pueblo y su
cultura" ( Il fascismo e contro il popolo
e la sua cultura); un "mural" gigantesco
e stato collocato suLla facciata di un edi-
ficio in restauro in fondamenta delle Zi-
telle ( Giudecca) ("La cultura chilena
viva en Venecia"),- un altro al padi-
 glíone Italia ai Giardini della Biennale.
Al Teatro La Fenice, durante l'esecu-
zione del concerto di musica cilena di
ricerca, e stato eseguito sul palcosceni-
co, sempre dalla « Brigada S. Allende»
un "mural)) in tre pannellí: mentre scor-
revano le note e i nastri elettronici della
musica, documentaria e di denuncia, sul
candore della tela sono fioriti un volto
di donna in bianco e neto, e un pugno
coi colorí del Cile. Tutti i "murales)) so-
no stati eseguiti con idropittura su tela,
compensato o truciolato. A Mira, a Ca'
Brentelle invece, i brigatisti hanno po-
tuto usufruire di muri veri e propri. A
Ca' Brentelle, sulle pareti della scuola,
su uno sfondo giallo-ocra, un volto fem-
minile e due mani con i colorí italíani e
cileni illustrano il concetto di solidarie-
ta fra i due popoli; a Mira, sulle mura
del vecchio campo sportivo, per diecine
di metri si snoda un ricchissimo reper-
torio di figure e simboli, dai viví colori,
I94 ideale antología narrativa di tutti i sog-
getti ricorrenti nei "murales)) sparsi nel
territorio veneziano, e ora raccolti, in nu-
mero di 62, presso il fondo artístico del-
l'Archivio storico delle arti contempora-
nee della Biennale; un altro "mural)) e
stato donato dalla brigada ai lavoratori
del Petrolchimico di Porto Marghera .
Musica cilena di ricerca
Il 6 ottobre, al Teatro La Fenice di Ve-
nezia, gremito di pubblico e riaperto,
pur in regime di occupazione, dal Con-
siglio di Azienda dei lavoratori del tea-
tro d'intesa con la Biennale e con le
organizzazioni sindacali per testimoniare
la propria solidarieta al Cile, un concerto
di musica cilena di ricerca ha dato ini-
zio ai programmi di spettacolo con l'ese-
cuzione dell'Orchestra del Teatro La Fe-
nice, per la direzione di Gustavo Becer-
ra. Il concerto, di musica strumentale ed
elettronica, e stato integrato da proie-
zioni e pittura simultanea, con l'esecu-
zione, come gia detto, di un "mural)) sul-
lo stesso palcoscenico.
Nel Cile di Unidad Popular la parteci-
pazione degli operai, minatori, contadini
alla gestione pubblica trovo corrispon-
denza, nel campo culturale, in una tra-
sformazione dell'attivita e della funzione
dei produttori di cultura. Ogni settoria-
lismo venne eliminato, fosse esso di stu-
dio, di ricerca, di creazione, di organiz-
zazione, dando vita a una polivalenza
unitaria nell'impegno degli intellettuali.
Si crearono nuovi organismi i quali este-
sero la propria attivita in tutto il paese
e a tutti i livelli popolari. Il concerto
di musica cilena di ricerca programma-
to nel quadro delle manifestazioni « Li-
berta al Cile » ha voluto portare una
testimonianza di questo processo cultu-
rale: musica strumentale elettronica,
testi poetici e politici, proiezioni e pit-
tura simultanea dei muralísti, nella loro
integrazione. Durante il concerto sono
state presentate musiche di Gustavo Be-
cerra ( Cantata Corvalan 19 73, per can-
to, due recitanti, nastri magnetici e
proiezioni, su testo di Peter Weiss ed
Eduardo Labarca, soprano Carla Christi,
e Scanning Variation per gruppo stru-
mentale), di Fernando Garcia ( Cuatro
poemas concretos, per canto e archi, su
testi di Ferreira Goulart e Desio Pigna-
tari, tenore Osvaldo Alemanno), Jorge
Arriagada ( Chile '7 3, per nastro ma-
gnetico e Arenas, y más allá, per nastro
magnetico e voce integrata, su testo di
Ariel Dorfman), e Sergio Ortega ( Quin-
tetto per flauto in sol e archi dedicato
a Ernesto Ché Guevara , flauto Antonio
Carraro).
Gustavo Becerra Schmidt e nato a Te-
muco, Cile, nel 1925. La sua opera di
compositore comprende praticamente
tutti i generi , e si estende in forma ap-
prezzabile al campo della musica appli-
cata. In questo momento la sua estetica
e retta da una concezione scientifica del-
la grammatica musicale e dalla utilizza-
zione di determinanti extramusicali nella
sintassi. In tal senso le sue ultime opere
usano motivi plastici, metodi ciberneti-
ci, controlli prosodici.
Nella Cantata a Luis Corvalan Gustavo
Becerra raggiunge una straordinaría
espressivita e profondita di intenzione.
Si tratta, in un certo senso, di un'opera
diversa e nuova nel quadro delle attívita
di questo composítore. I moduli língui-
stici risultano estremamente semplici, al
fine di ottenere, tramite un canto sem-
plice e leggibile, la piu vasta possibilita
di comunicazione e di consenso. Nel poe-
ma si alternano la biografia di Luís Cor-
valan, dirigente comunista, instancabíle
militante, oggi eroe nazionale, incarcera-
to e torturato , e una intervista allo stes-
so che costituisce un'emozionante testi-
monianza della sua vita .
Jorge Arriagada e nato a Santiago nel
1934. Nel 1970 venne nominato diret-
tore dello studio di musica sperimentale
del Centro americano a Parigi. Premio
Guggenheim nel 1973 e ora ricercatore
musicale per lo « Stanford Music Pro-
ject », con Leland Smith, all'Universita
Stanford in California.
Fernando García, compositore cileno del-
la nuova generazione, ha effettuato i suoi
studi alla facolta di scienza e arte mu-
sicale dell'Universita del Cile. La sua
opera Cuatro poemas concretos e una
delle piu conosciute nel campo della
musica delle canzoni cilene; eseguita
ovunque, nelle piu di-verse occasioni, ha
costituito un valido strumento di cre-
scita política. La sensibilita artística di
García gli ha permesso di esprimersi nel-
le piu diverse forme musicali, senza stac-
carsi dagli obiettivi della lotta popolare.
Sergio Ortega e un altro compositore ci-
leno della nuova generazione che ha com-
piuto gli studi alla facolta di scienza e
arte musicale dell'Universita del Cile,
istituzione che si e occupata della scuola
serale destinara alla educazione di adulti,
appartenenti soprattutto alla classe lavo-
ratrice. Diversi premi, « Casa delle Ame-
riche » a Cuba, di musica contempora-
nea « del Sodre » a Montevideo , « alla
Critica » in Cile, testimoniano !'intensa
attivita e il valore artístico di questo
compositore.
Il Quintetto per flauta in sol e archi da
prova della sua fine sensibili:ta nella com-
posizionedi musica da camera , intesa nel-
la forma tradizionale; per i loro accenti
profondamente drammatici le sue com-
posizioni si prestano perfettamente ad
una utilizzazione teatrale e dnemato-
grafica.
Il concerto, con un programma ridotto,
e stato ripetuto il giorno 7 ottobre a
Mestre, nel tendone di piazzale Candia-
ni. La manifestazione, il cui ingresso era
gratuito come a Venezia, ha registrato
un grandissimo successo di pubblico .
Musica popolare cilena
Ne!quadro delle giornate cilene, una se-
rie di concerti di musica popolare cilena
sono stati presentati dal 6 al 12 ottobre
a Venezia e in terraferma. A Venezia
(nel tendone di Campo S. Polo e al pa-
diglione Italia dei Giardini di Castello),
a Porto Marghera ( nel capannone del
Petrolchimico), a Mestre ( nel tendone
di piazzale Candiani), a Chioggia ( nel-
1'autorimessa comunale presso la Caser-
ma di S. Francesco), a Oriago di Mira
( nella Biblioteca comunale) .
I 7 concerti sano stati eseguiti dal com-
plesso degli Inti Illimani, dal complesso
Quilapayun e dai solisti Isabel Parra e
Patricio Castillo, con grandissimo suc-
cesso. Sano stati venduti complessiva-
mente 4500 biglietti d'ingresso e molta
altra gente e entrata con ingresso libero .
"Che cos'e la musica impegnata, la mu-
sica rivoluzionaria, la nuova canzone ci-
lena ? " si chiedeva il musicista martire
Víctor Jara; e continuav a: "Canzone po-
polare. Popolare perché il suo obiettivo
e interpretare il popolo, la classe lavora-
trice nel suo insieme, narrando le loro
storie individuali e collettive, quelle che
I95
la storia ufficiale ha ignorato ( ... )
Questo tipo di canzone esiste da molti
secoli nella storia della nostra umanita.
L'uomo canto sempre per comunicare e
per sapere. In Cile si comincia a cono-
scerla nel secolo passato . Ma agli albori
del nostro secolo, quando la classe ope-
raia comincia ad organizzarsi, sorge con
maggior impeto. Piu tardi compare Vio-
leta Parra, che da alla canzone popolare
cilena la sua piu alta, piu profonda, piu
semplice espressione". La Parra "visse
vent'anni facendo ricerche. E le sue can-
zoni sano cantate in Cile dai contadini,
dai minatori, come se fossero canzoni
loro".
Il complesso Inti Illimani, che nella lin-
gua Aymara dell'altipiano americano si-
gnifica Sale dell'Illimani ( montagna del-
la Bolivia), e nato ne! 1967, ispirandosi
al vasto movimento noto come "la nuo-
va canzone cilena", espressione delle lot-
te sostenute dalla classe lavoratrice sin
dagli inizi del secolo. Il complesso inter-
preta la musica folkloristica dell'Ameri-
ca Latina, con l'impiego di diversi stru-
menti della cultura musicale india e di
strumenti meticci di altre regioni del
continente.
Dopo il colpa di stato, gli Inti Illimani
si videro costretti a continuare il loro
lavoro artístico fuori del Cile, denun-
 ciando i crimini e la feroce repressione
che la giunta militare esercita su! po-
polo.
Il gruppo Quilapayun ha fatto parte
del Segretariato nazionale per la diffu-
sione e le comunicazioni dell'Universi-
ta tecnica di Stato, ed e uno dei gruppi
artistici piu popolari e piu cari al po-
polo cileno ; fin dalla prima esibizione ,
nel 1965, ebbe un grossissimo succes-
so locale introducendo ritmi autoctoni
e strumenti da tempo dimenticati, e
modificando la tradizionale concezione
dei gruppi folkloristici cileni. La varieta
del repertorio del Quilapayun e straor-
dinaria. All'inizio ,essi utilizzarono di
preferenza temí indigeni, in particolare
la musica típica dell'altipiano ( una zona
geografica comune alla Bolivia, al Cile,
al Peru e all' Argentina), ma ben presto
inclusero altri ritmi e musiche latino-
americane. Attualmente sono interpreti
del folklore latino-americano in generale,
come in uno "jropo " venezuelano, in
una "samba" argentina, in una "guaraha"
cubana o in una " cueca" cilena . Come ri-
sultato di questa esigenza di ampliamen-
to del loro repertorio, dal 1970 i Quila-
payun vi hanno incluso alcune composi-
zioni di piu largo respiro, dando cosí
vita ad una corrente musicale intermedia
tra la musica popolare e quella 'cólta '.
Queste ultime composizioni sono state
scritte specificatamente per il gruppo da
alcuni tra gli autori cileni di primo
piano.
Il gruppo ha piu volte visitato !'Europa
e ha ricevuto in Cile, dal 1966 al 1973 ,
numerosissimi premi, tra cuí la « Chi-
tarra d'oro » ( 1966) al miglior gruppo
folkloristico locale, il « Disco d'oro » e
la « Violeta Parra » ( 1968), « Al grup-
po piu popolare » ( 1971-1972) e I' « Al-
loro d'oro » 1972.
Patricio Castillo e nato in Cile nella
provincia di Cautin. Ha studiato filosofia
e musica all'Universita del Cile con i
maestri e musicisti cileni Sergio Ortega,
Celso Garribe e Fernando García. Ha
realizzato, tra l'altro, la musica per il
film documentario El diálogo de Am eri-
ca, che contiene interviste con Fidel
Castro e Salvador Allende rilasciate in
Cile nel 1972 . Nel settembre del 1973
e riuscito a uscire dal Cile. Compone
attualmente la musica per l'unica opera
di Pablo Neruda (Fulgor y muerte de
Joaquín Murieta), e lavora per la resi-
stenza partecipando a manifestazioni di
solidarieta per il Cile.
Isabel Parra e nata a Santiago del Cile.
Ha cominciato a cantare da bambina, con
la madre Violeta Parra. Dal 1962 al
1964 fu in Francia con il fratello Angel
e partecipo nel 1964 alla campagna elet-
torale di Salvador Allende. Come tutti
gli artisti , nel corso degli anni seguenti,
fino al golpe, Isabel Parra percorse il
paese, da nord a sud, partecipando a
spettacoli in universita, quartieri, fab-
briche e campagne. Nel '65 venne inau-
gurata la "pena" dei Parra , centro cul-
tura di diffusione della musica rivoluzio-
naria folkloristica cilena e latino-ameri-
cana, che funziono ininterrottamente fino
all' ll settembre 1973. Aquesto gruppo
aderivano fra gli altri Rolando Alarcon,
Patricio Mans , Violeta Parra e gli Inri
Illimani. Ora gira il mondo cantando
per la resistenza.
I piu importanti dei lavori presentati so-
no la Cantata Santa Maria di !quique di
Luis Advis, il Canto para una semill a di
Isabel Parra, e la Fragua di Sergio Orte-
ga. La cantata popular su Santa Maria
de !quique, eseguita dai Quilapayun , rac-
conta della vita grama condotta nella
pampa dagli operai che lavorano il sal-
ni tro; di come fosse dura e miserevole
la loro esistenza, disprezzato il loro la-
voro che non veniva neppure pagato con
denaro, bensí con un gettone a cui cor-
rispondeva, negli spacci, un certo potere
d 'acquisto. Nel 1927 "le parole / dovet-
tero chiedere cío che era dovu to " , e a
San Lorenzo si decise uno sciopero; ma i
signori del luogo non mostrarono che
indifferenza , e gli operai allora decisero
di raggiungere la citta di !quique, dove
sicuramente avrebbero trovato compren-
sione e aiuto. A migliaia, i lavoratori
scesero i pendii del Cile verso il mare,
verso il "porto grande" ; ma una volta
giuntivi, solo pochi, alcuni sindacalisti,
operai, Ji capirono e cercarono di aiutar-
li; gli altri li temevano , dato che "l'uomo
della pampa non era / un vero uomo: /
poteva essere un ladro / o assassino".
I signori di !quique si spaventarono.
Alcuni compagni accompagnarono gli
operai alla scuola vuota di Santa Maria
di !quique e dissero loro di aspettare ,
solo per un po' di tempo. Passarono
sette giorni, e alla fine arrivo un generale
 con il suo esercito che ingiunse agli
uomini della pampa di andarsene; poiché
rifiutarono, li anniento a colpi di mitra-
glia: erano 3600. "Potevano essere tre-
milaseicento / resi sordi / Invece furono
tremilaseicento / che hanno reso muti".
Il Canto para una semilla, composto da
Violeta Parra, e stato presentato dal
complesso degli Inti Illimani con Isabel
Parra. Fin dal primo canto Violeta rac-
conta la sua vita, le sue speranze, i suoi
dolori. Parla del nonno paterno ( un sol-
dato della guerra del 1879 contro il
Peru ), del nonno materno, dei suoi pri-
mi aborriti anni di scuola, di come ella
abbia imparato a vivere attraverso il con-
tatto con le cose e il lavoro contadino.
Canta come e nato il suo amore per la
chitarra, come si sía sviluppata in lei la
coscienza, quanto sia dura la lotta per
la vita, portata avanti dai suoi simili.
Gridare, cantando e denunciando la di-
storsione della giustizia, e un::\ necessita
come chiedere qual'e l'utilita dei tempi,
del sale e dell'aria, e protestare per gli
altri, perché ci sia piu cibo e un mi-
gliore trattamento per gli oppressi. Non
sa, Violeta, come porre concretamente
rimedio alla situazione, ma giura di met-
tere tutto il suo impegno nella denun-
ci¡t e nella soppressione della miseria.
La sua canzone della speranza e un la-
mento per il mondo diviso in ricchi e
poveri. Ricorda che il Signore disse a
Maria che i fiori, i monti e i crepuscoli
sano per tutti, ma che il ricco lo dimen-
tica: se potesse prendersi anche il sale,
lo farebbe. I1 povero non conosce il for-
maggio, né gli abiti, né una casa. Solo
inferni di latta e vecchi cartoni. Non si
sa come il pavero possa resistere, ma e
certo che viene ingannato dal borghese.
Leí non perde, pero, la speranza che tut-
to cío cambi e che anche chi e oppresso
possa avere i suoi giorni felici. Chiede
scusa per la sua sfacciataggine, la sua
scarsa abilita, la sua maniera cosí rozza
di esprimersi per la scarsa istruzione. I1
canto intitolato « La marte » e un esal-
tante e delicatissimo canto alla vita, cosí
come il sublime « Grazie alla vita », fa-
moso in tutto il mondo, il quale precede
il canto finale. Quest'ultimo canto di
Violeta e una bandiera di speranza e di
incoraggiamento per tutti i popoli del-
l'America.
11pubblico e affluito numeroso a queste
manifestazioni, in particolar modo i gio-
vani, decretandone un incondizionato
successo. Un quaderno informativo e sta-
to pubblicato a cura dell'Ente; contene-
va un testo di Víctor Jara e un ricordo
di Violeta Parra di Jorge Sanbueza.
lmmagini e parole dal Cile
Negli spazi urbani del territorio vene-
ziano le giornate « Liberta -al Cile » han-
no reso possibile l'allestimento dal 6 al
15 ottobre di una mostra « Immagini e
parole dal Cile: da Allende alla repres-
sione », che ha presentato, replicate in
piu edizioni, 34 gigantografie relative al-
la recen te s to ria cilena, realizza te da
Maurizio Fiaschetti su materiale origina-
le e di repertorio, affiancate a volte al-
l'esposizione di "murales" e corredate di
proiezioni di due audiovisivi, riguardan-
ti rispettivamente l'attivita di governo
di Unidad Popular e il golpe dell'll set-
tembre 1973. Le mostre sano state ál-
I97
lestite in campo S. Margherita e campo
S. Polo a Venezia, in piazza Granaio a
Chioggia, in piazzale Candiani a Mestre,
al capannone del Petrolchimico a Mar-
ghera, e al padiglione « Italia » ai Giar-
dini di Castello; esse comprendevano
opere di un fotografo cileno, autore fra
l'altro di alcuni servizi su Allende, Louis
Poirot, e di un fotografo italiano, Gian
Butturini, autore di numerosi volumi di
réportage politico. Un falto pubblico,
costituito specialmente da giovani, . ha
visitato le mostre, dimostrando un vivo
interesse sia per l'esi to del mezzo artísti-
co che per l'argomento ch'esso investiva,
tanto che !'apertura delle mostre e stata
protratta, in particolare presso il padi-
glione « Italia » ai Giardini, dal 16 ot-
tobre fino al 17 novembre. L'ingresso
era gratuito.
Mostra del manifesto cileno
La mostra del manifesto cileno, allestita
nel padiglione « Italia » ai Giardini, che
e stata aperta al pubblico, con ingresso
libero, il 7 ottobre, ha presentato oltre
cento opere eseguite con le tecniche gra-
fiche piu varíe: dalla xilografia alla seri-
grafia, dalla lito alla fotoincisione. La
mostra e stata resa possibile per il gen-
 tile prestito da parte della collezione
dell'inglese David Kunzle - una delle
piu importanti raccolte di manifesti po-
litici -, e dalla collezione di Fernando
Murillo, gia diplomatico del governo Al-
lende presso la Repubblica popolare di
Corea .
In particolare sono stati esposti i ma-
nifesti apparsi tra il 1970 e il 1974,
cioe nel periodo compreso tra la cam-
pagna elettorale che porto Allende alla
presidenza, e il "dopo -golpe".
Alcuni di essi sono stati realizzati da
Alberto Perez, Patricia Israel, Ana Ma-
ximovic, la FEUT del movimento degli
studenti , Ricardo Ubila, Enrico Muñoz,
Corvajal Neceo, Luisi Albornoz, J. Ley-
ton, Vicente e Antonio Larrea , Oviedo,
Olavarria, Bernal Ponce, Romero, Gua-
yasamin , Verana, José Balmes e Roberto
Sebastian Matta. A questo proposito e
interessante ricordare la dichiarazione ri-
lasciata da Roberto Sebastian Matta nel
n. 4 del settimanale « Liberta al Cile »
( 26 ottobre) : "Ho sempre credu to che
l'uomo fosse una 'scimmia sensuale' che
vive attraverso i sensi. Che <leve vedere,
sentire, odorare e gustare. A volte vede
con le orecchie e questo e musica e poe-
sía . . . Per questo bisogna colpirlo, scuo-
terlo, fargli vedere le cose, farle davanti
ai suoi occhi ... Credo che gli artisti, gli
intellettuali debbano abbassarsi al livello
del popolo, e non cercare di far salire
il popolo al livello degli intellettuali, de-
gli artisti o di chi sa ... La cultura in-
tera <leve partire dal livello della scuola
primaria . . ."
Tutti i grandi temí di rinnovamento eco-
nomico, político, sociale del paese sono
trattati nei manifesti: dall'economia na-
zionale e Iocale alla difesa dell'infanzia
e delle minoranze etniche emarginate e
sfruttate; dalla campagna per la nazio-
nalizzazione del rame, principale risorsa
del Paese, alla lotta per la casa e per la
tutela dell'ambiente naturale e sociale;
dai problemi della produzione alla cam-
pagna per l'alfabetizzazione e per l'edu-
cazione e l'istruzione in genere all'im-
pegno del Iavoro volontario; dalla lotta
contro ogni forma di oppressione ai rap-
porti con la cultura d'altri paesi; daIIa
difesa contro i nemici del popolo al po-
tenziamento tecnico e scientifico deIIe
varíe attivita produttive e culturali.
In molti dei manifesti esposti - come
d'altra parte nei "murales", "pittura di
intervento e di agitazione" prodotta ne-
gli stessi anni dagli artisti e dai giovani
deile brigadas - si avverte un muta-
mento nell 'ordine delle finalita e moda-
lita stesse del mezzo visivo, inteso come
forma di espressione legata ad un ap-
pello per l'azione diretta.
Nella struttura espositiva nel padiglione
« Italia », piu che un rigoroso criterio
cronologico, si e seguito queilo per temí
specifici, offrendo in tal modo un quadro
esauriente e fedele della cultura grafica
del Cile nel periodo di Unidad Popular.
Dato il grande afflusso di visitatori, di
giovani in special modo, la mostra, la
cuí chiusura era prevista per il 15 ot-
tobre, e stata protratta, su richiesta del
pubblico, fino al 17 novembre, giorno
di chiusura delle manifestazioni autun-
nali della Biennale .
Un quaderno informativo, contenente
una nota introduttiva e un catalogo del-
le opere esposte, e stato edito a cura
dell'Ente.
lncontri ltalia- Cile
Nell'ambito delle manifestazioni per la
« Liberta al Cile », fra il 6 e il 15 ot-
tobre, si sono svolti numerosi incontri
con la partecipazione di uomini di cultu-
ra, studenti, operai, artisti italiani e ci-
Ieni.
Un incontro di particolare importanza si
e svolto nel capannone del Petrolchimi-
co della Montedison a Porto Marghera,
tra una delegazione di responsabili po-
litici e sindacali del Cile di Unidad Po-
pular e una nutrita delegazione composta
da responsabili sindacali provinciali di
Venezia e da rappresentanti dei Consigli
di fabbrica della zona industriale di Me-
stre-Marghera. Erano presentí per i cile-
ni Riccardo Nuñez, Luis Guastavino, Al-
berto Martinez, Ariel Dorfman, per i
sindacati i responsabili provinciali Col-
dagelli e Geromin . Nel corso dell'incon-
tro, dopo un'approfondita informazione
sulle strutture sindacali in Cile durante
il governo di Unidad Popular, sulle con-
dizioni dei lavoratori dell'industria e su!
ruolo della classe operaia cilena prima e
dopo il golpe fascista, i delegati dei Con-
sigli di fabbrica e i responsabili provin-
ciali C.G.I .L., C.I .S.L., U.I.L., hanno
 confermato la loro solidarieta attiva in
sostegno della lotta antifascista dei la-
voratori e del popolo ciJeno.
Un'animata e affollata assemblea di stu-
denti medí, presieduta da Ariel Dorfman
e Bernardo Baytelman, ha avuto luogo a
Mestre, nel tendone di piazzale Candia-
ni. Tale assemblea, non prevista nel ca-
lendario delle manifestazioni, e stata or-
ganizzata in seguito a uno sciopero pro-
clamato dagli studenti medí di Mestre
sui temí della partecipazione e della ri-
forma della scuola italiana; gli studenti
sono confluiti in corteo al tendone, men-
tre alcuni loro rappresentanti invitavano
a partecipare all' assemblea una delega-
zione di ospiti cileni, che collaboravano
alla manifestazione promossa dalla Bien-
nale. Nel corso dell'incontro Dorfman e
Baytelman hanno risposto alle domande
degli studenti, si sono informati sugli
obiettivi del loro movimento, hanno por-
tato la testimonianza delle lotte e delle
realizzazioni in Cile durante il governo
di Unidad Popular sul fronte della scuo-
la e dell'universita.
Un dibattito si e anche tenuto 1'8 ottobre
al termine di uno dei concerti del com-
plesso Quilapajun, sul tema dell'organiz-
zazione e della diffusione della cultura
durante il governo di Unidad Popular.
Hanno risposto alle domande del pub-
blico Hortensia Allende, Armando Urri-
be ( gia docente all'Universita di Santiago
ed ex-ambascia,tore cileno a Pechino),
Julio Cortázar, Bernardo Baytelman e
Ariel Dorfman. Nel corso del dibattito e
stato sottolineato come il governo di
Unidad Popular avesse contribuito a li-
berare energie e forze culturali, per
esempio nel settore dello spettacolo, su
una base di adesione ideale prima anco-
ra che attraverso vere riforme delle
strutture culturali. Il golpe fascista e ve-
nuto a spezzare questo tipo di parteci-
pazione - hanno sottolineato nelle loro
analisi gli esponenti cileni - proprio nel
momento in cuí il governo di Unidad
Popular si apprestava a rendere istitu-
zionale e organico un nuovo uso sociale
della cultura attraverso le riforme neces-
sarie in questo campo.
Un altro incontro si e svolto nell'Aula
Magna dell'Istituto Universitario di Ar-
chitettura, di fronte a circa mille per-
sone: era presente una delegazione di
Unidad Popular guidata da Hortensia
Allende e composta da Armando Ur-
ribe, Riccardo Nuñez, del Partito So-
cialista Cileno, Alberto Martinez, del
Partito Comunista Cileno. Dopo il salu-
to del rettore Carlo Aymonino e del di-
rettore dell'Istituto di Urbanística Gio-
vanni Astengo, la signora Allende ha
tracciato un quadro dell'attuale situazio-
ne politica cilena e dei compiti che la
resistenza sta affrontando. Si e svolto
quindi un ampio dibattito, terminato
con l'approvazione all'unanimita di una
mozione indirizzata al Presidente della
Repubblica, al Presidente del Consiglio,
ai Presidenti della Camera e del Sena-
to, e al Ministro degli Esteri, in cui l' As-
semblea degli studenti, dei docenti e del
personale dell'Istituto richiede "il piu
forte impegno del governo italiano per
confermare il non riconoscimento della
giunta fascista cilena, e un'azione con-
creta per la liberazione di tutti i prigio-
nieri poli tici".
Un incontro si e tenuto anche al Palazzo
del Cinema del Lido tra cineasti cileni , r99
a11o scopo di programmare una comune
linea d'azione nei confronti della situa-
zione política cilena. Nel corso della riu-
nione i cineasti hanno deciso di servirsi
di ogni mezzo per denunciare il fascismo,
di usare il cinema come arma contro la
giunta fascista, di chiedere la liberazione
di alcuni compagni cineasti prigionieri
in Cile, rendendo omaggio al compagno
Miguel Enriquez caduto nella lotta con-
tro il fascismo, e ringraziando la Bien-
nale e il popolo italiano per la solida-
rieta dimostrata.
Un incontro si e avuto infine alla Casa
del Portuale nell'Isola Nuova del Tron-
chetto tra i lavoratori portuali veneziani
e i rappresentanti della resistenza cilena
Luis Guastavino, membro del comitato
centrale del Partito Comunista Cileno,
Homero Julio, dirigente del Partito So-
cialista ed ex-ambasciatore del governo
Allende in Romanía, Jaime Estévez, di-
rigente del partito MAPU Operaio e
Contadino, e il pittore Roberto Sebastian
Matta. Alla fine della riunione i lavora-
tori del porto di Venezia hanno appro-
vato una mozione in cuí riaffermano il
loro appoggio "alla lotta di tutte le for-
ze che combattono il fascismo e !'impe-
rialismo, ovunque esse si manifestino",
ribadendo la decisione di "boicottare le
navi della Giunta golpista · cilena". La
 moz10ne si concludeva con un invito a
"tutti i lavoratori del Mediterraneo a
scstenere concretamente la solidarieta al
popolo cileno".
11settimanale « Liberta al Cile » un'intervista a Roberto Sebastian Matta:
Principale veicolo di informazione dei
programmi de lle manifes tazioni dedica te
al Cile, e stato costituito dal periodico
« Liberta al Cile », pubblicato dalla Bien-
nale e redatto da giornalisti e studiosi
cileni con la collaborazione tecnica di
giornalisti ed esperti italiani.
Il settimanale, pubblicato durante l'in-
tero arco delle manifestazioni nei giorni
5, 12, 19, 26 ottobre e 2 novembre,
e posto in vendita al prezzo di 100 lire
la copia, ha inteso offrire una vasta do-
cumentazione e un valido contributo alla
discussione sulle realizzazioni demacra ti-
che di Unidad Popular, oltre che sulla
200 repressione in atto nel Cile e sull'azione
dei cileni in esilio. La formula redazio-
nale e la forma grafica prescelte hanno
consentito una creazione editoriale di
particolare pregio, ad alta tiratura, sí
che, alla fine delle pubblicazioni, i cin-
que numeri usciti sono stati raccolti in
una grande cartella, che viene ancora
venduta presso l'Ente al prezzo di li-
re 1500. In ogni numero del settimanale
era inoluso un manifesto, formato
68x100. I cinque soggetti sono stati fir-
mati dai grafici Birelli e Zen, cui si <leve
anche il design del giornale, e dagli ar-
tisti Roberto Sebastian Matta, Emilio
Vedova, Gio Pomodoro e Andrea Cascel-
la. Le opere, da cuí sono stati tratti ap-
punto i manifesti, sono state create
espressamente per le cinque edizioni del
giornale.
Nel primo numero di « Liberta al Cile »,
edito il 5 ottobre, figuravano, tra l'altro,
,mo stralcio delle ultime pagine del dia-
rio di Pablo Neruda dedícate a Allende,
un articolo del presidente Carlo Ripa di
Meana Perché Cile, e inoltre A scuola da
Pinochet: proibito prender coscienza di
Ariel Dorfman, e Strategia di un genoci-
dio di Víctor Vaccaro. Nel secando nu-
mero si evidenziavano un'intervista di
Jorge Piña a Luis Guastavino, del CC
del Partito Comunista Cileno, una di-
chiarazione di Carlos Altamirano, segre-
tario del Partito Socialista del Cile, sul-
l'assassinio di Miguel Enriquez, leader
del Mir, l'articolo Il capitale non ha na-
zionalita di Marcello Carmignani, e La
Biennale ci aiuta a combattere l'ignoran-
za, un'intervista a Aléxandros Panagulis.
Il terzo numero comprendeva, fra l'altro,
Partecipo a questa Biennale perché e di-
versa; un articolo dello scrittore argenti-
no Julio Cortázar sui primi passi della
nuova Biennale; I rapporti fra Italia e
Cile golpista del Presidente dell'Ente
Carlo Ripa di Meana, Il generale censura
di Ariel Dorfman, e un documento della
« Izquierda Cristiana ». Il giornale era
illustrato da un cartoon originale di
Chiappori, e da numerosi fotoreportages
sulle iniziative per la "liberta al Cile".
Il quarto numero riportava due inter-
viste sulla Biennale con Lelio Basso e
Alberto Moravia. Nella prima, il presi-
dente del Tribunale internazionale Ber-
trand Russell, riferendosi alla nuova
Biennale e allo spazio da essa dedicato al
Cile, sottolineava come la cultura non
sía " ... soltanto un fatto d' élite, non e
soltanto l'apprendimento di determínate
nozioni, ma e lo sviluppo della coscienza
dell'uomo .. .", ricordando che il mag-
gior nemico della dittatura e appunto
questa coscienza: nella seconda, Moravia
dichiarava, tra l'altro, che il fascismo e
anche il tentativo di bloccare l'espres-
sione di un popolo, creando artificial-
mente un trauma, una dissociazione,
una nevrosi collettiva. Il numero com-
prendeva anche un messaggio di solida-
rieta di Henry Moore per le manifesta-
zioni promosse dalla Biennale in solida-
rieta con il Cile, e articoli di Maccacaro,
Bilbao e Vaccaro su alcuni aspetti del-
l'economia cilena, assieme ad una testi-
monianza di Marco Fini sulle specula-
zioni religiose tentate dalla Giunta cile-
na. Il quinto ed ultimo numero del set-
timanale, edito il 2 novembre, contene-
va, fra l'altro, un articolo del Presidente
della Biennale Carlo Ripa di Meana su-
gli orientamenti futuri della Biennale, ed
un articolo di Luigi Granelli, Sottosegre-
tario agli Esteri, che spiega i motivi del-
la posizione italiana nei confronti della
giunta cilena, sottolineando come l'Ita-
lia, in una necessaria coerenza con i va-
lori espressi e tramandati dalla Resisten-
za, non possa evitare di condannare re-
cisamente una dittatura militare che ha
rovesciato con la violenza un governo
costituzionale legittimo; nell' articolo,
Granelli ha anche ricordato la parte so-
stenuta nelle vicende cilene dal persona-
le diplomatico italiano, che non ha ab-
bandonato il Cile anche dopo il rítiro
del nostro ambasciatore, rimanendo sia a
tutelare gli interessi dei nostri connazio-
nali, sia a offrire la sua opera per difen-
dere i piu elementari diritti dell'uomo,
e ha concluso ribadendo la chiarezza e
l'importanza della posizione assunta dal-
l'Italia nei confronti degli avenimenti ci-
leni. Il quinto numero del settimanale
conteneva inoltre un articolo di Giulio
Cario Argan che, in un intervento re-
gistrato in occasione del dibattito sulla
Biennale, organizzato ali'« Umanitaria »
di Milano dall' « In/ Arch) » e quindi
pubblicato, ha esaminato il rapporto tra
Biennale, citta e cultura, precisando co-
me la cultura non possa prescindere da
una cerra veste política: la Biennale
"non potrebbe essere un'impresa cultu-
rale, se non fosse ·anche un'impresa po-
lítica". Argan ha poi ricordato come la
Biennale sía intervenuta per salvare gli
antichi Saloni, reimettendoli ne! tessu-
to vivo della citta. L'articolo si con-
cludeva con una difesa dell'immaginazio-
ne in guanto elemento indispensabile, da-
to che "il pensiero immaginativo e quel-
lo che garantisce la liberta". Al tri arti-
coli riguardano il giudizio positivo
espresso dal movimento sindacale nei
confronti della nuova Biennale ( Giorgio
Benvenuto), e testimonianze sulla Resi-
stenza cilena ( di Giuseppe Pedercini,
Résumé
Le Groupe permanent de travail de la Bien-
nale, coordonnateur Massimo Andrioli, a inau-
guré les manifestations de 1974 par un cycle
d'événements artistiques durant les journées du
6 au 15 octobre, dans des Jieux excentriques et
par un choix populaire tout-a-fait original dans
Fhistoire des Biennales. Les places, les garages,
les écoles, les usines, les chapiteaux de cirque,
les stades, et puis des murs et des murs, ont
accuei!li la réalisation du vaste programme
« Liberté au Chili » qui comprenait: une
section cinématographique de témoignages sur
le gouvernement de Unidad Popular et les
événements avant et apres le golpe au Chili;
deux concerts de musique chilienne de re-
cherche, dirigés par Gustavo Becerra; une série
de concerts de musique populaire chilienne,
jouée par les lnti Illimani, par les Quilapayun
Carlos Altamirano, Luis Guastavino e
altri).
Carlo Ripa di Meana ha diretto le pub-
blicazioni, avvalendosi della collabora-
zione redazionale di Filippo Abbiati, An-
tonella Agnoli, Marcello Gilmozzi, Em-
pedocle Maffia, Riccardo Renzi, Luigi
Ruggiu, Pietro Ruo, Salvatore Sechi,
Marco Sorteni, Guido Vergani; per le
traduzioni hanno prestato la loro opera
Erica De Dea, Raffaele Melis, Silvia Ri-
cordy. Le fotografie sono state eseguite
da G. Butturini, Gamma, L. Poirot,
M. E. Smith, L. Cappellini. Grafici Die-
go Birelli e Alessandro Zen.
Inoltre hanno collaborato al settimana-
le, Alberto Martinez, Raul Ruiz, Jorge
Sanbueza, Jorge Arrate, Luis Badilla Mo-
rales, Maurizio Calvesi, Marco Fini,
Jacinto Bilbao, Jaime Estévez, Alberto
Castagnola, Mimmo Qu .arantino, André
P. Urza, Julio Cortázar, Raul Ampero,
José Antonio Viera Gallo, Corrado Cor-
ghi, Alejandro Bahamondes, Julio Silvia 20I
Solar.
In totale sono state edite 101.000 copie,
per una media di circa 20.300 per nu-
mero. Esse sono state vendute diretta-
mente tramite l'organizzazione dell'En-
te, e distribuite, tramite messaggerie, par-
ticolarmente nelle citta di Venezia, Pa-
dova, Vicenza, Treviso, Verana, Udine,
Belluno, Rovereto, Brescia, Roma. Molte
copie sono state vendute presso le sedi
universitarie veneziane e di Trieste. L'in-
tera tiratura e stata esaurita. Tutta la
distribuzione e stata diretta da Osvaldo
De Nunzio. (v.g.)
Summary
The Permanent Working Group of the Bien-
nale, co-ordinated by Massimo Andrioli, open-
ed its 1974 activities with a series of arristic
events lasting from 6th to 15th October
and dedicated to the freedom of Chile .
These took place in every part of the city
and its industrial suburbs in open squares,
factories, garages and sports grounds, as well
as in the conventional venues. The programme
included a film section dealing with facts about
the Unidad Popular government and the events
preceeding the coup d'état in Chile, two con-
certs of Chilean experimental music conducted
by Gustavo Becerra, a series of concerts of
folk-music given by the lnti Illimani and
Quilapayun groups and the soloists Isabel Parra
and Patricio Castillo, together with an exhi-
bition of more than a hundred Chilean posters
 et par les solistes Isabel Parra et Patricio
Castillo; une exposition de manifestes chiliens,
avec plus de 100 ceuvres de 1970 a 1974;
de nombreuses expositions de photographies
géantes sur panneaux; tres originaux et signifi-
catifs étaient les "murales", exécutés en plein
air sur des murs et des panneaux partout, par
la « Brigade S. Allende » et Roberto Sebastian
Matta; enfin l'édition de 5 numéros d'un jour·
na! hebdomadaire, « Liberta al Cile ». Plusieurs
milliers de copies d'un cahier illt:strant les dif.
férenres manifestations, ont été distribués au
public.
Le cycle « Témoignages cinématographiques sur
le Chili » a eu lieu du 6 au 12 octobre, dans
6 endroits divers. Il comprenait 49 films du
cinéma national chilien, qui avant 1960 n'exis-
tait meme pas mais qui avait commencé de se
former en 1967, pour aboutir en 1970-73 a
une floraison de cinéastes, meme étrangers, tres
intéressés par la nouvelle réalité du pays.
L'autre but était de montrer la vie socio-écono-
mique et politique de cette jeune démocratie
socialiste, sous Allende et les changements
apres sa mort. La premiere partie « Hommage
a Allende » comprenait plusieurs interviews
faites au Président sur ses voyages au Mexique,
aux Etats-Unis, Cuba, Algérie, URSS, afin de
202 dénoncer l'étouffement économique au Chili,
contre son gouvernement populaire. Différents
aspects de la réalité culturelle et politique au
Chili ont été pris en examen par les clifferentes
sections: « Les problemes des militaires », « Les
événements au Chili vus par les enfants »;
« Unidad Popular et le probleme des jeunes »,
« Les étrangers parlenr du Chili », « Répres-
sion et liberté d'expression », « Les moments
chauds de l'expérience chilienne », « Le pro-
bleme de la terre », « Politisation et réformes
sociales », « Victimes de la répression », « Pré-
sence a Cuba», « L'exploitation de matieres
premieres »; en clotúre, a été présentée La
Victoria di Peter Lilienthal qui a ouvert aussi
la section « Film, connaissance et débat ».
Parler au peuple de ses droits, par tous les
moyens, te! était le but des "murales", peints
par des équipes de jeunes sur les murs et dans
les rues du ncuveau Chili, depuis 1970. Les
sujets de cette peinture, message du socialisme
de Allende, était des symboles, des visages et
des mots tres expressifs, meme si la technique
est quelque fois incertaine et le style hybride.
Les auteurs sont des jeunes de gauche, réunis
au nom et en mémoire de Ramona Parra, jeune-
fille peintre tuée par le carabineros en 1946;
leur devise était Luchar, estudiar, trabajar por
la patria ( Lutter, étudier, travailler pour la
patrie). Les techniques de Picasso, Léger, Si-
queiros et Orozco, l'avant-garde et le folklore
étaient unis par le seul but du message poli·
tique. Cette "peinture-action" était souvent
esquissée par le dessin d'un peintre militant,
mais achevée par la collaboration immédiate et
spontanée de jeunes gens, des jeunes de la rue.
Plusieurs de ces jeunes pendant le golpe, ont
lutté et ont été tués, mais beaucoup d'autres se
sont réfugiés a l'étranger et a París ils ont
formé la nouvelle « Brigacle Salvador Allende »,
clirigée par José Balmes, doyen de la Faculté
dating from 1970 to 1974, and various exhibi-
tions of large-scale photography on panels.
"Murales" ( murals) were painted by the « Al-
lende Brigade », by Roberto Sebastian Marta
both on walls and panels in the open air.
During this period a weekly newspaper called
« Liberta al Cile » was launched, and continued
for five numbers . Thousands of pamphlets
iEustraring the above events were distributed
to the p·1blic.
The film-series « Witness on Chile » was shown
from 6th to 12th October in six different
venues and included forty-nine films. Befare
1960 Chilean cinema was altnost non-existent,
but about 1967 it began showing sorne signs
of maturity . Between 1970 and 1973 many
foreign film-makers became interested in the
new problems of the country for the first
time; after the coup d'état, sorne of them were
able to film the social, poli tical and econornic
situation in Chile, exposing the repression.
The first part, « Homage to Allende», in-
cluded a series of interviews with the President
himself, dealing with his travels in Mexico, the
USA, Cuba, Algeria and the USSR which he
undertook in arder to expose the conspiracy
of economic strangulation to which Chile was
being subjected. Different aspects of Chilean
cultural and political life were dealt with under
various titles « The problem of servicemen »,
« Events in Chile as seen by children »,
« Unidad Popular and the problem of the
young », « Foreigners talking about Chile»,
« Repression and freedom of expression »,
« High moments in Chilean experience », « The
problem of the land », « Política! awakening
and social reforms », « The victims of the
repression » and « The presence of Cuba».
In 1970 groups of young people began painting
murals on social themes in the streets of Chile,
using words, faces and symbols. These left-wing
groups got together under the name of Ramona
Parra , a young painter killed by the carabi-
neros in 1964, and their motto was "light,
study and work for the country". Their styles
and techniques were mixed, with hints of
Picasso, Léger, Siqueiros and Orozco, as well
as contemporary experimental and folklore
trends. This "painting conceived as action" was
often started by a 'militant' painter and com·
pleted by a group . When the coup d'état carne
about many of these young people were killed
in the fighting, while others managed to escape
from the country. These latter met in París
and formed a new group called « The Salvador
Allende Brigade », led bv José Balmes, who
had been Rector of the Faculty of Fine Arts
at Santiago University. These artists, later
joined by Roberto Sebastian Marta and sorne
Venetian painters, and art students from Tre·
viso, were invited to Venice. In the Biennale's
Archives of the Contemporary Arts there is a
collection of sixty-two "murales", while other
murals painted on the walls of factories and
houses on the mainland were presented by the
artists to workers belonging to the province
of Venice.
On 6th October at the Fenice Theatre a con-
des Beaux Arts de Santiago, avant le golpe.
Venise a invité ces artistes insolites et coura-
geux, auxquels se sont unis des peintres véni-
tiens, des étudiants d'art de Trévise et Rober-
to Sebastian Matra. Lui et les autres ont ani-
mé des rencontres et des colloques avec les
gens, donnant par leur exemple le témoignage
vivant de l'adaptation du langage artistique au
changement de la vie, son adhérence historique.
Les Archives historiques des arts contempo-
rains de la Biennale, ont recuillies 62 de ces
ces ceuvres et d'autres ont été données par les
artistes mémes aux ouvriers du territoire véni-
tien, la plupart testera longtemps parmi nous
sur les murs de la banlieue, des usines et de
nombreuses maisons de !'hinterland.
Au Théátre La Fenice le 6 et a Mestre, le 7
novembre, un concert de Musique chilienne
de recherche, dirigé par Gustave Becerra, a
ouvert le programme des spectacles avec une
séance aux aspects divers: l'exécution de la
musique instrumentale et électronique, a été
complétée par des textes poétiques et politi-
ques, par des projections et de la peinture si-
multanée avec l'exécution d'un mural sur la
scene. Ainsi faisait-on au Chili d'Unidad Popu-
lar afín d'éliminer toute division entre les
genres et entre les spectateurs et les pro-
ducteurs traditionnels d'art. Ce concert com-
prenait: Scanning Variation pour groupe instru-
mental et Cantata Corvalan 1973, pour chant,
récit, bande magnétique et project1on, sur une
musique de Gustavo Becerra Schmidt, compo-
sireur chilien qui emploie les techniq1Jes électro-
niques de la cybernétique, une grammaire extra-
musicale. Ici il a trouvé un langage d'une force
particuliere et d'une simplicité communicative
et émouvante . Le texte de Peter Weiss et
Eduardo Labarca, veut célébrer le vie héroique
du chef communiste Luis Corvalan. Cuatro
poemas concretos de Fernando García pour
chant et arches , parmi les chants chiliens les
plus rénommés, ont contribué a la lutte et a la
conscience politique: l'auteur s'exprime dans
différentes formes sans oublier son engagement.
Les textes sont de Ferreira Goulart et Desio
Pignatari; Chile '7 3 et Arenas, y más allá pour
bande éléctrique et une voix, par le texte de
Ariel Dorfman, compasé par Jorge Aregada,
directeur du Studio de Musique expérimentale
du Centre Américain a París; de Sergio Ortega
le Quinte/to pour flute et ares est dédié a Ché
Guevara et a aussi une haute valeur artistique
et de forts accents dramatiques.
Encere de la musique chilienne dans une
série de 13 concerts de musique populaire ,
executés du 6 au 12 octobre dans différents
lieux de Venise et de ses alentours, pour 4500
spectateurs. La troupe des Inti IEimani, celle
des Quilapayun et les solistes Isabel Parra et
Patricio Castillo, ont cu un tres gros succes.
Víctor Jara , musicien martyre, dit que "la
musique engagée et révolutionnaire, la nouvel-
le chanson chiliennc cst une chanson populai-
re, son but est d'interpréter le peuple, la classe
des travail!eurs dans son ensemble, raconter
leurs histoires personnelles et collectives, celle
que l'art officiel ignore ... ". Violeta Parra
pendant 20 ans a étudié . recueilli et valorisé
cert of Chilean experimental music directed
by Gustavo Becerra opened a series of artistic
events dealing with Chile . It was repeated on
7th October at Mestre. Instrumental and
electronic music was accompanied by política!
texts, 'poetry , films and the display of a
"mural" on the stage, just as it had been in
Chile under the Unidad Popular government,
when an attempt had been made to abolish
cultural sectionalism. The concert included
Scanning Variation, for a group of instruments,
and Cantata Corvalan 1973 , far a singer, two
speakers , magnetic tape and film projection,
the music by Gustavo Becerra, a composer
who makes use of cybernetics and an extra-
musical grammar. In this Cantata his language
has a particular strength and emotional simpli-
city. The text of Peter Weiss and Eduardo
Labarca celebrares the heroic life of the
commun!ist leader Luis Corvalan. Cuatro
Poemas Concretos for soloist and strings, by
Fernando García , was also performed. This is
one of the most famous Chilean songs in
existence, and greatly contributed to the growth
of political consciousness in Chile . The compo-
ser expresses hims elf in various styles , though
without ever forgetting his commitment to
Chilean problems. The texts are by Ferreira
Goulart and Desio Pignatari. Chile '73 and
Aren as, y más allá by Jorge Arriagada, the
director of the Studio of Experimental Music 2 03
at the American Centre in París, was also
performed , its texts by Ariel Dorfman. Sergio
Ortega's Quintetto for Flute and Strings, a
highly dramaric piece, was dedicated to Ché
Guevara, and ended the concert.
Again Chilean music was heard in a senes of
seven concerts of popular music performed
from 6rh ro 12th October in various venues
in Venice and its suburbs, befare 4500 people.
The Inti Illimani group, the Qui!apajun group
and the soloists Isabel Parra and Patricio
Castillo had very great success. Víctor Jara
says that "revolutionary and engaged music,
the new Chilean song, is a popular song, its
purpose being to interpret the working class
as a whole and to recount its personal and
collective history , namely that which official
art ignores. "Violeta Parra far twenty years
studied , collected and evaluated these songs
which are now an enormous popular heritage".
The Inti I!limani group are an expression of
the new song of Chile, which since 1967
celebrares the struggle of the people and uses
traditional instruments from folklore music,
of American-Indian origin. After the coup
d' état they were obliged to continue their work
outside the countr y. The Quilapajun group is
one of the most popular and best-known
artistic groups in Chile and became part of
the National Secretar iat far broadcasting and
communications at the Srate Technical Univer-
sity. Since its beginning in 1965 it has been
successful in developing the popular songs of
Chile with native themes from the Bolivian
plains and oth er areas of Latín America. Re-
cent!y they have enlarged their repertoire and
given life to a new musical current half-way
between popular and "serious" music. Isabel
Parra, daughter of Violeta Parra, started sing-
 ces chansons qui sont maintenant un vaste
patrimoine populaire. Les Inti Illimani sont
J'exprcssion de Ja "nouvelle chanson du Chili",
qui depuis 1967 chante la lutte populaire et
joue sur des instruments traditionnels de la
musique folkloristique, india et métisse du con-
tinent américain. Apres le golp e, ils sont obl i-
gés de continuer leur travail hors de leur
patrie. La troupe Quilapayun cst un des grou-
pes artistiques parmis les plus populaires et
connus au Chili, elle a fait partie du secrétariat
national pour la diffusion et les communica-
tions de la Faculté technique d'Etat . Des son
débu t en 1965, elle a rn un gros succes dans
l'évolurion de la chanson folkloristique chilien-
ne, avec les themes indigen es du Plateau bo-
livien et d 'autres musiques de l'Amérique La-
tine des diftérentes régions. Récemment ils ont
enrichi leur repertoire par des compositions
plus amples et complexes, donnant vie a un
courant nouvcau, populaire et cultivé. Isabel
Parra, fille de Violeta Parra , a commencé tres
jeune a chanter avec son frere en France. En
1964 ils reviennent au Chili et participent a la
bataille électorale pour Allende , ensuite elle
porte ses chansons politiques partout dans le
pays et par la "pena" des Parra, est institué
un centre culturel de diffusion de la musique
révolutionnaire , folkloristique du Chili et de
l'Amérique Latine, qui vit jusqu 'au 1973.
Maintenant elle vir a l'étranger, en chantant
204
la résistance. Avec les Inti Illimani Isabel Parra
a chanté le Canto para una semilla qui est
l'histoire de la vie de sa mere , La Mort , la
fameuse Merci a la vie, Cantata Santa Maria
de I quiqu e sur les pauvres travailleurs du
salpetre.
Dans les espaces urbains du territoire vern-
tien, les journées « Liberté au Chili », ont
organisé du 6 au 15 octobre, une exposition
« Images et mots du Chili: de Allende a la
répression », composée de 34 photos-géantes
sur panneaux. Ces photos d'un chilien, Louis
Poirot, et d'un iralien, Gian Butturini , auteur
de nombreux livres de reportages politiques,
illustraient l'histoire récente du Chili. Leur
discours était complété par les "murales" et
les projections de deux documentaires sur
l'activité du governement de Unidad Popular ,
sur le golpe du 11 septembre 1973. Le gros
succes continu de public, a obligé les orga-
nisateurs a prolonger les expositions jusqu'au
11 novembre.
Dans le pavillon d'Italie de la Biennale aux
Jardins, ouvert au public par entrée libre, Je
7 octobre, a été présentée l'exposition des
affiches chiliennes. Plus de 100 oeuvres gra-
phiques, exécutées au moyen de procédés di-
vers de xilographie , sérigraphie, lythographie
et photo-impression, aimablement pretées par
la collection anglaise de David Kunzle, recueil
d'affiches politiques et par la collection de Fer-
nando Murillo, ancien diplomare de Allende
en Corée. Les affiches parues de 1970 a '74 ,
c'est a dire avant, durant et apres la prési-
dence de Allende, ont été exposées. Tous les
grands themes du renouveau économique, po-
litique et social du pays, sont illustrés d'une
maniere forte et simple. Sebastian Matta écrit
ing at an early age with her brorher in
France. In 1964 they returned to Chile and
joined in the electoral battle for Allende; later,
thc y began touring the country with their
política] songs , and a cultural centre for the
encouragcment of revolutionary and popular
music from Chile and Latín America was
instituted in their care, which lasted till 1973.
Now-a-days Isabel Parra lives abroad singing
songs of the Chilean Resistance movement.
With the Inti Illimani group she sings Canto
para una sem illa ( the hisrory of her mother's
life) which contains the famous piece "Thanks
to life". The Quilapajun group sang the popular
song Santa M aria de ]quique, which is rhe
history of a group of workers who were
massacred in 1927 by rhe army.
From 6rh to 15th October an exhibition called
« Images and Words from Chile: from Allende
to Repression » was presented in Venice . It
consisted of thirty-four giant photographs on
panels by Louis Poirot, a Chilean , and Gian
Butturini, an Italian photographer who is also
the au thor of a number of books of critica]
reportage. They illustrated the recent history
of Chile and were flanked by "murales". Two
television films were shown concerning both
the activities of the Unidad Popular gover-
ment and the coup d 'état of llth September
1973.
A Chilean exhibition of posters was presented
at the Pavilion «Italia» in Venice's Giardini
di Castello. It opened on 6th October and
entrance was free. More than one hundred
graphic works were diplayed, their techniques
ranging from xylography, seriography and litho-
graphy to photo-impression . These had been
taken from the collections of David Kunzle
and Fernando Murillo, made between 1970
and 1974 , that is befare, during and after the
coup d'état . They <leal with the political, eco-
nomic and social revival of the country. Ro-
berto Sebastian Matta said, in an interview,
that since man is an animal and perceives
through his senses , it is through the senses
that one must try to reach him: this is why
artists must stoop to the leve! of the people,
and thus speak to everyone. Many of the
posters exhibited, and the "murales ", proclaim
e new approach to the visual arts, using them
as a direct appeal to action.
Among the events presented under the title
of « Freedom to Chile » , from 6th to 15th
October, there were many debates in which
Italian and Chilean workers , students and
scholars took part. At a meeting held at the
Capannone del Petrolchimico in Marghera a
delegation of politicians and trade-unionists
from the Unidad Popular movement with
trade-unionists from Venice and the Industrial
W orkers Council from Marghera dealt with
trade-union structure in Chile under Allende,
working conditions and the general state of
the working classes befare and after the fascist
coup d'état. At Mestre, in the Piazzale Candia-
ni, Ariel Dorfman and Bernardo Baytelman
presided over an assembly of students organised
to discuss, among other things, educational
que l'homme étant un animal qui per~oit a
travers ses sens, c'est par la qu'il faut le
frapper, le secouer. Voila pourquoi, c'est aux
artistes de trouver les langages a la portée
des gens du peuple et toute la culture devrait
partir du niveau de l'école primaire , pour
parler a tous . En effet ils parlenr de la défense
de l'enfance, des exploités, la nationalisation
du cuivre, la lutte pour la maison, le milieu
nacurel et sociale, ['industrie , la campagne,
l'instruction des masses , le travail volontaire,
la luttc contre J'oppression, la culture d'autres
pays, l'amé!ioration téchnique et scientifique,
la diffusion de la culture. Ces ailich::s politi-
ques sont paralleles aux phénomene des "mura-
les" et en eliet leurs rhemes et leur engage-
ment, suivent la meme évolution, puisque pour
tous les deux il s'agit d'une action directe e
d'un appel a la prise de conscience et a la mo-
bilitation des masses.
Parmi les manifestations pour la « Liberté au
Chili », du 6 au 15 octobre, de nombreux
débats ont eu lieu avec la participation d 'hom-
mes d'étude , d'étudiants , d'ouvriers italiens et
chiliens. Une rencontre d 'importance remar-
quable, a réuni une délégation de responsables
politiques et syndicaux du Chilí de Unidad
Popular, et des syndicalistes de Venise et des
Conseils d'Usine de Marghera (Venise). Aux
informations sur les structures syndicales du
Chili sous le gouvernement de Allende , les
conditions des travai!leurs et le role de la clas-
se ouvriere avant et apres le golpe fasciste, a
répondu la solidarité et l'appui des amis ira-
liens. Baytelman et Dorfman, dans une greve
d'étudiants pour la réforme des études et leur
participation po!itique; Hortensia Allende, Ur-
ribe, Cortázar et Dorfman a la fin d 'un
concert des Quilapayun, ont participé a des
débats tres vifs, donnanr des informations et
des témoignages des rccherches faites au
Chili pour une nouvelle culture populaire, dé-
mocratique, de participation: inréressants dé-
buts, qui ont été étouflés par le golpe. 1000
personnes ont assisté a l'Institut d'Architectu-
re de Venise, aux débats avec Hortensia
Allende, Urribe, Nuñez, Martinez, et Aymoni -
no et Astengo de l'Université. La veuve de
Allende a illustré la situation politique actuel-
le au Chili, les problemes que la Résistance
doit affronter et ceux des réfugiés a l'étranger.
A la suite d'un large débat , un document a
été adressé aux autorités italiennes en faveur
du refus diplomatique de la junte fasciste
chilienne et d'une action pour la Jibération des
prisonniers politiques . Une rencontre entre ci-
néastes chiliens, a eu lieu au Palais du Cinéma
du Licio, pour discuter de leurs moyens de lur-
te contre le totalitarisme dans leur pays, déci-
danr d'employer le cinéma et tout mayen
d'opinion publique, pour dénoncer l'injustice
et la violcnce du fascisme chilien et demander
la libération des prisonniers. Une autre rcncon-
tre avec les travailleurs du Port et Luis Guasta-
vino, Homero Julio, Jaime Estévez et Roberto
Sebastian Marta, a porté a une décision écrite
en faveur du boycottage des navires chiliens,
proposé a tous les travailleurs des ports de la
Méditerranée.
Le principal moyen d'information sur les ma-
reform in Italy. The speakers answered stu-
denrs' questions, and described th e reforms
made by the Unidad Popular in schools and
university. On 8th October, immediately after
a concert given by the Quilapajun group, a
debate was held on the cultural activities of
the Unidad Popular government. Hortensia Al-
lende, Armando Urribe, Cortázar, Baytelman
and Dorfman were all present . During the
discussion it was emphasised that the coup
d'état cut short the cultural and social revi va]
started by the Unidad Popular.
Another meeting took place at the Istituto
Universitario di Architettura , with about a
thousand people present. Hortensia Allende ,
Urribe, Nuñez, Marrinez, Aymonino and Asten-
go took part. At che end a motion addressed
to the President of the Italian Republic , the
Minister of Foreign Affairs and the President
of che Chamber and Senate was approved in
which the Italian government was asked to
continue to rcfuse to r ecognise the Chilean
fascist Junta , and to take steps to help poli rica!
priso11ers in Chile. A meeting was held at che
Palazzo del Cinema at the Lido , where Chilean
film-makers decided to use all che means ar
their disposal to denounce fascism and help
those of their colleagues still prisoners in Chile.
Finally a meeting was organised by Venetian
port-workers and representatives of the Chilean
20:
Resistence ( Luis Guastavino, Homero Julio.
Jaime Estévez, Roberto Sebastian Matta). Ar
the end of this meeting a motion was passed
in which Venetian workers invited workers in
ali Mediterranean ports to boycott Chi·lean
ships.
The principal source of information about
Chile and its problems was the weekly maga-
zine « Liberta al Cile » ( « Freedom to Chile »).
This was produced on the 5th, 12nd, 19th,
26th of Octob er and 2nd of November and
edited by Chilean journalists and scholars, with
the technical collaborarion of Iralian colleagues.
The help of artists like Roberto Sebastian
Mana, Emilio Vedova, Gio Pomodoro and An-
drea Cascella, and draughtsmen like Birelli
and Zen, resulted into a remarkable production
which included specially printed posters. The
five numbers were collecred in one edition, of
which altogether 100.000 copies were sold.
An exhaustivc documentation of the past acti-
vities of the Unidad Popular accompanied by
an account of the currenr repression in Chile
included the last pagcs of Pablo Neruda's
memoirs . Writers and well-known politicians
worked together on its pages, among rhem
Luis Guastavino, Carlos Altamirano, Aléxan-
dros Panagulis, Julio Cortázar, Roberto Se-
bastian Matra, Ariel Dorfman, Lelio Basso,
Alb erto Moravia, Henry Moore, Giulio Mac-
cacaro. Jacinto Bilbao and Víctor Vaccaro
wrote on Chile's economy, Marco Fini on the
attempt of the Junta golpista to speculate,
so to speak, on religious fee!ing to its own
advantage. Luigi Granelli explained Italy's
polirical and diplomatic attitude towards che
coup d'état. Giulio Cario Argan, in a live de-
bate on the Biennale, argued rhat "imagina-
tion" is guaranteed by freedom; Giorgio Ben-
venuto gave his assurance of trade-unio11 back-
 nifestations consacrées au Chili et aux prob~e- ing for tbe newly conceived Biennale; the
mes des différents aspects de ce pays, sous le president of the Biennale, Cario Ripa di
gouvernement de Allende et de Pinochet, a été Meana, directed the production of the maga-
le journal « Liberta al Cile ». Cet hebdoma- zine and wrote a number of articles on the
daire, édité les 5, 12, 19, 26 octobre et le 2 Biennale's political and cultural alignments.
novembre, était rédigé par des journalistes et
des hommes d'étude chiliens, avec la coEa-
boration technique des collegues experts ita-
liens. La collaboration de graphistes comrne
Birelli et Zen et de peintres comme Matra,
Vedova, Pomodoro et Cascella, a permis une
oeuvre rédactionnelle et graphique remarqua-
ble, et des affiches corn;:ues expres, au point
que celle-ci et les cinq numéros du journal ont
été recueillis dans un dossier et vendus avec
vif succes. 101.000 copies de « Liberta al Ci-
le » ont été vendues dans toute la région.
Une vaste documentation des réalisations dé-
mocratiques de Unidad Popular, était accom-
pagnée par le témoignage sur la répression
actuelle au Cbili et sur l'action des éxilés chi-
liens. Des écrivains et des hommes politiques
connus ont été choisis et ont collaboré a des
pages polémiques et séveres, souvent d'accusa-
tion dramarique: Luis Guastavino, du parti
communiste chilien, Carlos Altamirano, chef du
partí socialiste au Chili, Aléxandros Panagulis,
Julio Cortázar, écrivain argentin, Roberto Se-
bastian Matra, Ariel Dorfman, Lelio Basso,
206 Alberto Moravia, Henry Moore, Giulio Macca-
caro, les « Mémoires » de Pablo Neruda. Bilbao
et Vaccaro onc écrit sur l'économie du Chili,
Marco Fini sur l'exploitation du sens religieux
faite par la junta golpiste. Luigi Granelli, sous-
sécretaire aux Affaires Etrangeres, a expliqué
dans un article la position politique et diplo-
matique de l'Italie en face du golpe au Chili;
en effet nos représentants la-bas n'ont pas quité
le pays, pour défendre les citoyens italiens et
les droits des chiliens opprimés. Giulio Cario
Argan dans un débat sur la Biennale, exprime
son opinion sur le lien entre culture et politi-
que dans plusieurs sens, mais aussi car "l'iha-
gination est garantie de liberté". Giorgio Ben-
venuto a apporté l'appui des syndicats a la
nouvelle orientation de la Biennale; le prési-
dent Cario Ripa di Meana a dirigé le journal
en y collaborant par des articles sur le choix
politique et culturel de l'Institution qu'il pré-
side.
 Manifestazioni teatrali
Nel quadro della rinnovata Biennale, ha
avuto un notevole valore di significato
e peso culturale presso il pubblico e la
critica la rassegna teatrale del settore dí-
retta da Luca Ronconi , che sí e svolta in
un arco dí spazío e tempo volutamente
ampio, per íncontrare un pubblico piu
vasto e vario. Infattí dal 5 ottobre al 9
novembre, nel territorio veneziano e cir-
costante, in dieci sedí diverse, si sono
dissemínate 44 manifestazíoni teatra1i,
'attuali' e provocatoríe, in una concezio-
ne della modernita che ha decisamente
superato, almeno con alcuni spettacolí, le
strettoie elitarie, 'culturali', raffinate, per
affrontare e díbattere temí bruciantí dí
oggí, come nella Donna perf etta, o pro-
porre spoliazíoni espressive di significato
universale come neglí Autosa cramenta-
les. Lo stesso fatto che molte delle
compagnie presentí facciano del 'teatro
in strada', non e stato né casuale né
senza peso sull 'efficacia delle scelte e
della realízzazíone dei testi, ha anzi reso
possibilí e vivi i numerosi confronti col
pubblico, cercati e animati con passione
dagli attorí stessí. Lo stesso dicasi per
le animazioní teatralí con ragazzi, e
per gli spettacoli-díbattíto in ambiente
operaio.
E da segnalare che a tutti gli spettacoli ,
í qualí spesso accoglievano un numero
límitato dí spettatori per esigenze logi-
stiche e tecníche, ma anche di struttura
dello spazio teatrale espressamente vo-
luto, ha partecipato un pubblico foltissi-
mo (15.000 bigliettí venduti), il quale
spesso ha dovuto essere respinto per
esaurímento di posti, con grave ramma-
rico specíalmente per í molti che vení-
vano da fuorí citta . Sul vivo interesse e
sulla larga partecipazione hanno influíto
in modo determinante il prezzo del bi-
glietto, fissato per tutti gli spettacoli, co-
me per le altre manifestazioní della Bien-
nale , in L. 100 , e íl decentramento dei
luoghi di spettacolo, che per la prima
volta ha permesso a spettacoli di alta
qualita di raggíungere luoghi periferici e
di lavoro mai toccati da eventí culturalí
dí questo genere. Anche la partecipazío-
ne dei críticí e stata buona, ed ha accet-
tato . nel complesso con ínteresse, a volte
seccato a volte dívertito , la novita ínso-
lita e spesso scomoda dei luoghi, nonché
l'índubbia novíta, quasí sempre speri-
mentale , degli spettacolí teatralí.
20 7
« The Tooth of Crime » (11dente del
delitto)
Lo spettacolo scritto da Sam Shepard,
ma ricreato dalla regia di Richard Sche-
chner con il Performance Group di New
York, e stato proposto nei giorní 5 e 6
ottobre, in tre sedute e in uno spazio
sceníco concepito ad hoc all'ínterno del
Cinema Arsenale, in una zona delle piu
popolari e antíche della citta, quartíere
periferico e privo del tutto di teatri . Per
la difficolta dí traduzione e comprensio-
ne dello 'slang ' americano del testo , i1
quaderno dí presentazíone, curato da Fu-
rio Colombo e da Massimo Palladino,
comprendeva anche la traduzíone di al-
cuni brani salíenti. Il numero limitato
degli spettatori fissato per ogni spetta-
colo, imposto dall'esígenza del suo muo-
versi dentro e fuori, attorno e sopra le
strutture sceniche in Iegno e tubi metal-
líci, ha dato luogo a lunghe file dí pub-
blico in attesa , che in larga parte ha
dovuto essere respinto. Specie la sera
del 5 ottobre, serata ínaugurale delle ma-
nifestazioni 1974, numerose erano le pre-
senze di stranieri e italiani venuti a Ve-
nezía per l'occasione . Tre repliche "tutto
esaurito" hanno potuto percio accoglíere
soltanto 800 spettatorí.
 Questo spettacolo nasce dalla dirompen- ta realistica e di contenuto sociale: in
te 'rivoluzione culturale' americana degli Dionysus '69 egli propone e impone con
anni '60 e '70, avvenuta sul piano del successo l'uso del carpo come materia
linguaggio e del ruolo della persona. In interprete, il testo dev'essere 'indossato'
questi anni drammatici e creativi sono dai corpi-attori, in una composizione e
mutati anche negli USA moiti riferimen- scomposizione continua dell'ingombro
ti, miti e valori, l'irrompere dei negri e fisico e sonoro, agenti attraverso un re-
dei giovani ha sradicato le certezze cen- pertorio di materiali. Tutto cío che vi
tenarie del "patrimonio comune", crea to accade e vero, al contrario di Pirandello
dai pionieri, dagli emigrati di varíe cul- per il quale tutto e apparenza ambigua.
ture e dalla grande industria, che riusci- Nello spettacolo presentato a Venezia il
va a mimetizzare le differenze sociali e filo impalpabile d'una trama quasi ine-
le distanze tra i gruppi ( ancora evidenti sistente 'mostra' piu che raccontare la
in Europa). Negri e giovani elaborano fine d'ún gangster: momento in cui il
fatti linguistici e paralinguistici ( intona- 'dente del delitto' viene strappato o ad-
zione, cadenza, scansione delle sillabe, denta infine la realta. L'autore trova in
impostazione della voce, segnali sonori) Schechner molto piu d'una aflinita cultu-
che rovesciano il gioco, creando linguag- rale, un potenziamento realizzativo ed
gi separati per gruppi separati. Non neo- espressivo. Schechner e oggi píu cono-
logismi, ma un lessico nuovo che cam- scíuto per il suo 'teatro di guerriglia' che
bia !'uso, il senso e il montaggio delle per il processo evolutivo teatrale porta-
parole, in modo anomalo e disorientante, to avanti negli USA ,anche se in questa
"inaccettabile" perché incomprensibile; fama pesa troppo una valutazione di tipo
208
esempio ne sono i "Comedians" ( da emotivo. lniziatore del teatro dello envi-
Lenny Bruce e Dick Gregory) e i nuovi ronment che s'impossessa dello spazio
'poeti' della canzone ( da Bob Dylan a attraverso la ccstruzione di una struttura
Frank Zappa). Furio Colombo dice: "Il nello spazio stesso, qualificato come 'spet-
linguaggio e entrato in un'area di esten- tacolare', teatro nel teatro, spazio rein-
sione, di tensione, di gioco, di distruzio- venta to, ricostruito, dentro il quale lo
ne e ricomposizione che contamina tutto, spettatore deve muoversi, cercare, avvi-
la letteratura, il giornalismo, le comu- cinarsi, entrare in contatto per seguire,
nicazioni di massa, il teatro. In nessun partecipare allo spettacolo. "Non e piu
paese il linguaggio ha avuto cambiamen- possibile - dice Schechner - la distin-
ti tanto profondi in un periodo cosí zione tradizionale tra arte e vita".
breve". Queste sue lucide intuizioní si avvici-
Il teatro di Shepard si fonda su questa nano all'esigenza di far teatro per strada,
comunicazione diversa, parole non del- in chiave teatrale e política, sfida provo-
l'assurdo e del non senso, ma piene anzi catoria, fino al teatro di guerriglia. Ep-
d'un senso iper-realistico, avvalorate an- pure non guerriglía alla Ché Guevara,
che dalla carica e dallo scatto fantastico ché "il discorso politico nato negli am-
che provoca la presenza della musica, da! bienti controculturali americani di questo
Jazz al Rock, come ingrediente primario ultimo ventennio e molto piu radicale,
dell'espressivita collettiva. nei contenuti, nel senso del rifiuto, che
L'altro impatto nuovo e con la presenza non marxista-leninista".
umana nella vita e nello spettacolo, l'uso Creato da Schechner e strettamente le-
dei corpi, ]"abitare' il proprio corpo, ap- gato ad un lavoro comune e il Perfor-
propriarsene e viverlo, fuori dei ruoli, mance Group, un collettivo di circa 10
delle definizioni sociali; e l'esperienza attori, che dal 1967 lavara in un 'garage-
nuova irruente che viene dalla strada, palcosceníco' a New York. Dopo espe-
dalla protesta: da fenomeno sociale e rienze asiatiche, ha accentrato l'attenzio-
divenuto oggi un modello artístico che ne sulla valorizzazione del carpo e su!
troviamo nelle gallerie, negli happenings, trattamento musicale delle parole, del
nel Living Theatre e nella Body art. carpo e della voce come strumenti fles-
Il regista Richard Schechner ne e stato sibili, aree di risonanza individuali e re-
un precursore, viene da un'esperienza ciproche. La compagnia lavara sui testi
brutale di vita, della strada, il suo teatro in modo libero e creativo col contributo
rafiinato d'arte scenica nasce da una spin- dí tutti su! piano della interpretazione,
della gestualita e anche della esecuzione
musicale sempre fatta dal vivo con stru-
menti semplici, senza amplificatore.
A corollario di guesta prima manifesta-
zione sono da segnalare: la proiezione
del film di Sam Shepard Dionysus '69 .
realizzato da! Performance Group, data
all'Istituto di Architettura nel pomerig-
gio del 4 ottobre e al cinema Arsenale
la mattina seguente.
E stato inoltre organizzato un colloguio
della compagnia con il pubblico, median-
te un incontro-dibattito guidato da Furio
Colombo, dopo lo spettacolo pomeridia-
no del 6 ottobre.
Gli attori erano Joan Mac Intosh, Eliza-
beth Le Compte, Leeny Sack, James
Grifliths, Spalding Gray, Timothy Shel-
ton; le musiche sono state create ed ese-
guite da! Performance Group stesso, i
costumi, fumettistici, etano di Franne
Lee e di Patricia Barnes, la scenografia
di James Clayburgh e Jerry Rojo.
« Che cosa é il fascismo»
In quattro sedi diverse (Tendone di
Campo S. Polo, Cantieri navali della
Gíudecca, Istituto « L. Luzzatti » di
Mestre, Biblioteca comunale di Jesolo),
nei gíorni tra il 14 e il 18 ottobre la
Compagnia stabile del teatro universita-
rio dí Ca' Foscari ( Venezia), ha presen-
tato lo spettacolo di Fabio Mauri: Che
cosa e il Fascismo - Festa in onore del
GeneraleErnst Van H ussel di passaggio
per Roma, suscitando vasto interesse tra
gíovani e non piu giovani, per un totale
di oltre 1000 biglietti venduti in 7 repli-
che, seguite sempre da dibattiti diretti
dall'autore e regista. Un incontro piu
ampio col pubblico e stato tenuto da
Alberto Arbasino, nel Tendone di San
Polo, la sera del 14 ottobre sui temi del
revival" sul fascismo in atto nella let-
11
teratura, nel cinema e in altri settori del-
lo spettacolo; e stata anche richiesta una
replica in piu di quelle previste.
Maurizio Calvesi nella sua presentazione
dello spettacolo e dell'operazione che
Fabio Mauri fa su! passato, distingue
fra l'atteggiamento di nostalgia indivi-
dualista, che si mette fuori del tempo a
ricercarne i miti, e guello che vive del
e nel proprio tempo, dell'arte-discorso,
ideología.
"Mauri non vuole verificare, esaltare cer-
te costanti o tensioni metastoriche del-
l'ideologia, la luce, la ribellione, l'amore
ma ne vuole 'zummare' il volto storico.
Al mito in guanto archetipo si contrap-
pone la storia come succedersi di fati
sempre nuovi e diversi. 11 connubio sto-
ria-ideologia, che Mauri privilegia, esclu-
de il connubio ideología-mito.
"Ed ecco la funzione diversa che le 'azio-
ni' di Mauri si ripromettono di assolve-
re, a confronto di guelle di un Kounellis,
di un Pisani. Per guesti ultimi, il 'trau -
ma' estetico <leve aprire all'ideologia le
vie del profondo, dove abitano i ricordi
remotí e remotissimi. Per Mauri, <leve
piuttosto ravvivare un ricordo recente;
anche Mauri allora verifica, con l'arte, il
passato, ma verifica un passato prossímo
e storico. Che cosa e il fascismo, Ebrea,
ci fanno rivisitare un tempo che abbiamo
vissuto come persone, non come specie.
Ci parlano di cose che conosciamo bene,
anche se tendíamo a dimenticare; anche
209
qui troviamo dei 'simboli', che non van-
no tuttavia penetrati, sviscerati; ma an-
cora scontati, spuntati una volta di piu
nell'inventario della coscienza".
Ebrea e appunto un inventario di oggetti
che parlano; Che cosa e il fascismo e in-
vece un inventario di baccani, fuori delle
ovatte del tempo.
E Maurí stesso che dice: "Non vi e
regia, come prefigurazione chiusa di una
forma ideale. In Che cosa e il fascismo
non si aspira a una forma ideale. La
casualita, le sue imperfezioni, fornisco-
no alla trama ideologica il concreto del-
l'umano e dell'attuale.
"Un tipo di teatro sperimentale, iniziato
ne! '700, puo fornire un'indicazione pra-
tica di questo avvenimento. Alludo agli
'esercizi spirituali'. Per nutrire orrore
dell'inferno, ci si concentra sui suoi malí,
sperimentando fisicamente qualche atti-
mo l'ustione del fuoco, ecc.
"Qui, si sperimenta, in poco tempo,
!'ideología falsa, l'abisso della Superficia-
lita istituzionalizzata, la Tautología del
Potere, la malignita della Bugia nascosta
nell'Ordine, la vergogna della confusio-
ne culturale, l'irresponsabilita di chi
avoca a sé la liberta di giudizio collet-
tivo, l'inganno della giovinezza che porta
grazia e fiducia a fare da preludio ad
ogni proprio massacro ...
"In Che cosa e il fascismo scorre una
 nota di nostalgia per la giovinezza, e di
rancore, per averla dovuta vivere in una
scena mítica, vuota e cieca".
Un filo di ironía correva lungo tutto il
programma, ottenuto con accostamenti
elementari. Gesti, cerimonie, frasi am-
pollase e vuote, la ridondanza, la retori-
ca, le divise, le insegne, i canti trionfali,
la figura del generale di cera, la parola
The End sullo schermo, erano in sé istan-
ze critiche, elementi alienanti esibiti in
forma serena, l'immagine stessa che con-
tiene il suo significato critico. Rívivendo
il passato, si potrebbe concludere, non
sono le cose ferme nel tempo che cam-
biano, ma l'osservatore che, continuan-
do a vivere, subisce modificazioni conti-
nue. "Una tesi patrística spiega l'Apoca-
lisse come il giudizio, non dí Dio ma
dell'uomo, sugli atti e í sensi della pro-
pria vita ripresentati a lui nella succes-
sione di quando erano accaduti e con le
loro attenuanti, pero in pubblico. La
210 sociali ta in questo caso garantisce il suc-
cesso della presentazione critica, cioe
della verita", continua Mauri.
La realizzazíone dello spettacolo e stata
anzítutto ímmagine, fatta per "spaccati"
successivi, tutta gíocata sulle simmetrie,
geometrie delle coreografie enfatiche in
cui le dittature si beano a celebrare se
stesse e di cui i documentari sulle parate
naziste e fasciste e dei vari regimi mi-
litari odierní, ci danno ancora saggi vi-
stosi. La parodia delle manifestazioni
atletiche, dei "sabati fascisti" in divisa,
delle sfilate con i gagliardetti cadenzate
sul rullo dei tamburí, le dispute teoriche
sul fascismo e l'importanza del Duce, la
proiezione di documentari patriottici, si
muovevano in uno spazio carico di inse-
gne, scritte, simboli e suoni, canti eroici,
discorsi altisonanti e omaggi floreali. Il
tutto presentato da due "Donne Fasci-
ste" in divisa, che da due podi neri im-
partivano secchi ordini, come le coman-
danti dei saggi gínnici negli stadi di al-
lora. Curiosita ridicole e paradossali per
le nuove generazioni, queste celebrazioni
di una Italia vuota e pomposa, hanno
suscitato ne! pubblico meno giovane,
ex-fascista in massa, un'obbiettivazíone
íncredula e irridente .
I giovani attori del Teatro di Ca' Fosca-
ri erano: Patrizia Battista, Giorgina Be-
rengo, Stefano Corsi, Cristina Donaggio,
Mauro Francesconi, Roberta Gislon, Su-
sanna Grisafi, James May, Marina Me-
rola, Andrea Nulli, Renato Padoan, Ro-
berto Pozzana, Franco Silva, Maddalena
Tallon, Ermanno Venudo.
« Le nuage am oureux » (La nuvola
innamorata)
La sera dell'8 e il pomeriggio e la sera
del 9 ottobre e andata in scena nel Ci-
nema Arsenale questa piece insolita per
il gusto europeo, accolta con curiosita e
simpatía anche per la facilita della sua
comunicazíone fiabesco-poetica, e la feli-
cita inventiva, continuamente a sorpre-
sa, della scenografia e delle maschere
originali e mostruose dei personaggi.
Si tratta di una favola del poeta turco
Nazim Hikmet, che illustra la realta at-
tingendo alle fonti tradizionali di poemi
e narrazioni del patrimonio místico e
popolare turco, ricreati in Paesaggi uma-
ni e in un'Antologia poetica composti
dell'autore durante 13 anni di prigionía
lontano dalla sua patria. La favola e il
pretesto, il punto di partenza che serve
da trama allo spettacolo. Favola sempli-
ce e bella, e vissuta come la genesi; e la
storía della creazione del mondo: di la
dal caos, un derviscio demiurgo sofEa ne!
suo zufolo e mette al mondo la bella
Ai:ché in mezzo al suo giardino fiorito,
e il suo contrappunto negativo, l'oppres-
sore Seyfi le noir, non avra posa finché
non avra cacciato Aiché da! suo territo-
rio. La simbología e evidente. Elementi
intermediari, la nuvola, la colomba, un
coniglio si inseriscono per proteggere la
fanciulla.
Com'e facilmente intuibile, su una ma-
teria siflatta la fantasía realizzativa e lo
slancio giovanile della compagnia in cui
e attore il regista stesso, si sono sbiz-
zarriti in un gioco continuo di soluzioni
sceniche e plastiche con materiali assai
grezzi ( bidoni dipinti, semplici assi di
legno, tubi d'alluminio, etc .... ) impie-
gati nelle funzioni piu diverse, con dan-
ze, canti e musiche autoctone, soprattut-
to maschere metalliche piccole o enormi,
d'originale fattura cubista e simbolista,
d'efletto assai suggestivo e 'magico'; al-
trettanto si puo dire per le proiezioni
d'ombre cinesi, diapositive colorate in
movimento, efletti sonori e luminosi, fat-
tori tutti che hanno concorso al successo
odierno di questa favola mítica fuori del
tempo.
L'autore Nazim Hikmet, uno dei mag-
giori poeti del nostro tempo non solo
per la Turchia, dopo una prima fase di
poesía mística, completo gli studi e la
sua formazione culturale e ideologica
nell'Unione Sovietica, assimilando poeti
e scrittori russi, in particolare Maja-
kovskij, ma ottenendovi anche una con-
danna a 25 anni di detenzione per atti-
vita sovversiva. Ne fece 13 di prigionia,
e morl nel 1964. Disse di sé: "Non
sono mai stato schiacciato sotto il peso
degli idoli".
La regia dello spettacolo, cosi varia e
fantasiosa, e dovuta a Ulusoy Mehmet,
che gia nel 1968 fondava in Turchia il
« Teatro di strada », teatro di militanza
política che <lava spettacolo nelle piazze,
nei villaggi e nelle fabbriche, trattando
i problemi della collettivita; l'esperimen-
to fini nel 1971 per l' avversione della
giunta militare . Mehmet si rifugio allora
in Francia con il suo « Teatro operaio »
turco, e fondo con attori francesi, il
« Théátre de liberté », che presento il
primo spettacolo nel 1972 al Théátre
Gérard J?hilipe di Saint Denis: Légendes
a venir. Anche questa píece teatrale
mostra, in una successione di quadri, la
realta attuale della Turchia con i suoi
mezzi tradizionali del "teatro di strada":
maschere, marionette, giochi d'ombre,
musiche e favole popolari.
Il catalogo dello spettacolo comprende-
va, oltre le note informative, larghe partí
del testo poetico, e una sintesi della vita
di Hikmet, scritta in versi da lui stesso.
Al vivacissimo spettacolo ha partecipato
nelle 3 rappresentazioni, un pubblico che
ha riempito tutti i posti disponibili, rea-
lizzando una vendita di oltre 1000 bi-
glietti. Funzionava un servizio gratuito
di traduzione simultanea via radio e allo
spettacolo ha fatto seguito un incontro-
dibattito col pubblico, diretto da Mario
Raimondo.
Tra i bei giochi d'ombre di Guleryuz
Mehmet e con le maschere di Henri
Presset, agivano gli attori Momette
Berthmier, Arlette Bonnard, Pascale
Branchu, Luiz Kadun, Keriman, Dido
Lykoudis, Mehmet, Ricard Soudée, Da-
niel Soulie, Jean-Marie Winling. Gli at-
tori hanno anche collaborato con molta
scioltezza e fantasía ad una "azione di
strada", che il Gruppo permanente della
Biennale per i rapporti con la scuola
aveva organizzato il 9 ottobre in Via
Garibaldi, popo loso quartiere di Castel-
lo, vicino alla scuola elementare « G.
Gozzi » e ai grandi giardini pubblici. La
Storia di un operaio emigrato e dí un
albero sradicato e stata un esperimento
interessante anche come esempio di nuo-
va azione drammatica, oltre che· per il
coinvolgimento dei ragazzi, della popola-
zione del quartiere, tanto raramente sol-
lecitata in questo senso.
« La donna perfetta »
Un pasto particolare va riconosciuto nel
programma teatrale a La donna perfetta,
spettacolo scritto, recitato, diretto tutto
e solo da donne ( salvo due partners
maschili), per l'interesse polemico su-
scitato dalla congiunzione del tema fem-
minista e del problema della depenaliz- 2II
zazione dell'aborto, entrambi a fiar di
pelle nell'attuale momento socio-político
italiano . Otto rappresentazioni, tutte in
luoghi decentrati come il Dopolavoro
ferroviario di Venezia, i Cantieri navali
della Giudecca, lo stabilimento Petrol-
chimico di Marghera, le Biblioteche co-
munali di Oriago e di Jesolo, il cinema
Corso a Mestre, hanno visto sempre un
'tutto esaurito' ( e mol ta gente non am-
messa in sala), per un complesso di
3200 presenze. Tutti gli spettacoli sono
stati seguiti da appassionati dibattiti di-
retti a turno dall'on. Magnani Noya, da
Ida Magli, Liliana Cavani, Giulia Te-
desco, Armanda Guiducci e dall'autrice
e regista stessa Dacia Maraini; dibattiti
ai quali hanno anche partecipato Adele
Cambria, Marida Boggio, Adele Faccio,
e nei quali un pubblico vibrante, in mag-
gior parte di donne, ha denunciato, ac-
cusato, narrato con dolore e protesta
casi personali, situazioni gravi e dram-
matiche che sano sotto gli occhi di tutti,
ma sulle quali la societa ufficiale vuole
da sempre chiudere gli occhi.
Il contenuto scottante dello spettacolo,
dato in prima assoluta, e oggetto di la-
cerante dibattito nella societa italiana e
a livello político. La trama si puo rias-
sumere nella vicenda della commessa se-
dicenne Nina, che resa madre dal suo
ragazzo, lo studente Elvio, cerca anche
 per suggerimento di lui di abortire, nel
piu completo isolamento sociale, nella to-
tale incomprensione familiare, nella man-
canza di mezzi economici e, alla resa dei
conti, mentre sparisce il suo stesso
partner. La ragazza, disperata e del tutto
sola, finisce nelle mani di un medicastro
che, dopo aver procurato l'aborto dietro
lauto compenso, l'abbandona a se stessa
mentre, priva d'ogni possibilita d'aiuto
e tra l'incomprensione e assenza di tutti
( anzi tu tto i membri della sua famiglia),
muore. Solo dopo tutti piangeranno ipo-
critamente su di leí. Accanto a questo
tema violento dell'aborto clandestino,
tutta la commedia e improntata ad un
linguaggio e concetti e contrappunti di
ballate popolari sui temí cari al femmi-
nismo mondiale: l'oblativita eccessiva e
l'amore cieco delle donne, sfruttate bru-
talmente dal maschio, che costituisce da
sempre la palla al piede; l'egoismo ma-
schile e l'ipocrisia sociale che fanno della
2I2
donna una vittima. Questa donna gene-
rosa e sacrificara sarebbe "La donna per-
fetta", come la vuole la societa maschi-
lista.
L'autrice Dacia Maraini che, insieme con
Annabella Cerliani, e anche regista del-
lo spettacolo, e nota al pubblico italiano,
oltre che come scrittrice e commedio-
grafa, come una delle prime protagoniste
di coraggiose battaglie per una donna
diversa, battaglie d'opinione , di costume ,
di cultura, implicanti frequenti prese di
posizione politiche e polemiche pubbli-
che. La Maraini e una delle animatrici
del collettivo di lavoro romano de « La
Maddalena », uno dei numeros1ss1m1
gruppi di aggregazione spontanea che
vanno diffondendosi sempre piu in tutta
Italia sotto la spinta crescente della pro-
testa della donna, esplosa a livello mon-
diale. Tutti questi gruppi, piu o meno
politicizzati, hanno alla base una forte
presa di coscienza e la ribellione al pre-
dominio indiscusso dell'uomo nella vita
dell'umanita.
Fra i vari gruppi esistenti che si rifanno
al movimento di liberazione della donna,
a redazioni di riviste, a iniziative sociali
diverse, alcuni hanno preso una forma
organizzatíva e una funzione pubblica
piu precisa ed efficace anche presso l'opi-
nione pubblica piu distratta : si tratta di
movimenti di aggregazione spontanea e
di forte indirizzo político, che sempre piu
prendono forma, sostanza e peso nello
spazio civile.
« La Maddalena » e un gruppo fra quelli
che in Italia hanno saputo organizzarsi
in modo piu solido e ufficiale, fon-
dando una biblioteca specializzata , un
teatro, un centro d 'incontro in Campo
Marzio a Roma. Una équipe di donne
particolarmente dotate per lo spettacolo
político e per forme di "teatro di stra-
da" ha potuto dare largo spazio ad una
produzione di teatro popolare, che e sta-
to portato ovunque nelle borgate romane
e in citta, piazze e mercati, nelle varíe
regioni dell'Italia centro-meridionale , dal-
la Toscana alla Sicilia, in periferie urba-
ne e festivals politici, raggiungendo die-
cine di migliaia di spettatori , anche con
vivacissimi dibattiti. Fra gli spettacoli
piu famosi del gruppo vanno ricordati
Mara , Maria , Mari anna di Marida Bog-
gio, Edith Bruck e Dacia Maraini; Egua-
glianza e liberta di Annabella Cerliani;
Ecce Hamo di Barbara Alberti; Per il
tuo bene, spettacolo per bambini di Bar-
bara Alberti e Viveca Melander; Le can-
zoni del disagio e uno spettacolo di stra-
da di Dacia Maraini in occasione della
Festa della donna, replicato in molti
quartieri di Roma; Le donne dicono di
no di Scilla Finetti e Laura Di Nola, uti-
lizzato particolarmente durante la cam-
pagna per il referendum popolare sul di-
vorzio del 1974.
Le autrici, attrici, registe e collaboratrici
sono esclusivamente donne perché riten-
gono che nella lotta política per l'eman-
cipazione femminile le donne debbono
ormai gestire in proprio i propri spazi
di liberta; la rivoluzione marxista e vista
come unica vía di uscita da un'oppres-
sione che ha la sua radice nel sistema
capitalistico, nel suo concetto di proprie-
ta, di sfruttamento che investe la donna
come oggetto-sessualita-funzione . Sul pía.
no esistenziale la questione, esse affer-
mano, e quella di "scoprire l'altra faccia
della luna"' quella meta dell'umanita che
non si e mai espressa, e che e sempre
rimasta senza peso storico.
La realizzazione, basata su forme recita·
tive e scenografiche molto semplici, d'im-
mediata comunicazione, risponde alla
scelta política delle autrici, rivolta a un
pubblico soprattutto popolare: percio
dalla essenzialita di due grandi cubi e
dei vestití lineari, il tutto confezionato
in carta bianca, alle uniche macchie co-
loristiche e sonore costituite dalle ma-
schere contadinesche - per le donne
che cantano dolorosamente la loro storia
sulla chitarra - e animali - quando
rafli.guranoil potere, l'uomo, la violenza
(il medico, la famiglia , ecc .. . . ) - tut-
to si fa espressione. Scene e costumi era-
no di Deanna Frosini, le musiche di Yuki
Maraini, gli attori principali Ornella
Grassi, Silvia Poggioli, Llica Del Fabbro,
Claudio De Angelis.
Fatto insolito , che ha suscitato stupore
e interesse per lo spettacolo e i suoi
temí, e stata l'iniziativa di animazione,
in forma anche di sfilata pubblicitaria,
corcliale, rumorosa e colora ta ( ricordo
dei carrozzoni della commedia dell 'arte) ,
che la compagnia al completo, con la Ma-
raini in testa, ha fatto per le strade piu
popolari e i luoghi di lavoro di Venezia
e di alcune localita dell'entroterra . Ma-
schere, tamburi, il manichino dello spet-
tacolo sono passati tra la gente gridando
per tutti e parlando con ognuno , in un
contatto caldo e vivo , provocatorio e in-
vitante.
« L'impuro fo lle » za cosmica: cio conduce anche al na-
Nelle serate del 17, 18, 19 e 20 ottobre,
ne! teatro di Palazzo Grassi, e andato
in scena in prima assoluta L'impuro fol-
le, uno spettacolo che, tra l'interesse e
lo sconcerto, ha riempito la sala ogni
sera, registrando oltre 1600 presenze, e
ha avuto un avallo e un seguito di rilie-
vo nei due dibattiti seguiti nei pomerig-
gi del 18 e 19 rispettivamente a cura di
M. Paolo Castaldi e di Morton Schatz-
man ( psichiatra americano che vive a
Londra), nonché la richiesta di una re-
plicha supplementare.
I piani di sovrapposizione e di analisi di
questo testo e di questo spettacolo risul-
tano eccezionalmente complessi e strati-
ficati. Infatti !'opera teatrale realizzata
da Giorgio Marini non e che il terzo
passaggio, la terza versione di una vicen-
da vissuta e scritta in proprio dal prota-
gonista e messa in forma di romanzo da
Roberto Calasso. Elias Canetti nel 1939
trovo presso la figlia di Mahler , a Lon-
dra, un libro sconosciuto : Me m orie di
un malato di nervi del giudice Daniel
Paul Schreber, presidente di Corte d'ap-
pello di Dresda , che dal 1893 al 1911,
anno della sua morte, soffrí il crescendo
drammatico di una malattia paranoica.
La prima crisi scoppio con l'improvvisa
rivelazione, nel dormiveglia, dell'idea
che "dovesse esser davvero bello essere
una donna che soggiace alla copula".
Narra Calasso: "A partire da questo pun-
to si sviluppo in lui un prodigioso deli-
rio, che lo fece passare per tutti gli estre-
mi della tortura e della volutta, coinvol-
gendo dei, astri , demiurghi , complotti,
'assassini dell'anima', catastrofi cosmi-
che, rivolgimenti politici. Al centro di
tutto era la convinzione di Schreber di
esser vicino ad esser trasformato in don-
na , e la sua lotta stremante contro un
Dio doppio e persecu tore".
D opo ripetuti internamenti in casa di
cura, e l'interdizione dal suo pubblico uf-
ficio, poi annullata, Schreber continuo
una vita all'apparenza normale e tran-
quilla. Ma l'analisi che Canetti fa in
Mass und lviacht ( trad. it. Mass a e po-
2IJ
tere) del caso Schreber, mostra la con-
nessione tra paranoia e potere, dove Dio
stesso e !'antagonista, e il paranbico si
sente unico essere vivo in un mondo di
morti, unico potere estremo d'importan-
zismo , dove il rapporto tra potente e
potere e basato su un sentimento sog-
gettivo non diverso dalla paranoia. Altri
punti analizzati da Canetti sono l'idea di
massa, vista da Schreber come miriadi di
anime, e l'ossessione del complotto,
ugualmente essenziale per il paranoico
come per il potente.
La paranoia di Schreber fu oggetto di
studio da parte di molti autori, a comin-
ciare da Yung e Freud, peraltro su po-
sizioni diverse: quest'ultimo vi fondo la
sua teoria della libido omosessuale con-
trasta ta come causa base della malattia,
tesi che Yung confuto come riduttiva.
Morton Schatzman ha analizzato ne! libro
Soul Murder - Persecution in the Family
( tr . it . La famiglia che uccide) i rappor-
ti del giudice con suo padre, educatore
severissimo; nel 1959 La can scrisse un
saggio rivedendo l'interpretazione freu-
diana, ancora ripresa nell'Anti-Oedipe di
Deleuze e Guattari .
Giorgio Manganelli , nella sua introdu-
zione al quaderno di documentazione dif-
fuso per lo spettacolo, parla dell'opera
come di una complessa e raffinata fin-
 zione, perché essa non e un testo auto-
nomo, né un commento, né una ricostru-
zione storica. E forse un libro satellite
del testo base, "solare e notturno", del
giudice Schreber, ma va oltre quello, in
una biografia ulteriore e simbolica che
gli da significati polivalenti inesauribili.
Frammentarie e intense confessioni pre-
cipitano Schreber nell'abisso di se stesso,
solo nella sua malattia trova spazio e
liberta l'innominabile, quel ritorno im-
pudico e regale della femminilita che
"nella nostra societa maschile riappare
come tema vessato ed irriso, riconosci-
mento della nostra femminilita, palu-
dosa morbidezza tra carnale e vegetale,
cui possiamo pervenire solo grazie al fu-
rore deduttivo della demenza".
Dal testo di Roberto Calasso, Giorgio
Marini ha tratto la riduzione teatrale e
ne ha condotto la complessa regia, con
la Compagnia « I segni » di Roma, vali-
damente coadiuvato da Giorgio Finoc-
chiaro perla scenografia, che ha meritato
2I4
un applauso in apertura di spettacolo
per il conturbante messaggio se'mantico
che di per sé esprimeva ( una cupola su
classica struttura architettonica capovol-
ta: mirabile struttura dell'impero di Fe-
derico II di Prussia lacerata e sconvol-
ta). Lo spettacolo, articolato in quadri
successivi e indipendenti, consente allo
spettatore di correre i dubbi sentieri che
legano il dramma di Schreber col suo
psichiatra Flesching, attraverso i sotter-
ranei della psicoanalisi freudiana, vessa-
to dalle voci, oggetto ludico chiuso nella
gabbia dei propri terrori; la specularita
dei doppi ( raffigurati in bianco e nero),
l'inarrestabile trasformazione dell'austero
presidente in donna, per finire con sce-
ne da music-hall di cuí e protagonista
miss Schreber. Il testo di Calasso, pieno
di sapienti artifici e malizie, con eviden-
ze inattese e brusche lacune, coinvolge
e invita nel mondo che Manganelli dice
"dei fantasmi, della palude, della malat-
tia non illuminante ma fosforescente".
Oltre alle scene di Giorgio Finocchiaro,
sono da menzionare i costumi di Rita
Corradini e un montaggio musica.le che
utilizza di tutto, Britten, Mahler, Schu-
bert, Schoenberg, Ciaicovskij, Webern,
Chopin, fino alle Ziegfield Follies; fra
gli attori Paolo Baroni, Guglielmo Fer-
rarola, Manuela Morosini, Guglielmo Ro-
tolo, Marina Zanchi.
« Autosacramentales »
Al Teatro La Fenice, occupata dai suo1
lavoratori in lotta per la salvezza del-
l'istituzione, ma concesso alla Biennale
con entusiasmo dal loro Consiglio di
azienda, ha trovato sede in tre repliche,
il 29 e 30 ottobre, con un "tutto esau-
rito" per oltre 2500 spettatori, Autosa-
cramentales, crea to da Víctor García sui
testi di Calderón de la Barca, in prima
mondiale. Nella sua versione assoluta-
mente priva di scenografia, e nella nu-
dita integrale degli attori ( solo all'ul-
timo momento l'autorita giudiziaria, cau-
telatasi presenziando alla prova generale,
ha deciso di non intervenire), ha ben
risposto all'attesa della folla, soprattutto
giovanile, che aveva atteso per ore di
poter entrare in sala e che con il suo
silenzio, attento e rispettoso, ha dato la
migliore risposta al sospetto difiuso da
polemiche preconcette, di efietti scanda-
listici della manifestazione. In sala l'ap-
parato di traduzione simultanea vía radio
dal portoghese rendeva accessibile a tutti
il difficile testo barocco.
Gli Autosacramentales furono scritti dal
1653 lungo trent'anni, su incarico del
Municipio di Madrid, per le feste del
Corpus Domini, da Pedro Calderón de la
Barca Henao, uno dei massimi autori del
teatro spagnolo e mondiale, soldato e sa-
cerdote, ma soprattutto commediografo
dalla produzione vastissima nel corso de-
gli 81 anni della sua esistenza, dal 1660
al 1681. Venerato e stimato per la vita
austera di lavoro, in contrapposto a Lope
de Vega dalla vita avventurosa e bril-
lante, l'autore stesso compilo un elenco
delle sue opere divise in: 120 comme-
die, 10 Entremeses, 2 Mojiagangas (far-
se), 3 ]acaras ( storielle) e 80 Autosa-
cramentales su argomenti fi.losofico-teo-
logici e mitologici, tutti dall'Antico e
Nuovo Testamento, da eventi storici e
leggendari, etc. Nel suo teatro eminente-
mente spagnolo, cattolico e barocco, con
un profondo senso tragico della vita, Cal-
derón ha reso emblematici sentimenti e
ideali, prima in una produzione 'monda-
na' poi in quella religiosa, i due elementi
sempre coesistiti nel "Siglo de oro" . Ne-
gli Autosacramentales egli riesce a dar
vita e poesía ad una materia teologica e
dogmatica statica ed astratta . La scelta
e la traduzione di Juan German Schroe·
der per Autosacramentales e Cáduta sui
secondo testo di Calderón di La vida
es sueño; siamo all'alba dell'universo: in
una scena astratta, Acqua, Terra, Fuoco
e Aria lottano tra loro nel caos; Potenza,
Sapienza e Amore mettono ordine, com-
pare l'Uomo, accompagnato da Intellet-
to e Volanta, che, combattuto tra i due
e salvato dalla Grazia; si aggiungono le
figure di Dio, il Potere, l'Amore, il Cor-
po, i Sensi, il Peccato, il Bene e il Male,
il Mercante e altre, tratte da El gran
teatro del mundo, El gran mercato del
mundo, El pleito matrimonial entre el
alma y el cuerpo, Los encantos de la
culpa. Gli Autosacramentales , in una ver-
sificazione ricca e smagliante, diveniva-
no, con l'aiuto di macchine sceniche e
della musica, una forma originalissima di
poesía drammatica: esito supremo del
teatro barocco spagnolo, furono ignorati
dall'illuminismo ed esaltati dal romanti-
cismo, tanto che Schelling li defi.ni "fio-
riti e stellati".
Il regista argentino Víctor García, che
ha inventato e messo in scena lo spetta-
colo, e arrivato a questa realizzazione ve-
neziana attraverso rinunce successive e
'rese' agli impedimenti tecnici che hanno
via via scarnificato lo spettacolo. La "pri-
ma assoluta" di Venezia ha avuto una
versione scenografica e registica impre-
viste: infatti il regista aveva ideato un
grande occhio fotografico mobile, ad im-
magine dei cerchi paradisiaci, che dallo
sfondo avrebbe dovu to dominare la sce-
na con il preciso significato di uno sguar-
do dall'alto sulla vicenda umana ( ricordo
del Gran teatro del mundo). Per ripe-
tuti incidenti durante le prove a Parigi
e in altre citta Ja 'macchina' non ha mai
potuto essere usata; di qui il capovolgi-
mento dello spettacolo, che originaria-
mente dava ad essa la preminenza, come
in altri allestimenti scenici di García .
Egli infatti, non credendo all'autosuffi-
cienza delle parole anche se raflorzata
dall'equivalente plastico del gesto, cerca
l'architettura scenica piu adatta al suo
messaggio, anche se questo e costituito
solo dall'ansia di comunicare . Nel Cimc-
tiere des voitures di Arrabal, del 196 7,
c'e una ridistribuzione del rapporto spa-
ziale con presenza di carcasse di automo-
bili e del pubblico da ogni lato, attorno
e dentro la scena, come dentro un cir-
cuito emozionale di confronto tra indi-
viduo e macchina. Nella Parabole du
Festín, tratta da brani dell'Ecclesiaste, di
Giobbe e di Geremia, García ha posto
una imbarcazione di 1O metri di lunghez-
za fin fuori della scena, la cuí costruzio-
ne riprodu .ceva la situazione d'una so-
cieta nel suo farsi ci tta. La contestazio-
ne anche formale delle strutture esplode
in Le Balean di Genet, in cuí la platea
sparisce nel pakoscenico, <livenuto una
gran torre verticale con attori acrobati
fino a 17 metri di altezza, ascensori e
scale, ringhiere reticolati, un bordel-
lo-prigione in cuí girano gli spettatori-
voyeurs; per Les Bonnes il regista ha
creato ancora un enorme imbuto, vilup-
po metallico ossessivo. Per Yerma di
García Lorca, presentato al Festival in-
ternazionale del teatro di prosa di Ve-
nezia nel 1972, tutta l'azione si svolgeva
su un immenso telone elastico sospeso
sulla scena, capace di diventare volta a
volta pianura, casa, tempio. Nella pre-
sentazione dello spettacolo Franco Qua-
2I5
dri ha scritto a guesto proposito:
"Ma la restaurazione che segue gli anni
'70 riporta questo grande isolato del tea-
tro mondia ,le, tra tutti sradicato, ai testi
delle sue origini ( Lorca e Calderón, do-
po Lorca e Calderón, e Gil Vicente, Val-
le-Inclan, Arrabal ... ) , e significativa-
mente a un perfezionamento del suo dia-
logo con la macchina: nella macchina di
Yerma c'e il ricordo del Circo e di una
dimensione della scena popolare, ma la
macchina degli Autosacramentales e de-
stinata a costituire la definitiva sublima-
zione del suo modo di far teatro attra-
verso la conquista del meraviglioso. A
questo punto e la macchina che si ribella
al suo sperimentatore, e dopo averlo
costretto piu volte alla sospensione dello
spettacolo, lo costringe ad accantonarla e
a ridimensionare la sua concezione.
"Con Venezia l'esperienza che doveva
portare a realizzare la mística visione di
Calderón attraverso la complessa disuma-
nizzazione, si capovolge. García inaugu-
ra, costretto dagli eventi, un ciclo nuo-
vo: quello di cui sentiva l'esistenza senza
arrivare a credervi, la riconquista dello
spazio scenico da parte dell'uomo torna-
to protagonista, nel superamento di ogni
artificio ... ".
Questa e l'attuale "aspirazione all'asso-
luto di García, senza scene, senza costu-
mi, senza trueco, senza lucí: gli attori
 solo con la loro pelle". García stesso ha
affermato in un'intervista: "E un obbli-
go far muovere il testo . . . l'altezza
drammatica <leve prendere il ventre degli
attori ... io faccio a pezzi le cose prima
che esistano . . . per me il teatro e
magia".
Anche sugli attori García ha agito se-
cando moduli assai precisi e rigorosi di
lavoro, concentrando il recitato. Ha la-
vorato inizialmente con la compagnia
di Nuria Espert di Barcellona, ma poi,
essendo questa impegnata nelle repliche
di Yerma in Sudamerica, ha girato la
proposta di questo spettacolo alla Con-
pañia Ruth Escobar di San Paolo, che
daJ 1961 aveva gia prodotto piu di 30
spettacoli in Brasile, Portogallo ed Afri-
ca, riportando successi internazionali con
Le Balean e Le cimetiere des voitures
diretti dallo stesso regista . Gli attori eta-
no: Jura Otero, José Fernandes, Maria
Rita, Seme Lufti, Sergio Britto, Leina
2I6 Krespi, Alice Goli;:alves, Paulo César
Britto, Antonio Pitanga, Walter Cruz,
Gesiu Amadeo, Pedro Veras, Selma
Egrei, Paulo César Parana.
« Klop » (La cimice)
Ancora un "tutto esaurito" al Teatro La
Fenice si e avuto l'l e 2 novembre per
questo spettacolo russo che ha visto piu
di 2500 spettatori, vivamente partecipi
anche per merito del servizio di tradu-
zione simultanea vía radio approntato in
sala .
Il teatro di Majakovskij non viene mai
meno ad una attualita d'interessi e ad
una vivacita spettacolare che gli assicu-
rano un successo costante. Le tematiche
sociali e politiche che egli predilesse non
si sono rivelate contingenti ma rispon-
denti ai problemi concreti della vita del
popolo, appresi da luí attraverso la prati-
ca giornalistica; la sua satira colpisce gli
aspetti della realta che non mutano mai
sotto nessun regime, ma "l'affermare ne-
gando", base della estetica majakovskia-
na, che si svolge tra la denuncia degli
aspetti deteriori e la proposta di solu-
zione positiva nell'etica comunista, e as-
sunto oggi - scrive il regista Plucek a
proposito dello spettacolo - da tutta la
drammaturgia sovietica. "Il teatro ha di-
menticato di essere spettacolo - scrisse
Majakovskij -. Tentare di ridargli la
spettacolarita, tentare di fare del palco-
scenico una tribuna: ecco il sueco del
mio lavoro teatrale". Egli esige infatti
un approccio attivo, costruttivo, e queste
parole di cinquant'anni fa trovano echi
negli ultimi esperimenti del teatro con-
temporaneo.
Vladimir Vladimirovic Majakovskij, poe-
ta, attore e autore drammatico, pittore,
cartellonista, giornalista, partito da una
appassionata esperienza cubista e futu-
rista, portata in giro per la Russia con
furore provocatorio e divertito, ebbe an-
zitutto una larga produzione poetica, e
solo piu tardi política. Nato nel 1893,
nel 1913 scrisse la sua prima commedia,
trovandosi subito al centro dell'avan-
guardia russa. Questo lavoro si chamo
Vladimir Majakovskij per un errare della
censura, che scambio il suo nome con il
titolo; nel 1918 fu data Misterija-buff
( Mis-tero buffo) con la regia di Mejer-
chol' d e scene di Malevic a Pietroburgo,
che ebbe grande influsso sul teatro di
massa di quel periodo, tanto che egli ne
scrisse una seconda versione nel 1920.
Dopo varie commediole di propaganda,
libretti per operette e per il circo, canti
e azioni di massa, Majakovskij produsse
nel 1926 il grottesco Radio-Oktiabr ( Ra-
dio-ottobre). Klop ( La cimice) e del
1928, e l'ultima e Banja (Il bagno), che
fu rappresentata nel marzo del 1930; il
14 aprile dello stesso anno il suicidio.
La fantasía, il grottesco, i trucchi, l'in-
flusso del Cabaret e del Circo, i virtuo-
sismi verbali del futurismo e le chimere
della fantascienza ( nel gusto del costrut-
tivismo e dell'utopia di Malevic), oltre
al contenuto político ed umano soprad-
detti, impedirono a questo autore, nel
pieno della rivoluzione russa, di scivo-
Íare nel grigiore della propaganda o del
dramma a tesi. La sua avanguardia non
solo artística ma política si risolve in
"propaganda allegra e squillante", in sa-
tira dei luoghi e canoni comuni; infatti
e una festa della scena, arena per l'azio-
ne, che improvvisa, coinvolge, dal fondo
popolaresco che vuole l'attore acrobata,
mimo, agitatore, al contenuto serio e al
linguaggio calzante, elevato, sonoro.
Klop ( La cimice), "commedia fantasti-
ca" in due atti e nove quadri, e la mi-
glior commedia di Majakovskij, egli stes-
so la definisce "propagandística, pro-
blematica, tendenziosa", che vuole colarmente impegnato con Majakovskij,
"smascherare il piccolo borghese del al fine di "educare e non solo divertire";
nostro tempo". Infatti racconta la ten- " da tutto questo - dichiara Plucek -
tata ascesa sociale di Prisypkin attraver- deriva l'ottimismo e lo spirito giovanile
so il matrimonio con Elzevira Renais- del nostro teatro". Infatti , intrecciando
sance ( anche i nomi sono spesso sim- in modo bizzarro poesía e satira, questo
bolici); dalla scena del matrimonio si teatro conquista il contatto con lo spet-
passa ad un grande incendio, sedato dai tatore in modo gaio, aperto, aderente ai
getti d'acqua dei pompieri. L'acqua ge- suoi interessi attuali. L'ottimismo di
lata mantiene per 50 anni ibernato Pri- Plucek informa le opere da luí dirette
sypkin che, tornando alla vita, sconge- di significati arditi, mordaci, beffardi e
lato nel 1979, si trova in un mondo mec- ha una funzione didascalica a servizio
canico, ge]ido e sterile, dove e guardato della causa socialista, che trova sempre
come un anímale dalle manifestazioni pe- corrispondenza nel pubblico, come hanno
ricolose; e pasto percio in una gabbia mostrato anche le rappresentazioni vene-
con la sua cimice, ultimo e unico essere ziane. Dalle scene stile anni '20 , che an-
vivente a luí caro , e lí, oggetto di curio- davano dai disegni cubisti e futuristi cari
sita, di disprezzo e in solitudine, implora all'autore, ad un realismo caricato espres-
gli spettatori , altri esseri umani come luí, sionista, e, nella seconda parte, ad una
di raggiungerlo nella gabbia. Patetico ricostruzione fantascientifica un po' ste-
personaggo alla fine, anche se spregevo- reotipata; agli attori dalla impostazione
le all'inizio, condensa in sé, ne! pathos · cabarettistica e marcatamente clownesca,
contraddittorio del rifiuto e della pro- dai 'boys' delle riviste americane in pa-
posta, una dura denuncia, una forte sim- glietta e baf!.uette, fino alla sfilata di figu- 2I 7
patía umana e un'amara critica al pro- razioni simboliche delle reazioni umane
gresso. Tratta da una precedente sceneg- all'apparire del 'mostro ' di 50 anni pri-
giatura Pozabud' pro kamin (Dimentica ma, tutto risente forse peraltro del gusto
il caminetto) , Klop ando in scena per la un po' vecchiotto che noi occidentali ri-
prima vol ta il 13 febbraio 1929, diretta scontriamo spesso nelle cose sovietiche .
da Mejerchol 'd e Majakovskij come aiuto Gli interpreti principali erano: Andrej
regista, con la scenografia dei Kukry- Aleksandrovic Mironov e Nikolaj Gior-
niksy e di Rodcenko, con le musiche di gievic Penkov nella parte di Prisypkin,
Sostakovic. Valentina Dmitrievna Sarykina e Nina
Il regista Valentin Plucek, cuí e dovuta Grigor'evna Kornienko, Galina Michaj-
la realizzazione vista a Venezia, fu atto- lova Stepanova, Zoja Nikolaevna Zelin-
re con Vsevolod Emil'evic Mejercho]'d, skaja, Aleksei Klementievic Oveckin,
poi divenne regista , creo uno studio di Anatolij Dmitrievic Papanov; tutti bra-
recitazione, fu nominato regista del Tea- vissimi e poliedrici in veste di attori,
tro della Flotta del Mare del Nord du- ballerini, acrobati, clowns e comici , se-
rante la guerra; incontro poi il Moskov- cando la grande scuola di un teatro che
skij Teatr Satiry, che ora dirige da 25 non trova molti allievi in Italia. L'alle-
anni ed e uno dei piu piacevoli teatri di stimento era di Nikolaj Michajlovié
Mosca, con un repertorio di opere buf - Kosinzev e la musica di Anatolij Livovic
fe, commedie musicali, music-hall, satire Kremer .
drammatiche. Ma P,lucek, olti:e all'aspet-
to satírico e brillante, sente fortemente
l'impegno político e propagandistico del « Otello »
teatro, l'incontro con Majakovskij era
dunque il piu naturale e felice, in esso Gli « Otelli » programmati quest'anno
si sposano ambedue gli aspetti, e Plucek dalla Biennale dovevano essere tre ; il
ha il grande merito di aver saputo ripro- primo adattato da Gianni Balestrini e
porre in moduli attuali e accattivanti per la regia di Miklos Jancso non ha
guesto autore pasto ormai tra i classici potuto essere reali zzato , perché il regista
russ1. ungherese si e trovato nell'impossibilita
Alla sua cinquantunesima stagione, il di dirigerlo essendo richiamato in patria
Moskovskij Teatr Satiry, collettivo che per impegni improvvisi .
recita tes ti classici e moderni, si e partí- L'Otello di Meme Perlini, novita italia-
 e
na, andato in scena dal 3 al 9 novem-
bre, nell'antica chiesa cinquecentesca
sconsacrata di San Lorenzo, aperta per la
prima volta ab immemorabili, con un'af-
fluenza insistente di pubblico fervido e
curioso ( oltre 2300 spettatori paganti),
che ha riempito le gradinate in legno,
create espressamente nel vasto spazio in-
terno. Di tutti gli spettacoli della ras-
segna, senza dubbio questo e stato quel-
lo che ha destato piu scalpore e stupore.
scandalizzando tanto lo sprovveduto che
si avv1cmava a Shakespeare, quanto
l'esperto shakespeariano che non vi ha
ritrovato né un nesso né una parola del
testo originale. "Un Otello cosí scanda-
lcsamente suo", ha scritto Giuseppe Bar-
tolucci nella presentazione, accennando
ai consueti "viaggi perliniani per fan-
tasmi, somma irregolarita di fondo", che
impronta tutti gli spettacoli di questo
giovane regista deJl'avanguardia teatrale
italiana. Dalla sua prima esperienza ne!
2I8 1972 con Pirandello: chi ? , al T arzan
del 197 3, di risonanza internazionale, e
al Candare di suono giallo rappresentato
sulla spiaggia di Pescara nell'agosto 1974
con "suprema insolenza", Perlini percor-
re se stesso con coraggiosa continuita,
tenendo in nessun canto parole, e fatti,
e autori dei testi . Tra tenebre e luci che
fanno parte essenziale del procedimento
scenico, con poverta di materiali, anzi
riscoperta degli oggetti stessi e delle
persone in sé, un commento sonoro de-
cisamente predominante sull'immagine,
l'irregolarita dei modi di vedere del re-
gista si asprime in forme ingenue, in
disegni, coloriture impietose e crudeli,
"espressione di una malattia dei segni
collettivi, captabili onestamente soltanto
da una mentalita infantile". Un'estensio-
ne e meditazione piu mature, la capacita
di manovra di una storia di fantasmi, la
dilatazione piu ricca dello spazio scenico,
"codesto respiro, codesta apertura, per-
mettono di conseguenza alla stessa luce-
tenebra di evidenziarsi per cesure irrego-
lari e distese e quindi concedono al sen-
so del movimento di organizzarsi stru-
mentalmente per visioni contigue" ( e
sempre Bartolucci).
L'Otello-fantasma, un negro magrissimo
e nudo, cosí irregolare sia fisicamente che
per comportamento, rannicchiato su di
sé, in un angolo, in ginocchio, doloroso
e spaventato come la gelosia, la straor-
dinaria vecchina sposa -memoria-famiglia
cosl anomala e graffiante, candida e ma-
gica, e l'afasia, la desolata esasperazione
dei personaggi, evidenziano una sostanza
di malattia, intesa come disagio collet-
tivo, ma anche la qualita non di super-
ficie del lavoro di Perlini.
L'Othello di Shakespeare fu rappresen-
tato per la prima volta nel 1904 e s'ispi-
ra agli Ecatommiti di Giraldi Cinthio
( 1565); esso fa parte del guarto grup·
po delle opere shakespeariane, domina-
to dallo spirito della tragedia, dopo un
primo periodo dedicato a drammi storici,
il secondo a commedie piu raflinate, e il
terzo a tragedie d'intenso lirismo. Del
periodo dell'Othello, che va da] 1600 al
1608, fanno parte ,le opere maggiori,
come Hamlet del 1601, King Lear del
1608, Macbeth del 1605-6, Anthony and
Cleopatra del 1607 e Coriolanus del
1606-7, improntate alla cupa meditazio-
ne sui casi di personaggi d'alto rango
prigionieri di una stretta di situazioni
incalzanti che conduce alla catastrofe, al-
la ineluttabile vittoria del male sul be-
ne. Non c'e prospettiva metafisica, né
soluzione catartica, neppure un senso alla
disperazione di questa umanita sopraf-
fatta dal dolore senza riscatto.
Lo spettacolo realizzato dal gruppo « La
Maschera » di Roma, iniziava prima del·
l'inizio dello spettacolo stesso: all'ester-
no della chiesa-teatro, un narratore rac-
contava la vecchia historia del 'moro'
che porto a Cipro la bionda veneziana e
gli intrighi di Jago; entrando poi nella
chiesa si attraversava un ambiente scuro
dove dormiva una giovane donna, e suc-
cessivamente, ne! grandioso spazio del-
l'interno. ecco il pavimento tutto co-
sparsc di piatti bianchi, e la luce dei
riflettori radente il suolo o díetro le bel-
lissime inferriate cinquecentesche, con
effetti di luce magici e misteriosi. Vestiti
da sposa e abiti guotidiani, drappi ora
neri ora bianchi, massi di pietra, sabbia,
granchi, corpi nudi o seminudi, rami d'al-
bero, griglie, proiezioni e materiali tra i
piu grezzi ed elementari componevano
senza pretesa scenografica la scena dello
spettacolo, in una relazione espressiva e
non solo compositiva. Il taglio infantile
dell'approccio (Venezia e descritta con
il disegnino di una barchetta elementa-
re) , vuole essere liberazione dalle me-
diazioni intellettua li, dal distanziamento
cntlco dal reale, dall'uso di modelli, ri-
fiuto del consumo dell'immaginario, per
vivere tutto invece come esperienza e
riuscire a sopravvivere alla propria of-
ferta.
Oltre ad Antonello Aglioti ( scene e co-
stumi) e ad Alvin Curran ( musiche re-
gistra te) hanno dato il loro entusiastico
apporto gli attori Ines Beinhauer, Ann
Collin, Chrystel Dane , Mario Esposito,
Curtís Gjonz , Nerina Montagnani, Renzo
Rinaldi, Patrizia Sacchi, Enzo Turrin,
Nora Vivían.
« Othello - Cassio governa a Cipro » ta , alla estrema periferia di Roma, con
Esperimento insolito e stato anche quel-
lo proposto dalla Biennale alla compa-
gnia cooperativa « Teatroggi » di Roma
di presentare per la prima volta il pro-
prio problematico e difficile lavoro su
un testo classico, dentro il grande salone
del Petrolchimico di Marghera, per un
pubblico quasi esclusivo di 600 operai.
A Marghera si sono avute due repliche
il 5 e 6 novembre, quíndi le rappresen-
tazíoni sono approdate il 7 e 8 agli ex
Cantieri Navali della Giudecca , e il 9 al
Tendone di Piazza Candiani a Mestre ,
per 2500 persone in tutto. Questo im-
patto popolare col teatro cólto, ha susci-
tato ampia eco tra i protagonisti , il
mondo del lavoro e sindacale, tra i critici
e sulla stampa in generale. L'autore ,
Giorgio Manganelli, ha diretto un incon-
tro-dibattito con gli operai la sera del 5
novembre, e tutti gli spettacoli sono sta-
ti poi seguiti da dibattiti diretti da Bru-
no Cirino e da Gianni Serra.
Da! testo di Shakespeare, dramma della
gelosia di Otello , Manganelli ha tratto
il secondo títolo dell'opera teatrale:
Cassio 9.overna a Cipro, puntanto ín-
vece sull'autoanalisi problematica del-
l'animo di Jago, malvagio classico e gra-
tuito, cui la versione tradizionale, trop-
po semplicista, fa torto o lascia zone
oscure. Da fattaccio di cronaca nera del-
l'alta societa veneziana, la tragedia di-
venta quella di un uomo al centro di
una trama ordi ta da lui stesso, di cui
ignora le cause e che non riesce piu a
manovrare. Uno Jago 'amletico', nel qua-
le i sintomi del delirio diventano stru-
menti e complici del delitto. Scrive Man-
ganelli: "Grazie alla centralita dramma-
tica , psicologica e morale di Jago, la sto-
ria privara, il fatto di cronaca nera si
scioglie , trasforma in materia di imma-
gine, un puro problema di intelligenza
insieme maligna e illuminante, sordida e
lib era trice" .
Decisivo per l'impostazione e la realiz za-
zione dello spettacolo in circostanze e per
un pubblico cosí insolito, e stato l'ap-
porto della compagnia « Teatroggi » di
Roma , cooperativa diretta per l'occasio-
ne da Gianni Serra, che ha una sua fun-
zione precipua e una scelta política di
teatro in strada, teatro d 'intervento. Dal
debutto nel campo sportivo di Pietrala-
Il Mutilato di Ernst Toller; dopo il 1968
la compagnia, vivendo al mattino le lotte
di piazza, e la sera recitando la cultura
ufficiale per la ' maggioranza silenzio sa'
che fuori del teatro contestava, sentí
l'urgenza di uscire dai luoghi e temi del-
lo spettacolo, dalle assi polverose, non
solo in senso materiale, degli e<lifici tea- 2I9
trali. Portare il teatro per le strade, alla
gente, rifiutare ormai i "deserti dell'este-
tica", negare l'intellettuale-attore ripro-
duttore d'una cultura ovvia e stantia,
mediatore del consenso , un nuovo modo
di porsi di fronte al proprio mestiere:
questi i problemi sempre piu esplosivi,
indilazionabili da risolvere in modi nuo-
vi , da inventare. Scrive Cirino: "La rea-
le alternativa fu di legarsi ai grandi mo-
vimenti democratici, inserirsi nelle strut-
ture di base per lo sviluppo e lo svolgi-
mento di una política culturale che forse
comincia a dare i suoi frutti . Intanto bi-
sognava fuggire dai tradízionali tea tri:
teatro di strada, teatro d 'intervento, tea-
tro político , furono passaggi obbligati di
una elaborazione culturale e política , non
teorica, elaborazione che fu manichea ma
che ormai e molto piu articolata, piu
seria se in qualche modo si e riusciti a
rinnovare in parte anche il pubblico dei
teatri tradízionali. « Teatroggi » da il
contributo alla creazione di nuove strut-
ture".
La cooperativa , guidata da Bruno Cirino
( attore popolare alla Televisione italia-
na per la sua interpretazione del Diario
d 'un maestro, che si svolgeva appunto a
Pietralata , e per Dedicato ad un medi-
co), comincio a portare in giro per il
Lazio i suoi spettacoli, dal citato Il Mu-
tilato, a Gli anni del Fascismo e Viva
 !'Italia .1 di Dacia Maraini; il primo fu
strumento di lotta elettorale e nel clima
di guerra civile di Reggio Calabria, il
secando ebbe 200 repliche in piccoli cen-
tri soprattutto della Toscana, dove gia
il « Gruppo della Rocca » aveva comin-
ciato, con il Comitato del decentramento
toscano, il reperimento di spazi e pub-
blici nuovi ad ogni proposta culturale.
Ora « Teatroggi » si muove in tutta Ita-
lia, condotta da Cirino, che ne e anche
atto re .
Gianni Serra, regista impegnato, e mal-
ta noto per svariati e seri lavori televi-
sivi, a meta strada tra l'inchiesta, il do-
cumentaría e una storia. Nel 1969 per
la serie televisiva « Storie italiane » pro-
dusse Un caso apparentemente facile, e
per « Teatro inchiesta N. 22 » It pro-
cesso Cuoco!o; nel 1970, sempre per la
serie « Teatro inchiesta N. 24 », di res se
La rete; e nel 1971 Progetto Norimber-
ga per « Teatro Inchiesta N . 29 »; nel
220 1972 U no dei !re, e nel 197 4 Dedica/o
ad un Medico, con Bruno Cirino prota-
gonista.
Con il pubblico attorno ad una pedana
centrale, al letto di Desdemona, ad altri
luoghi secondari deputati allo spettacolo,
ripresi pero da un circuito televisivo in-
terno, che proiettava su un grande scher-
mo tutte le azioni simultanee, con il
personaggio di J ago sdoppia to in uomo
e donna ( lui pensiero-problema, lei azio-
ne-racconto), la realizzazione di guest'ul-
timo spettacolo teatrale delle manifesta-
zioni del 1974 si avvaleva d'un natura-
lismo sovrabbondante di ornamenti, ar-
mi e armature, costumi sfarzosi. La re-
citazione, fatta con fretta neutrale, dei
brani shakespeariani scelti e tradotti da
Manganelli, poggiava sull'apporto, fra gli
altri, di Bruno Cirino e Nicoletta Rizzi
nel doppio personaggio di Jago, di Paolo
Maleo per Cassio, di Annalisa Fierro e
Antonio Meschini, nonché di Tommaso
Scherman e Gioia Benelli per la sceno-
grafia, Roberto Della Casa per le azioni
mimiche e Carla Dansi per le scelte mu-
sicali .
Attivita di animazione
In particolare connessione con le mani-
festazioni teatrali si sono svolte fra il 6
ottobre e il 17 novembre, con il coordi-
namento di Lodovico Mamprin, ininter-
rotte attivita di animazione, allo scopo
di scoprire e sensibilizzare un pubblico
potenziale, cercare il contatto coi guar-
tieri, le organizzazioni di base e la scuo-
la, nelle zone dove erano programmati
gli spettacoli teatrali, registrare le even-
tuali esigenze alternative esistenti nei
guartieri, promuovervi la formazione di
gruppi permanenti di riferimento.
A tale fine, nei sestieri di Castello, della
Giudecca e di Marghera hanno agito Lo-
redana Perissinotto e Stefano Stradiotto,
Antonio Bolognesi e Gerardo Monizza,
Ilse Hanl e Ennio Musi.
Una particolare collaborazione e stata
data il 9 ottobre in Via Garibaldi da!
« Théátre de Liberté » di Parigi per una
azione di strada assai interessante, anche
come esempio di nuova azione dramma-
turgica, da] titolo Storia di un operaio
emigrato e di un albero sradicato. Egual-
mente si dica per la collaborazione di un
gruppo di studenti dell'Istituto tecnico
« P. Sarpi » e del Liceo scien tífico
« G.B. Benedetti », che ha permesso
un'altra azione drammatica di strada.
Utili contatti seno stati presi con il Con-
siglio di guartiere di Castello, con il gua-
le e stato completo l'accordo operativo,
e con le organizzazioni sindacali di Mar-
ghera.
Anche ne! "Casermone" della Giudec-
ca, un ex convento poi divenuto caser-
ma, adattato con lamiere e cartoni ad
alloggio per innumerevoli diseredati che
da anni lo occupano abusivamente, vi-
vendo in condizioni indicibili, gli ani-
matori hanno portato tra i ragazzi e gli
adulti dell'isola, anche con la collabora-
zione di Bruno Cirino, una sollecitazione
viva e interessata non tanto a portare
una cultura guanto a far esprimere la
loro cultura, prodotto di proteste, canti,
disegni e scritte sui muri, finzioni, reti-
cenze diffidenti e mutismi ostili, riassun-
ti nella frase scritta tra i mattoni sbrec-
ciati: "Qui non si fa domande ... "
Ai Cantieri Navali invece le discussioni
con gli operai sono state piu usuali, fatte
di interventi e impressioni suglí spetta-
coli dati alla Giudecca, rivelando un
humus culturale aspro e realista di lotta
e di lavoro in un mondo di pendolari e
di 'diversi'.
I cittadini dei tre guartieri interessati
hanno risposto con grande interesse alle
mlZlative, tanto da richiedere attraverso
il delegato del Sindaco un dialogo per-
manente, e non solo in cccasione delle
manifestazioni della Biennale, con la
prospettiva di un lavoro a lungo termi-
Résumé
La secrion Théátre, dirigée par Luca Ronconi,
a eu un espace vaste, une vaste echo et une
valeur remarquable dans !'ensemble des ma-
nifestations 1974. Elle s'est déroulée dans une
période de temps assez longue et dans des lieux
différents, décentralisés par un choix précis
de la nouvelle politique culturelle de la Bien-
nale. Du 5 octobre au 9 novembre, dans dix
lieux différents , de Venise et de son territoire ,
ont été organisées 44 séances théatrales, actue]-
1es et provocatoires au niveau des contenus
(l'avortement) dans La donna perfetta ou de s
formes ( nudité intégrale) dans Autosacramen -
tales. Plusieurs compagnies présentes a Venise,
font d'habitude du " théatre dans la rue", et
cela a eu son poid décisif dans la réalisation
des spectacles et des débats avec le public, les
animations dramatiques avec les jeunes et les
discussions animés en milieu ouvrier. Les
spectateurs tres nombreux ont atteint le nom-
bre de 15.000 mais plusieurs d 'entre eux,
a
presque chaque séance ont du erre renvoyés ,
faute de places. Le prix du billet était tres bas ,
100 lires, et les noveaux endroits choisis con-
cernaient un public insolite tres intéressé a la
découverte d'une communica tion culturelle et
vitale considérée comme élitaire et exclusive.
Le spectacle T he Tooth of Crime ( La dent du
crime), écrit par Sam Shepard, mais refait par
la mise en scene de Richard Schechner avec le
Performance Group de New York a été donné
les 5 et 6 octobre au Cinéma de !'Arsenal, pour
une fou]e impatiente ( 800 personnes) qui en
partie a été renvoyée, étant donné le nombre
limité de places prevu pour ce genre de
spectacles, ou le public se dép lace souvent
autour et a l'intérieur des structures des décors
scénographiques. En effet une construction en
deux étages, en bois et tuyaus métalliques, oc-
cupait le centre du parterre et les acteurs y
bougeaient dedans et dessus en chantant , dan-
sant, faisant de la pantomime, jouant des
instruments ainsi que leurs roles . Le specta-
cle, ses auteurs, ses acteurs sont des exemples
emblématiques du nouveau théatre américain,
des tendances nouvelles, de la rupture advenue
de 1960 au '70 au niveau des contenus et
encare davantage du langage . Les negres , les
jeunes ont bouleversé les mythes et les valeurs
du 'patrimoine commun ' de la scciété et de
la tradition américaines , fondées sur l'aplatis-
sement des différences; cette nouvel!e tendan -
ce au contraire se fonde sur la séparation des
groupes et des langages divers. Une fa~on
nouvelle d'employer les mots, les significations,
non absurdes plut6t iperréalistes, désorientants
parce que incompréhensibles, soulignés par le
choc fantastique de la musique Jazz et Rock:
expressions collectives. La prés ence humaine,
ne. Le varíe m1ziative hanno consentito
di realizzare, per finalita di documenta-
zione e di studio, numerosi nastri audio-
magnetici e videomagnetici. (p.g.g.)
Summary
The Theatre section, directed by Luca Ronconi,
covercd a wide and remarkably valuable area as
far as the w hole picture of the 1974 cvents
is concerned . I t went on for a very long stretch
of time and rcok place in different , decen-
tralized locations becau se of the Biennale's
new attitude as regards cultural politics. From
5th Oct. to 9ch No·.r. forty-four theatrical
sessions were organized in ten diffcrent loca-
tions in and outside Venice; they were up-to-
date and provoking borh as regards contents
(abortion . in Th e Per/ect Wloman) and form
( stark nakedness in the Autosacramentales).
Many of the companies prescnt in Venice were
used to street-acting, which fact was decisive
in the realization of performances and debates
with the audiencc, "dramatic animations" with
the young and discussions kindled in a working
milieu. 1500 tickcts were sold, many people 22I
had to be sent back becausc there was a ful!
house. The cost of the ticket was very cheap,
100 lire , and different audiences that were
interested in thc discovery of a cultural and
viable communication which had, so far, been
considered as exclusive and open to few
were reached by means cf thesc new-found
locations.
The Tooth o/ Crime, ,vritten by Sam Shepard
but reelaborated by Richard Schechner's pro-
duction, carried out by the Performance Group
of New York, was played on 5 and 6 October
at the Arsenale Cinema. On the whole, 800
people attended the performance, while many
otbcrs had to be sent away , sin ce the number
of persons a'lowed to enter the place was
limited because of che audience having to be
seated among the scenary and structures. A
two-floored construction , made of wood and
mcrallic tubes , was set in the middle of the
stalls with the acrors moving in it talking,
dancing, miming, playing instrum ents as well
as their parts . Both the performance and its
actors and authors are cmb lematic models of
new American theatre, its new tendencies and
the rupture which carne about in 1960-70, as
far as · contents and language are concerned.
The negroes and the young upset the myths
and values of the "common patrimony" of
American society and rraditions, mychs and
values which were bascd on smoothing diffe-
rences out; on the contrary this new tendency
is based on che division of people inro dif-
ferent groups and languages , and on a diver-
sified way ( not so much an absurd as a
hyper-realistic one), of using words and mean-
ings whic h are confusing because they are
incomprehensible, stressed by the fantastic
shock of Jazz and Rock music, which are a
collective expression. The same can be said
 l'usage de son propre corps, l'écrasement des
roles sociaux; de la rue, de la protestation
monte cette poussée spontanée qui est bient6t
devenue un modele artistique dans les galeries,
les happenings, le Living Théatre et le Body
Art. Schechner, qui dans son film Dionysus
'69, a été un initiateur de cet usage du corps,
matiere-interprete, a donné a Shepard p'.us
qu'une affinité culturelle, un iccroissement
expressif. Il est connu aux Etats Unis pour
son 'théatre de guerilla' et celui de l"environ-
nement' en tant que 'théatre dans le théá-
tre'; c'est lui qui dit: "ce n'est plus possible
de distinguer entre art et vie" . C'est lui qui
a formé le Performance Group , un collectif de
10 acteurs qui depuis 1967 travaille a une
recherche-révélation progressive du corps et de
la voix comme des instruments souples, don-
nant une interprétation des textes et une col-
laboration créatrices et totalement libres. La
den! du crime cst le moment ou le mal vient
a bout, la dent est arrachée, le gangster rué.
Toujours au Cinéma de !'Arsenal, les 8 et 9
octobre, une piece insolite pour le gout euro-
péen ( Le nou age amoureux) a rassemblé un
millier de personnes avec sa verve fantastique,
pleine d'invenrions simples et colorées. Il s'agit
d'une fable mythologique du pcete turc Nazim
222 Hikmet, qui a sa source dans la tradition
narrative et poétique mystique et populaire.
C'est la Genese du monde, de la vie: Aiché
nait dans un jardin fleuri mais Seyfi le noir,
veur la chasser; tour s'exprime par symboles
charmants . La fantaisie et l'élan juvénile des
acteurs, unis aux decors, aux dances et musi-
ques originales, aux masques métalliques, épou-
vantables et magiques, l'emploi des ombres
:hinoises , des diapositives, d'e!Iets sonares et
lumineux, ont créé un ensemble tres agréable.
L'auteur, un poete connu non seu!ement en
Turquie, a fait ses études en Russie ou il
fut condamné a 25 années de détenri;rn. De la
ses poemes de nostalgie Paysage humain et
Antologi e poétique. Le metteur en scene est
Ulusoy Mehmet, qui a fondé en Turquie en
1968 le « Théátre dans la rue », militant poli-
tique agissant sur les places, dans les villages
et les usines . Apres le iolpe militaire de 1971,
Mehmet s'est réfugié a París avec son « Théatre
ouvrier » et il y fondé avec ses acteurs franc;ais
le « Théátre de liberté», qui débuta a saint
Denis par Légendes a venir, une autre piece
sur la réalité de la Turquie actuelle, qui em-
ployait les moyens trad.itionnels du rhéatrc
oopulaire.
L'équipe ces acteurs a organisé une animation
théatrale avec des jeunes gens du quartier, pres
de l'école primaire et des jardins publics sur
I'Histoire d 'un ouvrier émigré et d'un arbre
déraciné.
Par 7 représentations, dans 4 endroits diffé-
rents, du 14 au 18 octobre, la Compagnie du
Théatre Universitaire de Ca' Foscari de Venise
a donné la piece de Fabio Mauri: Che cosa e
il fascismo - Festa in onore del Generale Ernst
Van Hussel di passaggio per Roma ( Ce qu'est
le fascisme - Fete en l'honneur du Général Ernst
Von Hussel de passage a Rome). Plus d'u n mil-
lier de spectateurs jeunes et moins jeunes, ont
for human presence , the use of the body and
the cancelling out of social roles. This sponta-
neous growth deriving directly from the streets
has quickly become an artistic model to be
found in Galleries, Happenings , The Living
Theatre , and the Body Art. Schechner, who in
his film Dionysus 69 was the initiator of that
us of the body, matter seen as an interpreter,
has shown his cultural aífinity with Shepard,
endowing him with a greater power of
expression. He is known in the United
Sratcs because of chis "theatre of guerrilla"
and "of environment" as "the thearre in the
theatre"; ir is he who says: "it is not possible
to draw a distinction between Art and Life".
It is he who formed the Performance Group,
a collectiv·e group composed of ten actors who,
since 1967, have been experimenting in display-
ing bodies and voices conceived as plianr
instruments, and also giving a creative and
fully free collaboration and inrerpretation of
texts. The Tooth o/ Crime depicts the moment
when evil is over, the tooth is drawn and the
g~nster killed.
Le nuage amoureux ( The Loving Cloud) took
place on 8 and 9 October at the Arsenale
Cinema : for European taste this is an unusual
play, full of fantastic verve, simple and
colourful inventions, and it attracted about a
thousand people . It is a mythological tale,
drawing from the sources of narrative, poetical,
mystical and popular traditions, written by the
Turkish poet Nazim Hikmet. It depicts rhe
Genesis of the world, of life; Aiché was boro
in a flowery garden but Seybil the Black
wants to chase her away; everything is
expressed by charming symbols. The actors'
imagination and youthful cnthusiasm , together
wi th decorations, original dancing and music,
metallic, frightening and magical masks, the
use of Chinese magic lanterns, sound and light
effects, created a most pleasing atmosphere. Its
author, a poet famous even outside Turkey,
studied in Russia, but he was sentenced to 25
years' imprisonment there. Hence his nostalgie
poems Paysage humain (Human Landscape)
and Anthologie poétique (Poetic Anthology).
The pro::lucer of the play was Ulusoy Mehmet,
who, in 1968, founded the politically militant
« Theatre in the Streets » acted on squares, in
Turkish villages and factories. In 1971 he
was stopped by the military coup d'état and
sought shelter in París with his « Workman's
Teatre », where he started a « Theatre of
Freedom » with French actors who made their
debout a St. Denis in Légendes a venir (On-
coming Legend), another play on Turkish
present reality making use of the traditional
means of popular theatre.
The actors' équipe organized a theatrical
"animation" with young people living in the
quarter near the Giardini, dealing with the
history of an immigrated workman and an
uprooted tree.
From 14th to 18th October the Company of
the University Theatre of Ca' Foscari of Ve-
nice, played Fabio Mauri's comedy Che cosa e
il fascismo - Festa in onore del Generale Ernst
Van Hussel di passaggio per Roma (What is
pris un vif intéret a cette évocation d'un passé
récent. L'auteur du texte et de la réalisation
théatrale n'a pas choisi le débat idéologique ou
sur les sentiments et les tensions métahistori-
ques a niveau de race , d'espece ou génération;
il a plutót fait une option lucide pour l'évoca -
tion personne!le, émotive de visions, objets,
sons, gestes vifs, déja vécus. Le but était de
récréer l'état d'esprit , le climat de cette pério-
de noire de l'histoire pour mettre en évidence
sa superlicialité, son vide, la tautologie du Pou-
voir, le mensonge caché dans l'ordre, la confu-
sion et l'absence culturelle, la honre et la
rage d'une jeunesse dupée et trahie, mythique
et vide. Cela est obtenu par l'auteur a travers
une séquence d'images , des figurations , repro -
ductions de gestes, des cérémonies, parades,
discours, gymnastique, chants, hommages flo-
raux et défi'és de drapeaux en l'honneur du
général aUemand. Tout cela se déroulait en
formes géométriques, par des symétries, des
uniformes, insignes patriotiques, tambours, dis-
cours de Mussolini. Cette objectivation ironique
a intéressé de fa<;on différente les diverses gé-
nérations du public, mais a été sans doute un
document-le~on politique tres utile. Apres le
spectacle, Alberto Arbasino a conduit un débat
avec le public sous un chapiteau de cirque le 14
octobre, autour des themes du reviva! fasciste
qui est a la page en littérature , au cinéma, au
cabaret et dans d'autres secteur du spectacle
e de la pres se.
La donna perfetta (La femme parfaite), une
piece écrite et jouée entierement par des fem-
me d'un groupe 'collectif' féminisre, a occupé
a bon droit une place spéciale dans la série
de spectacles de rhéatre du 1974, a cause de
l'intéret et la retentissement suscités par sa
thématique tres actuelle . Les themes éclatants
de la piece étaient: les problemes de la fcmme
et l'avortement . Huit représentations ont eu
lieu dans les lieux de banlieue, de travail, des
alentours de Venise et ont vu les différentes
salles completes et un nombreux public ren-
voyé; plus de 3200 spectateurs y ont assisté,
participant a des débats tres polérniques , etant
donné l'actualité angoissante des deux question
proposées. Il s'agissait de l'histoire d'une
jeune fille qui, enceinte de son ami, sans
aucune compréhension ni aucune aide de la
famille, des amis, de la société et de son
partner, cherche une interruption de grossesse
clandestine et en meurt. Ce theme, terrain d 'un
dur débar en Italie et dans plusieurs nations,
était aussi illustré par des chansons popu-
laires, jouées a la guitare et chantées par des
paysannes. En effet ces femmes simples con-
naissenr depuis des siecles la souffrance, l'en -
durance, la vexation auxqueEes la générosité
eccessive de l'amour a toujours soumis les fem-
mes. Et ce serait la justement , la "femme
parfaite" ' L'auteur Dacia Maraini ( avec An-
nabella Cerliani) est connue du public italien,
mais surtout des femmes a cause de ses ceuvres
toujours courageuses et polérniques sur les
revendications féminines. Elle fait partie d 'un
des nombreux groupes qui se multiplienr
actuellement panout: c'est un collectif de tra-
vail romain « La Madda!ena » qui a une biblio-
theque, un centre de rencontres et un théatre,
Fascism - A Celebration in Honour of General
Ernst Von Hussel Passing through Rome):
seven performances were held in four differen t
places. More than 1000 people both young
and middle-aged showed they were greatly
interested in this evocation of but recenrly
past events. The author of the text and pro-
duction did not choose to pursue a discussion
concerning either an ideological trend or
metahistorical feelings and tensions as far as
race, or generations go; rather, he made a
c'.ear choice towards a personal, emotional
evocation of visions, objects, sounds, live
jestures already experienced. He recreated the
mood and clímax of this black period of Italian
history in order to stress its inaneness, empti-
ness, the tauto'.ogy of Power, and the líes
hidden under the cover of order, the confusion
and absence of culture, the shame and range
of mythical empty youth that was cheated and
betrayed. All that was achieved by the aurhor
through a series of images, figurations, repro-
ductions of jestures , ceremonies, military para-
des , speeches, gymnastic exercises, songs, in
the German general's honour. The said devices
developed through geometrical shapes, sym-
metries, uniforms, patriotic insignia, drums
and Mussolini's speeches. The diverse genera-
tions attending the performances were diversely
interested in this ironical objective presentation
22]
of Fascism and, on the whole, it was an un-
doubtedly useful po!itical lesson, as well as
documentary. On 14th October, afrer one of
the perfo rmances, Alberto Arbasino carried out
a debate with the audience on the theme of
fascist reviva!, which is present now-a-days
in literature, press, cinema, cabaret and other
lields of an as well.
La donna per/etta (The Perfect Woman), a
performance which was written, acted and
directed by women only (but for two male
partners), held a particular posi tion in the
theatrical sector. I t also aro u sed a polemic
interese, displaying as it did feminist themes
together with the problem of the penalization
of abortion. Eight performances were shown
in decentralized and working qual"ters, all of
them registering a ful! house , with the public
having to be sent away. In all, 3200 peop!e
attended the perfomances, taking part in
debates which, given the pressing topical
subject, were rather heated. The story told
of a very young girl who was put in the
family way by her boy-friend; being throughly
isolated in her social surroundings, without
any sympathy from her family and help from
her fiancé, she makes up her mind to get
rid of the child and eventually, since she
falls into the hands of a quack doctor , dies.
The play, based on a theme heatedly debated
in Iraly and abroad, also was expounded
by means of popular ballads played with
guitars and sung by peasants. As a matter of
fact these simple women have known for
centuries the suffering and endurance which
the excessive altruism of !ove always imposed
on them. Therefore "the perfect woman" is the
one who generously sacrifies herself, accepting
the values of a kind of society dominated by
men. Dacia Maraini who, together with Anna-
 pour un public de femmes . Cette équipe de
femmes courageuses a porté ses pieces fémi-
nistes et poli tiques parto u t en I talie; a tra-
vers les quartiers de banlieue, les place des
marchés, les petits pays du Sud, afin de dé-
noncer et débattre avec de nouveaux publics
l'injustice et l'oppression subies par la moitié
de l'humanité depuis toujours . Le spectacle
employait des moyens tres simples, en papier
blanc pour le décor et les habi ts, et des
masques symboliques de paysannes et d'ani-
maux.
Du 17 au 20 octobre, au théatre du Palais
Grassi, a eu lieu la premiere mondiale d'une
ceuvre déconcertante et originale, L'impuro
folle ( Le fo] impur) suivie par un public de
1600 personnes; deux débats dirigés par Pao'.o
Castaldi et le psychiatre américain Morton
Schatzman, ont complété la compréhension de
cette piece difficile. En effet peut erre le texte
a-t-il été le plus complexe de tous ceux qui ont
eté presentés par la section théatrale de 1974,
étant compasé de plusieurs plans superposés,
examinant le meme probleme: les obsessions
paranoiaque d'un austere monsieur qui devien-
dra une femrne. Le texte de base était Mé-
moires d'ttn malade de nerfs, de Daniel Paul
Schreber, juge a la court d'Appel de Dresde,
224 qui de 1893 a 1911, vécut lucidement le tour-
rnent de son anornalie parmi des délires d'an-
goisse et de volupté . Elias Canetti lut par
hasard ce texte et il fit une analyse subtile
dans Mass und Macht, du lien étroit entre pa-
ranoia et pouvoir ( nazi e).
L'histoire de Schreber a é té objet d'étude et
de polémique aussi, de la part de Freud, Y oung
et Lacan, du psychiatre américain Schatzman
dans un essai critique sur la famille et de
Deleuze et Guattari dans leur Anti-Oedipe.
Roberto Calasso, intéressé par cette histoire, a
écrit un roman, et enfin Giorgio Marini en a
fait cette adaptation théatrale, au charme téné-
breux presque hermétique, quoique la réalisa-
tion eri soit colorée et sonare . En effet ce
spectacle aux racines psychanalitiques, articulé
a la fa~on cornplexe, fantastique et confuse
d'un cauchemar, subjugue le public par son
malaise et son charme .
Le décor de Giorgio Finocchiaro a un poids
décisif dans la réalisation et la compréhension
du climat de rupture fin de siecle ( une coupo-
le et une architecture classique renversées,
comme l'ernpire de Fréderic de Prusse en dé-
cadence). Le final en Music-Hall du juge
transformé en capricieuse jeune filie, nous
harcele et bouleverse, par la révélation en
images des pulsions obscures et cachées dans
les royaumes ancestraux de tout hornrne .
Au théatre La Fenice, accueillant 2500 specta-
teurs en trois séances, les 29 et 30 cctobre, a
été donnée la premiere mondiale du spectacle
chora! créé par Víctor García sur des textes
de Calderón de la Barca, Autosacramentales.
Les 80 Autosacramentales ont été écrits par
Calderón a partir de 1653, pendant trente ans
de sa vie, pour les fetes du Corpus Domini, sur
des arguments de philosophie, de théologie, de
mythologie, de l'Ancien et du Nouveau Testa-
ment, des faits histor iques et des légendes.
bella Cerliani produced the performance, is
known to the Italian public because of her
courageous and polemic works on behalf of
fernale rights. She is also one of the prominent
upholders of rhe Roman collective group « La
Madda'ena », which was able to set up a
speciaJized Jibrary, a rheatre, a meeting centre,
ali for the femalc public. This group of coura-
geous women brought their plays to various
I talian regio ns, popular quarters, market squa-
res, lirtle villages in the South, with the end
of stating and discussing feminist problems
with new audiences. Very simple means, were
used for the play, such as white paper far
decorations and costumes, and symbolic rnasks
of peasams and animals .
On 17th and 20th October, at the Palazzo
Grassi Theatre, the performance of L' Impuro
folle (An Impure Madman), an original and
disconcerting work, was shown for the first
rime in the world: 1600 people attended it
altogether; two debates respectively held by"
Paolo Castaldi and the American psychiatrist
Morton Shatzman, helped to clarify this some-
what difficult play. In fact this work, composed
as it was of many superimposed levels dealing
with the same problem, was the most difficult
one presented in the 1974 theatrical section.
It dea 1t with the paranoic obsessicn of a
gentleman who evenrually turns into a woman.
The earliest text was Mémoirs d'ttn malade de
ner/s, by Daniel Paul Schreber, a judge belong-
ing to the Dresden Court of Appeal; from
1893 to 1911, he lucidly lived the rormcnt of
his anomaly out, steeped in anguished and
voluptuous fits of delirium. Elias Canetti hap-
pened to read it and acutely analysed it in
Mass und Machi, examining the tight link
existing between paranoia and power (Nazism).
Freud, Young and Lacan were interested in
Schreber's history, as well as Schatzman, who
dealt with it in a critica! essay on family;
also De!euze and Guattari studied ir in their
Anti-Oedipe. Roberto Calasso wrote a novel
about ir and, finaily, Giorgio Marini adapted
it for the stage, achieving a play charged with
dark, almost hermetic fascination, even if its
production is one ful! of sound and colour.
As a matter of fact this work, rooted in
psychoanalysis, and developing through con-
fused, complex and fantastic proceedings
typical of nightmares, enveloped the audience
up in an atmosphere imbued with charm and
uneasiness. Giorgio Finocchiaro's scenography
weighed heavi ly both on the staging and
comprehension of the atmosphere of rapture
typical of the end of the century ( with a
dome and classical architecture upturned just
like Frederich of Prussia's decaying empire).
The Music Hall finale, showing the judge
transformed into a capricious young girl,
strikes and upsets us by reveal ing darks pulsa-
tions, hidden deep clown in cur ancestral
reg1on.
On the 29th and 30th October, at the Fenice
Theatre, the Autosacramentales were present-
ed for the first time in the world . The play,
which was a chora! performance conceived by
Víctor García as based on Calderón de la
 L'emploí de machines théatrales , de la mus í-
que, des décors tres riches, parvenaient a
transformer des sujets abstraits et austeres en
un spectacle charmant et populaire. Cela faít
des Autosacramentales un exemple magnifique
du théatre exenticllement espagnol, religieux
et baroque du "Siglo de oro" .. Juan German
Schroeder a choisi certaínes parties de la se-
conde version de L a vida es sueño et de El
gran teatro del mundo et d'autres pieces ¿e
Calderón. Víctor García, metteur en scene
argentin, a créé ce spectacle avec une grande
force inventíve qui prévoyaít un gros oeil d'ap-
pareil photographíque , symbole du regard du
haut et du dehors sur le monde et l'humanité.
Des accidents arrivés plusieurs fois ont tou-
jours empeché la réalisation de ce décor et ont
obligé García a changer la mise en scene et
l'idée meme de ce spectacle. La version réa!isée
a Venise a été done la premiere mondiale de
cette piece, sans aucun décor ni habits pour
les acreurs (leur nudité complete avait ín-
quiété l'autorité judiciaire, qui a exigé de voir
le spectacle avant de donner son visa). Dans
la scene vide, des corps nus a l'aube de
l'Univers se reveillaient, b :mgeaient, dansaient,
s'entrela~aient et luttaient entre cux, parmi des
jeux de lumiere, des récits et des chants aux
échos universels. La compagnie de Ruth Esco-
bar de Sao Paulo , travaille depuis 1961 avec
García qui meme dans ses réalisations les plus
fameuses, comme Le balean de Gen et, Le cime-
tiere des voitures d' Arrabal et Yerma de Lorca,
a toujours cherché a transformer l'espace scé-
nique avec des machines, des techniqucs inso-
lites et d'une forte richesse symbolique .
2500 spectateurs ont applaudi, au rhéatre La
Fenice, le soir des 1 et 2 novembre, Klop ( La
punaise), cette piece russe célebre, dont la tra-
duction était transmise par des écouteurs distri-
bués a tous. Majakovskij, avec ses themes
sociaux et politiques, nourris d'une critique
subti!e et humoristique, a acquis de plus en
plus un succes solide. L'actualité de son
observation de la vie de tous les jours, des
défauts des hommes, sa fai;:on d"'affirmer en
niant" Et sa passion politique exprimée par
des formes populaires, faciles et agréables, ont
fait de !ui jadis désapprouvé, un maitre du
théatre russe contemporain . En effet l'opti-
misme ¡:le sa propagande souriante et éclatanre,
les solutions positivcs ¡:roposées, le choix de
faire de son théatre une tribune , s'accordent a
l'éthique communiste. Majakovskij a écrit Klop
en 1928, d'apres une premiere idée Pozabud'
pro kamin (Oublie la cheminée), il l'appelle
'comédie fantastique' car elle parle d'un futur
lointain, 1978, ou un homme hiberné, se réveil-
le dans un monde trop changé pour pouvoir y
survivre. Exprimant une condamnation des
petits bourgeois, mais aussi de la société techni-
que trop rationnelle et inhumaine, dans la
pieceon passe du mépris de Prisypkin bon-hom-
me mesquin , a la pitié pour ce pauvre homme
survivant dans un monde cruel et inhospitalier.
Tout cela est articulé sur le plan théatral par
le grotesque, les clowns, les mymes , le caba-
ret, la dance et la musique, au fond populaire,
mais par un langage soigné Et beau. La pre-
miere répresentation en 1929 était dirigée par
Barca 's texts, was shown three rimes with 2500
people attending it. The 80 Autos aeramentales
were written by Calderón from 1653 onwards
in occasion of Corpus Christi celebrations;
their composition extended over a period of
30 years of the author's life, and they <leal
with philosophical, theologícal and mythological
subjects, themes drawn from the Old and the
New Testament, legends and historical events.
The use which he made of theatrícal machi-
ner y, music and very rich decorations was such
as ro transform severe and abstraer subjects
into fascinating popular material as far as a
performance is concerned, which caused the
Autosaeramentales to be a beautiful example
of Spanish theatre, religious and baroque ,
belonging to the " Golden Century". Juan
German Shroeder chose certain passages from
the second version of La vida es sueño and
[l gran teatro del mundo and other plays
by Calderón de la Barca. Vicror García, an
argentine producer, conceíved this play as
domínated by a huge phorographic eye, which
would symbolize a way of looking at the
world and mankind from outsíde as well as
from above. Various mishaps chanced to hinder
the carrying out of the scenography, so that
García was obliged to change both the produc-
t ;on and the very idea upholding this perfor-
mance. Actually, the performance in Venice
was rhe world's first performance of the play, 225
without any decorations or costumes for the
actors ( their stark nakedness had caused sorne
qualms to the judicial authorities and they
asked to see rhe performance befare giving
their visa). On the empty stage, naked bodies
woke up at the dawn of the Universe , mur-
muring, dancing , flinging themselves about and
fighting one another, among sounds and light
tricks endowed with universal echoes. Ruth
Escobar's company, from Sau Paolo, has been
working since 1961 with García, who, even
in his most famous achievents, such as Genet's
Le balean, Arrabal 's L e cimctierc des voitures
and Lorca's Yerma, always tried to transform
stage space by machiner y, ununsual technique ,
and grcat symbolic richness.
On the lst and 2nd November, at La Fenice
Theatre, 2500 peop!e applauded Klop ( The
Bedbug), a most famous Russian play; the
public was able to follow the dialogue by
means of earphones through which a translation
of the play was given. Majakovskij can be
said to have acquired a more and more stable
success through his social and política] themes,
imbued, as they are with a sharp criticism
full of humour. The up-to-dateness of bis
observation of evcry-day life, man 's faults, of
his way of "ailirming by denying " and his polí-
tica! passion, expressed by pleasant , easy and
popular forms, caused him to become a leader
of conremporary Russian theatre. As a matter
of fact, the optimism of his smiling and showy
propaganda, his proposing positive solurions,
his choice of making a tribune out of his
theatre , fell in tune with communistic ethics.
Majakovskij wrote Klop in 1928 , after a first
att empt called Pozabud' pro kamin (Forget
the Way), and spoke of it as "a fancy
comedy" since it deals with events taking place
 Mejerchol'd et Majakovskij, avec le décor des
Kukryniksy et Rodcenko, et les musiques de
Sostakovic; a Venise le metteur en scene
était Valentin Plucek , directeur depuis 25 an-
nées du Moskovskij Teatr Satiry, qui unir
l'engagement politique et le naturel heureux
de Majakovskij. Cette édition au décor futu-
riste et cubiste, entre le réalisme et le symbo-
lisme, parvient tres heureusement a proposer
Majakovskij aux spectateurs d'aujourd 'hui.
En 1974, la Biennale avait en programme de
présenter trois Otellos, le premier adapté par
Gianni Balestrini et avec la mise en scene
de Miklós J ancsó n'a pas été réalisé, ] ancsó
étant retenu en Hongrie par des taches im-
prevues. L'Otella de Meme Perlini, nouveauté
italienne, a été donné du 3 au 9 novembre
dans une ancienne église du XVI siecle, fer-
mée depuis longtemps, S. Lorenzo, avec un
public tres curieux de 2300 personnes qui
a rempli les marches en bois montées pour
les spectateurs. Ce spectrc 1e du jeune metteur
en scene de l'avant-garde icalienne a fait le
olus de bruit et de scanda'e, au sens culture!.
En effect le texte de Shakespeare de 1604
disparu, la piece italienne est toute autre chose.
Perlini a fait déja des remaniements sembla-
bles dans Pirand ella, chi? en 1972, Tarzan aux
226 échos internationaux en 1973 et Candare di
suana gialla, joué sur la plage de Pescara en
aout 1974. La désacralisation n'est pas seule-
ment a l'égard des mots, mais aussi des person -
nages qui disparaissent dans leur role original ,
pour vivre une vie et des significations auto -
nomes. On voyait done un Otello negre et
mince, tapi dans un coin , épouvanté et muet ,
une Desdémone vieille petite femme bavarde ,
aui raconte des histoires familiales, et d'autres
figures emblématiques et femmes et d'hommes
souvent nus; des enfants, un chat, des crabes,
un arbre déraciné, des pierres, un vieux lit en
fer, du sable, des assiettes par terre, des draps
noirs et blancs, des habits droles et quoti-
diens, des jeux de lumiere et d'ombres projetés
du sol a travers les anciennes grilles de l'église,
faisaient un décor inquiétant, au charme étran-
ge. Une histaire de fant6mes, exprimée par
des moyens et des dessins projetés de style
enfantin , car seul un enfant sait voir, respecter
et révéler "la maladie des signes et le malaise
collectif" loin des médiations intellectuelles et
de l'épuisement de l'imaginaire.
C'est une expérience insolite que celle pro-
posée par la Biennale a la compagnie « Tea-
troggi » (Théatre d'aujourd'hui), dirigée par
Gianni Serra, de présenter pour la premiere
fois un remaniement d'un texte classique dans
une usine de Marghera, daos un chantier naval
et sous un chapiteau de cirque , devant 2500
personnes: Othella - Cassia gaverna a Cipra
(Cassius gouverne a Chypre) . L'auteur a cher-
ché aussi des confrontations et des débats avec
le public, qui se sont révélés des vérifications
indispensables pour le nouvel impact avec un
public nauveau. Tandis que le texte de Sha-
kespeare est centré sur la ja:ousie d'Otello,
dans l'adaptatian de Giorgio Manganelli, c'est
la méchanceté de Cassius qui est au centre
avec l'auto-analyse de Jago. C'est un person-
in far-away 1978, when a man who has been
hiberning wakes up to finds himself in a
world changed too much to allow him to
survive . In the play there is a condemnation
of the middle-class as well as of the technical,
too racional and inhuman society; so much
so, that from despising Prisypkin. a mean
person, one is made ta pity him as a poor
man who has survived in a cruel, inhospitable
warld. On a theatrical leve!, all this developed
through the grotesque brought about by
clowns, mimes, cabaret, dancing and music,
basical!y popular, but distinguished by a
beautiful, cultivated language. The first per-
formance was produced by Mejerchol'd and
Majakovskij , with the scenography by Kukry-
niksy and Rodcenko, and Sastakovic's music;
in Venice, che praducer was Valentine Plucek,
who, for 25 years, has been leading the
Maskavskij Teatr Satiry; he, like Majakovskij,
unites political intereses with natural gaiety.
This performance very happily presented Maja-
kovskij to the public again and was characceriz-
ed by cubistic and futuristic decorations , mid-
way between realism and symbolism.
In 1974, che Biennale had planned to present
three Othellos; the first one, adapted by Gio-
vanni Balestrieri and produced by Miklós
Jancsó, cauld not be carried out since Jancsó
was hindered by a sudden engagement in
Hungary. From the 3rd ta the 9th November ,
at St . Lorenzo's, a XVIth century church which
had been closed and decansacrated long ago,
Otella, the play by Meme Perlini, was
performed attracting 2300 people altogether.
In a cultural sense, this performance put on
the stage by a producer belonging to Italian
avant-garde caused the utmost ado and scandal.
As an actual fact, the Shakespearean text can
be said ta have throughly disappeared since the
Italian play is something completely different.
Perlini had proceeded much in the same way
in 1972 with Pirandella Chi? (Pirandello
Who ? ) , 1973 wi th T arzan, a work known
and discussed on an international leve!, and
Candare di suana gialla ( Yellow-sounded
Candaur), p:ayed in Pescara on August 1974.
Perlini does nat use deconsacration only as
far as words go, bu t characters as well, so
that they abandan their original roles to live
a life imbued with autonomaus meanings. In
this way, one saw a thin , black Othello,
crouched in '¡¡ comer, frightenend and speech-
less, an old, chatting Desdemana, telling fa.
miliar stories, and ather, aften naked emble-
matic figures; there were children, a cat, sorne
crabs, an uprooted tree, an old ironbed, sand,
dishes on the íloor , black and white cloths,
funny and ardinary castumes, light-and-shadow
tricks projected through the o:d gratings of
the church, which ali constituted the disquiet-
ing scenography af this performance, charged
with strange fascination. A story of ghosts,
expressed by designs projected and drawn in a
childish style since only a child can see, revea!
and respect "the illness of signs and callective
spleen", faraway as he is, both from intellectual
meditations and the exhaustion of imagination.
An unusual experiment, Othella - Cassia go-
nage prisonnier de trames sans issue , ou un
événement de chronique noire devient tln pro-
bleme de conscience et d'intelligence. La réali-
sation assez complexe, se développait sur une
scene centrale et dans des endroits différents,
dont l'action contemporaine était reprisé et
projetée sur un grand écran; un décor d'armes,
insignes, armatures et d'habits tres riches, des
personnages symboliques, Jago double {femme
et homme: action et pensée), des actions cho-
réographiques, ont fait de cette piece corn;:ue
pour un public ouvrier un spectacle en réalité
assez diflicile meme pour un public cultivé.
Pourtant la compagnie « Teatroggi » a une tra-
dition de spectacles populaires remarquable, tar
elle travaille a Rome depuis des années, mais
des 1968 elle a porté son théátre dans la rue,
la banlieu, les régions italiennes, choisissant
surtout des pieces politiques et des problemes
sociaux; Bruno Cirino, l'acteur principal et
animateur du groupe collectif, joue de préfé-
rance ces roles a la télévision italienne. Des la
Contestation '68, la compagnie s'est interrogée
sur la fonction du théácre, sur le role profes-
sionel de l'acteur et sur la valeur de cette re-
production d'une culture r~ue et traditionnelle,
sur la recherche d'un public nouveau et dispo -
nible. C'est dans cet itinéraire que « Teatrog-
gi » a cherché cette rencontre-essai avec les
ouvriers de Marghera, le Groupe de travail
pour les rapports avec l'école de la Biennale
a fait a ce sujet des rencontre-enquetes, qui ont
donné comme résultat le refus des ouvriers a
l'égard d'un théátre qui est leur offert spora-
diquement, auquel ils n'ont aucune habitude
et meme a l'égard des gens cultivés, s'inté-
ressant a eux de temps en temps. lis ont pré-
féré le tournage d'un film sur la réalité de
leur vie quotidienne et de travail.
Lodovico Mamprin a été le coordonnateur de
nombreuses activités d'animations théatrales
qui ont eu lieu entre le 6 octobre et le 17 no-
vembre, en connexion avec les spectacles de
théatre de la Biennale 1974. Dans le but de
découvrir et sensibiliser un public potentiel,
de chercher des contacts avec les quartiers, les
organismes de base, les écoles des lieux ou
les spectacles de théatre ont été donnés, de
cueillir les exigeances de choix alternatifs
existants dans ces milieux et susciter des grou-
pes permanents de référence, Loredana Peris-
sinott0, Stefano Stradiotto, Antonio Bolognesi,
Gerardo Monizza, Ilse Han! et Ennio Musi
ont agi dans le "sestiere" de Castello, dans
l'ile de la Giudecca et dans la ville industrielle
de Marghera. Une collaboration toute particu-
liere a été donnée par le « Théátre de Liber-
té » de París, a une action dramatique dans les
rues avec la participation des écoles et des gens
de Castello. Dans un vieux couvent délabré de
la Giudecca ( "Casermone") ou une foule
d'exclus vi t depuis la guerre dans des condi-
tions epouventables, l'équipe d'animateurs avec
la collaboration de l'acteur Bruno Cirino, ont
porté une vive provocation a l'expression, a la
protestation chantée, peinte, hur!ée ou muette,
bien plus qu'un apport culturel. Dans les
chantiers maritimes, les ouvriers ont pris part
a des débats sur les spectacles auxquels ils
avaient assisté, expriman! un sens pénétrant et
verna a Cipro (Cassius Governs at Cyprus)
was proposed by the Biennale to the company
of « Teatroggi », directed by Gianni Serra,
consisting in an attempt to present a readapta-
tion of a classical text to 2500 people, at one
of Marghera's factories, in a naval dockyard
and under a circus marquee. The author looked
out for confrontation and debates with the
public, which turned out to be indispensable
for the verification of new contacts with new
audiences. Whilst Shakespeare's play was based
on Othello's jealousy, Cassius's wickedness and
J ago's self-analysing are at the core of Giorgio
Manganelli's readaptation. Jago is depicted as
a prisoner of his own, ravelled intrigues, while
an event belonging to crime news is turned
into a problem of conscience as well as of
cleverness. The play, a very complex one, was
performed on the central stage as well as in
different locations, where the action was being
contemporarily developed, shot and projected
on a big screen; a scenography consisting of
arms, insignia, cuirasses and very rich costumes,
symbolic characters (Jago rendered two-sided,
ma!e and female, action and thought), choreo-
graphic actions, made of this play, which had
been conceived for an audience composed of
workers, a work which would prove very
difEcult even to a learned public. In spite of
that, the company of « Teatroggi » can boast 227
of a tradition as far as popular works are
concerned, since it has been active in Rome
for many years; since 1968, th e company
brought theatre into the streets, quarters,
I talian regions, choosing political plays and
social problems as its main subjects; Bruno
Cirino, the principal actor and animator of
the collective group, likes playing these roles
on Ita!ian television best . Since the 1968
Protest, the company has been searching for
the function of theatre, the professional roles
of actors, the value of reproducing an inherit-
ed, traditional culture and for a new public.
The Working Group of the Biennale, concern-
ing itself with the relations with schools,
organized sorne meeting-inquiries which result-
ed in a refusal on the workers' part of theatre
as proposed to them from time to time, also
beca use they are not accustomed to it at ali.
Also intellectual people taking interest in them
but sporadically, were criticized. They preferred
the shooting of a film on their everyday life
and work .
From the 6th October to the 17th November,
activities of dramatic "animation", co-ordinated
by Lodovico Mamprin, were carried out in
connection with the theatrical events; they
were set up in order to discover and draw a
new public, and to get in touch with schools,
basic organizations and the inhabitants of
various quarters, whilst the alternative needs
existing there could be singled out and the
coming into being of datum-permanent groups,
promoted.
To that end, Loredana Perissinotto, Stefano
Stradiotto, Antonio Bolognesi, Gerardo Moniz-
za, Ilse Han!, Ennio Musí carried out their
work in the Castello, Giudecca and Marghera
districts. On 9th October the « Théatre de
Liberté», from Paris, street-acted a new dra-
 cru de la réalité. Ces publics noveaux ont
esprimé leur intéret a une participation plus
vive mais plus continue aux événements de
cette espece, non seulement a l'occasion des
manifestations de la Biennale. Ces activités ont
ete enregistrées sur bande magnétique et
videotape.
228
matic action, The Story of an Immigrated
Workman and an Uprooted Tree, in Vía Gari-
baldi. Groups of students also contributed to
the activities with another piece of street-
acting, while useful relationships were main-
tained both with the Quarter Council of
Castello, and Marghera trade-unions .
With Bruno Cirino's collaboration , sorne acti-
vities were performed at the Giudecca in the
so-called "Casermone", a building now-a-days
abusively lived-in by numberless destitute per-
sons . Said activities were meant to reveal
these people's culture, made of songs, protest,
inscriptions on the walls, etc. On the other
hand, the discussions held at the Cantieri
Navali, showed the workers' realistic and harsh
cultural · humus, wh ich they gained through
their work and struggles .
The inhabitants of said quarters were greatly
interested in the initiatives, so much so that
they asked, through the Mayor's representative,
that the activities become permanent. As
regards the activities, many video and magnetic
tapes were recorded.
Manifestazioni cinematografiche
Il programma del settore Cinema e
spettacolo televisivo della Biennale, di-
retto da Giacomo Gambetti, si e svolto
quotidianamente e ininterrottamente dal
12 ottobre al 17 novembre, con molte-
plici appuntamenti quotidiani, fino a un
massimo di 18 programmi giornalieri in
12 locali di proiezione.
I luoghi che hanno ospitato le manife-
stazioni sono stati assai numerosi: si
sono infatti u tilizzati, per proiezioni e
dibattiti, a Venezia le sale dei cinema
Moderno, S. Margherita, Olimpia, il tea-
tro La Fenice, il tendone di campo S.
Polo, la sala Grande e la sala Volpi del
Palazzo del Cinema al Lido, il cinema
dell'Isola di S. Giorgio; a Mestre le
sale dei cinema Agora-Mignon e Pia-
ve, il tendone in piazzale Candiani; a
Marghera il capannone del Petrolchimi-
co. Complessivamente sono stati vendu-
ti 38.648 biglietti, ma la consistenza del
pubblico e da considerarsi notevolmente
superiore a guesta cifra, data la ripetuta
affluenza dei critici e dei giornalisti ac-
creditati, e anche alcune proiezioni gra-
tuite. I films in programma sono stati
147, per un totale di 250 proiezioni ,
senza contare alcune proiezioni straordi-
narie collaterali curate da altre organiz-
zazioni. Sono stati tenuti 66 dibattiti,
5 incontri, 2 convegni; per illustrare le
singole sezioni e documentare il mate-
riale presentato sono stati pubblicati a
cura dell'Ente 1O quaderni informa ti vi.
Il settore si e aperto con una sezione
dedicara ad alcune testimonianze filmare
di cronaca cinematografica e televisiva
su! fascismo in Europa nel 1973-1974,
con dibattito tra pubblico e autori, e
con una serie di film sull' America Latina
presentati da due delle associazioni cul-
turali di base, l' ARCI e la Federazione
Cineforum, che proseguiva il discorso
gia avviato sul Cile. La manifestazione e
continuara poi con una sezione di pro-
poste per un arricchimento culturale del-
l'offerta cinematografica, che ha compre-
so, tra l 'altro , film a soggetto e a carat-
tere documentario, e tre lungometraggi
e un cortcmetraggio del regista francese
Paul Vecchiali, che ne -hanno costituito
la personale completa. Una sezione, con
proiezioni e dibattiti e stata dedicata al
tema « Donna e cinema »; nei giorni se-
guenti sono stati anche presentati alcuni
esempi di telefilms tedeschi e una sezio- 229
ne monografica dedicata al recente cine-
ma svizzero, guest 'ultima in collabora-
zione con la Mostra Internazionale del
Cine.ma Libero di Porretta Terme, la
Commissione Cinema del Comune di
Bologna e il gruppo interregionale del
Sindacato Nazionale Critici Cinematogra-
fici I taliani.
Nell'ambito della sezione delle « Pro-
poste culturali » ha avuto luogo, in par-
ticolare, un convegno dedicato ai proble-
mi tra industria e cultura, cvviamente
con riguardo soprattutto al cinema. Alle
Associazioni degli autori cinematografici
e stato offerto di farsi promotrici della
realizzazione di brevi brani filmati su
un tema vasto e variamente articolato,
e alcune giornate seno state dedícate al
Cinema cooperativo. Il settore ha infine
presentato una retrospettiva dedicara a
Luis Buñue l, comprendente i film girati
dal regista in Messico dal 1946 al 1954,
il film di Dalton Trumbo Johnny Got
His Gun, il documentario televisivo
Chung Kuo - Cina, e alcune seguenze di
Professione: reporter di Michelangelo
Antonioni.
Cronaca sul fasc ismo
La sezione « Cronaca sul fascismo 197 3-
197 4 » ha avuto svolgimento dal 13 al
 19 ottobre, e, in ripresa, dal 9 al 12
novembre, presso i cinema S. Marghe-
rita e Moderno a Venezia, il cinema Pia-
ve a Mestre, il tendone in campo S.
Polo a V enezia e il Palazzo del Cinema
al Lido. La selezione, che ha raggrup-
pato films realizzati in Europa nel bien-
nio 1973-1974, e stata operata in colla-
borazione con l'Archivio Nazionale Ci-
nematografico della Resistenza di Tori-
no e ha compreso sia documentari con-
cepiti per il pubblico televisivo, sia do-
cumentari realizzati da piccoli collettivi
di controinformazione, fortemente poli-
ticizzati. In essa sono stati presentati ma-
teriali, documenti e riflessioni sul fa-
scismo europeo di oggi, visto nelle sue
origini, relazioni e fenomeni essenziali,
con particolare riferimento al neo-fasci-
smo italiano, francese, spagnolo, inglese,
e ai regimi dittatoriali di destra della
Grecia e del Portogallo.
Nell'ambito della sezione, il Centro do-
230 cumentazione cinema e lotta di classe di
Roma ha proposto il film Difendersi dai
fascisti non e reato, relativo al rinvio a
giudizio di Giovanni Marini, accusato di
av.er ucciso a Salema nel luglio del 1972
un fascista che lo aveva aggredito. Il
film si articola in tre momenti: nel pri-
mo si contesta la ricostruzione dei fatti
sostenuta dall'accusa, nel secando si esa-
mina il fenomeno fascista colto nel tes-
suto economico -sociale ·della citta di Sa-
lerno, nel terzo si descrive la vita di
Giovanni Marini in carcere.
Il Circolo Ottobre - Centro Nazionale
di Coordinamento di Roma ha proposto
invece con MSI fuorilegge materiali ri-
guardanti la questione della messa al
bando del MSI; dato che il materiale
non era ancora stato montato, gli avve-
nimenti citati sano stati presentati sotto
forma di sequenze cronologiche, alcune
gia viste, altre inedite, sul fascismo e
sui suoi personaggi di questo dopoguer-
ra. L'Unitelefilm di Roma ha presentato
alcuni film tra cui I giorni di Brescia,
coordinamento di Luigi Perelli, realiz-
zazione dei Gruppi Audiovisivi delle Fe-
derazioni del PCI di Bologna e Napoli,
e Nostalgia del dinosauro, di Paolo Pie-
trangeli; il primo si riferisce all'atten-
tato dinamitardo che il 28 maggio 1974
ha insanguinato la citta di Brescia a Piaz-
za della Loggia, il secondo ha proposto
un'inchiesta sull'identita dei neo-fascisti
oggi, con interviste ad Almirante, Rauti,
Borghese, Birindelli e ad iscritti al MSI.
Ancora, il Circolo del Cinema di Brescia
ha proposto Citta di Brescia, realizzato
da Titti Secchi, Pasquale Mantini, Lidia
Zorat. Prendendo le mosse dal 28 mag-
gio, subito dopo la strage, il filmato il-
lustra gli avvenimenti del 29-30 maggio,
quando gli operai stessi controllarono
Piazza della Loggia mentre si sussegui-
vano cortei, delegazioni e l'omaggio indi-
viduale e anonimo della citta, e le varie
cerimonie funebri e commemorazioni che
si prolungarono fino alla seconda meta
di giugno. Dei fatti di Brescia si e oc-
cupato anche il Centro nazionale Audio-
visuale delle A.C.L.I. di Brescia con I
funerali di Piazza della Loggia.
La Resistenza greca e stata illustrata da
Altri seguiranno di Silvano Agosti e da
Qui Politecnico di Dimitri Makris; in
questo secando film vengono raccontati
gli avvenimenti svoltisi fra il 14 e il 17
novembre 197 3, quando gli studenti oc-
cuparono il Politecnico di Atene, lan-
ciando il loro messaggio di liberta alla
popolazione. Il film, realizzato in 16
mm ., e composto in parte da materiale
documentaría girato dagli stessi studen-
ti del Politecnico, integrato con mate-
riale girato a Milano dal regista, con la
partecipazione della Cooperativa cinema
democratico, della Coverfilm, di movi-
menti e organizzazioni democratiche ed
an tifascis te.
Della situazione greca si e occupato an-
che il fil~ girato dallo Slon-Gruppo In-
dipendente del Cinema Militante, On
vous parle de Grece: ce n'est qu'un
début, primo film girato clandestinamen-
te nella Grecia di Papadopoulos. Inol-
tre, la sezione ha presentato il lavara del
Collettivo « Cinema Rouge », Le charme
discret de la democratie bourgeoise, at-
torno al problema della repressione e del
passaggio pacifico al socialismo in Fran-
cia e in Italia in particolare e nel mondo
in generale, alcuni filmati della Thames
Television, sulla situazione política spa-
gnola, portoghese e greca, e il film Itali-
cus di G.B. Bernag01Z:zi,che ha ricordato
la strage avvenuta la notte del 4 agosto
sulla Firenze-Bologna.
Del fascismo in Spagna si e occupato il
« CISE - Comitato di Informazione e
Solidarieta con la Spagna », con tre ope-
re realizzate clandestinamente e destina-
 te allo stesso pubblico spagnolo, rispet -
tivamente Lucha obrera in Espana, cro-
nache di manifestazioni e scioperi anti-
franchisti nel 1974, Presos, realizzato
con immagini prese nelle prigioni spa-
gnole, e Iº Maggio 1974: Barcellona .
Il film L' Af riquea vendre, di Mari e
Claire Le Roy, ha proposto un confron-
to fra due epoche: gli anni trenta e gli
anni settanta, prendendo come "campio-
ne" due Esposizioni francesi, l'una del
1931, a Parigi - Bois de Vincennes, nel-
l'apogeo dell'imperialismo coloniale, l'al-
tra del 1974 (la Fiera annuale di Pa-
rigi). L' atteggiamen to dei francesi nei
riguardi dell' Africa non vi appare cam-
biato: essa risulta in quest'opera un im-
menso parco folkloristico in vendita.
Da « Stasera G7 », il 'rotocalco' della
Radiotelevisione italiana, sono stati trat-
ti infine alcuni servizi riguardanti disor-
dini e attentati ad opera dei fascisti.
Nella sezione sono stati presentati com-
plessivamente i seguenti films: La Victo-
ria di Peter Lilienthal ( Film Verlag der
Autoren, 1973), presentato anche nella
sezione« Film, Conoscenza e diba ttito »;
Qui Politecnico, regia di Dimitri Makris;
Citta di Brescia, del Circolo del cinema
di Brescia; I giorni di Brescia dei Grup-
pi audiovisivi delle Federazioni del PCI
di Bologna e Napoli; On vous parle de
Grece, dello Slon - Gruppo indipendente
di cinema militante; Altri seguiranno di
Silvano Agosti; Le charme discret de la
democratie bourgeoise, del Collettivo
« Cinéma Rouge»; 28 Maggio 1974:
MSI fuorilegge, del Collettivo cinema
militante di Milano; I Funerali di Piazza
della Loggia, del Centro nazionale audio-
visuale delle A.C.L.I. di Brescia; Brescia
1974, di Silvano Agosti; 28 Maggio ore
10,12: Brescia, di Giampaolo Bernagoz-
zi; I talicus, di Giampaolo Bernagozzi;
Return of the exiles, della Thames Tele-
vision; Portugal, della Thames Televi-
sion; The National Front, della Thames
Television; Nostalgia del dinosauro, di
Paolo Pietrangeli; Spain - The War that
Never Ended, della Thames Television;
Presos, del CISE, Comitato di informa-
zione e solidarieta con la Spagna; Lucha
obrera en España, del CISE; Iº Maggio
1974: Barcellona, del CISE; Spagna: una
voce, della Radiotelevisione italiana; Di-
fendersi dai /ascisti non e reato, del Cen-
tro documentazione cinema e lotta di das-
se; 11 Marzo 1972, di Romano Frassa
del Collettivo cinema militante di Mila-
no; Milano: uccisione dell'agente Mari-
no, e Attentato alla Questura di Milano,
della Unitelefilm, Roma; MSI fuorilegge
del Circolo Ottobre - Centro nazionale
di coordinamento Roma; La strategia
delle bombe, Sciolto « Ordine Nuovo »
e La strage di Brescia, realizzati dalla
Radiotelevisione italiana; Afrique a ven-
dre, di Marie Claire Le Roy.
Della sezione « Cronaca sul fascismo »
faceva anche parte un programma di
videotapes che e stato realizzato al ten-
done in campo S. Polo a Venezia il 17 e
18 ottobre: sono state presentate le se-
guenti realizzazioni: Un anno di lotte al
fascismo a Torino, e Funerali a Mario
Lupa, del Collettivo cinema militante di
Torino; No alta tregua, del Collettivo ci-
nema militante di Milano; Strage a San
Benedetto Val di Sambro, realizzato dal
Gruppo Audiovisivo PCI di Bologna .
Numerosi dibattiti sono seguiti alle varíe 23 r
proiezioni; vi hanno partecipato autori e
pubblico, quest'ultimo quasi sempre
composto da giovani e da giovanissimi;
particolarmente vivaci e animati sono
stati gli incontri tenutisi a Venezia alla
presenza dei registi Dimitri Makris, Sil-
vano Agosti, Giampaolo Bernagozzi, Pier
Luigi Burgagné e altri . Assai utili si sono
dimostrate le discussioni con Dimitri
Makris, che sono servite a completare e
rettificare le notizie frammentarie che si
avevano sui fatti della Grecia. Interes-
santi anche i dibattiti con i cineasti spa-
gnoli Pedro Pages e Jacinto Zulueta,
che si sono tenuti a seguito d~lle proie-
zioni delle tre opere realizzate dal CISE;
la partecipazione alla discussione su
questa ricca documentazione sul fascismo
d'oggi ha costituito indubbiamente
l'aspetto piu vivo e significativo della se-
zione. Sono stati venduti circa 3 .300 bi-
glietti; particolare affluenza di pubblico
si e avuta domenica 13 per la proiezio-
ne del film greco Qui Politecnico di Di-
mitri Makris. A cura della Biennale e
stato edito un quaderno informativo del-
la sezione, contenente un'abbondante do-
cumentazione sulle opere presentate, che
e stato distribuito agli spettatori in mol-
te migliaia di copie, e il testo dello sce-
nario del film Nostalgia del dinosauro di
Pietro Pietrangeli.
 Film, conoscenza e dibattito
La sezione « Film, conoscenza e dibat-
tito », si e svolta dal 12 al 18 ottobre
presso il cinema Moderno, dal 13 al 23
ottobre presso il cinema Agora-Mignon
di Mestre, e dal 14 al 20 ottobre presso
il Palazzo del Cinema del Lido. Erano
in programma vari films presentati da
due delle Associazioni culturali di base,
l'ARCI e la Federazione Cineforum, tut-
ti riguardanti l' America Latina, che han-
no cosí fornito una panoramica della ci-
nematografia contemporanea e della so-
cieta di quelle nazioni, illustrandone le
inquietudini, le necessita, le lotte e i
valori. Tra l'altro, va segnalata anche in
questa sezione la presenza di tre docu-
mentari riguardanti il Cile, rispettiva-
mente Compaíiero presidente di un Col-
lettivo cileno ( Cile, 1971), Cuando
despierta el pueblo, produzione cilena
indipendente in collaborazione con la
« Tricontinental Film Center » (USA,
232
197 3), e La forza e la ragione di Ro-
berto Rossellini (Italia, 1972), gia pro-
grammato nella sezione « Omaggio a Al-
lende » della rassegna « Testimonianze
cinematografiche sul Cile ». Interessante
la realizzazione del Collettivo Film Cen-
trum T upamaros 19 72, gira to in condi-
zioni di assoluta clandestinita sull'azio-
ne dei Tupamaros. Un'analisi della so-
cieta boliviana, divisa com'e tra il po-
polo delle antiche culture Quechua e
Aymara e i suoi diretti discendenti, e la
minoranza erede dell'immigrazione co-
lonizzatrice europea, e stata offerta dal
film Bolivia 70 di Adriano e Damiano
Zecca e di Elias Condal, mentre Me-
morias del subdesarollo di Tomas Gu-
tierres Alea ( Cuba, 196 7) ha fornito
uno degli esempi piu maturi e interes-
santi del "cinema d'autore" cubano.
In questa sezione sono stati presentati
i seguenti films: Compañero Presidente
di un Collettivo cileno ( Cile, 1971); La
forza della ragione di Roberto Rosselli-
ni ( Italia, 1972); Cuando despierta el
pueblo, produzione cilena indipendente
in collaborazione con il « Tricontinental
Film Center » ( USA, 1973); El camino
hacia la muerte del viejo Reales ( 11 cam-
mino verso la morte del vecchio Reales)
di Gerardo Vallejo ( Argentina, 1971);
T upamaros, realizzazione del Co1lettivo
Film Centrum (Uruguay, 1972); Boli-
via '70 di Adriano e Damiano Zecca e
di Elias Condal ( Bolivia, 1971; Memo-
rias del subdesarollo ( Memorie del sot-
tosviluppo) di Tomas Gutierres Alea
( Cuba, 1967); La noche de San Juan
( La notte di san Giovanni di Jorge
Sanjinés ( Bolivia, 1971; La hora de los
hornos ( L'ora dei forní) di Fernando
Solanas e Octavio Getino (Argentina,
1968); La Victoria di Peter Lilienthal
(R.F .T., 1973).
Fuori programma sono stati presentati al
cinema Agora-Mignon di Mestre i films
Deus e o diabo na terra do sol di Glau-
ber Rocha ( Brasile, 1964), Le bonheur
di Agnes Varda (Francia, 1965), Pianeta
Venere di Elda Tattoli (Italia, 1972) e
L'ultimo giorno di scuola prima del/e
vacanze di Natale di Gian Vittorio Baldi
(Italia, 1974). Di questi, i pnm1 tre
sono stati anche presentati nelle rispet-
tive sezioni.
11 racconto di L'ultimo giorno di scuola
prima delle vacanze di Natale si svolge
nel periodo che va dal 194 3 al 1944 e
vuol essere, come ha dichiarato lo stesso
Baldi, la "storia della Resistenza italiana
vista attraverso gli occhi di un ragazzo
alle soglie dell 'adolescenza ma con la ras-
segnazione e la maturita di un adul-
to ... ". Tra i pregi dell'opera, Umberto
Rossi individua il tentativo, forse il pri-
mo in Italia, " ... di un'analisi del fa-
scismo dall'interno", e l'uso di uno stile
che conferisce al film "l'aspetto di un
vecchio cineattualita", mentre ''l'uso del-
la macchina da presa in modo assai libe-
ro, la registrazione del sonoro in presa
diretta, tutto cio stabilisce un rapporto
dialettico con l'intera struttura del
film ... ". Gian Vittorio Baldi ottenne
vari riconoscimenti internazionali come
documentarista. Ha anche prodotto Por-
cile di Pier Paolo Pasolini, Cronaca di
Magdalena Bach di M. Straub, Diario
di una schizofrenica di Nelo Risi e Qua-
tre nuits d'un réveur di Robert Bresson;
per l'originalita e la forza delle sue ope-
re, Baldi e considerato uno dei piu im-
portanti registi della nuova generazione.
Alla presentazione del film e seguito un
dibattito assai ampio, condotto da Ago-
stino Orabona alla presenza dello stesso
regista. La discussione si e protratta a
lungo e ha molto interessato il pubblico
che, come ogni sera, era assai numeroso.
Complessivamente sono stati venduti
4.985 biglietti. Utile all'informazione sul
programma della sezione la pubblicazio-
ne di un fascicolo curato dall'Ente.
Proposte di nuovi films.
Per un arricchimento culturale
dell'offerta cinematografica
La sezione « Proposte di nuovi films.
Per un arricchimento culturale dell'of-
ferta cinematografica », ha avuto luogo
dal 19 ottobre all'8 novembre usufruen-
do di diversi 1uoghi di proiezione: il ci-
nema Moderno a Venezia, il tendone di
piazzale Candiani a Mestre, il capannone
del Petrolchimico a Marghera, il Palaz-
zo del Cinema al Lido. Dato !'intento
della sezione di offrire quale "canal e in-
ternazionale di conoscenza", í films pre-
sentati sono stati di argomento vario, e
hanno cercato di investire una vasta zo-
na di interessi, verificata per alcune pro-
iezioni mediante dibattiti condotti in
un'atmosfera di stimolante vivacita. Da
ricordare particolarmente la discussione
seguita al film Fascista di Nico Naldini ,
condotta da Agostino Orabona, e il di-
battito riguardante il film di Toni De
Gregorio E comincio il viaggio nella ver-
tigine, cui ha partecipato lo stesso re-
gista insíeme con Giorgio Bocea e nu-
merosi giornalisti e critici cinematogra-
fici. Dibattiti sono anche seguiti alla
proiezione di Il ragazzo trasformato in
cervo di lmre Gyongyossy, di L'eta del-
la pace di Fabio Carpí e Femmes , fem-
mes di Paul Vecchiali, con la partecipa-
zione di Pier Paolo Pasolini.
Il film Fascista di Nico Naldini, che ha
aperto la sezione, e composto di mate-
riali propagandistici e autocelebrativi del
regime fascista: in 21 sequenze disposte
in ordine cronologico esso illustra il pe-
riodo che va dall'adunata di Napoli del
24 ottobre 19 22 al discorso di Musso-
lini del 10 giugno 1940 per l'entrata
dell'Italia nella seconda guerra mondia-
le. Le ímmagini sono accompagnate da
un commento semplice e didascalico, let-
to da Giorgio Bassani. Tutti i filmati
hanno conservato il sonoro originale, mu-
siche e commenti parlati, come indispen-
sabile corredo del monstrum demagogico
documentato. Questo materiale propa-
gandístico si puo considerare come un
saggio vísivo assai ampio sul fenomeno
del fascismo e delle moderne dittature
di massa; esso va quindi inteso come una
presentazione di una serie di rituali in
cuí la finzione di un popolo totalmente
osannante e uno degli ingredienti prin-
cipali. Dentro questa totale finzione, c'e,
nello spettacolo, la totale verita del dit-
tatore fascista, del suo modo di essere,
di gestire, di parlare: esempio completo,
"clínico", di fuga dalla real ta, di com-
pleta negazione della ragione e della lo-
gica, anche nei suoi processi piu elemen-
tari, che creano un vuoto immenso, col-
mato dagli istinti primitivi della volonta
di potenza e dell'esibizione narcisistica.
General Amin Idi Dada di Barbet
Schroeder, e stato girato addirittura con
la collaborazione dello stesso dittatore
dell'Uganda, anche se tra alterne vicen-
de, ed e stato presentato previa sop-
pressione di due minuti di pellicola
voluta dal generale . . . "La fantasía al
potere. Era il sottoti tolo che volevo
dare al film - ha dichiarato il regista
Barbet Schroeder: la fantasía di un fol-
233
le ... Un folle, si obietta, ma anche un
fero:::e dittatore. Certamente. Anche se
io credo che sia meno feroce di altri dit-
tori come Bokassa . . . Ma di Bokassa,
per esempio, gia si parla meno perché
nella Repubblica Centroafricana ci sono
grossi interessi occidentali legati alle ma-
terie prime, e Bokassa fa comodo. Amín
invece domina su un'Uganda poco im-
portante da questo punto di vista. E
quello che lo tiene in piedi ... " .
Con L' Acadie, l' Acadie di Pierre Per-
rault e Michel Brault, si sono voluti il-
lustrare gli avvenimenti che segnarono il
risveglio acadese all'Universita di Monc-
ton negli anni 1968-1969, e quindi il
tentativo degli studentí di ottenere "la
lingua francese per gli acadesí, cioe il
40% della popolazione. (Acadie e l'an-
tico nome della "Nouvelle France" che
forma oggi la Nuova Scozia e una parte
del New-Brunswick-Canada).
La course en téte di Joel Santoni ha
invece trattato del mondo dello sport:
Eddie Merckx sí e prestato alla realiz-
zazione di una specie di 'confessione',
impostata sía sul piano umano sía su
quello professionale. "In partenza avevo
un'idea generale del film - ha dichía-
rato il regista -, della prospettiva dalla
quale trattarlo: la mitología. Per me il
ciclismo e un'epopea e, partendo da
 questo presupposto, dovevo cercare di
ciare un'esatta connotazione al carattere
epico di questo sport, attraverso l'íllu-
strazione pero, e non l'analisi. Inoltre,
ne! caso di Merckx, che non e molto
estroverso, mi e parso subito evidente
che non era possibile cogliere la sua ve-
rita 'da! di dentro'( . . . ) [Merck x] non
l'ho mai 'installato' davanti alla macchi-
na da presa per rivolgergli una qualsiasi
domanda o per dirigerlo in un qualsiasi
gesto").
Vermisat di Mario Brenta ha illustrato
il problema dell'integrazione nella socie-
ta industriale moderna dí quella classe
di vagabondi, barcaioli, mendicantí, che
gia erano emarginati nella societa agrí-
cola. "Finché questi 'individui ' vivono
e operano in una sfera di emargínazione
- ha dichiarato il regista - sopravvi-
vendo per mezzo di espedienti sconosciu-
ti ai piu, la loro esistenza non puo non
subire scosse. Ma se per caso rimangono
presi nell'ingranaggio istituzionale , il
234
conflitto si apre. ( ... ) Credo che l'in-
felicita piu completa, la disperazione piu
buia siano in questa continua inesorabi-
le esclusione, ne! confronto quotidiano
con i rappresentanti delle istituzioni".
E comincio il viagp,io nella vertigine di
Toni De Gregorio ha offerto, attraverso
le vicende di Tania, un'intellettuale co-
munista che al tempo dí Stalin viene
condannata ai lavori forzati perché accu-
sata di attivita controrivoluzionarie, una
analisi di quella "fede incrollabile" nel-
l'idea che sola puo aver indotto milioni
di persone a piegarsi ad accettare in si-
lenzio il loro ruolo di vittime dello stali-
nismo. Annota il regista: " ... E una
storia sulla fede originaria nel socialismo
che ho voluto raccontare, documentan-
do la mia ricerca su numerose testimo-
nianze, pervenuteci sotto forme diverse ,
delle vittime dello stalinismo".
La sezione ha anche proposto, nel qua-
dro di una interessante "persona le",
guattro films di Paul Vecchíali, Les ruses
du diable , L' étranp,leur, Les jonquilles,
Femmes, femmes. Nel primo viene pro-
posto, attraverso la storia di Ginette,
piccola sartina di provincia, uno studio
dell 'effetto che il denaro puo avere sulle
persone semplici; l'invio misterioso di
certi biglietti da cento franchi interviene
a turbare !'equi librio psicologico ed eco-
nomico della ragazza, costringendola a
una presa di coscienza di sé e della sua
vulnerabilita, che la portera al suicidio;
ne! secondo film veni vano rimes si su!
tappeto principi etici elementari, senza
che si cercasse, per questo, di imporre
altri concetti: L' étrangleur e un "poema
sulla notte"; e la notte infatti !"'uni -
verso idillico" in cui si muove e agisce
Em ile, un uomo che, traumatizzato da
un'esperienza infantile, 'libera' quelle
donne ch'egli reputa infelici e finite, uc-
cidendole . La terza opera di Vecchiali,
Les jonquilles, si riferisce, attraverso il
personaggÍo di Léon, un vecchio conta-
dino, a quella fase della vita in cui, fa-
talmente, le giornate sono vuote e le
azioni, i problemi, le persone del passato
tornano a riempire la mente di un uomo,
a interessarlo, nella sua ultima stagione;
la guarta, Femmes, femmes, racconta la
storia di due attrici, che non vogliono
ammettere le loro sconfitte; insieme esse
lottano per preservare il loro equilibrio,
recitano per un pubblico che non c'e,
aggrappandosi a tutto guello che le puo
aiutare a vivere, finché un'improvvisa,
ingente eredita distrugge quell'eguili-
brio , mettendole di fronte a guella rea.l-
ta che i loro sforzi "mimetici" etano
fino ad allora ·tiusciti a tenere nel-
l'ombra.
Il tempo dell'inizio di Luigi Di Gíanni
ha proposto la storia di un uomo op-
presso e reietto che viene "ospitato" in
una clínica psichiatrica, custodita da me-
dici e infermieri simili a mostri piení di
impulsi repressivi e di avidita di potere;
la realta della clínica, in rapporto col
protagonista, si delinea come spezzata,
minacciata . Da tutto cio scaturisce la
necessita di una liberazione e di una fuga
che si concretizza in una vicenda di tipo
onirico-simbolico, in cui il protagonista
si ritrova a vivere un'avventura sconcer-
tante. Da guesta avventura nasce un pro-
getto di salvezza , prima a livello indivi-
duale, poi a livello totale; dalla contem-
plazione si passa all'azione, e nell'azione
e nella ricerca di alleanze il protagonista
si avvia alla disfatta. Il racconto si con-
clude con l'ombra minacciosa della guer-
ra che avvolge tutto.
In Szarvassa Valt Fiuk ( I1 ragazzo tra-
sforma to in cervo) di Imre Gyongyossy,
si narra il tentativo di fuga di alcuni de-
tenuti politici ungheresi durante l'occu-
pazione nazista. I1 film, realizzato attra-
 verso una serie di immagini in versi e
in musica, si snoda attraverso la visione
che un giovane pittore comunista ha de-
gli avvenimenti. E in lui che vive il
"cervo dormiente", e in lui che si ac-
cende il "rovo in fiamme" della voca-
zione alla lotta per il popolo .
Il documentario Cinesica culturale - 1:
Napoli, di Diego Carpitella, si propo-
neva di introdurre il pubblico a una
"!ettura" del tes su to sociale italiano, a t-
traverso gli strumenti di questa nuova
disciplina, con particolare riferimento al-
la cosí detta "zona folkloristica", mentre
Roberto Omegna - 1876-1948: un pio-
niere del cinema italiano, di Virgilio To-
sí, ha messo in luce l'importanza che
!'opera di Omegna ha avuto per lo svi-
luppo del cinema in Italia.
I1 tema della follia e stato toccato dal
film Aloise di Liliane de Kermadec, at-
traverso l'analisi del personaggio di Alo1-
se, una donna particolarmente sensibile,
ribelle, idealista, che viene dichiarata
pazza e rinchiusa in un ospedale psichia-
trico. Annota Liliane de Kermadec a
proposito del suo film: "All'origine c'era
questa associazione di due parole, "art
brut", che Jean Dubuffet aveva inven-
tato e che mi incuriosiva. Sotto questa
bandiera si raccoglievano ogni sorta di
militanti: gente estranea alle scuole d'ar-
te. ( ... ) Na1fs, primitivi, maledetti sen-
za saperlo, ed anche folli, rabbiosamente
decisi ad esprimersi nei confronti di tut-
to e contro tutti; personaggi nascosti nel
fondo dei ricoveri psichiatrici. ( ... ) Il
mio lavoro si e organizzato a partire
dall'incontro che ho avuto con una di
loro: Alo1se. Delphine Seyrig ha lavo-
rato con un entusiasmo infinito per ri-
trovare quella energía eccezionale -
sempre spezzata e sempre ritrovata -
che era, io credo, uno degli aspetti della
personalita di Alo1se".
Ne! film L'eta della pace di Fabio Carpi,
tratto dal suo racconto « L'idea di una
stanza », era nuovamente trattato il te-
ma della vecchiaia, vista come "zona
piatta e senza luce", dove "neanche le
idee servono piu"; l'idea della fuga co-
me mezzo d'evasione si presenta di tan-
to in tanto al vecchio Simone, il prota-
gonista, che vive senza troppi problemi
economici con il figlio e la nuora; ma
quando da una conversazione ascoltata
esso capira che la sua esistenza crea dei
problemi reali al figlio, si imporra la sua
fuga. Il dibattito seguito al film e stato
moderato da Pietro Bianchi. L'autore era
presente in sala; dalla discussione, a vol-
te molto accesa, e risultatci come il film,
pur trattando il tema della vecchiaia e
della morte, rappresenti Simone - il
protagonista - perdente da un punto di
vista biologico ( la morte e un avveni-
mento ineluttabile) ma vincente da quel-
lo ideologico e político.
Chamula, di Archibaldo Burns , ha illu-
strato i problemi delle popolazioni degli
Indios , "inevitabilmente destinati ad es-
sere assorbiti in un nuovo mondo". Cha-
mula, ha detto il regista del film, "e il
primo serio tentativo cinematografico di
rompere la centenaria barriera posta tra
il mondo esterno e la cultura e le tra-
dizioni del popolo Chamula , abitante il
sud-ovest del Messico. Attraverso la vita
di un individuo, Juan Perez Jolote, il
film rivela i termini socialmente dram-
matici e spesso penosi del connubio fra
il cristianesimo e l'enigmatico e mille-
235
nario mondo dei Maya , la piu grande ci-
vilta fiorita a suo tempo nel continente
americano.
In Meridiano 100 di Alfredo Joskowicz,
infine, e stato illustrato uno dei maggio-
ri problemi dell 'organizzazione poli tica
messicana, e cioe quello delle differenze
cultura li. La storia e ambientata in una
regione imprecisata e pittoresca del-
l'America Latina, e su uno sfondo di ce-
lebrazioni religiose di origine cristiana e
indígena. Il film racconta di quattro
guerriglieri che, unici sopravvissuti a un
gruppo piu numeroso, decidono di con-
tinuare la loro lotta da soli . Alla fine,
bracea ti dall 'eserci to, vengono ucc1s1
mentre le cerimonie religiose continua-
no senza posa.
Questi i films presentati in questa sezio-
ne: Fascista, di Nico Naldini ( Italia,
1974); General Idi Amín Dada, di Bar-
bet Schroeder ( Francia, 1974); L'Aca-
die, l' Acadie , di Pierre Perrault e Michel
Brault ( Canada, 1970); Chamula, di Ar-
chibaldo Burns ( Messico, 197 3); Ver-
misat, di Mario Brenta (Italia, 1974);
E comincio il viaggio nella vertigine, di
Toni De Gregorio (Italia, 1974); Les
ruses du diable, di Paul Vecchiali (Fran-
cia, 1965); L'étrangleur, di Paul Vec-
chiali (Francia, 1970); Les jonquilles,
di Paul Vecchiali (Francia, 1972); Fem-
 mes, femmes, di Paul Vecchiali ( Fran-
cia, 1974); Szarvassa Valt Fiuk, di Imre
Gyongyossy ( Ungheria, 197 4); Il tem-
po dell'inizio, di Luigi Di Gianni ( Ita-
lia, 1974); Aloise, di Liliane de Ker-
madec (Francia, 1974); L'eta della pa-
ce, di Fabio Carpí ( Italia, 197 4); Cine-
sica culturale - 1: Napoli , di Diego Car-
pí tell a (Italia, 1973); Roberto Omegna -
18 76-1948. un pioniere del cinema ita-
liano, di Virgilio Tosí (Italia, 197 4);
Meridiano 100, di Alfredo Joskowicz
(Messico, 1974); La course en téte, di
Joel Santoni (Francia, 1974).
Sono stati presentati inoltre fuori sezio-
ne i films L'invitation, di Claude Goretta
(Svizzera, 1973), Heute Nacht oder nie,
di Daniel Schmid ( Svizzera, 1972), Le
Milieu du Monde, di Alain Fanner ( Sviz-
zera, 1974).
Per quanto riguarda l'affluenza di pub-
blico, va annotato che particolare suc-
cesso hanno avuto le giornate del 24 e
236 27 ottobre, guando sono stati presenta-
ti, rispettivamente, i films E comincio il
viaggio nella vertigine di Toni De Gre-
gario e Femmes, femmes di Paul Vec-
chiali . I biglietti venduti complessiva-
mente sono stati circa 11.000.
Un guaderno contenente informazioni,
pareri cri tici e biofilmografie degli auto-
ri e delle opere presentate in guesta se-
zione e stato curato da Floriana Mau-
dente con la collaborazione di Vittorio
Michielon, e pubblicato a cura dell'Ente.
Donna e Cinema
La sezione « Donna e Cinema >>si e svol-
ta da! 19 al 24 ottobre al tendone in
campo S. Polo a Venezia, dal 10 al 15
novembre al tendone in piazzale Can-
diani a Mestre, e contemporaneamente,
dal 12 al 15 novembre, al Palazzo del
Cinema al Lido. Si e trattato della prima
rassegna di guesto genere in Italia; !'in-
tento era quello di creare un'occasione
di incontro e di dibattito sui temi del
femminismo cosl come e avvenuto nel
programma delle manifestazioni teatrali.
Se si eccettua Gelegenheitsarbeit einer
Sklavin di Alexander Kluge, i films pre-
sentati erano tutti opere di donne, se-
cando un'indicazione dei movimenti fem-
ministi che hanno organizzato festival a
New York, Berlina, Lione, e, recente-
mente, a Parigi. Oltre a films d'ínterven-
to, hanno fatto parte della rassegna 1un-
gometraggi attraverso i quali e possibile
cogliere i momen ti del passaggio della
donna, in varie situazioni, da una posi-
zione subalterna nella famiglia e nella
societa, a una presa di coscienza e quindi
a una completa politicizzazione.
La sezione si e aperta con Gemina, di
Anielle Weinberger, che ha proposto la
1ettura cinematografica di una nove1la di
Scott Fitzgerald. Seguiva l'audiovisivo
del gruppo Lotta Femminista di Milano,
Siamo tante, siamo donne, siamo stufe ,
che esaminava la situazione de1la donna
a partire dalla sua infanzia; i primi con-
dizionamenti in famiglia, nella scuola;
il problema del lavoro casalingo ed ester-
no , dell'aborto, della maternita, etc. Ne!
film W anda, di Barbara Loden, veniva
invece messo in luce l'aspetto di passi-
vita e di rinuncia che esiste in certi stra-
ti de1la popolazione femminile ameri-
cana. Anche Gelegenheitsarbeit einer
Sklavin ( Le occupazioni occasionali di
una schiava) di Alexander Kluge, vinci-
tore del Leone d'oro alla Mostra di Ve-
nezia nel 1968 con Die Artisten in der
Zirkuskuppel: rallos ( Artisti sotto la
tenda: perplessi), pur partendo da pre-
supposti diversi, · finiva per occuparsi di
guesta tendenza a11a rinuncia che esiste
nella donna; in un'intervista rilasciata a
Erika e Ulrich Gregor lo stesso Kluge
afferma che la storia che ha raccontato
"contiene una contraddizione fondamen-
tale, che esiste neila testa della maggior
parte delle donne: dall'interno, cioe nel-
la famiglia, si sta caldi, fuori fa freddo.
Il principio della 'famiglia felice' si basa
sulla indifferenza per la vita pubblica.
E il principio della accumulazione della
felicita per sé, della disgrazia per gli
altri. Auschwitz non ha scosso la poesía
della famiglia tedesca".
Il film narra la storia di Roswitha
Bronsky, un'ex infermiera che pratica
aborti illegali per mantenere la famiglia;
una denuncia anonima mette fine alla
sua attivita, ed ella comincia a leggere
e a interessarsi a problemi politici, in-
tervistando giornalisti e sindacalisti e or-
ganizzando agitazioni nella fabbrica do-
ve lavora il marito; ma le sue attivita
provocano il licenziamento del marito.
Roswitha finisce per vendere salsicce
calde aUe porte della fabbrica, che av-
volge pero in volantini politici.
Le Bonheur di Agnes Varda ha trattato
il tema dell'amore a tre, accettato dal-
l'uomo ma non dalla donna: nel film si
ritrova anche presente il motivo della
felicita vista come meta impossibile, o
possibile solo al prezzo dell'infelicita
altrui. Szabad Lélegzet ( Respiro libero)
di Marta Mészaros ha illustrato la storia
di Jutka, un'operaia cresciuta in un isti-
tuto perché i genitori avevano divorziato
quando lei era piccola, che si innamora
di uno studente e per poter mantenere
il suo legame con lui e costretta a men-
tire sia sul suo status ( finge di essere
una studentessa) che sulla sua situazio-
ne familiare ( arriva a pagare il padre
perché, con la sua seconda moglie, si
presentí ai futuri suoceri); alla fine,
disgustata da tutte le finzioni ipocrite
che le sono imposte, riesce, pur sacrifi-
cando il suo amore, a conservare la sua
indipendenza e la sua dignita umana.
Marta Mészaros, nata a Budapest nel
1931, e oggi una delle personalita piu
importanti del cinema ungherese.
Il film di Gunvar Nelson Kirsa Nicho-
lina, di tessitura assai semplice a prima
vista, racconta la storia della nascita di
un bambino di una coppia di Woodstok;
esso costituisce un manifesto di una sen-
sibilita nuova, un'affermazione dell'im-
portanza dell'uomo di fronte alla tecno-
logia, al genocidio, alla distruzione del-
l'ambiente. In Qualcosa d'altro di Vera
Chitilova viene proposta la storia paral-
lela di due donne, l'una campione~sa
mondiale di ginnastica ( che riprende il
caso vero di Eva Bosakova) e l'altra
moglie e madre. Entrambe le esistenze
giungono a una crisi, creata dal fatto che
l'impostazione data alla loro vita non
corrisponde alle loro aspirazioni. Il pro-
blema che il film pone e l'impiego della
liberta conquistata dalle donne, affinché
questa liberta non rimanga un mero so-
gno. Pianeta Venere di Elda Tattoli pro-
pone invece la storia di Amelía, una
donna che sintetizza in sé e nelle espe-
rienze che vive delle situazioni "tipi-
che"; il tipo di educazione tradizionale
e limitante, il concetto di verginita co-
me "bonum" indiscusso, etc. Ella riesce
comunque alla fine a scuotersi di dosso
le imposizioni di una societa che ha
predisposto e fissato da sempre il suo
ruolo; la storia di Amelía e quindi la
storia di una liberazione e della ricerca
di una propria identita, valori che, per
la Tattoli, passano necessariamente at-
traverso l'esperienza socialista.
Nella sezione sono stati presentati i se-
guenti films: Gemina, di Anielle Wein-
berger ( Francia, 1971); Siamo !ante,
siamo donne, siamo stufe, audiovisivo
del gruppo Lotta Femminista di Mila-
no (Italia, 1974); Kirsa Nicholina, di
Gunvar Nelson (USA); Le Bonheur ,
di Agnes V arda ( Francia, 1965); La
fiancée du pirate, di Nelly Kaplan
( Francia, 1965); L' aggettivo donna, di
Annabella Miscuglio e Ronny Daopulo
(Italia, 197 3 ) ; W omanhouse, di J ohan-
na Demetrakas (USA, 1973); Qualcosa
d'altro, di Vera Chitilova (Cecoslovac-
chia , 1963); Gelegenheitsarbeit einer
Sklavin ( Le occupazioni occasionali di
una schiava), di Alexander Kluge
(R.F.T., 1974); River Bod y , di Anne
Severson (USA, 1970); My Name is
Oona, di Gunvar Nelson ( USA, 1970); 237
Angela: Portrait of a Revolutionary, di
Jo lande de Louart ( USA 197 3 ) ; Piane-
ta Venere, di Elda Tattoli (Italia,
1972); Papa, Le petit bateau, di Nelly
Kaplan ( Francia, 1972); W anda, di Bar-
bara Loden ( USA, 1970); Respiro libe-
ro, di Marta Mészaros (Ungheria, 1973;
Mari e, di Hans W. Geissendoerf er
(R.F.T., 1972).
La sezione e stata animata da numerosi
dibattiti, ed e stata seguita dal pubbli-
co con un notevole interesse. Sono stati
complessivamente venduti 3.245 bi-
blietti. Utili informazioni sono state for-
nite da un quaderno illustrativo dei films
presentati, pubblicato a cura dell'Ente,
corredato da critiche e alcune biofilmo-
grafie.
11telefilm tedesco occidentale
La sezione « Il telefilm tedesco occiden-
tuale », che ha avuto luogo dal 21 al 25
ottobre e dall'll al 14 novembre a Ve-
nezia, all'Isola di San Giorgio, nella sala
V olpi del Palazzo del Cinema al Lid o e a
Mestre al cinema Piave, ha voluto illu-
strare alcuni temí e problemi relativi al
telefilm in particolare, e al mezzo televi-
sivo in generale. A tale scopo e stata pre-
sentata la produzione della Repubblica
 Federale che, anche se non molto nota al
pubblico e alla critica, ha acquisito un
singolare rilievo nel settore sul piano in-
ternazionale. Dei sei telefilms program-
mati, cinque erano opera di Peter Li-
lienthal, uno dei piu significativi autori
tedeschi; non sfugge, esaminando la sua
produzione, una coerenza di ricerca, di
stile e di mezzi, di moduli legati da un
lato alla metafora e dall'altro al gusto
espressionista; né mancano mai, le sue
opere, di legarsi a una precisa presa di
coscienza morale e civile.
In Claire Liliethal ha narrata la storia
tragica e assurda di un uomo completa-
mente dominato dalla madre; in Guer-
nica, tratto dall'atto unico di Fernando
Arrabal, egli presenta le vicende di due
coniugi che insistono nei loro futili litigi
quotidiani mentre sulla citta infuria la
storica incursione aerea nazista che la
distrugge .
Il film Der Jaider ( I1 bracconiere), di
238 Volker Vogeler e Ulf Miehe, ha concluso
la sezione; ambientata negli anni succes-
sivi alla guerra franco-prussiana del
1870-1871, vi si racconta la storia di
Jennerwein, un reduce sulla trentina
che, non riuscendo a trovar lavoro, di-
venta bracconiere e bandito, e della sua
lotta con Meir, un suo ex compagno
d'armi, che e invece riuscito a sistemar-
si come cacciatore al servizio di un no-
bile, padrone di quelle terre. Nel film
viene rappresentato con estrema crudez-
za il momento culminante di questa
guerra senza quartiere .
Nella sezione sono stati presentati i se-
guenti telefilms: Seraphine, di Peter Li-
lienthal ( Sender Freies, Berlín, 1964);
Guernica, di Peter Lilienthal ( Sender
Freies, Berlin, 1966); Abschied, di Peter
Lilienthal ( Sender Freies, Berlín, 1965);
Claire, di Peter Lilienthal ( Sender
Freies, Berlín, 1966); Verbrechnen mit
V orbedacht, di Peter Lilienthal ( Sender
Freies, Berlín, 1974); Der Jaider, di
Volker V ogeler e Ulf Miehe ( Bavaria
Atelier Gesellschaft, 1971).
Ne! complesso, la sezione e stata fre-
quentata da un pubblico non troppo nu-
meroso; e stato pubblicato un quaderno
illustrativo delle opere presentate, cura-
to da Bruno de Marchi, contenente, tra
l' altro la biofilmografia di Pe ter Lilien-
thal e di Volker Vogeler.
Cinema svizzero oggi
La sezione « Cinema svizzero oggi » ha
avuto luogo dal 22 al 25 ottobre presso
il cinema Piave di Mestre, dal 26 ottobre
al 9 novembre presso il tendone di cam-
po S. Polo a Venezia e, contemporanea-
mente, alla Sala Volpi del Palazzo del
Cinema al Lido. Essa, in collaborazione
con la Mostra Internazionale del Cinema
Libero di Porretta Terme, la Commis-
sione Cinema del Comune di Bologna e
il Sindacato Critici Cinematografici ita-
liani, ha inteso presentare una panora-
mica del nuovo cinema svizzero, ancora
quasi completamente sconosciuto in Ita-
lia; un cinema che, anche se non pro-
grammato abitualmente sugli schermi di
ogni giorno, affronta una tematica socia-
le e spirituale a noi molto vicina. Come
annota Guglielmo Volonterio in un suo
saggio, "l'orgoglio dello svizzero e in
buona parte sostanziato dalla solidita del-
la moneta nazionale ( ... ) Alla solidita
del franco corrisponde una pari solidita-
s,taticita del Legislativo e dell'Esecutivo,
mentre sull'altro versante il diritto di
referendum costituisce un grande alibi
democratico concedendo al cittadino il
diritto e soprattutto l'impressione di di-
rettamente intervenire nelle questioni so-
ciali e politiche". Tutto cio conduce ad
un immobilismo político e sociale che
comporta come conseguenza un profon-
do disinteresse per i problemi che non
incidono immediatamente sulla vita na-
zionale, o addirittura, sul singolo indi-
viduo.
Nei due films di Alvaro Bizzarri, Lo Sta-
gionale e Il rovescio della medaglia che
la sezione ha presentato tra gli altri, si
affrontavano, appunto, rispettivamente la
questione dello sciopero, che e manife-
stazione sociale praticamente inesistente
in Svizzera, e il problema dell'insensibi-
lita política e del disinteresse nazionale
nei confronti delle difficolta degli im-
migrati stranieri, che caratterizza ancor
oggi la societa elvetica.
L' I nvitation, di Claude Goretta e Black
out di Jean-Louis Roy si rifanno invece
ad un altro aspetto della realta svizze-
ra, e cioe alla riluttanza proverbiale del-
la nazione ad accettare ogni mutamento
político e sociale; cio che comporta che
la massiccia presenza dei lavoratori ita-
liani sia sentita come elemento di disor-
 dine, e quindi di minaccia alla tranquil-
lita nazionale. Nel primo film sono ana-
lizzate le reazioni di un gruppo di col-
leghi( impiegati in una piccola azienda,
che ritrovandosi ad un party si spoglia-
no di ogni ipocrita forma di cortesía e
convenzionalita, lasciando libero sfogo
alle passioni e agli istinti trattenuti fino
ad allora; nel secondo, Black out, la vi-
cenda si svolge quasi interamente all'in-
terno di uno chalet, circondato da una
radura, dove vivono due vecchi coniugi.
Per un furto compiuto dal marito clepto-
mane, i due sono costretti a rinserrarsi
in casa dopo aver fatto abbondanti prov-
viste di viveri, trasformando a poco a
poco il luogo in una specie di fortezza;
"E ovvio - osserva nel catalogo Gu-
glielmoVolonterio aquesto proposito -
che lo chalet rappresenti la Svizzera,
mentre lo spazio esterno e l'estero, il
non-svizzero, sentito come vaga ed oscu-
. . '' .
ra mmaccia
Sía Claude Goretta che Jean-Louis Roy
hanno fatto parte, assieme a Tanner,
Soutter, Reusser, del cosí detto « Grup-
po dei Cinque », che esordl nel cinema
svizzero negli anni settanta; in questa
sezione, di Alain Tanner sono stati pre-
sentati i films La Salamandre e Le Milieu
du Monde. Nel primo, il regista e riusci-
to ad esprirnere un mondo contradditto-
rio attraverso un personaggio contraddit-
torio, illustrando l'impossibilita di com-
porre degli opposti, quali realta e sogno,
razionalita e irrazionalita; nel secondo
viene presentato per la prima volta in
un film di finzione svizzero un protago-
nista italiano: si tratta di Adriana, gio-
vane donna di origine vicentina, che as-
sume nel contesto del racconto la fun-
zione di criticare il mondo e la societa
elvetici. Essa lo fa "piu col suo essere
che con il suo comportamento - affer-
ma Tanner stesso -, con un potere cri-
tico che le perviene da tutto cio che le
e capitato prima dell'inizio del raccon-
to". Anche Cerchiamo per subito operai,
offriamo, di Villi Herman, e Le train
rouge ( Il treno rosso) di Peter Amman
affrontano il tema dell'immigrazione ita-
liana. Nel film di Herman viene esami-
nato il problema dei "frontalieri" stra-
nieri, di quei lavoratori cioe che sono
autorizzati a lavorare in Svizzera, ma
non a viverci. Le train rouge, invece,
prendendo le mosse dal ritorno in Italia
di centinaia di immigrati in occasione
delle elezioni, propone un discorso riva-
lutativo della figura di Guglielmo Tell:
" ... La funzione del film e duplice - ha
osservato Volonterio -: da una parte si
tenta, seppure scheletricamente, un'ana-
lisi dello sfruttamento del capitalismo
nelle aree depresse meridionali, dall'al-
tra una rilettura critica del mito del Tell
allo scopo di riproporre allo spettatore
svizzero gli ideali ( mitici) nel segno dei
quali sarabbe nata la confederazione el-
vetica".
Ma il primo regista che oso girare un
film sull'argomento tabu degli operai ita-
liani in Svizzera fu Alexander Seiler, che
nel 1964 provoco quasi uno scandalo
con il suo Siamo italiani. Il film af-
fronta il problema non tanto da un pun-
to di vista sociale quanto da un'angola-
zione umana, seguendo gli operai nelle
loro occupazioni e problemi quotidiani
determina ti. anche dalla differenza di lin-
gua e di costumi, il loro essere "diversi"
239
la dove essere "diversi" rappresenta un
male. Il film non e stato mai distribuito
nelle sale cinematografiche della Svizze-
ra francese.
La sezione ha poi presentato Charles
mort ou vif, ancora di Alain Tanner;
esso e considerato il film che ha mag-
giormente contribuito alla rinascita del
cinema svizzero: e la storia di un in-
dustriale che, ritrovandosi psi:cologica-
mente sconvolto, abbandona tutto e va
a vivere in compagnia di due bohémiens.
Scoperto, e costretto a lasciare il mondo
dei saggi e a entrare in manicomio.
L'opera si distingue per la sua anticon-
venzionalita, ricchezza di contenuto e so-
brieta del linguaggio espressivo. In Ar-
beitehre ( Matrimonio di lavoratori), di
Robert Boner era descritta la giornata
di una coppia di lavoratori italiani che
vive a Zurigo; lui lavora di notte, leí di
giorno. Una giornata, dunque, durante
la quale la possibilita di comunicare, gia
esile di per sé, diventa ancor piu difli-
cile. Alfred R. di Georg Radanowicz
affronta il tema del suicidio come tabu
sociale; partendo dalla biografia di un
amico di Zurigo, che si e ucciso, Rada-
nowicz si propone di delineare nel suo
film non tanto il conf1itto con una vita
"falsa", non autentica, quanto il signifi-
cato emotivo e sociale della morte. Il
film segue l'ultima mattina di Alfred R.
nella sua stanza e, in /lashback, una par-
te della sua attivita, nella quale si inse-
riscono interpretazioni ottiche e musica-
li di vari momenti soggettivi.
In Emigrati Remo Legnazzi ha racconta-
to la vita che si svolge a Buseto, un vil-
laggio siciliano, dove la maggior parte
della popolazione e costretta ad emigra -
re, per lo piu in Svizzera. In questo mo-
do e avviato un discorso sulla famiglia:
sulla frattura che una lontananza forzata
determina al suo interno, con le preve-
dibili conseguenze.
Nella sezione sono state presentate le
seguenti opere: Siamo italiani, di Ale-
xander J. Seiler ( Svizzera, 1963-1964);
Braccia sí, uomini no, di Peter Ammann
( Svizzera, 1970); Il rovescio della me-
daglia, di Alvaro Bizzarri ( Svizzera,
197 3); Lo stagionale, di Alvaro Bizzar-
ri ( Svizzera, 1972); Cerchiamo per su-
bito operai, offriamo, di Villi Herman
( Svizzera 197 4); Arbeitehre ( Matrimo-
nio di lavoratori), di Robert Boner
(Svizzera, 1974); Emigrati, di Remo Le-
gnazzi ( Svizzera, 1974); Le train rouge,
di Peter Amman ( Svizzera, 1972);
Heute Nacht oder nie, di Daniel Schmid
( Svizzera, 1972); Le Milieu du Monde ,
di Alain Tanner ( Svizzera, 197 4), Han-
nibal, di Xavier Koller ( Svizzera, 1972);
Al/red R., di Georg Radanowicz ( Sviz-
zera, 1971-1972); La Salamandre, di
Alain Tanner ( Svizzera, 1971); Le Fou,
di Claude Goretta ( Svizzera, 1970);
Black out, di Jean-Louis Roy ( Panora
Films, Geneve; Condor Films, Zürich;
Groupe St., Geneve ( SSR), 1970);
L'Escapade, di Michel Soutter ( Svizze-
ra, 1973); Charles mort ou vi/, di Alain
Tanner ( Svizzera, 1969); La Paloma, di
Daniel Schmid (Svizzera, 1973); L'In-
vitation, di Claude Goretta ( Svizzera,
1973).
I biglietti venduti sono stati oltre 3.000.
Il quaderno informativo della sezione,
pubblicato a cura dell'Ente, recava, fra
l'altro, un ampio saggio di Guglielmo
Volonterio, contenente una critica della
maggior parte dei film presentati nella
sez10ne.
Cinema comunicazione intervento
La sezione « Cinema comunicazione in-
tervento » e stata gestita, su invito della
Biennale, dal Centro Studi Cinematogra-
fici, dalla F ederazione Italiana dei Cine-
forum, dalla Federazione Italiana dei
Circoli del Cinema e dall'Unione dei
Circoli del Cinema dell'ARCI, e si e
svolta dal 24 al 27 cttobre a Venezia
nelle sale dei cinema Moderno e S. Mar-
gherita e a Mestre nel tendone di piaz-
zale Candiani. Le quattro Associazioni
hanno formulato un programma che, ar-
ticolandosi in tre giornate, ha compreso
un convegno-dibattito sulla Biennale, e
tre relazioni rispettivamente di Sandro
Zambetti su « Rapporti Biennale - As-
sociazionismo », Sandro Scandolara su
« Rapporti Biennale - Territorio » ( sul-
la base di una indagine eseguita dalle
associazioni nelle regioni venete) , Filip-
po M. De Sanctis su « Proposte di la-
voro »; sempre nell'ambito della sezio-
ne, sono stati anche riproposti film gia
presentati in altre sezioni, sono stati
proiettati alcuni nastri illustranti l'uso
del videotape quale mezzo di comunica-
zione piu adatto, in questo momento, ad
essere utilizzato in termini di coinvolgi-
mento e responsabilizzazione dai prota-
gonisti stessi degli avvenimenti e dei
problemi fa tti oggetto della comunica-
zione, e un'analisi dei vari modi di "co-
municare" un fatto.
Per meglio comprendere il significato
della proposta d'intervento articolata in
questo programma, va tenuto presente
lo sforzo comune alle quattro associa-
zioni di creare un'entita operante nella
logica del movimento di massa, con
l'obiettivo di intervenire su tutti 1 pro-
blemi in relazione ai mezzi di comuni-
cazione nella misura in cuí questi inci-
dono sulla scelta tra conservazione e mu-
tamento. Ogni forma di comunicazione
interessa quindi le quattro associazioni,
che si sono convinte della necessita di
modifiche radicali nel rapporto fra pro-
duzione e fruizione dei materiali, mo-
difiche che si risolvono nella messa in
causa dell'idea stessa di "pubblico",
visto come un insieme di consumatori
passivi da sostituire con un insieme di
consumatori attivi, cioe di forze sociali
protagoniste attive della comunicazione
in tutte le sue fasi . Da questo concetto
nasce un logico opporsi sía alle strutture
di produzione e di distribuzione priva-
tistiche, che per loro natura si manten-
gono ancorate alla logica del profitto, e
sono quindi volte a tenere la comuni-
cazione entro i dettami vincolanti dei
meccanismi di mercato, sia alle iniziati-
ve che, pur volte alla trasformazione del-
le stesse strutture "pubbliche", si lascia-
no troppo frequentemente confinare in
una funzione complementare nei con-
fronti di quelle prívate.
Il programma dei film proposti e stato
integrato con dibattiti aventi lo scopo
di esemplificare e verificare al tempo
stesso la merodologia abitualmente adot-
tata dalle Associazioni nell'u tilizzazione
dei materiali cinematografici. Per quan-
to riguarda la scelta, essa e caduta su
films in programma nelle s~zioni « Pro-
poste di nuovi films per un arricchimen-
to culturale dell'ofierta cinematografica »
e« Donna e cinema»; sono stati visti e
discussi i seguenti films: E comincio il
viaggio nella vertigine, di Toni De Gre-
gario (Italia, 197 4); V ermisat, di Mario
Brenta (Italia, 1974); Genera/e Idi
Amin Dada, di Barbet Schroeder (Fran-
cia, 197 4); Fascista, di Nico Naldini
( Italia, 197 4); Gelegenheitsarbeit einer
Sklavin, di Alexander Kluge ( R.F.T.,
1974); L'ultimo giorno di scuola prima
delte vacanze di Natale, di Gian Vittorio
Baldi ( Italia, 1974); Femmes , femmes,
di Paul Vecchiali (Francia, 1974).
Al dibattito seguito alla proiezione di
Femmes, femmes erano presenti l'autore
e Pier Paolo Pasolini, che hanno da to
origine a una discussione animata e in-
teressante: Il dibattito riguardante E co-
mincio il viaggio nella vertigine si e svol-
to alla presenza del regista e di Giorgio
Bocea, Gideon Bachman, Gianni Toti e
Sandro Zambetti. La discussione, sempre
vivace e a vol te molto accesa, ha toc-
cato problemi cinematografici e politici,
mettendo in luce l'attualita di un film
che affronta il tema, peraltro storicizza-
to, dello stalinismo: un tema che susci-
ta sempre discussioni e prese di posi-
zione sia emotive che ideologiche. Gran-
de la partecipazione di pubblico a tutte
le proiezioni. Alla presenza dell'autore,
Mario Brenta, si e svolto anche il dibat-
tito su Vermisat: la discussione ha toc-
cato temí relativi all'emarginazione uma-
na, ai condizionamenti del sottoproleta-
riato, alla societa industrializzata. Un par-
ticolare giudizio favorevole e stato dato
su! protagonista, Cario Cabrini, un po'
non attore, un po' espertissimo profes-
sionista, essendo stato, molti anni fa, al
centro di un importante film di Erman-
no Olmi, I fidanzati
Per quanto riguarda i videotapes invece,
registrando varie esperienze e interven-
ti, sono stati proposti nastri che hanno
toccato diversi temi, da! problema delle
colonie per i figli dei lavoratori ( con
particolare riferimento alla colonia esti-
va di Pallanza, nella quale vengono ospi-
tati i figli dei lavoratori della Montedi-
son di Porto Marghera), a quello della
sofisticazione alimentare, con riferimen-
ro alla vicenda giudiziaria dell 'ing. Chia-
ri e del suo olio di colza; dal movimen-
to contadino nella zona di Castelfranco
Veneto, al reinserimento degli handicap-
pati ( questo nastro e stato gira to in una
scuola elementare, dove Franco Soma-
cher, il maestro, va perseguendo questo
scopo da anni). Sono stati ancora pro-
posti videonastri sul sindacato di poli-
zia, realizzato attraverso interviste al di-
rettore del periodico « Ordine Pubbli-
2.¡.r
co » e ad alcuni sottufficiali di PS, sulla
cassa integrazione guadagni, con riferi-
rnento ad interventi di Consigli di fab-
brica di Porto Marghera e su discussioni
di quartiere relative ai problerni della
applicazione della legge speciale per Ve-
nezra.
Infine, per esemplificare i diversi modi
di comunicare un avvenirnento, e stato
scelto il terna della strage del treno « Ita-
licus » riproponendo il documentario
Strage a San Benedetto V al di Sambro
gia prograrnmato nella sezione « Cronaca
su! Fascismo ». Sono state analizzate al
riguardo, quali fonti di informazione, an-
che mediante riproduzioni in giganto-
grafia, i giornali quotidiani « Il Gazzet-
tino » di Venezia, « Il Resto del Carli-
no » di Bologna, e tutti i prograrnrni te-
levisivi della Radiotelevisione italiana ri-
guardanti la strage.
Nella sezione sono stati presentati i se-
guenti nastri: nel gruppo « Videotape:
esperienze >>: Colonia estiva per i figli
dei lavoratori della Montedison,· Olio di
stato; Il movimento contadino nella zona
e
di Castelfranco V ene to,· C' una scuola
anche per Roberto,· Sindacato di poli-
zia. Ne! gruppo « Videotape: interven-
ti »: Marghera; Venezia/Castello.
Infine, come momento di verifica del
rapporto delle Associazioni con la Bien-
nale e di approfondimento delle prospet-
 tive future, si e svolto - nelle mattina-
te dei giorni 25, 26, 27 ottobre - un
Convegno sul tema « Associazionismo,
partecipazione, Biennale », aperto al
pubblico, anche al fine di verificare la
validita di akune proposte concrete del-
le Associazioni, riguardanti per un verso
l'allargamento dell'attivita della Bienna-
le al territorio veneto, e, per altro verso,
il respiro internazionale necessario ad
un 'istituz ione culturale interessata a pro-
blemi di interesse cosí generale, quali
sono quelli riassumibili nella dimensio-
ne "pubblica" della comunicazione.
Il pubblico ha partecipato numeroso a
queste quattro giornate, dimostrando
cosí il su.o interesse per la manifesta-
zione. Utili informazioni sui videotapes
presentati nell'ambito della sezione, e
sugli scopi della sezione stessa, sono stati
forniti da un quaderno illustrato pub-
blicato a cura dell'Ente.
242
Convegno « Cinema: industria e
cultura »
Il Convegno « Cinema: industria e cul-
tura » che si e svolto a Venezia al cine-
ma Moderno il 28 e 29 ottobre 197 4
ha visto la presenza, l'intervento e fra la sua consapevolezza e le sue pos-
l'adesione di molti critici, autori, ope-
ratori economici e culturali. I lavori
sono stati aperti dal Presidente della
Biennale, Carlo Ripa di Meana, il qua-
le ha brevemente fatto il punto della si-
tuazione in cui l'Ente e le manifesta-
zioni si venivano a trovare, circa a meta
del loro cammino, fra vivaci polemiche
da un lato e dall'altro esigenze di riba-
dire una presenza e una volonta di rin-
noyamento. In particolare il Presidente
chiedeva ai presentí, al di la dei lavori
stessi del Convegno, di esprimere il pro-
prio giudizio e i propri suggerimenti in
generale su tutta l'attivita e il lavoro
della Biennale, giudizio e suggerimenti
validi anche per le prospettive future.
Le basi della discussione sono state poste
da una relazione tecnica e informativa
di "notizie" presentate da Francesco Bol-
zoni e da un intervento di carattere squi-
sitamente teorico ricco di "interrogativi"
posti da Pier Paolo Pasolini. Quello di
Bolzoni e stato un ampio excursus sto-
rico sulla situazione industriale e pro-
duttiva del cinema italiano dal 194 5 a
oggi, le sue difficolta e le sue afferma-
zioni, gli aspetti economico-legislativi e
l'evolversi di un discorso culturale. Gli
"interroga tivi" di Pasolini sono di ca-
rattere filosofico e ideologico, sul "dis-
sacrare l'innocenza idealistica dell'arte"
e sulla "ambigu ita " di ogni opera cine-
matografica. Il suo intento e stato quel-
lo di "porre un problema" che per altro
ha immediatamente attratto l'attenzione
e l'interesse dei presentí.
Sono cosí intervenuti, fra gli altri, Vit-
torio Boarini, responsabile della Cinete-
ca del Comune di Bologna nell'ambito
della Biblioteca dell' Archiginnasio, e se-
gretario della Mostra del Cinema Libero
di Porretta Terme, il quale si e soffer-
mato in modo particolare sui caratteri
della metodología marxista nell'analisi
artística, e poi sulla cosiddetta antino-
mia arte-merce, sottolineando che il
marxismo puo essere critica dell 'arte e
mai estetica. Toni De Gregario ha mes-
so l'accento sul dramma dell'autore e
sulla chiarezza che egli deve ricercare
in se stesso. Mauro Manciotti ha pro-
posto anche un'indagine su dilacerazioni
non solo dialettiche ma personali e indi-
viduali, all'interno dell'uomo, ad esem-
pio fra la sua cultura e la sua volanta,
sibili ta. Toti ha ripreso la contraddizione
esistente nell'arte considera ta come "mer-
ce", arte prodotta e riprodotta quanti-
tativamente cioe per essere diffusa e ven-
duta. José Pantieri ha messo l'accento
sulla qualita e la continuita del mes-
saggio degli autori dei cortometraggi,
in particolare dei grandi autori del ci-
nema comico, i quali hanno superara
da un lato la prava del tempo e dal-
l'altro hanno raggiunto con successo
spettatori di ogni eta e di ogni pre-
parazione culturale. Claudio Sorgi ha
sottolineato che anche ne! Vangelo e in
alcuni autori cristiani il problema del
condizionamento materiale e posta in
modo preciso, di fronte alle scelte mo-
rali; e ha visto espos ti nella relazione di
Bolzoni i dati fondamentali di questo
dualismo, nella loro estrinsecazione pra-
tica. Angelo Schwarz ha messo l'accento
sulle tecniche che oggi permettono una
riproducibilita dell'opera d'arte e sul fe-
nomeno della "mercificazione", cosicché
il confronto col passato non viene fatto
in condizioni analoghe. Camillo Marino
ha levato una ferma protesta contra
coloro che hanno polemizzato o messo
in dubbio alcuni cardini fondamentali
dell'estetica marxista. Silvano Battisti
ha considerato molto interessante l'at-
tenzione dedica ta da un critico ( Bolzo-
ni) a fenomeni economici e legislativi,
e nello stesso tempo ha richiamato l'at-
tenzione sulla scarsa disponibilita di stu-
di e di testi che indaghino gli aspetti
economici e legislativi del cinema , aspet -
ti in continua evoluzione anch'essi, e
estremamente condizionanti. Mario Val-
demarin ha messo l'accento sulla con-
dizione dell'attore italiano, cioe dell'at-
tore italiano nel cinema italiano, cine-
ma che si giova soltanto per il cinquan-
ta per cento di attori professionisti,
cosí che la stessa categoría degli attori
vive con difficolta causa quella che egli
ha considerato debolezza o malcostume
o non-conoscenza o pigrizia di molti
registi. Toti ha poi ripreso il tema dei
"madi di produzione", riandando alla
propria esperienza d'autore con l'ente ci-
nematografico di Stato. Luigi Zampa , an-
che su testimonianze personali, ha rac-
co!to il discorso della utilizzazione e del-
la disponibilita degli attori italiani, invi-
tandoli anche a una maggiore organiz-
zazione della propria organizzazione pro-
fessionale. Carlo Montanaro del Cinefo-
rum Italiano ha messo l'accento sulle
difficoltache i circoli di cultura cinemato-
grafica incontrano nel rifornirsi di films,
per certe durezze e difficolta del mercato
commerciale; inoltre ha stigmatizzato la
mancanza di coraggio e di iniziative di
molti autori ad uscire dai condiziona-
menti e dai sistemi produttivi dominan-
ti, e una sproporzione fra le quotazioni
commerciali di alcuni attori e il loro
impegno politico e sociale . Panza , di un ·
circolo cultural e universitario di Roma,
ha sottolineato la necessita di un lin-
guaggio divulgativo comprensibile e non
riservato a una qualsiasi élite culturale,
nonché la necessita di un'attivita conti-
nuativa di educazione popolare cinema-
tografica, anche con la disponibilita di
copie e la loro circolazione; in partico-
lare ha chiesto la distribuzione dei films
della Biennale, e una concreta presa di
responsabilita degli au tori e dei cri tici .
Messaggi di adesione sono giunti al
Convegno, fra gli altri, da Cesare Zavat-
tini, Mario Monicelli, Vittorio Gassman,
Beniamino Finocchiaro, Adolfo Celi, Al-
do Bernardini , Luciano Lucignani, Gio-
vanni Graz zini anche quale presidente
del Sindacato Nazionale Critici Cinema-
tografici Italiani, Liliana Cavani, Carlo
Baima , Fran z De Biase, Guido Fink, Al-
vise Zorzi, Lidio Bozzini, Luigi Lanzil-
lotta, Andrea Melodía , Mario Natale ,
Claudia Fava, Paolo Taviani, Vittorio
Taviani, Florestano Vancini, Gianmaria
Guglielmino, Domenico Meccoli , Luigi
Chiarini, Francesco Rosi. Fra i presentí
erano Paolo Gobetti, Gianni Rondolino,
Edoardo Bruno, Marcello Clemente, Fi-
lippo M. De Sanctis, Claudia Novelli,
Aurora Santuari, Tullio Cicciarelli, Tino
Ranieri, Claudio Zanchi , Giovanni Amo-
ne, Ermanno Comuzio, Vincenzo Incisa,
Giuseppe Risso, Ugo Casiraghi, Pio Bal-
delli.
In sostanza il Convegno, come ha rile-
vato in chiusura anche il direttore del
Settore Cinema e spettacolo televisivo
della Biennale Giacomo Gambetti, e sta- 2 43
to anch'esso un punto di partenza, una
verifica d'avvio in un nuovo tipo di con-
tatti e di iniziative: e stata fra l'altro
l'unica occasione in cuí critici, operatori
culturali di base, autori, spettatori si
sono incontrati nel corso del programma
del settore. Si e trattato di raccogliere
suggerimenti, proposte , temi , spunti per
un lavoro da fare, notizie d 'avvio, anche,
per nuove iniziative future , da preparar-
si organicamente e con ben maggiore
tempestivita in modo da non soffrire,
come tutta la Biennale 1974, della ur-
genza organizzativa. La necessita dell 'in-
contrarsi e del confrontare i reciproci
punti di vista, il conoscersi essendo e
sentendosi tutti partecipi della medesi-
ma necessita operativa e culturale, in
un coinvolgimento nuovo che e quello
di tutta la nuova Biennale, la confer-
mata attesa e il confermato interesse per
i risultati dei convegni delle associazioni
culturali e delle cooperative di produ-
zione cinematografica, le difficolta gra-
vissime obiettive e generali di tutte le
manifestazioni di far realmente circolare
i loro films, anche questi sono momenti
che il Convegno ha toccato , con molto
interesse di tutti gli intervenuti. Gran-
dissima attenzione e una grande quantita
di presenze anche per alcuni films italia-
ni di distribuzione Italnoleggio presen-
tati appositamente, e cioe Partner di
 Bernardo Bertolucci , Un certo giarno di
Ermanno Olmi, L 'alibi di Vittorio Ga ss-
man, Adolfo Celi, Luciano Lucignani ,
I clowns di Federico Fellini, Lettera
aperta a un ?,iornale della sera di Fran-
cesco Maselli, Sulla via di Damasco di
Gianni Toti.
Cinema cooperativo
La sezione « Cinema Cooperativo » s1 e
svolta dall'l al 4 novembre presso il ci-
nema S. Margherita, a Venezia, e il 3
novembre ha effettuato proie zioni al ten-
done di piazzale Candiani a Mestre. Essa
ha proposto un incontro sul tema « Co-
struzione e sviluppo della cooperazione
culturale al servizio della collettivita,
per una crescita civile del paese », di-
versi videointerventi e proiezioni di
films cooperativi, "indipendenti" e "a
partecipazione". L'incontro si e aperto
24_¡.con il saluto del Presidente della Bien-
nale, Cario Ripa di Meana , il quale , fa-
cendo riferimento all'impegno dell'Enre
a modificare il rapporto mercantilistico
delle strutture culturali, ha invitato il
Consorzio Nazionale Cooperative Cine-
matografiche, organizzatore dell'incon-
tro, a formulare proposte concrete per
una sua piu ampia presen za nell'ambito
della Biennale 197 5.
Il dibattito, aperto dopo la relazione del
Presidente del Consorzio, Luigi Faccini,
si e protratto per tutta la giornata ed
e stato animato da piu di venti interven-
ti di rappresentanti delle cooperative ci-
nematografiche, teatrali, di editori e di
scrittori , dei sindacati, delle associazio-
ni di base e degli autori cinematografici ,
del sindacato scrittori, dei consigli di
fabbrica e dei CRAL del territorio ve-
nero; sono emerse posizioni e proposte
particolarmente significative in un con-
fronto ricco di sollecitazioni.
Sía nell'intervento del Vice-presidente
della Lega Nazionale Cooperative e Mu-
tue, Luciano Vigone, che in quello con-
clusivo del Vice-presidente del Consor-
zio, Manfredo Matteoli, e emersa la pro-
posta di proseguire i lavori con lo studio
e l'analisi dell'incontro, i cuí atti ver-
ranno al piu presto pubblicati, per arri-
vare, attraverso la creazione di un'asso-
ciazione della cultura cooperativa, a ela-
borare un programma unitario in accor-
do con tutte le forze culturali, sociali e
poliriche dell 'arco costituzionale.
La Cooperazione italiana era presente a
Venezia in questa cccasione su iniziati·
va del Con sorzio Nazionale Cooperative
Cinematografiche, un organismo coope-
rativo che e stato costituito nel dicem-
bre 1973 per operare nel campo della
cultura, dell 'informazione e dello spet-
tacolo attraverso attivita cinematografi-
che e audiovisive in genere, con Gni mu·
tualistici e non di lucro. Ad esso ade-
riscono . attualmente 15 cooperative
( A.A.T.A., Bocea di Leone , C.L.C.T.,
Cine 2000, Cine Lasa, Coop Art, Coo-
perativa Cinema Democrarico, 1O G,
Filmcoop, Goldco::ip, Tskra , M.T.C.,
Nuova Comunicazione, N.C.D. , 15 Mag-
gio ) che svolgono attivita di verse ( pro·
duzione, distribuzione, doppiag gio, edi-
zione , etc.) e raccolgono sotto l'identico
scopo sociale oltre cinquecento soci tra
attori, autori, operatori culturali, tecni-
ci e maestran ze.
Una collabora zione e stat a anche pre-
vista tra il CNCC e ]'Ente Autonomo
Gestione Cin ema che, costituito con de-
creto presidenziale nel maggio del 1958,
ha , come e noto, il compito di coordi-
nare l'intera attivita cinemato graGca nel
settore pubblico. Detta collaborazione ,
lamentano le cooperative, ha pero subito
vari ritardi, soprattutto a seguito della
richiesta dell'I talnoleggio di ricevere "ga·
ranzie idonee " sulle opere finanziate , ga·
ranzie che si identificherebbero con una
polizza assicurativa capace di coprire la
eccedenza di costo rispetto al preven-
tivo o, in caso di una mancara consegna
del film, con il rimborso all'Ente del-
l'intera cifra investita. Dato che l'accet·
tazione di tale pc lizza significherebbe un
inevitabile e massiccio intervento nella
gestione dei films da parte della societa
assicuratrice, le trattative sono al mo-
mento ancora in corso.
L'incontro che ha apeno la sezione e
stato indetto sotto il patrocinio delle tre
centrali della cooperazione, e cioe l' As-
sociazione Generale Cooperative Italia-
ne, la Confederazione Cooperativa Ita·
liana, la Lega Nazionale Cooperative e
Mutue. Tra gli scopi principali che il
CNCC si prefigge si ritrovano sia quello
di contribuire, attraverso l'autogestione
delle iniziative produttive , all'eliminazio.
ne dei condizionamenti che la logica pro-
fittuale impone ai prodotti cul turali, sia
quello di porre in essere un rapporto
dialettico tra chi realizza il film e il
fruitore, e cioe di giungere al supera-
mento del mero momento produttivo
fine a se stesso individuando dove, co-
me, e a chi venga :ormulata la proposta
culturale. ln c¡uesto senso la cooperativa
rappresenta uno degli srrumenti capaci
di affrontare questa temarica. Infatti, da!
punto di vista strutturale, essa si pone
al di fuori della logica speculativa del
produttore , prevedendo l'abbattimento
delle gerarchie artistiche, la divisione
delle responsabilita, l'equa ripartizione
degli utili, e la partecipazione collettiva
alla gestione dell'impresa. Cío non vuole
significare necessariámente abolizione
dei ruoli ed appiattimento dei valori, se
mai esaltazione delle risorse e delle ca-
pacita individua]i al servizio di un in-
teresse comunitario. Una simile impo-
stazione non puo che scontrarsi con la
logica dell'attuale sistema volto a privi-
legiare l'iniziativa privata e la sua pro-
duzione mercantile.
Le esperienze condotte nel settore tea-
trale e cinematografico ( e in parte in
quello editoriale) delle coopera ti ve di-
mostrano ampiamente la vitalita di
questi organismi, e la Joro capacita di
incidc:re sulle strutture e sullo sviluppo
della política culturale.
Tra ·¡ videointerventi presentati ;dalla
sezione, ricordiamo Trame nere: incon-
tro con Gius eppe Rosselli di « Paese
Sera», Marco Sassano del!' « Avanti .1 »
e Elisabetta Bonucci de « l'Unita », in
cui i giornalisti rispondono ad alcuni
quesiti sullo stato delle inchieste sui ten-
tativi di golpe in corso in diverse citta
italiane, e su altri problemi d 'a ttualita
política; T estimonianze sulle attivita
neo-fasciste a Roma, che, attraverso la
ricostruzione di diversi atti di violenza
fascista e un'intervista con Maurizio Fer-
rara, consigliere alla regione Lazio, in-
tende illustrare le ragioni per cui i par-
titi dell'arco democratico sono giunti a
promuovere anche a Roma un'inchiesta
sulle manifestazioni e Je forme del neo-
fascisrno nell'intera regione; Discussione
e !avaro in una cooperativa cinematogra-
fica, ne! quale i due autori, Faccini e
Lorenzini, espongono le difficolta incon-
trate nella realizzazione delle loro "ope-
re prime"; Te stimonianze sindacali sulla
cooperazione culturale, che ha proposto
gli interventi di Otello Ange]i, a nome
dei tre sindacati unitari dello spettacolo
FILS, FULS, UIL-Spettacolo, e di Alva-
ro Bonistalli e Enzo Bruno, che hanno
recato l'adesione del movimento coope-
rativo al Consorzio Nazionale delle
Cooperative Cinematografiche e, piu in
generale, a tutte le istanze culturali che
stanno trovando ne! mondo della coope-
razione un'attenzione e uno sbocco sem-
p re crescen ti .
Nella sezione sono stati ripresentati i
seguenti films, esempi spesso illustri dei
primi tentativi di una produzione coope-
rativa: Achtung , banditi', di Carlo Liz-
zani (Italia, 19 51 ) ; F rammenti di cro-
naca volgare, di Paolo Benvenuti ( J ta-
lia , 1971); Gatto selvaggio, di Andrca
Frezza ( Italia, 1969); Il sasso in bocea,
di Giuseppe Ferrara (Italia, 1971); La
Marseillaise, di J ean Reno ir ( Francia,
1938); Gu ns of the Trees, di Jonas
Mekas (U.S.A., 1961); Cronache di po- 245
veri amanti, di Carlo Lizzani ( Italia,
1953 ); The Sal! of the Earth, di H. J.
Biberman IU.S.A, 1954).
Per quanto riguarda l'affluenza di pub-
blico , la sezione ha registrato un note-
vole successo. Complessivamente infatti
sono stati venduti in quattro giornate
3.638 biglietti. Allo scopo di illustrare
le varíe opere presentare, spaziando nel
contempo sulla natura e gli scopi del
Cinema cooperativo, e stato pubblicato
un quaderno informativo della sezione
curato dalle cooperative stesse.
Luis Buñuel: 8 films
La sezione retrospettiva dedicara a Luis
Buñuel ha avuto luogo dall'll al 14 no-
vembre presso il cinema S. Margherita a
Venezia. Essa ha proposto un'indagine
particolare sulla produzione del grande
regista, articolata nella intervista a
Buñuel realizzata dall'ORTF, Cinéastes
de notre temps, nel film Simon del de-
sierto, e in otto films finara inediti in
Italia, presentati dalla Cineteca Nazio-
nale Messicana.
L'intervista e costítuita da una rievoca-
zione di Buñuel, nella quale íl regista ,
seduto sotto una pergola, con una bot-
tiglia di vino davanti, parla di Freud,
dei suoi amici, dei suoi inizí cinema-
tografici.
Simon del desierto, del 1965, s1 1spira
alla figura di Simeone stilita, un monaco
del V secolo che si ritiro dal mondo per
restare in comunione con Dio; nella se-
quenza finale Buñuel trasporta il suo per-
sonaggio dal deserto a una New York
del XX secolo, in un "night" del Green-
wich Village, di fronte alla scelta di
sottrarsi a quell'esperienza, o di viverla
fino alla fine.
Gli otto film inediti di Buñuel appar-
tengono al suo periodo "messicano"; so-
no stati girati dal regista dopo quasi
quindici anni di silenzio, fra il 1946 e
il 1954, dovendo fare ogni volta i conti
con delle esigenze commerciali. In ef-
fetti, c'e molto da scoprire anche in
queste opere, ricchissime come sono di
umori scoperti o sotterranei; e c'e modo
di osservare come si ritrovino in esse
costanti buñueliane, di carattere ideolo-
gico o stilistico, gia anticípate da L'Age
d'or o riprese e sviluppate poi, diretta-
mente o per allusione: situazioni tipiche,
permanenza di 'figure' ossessive, perso-
naggi emblematici, obiettivi polemici, ri-
cerche formali. Del resto Buñuel ha sem-
pre tenuta a precisare che, anche se
talvolta ha dovuto piegarsi a fare dei
film su commissione, non ha mai rinun-
ciato tuttavia ad alcuni principi basilari,
ai quali tiene quasi con ferocia: "In
Francia, negli Sta ti Uniti, ci sono im-
portanti registi, che scelgono 1le loro
opere, gli attori. ( . .. ) In Messico, io
faccio quello che mi offrono. Ho solo
alcuni tabu: niente apología della reli-
gione, della famiglia, della patria. E il
mio modo di essere fedele a me stesso.
Ma non mi considero disonorato da un
melodramma convenzionale. E la con-
venzione stessa a consentirmi di mante-
nere le distanze piu di quel che lo con-
senta la falsa liberta di alcuni films fran-
cesi".
Presentando questi films la sezione non
si proponeva tanto di creare un'occasio-
ne di ricostruzione filologica, quanto
piuttosto di offrire un modo per riper-
correre storicamente il formarsi di
un'opera che, nel suo complesso, costi-
tuisce un caso unico nella storia del
cinema.
Il primo film presentato dalla Cineteca
Nazionale Messicana, Gran Casino, fu
realizzato da Buñuel nel 1946, e un film
musicale che ottenne scarso successo al-
l'epoca della sua presentazione; "E un
film stupido - ha detto Buñuel -, ma
fatto con buon mestiere, e con qualche
seg uenza interessan te ... ". El gran ca-
lavera e invece un amabile divertisse-
ment che obbedisce sí alle convenzioni
del cinema messicano piu commerciale,
ma svolge anche uno dei temí prediletti
da Buñuel, quello di imparare a vivere
meglio. Susana e stato definito dal re-
gista "il mio peggior film ! " E un'opi-
nione non priva di fondamento, se lo si
guarda come un qualsiasi prodotto com-
merciale, ma se ci si prende il disturbo
di ripassare mentalmente i luoghi comu-
ni e le banalita piu atroci, si comprende
che l'autore ha 'ucciso' l'idiozia esaspe-
randola. La storia della protagonista, una
ragazza che semina lo scompiglio in una
famiglia estremamente borghese, diventa
allora uno scherzo delizioso, dietro al
quale si nascondono delle urla decisa-
mente buñueliane. La hija del engano,
del 1951, e un rifacimen to del film di
Luis Maquina, del quale Buñuel fu di-
rettore di produzione nel 193 5; durante
tutto il racconto il regista forza il sen-
timentalismo della vicenda, finché questo
diventa ironía e humour: e l'argomento
scioccamente moralista denuncia cosí, al-
l'improvviso, la sua sostanza critica. Una
mujer sin amor, anche del 1951, e tratto
da un'opera di Guy de Maupassant. Se-
cando Raymond Borde, nel protagonista
maschile si riscontra "quella esaspera-
zione, quell'incontrollabile violenza, que!
talento per l'insulto colorito che, dai
tempi di Modot in L'Age d'or, Buñuel
offre come antídoto all'edificante rasse-
gnazione dei personaggi per bene". In
El bruto, del 1952, l'azione si svolge
in una grande citta; il protagonista e
Pedro, un giovane macellaio sopranno-
minato "el bruto", che viene assunto da
un grosso proprietario di immobili per
riscuotere le sue fatture. Un giorno egli
uccide, con un manrovescio, l'operaio
Carmelo; fuggendo, il caso vuole ch'egli
si rifugi proprio in casa di Meche, la
figlia dell'ucciso, e che se ne innamori.
Vivendo con leí, Pedro si ammorbi-
disce e cerca di avvicinarsi al popolo, di
capirlo; ma il suo destino e segnato:
respinto da Meche, che ha saputo chi
egli e veramente, "el bruto" uccide il
suo ex datare di lavoro, e viene a sua
volta ucc1so dalla polizia. Dal punto di temps, di Jeanine Bazin e André La-
vista della realizzazione, El bruto e bartpe (Francia, 1967); Simon del de-
un'opera di eccellente fattura , piena di sierto, di Luis Buñuel (Messico, 1965);
quelle notazioni personali che sono tan- Gran Casino, di Luis Buñuel (Messico,
to care a Buñuel. "Melodramma subli- 1.946); El gran calavera, di Luis Bu-
me" lo definisce Kirou, ma non sarebbe ñuel (Messico, 1949); Susana, di Luis
sbagliato aggiungere "film nero e fol- Buñuel (Messico, 1950); La hija del
gorante". "El bruto avrebbe potuto es- engano, di Luis Buñuel (Messico,
sere una cosa buona - ha dichiarato 1951); Una mujer sin amor, di Luis
Buñuel in una intervista con i « Ca- Buñuel (Messico, 1951); El bruto, di
hiers » -. La sceneggiatura di Alcoriza Luis Buñuel ( Messico, 1952); La ilu-
e mía era abbastanza interessante, ma sion viaja en tranvía , di Luis Buñuel
me l'hanno fatta cambiare completamen- (Messico, 1953) ; El ria y la muerte,
te. Adesso e un film qualunque". di Luis Buñuel (Messico, 1954).
La ilusion viaja en tranvía, del 19 5 3, e Il pubblico e accorso numeroso ad as-
invece la storia di una fuga stramba e sistere a questa retrospettiva; comples-
divertente. Due giovani dipendenti del- . sivamente si sono venduti 2.527 bigliet-
la compagnia municipale dei trasporti ti. Un fascicolo informativo della sezio-
pubblici decidono di rimettere in uso ne e stato pubblicato a cura di Floriana
un vecchio tram. Questa vettura, im- Maudente.
messa senza motivo nella rete tramvia-
ria rigorosamente studiata dai tecnocra-
ti della compagnia, diventa un gioioso Dalton Trumbo
fattore di anarchia. I passeggeri, in arte- e Michelangelo Antonioni
sa alle fermate, non capiscono perché
247
non possono salire e, se salgono, perché Nelle giornate conclusive del ciclo delle
devono circolare senza biglietto. Cio manifestazioni cinematografiche , e di tut-
equivale a una beffarda distruzione del- to il programma autunnale 1974 della
le nostre abitudini, e mette in evidenza Biennale, hanno avuto particolare rilie-
i riflessi condizionati con cui una certa vo due eventi straordinari: la proiezione
educazione tiene a bada gli individui fuori programma del film di Dalton
come cani ammaestrati . Trumbo ]ohnny Got His Gun ( ... E
Infine, in El ria y la muerte, del 1954, Johnny prese il fucile), presenta to per la
Buñuel costruisce una specie di anti- prima volta in Italia e in versione ita-
western, con uno studio della dialettica liana, che ha avuto luogo íl 15 novembre
tra individualita e spirito comunitario. al Teatro La Fenice, e la presentazione
Un giovane medico dalle idee moderne , in anteprima di alcune sequenze del nuo-
che abita e lavora a Citta del Messico, vo film di Michelangelo Antonioni, Pro-
viene a sapere che e morto suo padre. fessione: reporter, insieme con la versio-
Tornando al paese per prendersi cura ne integrale a colorí del suo documen-
della madre, scopre che la morte del tario televisivo Chung Kuo - Cina. Il
padre non e che !'ultimo atto di una lun- soggetto di ]ohnny Got His Gun e trat-
ga faida familiare, e che la madre si to dal romanzo omonimo di Trumbo,
aspetta da lui la vendetta. Cío da origi- scritto nel 1938; racconta la storia di
ne a un duello emotivo fra madre e Joe Bonham, un soldato che, proprio
figlio, di marca típicamente buñueliana, nell'ultimo giorno della prima guerra
di un Buñuel nel suo aspetto piu tenero mondiale, viene dilaniato dallo scoppio
e sottile. Alla fine il medico riuscira a di una bomba. Prodigandosi in tutti i
porre termine alla faida, soprattutto per- modi, alcuni medici riescono a fario so-
ché e un uomo profondamente influen- pravvivere, anche se di lui non e rimasto
zato dagli aspetti piu positivi della vita che il tronco e il capo orribilmente mu-
cittadina; per Buñuel, infatti, perché un tilato; ciononostante Joe non si arrende
tentativo di sfuggire ad una data cultura alla mostruosa realta che e divenuta la
abbia successo, e sempre necessario sua vita, e ripercorre con la mente le
l'aiuto di cio che e esterno ad essa. tappe della sua esistenza, riflettendo sul-
In guesta sezione sono stati presentati le esperienze che ha conosciuto, le spe-
i seguenti films: Cinéastes de notre ranze, i sogni, i fallimenti, l'amore. Gra-
dualmente, fra lui e l'infermiera cbe lo
cura si stabilisce un tipo d'amore cbe gli
era rimasto sconosciuto, e il contatto con
il resto del mondo viene cosí ristabiliro ;
Joe Bonham e ormai pero troppo "di-
verso" , e il mondo non lo accetta. Egli
puo continuare a vivere, ma in segreto.
La possibilita di portare la storia di Joe
Bonbam sullo scbermo si presento a
Trumbo per la prima volta ne] 1964 ,
guando Gustavo Aliste, il produ ttore
messicano di Luis Buñuel, penso di ave-
re i fondi necessari per farlo, e che
Buñuel potesse appunto dirigerlo; per
due settimane Buñuel e Trumbo discus-
sero del film, poi Trumbo si accinse a
scrivere la sceneggiatura, ma guando
guesta , dopo cingue mesi, fu pronta, il
denaro per finanziare il film non era piu
disponibile. Al soggetto si interesso nuo-
vamente nel 1967 Bruce Campbell, un
produttore televisivo, rna fu solo due an-
ni dopo cbe, con l'aiuto del suo veccbio
amico Simon Lazarus, cbe gia aveva pro-
dotto ne! 1954 il film di H. J. Biberrnan
The Salt of the Earth, Trumbo riusd a
realizzare il suo film, divenendone anche
il regista. Il racconto cinematografico si
svolge in bianco e nero, mentre i ricordi
e i sogni sono a colorí; guanto allo stile,
esso "e puramente istintivo", ha dicbia-
rato lo stesso Trumbo in una intervista,
precisando: " .. . <levo confessare che so-
no completamente inconsapevole ( da!
punto di vista dello stile) salvo che amo
la semplici ta e che de tes to i trucchi ... ".
Quanto agli scopi, guesto e chiaramente
un film contro la guerra, che mira pero
a provocare non tanto una "repulsione
fisica", come ba ancora dichiarato il suo
autore, ma una " repulsione del cuore e
dell'anima". Johnny Got Hís Gun e il
primo film che Dalton Trumbo ha fatto
come regista, dato che la sua attivita
cinematografica si era precedentemente
limitata alla sceneggiatura; incluso nelle
famose "liste nere" maccartbiane, nel
1947 egli venne condannato a un anno
di prigione , e fu poi costretto a lavora-
re nell'ombra fino al 1960, firmando i
suoi scritti con degli pseudonimi. Ne]
19 57, col nome di Robert Rich , vinse
l' « Osear » per la miglior sceneggiatu-
ra, cbe rivendico apertamente: ]" 'inci-
dente" fu determinante in guanto costi-
tul la prima tappa dello sgretolarnento
della "lista nera". Fu appunto ne! 1960
che, con Exodus di Otto Preminger,
Trumbo ricomincio a firmare apertamen-
te le sue sceneggiature. Johnny Got HiJ
Gun fu presentato nel 1971 al Festival
di Cannes, dove vinse il Premio Spe-
ciale della Giuria e guello della Critica
Internazionale. In seguito, il film vinse
due premi al Festival Cinematografico
Internazionale di Atalanta, in Georgia,
e altri due al Festival di Belgrado . A Ve-
nezia e stata presentata in anteprima la
versione italiana.
Micbelangelo Antonioni, come e noto,
ha iniziato la sua carriera girando alcuni
documenrari, era cuí Gente del Po del
1943-1947, e L 'amorosa menzogna del
1948. Poi vennero i films cbe gli frutta-
rono il piu largo riconoscimento inter-
nazionale (Il vida, del 1957, la trilogía
composta da L 'avventu ra, La notte e
L 'eclisse, guindi Deserto rosso, Blow up
e Zabriskie Point) . La decisione di gira-
re un documentario sulla Cina per conto
della Radiotelevisione italiana fu presa
da Antonioni , come ba dichiarato lo
stesso regista in una conferen za stampa,
sia per un suo bisogno di " ritornare alle
origini", al suo passato di documenta-
rista, sía per analizzare e capire un paese
attraverso gli individui cbe lo compon-
gono; non tanto un film sulla Cina guin-
di, guanto un film sui cinesi, sull'indi-
viduo visto "ne! contesto della societa
in cui vive e nel paesaggio che lo cir-
conda" . L'imrnagine che ne deriva e quel-
la di una Cina nuova, inconsueta; un
paese dalle esigen ze spiri tu ali e di vita
completamente diverse dalle nostre. "E
stato per me un viaggio sulla Luna" ha
dichiarato Antonioni a proposito di un
suo incontro con gli esponenti della tele-
visione e del cinema cinesi, e di varíe
agenzie di stampa. " ... Manca va proprio
il mínimo comun denominatore culrura-
le, per cuí guando io ero costretto a ri-
correre a determínate cognizioni cu!tura-
li, appunto, non avevo nessun rimbalzo
perché non le conoscevano ... ".
Proprio in guesto guardare i valori della
vita da una diversa prospettiva si puo
cercare, almeno in parte, la spiegazione
della pur tardiva reazione cinese al film,
che e stato giudicato guasi come un
atto di diffamazione, un insulto al po-
polo cinese. "Quando il dibattito politi-
co e la rappresentazione artística coin-
volgono su scala mondiale culture diver·
se, arte e politica sono mediate anche
dall'antropologia e ( mi si consenta) dal-
la semiología", ha osservato Umberto
Ecoin un articolo apparso su « L'Espres-
so » dell'll dicembre 1974. "Non si puo
intavolare un dialogo su identici proble-
mi tra culture differenti se non si e ri-
solto il problema delle sovrastrutture
simboliche attraverso le quali civilta di-
verse si rappresentano gli stessi proble-
.,,
m1.
Chung Kuo - Cina era stato proiettato
dalla Radiotelevisione italiana, in bian-
co-nero, in due serate ne! 1973. A Ve-
nezia la proiezione in colore, che doveva
aver luogo nel Teatro La Fenice, ha in-
vece avuto luogo presso il cinema Olim-
pia il 16 novembre, e, a grande richiesta
del pubblico, al Palazzo del Cinema
il giorno dopo. Questo cambiamento e
stato la conseguenza dei passi che il go-
verno della Repubblica Popolare Cinese,
ravvisando nel documentario una deni-
grazione della rivoluzione cinese, ha cre-
duto di dover fare presso il governo ita-
liano, affinché il film non fosse program-
mato. Anche 1'Associazione I talia-Cina
ha manifestato la sua ostilita all'avveni-
mento, definendo la proiezione del film
"un atto provocatorio e offensivo contro
il popolo e il governo cinese". Tutto cio
sfocio nel divieto fatto alla Biennale da!
dott. Giovenco, prefetto di Venezia, di
usare della Fenice come sala di proie-
zione in quanto "inagibile" ( il giorno
precedente era stato tranquillamente pro-
iettato il film di Trumbo). La comuni-
cazione di tale divieto veniva data circa
due ore prima l'inizio della proiezione,
durante la conferenza-stampa tenuta da
Antonioni nelle Sale Apollinee del Tea-
tro La Fenice, nel tardo pomeriggio del
16 novembre.
In quell'occasione il regista ha confu-
tato punto per punto le accuse che gli
erano state mosse, respingendo l'insi-
nuazione di non aver apprezzato i frutti
della rivoluzione del proletariato in Ci-
na, e di un suo presunto legame con i
"revisionisti" russi. Tra l'altro, Anto-
nioni ha ricordato come alcuni rappre-
sentanti dell'Ambasciata cinese a Roma,
dopo esser stati tra i primi a vedere il
suo film, dichiararono: "Lei, signar An-
tonioni, ha guardato il nostro paese con
occhio molto affettuoso, e La ringrazia-
,,
mo .
Per non rinunciare alla programmazione
del film, cio che avrebbe significato ce-
dere a un inammissibile diktat estraneo
alle ragioni e all'autonomia della cultu-
ra, il presidente Cario Ripa di Meana
ha deciso immediatamente di far proiet-
tare l'opera di Antonioni in un'altra sala,
scegliendo quella del cinema Olimpia.
Prendendo nota dell'intervento del go-
verno cinese pres so il governo italiano
Ripa di Meana aveva dichiarato: "Ho sa-
puto dell'intervento diplomatico del-
l'Ambasciata della Repubblica Popolare
Cinese presso il Governo italiano, volto
ad evitare la proiezione del lungome-
tragggio a colorí Cina di Michelangelo
Antonioni nell'ambito del programma
della Biennale di Venezia. Alla richiesta
diplomatica devo solo una risposta: la
proiezione del lungometraggio di Anto-
nioni avra regolarmente luogo.
"La nuova Biennale di Venezia, consa-
pevole dell'importanza storica della ri-
voluzione cinese e delle sue conquiste, 2_¡.9
saluta nella Repubblica popolare il
grande impegno del popolo cinese nel-
l'affrontare i problemi di progresso e di
sviluppo della societa contemporanea .
"Sono convinto che gli amici cinesi com-
prenderanno lo spirito con cui la nuova
Biennale vuole valorizzare in un dibat-
tito ampio e democratico il lavoro degli
autori nella piu assoluta liberta. Questa
e del resto la premessa irrinunciabile
perché la Biennale di Venezia sia un cen-
tro internazionale di ricerca, di espres-
sione e di confronto capace di richiamare
da tutti i paesi Je realta nuove e deter-
minan ti della cultura e dell'arte di questi
anni in condizione di piena autonomía
creativa".
Cio non ha impedito a gruppetti di stu-
denti 'cinesi' di gremire il campo anti-
stante il cinema Olimpia scandendo slo-
gans, con cartelli, megafoni e volantini.
Per mantenere l'ordine all'interno e al-
i 'es terno del cinema il Questore ha dislo-
ca to notevoli forze di polizia, ma non
vi sono stati disordini.
Per quanto riguarda Professíone: repor-
ter, di cui sono state proiettate nella stes-
sa occasione tre sequenze, scelte dal regi-
sta, si puo dire che il film segna il rirorno
di Antonioni sugli schermi dopo quattro
anni di assenza, ed e forse il progetto
piu ambizioso della sua fortunata carrie-
ra. La storia e quella di un disilluso gior-
 nalista televisivo, che coglie l'opportu-
nita di iniziare una nuova vita imposses-
sandosi dell'identita di un morto cui
somiglia in modo singolare. Quando e
ormai troppo tardi, si accorge di avere
ereditato anche il suo passato. Il film ha
pero anche un'altra dimensione; infatti
e uno studio approfondito delle reazioni
umane attraverso gli occhi di due donne,
Rachel, la moglie del giornalista nella
sua 'prima' vita, e la ragazza hippy senza
nome che divide con lui la nuova esi-
stenza.
Nella conferenza-stampa tenuta il 16 no-
vembre alla Fenice, a proposito di Pro-
fessione: reporter, Antonioni ha dichia-
rato: "Sono convinto che nessun pezzo
di film sia significativo fuori del suo
contesto, essendo il film il risultato del
Résumé
250 Le programme du secteur Cinéma et spectacle
rélévisé de la Biennale , s'est déroulé du 12
octobre au 17 novembre , par de nombreuses
séances quoridiennes: jusqu'ií 18 specracles
dans 12 lieux de projection. Des sall es de
cinéma aux théatres, des chapiteaux de cirgue
aux salons des usines , environs 40.000 person-
ncs ont assisté aux 147 films, 66 débats, 5 ren -
conrres de discussion, 2 congres: la documen-
tation relative au programme susdir, a été
publiée par la Biennale dans 10 cahiers d'infor-
manon.
Griice a la collaboration des Archives Nariona-
les cinématographiques de la Résistance de Tu -
rin, la section « Chroniques sur le fascisme » a
collectionné des films réalisés en Europe en
1973-74, par des groupes collectifs de contre-
information forr polirisés et ses documentai-
res télévisés. Des matériaux, documents, et
réflexions sur le fascisme en Europe au-
jourd 'hui, vu dans ses origines, rélations, phé-
nomenes essentiels par rapporr au néo-fascisme
ita!ien, fran~ais , espagnol, et les dictatures de
droite en Grece et au Portugal. Parmi les 33
fi:ms tres actuels exprimant une forre accusa-
tion sociale et politique, certains sur des atten-
tats tres récents, voire Brescia et le train
« Italicus », d'autres sur le colonialisme en Afri-
que et les dicratures en Espagne, Portugal et
Grece , ont étés les plus éloquents et intéres-
sanrs. leí Polytechnique, sur la révolte des
étudiants grecs, a vu une affluence exceptio-
nelle du public.
Du 13 au 20 octobre le cycle « Film, connais -
sance et débat » a présenté au moyen des Asso-
ciarions culturelles de base, de l'ARCI et de
la Fédération des Cinéforums, des films con-
cernant l'Amérique Latine qui ont donné un
panorama cinématographique et socia l de ces
nations, par l'iUustration des inquiétudes, né-
connubio o del contrasto tra le sue partí.
Ma ho la speranza che il pubblico di
questa BiennaJe, forse piu di quello delle
Mostre precedenti, sia in grado di intui-
re quello che c'e dietro queste immagini,
e che almeno una certa atmosfera e i
motivi narrativi e morali che la produ-
cono, riesca ugualmente ad afferrarli".
Nonostante le polemiche, gli ostacoli e i
contrattempi cui si e fatto cenno, circa
3 .000 persone hanno potu to assistere
alle proiezioni di Chung Kuo - Cina e
Pro/essione: reporter.
A corollario delle attivita del settore va
anche segnalata una giornata, il 15 no-
vembre, dedicata al Centro Sperimenta-
le di Cinematografia di Roma, i cuí al-
lievi hanno presentato alcune opere, poi
discusse nel corso di un dibattito. ( v.g.)
Summary
The « Cinema and Television Entenainment »
sector , directed by Giacomo Gambetti, provid-
ed 147 films which were shown , from 12th
O:rober to l 7th November, in cinemas, theatres,
circus marquees and factories . Alrogether, the
public numbered about 40.000 people, and 66
debates, 5 meetings and 2 conferences were
held in che span of events. Also , ten pamphlets
illusrrating each section of the foregoing sector
were published by the Biennale.
The « 1973-1974 Chronicles on Fascism »
section opened the 12th October; films and
documentaries on european fascism were
shown, in which its origins and development
were raken into account, also referring to right
wing régimes in Greece and Portugal, and to
neo-fascism in France, England, Iraly and
Spain. Recent terrorisric attempts ( the one
made on the « Italicus » train, for instance),
Colonialism in Africa, dictatorships in Spain,
Portugal and Italy were also dealt with. Qui
Politecnico ( Here Polytechnic) by Dimitri
Makris , was particularly appreciated by the
public.
The « Film , lnformátion and Debates » section
opened on the 12th October and included
films presented by ARCI and Cineforum Fede-
ration which dealt with Latin American themes
illustrating the needs, worries, battles and
values of the South-American Continent. Tupa.
maros 1972, which was shot secrerly, dea!t
with Tupamaros' action in Uruguay; Memorias
del subdesarollo ( Recollections of Underdeve·
lopment) by Tomas Gutierres Alea, was a
good example of artistic Cuban cinema.
Sorne of the films presented were either the
work of political co'lective groups or of inde·
pendent équipes, while three documentaries on
the Unidad Popular in Chile, which had already
been shown in the « Witness on Chile»
céssités, lurtes et valeurs du conrinent amen-
cain. Entre autre sont a souligner trois filrns
sur le Chili de Unidad Popular, déjií projetés
dans le cyde sur le Chili. Le film Tupamaros
1972,est un exemple de production dande-
stine sur des actions clandestines; Memorias
del subdesaroilo di Tomas Gutierres Alea ( Cu-
ba 1967) est au contraire un exemple remar-
quable du cinéma d'auteur de CubJ. Toutes
les autres oeuvrcs sont produites par des
group:.s collectifs politiques ou des équipes
de production indépendante; Deus e o diabo
na !erra do sol par Glauber Rocha (Brésil
1964),désormais fameux ou par des réalisateurs
étrangers comme Rossellini dans La forza e la
ragione (1972) et Gian Vittorio Baldi daos
L'ultimo giorno di scuola prima de/le vacanze
di Natale, ou il s'agit de la Résistance italien-
ne vue par les yeux d'un jeune homme.
Etre véhicule international de connaissance, te!
était le but de la série de filrns réunis sous le
titre « Propositions de nouveaux films pour
un enrichissement culture!». Les 21 films
étaient d'arguments tres divers et suivaient des
intérets tres vastes, si bien que du 19 octobre
au 8 novembre 11.000 personnes environs, y
ont assisté et les nombreux débats qui ont
suivi les projections , ont vu une participation
passionnée. Le film de Nico Naldini, surtout
Fascista, qui a ouvert la série, a suscité un
intéret tout particulier par son argument. Le
fascisme y est illustré par des matériaux
authemiques de la propagande et des célébra-
tions, daos l'ordre chronologique du 24 octobre
1922,au 10 juin 1940. Les images sont illustrées
par la voix de l'écrivain Giorgio Bassani, ou par
les commentaires et les musiques originales.
Paralle'e au peuple toujours applaudissant ,aux
rituels spectaculaires et vides, il y a le phéno-
mene Mussolini, ce cas clinique hors de la
réalité, de la raison, totalement faux et fou
das son exhibition narcissique. Général Amin
!di Dada de Barbet Schro~d~r a été tourné
avec la participation et la collaboration du
dictateur ugandais lui méme. Tres intéressant
Vermissat de Mario Brenta, qui présente ];
vie des vagabonds , mendiants, des exclus que
la société n'accepte pas. Tant qu'ils restent
en dehors ils peuvenr encare vivre leur vie,
mais des qu 'ils entrent en contact avec la socié-
té institutionnelle inhumaine, ils sont écrasés.
E comincio il viaggio nella vertigine ( Voyage
daos le vertige) par Toni de Gregario, qui
décrit l'histoire d'une communiste intellectuel-
le, condamnée par Stalin aux travaux forcés
qui garde ií tout prix sa foi dans l'idée so'.
cialiste. Des 4 films présenrés par Paul Vec-
chiali, Femmes, femmes a peut-étre été le plus
complet daos son analyse de deux femmes,
actrices manquées, qui tachent de retrouver un
équilibre et une raison de vie. Ces deux der-
niers films ont vu une affluence exceptionnelle
du public. Daos d'autres films on trouve les
themes des vieux, de la déception politique,
des minorités ethniques et linguistiques, de
la vie privée d'un champion, la critique du
folklore, la folie et la psychiatrie. Chamula
de Archibald Burns et Méridien 100 de Al-
fredo Joskovicz, traitaient les problemes des
populations indios en contact avec la civili-
section, were also included. Deus e o diabo na
terra do sol ( God and the Devil in the Land of
Sunshine) by Glauber Rocha and L 'ultimo gior-
no di scuola prima de/le vacanze di Natale
( Breaking-up Day Before Christmas Holidays)
by Gian Vittorio Baldi were presented outside
the programme. It dealt with Italian Resistance
as seen through a boy's eyes.
The « Proposals for new íilms. For a Cultural
Enrichment of Cinematographic Contribution »
section was meant as an "international vehicle
of information", its filrns dealing with manifold
subjects; it opened on the 19th October, and,
on the whole, about 10.000 pi;:ople attended.
Fascista (Fascist) by Nico Naldini,, was the
first film to be presented and it drew the
public's interest to a great extent, particularly
because of its subject; Fascism was illustrated
there through its own propaganda materials,
concerning the evenrs from the 24th October
1922 to the lüth June 1940. Giorgio Bassani
was the speaker, whi!e the original comments
and music were maintained in order to reach
a better understanding of that demagogic
"monstrum" who was Mussolini . General
Amin Idi Dada, by Barbet Schroeder was shot
with the collaboration of the Uganda dictator
himself. Vermisat by Mario Brenta, dealt with
those tramps and beggars who, already iso- 25I
lated in an agricultura! type of economy, are
set aside by contemporary society. E comincio
il viaggio ne/la vertigine ( And the J ourney
into Verrigo started), by Tony De Gregario ,
tells of Tania, an intellectual c:immunist, who
sticks to her faith in socialism though con-
demned to hard labour by Stalin. Four films
by Paul Vecchiali were also presented, among
which Femmes, femmes ( Women, Women),
the story of two actresses who refuse to own
their defeats, and of their struggles to keep
their emotion.al balance, eventually shattered
by an unforeseen inheritance which obliges the
t:wo women to face the reality they had tried
to escape from. Both E comincio il viaggio
nella vertigine and Femmes, femmes were great
successes. In Chamula by Archibaldo Burns
and Meridiano 100 by Alfredo Joskowicz the
situation of South America natives as regards
colonization and Christianity was gone into.
Finally, other trends such as the problems of
ethnical and linguistic minorities, old age,
madness and psychiatry were dealt with in
this series of films .
The « Women and Cinema» section opened
on October 19th and dealt with women's
new-found awareness as regards their functions
in politics as well as in family life; it was the
first attempt of the kind in Italy and was
flanked by various meetings and discussions
on feminism. Apart form Alexander Kluge's
Gelengenheitsarbeit einer Sklavin ( A Slave's
Occasional Work) all the films presented had
been directed by women, as it had been done
in the film festivals of New York, Berlín,
Lyon, and París, organized by the feminist
movement. Gelengenheitsarbeit einer Sklavin,
by Alexander Kluge, dwelt on women's ten-
dencies to renounce and on their basic indiffe-
rence to public life. Le Bonheur by Agnes Var-
 sation américaine, le heurt entre le Christia-
nisme et les énigmes des Maya.
« Femme et cinéma » a été la premiere mani-
festation en ltalie de ce genre et avec ce titrc:
elle se proposait comme une occasion de débat
sur le féminisme inrernational, parallcle au
débat sur la piece de Dacia Maraini dans le
secteur théarre. Les 17 films projetés du 19
octobre au 15 novembre dans plusieurs en-
droits, onr été écrits et dirigés presque tous par
des femmes, selon une détcrmination précise,
féministe et polémique . Les filrns onr été sou-
vent préscntés par les rnouvements de femrnes,
dans les Festivals a New-York, Berlín , Lyon,
Paris et ils sont produits par des groupes col-
lectifs, des productions indépcndantes, ce sont
souvenr de longs-rnétrages ou des documentai-
res, qui mcttent en évidence le passage d'une
position secondaire dans la famille et la société ,
a une pris e de conscience pers onnelle et politi-
que , nouve!le et courageuse. Apres Gelegen-
heitsarbeit einer Sk!avin ( Taches occasionnelles
d'une esclave) de Alexandcr Kluge, táches
qui provoquent l'év clution sus:lite, Le Bon-
hcur, donr parle Agnes Varda, se révele cause
et fruit de la souffrance d'autrui; Szbad Le-
legset ( Souffle libre) de Marta Mészaros réali-
sa1rice hongroise tres connue et Quelque
chose d'l!lt!re de la polonaise Vera Chicilova,
252
posenr le probleme de la liberté réclle inré-
ricure et pracique de la femme dans ses choix;
Pianeta Venere de l'italienne Elda Tattoli, re-
pond 1rcs bien a la siruation sociologique et
psychologique de la femme en ltalie, mais elle
donne aussi l'espoir d 'une revanche historiqué'
a r ravers le socialisme.
Le langage télévisif a été présenré par une série
ele « Téléfi'ms de l'Allemagne Occidentale »,
projetés du 21 au 26 octobre et du 11 au
14 novembre. Cette J~roduction, pas tres con-
nue du publique et de la critique, a pourtanr
un relief spécial dans ce secteur sur le plan
international. Peter Lilienrhal était le réalisa-
teur ele cinq cnrvres sur les six présentées: on
y remarque une cohérence de recherche, de
style et eles moyens employés; le gout des
métaphores et de l'expressionisme , s'unit a
une
sévere prise de conscience morale et civile.
C/aire ( 1966), histoire d'un homme dominé par
sa mere , Guernicct ( 1966), un couple qui se
dispute stupidcment sous le tragique bombar-
dement nni , Ser,:phine ( 196-1), Abschied
( 1965), \/ erbrechnen mil Vorbedacht ( 1974)
sonr les fi'ms de Lilienthal, qu i est devenu
un eles auteurs allemands les plus significatifs.
Dans le téléCilm Der /aider (Le braconnier)
de Volker Vogeler et Ulf Miehc du 1971, il
s'agit des dures années apres la guerre franco-
prussienne du 1870-71 et d'un combattant qui
deviene braconnier par manque de travail; les
atrocités de la guerre y sont illustrées d 'une
fac;:on crue et réaliste.
Une cinématographie presque inconnue ese celle
de la Suisse, que la Biennale a présenrée dans
le cycle « Cinéma helvétique d'aujourd'hui »
du 26 ocrobre au 9 novembre. Les tbemes de
ces Cilms sont assez proches de la sensibilicé
et clu cinéma italiens, bien que la réalité
da dealt with a family triangle, rejected by
che wife and accepted by tbe husband. Szabad
Lélegzet ( Free Breathing) by Marta Mészaros
ancl Qualcosa d'altro ( Something Different)
by Vera Cbitilova presentecl the problem of
inner freedom and choice, while Elda Tattoli,
with her Piane ta Venere (Venus Planet) wenr
inro the social and psychological situation of
Italian women, at the same time pointing out
a possible hisrorical revenge achievecl through
socialism.
« West-German Telefilm » section opened on
October 21st ancl was meanr to illustrate,
from a general point of view, the problems
concerning television means; German tclevision
was chosen because of its international renown
ancl value. Five out of che six films presented
were by Peter Lilienthal, ancl put into relief
his consistency as regards style, experimenra-
tion, ancl means as well as bis bent for expres-
sionism and mctaphors: what is more, a civil
and moral awarencss is never lacking from
his works . Claire, the history of a man domi-
nated by his mother , Guernica, dealing with
a couple engaged in futile quarrels while a
Nazisr bombing is going on, Seraphine,
Abschied, and V erbrechnen mit Vorbedacht are
che films by Lilienthal which were shown. Der
Jaider, by Volk e r Vogeler ancl Ulf Miehe, dea11
with the post 1870-1871 French-Prussian war
periocl; it is the story of a veteran who
becomes a poacher for lack of work: the atro·
cities of the conflict are illustrated there in a
blum and realistic way .
« Swiss Cinema To-day » section opened on
the 26th Ocrober; various films rarely shown
on everyday scrcens were presented , with 3000
people attending . The films dealt with social
and political themes sucl1 as ultra-conservatism,
the problems connected with Italian immigra-
tion, Swiss people's indifference ro evems no1
pertaining to their own country ancl rheir
distrust in and refusal of foreign workers, seen
as elements of social unbalance ancl disorder.
Black out , by Jean Luis Roy, tells the story
of an ole! couplc living in a chalet surrcunded
by a glade and shutting the outside world our
more and more; "It is obvious - observes
Guglielmo Volonterio - that che chalet repre-
sents Switzerland, while the outside space
represents foreign countries, felt ~s a dim and
clark menace ". About 1970 « The Group of
Five » was formed, with Tanner , Goretta , Roy,
Soutter and Rcusser as members, who tried
to produce films socially committecl, strcssing
che problems connected with "fro;1tier" work-
ers, the di!Iiculties undergone by couples work-
ing at clifferent hours and the crises arising
in familics owing to immigration; the theme
. of suicide was also deal t with both socially
and singly. The first director, chough, who
ever went into the subject of ltalian workers
in Switzerland was Alcxander Seiler who, in
1964, almosr provoked a scandal with Siamo
It aliani (We Are Ical ians) . Finally, Charles
mort ou vi/ ( Charles Deacl or Ali ve), by Alain
Tanner, is consiclered as the film which bese
contributed to the reviva! of Swiss cinema.
On the Biennale's inviration, che Cinemato-
sociale et politique de la Suisse soit tres dif-
férente de celle de l'Italie. La solidité de l'éco-
nomie er de la situation interne, l'illusion de
controler les choix politiques a travers les
référen::iums fréquents, ont engendré un im-
mobilisme politique qui détache et éloigne tout
citoyen de la participation et de la polémique.
3000 personnes pour 19 spectacles, ont été
tres inréressés par ces films, humains et dou-
bureux, qui avaient souvent comme protago-
nistes <les italiens. Dans les cruvres présentées
en eifet il s'agissait <les greves isolées des immi-
grés, de l'in<lifférence, du rcfus plus ou moins
conscient et violent <le la population suisse a
l'égard des étrangers, et meme de la méfiance
politique vers ces éléments jugés comme en-
nemis de l'or<lre pacifique he:vétiquc. Vers
1970,est né le "groupe des cinq" composé par
C:aude Goretta, Jean Louis Roy, Alain Tan-
ner, Soutter et Reusser. De ce groupe sont
sorris les jeunes réalisateurs d'une prc<luction
engagée sur le plan sociologique: cerrains films
présentés a Venise mettent en évidence le con-
traste du monde helvétique, rationnel et ordon-
né avec le caractcre des immigrés méridionaux,
italiens en particulier; le dramc des fronta-
l;ers, les difficultés des couples d'ouvriers aux
horaires alternés; le theme du suicide, sur le
phn pcrsonncl et sociale; le désarroi des fa.
milles séparées dequis longtemps a cause de
l'émigration. D'Alain Tanner , Charles mor/
ou vil a eu un retentissement imernational
comm~ exemplc remarquable du renouvelle-
ment du cinéma suisse. C'csr l'histoire d'un
h8mme <l'affaires qui abandonne so n rravail
pour sui\'re des bohémicns er finir dans une
maison de fous. C'est la une cruvre anticon -
vemionelle d riche de contenus humains, dans
un langage tres sobre.
P1usieurs associations de culture cinématogra-
phique et du spectacLe, tcls que le Cemre
d'études de Cinéma, les Fédérarions des Ciné -
clubs, des Cinéforums et de l'A RCJ, orn pré -
senré un programme en trois journé es, du 2-1
au 27 ocrobre, avec <les rencomres-débats. rela -
tions et un choix de films parmi les ditfércntcs
sections, et <les bandes magnétiquc:s pour il-
lustrer l'emploi aisé du videotape, dans l'e n-
quéte sociale et d'actualité . L'effort des quatre
2ssociations, est de créer un ensemble qui rra-
vaille au profit et au coeur du mouvemem des
masses, afín d'avoir un poids en toute occasion
ou le choix se fait emre la conservation el le
changement. Toute forme <le communication
est pourtant intéressée a ce but, qui s'appuie
sur le rapport entre producticn et usage de la
communication, pour transformer les usagers
passifs, en forces sociales actives dans tous les
moments de la communication. Méme la pro-
duction et la distributicn suivent les lois du
profit privé et les mécanismes du marché.
Dans ces príncipes onr été encadrées les réu-
nions de débats, les relations des orateurs:
la premiere a été ccntrée sur « Associations,
participation, Bicnnale », qui a propasé au
public les projets des associations culturelles,
afin d'étendre l'activité de l'Institution a tour
le territoire régional, et au meme temps
sauvegarder la portée internationale de ses
intérets généraux a dimension publique. Une
graphic Srudies Centre, the Italian f<ederation
of Cineforum, the ltalian Federation of Cinema
Clubs and ARCI, ran thc « Cinema, Commu-
nication, Participation » section, which laste<l
from the 2-lth to the 27th cf October. Various
debates and meetings were held , s::ime relating
to films belonging to other sections and re-pro-
posed here; videotapes were shown, in arder
to point out their usefulncss as regards social
inquiries. The four Associations form an cntitv
working within mass movement logic, an<l abl~
to intervene any time a choice between conser-
vatism and changes might arise . Thcrefore, the
four Associations are intereste<l in any means
of communication, being convinced of the
nccessity of turning the passive public c::insu-
mer into the active public consumer.
On the 24th, 25th, 27th October the theme
« Associations, Participation and the Bienna-
le » was discussed in a meeting open to the
public, during which the cultural Associations'
projects as regards rhe Biennale's activities ali
o -_;cr Venetia as well. as its imernational back-
ground, were gene into. Sandro Zambctti's
repon dealt with the « Relationship between
Associations and th e Biennale >> while San<lro
Scandolara talkcd on rhe « Relationship be-
tween th e Biennale and its territorv » ( follow-
ing an inquiry made in Venetia); , Filippo <le
Sanctis spokc of « Proposals for Work ». As
for the íilms re-proposed , rhey had been chosen 2 53
fr o m arnong thc various secrions because of
thc·ir new and polernical subject-mattcr; very
interesting debatl'.s were chus o~casione<l, in
which also Pier Paolo Pasolini, Giorgio Bocea,
Gideon Bachman , Gianni Toti took pan. Fi-
nally , the video-rapes pr~s ented illustrated
social, pcdagoµic rhemes as well as terrorism
and rhe siruation of rhe police ; also, a com-
pari so n of the various ways of communicating
n ews was drawn , as an exarnple of which the
rerroristic atternp1 on thc « Italicus » train was
chosen.
On 28 and 29 Ocrobcr various cri tics,
wrirers, cultural advisc·rs an<l economists
belonging w the ci nemarographic milieu took
pan in a meeting <liscussing « Cinema, Industry
an<l Culture». Th e president of the Biennnale
summed up the evenrs which had taken place
umil then, asking tO be given critica! ju<lge-
ment an<l suggestions, useful for the future.
The basic themc of the meeting was introduced
by Francesco Bolzoni , a film critic, who drew
a historical outline of Italian ln<lustry an<l
Film Production since 1945 , along with their
respective successes and failures, economic and
legislative aspects and rhe developm ent of
cultural themes. Pier Paolo Pasolini dealt with
philosophical an<l i<leological problcms regard-
ing the "deconsacration of the idealistic inno-
ccnte of Art" and the ambiguity of al! film
works; Vittorio Boarini, the director of the
Bologna Film Library an<l of the Porretta Ter-
me free Cinema Festival, stressed rhe charac-
teristics of Marxist methods as regar<ls the
analysis of art an<l «rt-merchandise antinomy.
Other speakers underlined rhe foregoing anti-
nomy as well as the problem of authors in a
given systcm, and the contrasting forces exhist-
ing in culture, will and real possibilities , rhe
 rélation de Sandro Zambetti concernait le
« Rapport entre la Biennale et les Associa-
tions », une autre de Sandro Scandolara sur le
« Rapport entre la Biennale et le territoire »
(a la suite d'une enquete dans la région de la
Vénétie ), la derniere de Filippo De Sanctis sur
« Propositions de travail ». Les films ont été
choisis pour leur contenu nouveau et polémi-
que , si bien que des débats tres intéressants
ont suivi, avec la participation de Pier Paolo
Pasolini, Giorgio Bocea, Gideon Bachman ,
Gianni Toti. Les videotapes produits , concer-
naient des argum en ts vitaux et débattus de
nos jours dans !e domaine so:iologique, hygié-
nique, pédagogique et des services sociaux, sur
la police et le terrorisme. La recherche et
comparaison entre les différentes version des
moycns d'information de masse sur l'attentat
du train « Italicus », ont été tres intéressantes.
D es critiques, des auteurs, des opérateurs éco-
nomiques et culturels du monde du cinéma,
ont participé a la réunion sur « Cinéma, in-
dustrie et culture », le 28 et 29 octobre . Le
Président de la Biennale , a fait le point des
travaux et des manifestations réalisées jusque
'.a, en demandant des critiques et des sug-
gestions utiles pour ]'avenir. Les themes de
base de la réunion ont été présentés par le
.254 critique de cinéma Francesco Bolzoni , qui a
donné un panorama historique de la situation
de l'industrie et de la production cinémato-
graphique italienne depuis 1945, ses difficultés
et ses succes, les aspects économiques et lé-
gislfüifs, l'évolution des thémes culturels. Pier
Paolo Pasolini a introduit des questions philo-
sophiques et idéologiques a propos de la "dé-
sacralisation de l'innocence idéalistique de l'art "
et l'ambiguité de toute oeuvre de cinéma; Vit-
torio Boarini , directeur de la Cinématheque de
Bologne et du Festival du Cinéma Libre de
Porretta Terme , a mis en évidence les ca-
racteres de la méthode marxiste dans l'analyse
de l'art et l'antinomie art-marchandise. D'autres
orateurs ont souligné cette antinomie et le
probleme de l'homme-auteur dans un systeme
donné, le contraste entre culture, volonté et
possibilités concretes, Je ma~aise moral qui en
découle, les contradictions de la diffusion de
]'arte reproduit , vendu; l'universalité du langa-
ge comique et des courts métrages. Les aspects
législatifs et économiques du cinéma, la car-
riere des acteurs déja fameux et des inconnus,
les problemes de la production, des coopéra-
tives et des organisations d'acteurs profession-
nels, ont été aussi examinés dans leur rapport
avec la politique et la publicité . D 'autres
questions de langage élitaire, d'une distribution
plus faci(e des films aux cinéclubs, d'une plus
vaste diffusion des produits culturels de la
Biennale ont été discutés par des différents
apports positifs et dialectiques et par les nom-
breuses adhésions des gens de cinéma. Tous
ont confirmé l'intéret de cette réunion , qui a
été une occasion unique de rencontre et dia-
logue entre les différents membres du monde
cinématographique.
La Société Nationale des Coopératives cme-
matographiques ( CNCC), a organisé des ma-
nifestations sous le titre « Cinéma coopéra-
moral uneasiness deriving from it, the con-
tradictions concerning thc diffusion of art
when reproduced and sold; the universality of
comic language and short films were also dealt
with. The legislative and economic aspects of
cinema, the problems of production, co-opera-
tive societies and professional actors' organiza-
tions were gone into as regards their relation-
ship with politics and adverrising. Also, the
problems concerning élite language, a better
and easier film distribution to cineclubs, a
wider diffusion of the Biennale's cultural pro·
duction were discussed. The meeting proved
a very interesting one, being an opportunity
for the various cinema exponents to meet and
debate.
The National Confederation of Film Co-opera-
tive Societies (CNCC) set up the « Co-operati-
ve Cinema » section, which !asted from the
lst to the 4th November and included a deba-
te-meeting, filmed interviews and films realized
by « Independent » or « Amalgamated » Co-
operative Societies. The theme of the meeting
was « The Formation and Development of Cul-
tural Co-operation in the Service of Collecti-
vity, for a Civil Flourishing of the Country ».
The liveliness of the meeting underlined the
present commitment of co-operative production,
tending to develop and divulge the social
usage of culture and its structures more and
more. Various interesting projects and propo-
sa'.s were made by the representatives of theatre
and cinema co-operative societies, by writers,
editors, film authors, Trade Unions, and by
other cultural and working associations from
the Venice region. The aim of the cultural
co-operativc societies is that of avoiding eco-
nomic exploitation by means of self-mana-
gement, and of changing the logic of profit
by the logic of dialectic relationships between
production and consumption. In Italy, CNCC
was formed in 1973 and includes 15 co-opera-
tive societies producing films, videotapes and
also seeing to distribution, dubbing , edition
and general information. Four television inter-
views were a!so presented, dealing with coup
d'état attcmpts as well as with política! present
problems such as the new aspects of neo-
fascism in Rome , and co-operative work;
finally, 8 films were shown as examples of
co-operative attempts in the cinematographic
field.
A retrospective series of films by Buñuel
opened on 11 November; it inc'.uded 8 films
still unshown in Italy and belonging to his
"Mexican phase", which he shot from 1946
to 1954, after 15 years' inactivity; actually,
even though the foregoing production was
also realized to fit in with commercial require-
ments, sorne trends typical of Buñuel - emble-
matic characters, polemic ai.ms, experiments in
form, show through it very clearly. Gran Ca-
sino (Big Casino), shot in 1946, is a musical
film which the director himself defined as "a
bit stupid, but well carried out". El gran
calavera ( The Rotter), though obeying com-
mercial conventions, deals with the Buñuelian
idea of "learning to live better". Susana (Su-
sanna), shot in 1950, which the director
 tif» du 1 au 4 novembre, comprenant une
rencontre-débat, des interviews filmées et la
projection des films de coopératives indépen-
dantes et de participation. La premiere con-
frontation était sur le theme « Construction et
développement de la coopération cu!turelle au
service de la collectivíté, pour un épanouisse-
ment civil du pays ». Les relateurs et un
débat tres animé par une vingtaine d'crateurs
du public, ont souligné l'engagement actuel de
de la production culturelle coopérative, afin
d'é'.argir et de diifuser de plus en plus, l'usage
social de la culture et de ses structures . Les
représentants de coopératives de cinéma, de
théatre, des écrivains, des éditeurs, des syndi-
cats des auteurs cinématographiques et d'autres
associations de culture et de travail, meme de
la région de la Vénétie et de la Biennale, ont
donné plusieurs propositions et des projets in-
téressants. L'idée de créer une association de
la culture coopérat ive, avec la collaborarion de
tous les groupes et les forces culturelles, so-
ciales et poliriques, a trouvé un terrain pro-
¡:ice, dans le bu t de réal iser une diffusion et
l'utilisation meilleures des événements culturels,
d'évirer le cond itionnement et l'exploiration
économiques a travers l'autogéstion, de changer
la lcgique du profit par une logique de rapport
dialectique entre production et usage. En Iralie
cette « CNCC » s'est constituée en 1973 et
réunit 15 coopératives de production cinéma-
tographique et audiovisuelle, de distriburion,
doublage, édition, etc. et de l'inforination en
général. 4 interviews télévisées ont été pré-
sentées sur des tcntatives de golpe et d'autres
pro::ilemesd'actualité politique, sur les formes
nouvelles du néofascisme a Rome, sur les pro-
blemes du travail en ccopération; encare 8
films, comme exemples de premieres tentatives
de co-opération dans le travail cinématogra-
phique: le premier était La Marseillaise de
René Clair de 1938.
Une interview de l'ORTF a Buñuel, a ouvert
la rétrospective de cet auteur qui a été présent
dans cette section par 8 de ses films, et par
Simon del desierto de 1965, du '11 au 14 no-
vembrc: huit films encare inconnus en Italie
proposés par la Cinématheque Nationale Me-
xicaine. En effct ces huit films font partie
de la période de travail de Buñuel au
Mexique, de 1946 a 1954 , apres 15 ans de
silence. Ici l'auteur a été obligé de s'adapter
aux exigences commerciales; pourtant on y re-
trouve ses qualités constantes de caractere
idéologique et de style, des situations typiques,
des personnages obsédants, emblématiques, des
buts polémiques et des recherches formelles.
C'est lui méme qui précise n'avoir jamais
cédé aux compromis a l'égard de ses tabous : la
religion, la famille et la patrie. Le premier
fiLn de 1946, Gran Casino est un film musical,
que l'auteur a défini: "un peu set mais de
bon métier"; El gran calavera de 1949 est un
diverrissement d'une maniere mexicaine typi-
que, Susana de 1950, est défini par le réali-
sateur "mon film le pire", mais cette histoire
d'une jeune fille vivace qui bouleverse une
famille bourgeoise, n'est pas un banal badi-
nage. La hija del enJ1,ano de 1951, refait
un spectacle de Luis Maquina de 1935, ou
acknowledged as being his "worst film", is
the story of a young girl upsetting a middle-
class family; stupidity is here dealt with in
such a tense manner, though, that Buñuel
eventually succeeds in "crushing" it; in La
hija del engano (Deception's Daughter), 1951,
sentimentalism is turned into irony and
humour; the subject of Una mujer sin amor
(A Loveless Woman) belonging to 1951, is
drawn from one of Guy de Maupassant stories;
El bruto (The Beast), shot in 1952, deals with
the srory of Pedro, a strong young butcher,
who is employed by a rich landlord to collect
his rents, and commits violence. Even though
redeemed by !ove, he ends up by being killed
by rhe police. La illusión viaja en tranvía
(Dreams Ride on Streetcars), shot in 1953, is
the funny story of an old bus which two young
employees put into use again. With El ria y
la muerte (The River and Death), shot in 1954,
Buñuel realized a kind of anti-western, where
the values of town-life were eventually enhanc-
ed as opposed to the violence gripping the
little village where the story was set.
The series of film events carne to a close on
the 15th, 16th and 17th November, with two
films internationally renowned, i. e. J ohnny
Got E-lis Gun by Dalton Trumbo and Chung
Kuo - Cina by Michelangelo Antonioni. 2 55
Johnny Got E-lis Gun was given its premiere
in Italy on 15th November ar the Fenice
Theatre; the story is drawn from Trumbo's
homonymous novel, issued in 1938 and deals
with Joe Bonham, a young soldier about
blown to pieces by a bomb on the Jast day
of the First World War; saved by the doctors,
he doesn't give up living, recalling, in his
mind's eye, the experiences, dreams, hopes,
defeats he had known when able to lead a
normal life. Trumbo had planned this film
since 1964 with Buñuel as director, but it
was only in 1969 that he made it, and he
had to direct it himself. Dalton Trumbo started
his career as a screen wr iter , but in 1947 he
was included in Mac Carthy's " black lists "
and could not sign a film with his true name
till 1960, when he worked on Otto Premin-
ger's Exodus. In 1957 , under the name cf
Robert Rich, he won the "Osear" for the best
scenario. In 1971 his film ]ohnny Got E-lis
Gun won the Jury Prize and the Prize of
International Criticism in Cann es, as well as
other prizes in Ata lanta , Georgia, and Bel-
grade . The film was shot both in black and
white and in colour; the black and whitc parts
are used fer the development of the story,
while the colours stress the scenes of dreams
and recol!ections; the style is "purely insticti-
ve" according to what Trumbo himself said,
since he loves "simp licit y and detests tricks".
Michelangelo Antonioni's Chung Kuo - Cina
was made for the Italian television, and the
director was one of the first foreigners to
shoot in China with the Chinese government's
assent and Chinese guides. As Antonioni had
started his career as a do::umentary fi:m-maker,
the shocting of China represented a· return to
his earlier work as we ll as an attempt at
studying and understanding a country through
its inhabitants. As a matter cf fact, the gap
 J'auteur transforme en humour et ironie le between ItaJian and Chinese civilization is
moralisme sentimental. Guy de Maupassant enormous and Antonioni felt it very strongly.
est l'auteur de l'histoire d'Una mujer sin amor, "A Journey to the Moon", he said a propos
que Buñuel réalise en 1951, dans une accen- of this experience of his, and i t was perhaps
tuation de la violence, ]'insulte; de meme pour from this semeiologyc difference that a misun-
El bruto de 1952 ou une jeune boucher vier derstanding with the Chinese Popular Republic
lent, a travers plusieurs omicides, parvient a arase; actually, the film was judged "offensive"
se faite tuer. La illusion viaja en tranvía est by the Chinese government, so much so that
de 1953, une histoire amusante et dr6le, d'un the Biennale was asked not to show it . Any-
vieux tram circulant en ville, qui met en évi- way, the film was shown, and in a meeting
dence par son 'irregularité', les conditionements open to the public Antonioni was able to
absurdes de la civilisation moderne. El ria y explain his own cultural and artistic views,
la muerte du 1954, est une espece de anti- which don't imply any lack of respect of ar
western, par sa critique de la violence aveugle appreciation for the Chinese Popular Republic
et la recherche des aspects positifs de la civi- and its Revolution.
lisation. Finally, three passages from the film Profes-
sione: repor ter ( A Reporter by Profession)
were chosen by Antonioni to be shown. The
La conclusion du cycle cinématographique,
film, which was still to be finished at the
dans les soirés du 15, 16 et 17 novembre, a
ttme, marks the director's come-back to work
vu deux oeuvres remarquables de Ja pro-
after four years inactivity and is perhaps the
duction plus récente, bien connues et atten-
most ambitious of his achievements.
dues du public. La premiere était un film amé-
ricain de Dalton Trumbo, donné pour la pre-
miere fois en Italie, ]ohnny Got His Gun
( Et J ean prit son fusil) et pro jeté hors pro-
gramme au Théátre La Fenice. Trumbo avait
écrit en 1938 un roman sur l'histoire de Joe
Bonham, un soldar qui le dernier jour de la
guerre, est déchiqueté par une bombe et horri -
256 blement mutilé. Pourtant il réagit a sa situa-
tion d'écarté san espoir, par son courage, sa
fantaisie, la mémoire, les reves, l'amour. Depuis
1964, Trumbo a essayé de réaliser son film
avec Buñuel, pour la télévision et finalement
en 1969 avec Simon Lazarus. C'est la son
premier film, car il avait commencé son travail
comme scénariste; mais la période de Mac
Carthy, de 1947 a 1960, l'avait obligé a ne
pas signer ses travaux. Toutefois en 1957, il a
gagné !'Osear du scénario, en 1960 il pouvait
signer le film de Preminger Exodus, et en
1971 son ]ohnny Got His Gun gagnait a
Cannes le Prix du jury et des critiques interna-
tionaux, et encore des prix a Atlanta, en Geor-
gie et deux a BeJgrade. Ce film tres humain
et beaux, est tourné en noir et blanc dans les
parties du roman et en couleur dans celles du
reve et des souvenirs; il a un "style pure-
ment instinctif" selon la définition de l'auteur,
qui "aime la simplicité et déteste les trues de
prise de vue".
L'autre film tres attendu et discuté, au centre
des polémiques internationales et diplomati-
ques entre les gouvernements italiens et chinois,
était Chung Kuo - Cina désormais fameux.
Michelangelo Antonioni a pu tourner ce docu-
menraire pour la TéJévision italienne, comme
un des premiers réalisateurs étrangers, euro-
péens, en Chine, avec la permission et le guide
du gouvernement. Antonioni a débuté par des
documentaire : Gente del Po ( 1943-47) et Amo-
rosa menzogna ( 1948). Il a voulu revenir a
ses origines pour étudier et comprendre la
réalité d'un pays, a travers ses habitants. Cer-
tes le gap de civilisation, est enorme et l'auteur
!'a senti et vécu dans tout son poids. "Un
voyage sur la lune", c'est ainsi qu'il le définit
et c'est peut-etre cette différence profonde d'in-
terprétation sémiologique, qui a fait juger le
film "offensif" pour et par le peuple chinos,
jusqu'a tenter d'en empecher la projection a
Venise. Mais la Bíennale a vaincu les res1stan-
ces et le réalisateur a exprimé dans un débat
publíc sa position culturelle et artistique de
respect total pour la révolution chinoise .
Encore d'Antonioni, étaient les rrois passages
du film Pro/essione: reporter, qui ont été
projetés au publíc, choisis par l'auteur afin
de donner une premíere idée de cette nouvelle
reuvre. C'est l'histoíre d'un reporter qui vou-
drait vivre une autre vie, en la personne d 'un
collegue mon, maís íl en subít toutes les
conséquences. Apres ses huits films, tous de
recherche en différents milieux, ce dernier
appara1tcomme le plus complet dans l'itinéraire
de cet íntéressant réalisateur italien.

257
Manifestazioni di Arti visive e Architettura
Due le iniziative del Settore Arti v1S1ve
e Architettura, diretto da Vittorio Gre-
gotti, nell'ambito delle manifestazioni
autunnali della Biennale: una mostra de-
dicata al fotografo Ugo Mulas, e una
rassegna « Cinema, Citta , Avanguardia ».
Ambedue hanno trovato svolgimento in
un grandioso monumento del lavoro ve-
neziano, i "Saloni".
In guesta occasione infatti il pubb lico,
e gli stessi veneziani, hanno potuto ritor-
nare - o entrare per la prima volta -
neí "Saloni", í famosi Maga zzini del Sale
alle Zattere, chíusi da molti anni dopo
la cessazione della loro antica funzione,
e gia destinatí al piccone demolitore, dal
guale sono stati salvati grazie ad inizia-
tive recenti dí mobílita zíone dell'opinio-
ne pubblíca da parte di artisti e intel-
tuali ( il píttore Emilio Vedova per pri-
mo). Lo straordinario successo di pub-
blico registrato fin dalle prime ore di
apertura della mostra ha fatto compiere
un ulteriore scatto di interesse a tutta
la citta nei confrontí della Biennale.
Mos t ra « Ugo Mulas : 'L e Ve rifich e'
e la stori a delle Biennal i »
Coordínata da Níni Mulas e da Tom-
maso Tríni, la mostra « Ugo Mulas: 'Le
Verifiche' e la s to ría delle Biennali » si
e avvalsa della collaborazione di Sergio
Grazzani per la stampa delle foto , e del-
l'allestimento dell'arch. Gino Valle; ha
avuto sede in uno dei Magazzini del sale
( "Saloni") delle Zattere, dal 16 ottobre
al 17 novembre.
La mostra ha raccolto un complesso di
283 fotografie, in parte inedite, sulle
Biennali dal 1954 al 1972 ( fatta ecce-
zione per la Biennale del 19 5 6, della
quale andarono perduti i negativí), e 14
fotografie della serie « Le Verifiche »,
tutte commentate dall'autore in modo
esteso, autobiografico e problematico,
come fotografo e come uomo in ricerca.
Nato nel 1928 ne! bresciano, Ugo Mulas
abbandono gli studi giuridici per la fo-
tografia nel 19 54, e comincío la sua col-
laborazione alle maggiori ríviste ( « Illu-
strazione Italiana», « Vogue », « Do·
mus », « Art international »), effettuan-
do reportages e lavoro commerciale in
studio. A contatto con !'ambiente artí-
stico, si appassiono alla freguentazione e
conoscenza di personaggi e fatti artistici
particolari come David Smíth, Calder,
Duchamp, Fontana, Consagra, Melotti,
Pomodoro, ad appuntamenti ínternazio-
nali guali le Biennalí di Venezia e i
Festivals di Spoleto , e all'esplosione della
Pop-Art a New York, che gli consenti-
rono la pubblicazione dí líbri e cartelle
grafiche. Interessato al fenomeno teatra-
le, collaboro con Gíorgio Strehler al Pic-
colo di Milano, con Puecher per The
Turn of th e Screw dí Britten e per il
W ozzeck di Alb ·m Bt:rg al Comunale di
Bologna. Nel 1968 comincio le sue ricer-
che sul mezzo e línguaggio fotografico,
raccolte nel 1970 nella serie íntitolata
« Le Verifiche »; morl nel 197 3.
Il ciclo di Mulas sulle Biennalí rappre-
senta una documentazione abbastanza
unica su guesto rítrovarsi períodico
- biennale -, e di esso nota e annota
puntualmente l'evolvere nel tempo del
gusto, del costume , della situazione am-
bientale , culturale e di clima político.
A guesto proposíto sano di particolare
signíficato e importanza le fotografie del.
le ultime edizioní della Biennale, parti-
colarmente guelle del 1968 presidiate
dalla polizia, con le cariche degli agenti
in Piazza S. Marco, la protesta degli ar-
tisti, edizione che provoca !'amaro com·
mento di Mulas: " ... nel '68, la cante·
stazione, la polizia che pesta í pittori, ha
 assunto un valore indicativo, di fine. La
mía ultima foto, in un certo modo, e
quelladi un pittore trascinato via da un
gruppo di poliziotti sotto i portici del
caHeFlorian, in un ammasso di elmetti
e di manganelli". Ma non meno pre-
gnanti sono i vari ritratti di personaggi
comeUngaretti, Severini, Fontana, Gia-
ccmetti e molti altri, o le riprese dei
luoghi deputati veneziani, come il Cafre
Florian, Piazza S. Marco, etc.
Le « Verifiche » costituiscono invece il
documento di una ricerca anche sul mez-
zo tecnico, o meglio della dialettica tra
!'artista e il suo strumento, alla ricerca
della rappresentazione piu significante
della realta . In entrambi i casi troviamo
in Mulas una lucida riflessione sull'uso
sociale del medium, di apprendimento
e critica della cultura; non vi e mai
questione di fare "fotografie artistiche"
formalmente belle, ma "documenti", che
egli voleva "impersonali", e che tuttavia
risu!tano estremamente coinvolti; tanto
che Umberto Eco ne parla come di "cri-
tica fotografica''.
Nella sua presentazione, Tommaso Trini
ha scritto: "La realta, per Mulas, passa-
va attraverso la mente prima ancora che
attraverso l'obiettivo. Le sue immagini
inseguono non tanto una filosofia del
mondo ( come nei grandi fotografi del
passato), né solo una strategia dell'azio-
ne (come nei reporters della grandezza
di un Capa), ma la coscienza critica
della funzione delle immagini nell'attua-
le civilta inflazionata dalle riproduzioni
fotomeccaniche. E un'opera, la sua, che
trascorre dalla storia della fotografia a
quella dell'arte, non solo in virtu della
qualita e dell'intelligenza espresse dalle
sue immagini, ma per il fatto che ha in-
terrogato instancabilmente la natura e il
funzionamento delle strutture visive .
Meglio, Mulas ha dimostrato nella pras-
si come la fotografia e l' arte agiscano
ormai in una medesima struttura comuni-
cativa; e lo ha fatto tanto meglio quando
verso il '70 ha praticamente smesso di
impegnarsi con gli artisti, con l'opera
altrui, e ha creato, con le « Verifiche »,
un discorso autonomo e fondamentale,
prematuramente interrotto. ( ... )
"Rispetto all'arte, ha fatto qualche cosa
di piu che rivelare il senso e la verita
delle opere che fotografava . Da Duchamp
a Fontana a Newman vedeva rinnovarsi
l'idea che l'arte e soprattutto pensiero,
attesa, riflessione, non-fare oltre che fa-
re, e ovunque gli e stato possibile ha
fotografato questo non-fare. L'artista si
faceva spettatore al pari del fotografo.
Nella misura in cui l'arte contemporanea
ha contrappo?to l'estetica dello spetta-
tore ( attivo, partecipe, creativo) alla
tradizionale estetica dominata dalla figu-
ra del creatore, Mulas e stato lo Spet-
tatore per eccellenza. Si puo considerare
il suo lavoro fotografico nell'arte come
la prima storia dell'arte moderna conce-
pita e realizzata dal punto di. vista dello
spettatore ... ".
Sull'importanza e il significato della ma-
nifestazione nel quadro della Biennale,
il direttore del settore Arti visive e Ar-
chitettura della Biennale, Vittorio Gre-
gotti, ha dichiarato : "La mostra di Ugo
Mulas e stata un atto di volanta in cui
vediamo contenute molte intenzioni an-
che nei confronti delle future attivita
della Biennale per il nostro settore: l'in-
259
tenzione di mettere in discussione le con-
solida te gerarchie tra i generi, di lavo-
rare per progetti definiti, di utilizzare un
linguaggio ampiamente popolare senza
scadimenti di livelli qualitativi, di met-
tere in questione la stessa funzione so-
ciale delle istituzioni che registrano o
producono cultura, di penetrare e risi-
gnificare luoghi della citta e del terri-
torio. Possiamo anche chiamare questa
mostra di Ugo Mulas un omaggio critico
alla grande tradizione delle passate Bien-
nali, agito attraverso lo strumento espres-
sivo di un grande artista come Mulas,
un modo per far conoscere della opera-
zione artística i momenti e le regole del
lavoro, di cogliere i rapporti tra opera
e autore, tra opera e pubblico, tra ma-
nifestazione e citta".
Fin dalla inaugurazione, e per tutti i
giorni successivi, la mostra ha avuto un
folto afflusso di pubblico, e ha raccolto
vivissimo interesse, particolarmente fra
i giovani. Nel corso delle 32 giornate di
apertura sono stati venduti complessi-
vamente 12.995 biglietti .
In margine alla mostra, sono da segna-
lare alcune iniziative del Gruppo perma-
nente di lavoro dell'Ente per i rapporti
con la scuola, quella degli studenti di
sociologia dell'Universita di Napoli, gui-
dati da Alberto Abruzzese, e quella degli
scolari di Piadena ( Cremo na) e di V e-
 rona, guidati da Mario Lodi e da Livio
Agostini, per le quali si veda nelle pagine
seguenti.
II 10 novembre, infine, ai "Saloni" delle
Zattere, nella sala accanto alla Mostra,
ha avuto luogo una proiezione straordi-
naria del documentario: Ugo Mulas,
autobiografia di un fotografo, di Fran-
cesco Carnelutti e Arturo Cario Quinta-
valle, realizzato e gentilmente concesso
dalla Radiotelevisione Italiana.
Rassegna « Cinem a, Citta ,
Avang uar d ia : 1919-1939 »
Curata da Francesco dal Co con la colla-
borazione di Ellis Donda, e allestita dal-
l'arch. Gino Valle, la rassegna di films
« Cinema, Citta, Avanguardia: 1919-
19 39 » si e svolta ai Magazzini del Sale
( "Saloni" delle Zattere), dal 16 ottobre
al 17 novembre .
2 6o L'intera .rassegna vedeva al suo interno
una divisione di momenti e luoghi del-
l'Avanguardia russa, europea e america-
na, comprendenti: 1) II cinema sovie-
tico : arte, industria e Sta to; 2) Una per-
sonale di Vertov; 3) L'avanguardia fran-
cese: cinema, critica e capitale; 4) Il
documentario sociale e la "personale" di
Brunei; 5) lo sperimentalismo astratto
e l'avanguardia sperimentale; 6) A van-
guardia tedesca e societa - esperíenze
tedesche fino al nazismo; 7) La propa-
ganda, la citta e il fascismo. Alla fine un
Seminario internazionale su « Citta ci-
nema e avanguardia ». ' bund un momento emergente -, come
II problema della citta era programma-
ticamente al centro dell'interesse di
questa rassegna di film dell'avanguardia
artística; infatti il dibattito architetto-
nico negli anni eroici del "Movimento
Moderno" e decisamente invitante al
confronto con la parallela ma anomala
esperienza cinematografica. La proposta
era stimolante e complessa, poggiata sul-
la strutturalita dell'evolversi del linguag-
gio complessivo, sulla circolarita dí certe
esperienze storiche dell'arte d'avanguar-
dia, e sulla fiducia nei modi diversi in
cuí la rassegna sarebbe stata fruita.
II breve tempo a disposizione, e quindi
la forza ta parziali ta e arbi trarieta delle
scelte del materiale, hanno in parte li-
mitato la portata della proposta d'unífi-
care la ricerca sperimentale del cinema
degli anní '20 e '30 con la questione
dell'assetto urbano in questo secolo. Un
primo ostacolo si e dimostrato il fatto
che i films sono opera d'avanguardia in
sé, con tradízioni culturalí, forme língui-
stiche, sistema produttivo e codici spe-
cifici; tuttavia tali aspetti vanno verso
una ricerca strutturale ulteriore per ri·
trovare assonanze impreviste ( ad esem-
pio gli aspetti di lavoro, processo pro-
duttivo, industria, oggetto e confezione
del prodotto, ecc.). Questi approcci mol-
teplici si sono rivelati aperti ad altri svi-
luppi anche nel Seminario internazionale
organizzato nel corso della rassegna.
"Per l'architettura moderna, ha scrítto
nel catalogo íl curatore della rassegna, la
dimensione urbana e una discriminante.
In maniera emblematica lo e nei pro-
dotti architettonicí del Movimento Mo-
derno. Anche le opere e le ricerche ap·
parentemente lontane da tale problema·
tica si dimostrano, alla fine, condizíonate
dal grande dibattito sulla citta che si ali-
menta nella esperienza dell'avanguardía,
e che trova nei decenni a cava.Ilo del
XX se::olo i suoi ·teorici. Tra tale 'tradi-
zíone' teorica e l'avanguardia si stabi-
lisce un interscambio assai ampio.
"Inoltre, la tendenza su cuí guesta con-
tiguita di ricerche si evolve, ha un carat-
tere che finisce per essere direttamente
político. Sono politíci, infatti, i progetti
che si confrontano all'interno delle varíe
posizioni del díbattito sulla 'Groszstadt'
e sulla 'metropoli' in Germanía - un
confronto che ha, ad esempio, nel Werk-
e político il discorso che investe l'archi·
tettura come lavoro - una volta rico-
nosciuta l'architettura parte dei sístemi
produttivi proprí e specifici dell'epoca
delle metropolí. La ricerca e la discus-
sione deglí anni compresí tra il sorgere
del Werkbund e il sorgere del nazismo
si svolgono intorno a guesti poli. Da un
lato il problema e definire i modi in cui
la citta puo essere oggetto di un proget-
to architettonico e, quindi, sino a che
punto il progetto architettonico puo in·
tervenire sui modi di sviluppo della ci·
vilta metropolitana; dall'altro - e si
tratta di una conseguenza - si apre un
grande dibattito sulla natura del lavoro
intellettuale in quanto tale, sulla sua
autonomía e/ o sulla sua integrazione
all'interno dell'evoluzione delle forme di
divisionedel lavoro. Una chiave per leg-
gere la storia dell'architettura moderna
puo ritrovarsi proprio all'interno di
questi nodi: ad essi l'architettura rea-
gisce, assumendo spesso la veste di una
estrema resistenza ai modi di sviluppo
della civilta metropolitana . Cio traspare
non solo nella produzione teorica della
cultura architettonica moderna , ma di-
viene evidente anche nella sua ricerca
formale, nei suoi 'stili'. Questo stesso
clima- ma, a volte, si tratta del ricor-
rere degli stessi temi - vive nelle espe-
rienze artistiche dell'avanguardia. Indub-
biamente e un clima e sono problemi
che trovano mediazioni diverse ; purtut-
tavia la tradizi one si dimostra assai si-
mile. Cio puo risultare evidente esami-
nando una parte dei films che la rassegna
presenta. La maggioranza di essi non
assume come proprio tema esplicito la
citta, la vita metropolitana. Eppure, mol-
ti sono il prodotto di una ricerca che
mira a porre - o a risolvere - pro-
blemi simili a guelli che l'architettura
incontra 'scoprendosi ' parte determina-
ta di un processo di divisione del lavoro,
che trova nella metropoli la sua forma
e la sua ragione. Altri film assumono di-
rettamente, guasi traducono ne! mezzo
cinematografico, l'esperienza dell'avan-
guardia. In guesti casi parrebbe assai piü
giustificata la scelta. In realta, si -tratta
di una contingenza per lo piü formale .
Film come guelli di Man Ray traduco no,
letteralmente, nel cinema una ricerca che
nasceal di fuori del mezzo cinematogra-
fico.Se cio puo far meditare sulla dispo-
nibilita tecnica delle ricerche dell 'avan-
guardia, sulla natura stessa del suo lin-
guaggio,sono pero gueste esperienze che
risultano alla fine piü lontane dall'inte-
resse principale che ha mosso l'organiz-
zazionedi guesta rassegna. E, infatti, ad
una conclizione struttural r.: dell'operare
dell'avanguardia che il nostro interesse
principalmente si rivolge. Una condizio-
ne che non puo che essere apparente se
si manifesta come continuita formale,
ma che assai piü evidente diviene se si
considerano i di versi modi di produ rre" .
Da Francesco Dal Co e da Ellis Donda
e stato curato un catalogo malta ampio,
che raccoglie una documentazione, una
presentazione critica ed elenchi di films
per i vari argomenti trattati, che vanno
molto al di la dell'utilizzo diretto , limi-
tato alla manifestazione, per costituire
una ricerca e una panoramica sintetica
del fenomeno dell'avanguardia cinema-
tografica.
La rassegna e stata organizzata con
la collaborazione dell'Osterreichisches
Filmmuseum di Vienna, e in particola-
re del sig. P. Konlechner, del British
Film Institute di Londra, e in partico-
lare del sig. J. Boulton, della Cinéma-
thegue di Parigi, e in particoJare della
sig.a L. Eisner, del Museum Folkwang
di Essen, dell'Istituto Luce di Roma,
della Cineteca Nazionale di Roma, della
Cineteca Italiana di Milano, e in parti-
colare del sig. W. Alberti, del Centro
« Thomas Mann » di Roma, dell'Archi-
vio storico delle arti contemporanee del-
la Biennale di V enezia, della signara
Moritz Fischinger di Hollywood; del sig.
Klihm di Monaco, della sig.ra Hossmann
di Colonia, del sig. P. Cardazzo di Ve-
nezia, degli allievi del Centro Sperimen-
tale di Cinematografia di Roma, della 2 6I
Triennale di Milano, del sig. Steiger di
Zurigo, e del Goethe Institut di Roma.
Le manifestazioni , svoltesi tutti i giorni
nelle ore pomeridiane e serali , sono state
accolte e seguite con vivo interesse , spe-
cialmente da un pubblico giovane che
non aveva mai avuto occasione di con-
tatto con esperienze filmiche cosí parti-
colari, e da appassionati non solo di sto·
ria del cinema ma anche di problemi
archi tettonici, urbanis tici, poli tici, da ta
la vasta gamma di interessi toccati dalla
rassegna. Sono state complessivamente
realizzate 62 proiezioni e venduti 7425
biglietti; molti films sono stati ripetuti
a richiesta piü volte , o in selezioni spe-
ciali e anche in altre sale cinematogra-
fiche ( cinema Moderno a S. Margherita).
11cinema sovietico: arte, industria e
stato
La prima parte della rassegna compren-
dente 17 films, dedicara al « Cinema
sovietico: arte , industria e stato » , si e
svolta nei giorni 16, 17, 18, 19 ottobre,
mentre la giornata del 19 e stata inte-
ramente dedicara alla produzione di Dzi-
ga Vertov, per la guale si veda infra.
Come primo documento di verifica e di
indagine dell'intera rassegna « Cinema,
ci tta, a vanguardia » e stato scelto il ci-
nema russo dell'avanguardia sov1et1ca
degli anni '20 , in quanto eminentemente
nata e legata alla realta storica, territo-
riale, quotidiana in campo programmati-
co; e d 'altra parte contemporaneamente
vigile al problema delle forme produtti-
ve e delle forme della · comunicazione ,
strettamente legate al contatto tra popo-
lo e partito , preoccupata d'una unita
delle popolazioni d 'un territorio e d'una
contemporaneita política da creare e
mantenere .
Sano state presentare opere significative
delle varíe tendenze di que! periodo: dal-
l'opera di Vertov con la sua utopía del
" to tale cinema democratico " , ai suoi due
contrappunti del cinema immaginario di
Kuleshov e dello spettacolo critico della
FEKS e altri , rivelanti la dialettica in-
terna al cinema sovietico teso alla inte-
grazione del discorso cinematografico
con la realta economico-sociale, nella sua
funzione eminentemente politico-cultura-
le. A ereograd di Dovzenko e forse il
miglior eseinpio di questa ' possibile di-
retta relazione d 'uno strumento poli tico
capace d'integrare in sé l'interiorita im-
maginifica.
In Lev Vladimir Kuleshov viene a con-
fronto la costitu zione di un immaginario
sociale e la necessita del rinnovamento
produttivo, l'immagine non a sé, ma
esperita come costruzione d'un reale
ideologico; il cinema si misura con la
Rivoluzione comunista e vi cerca moti-
vazioni e spazio. "Il problema e: come
coesistono naturalez za del cinema e di-
scorso rivoluzionario , o meglio , il cine-
ma e di per sé al di la dell'ideologia,
in un rapporto di presen za-assenza total-
mente diverso ? E il livello di ricerca
su cuí operano Eisenstein e Pudovkin
( gia collaboratori di Kuleshov) e su cui
si cos truira il 'rinnovamento-innovazio-
ne ' del cinema sovietico ".
L 'elemento piu indipendente dal punto
di vista produttivo, ma piu legato alla
problematica dell'artista uomo di spetta-
colo russo-europeo, e la FEKS ( Fabbrica
dell'attore eccentrico). Attraverso la
commedia e la satira anche política, essa
assume la tradizione culturale russa pre-
cedente la Rivoluzione, specialmente il
futurismo del 1910, e perviene ad una
industria-spettacolo, confrontandosi an-
che con il cinema americano ( commedia,
musíc-hall, avventura) e innestandolo
nella tradizione della comicita russa.
Sono stati presentati i seguenti film:
Aereograd di Alexandr Dovcenko, cine-
ma sonoro, 1936; Neobycajnyj e prikliu-
cenija M ístera Vesta v st rana Bolsevikov
( Le avventure straordinarie di Mr. West
nel paese dei Bolscevichi) di Lev Vla-
dimir Kuleshov, aiuto alla regla e sceno-
grafia di Pudovkin , Goskino -Kultkino
(Mosca), 1924; Bezi n lug ( Il prato di
Behzin ) di S.M. Ejzenstejn , incompiuto,
1935; Mechanika golovnogo m ozga (Il
meccanismo del cervello) di V. Pudov-
kin, document ario scientifico , Goskino-
Kultkino (Mosca), 1925; Vesn a di Mi-
chail Kaufman, 1928; Novyj Vavilon (La
nuova Babilonia) di G . Kozintsov e L.
Trauberg, 1929 ; Ael ita di J. Protazanov,
1924.
Dziga Vertov
La sezione dedica ta a Dziga Vertov e
stata curata dall'ósterreichisches Film-
museum di Vienna nei giorni 19 e 20
ottobre .
La sezione ha occupato un pasto di ri-
lievo nella rassegna, per l'importanza del
cinema sovietico negli anni '20 e la com-
plessiva ristrutturazione del discorso ci-
nematografico: in partícolare per chiarire
il rapporto tra cinema e popolazione-cit-
ta-territorio, tra arte e stato , tra arte e
industria. " Tutti questi problemi - ha
scritto ne! catalogo Ellis Donda - sono
stati affrontati neglí anni '20 dall'avan-
guardía sovietica in quanto ideatrice e
produttrice di nuove forme produttive,
di laboratori che non avevano il compito
'idealistico ' di nuovi madi espressivi, ma
si trovavano direttamente implicati nel
processo produttivo di societa , in una
diretta mediazione di forme della comu-
nicazione e sviluppo dei rapporti sociali.
Il cinema sovietico si forma come inter-
vento diretto sulla realta durante il pe·
riodo della guerra civile".
Denis Kaufman (1896-1954), vero no-
me di Dziga Vertov, di origine polacca,
visse a Mosca , dove diresse il primo ci-
negiornale sovietico, « Kinodelja », nel
1918 , fece dei film di propaganda polí-
tica e culturale che girarono la Russia
sul treno « Lenin », proiettati in tutte
le stazioni; con la moglie e il fratello
Michail creo il "Consiglio dei tre", che
indirizzo l' Appello ai cineasti sov1et10,
pubblicato su « Lef » ( la rivista di Maja-
lovskij) e il "Manifesto di Kinoj" e
"Prevorot". Nel 1923 il « Gruppo Ki-
noi)> elaboro la teoría della "vita coita
di sorpresa", piu tardi la "política dei
fatti"; poi Vertov divenne documenta-
rista della « Kinopravda ».
Ne! 1927 giro Tschelovehs Kinoappara-
tom ( L'uomo con la macchina da presa),
che ebbe gran successo anche in Europa,
ene! 1934 Tri pesni o Lenine (Tre canti
su Lenín); assieme a Vladimir Kule-
shov matura come documentarista dí
guerra.
Secando Dal Co, "in Dziga Vertov pos-
siamo leggere piu chiaramente il proget-
to di un cinema totale dell'informazione
e della partecipazione alla costruzione
del socialismo come modello teorico di
base di tu tta la cinematografia sovietica
(anche nei suoí madi che apparentemen-
te sembrano piu distanti, come il cinema
epico o la commedía) : Vertov e la ne-
cessita stessa del cinema sovietico, della
sua utopía e del suo inverarsí, realízzarsi
nelle crísí e sconfitte conseguenti. Nello
sviluppo dei suoi lavori si riscontrano
tutte le contraddizioni del modello uto-
pico dell'ínformazione totale, e dell'ugua-
glianza all'interno di questa informazio-
ne. Per queste contraddizioni, e attraver-
so gli scontri che Vertov ha avuto
con il partito, il cinema vertoviano
passa da una íntenzione immediatamen-
te giornalistica, ad una riflessione liríco-
realistica sul senso dell'informazione e
sulla sua assumibilíta. Punti nodali di
questa riflessíone, L'uomo con la mac-
china da presa, in cuí Vertov porta al-
l'estremo la possibilita sperimentale del-
lo 'strumento-cinema' quasi per una sua
verifica interiore ( infatti lo chiama cine-
romanzo); segnare in esso la sconfitta di
Vertov significherebbe valer assumere
una parzíalita ( vertoviana) apriorístíca,
incapace di coglíere la continuíta, al dí
la dell'esperienza indivíduale tra la pura
informazione dei prímí cinegiornali, la
funzione dídattico política del 'cineve-
rita', l'esperímento assoluto del 'cineoc-
chio' che vanno a sfocíare nell'unita di
epíca e informazione che e Tre canti su
Lenin".
Sono statí presentatí í seguentí films:
Kinopravda ( Cinema-veríta) cínegíorna-
le, Goskino, nn. 1-9, 1922; Kinoprav-
da, n. 21 ( 1925); Kinopravda, n. 22
( 1925); Kinoglaz ( Cíneocchio - La vita
coita di sorpresa), prima serie, Goskino,
1924; Schagai, Soviet! (Avant, Soviet! -
il Soviet Mosca nel presente, passato e
futuro: attualíta), Goskino-Kultkino,
1926; Schestaja tschst ' Mira ( La sesta
parte del mondo - col cineocchio attra-
verso l'URSS), Goskino-Kultkino, Sov-
kino, 1926; Odinnadcatji ( L'undícesímo
anno): cronaca in tre partí, Direzione
del Fotocine Ucraino, 1928; Tschelovehs
Kinoapparatom ( L'uomo con la macchi-
na da presa): cineromanzo; Produzione-
direzione del Fotocine Ucraino, 1929;
Entuziazm ( La sinfonía del Donbass):
filmdocumento sonoro; Ukrajinfilm,
1930; Tri pesni o Lenine (Tre canti su
Lenin): filmdocumentarío sonoro, Mej-
rabpofilm, 1934. E stato ínoltre proíet-
ta to il film V esna (19 2 8 ) di Míchail
Kaufman, assistente-regista e primo ope-
ratore di Vertov.
I films sano stati proiettati senza la tra- 2 63
duzione simultanea delle didascalie in
russo, su consiglio dell'ústerreichisches
Filmmuseum di Vienna, "per non inter-
rompere il ritmo visívo del cinema verto-
víano", ma nel catalogo della rassegna,
curato dall'Istituto viennese e dal Gos-
filmofond URSS di Mosca e pubblicato
dalla Biennale, figuravano le traduzioni
dei testi.
Per alcuni films sano state effettuate
proiezioni speciali su richíesta del pub-
blico, per gruppi di studío, e per í critici
presentí alla rassegna.
La gíornata del 19 ottobre e stata inte-
ramente dedicata all'opera di Vertov, al
pubblico e stato offerto il catalogo della
sua produzíone documentaristíca e fil-
m1ca.
Alla inaugurazione dell'intera rassegna
« Cinema, citta, avanguardia », íl 16 ot-
tobre, e stato scelto per la proiezione
il film L'uomo con la macchina da presa
di Vertov, assíeme a Aereograd dí Ale-
xander Dovcenko.
L'ósterreíchisches Fílmmuseum di Vien-
na ha anche presentato una mostra dí
manifestí di Gerti Froehlich .
L'avanguardia francesa: cinema,
critica e capitale
La sezione « L'avanguardia francese: ci-
nema, critica e capitale » ha avuto luogo
nei giorni 19 e 29 ottobre.
A differenza del presupposto storico del
cinema sovietico letto su parametri extra-
filmici ( piano sociale-informazione), il ci-
nema francese ha valenze produttive che
l'avanguardia ha individuato in modo
critico rispetto al grande 'unico' cine-
ma: quello americano.
Nell'area della cultura occidentale, il cir-
cuito di fruizione e determinante sulla
creazione del personaggio-autore-demiur-
go, che non produce avanguardia ma lo
e egli stesso, intellettuale dalla coscienza
critica di fronte alla realta: qui leggasi
il capitale. E infatti solo in questo con-
fronto col modello industriale che si com-
prendono i film di Man Ray, di Chomet-
te e altri; e in questo cinema c'e il ger-
me del cinema pubblicitario piu intelli-
gente, come continua presenza critica del
e al capitale; in questa consapevolezza
si gio::a tutto il rapporto con la citta,
regno del capitale: l'avanguardia e la
materializzazione stessa del Traumleben.
In Man Ray e Marce! Duchamp sentiamo
l'importanza dell'oggetto davanti alla
macchina da presa che si cancella, si so-
spende, per lasciare alle cose, e al corpo,
tutta la loro potenza, il loro sign ificato
di estraniazione.
"Con Kirshanov - scrive E. Donda -
il cinema 'norma le' comincia ad assorbire
e plasmare l'insegnamento dell'avanguar-
dia, sía dal punto di vista degli effetti
tecnici, sia soprattutto per il diverso ri-
lievo dato ai rapporti equivalenti di og-
getti-natura-corpo, che introducono il ci-
nema moderno della immagine totalmen-
te erotíca".
Altro livello di introiezione dell'avan-
guardia da parte del cinema e !'opera di
René Clair, con la sua traduzione dei ter-
mini dell'avanguardia in naturali model-
li cinematografici, filtrati attraverso la
'popolarita' delle gags e del vaudeville;
ma in Clair l'avanguardia si fa critica di
se stessa, mostrando per opposizione
nell'immaginario come l'unic o cinema
sía quello americano: il cinema capitale.
Per Jean Renoir invece e l'opposto: l'oc-
casione per un realismo poetico che usa
il materiale dell'avanguardia in senso po-
litico.
Nasce intanto la figura del critico cine-
matografico, del regista intellettuale,
l'esperienza del circuito d'essai: l'avan-
guardia si compiace di sé e comincia a
creare il suo mito culturale elitario . La
Francia fa cosí la sua rivincita sulla pro-
duzione americana che le ha tolto il pri-
mato dello spettacolo: "si trattava di in-
ventare degli spazi linguistici per il cine-
ma che lo giustificassero a livello cultu-
rale, trovare la corrispondenza tra la
nuova e le vecchie arti, determinare la
specificita e l'oggetto del lavoro cinema-
tografico; facile in questo modo cadere
nell'invenzione gratuita e 'giocare' all'in-
solito, costruendo linguaggi e forme sin·
cretiche, non determínate da una neces-
sita e da una analisi precisa: a questo
livello l'avanguardia per questi registi e
stata citazione ossessiva del moderno,
letterarieta ".
Ma da qui nasce, filtrando l'esperienza
Dada e astratta, !'idea di avanguardia
come opposizione, part maudíte. Finísce
l 'avanguardia-sperimentazione, il primato
della critica, del cinema tecnologico-in·
dustriale o automatico. Art-déco e razio-
nalismo assolu to conoscono la loro crisi
definitiva nella grande crisi degli an·
ni '20.
Comincia un approccio nuovo al rea-
lismo 'impossibile', il problema sociale
come scoppio di quello tecnologico e ra-
zionalistico, il venire alla luce dell'inte-
riorita della citta, come propone Jean
Vigo. Per Buñuel invece la citta e accu·
mulo di scorie, residuo che si riproduce:
egli oppone citta esteriore ( illuminata e
progressista ) a citta interiore ( rapace e
rifiuto): il surrealismo di venta realismo
della mente, fondatore dell'intellettuale
come oppos1z10ne.
Con Cocteau l'avanguardia ha concluso
ormai ogni discorso innovativo e diven·
ta riproduzione di se stessa, produzione
marginale che s'impone compiaciuta in
quanto tale, e trova il suo ritaglio di
spazio entro la produzione generale.
L'avanguardia si sposta sempre piu verso
una totalita 'poetica' che la aliena dai
conflitti e processi reali, senza autoanali-
si e autocritica, e ormai una esperienza
conclusa.
Sono stati proiettati i seguenti film: Re·
tour a la raison di Man Ray, 1923;
Etoile de mer di Man Ray, 1928; Les
Mysteres du Cháteu du Dé di Man Ray,
1929; Fleurs meurtriers di Roger Livet,
1929; Madame Beudet di G. Dulac,
1922; La coquille et le cler!!,yman di G.
Dulac, 1928; Coeur ji.dele di J. Epstein,
1923; Faits divers di C. Autant-Lara,
1923; La chute de la maison d 'Usher di
J. Epstein, 1928; L'inhumaine di M.
L'Herbier, 1925; Anemic cinema di M.
Duchamp, 1927; Ballet mécanique di F.
Leger, 1925; Cinq minutes de cinema
pur di H. Chomette, 1925; Menilmon -
tant di D. Kirshanov, 1927; Entr'acte di
René Claír, 1924 ; La tour di René
Claír, 1926; Montparnasse di E. Deslaw,
1929; Brumes d'automne dí D. Kirsha-
nov, 1928; París qui dort di René Clair,
1923; Le voyage imaginaire di René
Clair, 1925; Manhatta di P. Strand,
1921; Un chien andalou di Luis Buñuel,
1928; Las Hurdes (Yerre sans pain) di
Buñuel, 1932; Le song d'un poete di
Jean Cocteau, 1930; Berlín, Sympho-
nie einer Groszstadt di W. Ruttmann,
1927; A propos de Nice di Jean Vigo ,
1931; Taris di Jean Vigo, 1931; La pe-
tite marchande d 'allumettes di Jean Re-
noir, 1928; Charleston di Jean Renoír,
1927.
11documentario sociale
Al tema « Il documentario sociale » sa-
no state dedícate la giornata del 22 ot-
robre e la proiezione pomeridiana del 23
ottobre per la personale di A. Brunel.
In Europa la prima diffusione dell'avan-
guardia e una espansione naturale del
movimento, nelle sue funzioni e ristrut-
turazioni produttive: da Parigi il circui-
to d'essai si diffonde come struttura por-
tante dell'avanguardia e le permette di
svilupparsi. Tutti i registi provinciali co-
minciano infatti come fondatori di "Cir-
coli del Cinema" e fondano nuclei pro-
duttivi indipendenti, in special modo i
belgi e gli olandesi. In lnghilterra essa
ha sviluppí piu aperti: assis.tiamo alla
coesistenza di tre momenti quali il do-
cumentario socia le, lo sperimentalismo
astratto e l'avanguardia surrealista, in
una stessa dimensione produttiva che
non si pone come circuito alternativo,
ma si costruisce dentro ]'industria di
Srato, in stretto confronto con altri mo-
menti della sperimentazione.
Nei paesi dell'Europa centrale la scoper-
ta dell'avanguardia ha una notevole in-
fluenza, e suscita un forte slancio creati-
vo, integrato pero nella tradizíone cultu-
rale autoctona e sempre parallela al la-
voro documentaristico.
In Ameríca, se e possibile parlare cola
di avanguardia , essa si esprime come co-
stituzione d'un circuito critico , una di-
stanziazione da Hollywood come totalita
produttiva e cinema-capitale, rifiuto del-
l'imma ginario concreto típico della pro-
posta hollywoodiana che inglobava cosí
l'esperienza dell'avanguardia: non potra
uscirne che la costituzione d'una scuola
documentaristica , che, in funzione anti-
Hollywood, mostra all'America un rea-
lismo e una verita 'incredibili'. Spesso
pero questi registi di formazione e no-
stalgie europee, giocano un loro ruolo
anche nella produzione ufficiale , cercan-
do o denunciando difficili compromessi
tra esperimento-sogno-possibilita e dena-
ro: Dreams that Money Can Buy ( I so-
gni che il denaro puo comprare) di
Richt er e emblematico di questa opposi-
zione-frustrazione-rimozione rispetto al
capitale; lo stesso Richter, gia fondatore
del "cinema assoluto" tedesco , ne da 265
questa definizione malinconica: "Anche
questo e un film d'avanguardia, 'per
un'impresa economica su vasta scala' ".
L'impresa cooperativa conteneva tutti i
rappres .entanti dell'avanguardia, esiliati
negli Stati Uniti, nuclei critici del pros-
simo Underground.
Analizzata la crisi dell'avanguardia in
Europa e oltre Oceano, sono da consi-
derare le possibilita ch'essa invece apre
per il cinema , per un aggancio al reale
e per il cinema pubblicitario. "E a
questo punto - nota E. Donda - che
il rapporto cinema-citta si rende preciso
ed esplicito; il cinema ha di fronte a sé
la possibilita di divenire strurnento di-
retto della programmazione sociale e ter-
ritoriale ( secando il modello sovietice
e attraverso la rottura dell'avanguardia);
l'oggetto che prende ora in considerazio-
ne e la dinamica ( sviluppo) dei rapporti
sociali, non solo a livello della cornuní-
cazíone ma soprattutto a livello della
produzione. 11 circuito informativo tota-
le dell'utopia vertoviana trova una rea-
lizzazione in questo tipo di documenta-
zione e di fissazione di passaggi del
reale".
Alberto Cavalcanti anticipa tutti ne! fis-
sare il problema sociale ne! documenta-
ría cinematografico gia nel 1926, piu tar-
di nella pianificazione sociale con i do-
cumen taristi ínglesi; Luis Buñuel rom-
 pe clamorosamente con l'irrealismo di
Salvador Dalí, e scegliendo nel 19 32 una
realta di miseria bruta nel fi.lm-documen-
tario Las Hurdes (Yerres sans pain),
d'un verismo ossessivo e di denuncia;
anche Joris I vens, pur iniziando con una
ricerca tecnica sulle possibilita della mac-
china da presa, perviene alla coscienza
delle contraddizioni sociali ed economi-
che, oggettivandole nella citta e facendo
ormai coincidere realta e documentario.
La scuola documentaristica inglese fonda
un rapporto produttivo tra cinema e ter-
ritorio. Grierson, da critico e saggista,
e in grado di sintetizzare varíe scuole
sperimentali europee, e di qui fonda la
nozione di realta ( tel que!) cinematogra-
fica, di aderenze alle sue dinamiche, fuo-
ri della rappresentazione che e fissazio-
ne estetica. Nascera di qui il free-cinema
degli anni '60, ma, fuori dell'antitesi
avanguardia-realismo, e certo che l'inte-
grazione del discorso e dello spazio ci-
266 nematografico con lo sviluppo del so-
ciale, e gia in atto.
Il discorso documentaristico negli Stati
Uniti passa attraverso il confronto tra
la scuola realistica newyorkese degli anni
'30 e il discorso del documentario rispet-
to alla citta. Questo discorso si sviluppa
tardi e in funzione anticinema, scontran-
dosi col predominio di Hollywood e la
costituzione d'un immaginario collettivo
fondante per l'America. Questa opposi-
zione ed estraneita a Hollywood, oltre
all'orecchiamento e alla importazione
europea, hanno relegato la produzione
documentaristica in un circuito che non
ha mai toccato la popolazione; forse an-
che perché nel 1920, agli inizi, si accen-
trava sul tema della citta moderna, nel
momento ancora prematuro del suo co-
stituirsi in sé.
La rassegna comprendeva cinque films di
Alberto Cavalcanti, Rien que les heures,
del 1926; En rade, del 1928; Tour de
Chant, del 1932; Pett and Pott, del
1934; We live in two \Vorlds, del 1937;
e inoltre, Las Hurdes di L. Buñuel, del
1932; De Brug di I. Ivens, del 1928;
La jalousie de Barbouillé di I. I vens,
del 1928.
Una personale composta di sette films di
Adrian Brunel e stata presentata nella
giornata del 23 ottobre. Brunel, nato a
Londra nel 1892, esordí come attore di
cinema e di teatro, piu tardi divenne
produttore e regista. Durante la guerra
lavoro per la Film Section del Foreign
Service of Information, girando dei
"film tag" di propaganda incorporati
nei cinegiornali. A guerra finita entro a
far parte della British Actors Film Com-
pany, che e stata la prima cooperativa
di produzione. Con Leslie Howard costi-
tuí la British Comedy Film Ltd ( dive-
nuta poi Minerva Film) producendo
films comico-satirici. Nel 1924 s'impose
all'attenzione con dei lungometraggi e
burlesque, quindi fondo una casa di mon-
taggio ad uso internazionale che addestro
molti tecnici fino all'avvento del sonoro,
e uno dei primi cineclubs piu importan-
ti: la Film Society. Brunel fu uomo coito
e di acuto senso critico, la sua produ-
zione documentaristica risulta piena di
annotazioni sottili e felici, sí da farne
una delle figure piu interessanti del cine-
ma inglese.
Sono stati presentati i seguenti films:
Bookwords, del 1920; The Bump, del
1920; The Shimming Sheik, del 1923;
Crossing the Great Sagrada, del 1924;
Cut it out, del 1924; The Vortex, del
1928; While Parents Sleep, del 1934;
Lave at Sea, del 1936; Blighty, del
1927.
Sperimentalismo astratto e
avanguardia sperimentale
Le proiezioni riguardanti la sezione
« Sperimentalismo astratto e avanguar·
dia sperímentale » hanno avuto luogo
nei giorni 23, 24, 25, 28, 29 e 30 ot·
robre, nelle ore pomeridiane e serali.
La sperimentazione in Germanía e le in·
dícazioni successive di un 'cinema tota-
le', arrivano fino al cinema del Terzo
Reich. Esse evidenziano e fanno riscon-
tro alle contraddizioni aftermate ma non
afrrontate dalle avanguardie europee:
]'itinerario di Ruttman, Richter e Eg-
gelíng porta alla fine di quell'"ultima
purezza ( capace di mantenersi tale anche
nel compromesso piu intero con ]'in-
dustria e il capi tale) dell'arte-artista vi·
sivo; si cancella l'artigiano puro ( se non
sa tramutarsi in un nucleo di produzione
allargata come ha fatto Fischinger negli
USA) e l'intelligen za come rapporto tra
soggetto e oggetto, tra interiorita e este-
riorita".
Essi partono dall'utopia d'investire la
macchina produttiva cinema di media-
zioni tra soggetto e oggetto ( come uno
strumento per l'artista), mentre essa e
l'opposto: lo scontro dei tedeschi con
!'industria si risolve all'interno del com-
promesso, partecipando essi dell'in-
dustria e sottolineando l'impossibilita
d'un cinema asso lutamente espressivo
come quello degli espressionisti.
La ricerca pura di Viking Eggeling e
Hans Richter ( poi Ruttmann) si confi-
gura eminentemente come pittura su ro-
rolo e ne! tempo, invece che su tela, di-
venta cosí cinema audiovisivo; arte-pro-
dotto che non si puo fare dentro ]'in-
e
dustria, ma esso stesso industria, molto
piu che discorso ideologico. Richter e
Eggeling toccano con mano la contrad-
dizione e vi si bruciano: la loro ricerca
epossibile non se fanno anche della pub-
blicita, ma solo se fanno pubblicita. La-
vorando per l'UFA (Universum Film
Allgemeine Gesellschaft) che del resto
ebbe il merito di dare spazio fin dal 1920
alla produzione sperimentale, alla ricerca
tecnica e al disegno animato, ogni tenta-
tivo di anclare oltre l'avanguardia verso
la ricerca pura e impossibile, ormai
l'avanguardia stessa e un prodotto ( le
edizioni Dada di Zurigo e l'amicizia di
Tristan Tzara sono un'eccezione, ma
senza continuita).
Walter Ruttmann e la figura piu interes-
sante di questo gruppo: egli fa una spe-
rimentazione visiva e sonora che non ri-
mane nell'ambito strettamente pittorico
come per gli altri, pratica una ricerca
pittorica in senso assoluto, in guanto usa
!'elemento sperimentale come materiale
per il montaggio e si muove in uno spa-
zio non bidimensionale, ma in uno spa-
zio immaginario completo anche musi-
cale. La sua in troduzione ai films UF A
non sano soltanto un fiore all'occhiello
ma una vera sperimentazione pura. Il
W ochenende ( fine settimana), ricerca di
montaggio per una societa di navigazio-
ne, lo induce a rimanere in Germanía
anche durante il nazismo e a lavorare per
il Reich, cercando il suo spazio ovunque.
Il "cinema delle ombre" di Lotte Rei-
niger rinverdisce la continuita culturale
delle forme popolari pur con le tecniche
dell'avanguardia e della sperimentazione,
anche se Richter trova 'ottocentesca'
!'idea di risolvere la sperimentazione con
una neutralita tecnologica invece di far-
ne occasione per misurarsi con le con-
traddizioni del sociale.
Nel fenomeno della sperimentazione
americana ed europea, la figura di Oskar
Fischinger, vero continua rore dell'opera
di Ruttmann, che dopo un passaggio in
Inghilterra approda nel 1936 agli Stati
Uniti, ci da la misura e la controprova
di quanto la ricerca sperimentale o l'arti-
gianato stesso trovino spazio ormai solo
dentro !'industria (infatti collaboro al
film Fantasía di Walt Disney). Trovia-
mo ricerche di ritmo puro su forme geo-
metriche e musica moderna, movimento
continuo di forme lineari, da! disegno al
materiale corposo per farne arabeschi,
dalla musica classica al jazz .
In Inghilterra Len Lye, pittore, e Me La-
ren, scenografo, usano una tecnica di in-
tervento diretto sulla pellicola, dipingen-
dola. La GPO ( General Post Office)
FilmUnit, con la sua dimensione di pro-
paganda e di pianificazione sociale, non 6
si incontra con la ricerca pura, e i due
2 7
autori scelgono di trasferirsi negli USA.
Me Laren lavoro anche in Canada con
l'Ufficio Nazionale del Cinema Canadese
di Grierson.
Sono stati presentati i seguenti films:
Diagonalsym phonie di V. Eggeling,
1921; V ormittagspuk di V. Eggeling,
1927; Opus I, JI, III di W. Ruttmann,
1921-26; In der Nacht di W. Ruttmann,
1931; 8 x 8 di H. Richter, 1957;
Dreams that Money Can Buy di H. Rich-
ter, 1944-46; Abenteuer des Prinzen
Achmedt di L. Reiniger, 1926; Studio
5, 6, 7, 8, 9, 10, 12 di O. Fischinger,
1929-32; Coloritura di O. Fischinger,
1932; Komposition in Blau di O. Fi-
schinger, 1933; Rainbow Dance di Len
Lye, 1936; Nornw di Len Lye, 1937;
L'idée di B. Bartosch, 1934; La joie
de vivre di Gross e Hoppin, 19 34;
A Bronx Morning di J. Leyda, 1930-31;
Experimental animation di H. Smith,
1938; Early abstraction di H. Smith,
1939; From Dada to Surrealism di H.
Richter, 1949.
Avanguardia tedesca e societa
I1 ciclo « A vanguardia tedesca e socie-
ta » ha occupato le giornate del 25 e del
26 ottobre, con doppie proiezioni diurne
e serali.
 Se per il cinema francese il riferimento
piu diretto e utile e il cinema-critica del
circuito d'essai, per il cinema tedesco il
punto di riferimento piu noto e significa-
tivo resta il grosso fatto culturale che fu
l'espressionismo . Tra i registi cresciuti
all'ombra del fenomeno espressionista, il
lavoro di innovazione piu interessante e
quello di Fritz Lang, che si muove nella
dimensione d'una ricerca di plasticita ol-
tre l'unidimensionalita della scenografia
espressionista, per un approfondimento
dello spazio architettonico: "lo studio, o
meglio l'ideazione e l'immaginario por-
tano immediatamente alla citta; non la
citta reale-poetica di Murnau ma lo spa-
zio-citta, il presupposto della realta so-
ciale stessa: lo schermo si apre ad una
investigazione nuova, l'architettura viene
'ripensata' in studio e nel modello che
deve anda re a sos ti tui re la ci tta". Dalla
comprensione della citta sociale, Lang va
verso gli archetipi della costituzione del-
268 la citta: dall'architettura, nel Dokt. Ma-
buse e Die Nibelungen, per raggiungere,
in Metropolis, la citta totale, il mondo
stesso fatto citta percorribile.
Nello stesso anno Ruttmann gira la sua
Berlin, Symphonie einer Groszstadt
( Berlino, sinfonía d 'una grande ci tta) :
la citta e al massimo del suo sviluppo
prima della disgregazione, i due film ne
fanno una oggettivazione perfetta, la ri-
presa diretta o !'artificio dello studio ri-
flettono lo stesso oggetto e la loro anti-
tesi serve a chiarirlo meglio; in piu e
una oggettivazione prodotta da] cinema
stesso, non a caso sceneggiatore della
Berliner Symphonie e Karl Mayer, pa-
dre dell'espressionismo.
L'operazione del cinema tedesco a livello
della produzione si esprime ne] grande
progetto dell'UFA (Universum Film
Allgemeine Gesellschaft) come sostitu-
to del cinema americano, ma anche come
sviluppo della ricerca sperimentale e del-
la sua sintesi corretta col problema so-
ciale. Ruttmann collaboro con Piscator
e il suo "teatro político", anche se poi
rimase in Germanía a lavorare per il
Reich. 11 suo cinema sinfonico, espresso
in quell'opera corale e pulsante che e il
film su Berlino, rompe l'impasse astrat-
tista di Richter e crea nuovo spazio a
una visione documentaristica della realta
la quale coinvolse le giovani generazioni
nella riílessione sulla ci tta, luogo privile-
giaco di ncerca e non della sperimenta-
zione astratta.
"L'avvicinarsi del problema politico
- scrive nel catalogo E. Donda - e
l'inscstenibilita della contraddizione (il
crescere del nazismo) pongono urgenze
che la generazione precedente non co-
nosceva, o che almeno non si poneva al
livello di progetto culturale complessivo
vincente, ma trascinava con continuita
la repubblica di Weimar nel Reich.
L'avanguardia tedesca anche al di la del-
la scuola sperimentale astratta subisce
piu degli al tri l 'urgenza del problema
político ( qualungue sia la scelta finale)".
11 Ruttman di Berlin diventa il cesto
fondamentale, essenziale come Vertov,
per una riflessione sulla pratica del do-
cumentario; i giovani tedeschi ( e la
scuola inglese) lo sentono fortemente
ma sono nell'impossibilita di proseguirne
le indicazioni, tanto a livello di speri-
mentazione ( sí che Fischinger emigra
negli USA) guanto sul piano della pro-
duzione cinematografica e di allargamen-
to di certi spazi.
11 1933 segna la sconfitta definitiva del
cinema tedesco, non solo riguardo al-
l'utopia socialedemocrat ica, ma per la
possibilita d'una continuita della ricerca
che subisce tensioni, svuotamenti, sag-
gezze frustranti, il tutto ancora evasivo
dello scontro ideologico. Le scelte cosí
diverse di Richcer e di Ruttmann hanno
radice forse proprio in guesta mancanza
di via d'uscita: percio scelta astratta per
]'uno, accettazione della citta capitalisti-
ca totale per l'altro.
"Siamo alla fine assoluta dell'avanguar-
dia e della sperimentazione, esse hanno
prodotto la propaganda come punto di
arrivo finale; i film del Reich producono
la propaganda come oggetto totale, i
giochi olimpici, le gare sciistiche non
sono la ritrazione ed uso del mito di
potenza e natura, vanno un po' piu in
la, nel senso d'una fondazione di un
continuum di movimento, di una ritmi-
cita dell'immagine che discende diretta·
mente dall'avanguardia e dal cinema spe-
rimentale. La collaborazione di Ruttmann
ad Olympia non e una sovrapposizione
ma una integrazione reale, la scelta di
un linguaggio che fino a gualche anno
prima era stato designato come 'sconcio
e antimorale' dai primi nazisti". Di
guesta conversione puo essere esemplare
la carriera di Leni Riefenstahl, emblema- tutti raccolti dall'lstituto Luce di Roma.
tica del processo di formazione della I criteri di scelta del materiale tende-
nuova classe intellettuale e delle nuove vano a mostrare alcuni momenti della
strategie furbesche. Prima come attrice política del regime in fatto di architet-
( in Olympia), senza mistero e fascino tura e di interventi urbani, ma piu an-
hollywoodiano, ma gia dentro una mito- cora ad evidenziare !'uso delle varíe rea-
logia, poi regista ufficiale dei documen- lizzazioni pubbliche fatto nei cinegior-
tari del regime, banali ma politici. nali e nei documentari, mezzo diffusis-
Nella figura di Laszlo Moholy-Nagy ri- simo e incisivo di comunicazione di
troviamo tutti i momenti e luoghi della massa per ogni regime. Altro aspetto in-
avanguardia europea, dell'intellettuale teressante preso in esame e stata la pro-
avanzato degli anni '20 e '30: la porzione dei temí della citta e del terri-
Bauhaus, il porto di Marsiglia, l'Inghil- torio, rispetto agli altri argomenti, e la
terra, la villa Sarraz a Losanna dove si loro scelta, fatta in modo da far emer-
tenne il lº congresso del Cinema indi- gere la 'costruzione' dell'I talia fascista
pendente internazionale. Nella sua espe- anche in senso fisico, visibile elemento
rienza cinematografica troviamo tutti i di propaganda ideologica. Anche le no-
campi di sperimentazione, ma anche la tizie dall'estero sono sempre filtrate con
consapevolezza dell' assorbimento della criteri di assoluta innocuita ideologica
avanguardia da parte dell'industria e dal- ( Olimpiadi, avvenimenti sportivi o fol-
la noia della ricerca. Moholy-Nagy puo kloristici, scene di circo o di avanspet-
tacolo; anche la vita política e rappre-
rilanciare la ricerca sulle orme di Richter,
ma s'appoggia ad una struttura solida e sentata solo negli aspetti di parata), op-
produttiva come era la Bauhaus, non la- pure per avallare i presupposti del regí- 2 69
vorando mai in proprio, ma finanziato me ( rapporti trionfalistici con la Ger-
da Musei d'arte moderna e da Istituti manía nazista, guerra di Spagna, festa
d'architettura; questo non significa por- della razza, ecc.).
tare avanti i temí della ricerca cinema- Gli aspetti propriamente architettonici
tografica, ma precluderla come privi- appaiono piuttosto raramente e solo di
legio. sfondo, il dibattito sull'architettura del-
Sono stati presenta ti i seguenti films: l'avanguardia europea e del tutto assen-
Berlin, Symphonie einer Groszstadt te, come quelli sui temi dell'urbanistica
di Walter Ruttmann, 1927; Die Nibe- e della citta, cosí vivo negli anni '30, e
lungen di Fritz Lang, 1924; Metro polis delle realizzazioni per l'edilizia popolare
di Fritz Lang, 1927; Opus I, II, III, IV ali' es tero.
di Walter Ruttmann, 1921-26; Barcelo- Tutto questo ha un senso preciso. Polí-
na di G. Klein, 1937; The Enchanted tica e cultura sono entrambe strumentali
City di Warren Newcombe, 1922; otto ad una política culturale di Stato, che,
esemplarí dell'opera di L. Moholy-Nagy per la prima volta, individua ne! cinema
sono stati proiettati in videotape: il piu efficace mezzo di comunicazione di
C.I.A.M. Kongress Athen, 1933; Berli- massa. ( Non a caso tutte le principa-
ner Stilleben, 1926; Marseille vieux li istituzioni cinematografiche italiane
port, 1929; Lichtspiel, schwarz-weiss- - Istituto Luce, Centro Sperimentale,
grau, 1930; Tonendes ABC, 1932; Zi- Cinecitta - nascono durante il regime).
geuner Groszstadt, 1932; Street picture, Si vedano, ad esempio, le notizie sulla
1933; Lije of Lobster, 1935. situazione italiana. Globalmente si pre-
sentano come una marcia trionfale. In
Italia "si cos truisce" il fascismo.
La propaganda, la citta e il fascismo Si costruiscono citta nuove, si bonifica,
si sventrano le ''vecchie quinte inglorio-
La sezione « La propaganda, la citta e il se", si fanno sorgere nuovi quartieri con
fascismo », rassegna di cinegiornali del "mol ta aria, sole e luce"; si sviluppano
periodo fascista 1930-39, e stata curata l'aereonautica, le comunicazioni, e, quin-
da Giorgio Ciucci e Luisa Valeriani, e di, si costruiscono strade, ponti, stazioni
si e svolta nella giornata del 27 ottobre; ferroviarie, aeroporti, palazzi delle poste;
era composta da 11 cinegiornali, di cui si incrementa la cultura e la formazione
3 muti e 8 sonori, e da 2 documentari, del "nuovo italiano" ( premi d'arte, con-
 corsi, Mostra della Rivoluzione Fascista
con visite di massa, Triennale di Milano,
ecc.); l'agricoltura e la terra rinascono
con l'epifania del fascio . Mai una cala-
mita naturale; molte sagre festose di ci-
vilta rurale, molte parate, malta atletica.
L'anima bergsoniana, futurista e progres-
sista del fascismo si salda qui con l'altra
accademica, monumentale, tradizionalista
e contadina.
Nella selezione presentata sano stati pri-
vilegiati i cinegiornali in cuí e presente,
quantitativamente e qualitativamente ,
piu materiale relativo agli interventi nel-
le citta ( sventramenti, borgate, opere
pubbliche, nuovi quartieri di periferia),
agli interven ti nel territorio ( bonifiche,
nuove ci tta) , e a quelli sulla cultura
( mostre , premi). E, naturalmente, trat-
tandosi di campioni scelti secando un
criterio cronoJogico, anche se non mec-
canico, non senza !acune. Anche perché,
date le numerase vicissitudini belliche e
270
post-belliche dell'Istituto Luce, il reperi-
mento del materiale e stato ostacolato
dalla sua stessa disorganicita, piuttosto
consistente fino agli anni '30.
Nel discorso generale della política cul-
turale di massa della dittatura fascista e
del suo uso consapevole del mezzo dutti-
lissimo, le 'assenze' del tema architetto-
nico diventano piu significative di scelte
culturali precise: l'insignificanza data
alla stazione di Firenze e invece il largo
spazio per la Mostra della Rivoluzione
Fascista, per il Foro Mussolini , !'insisten-
te presenza della Citta Universitaria, de-
notano per chi legge tra le righe la opzio-
ne tra architetti moderni o accademici a
favore di questi ultimi, o piu spesso di
un'ibrida mediazione tra i due.
Interesse particolare hanno rappresenta-
to i due documentari presentí nella ras-
segna: uno sulla bonifica e nascita di
Littoria, l'altro sulle nuove realizzazioni
edilizie a Roma. In essi si evidenziano
i due filoni propagandistici molto accen-
tuati in quel periodo: la política agraria
e quella edilizia. Esse risultano stretta-
mente legate tra Joro perché "sano il
supporto diretto di una política econo-
mica fondata sul decentramento urbano,
sulla limitazione dei consumí , sull'impie -
go della forza lavoro dequalificata in un
ciclo edilizio tecnologicamente arretrato,
sullo sviluppo di industrie legate all'agri-
coltura, e, quindi, sul ritorno alla cam-
pagna. Gli sventramenti, che modifican-
do il volto della citta, spopolandola era-
refacendone il tes su to in un assetto mo-
numen tale, hanno come contraltare la
'bonifica integrale' quale strumento di
una política agraria mirante all'autosuf-
ficienza, e la creazione di borgate agri-
cole e di piccole citta nuove, che per-
mettano la polverizzazione della classe
operaia. La política culturale del regime
isola questi aspetti urbani e contadini, e
li presenta trionfalmente alle masse de-
gli spettatori: non piu ne! contesto di
un cinegiornale, ma di un discorso che
vale per sé . E la globalita che si pone
come totalita, che esclude l'esterno per·
ché ritiene ormai di comprenderlo. E
non res ta altro".
Ecco i films presenta ti: Giornale n. 662
( settembre 19 30); Giornale n. 810 (Ju·
glio 1931); Giornale n. 1030 (dicem·
bre 1932); Giornale sonoro n. 233 (an-
no 1933); Giornale sonoro n. 411
(1934); Giornale sonoro n. 751 (18
settembre 19 3 5); Giornale sonoro n.
901 (10 giugno 1936); Giornale sonoro
n. 941 ( 19 agosto 19 36); Giornale so-
noro n . 983 ( 4 novembre 1936); Gior-
nale sonoro n. 1194 (dicembre 1937);
e i due documentari: Dall' acquitrino alle
giornate di Littoria ( 19 3 3 ? ) e Nuovi
aspetti dell'Urbe (1936 ?).
Seminari o su « Cine ma, Cit ta,
Av an g ua rdi a: 1919-1939 »
Il 28 e 29 ottobre ai "Saloni" delle Zat·
tere, si e svolto il Seminario internazio-
nale che seguiva la tematica proposta
dalla rassegna cinematografica « Cinema,
Citta, Avanguardia: 1919-1939 »; vi
hanno partecipato: Alberto Abruzzese,
Adriano Apra, Alessandro Cappabianca,
Giorgio Ciucci, Francesco Dal Co, Mau·
rizio Fagiolo Dell'Arco, Adelio Ferrero,
Jost Grapow, Vittorio Gregotti, Tomás
Maldonado, Miche le Mancini , Lino Míe·
ciche, Geoffrey Nowell Smith, Giorgio
Pasqualotto, Gianni Rondolino, Joseph
Ryckwert, Bernard Schneider, Umberto
Silva, Luisa Valeriani, Giorgio Tinazzi,
Manfredo Tafuri. Nel Salone trasforma-
to in sala cinema tografica per la proie-
zione della intera rassegna, si e svolto
questo confronto-dibattito suí films visti
da critici cínematografici, architetti, so·
ciologi per trovare i nessi tra due piani
di esame: l'esperienza dell'avanguardia
cinematografica e quella architettonico-
urbanistica. Il Seminario illustrava con
interventi specifici il ciclo di proiezioni
dell'avanguardia '19-'39, creando acco-
stamenti e contrapposizioni metodologi-
che, contenutistiche, storiche ed econo-
miche tra i due ambiti paraLleli a con-
fronto, che a volte si richiamavano a
volte si respingevano in una dialettica
che e stato appassionante scoprire tra
arte e citta, comunicazione e territorio,
creativita e industria. Il direttore del
Settore Arti visive e Architettura Gre-
gotti ha ricordato come il metodo di !a-
varo iniziato ne! 197 4, che continuera
nel futuro, voglia essere uno 'studio-
esperienza', di volta in volta svolgentesi
attorno ad un tema dato, abbia inoltre
un approccio volutamente 'laterale' al-
l'architettura, e sía composto dei molti
aspetti e discipline connesse e sovrap-
poste per ricrearne e scoprirne i nessi
nuovi e rivelatori. Ha anche sottolineato
l'importanza programmatica che ha avu-
to per la citta Ja riscoperta, la salvezza e
l'utilizzo collettivo da parte della Bien-
nale di vecchi luoghi di lavoro abbando-
nati da anni e destinati alla demolizio-
ne, come i "Saloni" delle Zattere, ex de-
positi del sale dei veneziani.
Dopo la presentazione del materiale e
Résumé
Exposition « Ugo Mulas - 'Le Veri-
fiche' et l'histoire des Biennales »
Dans le cadre des activités du secteur des
Arts visuels dirigé par Vittorio Gregotti , orga-
nisée par Nini Mulas et Tommaso Trini ,
avec la collaboration technique de Sergio Graz-
zmi et l'aménagement de l'Arch. Gino Valle ,
cette exposition de 283 photos du photographe
lombard Mulas, a eu lieu aux "Sa'.oni" delle
Zattere, du 16 octobre au 17 novembre. Elle
comprenait des ceuvres de Mulas, pour la plu-
part inédites, sur les Biennales de 1954 a 1972
(sauf 1956) et 14 photos de la série « Le
Verifiche», avec un commen taire de l'auteur
en recherche. Né en 1928, il a collaboré
aux meilleures revues incernationales ( « Vo-
gue », « Illustrazione italiana», « Domus »,
« Art international ») par des reportages et
des travaux commerciaux de studio. En contact
avec toutes les personnalités, il prit part aux
événements artistiques, aux rendez-vous inter-
nationaux tels que le Festival de Spoleto, la
del terreno di discussione fatta da Da!
Co e da Ellis Donda, autori dell'ampio
catalogo della rassegna, sono segui ti nu-
merosissimi gli interventi degli invitati
e del pubblico, oscillanti tra la critica a
impostazioni discutibili, scelte del pas-
sato, ottiche ideologiche limitanti, e una
vastissima gamma di suggestioni intellet-
tuali e obbiettivi politici stimolanti; dal-
l 'interpre tazione delle esperienze Dada,
dell'Espressionismo, della Bauhaus, del
free-cinema e cinéma-vérité alle consi-
derazioni sulla morte dell'arte, sulla cit-
ta luogo di distruzione e di produzio-
ne, sulla fabbrica che 'permette e condi-
ziona' la vita della citta; dalla gestione
capitalistica o sociale del territorio allo
stretto rapporto tra architettura e polí-
tica, alle contrastanti interpretazioni del-
la pianificazione territoriale e delle strut-
ture iconiche e simboliche della citta, e
stato un continuo passaggio tra realta
strutturali e sovrastrutturali. Un pubbli-
co giovane e attento ha seguito giorno
27r
per giorno sia lo svolgersi della ras-
segna di films tanto insoliti, quanto l'ac-
cattivante e stimolante tematica del Se-
minario, cui il taglio d'analisi econo-
mico-storica d'una moderna cultura
marxista ha dato un particolare sapore
insieme discutibile, incisivo ed attuale,
sia dal punto di vista dell'architettura
che del cinema. ( p.g.g.)
Summary
« Ugo Mulas 's exhibition: 'Le Veri-
fiche ' and the history of the Bien-
nales »
This exhibition was co-ordinated by Nini Mulas
and Tommaso Trini and presented within the
sector for Visual arts activities directed by
Vittorio Gregotti; the photograph printing
was provided by Sergio Graziani, whilst Gino
Valle saw to the fittings ; it took place in one
of the Magazzini del Sale or "Saloni" delle
Zattere, from 16 October to 17 November.
The exhibition collected altogether 283 photo-
graphs sorne of which were still unissued,
concerning the Biennale from 1954 to 1972
( except for the 1956 Biennale, whose negatives
were mislaid) and 14 photographs belonging
to the series "Le Verifiche" , all commented
on by the author both as a photographer and
a man of research in a problematical way
autobiographical as well as extens ive.
Ugo Mulas was born in the outskirts of
Brescia in 1928 and from 1954 onwards he
 Biennale de Venise, les expos1t1ons d'art pop a collaborated with reviews such as « IUustrazio·
New-York, sur lesquels il a compasé des livres
et des planches graphiques. Interessé au théa-
tre, il a donné sa collaboration a Strehler au
Piccolo de Milan et a Puecher pour Britten et
Berg au Comunale de Bologne. En 1968 il a
commern;é ses recherches sur la technique et le
langage photographique, recueillies en 1970
dans la série « Le Verifiche »; il mourut en
1973. L'exposition de Mulas est une documen-
tation précieuse de cet événement périodique
toujours en évolution avec le temps , le gout,
les moeurs, la situation du milieu et du climat
politique qu'est la Biennale. A ce propos ont
une signification particuliere les phocos des der-
nieres éditions de la Biennale , noramm ent celle
du 1968, avec l'intervention de !a police contre
les jeunes artistes place Saint Marc. Les por-
traits de Ungaretti, Severini, Fontana , Giaco-
metti et de beaucoup d 'autres, du café Florian ,
de la place Saint Marc etc . ont un charme
remarquable. Tommaso Trini écrit dans son
introduction: "Po ur Mulas la réalité passait a
travers la pensée avant que par l'appareil. Ses
images poursuivent non seulement une philo-
sophie du monde, une stratégie de l'action mais
plut6t la conscience critique de la fonction des
images dans la civilisation actuelle, surchargée
de reproductions photomécaniques. Son oeuvre
passe de l'histoire de la photographie a celle
272 de l'art , non seulement a cause de la qua'ité
et de l'intelligence de ses imag es, mais parce-que
il a interrogé infatigablement la nature et la
fonction des structures visuelles ... L'arriste se
fait spectateur ... ".
Des les premiers jou rs un public tres nombreux
( 13.000 biUet vendus) a visité l'exposition,
s'intéressant aussi aux anciens "Saloni" del sale,
que la Biennale utilisait pour la premiere fois
apres vingt ans d'abandon, en les sauvant de
la démolition qui était déja décidée par la
municipalité , afin d 'y construire une piscine .
Un cahier illustratif a été publié sur l'exposi-
tion et un documentaire sur « Ugo Mulas:
autobiographie d'un photographe » a été pro-
duit par Francesco Cgrnelutti e Cario Quinta-
val'e pour le Rai-TV.
En marge de l'e xpos ition , des équipes de travail
ont réalisé diverses initiatives: l'une a été un
groupe d'étudiants de Sociologie de la Fa::ulté
de Naples, dirigés par le prof. Alberto Abruz-
zese, qui ont fait une rech erche sur le . rapport
entre la programmation culturelle et la décen-
tralisation administrative; l'autre , !a recherche
photographique dans la ville et a l'expos ition
que Mario Lodi avec ses éleves de Vho de Pia-
dena ( Cremona) et de Livio Agostini avec des
éleves de Verana , ont fait le 2 et le 4 no-
vembre.
Cycle " Cinéma , Cité , Avant-garde :
1919- 1939 »
Par les soins de Francesco Dal Co, la docu-
mentation de Ellis Donda et l'aménagement ce
l'Arch. Gino Valle , le cycle de films « Cinéma,
cité, avant-garde: 1919-39 » a eu lieu aux
Magazzini del Sale, " Saloni" delle Zattere, du
16 octobre au 17 novembre. Il comprenait
l'avant-garde russe, européenne et américaine,
ne Italiana», «Vague», « Domus », « Art Jn.
ternational », doing sorne reportages and com-
mercial work at his studio. Coming into
contact with an artistic milieu, he got to love
meeting peculiar persons and knowing about
artistic events, as well as frequenring interna-
tional meetings such as the Biennale of Venice,
the Festival of Spoleto and the explosion of
the Pop Art in New York, all of which enabled
him to publish books and graphic sheets. Being
interested in theatre as well, he also collaborat·
ed with Giorgio Strehler at the « Piccolo
Teatro di Milano», with Puecher for Britten's
Turn o/ the Screw and Alban Berg's Wozzeck
at the « Comunale di Bologna »'s . In 1968 he
started his studies on photographic medium
and language , eventually collecting them ali in
1970 in the series called « Le Verifiche »; he
died in 1973. Mulas 's exhibition on the various
Biennali represents a rather unique documen·
tation on this periodical event always under·
lining its evolving tastes, manners, its cultural
and political clímax. A propos of it, the photer
graphs relating to the later Biennali are parti-
cularly significant; especially the 1968 ones,
showing the police guarding the artistic evems,
with charging agents and remonstrating artists;
and the various pictures representing Ungaretti,
Severini, Fontana, Giacometti and many others,
or the shots taken at the « Caffé Florian », in
St. Mark's Square etc., are just as inreresting.
« Le Verifiche » though, constitute a document
on research conceived as involving technical
medium, or better, on the dialectic between an
artist and his instrum ent , in the search of a
most significative representation of reality.
In his preface Tommaso Trini wrote: "Reality,
as far as Mulas was concerned, went through
rhe mind eve n befare going through the focus.
His pictures follow neither so much a philer
sophy of the world, nor a strategy of action,
as a critica! awareness of the functions of
images in present day societ y, inflationary as
it is with photomechanical reproductions. His
work goes from the hisrory of philosophy to
that of Art, not only because of the quality
and cleverness expressed by his pictures, but
for the very fact of his unwearily questioning
Nature and the workings of visive structure".
Since the very opening and for the days follow·
ing it, a great number of people visited the
exhibition, the young particular!y showing their
being greatly interested in it. Altogether, 12995
t ickets were sold.
On this occasion, the famous Magazzini del
Sale ( "Saloni") at rhe Zattere, closed for
many years, were opened again to the public
and thus spared demolition. On 10 november,
at the "Saloni", an overtime showing took
place, concerning Francesco Carnelutti and Car·
lo Quintavalle's documentary Ugo Mulas, auto-
biografi.a di un fotogra/o (Ugo Mulas, an Auto-
biography of a Photographer) , which was pro-
duced and kind ly granted by RAI, Italian
Radio Television .
As an appendix to the exhibition sorne initia·
tives pertaining to the Permanent Working
Group are to be mentioned, concerning the
Body's dea 1ings with schooling, which were
carried out by students belonging to the course
divisées en sept arguments: 1) Le cinema so-
viétique: l'art, !'industrie et l'Etat; 2) Une
série rétrospective de films de Vertov; 3)
L'avam-garde fran~aise: le cinéma, la critique
et le capital; 4) Le documentaire sociale et la
rétrospective de Brunei; 5) L'expérimenta-
lisme abstrait et l 'avant-garde expérimentale;
6) Avant-garde allemande et société: les expé-
riencesallemandes jusqu'au nazisme; 7) La pro-
pagande, la ville et le fascisme. Un séminaire
international sur « Cinéma, cité, avant-garde »,
a eu lieu le 28 et 29 octobre.
Au centre de ce programme d'avan t-garde artis-
tique, le probleme de la vil2e a été exposé dans
un intéressant parallélisme entre le débat sur
l'architecrure des années héroiques du Mouve-
ment Moderne et l'expérience cinématographi-
que de 1920-1930, qui revele une circulation
contemporaine des expériences historiques de
l'art d'avant-garde. Le peu de temp a disposi-
tion et par conséquent la limitation forcée
et arbitraire du choix des matériaux, le
fait que les films d'avant-garde s:mt eux
mémes des oeuvres d'art avec 2eurs !oís de
production, de langage, de tradition culturelle,
ont limité la recherche d'unification entre les
deux phénomenes, mais ils ont par ailleurs
propasé d'autres voies d'étude sur les aspects
de productivité industrielle et de présentation
de l'objet produit. Da! Co dans son introdution
au cahier illustratif publié par la Biennale,
revient souvent sur le caractere politique de
tout débat a propos de la ville, des choix
urbanistiques, de l'étude de la "Groszstadt", du
Werkbund au nazisme, de l'architecture en tant
que travail compris dans un systeme de pro-
duction. Aussi le film d'art trouve-t-il dans la
grande métropole sa matiere, ou bien sa forme,
raison d'étre, ses limites, méme hors d'un con-
tact direct avec les themes urbains.
Les séances avaient lieu tous les jours dans
l'apres-midi et le soir, accueillies par un vif
intérét surtout de la part des jeunes qui
n'avaient eu que de rares contacts avec cette
période de l'histoire du cinéma et des questions
architectoniques. Les 62 séances de films, sou-
vent répétes sur la demande de groupes, des
critiques ou de séminaires, ont vu un public
de 7500 spectateurs .
Les 16, 17, 18 19 octobre, ont ete consacrés
au « Cinéma soviétique: l'art, !'industrie et
l'Etat », dont faisait aussi partie la série de
films de Dziga Vertov, projetés le 19 et 20
octobre. Le cinéma russe de l'avant-garde des
années '20, a été choisi comme premier témoi-
gnage du líen entre une réalité historique, du
territoire et du quotidien, avec les phénome-
nes de production et de communication, dans
un souci de contact vif et réel entre le peuple
et le partí, sur tout le territoire. Vertov et
son utopie du 'Cinéma total démocratique',
le cinéma imaginaire social de Kuleshov et le
spectacle critique de la FEKS ( fabrique de
l'acteur excentrique); révélent la dialectique
du cinéma soviérique pour l'intégration du
cinéma avec la réalité sociale et économique,
dans sa fonction de politique culturelle. Dans
ce sens Aereograd de Dovzenko est un exem-
plaire parfait de la stricte relation entre l'instru-
ment po1itique et l'imagination intérieure; chez
of Sociology of the Faculty d Arts ar Naples
University, and by groups of pup ils from
Piadena and Verana, led by Mario Lodi and
Livio Agostini.
« Cinema , The Town , Avant-garde :
1919-1939 »
This cycle of films was shown ar the Magaz-
zini del Sale, "Saloni" delle Zattere, from 16th
October to 17th November, with Francesco
Da! Co supervising, Ellis Donda doing the
documentation and the architect Gino Valle
fitting the Magazzini up. Ir dealt with Russian,
American, European avant-garde, which were
divided into seven subjects : 1) Russian cinema:
Art, Industry and Sta te; 2) A retrospective
series of Vertov's documentaries; 3) French
avant-garde: cinema, criticism and capital;
4) Social documentation and a retrospect ive
series of Brunel's films; 5) abstraer experi-
mentalism and experimental avant-garde; 6)
German avant-garde and society: German
experiences up to Nazism ; 7) Propaganda, the
town and Fascism. An international seminar
concerning « Cinema, The Town, Avant-garde »
took place on 28th and 29th October. At the
very core of this artistic avant-garde programme
there was the problem of the town seen from
the point of view of an interesting parallelism 2 73
between the debate on architecture as regards
the heroic years of Modern Movement, and
1920-1930 cinematographic experiences , reveal-
ing the circulation of histor ical experiences in
avant-garde art . The short time available and
the fact that avant-garde films are works of
art in themselves, with their laws of produc-
tion, language and cultural tradition, set limits
to seeking a unity between the two phenomena;
on the other hand, other lines of study have
been pointed out, concerning aspects of indus-
trial productivity and the presentation of the
o'.:,ject produced. Da! Co, in his preface to the
pamphlet published by the Biennale, often
mentions the political trend characterizing any
debate concerning the town, town-planning,
the study of "Groszstadt", from Werkbund to
Nazism, as well as architecture conceived as
work included in the system of production.
In this way the metropolis provided the
subject-matter, form and raison d 'étre far, while
setting limits to art films even apart from any
direct contact with urban town-themes.
The projections took place every day both
in the afternoon and in the evenings. They
were welcomed with a show of great interest
by the young who, ti!l then had had scarce
contact with that period of film history and
with architectural problems. The programme
included 62 project ions which had often to be
repeatcd on groups', and critics' requests, as
well as on Seminars'. The persons attending
the showing were 7500.
The days of October 16th-19th were dedicated
to « Russian Cinema Art, Industry and State »
series, which included the series of Dziga
Vertov 's films, that were shown on 19 and
20 October. The avant-garde Russian Cinema
of the twenties was chosen as the first examp~e
of the link existing b etween historica l reality,
 Kuleshov la confrontation est entre un ima-
ginaire social et la necessité de renouvellement
de la production : le cinéma se mesure avec la
révolution communiste. Le probleme est la
coexistence du naturel du cinéma avec les
themes révolu tionnaires; dans ce sens operent
les récherches de Eisenstein et Pudovkin qui
porteront un grand renouvellement du cinéma
soviétique et la FEKS avec un róle important
dans la formation d'une industrie-spectacle ( uti-
lisant la tradition culturelle russe, le futurisme
de 1910, le cinéma américain) par la comédie
et la satire.
L'ósterreichisches Filmmuseum de Vienne a
organisé la série « Rétrospective de Dziga
Vertov » les 19 et 20 octobre. Les a:uvres
de cet auteur ont une signification particu-
liere dans le nouveau cinéma soviétique et
son rapport avec la ville, l'art, !'industrie et
la politique; en effet ce cinéma nait pendant
la guerre civile et il a une incidence directe
sur la réalité . Denis Kaufman ( 1896-1954),
vrai nom de Vertov , né en Pologne, acheva
sa formation idéologique et professionelle a
Moscou, travaillant au « Kinodelja » puis au
« Kinopravda »; il adressa l'appel aux cinéastes
soviétiques publié par « Lef », la revue de
Majakovskij, le « Manifeste de Kinoj » et
274 « Prevorost »; en 1923 le « Groupe Kinoj »
élabora la théorie de la "vie prise au dépour-
vu" et plus tard de la "policique des faits".
En polémique avec le parti communiste ,
Vertov passe d'un intérec de documentariste ,
a une reflexion journalistique plus critique des
informations et au film lyrique du ciné-roman;
mais cela n'est pas une défaite, plutót un usage
toujours plus complexe et médité du pouvoir
de la communication.
La section « Avant-garde franc;aise : cinéma, cri-
tique et capital », a eu lieu les 19 et 20 octo-
bre. Si le cinéma soviétique suivait des para-
metres d'information sociale et politique au
dela de l'intéret filmique, dans la culture oc-
cidentale, le circuit cinématographique a un
poids décisif dans la création du personnage-
auteur-démiurge, un inte:lectuel qui ese lui
meme d'avant-garde, a la conscience critique
en face de la réalité-capital. Les films de Man
Ray, Duchamp, Chomette et d'autres, se con-
frontent au modele industrie] et posent les
bases du cinéma publicitaire plus intelligent.
Kirshanov introduit des effets techniques et
une attention nouvelle a l'obiet-nature-corps,
qui parviendra par la suite a l'image érotique;
René Clair traduit l'avant-garde dans des mo-
dels naturels, populaires: une critique ima-
ginaire du cinéma américain; Jean Renoir em-
ploie le matériel de l'avant-garde dans un sens
politique . Ainsi nait le róle du critique cinéma-
tographique, du metteur en scene intellectuel
et le circuir d 'essai: c'est l'avant-garde qui se
contemple et crée son mythe culture!. Ici nait
son róle d'opposition, mais la finit l'expéri-
mentation, la primauté du critique, du cinéma-
technique. Jean Vigo et Buñuel affrontent la
cité d 'une fac;:on provocatoire et en la refusant ,
avec Jean Cocteau tout discours d'innovation
est conclus: l'avant-garde devient reproduction
d'elle meme, en s'intégrant dans la produccion
daily and territorial, and che phenomena ol
production and communication , involving, a
live and real contact becween people and the
Party on the whole territory. Vertov and
his utopía of a "Total Democratic Cinema",
Kuleshov's social imagery cinema and the
critica! show of FEKS ( che factory of an
eccentric actor) , all revea! the dialectics of
Russian cinema in favour of its inregration
with social and economical reality. In this
regard Dovzenko's Aereograd is che perfect
example of the strict relationship existing
between a political instrument and inner ima·
gination; in Kuleshov , social imagery was con-
fronted with the necessity of the renewal of
production methods and cinema measured itself
with the communistic revolution. The problem
was the coexistence of the naturalness of
cinema with revolutionary themes: it is in this
regard that Einstein's and Pudovkin's research
operated, eventually resulting, through comedy
and satire, in a renewal of Soviet cinema and
FEKS, thus playing an important part in the
foundation of an induscry-entertainment (by
making use of Russian cultural tradition , 1910
Futurism, and American cinema).
Th e Ósterreichisches Filmmuseum of Vienna
organized « A Retrospective series of Dziga
Vertov's documentaries » which took place on
19 and 20 October. This artist's works have a
particular meaning as a far new Russian cine·
ma and its relationship with the cown, an,
industry and politics are concerned; actually
chis kind of cinema was born during the
civil war chere and directly influenced reality.
Dziga Vertov 's real name was Denis Kaufman
( 1896-1954). He was of Polish descent but
he lived and achieved his professional and
ideological formation in Moscow, where he
worked first for « Kinodelja » and later on
for « Kino pravda »; he addressed an appeal
to Russian film arrists published by « Lef»,
Majakovskij's review, and produced « Kinoj
Manifesto » and « Prevorot »; in 1932 the
Kinoj Group elaborated the theory of "life
caught unawares" and, Jacer on , expounded on
the "politics of facts". Since his disagreement
with the Communist Party, Vertov's interest
in documentaries turned into a more critica!
journalistic rendering of news and a lyrical·
realiscic sense of information; which didn't
mean a defeat, but a more and more complex
and meditaced usage of che power of commu-
n1cat1on.
The « French Avant-Garde: Cinema, Criticism
and Capital » section took place on the 19th
and 20th October. If Soviet cinema followed
standards of social and political information
beyond mere film interest, Western culture
allowed the system of cinematographic fruition
to weigh heavily on the moulding of a person·
age-author-demiurge, an intellectual endowed
with a critica! conscience in the face of reality
conceived as capital, being himself avant-garde.
As an actual fact Man Ray's, Duchamp's,
Chomettes's films, and others', can be undet-
stood only by comparing them with an indus·
erial mode!; and what is more, the bases for
the cleverest advertising cinema were laid by
them. Kirshanov introduced cechnical cffects,
généra]e. II lui reste une aliénation poetique
qui s'éloigne des conflits et des processus réels:
c'est la un'expérience close.
Au « Documencaire social » a ete consacrée la
journée du 22 octobre et a Adrien Brunei celle
du 23 octobre. En Europe l'avam-garde a son
expansion dans une production renouvelée ,
dans les circuits d'essai qui ont eu une grande
dilfusion surtout en France, Belgique, HoUan -
de, meme avec de petits centres de production;
en Angleterre elle se réalise davantage dans le
documentaire socia 1e, l'expérimentation abstrai-
te et l'avant-garde surréaliste: le tout non par
antagonisme avec !'industrie d'Etat, mais dans
son sein meme. En Europe centrale elle s'ap-
puie sur les traditions existantes et sur le travail
des documentaristes; en Amérique elle s'affir-
me par un circuir critique en opposition avec
Hollywood et avec son imaginaire concret qui
voulait l'englober: elle en sortira par une école
de documentaires anti-Hollywood sur !' Améri-
que amere et inconnue. Les comprcmis diffi-
ciles dénoncés par Dreams that Money Can
Buy ( Les revcs que !'argent peut a:heter),
exprimant une opposition-frustration en face du
capital, trouvent une débouchée naturelle dans
la production publicitaire. Déja en 1926 Alber-
to Cavalcanti met au centre le probleme social
dans ses documentaires , Luis Buñuel en 1932
choisit le vérisme cru de Las Hurdes et Joris
lvens se concentre sur les contradicrions so-
ciales et économiques de la ville, tandis que
John Grierson expérimente une vision de la
réalité " telle quelle", premier fondement du
"free cinema" des années '60, ainsi qu'aux
USA ces réalisateur posent les bases du ci-
néma underground. Les films présentés com-
prenaient cinq films de Cavalcanti. Une ré-
trospective de Adrien Brunei, acteur, metteur
en scene et producteur anglais qui travailla aux
journaux filmés, films comiques, satiriques, bur-
!esques et documentaires, pleins d'une verve
subtile et heureuse, a présenté neuf films.
<< L'expérimentalisme abstrait et l'avant-garde
expérimentale » ont été illustrés par les films
des 23, 24, 25, 28 29 et 30 octobre. En Alle-
magne l'expérimemarion et la recherche d'un
cinéma total parviennent jusqu'au Trosieme
Reich: s'affirment les comradictions des avant-
gardes européennes, les itinéraires de Rutt-
mann, Richter et Eggeling qui conduisent a la
fin du 'pur artiste' ( hors des compromis avec
!'industrie), de l'artisan isolé (sans un centre de
production), de l'intelligence en tant que dia-
lectique entre objet-sujet, extériorité et inté-
riorité. Les allemands trouvent leur issue dans
le compromis avec ]'industrie-capital, en y par-
ticipant. La recherche pure de Vicking Egge-
ling et Hans Richter ( en suite Ruttmann) et
leur peinture qui 'se déroulait', allaient devenir
le cinéma audio-visuel, un produit industrie!;
ils s'épuiserent dans cette contradiction , car leur
recherche ne se fera pas 'meme' dans la publi-
cité, mais 'seulement' dans et pour le domaine
de la publicité. Pourtant l'UFA fut alors une
des grosses chances dans ce sens, mais toujours
dans l'impiroyable logique industrielle. Walter
Ruttmann est l'auteur le plus intéressant de
ce groupe, avec son expérimentation visuelle et
paying special attention to the relationship link-
ing objects-nature-bodies, from which the erotic
images of modern cinema issued forth; René
Clair turned avant -garde into natural, popular
models , an imaginary criticism of America;
Jcan Renoir made use of avant-garde materials
in a political sense. That 's how rhe role of
film critic, intellectual director and the " circuir
d'essai" carne about: it was the avant-garde con-
templating and forming its own cultural myth.
Thus its opposing function was born, ar the
same time marking its limits as to experimen-
tation, the pre-eminence of critics and technical
cinema. Jean Vigo and Buñuel faced the town
with an attitude of refusal and provocation,
wh1le any attempt at innovation was over with
Jean Cocteau, the avant-garde but reproducing
itself, integrating itself with the general pro-
duction. Ali he had left was a poetic alienation
taking him far away from conflicts and real
cvents: avant-garde experience was over.
The « Social Documentary » section took place
on the 22th Octor while the 23rd was dedicat-
ed to Adrien Brunei. In Europe the avant-
garde found its developing-ground in a renew-
ed production and in the "circuits d'essai"
which were spread mostly in France, Belgium,
Holland, with small producing centres as well.
In England ir ran through three contemporary
phases: social documentary , abstrae! experi- 275
mentation and surrealistic avant-garde, not
only without antagonizing Sta te Industry, but
drawing from its very resources. In Central
Europe it was based on existing traditions and
on documentary úlm-makers' work. In America
it knew success through a critica! "circuir"
in opposition to Hollywood and its concrete
imagery wanting to encompass it: the result
was a school of anti-Hollywood documentaries
dealing with a bitter, unknown America. The
difficult compromises exposed in Dreams that
Money Can Buy, expressing both opposition
and frustration in face of capital had a natural
issue in advertising production. Way back in
1932 Alberto Cavalcanti had centred his docu-
mentaries on social problems; in 1932 Luis
Buñuel chose the stark realism of Las Hurdes
and Joris I vens concentrated on the social and
economic contradictions of the town, whilst
John Grierson tried out an unembellished
vision of reality which was to be one of the
premises on which the sixties' "free cinema"
was based . In the United States rhe above-
mentioned artists laid the bases of underground
cinema.
Among the films presented, there were five of
Cavalcanti. There was also a retrospective show
invo'.ving nine films of Adrien Brunel, ar
actor, as well as a director and British pro-
duccr who made news, comic, satiric, burlesque
and documentary films, full of gay and subtle
verve.
The « Abstraer Experimenta'.ism and · Experi-
mental Avant-garde » section was dealt with on
23th , 24th, 25th , 28th, 29th, 30th October. In
Germany the experimentarion and research on
total cinema !asted till the Third Reich: Euro-
pean avant-garde contradictions imposed them-
selves; Ruttmann's, Richter's and Eggeling's
working lines brought about the end of pure
 sonore, une recherche de matériaux plastiques
et musicaux dans un espace a deux dimensions.
Engagé pour ses \V ochenende ( Fin de semaine)
il resta en Allemagne, travaillam meme pour
le Reich, candis que son disciple, Oskar
Fischinger, en 1936 s'enfuit aux Etats Unís,
trouva un emploi dans !'industrie ( Walt
Disney) mais poursuivit sa recherche de dessin
géométrique et de rythme, d'arabesques et de
jazz. Le "cinéma des ombres" de Lotte Rei-
niger, unir les techniques expérimenta:es aux
formes populaires et Len Lye e Mac Laren
expérimentent le dessin direct sur le film, le
dernier s'affirmant plus tard au Canada a
l'Office National du Cinéma Canadien.
Le cycle « Avant-garde allemande et s::iciété »
a occupé les journées des 25 at 26 octobre.
Si le point central du cinéma fran~ais est le
circuir d'essai, pour le cinéma allemand c'est
l'expressionisme. Le travail le plus intéressant
est celui de Fritz Lang, qui recherche un espa-
ce architectonique au-dela de l'unique dimen-
sion du cinéma expressioniste et découvre la
ville, non pas la cité poétique de Murnau mais
la ville-espace, réa!ité sociale, l'architecture
méditée, é'udiée sur le papier . Dans la meme
année que Afetropolis, la cité totale, Ruttmann
produit Beriin, die Symphonie einer Groszstadt.
Cene ville était au maximum de son expan-
276
sion avant sa distruction, les deux films la
regardent avec une obje:tivation directe . De
plus en plus la réalité sociale entrait dans
le film expérimental, utilisant l'expérience de
Piscator et de son Théatre politique; la Berlín
de Ruttmann devint un texte de base pour les
jeunes allemands et beaucoup d'autres. Le con-
flit politique de la période nazie créa des
tensions, frustrations et refoulements, évitant
tojours le choc idéologique. Les deux choix
diflérents de Richter et de Ruttmann, dans
l'abstraction et dans le réa'isrne, ont peut-etre
cette origine; mais si aux Etats Unís le dé-
bouché naturel dans !'industrie fut la pu-
blicité, dans l'Allemagne de Hitler, tout deviene
propagande, mythologie de puissance, dans tous
les sens. Olympia ese un exernple parfait de
cet ensemble de langages et de mythes poli-
tiques et nature:s, racistes et techniques: Leni
Riefensthal fue une expression emblématique
de cene jeunesse intellectuelle au service du
Reich . Moholy-Nagy fut un personnage de
niveau européen qui connut tous les endroits
et les expériences de l'avant-garde occidentale.
La série de film sur « La propagande, la cité
et le fascisrne », journaux filmés de la période
fasciste 1930-39, a été préparée par Giorgio
Ciucci et Luisa Valeriani et a été projetée le
27 octobre. Les treize films, divisés en 11
journaux-filmés et deux documentaires, avaient
été choisis dans le bu t de montrer certains
rnoments de la tactique politique et de la
propagande du régime fasciste, a propos de
l'architecture et des interventions urbaines;
l'exploitation que l'on en faisait, le choix des
themes dans les journaux-filmés. Meme les
nouvelles de l'étranger étaient filtrées de fa~on
que la sé'ection ne permette que des visions
de fo:klore, de sports, de spectacles, de cirque,
des olympiades, des parades militaires, des céré-
crtists ( artists away from any compromise with
industry), isolated artisans ( deprived of any
centre of production) and intelligence conceiv-
ed as dialetics between object and subject.
The German compromised with industry-capi-
tal, by sharing in it. Vicking Eggeling's and
Hans Richter's pure research (later on, Rutt-
mann's as well), together with their painting
"flowing" on rolls, were to become video-tape
cinema, an industrial product; eventually they
were to break undcr this contradiction since
thcir research was not only partly involved
with advertising, but it was carried out in and
for the advertising fiel<l only. Therefore, at the
time UPA was one of rhe biggest chances in
this sense, always obeying, though, to a pitiless
industrial logic. Walter Ruttmann is the most
intercsting artist of this group, with his visual
and sound experiments his search for plastic
and musical materials in a bi-dimensional area.
Engaged with his Wochenende (Week-end),
he remained in Germany, working for the
Reich as well, whilst in 1936 his follower,
Oskar Fishinger, flew to the United States,
where he found a job in Walt Disney's
industry, though always pursuing his research
on geometric design and rhythrn, arabesque
and Jazz . Lotte Reiniger's "cinema of shadows"
united experimental techniques with popular
forrns while Len Lye and Mac Laren experi-
mented direct!y designing films, the latter
making a name for himse!f in Canada, at the
National Office of Canadian Cinema.
The « German Avant-garde and Society » section
was held on 25th and 26th October. If a "cir-
cuir d'essai" was ar the core of French cinema,
tbe German one was centred on expressionism.
A most interesting work was carried out by
Frirz Lang, who, in his s~arching for an archi-
tectonic space beyond the only dimen,.ion
of exprcssionistic cinema, discovered the town,
not Murnau's poctic one but the town con-
ceived as space, social reality architecture,
workcd out while sitting ar a writing-desk.
Berlín, Symphonie einer Groszstadt was pro-
duced by Ruttmann in the samc year as Fritz
Lang's Metropolis, the total town. This town
reached the rnaximum of expansion before its
dissolution an<l the two films oflered a study
of straightforward objectivity. Social reality
pervaded experimental film more and more,
making use of Piscator and his political
Theatre; Rutmann's Berlín became a basis for
young Gcrmans and many others. The political
conflict of Nazism built up tensions, frustra-
tions and repressions, though always avoiding
ideological shocks. Richter's and Ruttmann's
two different choices, rhe one pertaining to
abstraction and the other concerning realism,
might have been originated there: anyway, if
in the United Stares advertising was its natural
issue, in Hitler's Germany everything turned
into propaganda and a mythology of power.
Olympia is a perfect example of that combi-
nation of languages, political and natural
myths, technical and racialist: Leni Riefenstahl
was an emblematic expression of the intel-
lectual yourh serving the Reich. Moholy Nagy,
who patronized western avant-garde meeting-
place and experiences, was a personality on a
European leve!.
 monies célébratives, jamais de calamités ou
·d'événements tristes, afín d'6ter de la vie po-
litique toute saveur dialectique, tour probleme
ou information inquiétante. Tout débat sur les
themes architecturaux et urbanistiques de ce
temps la, est totalement absent de meme que
tout débat culture! et idéologique ; ~videm-
ment, c'est la un choix précis de "po litique
rulturcUe"! Ce n'est pas par hasard que toutes
les maisons italiennes de production cinémato-
graphiqucs et de documentaires, naissent sous
le régime fasciste; c'est la premiere grande
occasion des nouveaux moyens de communi-
cation de masse. L'esprit qui marquerait
l'athmosphere du temps était celui du 'vita-
lisme' a la fa~on de Bergson, du Futurisme, du
progres, qui toutefois se melaient a un esprit
académique, monumental, traditionnel et pay-
san. Les deux arguments les plus célébrés par
la propagande fasciste, furent la politique agri-
cole et urbaine, la bonification, l'assechement
de vastes terrains et tous les travaux de
construction.
Aux "Saloni" delle Zattere, les 28 et 29 octo-
bre, a eu lieu le Séminaire International sur
« Cinéma, Cité, Avant-garde » organisé par la
section Architecture et Urbanistique du secteur
Arts visuels de la Bicnnale. Des critiques ci-
nématographiques, des architects et des socio-
logues ont discuté, en face des problemes de
cette section, sur le parallele possible entre
l'expérience de l'avant-garde au cinéma et dans
l'architecture et l'urbanisme. Illustrant les dif -
férents films des années 1919-39, ont été mis
en évidence le contact et le contraste de mé-
thodes et de contenus historiques et écono-
miques, entre les deux domaines: communiCJ-
tion-territoire, créativité-industrie. Le directeur
Gregotti a exposé la méthode de travai] étude-
expérience, qui sera suivie meme dans ]'avenir
autour des themes précis, non seulement a
l'égard de l'architecture mais des plans divers
d'examen superposés, qui recherchent des nou-
veaux domaines de connection et d'analyse;
il a aussi sou!igné le mérite de la Biennale
d'avoir sauvé et récupéré pour la vie collective,
les anciens "Sa loni" del sale. Apres la présen -
tation de la matiere de discussion faite par
Dal Co et Donda, de nombreux discours ont
suivi qui allaient de la critique d'une position
discutable, au choix de themes du passé ,
aux suggestions intellectueEes et aux objectifs
politiques stimulants, aux interprétations di-
verses des expériences culturelles européennes
significatives, aux réflexions sur la mort de l'art,
sur la vilie qui produit et détruit, l'usine qui
permet et conditionne la ville, l'aménagement
social ou capitaliste du territoire, le rapport
étroit entre architecture et politique, etc. ce
sont la des réalités structurales et superstructu-
rales entrelacées. Un public jeune et attentif
a suivi soit les films, soit les themes du sémi-
naire avec un intéret dialectique a propos de
l'analyse marxiste éminemment économique-his-
torique, du cinéma et de l'architecture.
The « Propaganda, the Town and Fascism »
section including newsfilms pcrtaining to the
1930-1939 fascist period , was attended to by
Giorgio Ciucci and Luisa Valeriani and shown
on the 27th October. The films presented were
13, and they were divided into 11 newsfilms
and 2 documentaries: they had been chosen
with the end of illustrating certain phases of
political tactics and propaganda of Fascism, as
far as architecture and urban interventions
were concerned and of stressing the exploita-
tion to which said subjects were subjected to
as well as the selection of news oJ1ered in the
ncwsfilms. Even pi eces of news from abroad
were read so that only folklorist.ic images,
games, shows, circuses, military parades and
celebrative ceremonies were allowed to appear
on the screen; mishaps or sad events were
never produced to deprive political life of any
dialectic gusto, any interesting problem born
from information. Debates regarding archi-
tectural urban subjects cf the time, cultural
and ideological discussions were lacking from
the films; clearly it was a definite choice of
"cultural poli tics" ! I t is not by chance that
ali I talian companies producing films or docu-
mentaries were born during Fascism; it was
the first big opportunity for mass-media. The
spirit pervading the ambience was vitalism
"a la" Bergson , futurism , ¡:rogress, blended, 277
however , with an academic, traditional monu-
mental and countryfied spirit. The most
famous subjects in fascist propaganda were
agricu 1tural, urban politics, as well as building
of any kind.
On che 28th and 29th October at the "Saloni"
delle Zattere, an International Seminar was
held on « Cinema - The Town - Avant-garde »
which has been organized by the Visual Arts
and Architecture sector. Film critics, architects
and scciologists discussed the possible paralle-
lism between film avant-garde and architecture
town-planning. The seminar dealt with 1939
avant-garde films and put into relief both the
contact and contras! of methods and subject-
matter, historical and economical, between
communication-territory and creativeness-indus-
try. Mr. Gregotti dealr with the srudy-expe-
rience working method which is going to
be applied as regards definite themes, Archi-
tecture as well as superimposed levels of inve-
stigation, in the search of new fields of con-
nexion and analysis: he also mentioned the
Biennale's rescue and repair of the ancient
"Saloni" del Sale. After Donda's and Dal Co's
introducing speeches, various themes were
dealt with, among which questionable criti-
cism, the choice of subjects belonging to the
past, intellectual suggestions, stimulant politic
objectives, the different interpretations of the
most meaningful European cultural experiences,
the death of arr, the town as begotter and
destroyer, industry al!owing the town its
existence while conditioning it, social and
capitalistic management of a territory, the tight
link between politics and Architecture ...
The audience was made of young people
dialectically interested both in the films and
the Seminar as to a Marxist analysis of cinema
and architecture mostly on a historical and
economical level.
 Manifestazioni musicali
Al Teatro La Fenice, la sera del 3 no-
vembre, ha inaugurato la rassegna di
musica contemporanea organizzata dal
Settore Teatro e Musica diretto da Luca
Ronconi un Concerto dell'orchestra del
teatro veneziano, diretto da Lucas Vis,
comprendente autori italiani contempo-
ranei. Il concerto e l'intera rassegna
hanno incontrato, per la prima volta
nella storia delle manifestazioni musi-
cali della Biennale ( i Fes ti vals interna-
zionali di musica contemporanea degli
278
anni scorsi erano quasi esclusivamente
frequentati dagli "addetti ai lavori"),
un pubblico del tutto nuovo, meno uf-
ficiale e mondano, come del resto per
tutte le manifestazioni di questo anno.
E la prima volta che per la rassegna
della musica, considerata la piu elitaria
ed astrusa, si sano viste file di pubblico
attendere !'apertura della biglietteria,
e sano apparsi al botteghino cartelli di
"tutto esaurito", per un totale di circa
3000 presenze.
Le manifestazioni programmate, che an-
davano dal 3 al 12 novembre, si sano
articolate in cinque concerti, un'opera da
camera e due incontri-studio sui compc-
sitori che costituivano i poli centrali e i
moti vi ispiratori della rassegna del 197 4:
Schoenberg e Maderna. Attorno a questi
due nomi, per celebrare questi due gran-
di musicisti scomparsi, i concerti affidati
ad orchestre e gruppi strumentali prove-
nienti dall'Italia, Francia, Austria e Bel-
gio, comprendevano composizioni note o
nuove, alcune in prima esecuzione asso-
luta, dei due compositori e di altri mu-
sicisti del novecento, accomunati da una
stessa ricerca espressiva e, come per
l'opera di Henri Pousseur, una dedica
devota a Schoenberg, nel centenario del-
la nascita. Inoltre ai due autori sano
stati dedicati due incontri, per appro-
fondire alcuni aspetti della loro produ-
z10ne e il loro rilievo nella storia della
musica contemporanea, con la partecipa-
zione di numerose personalita del mondo
musicale internazionale, critici e pubbü-
co. Gli incontri si sano svolti il 9, 10
e 11 novembre su « L'eredita di Schoen-
berg », con la partecipazione di Paolo
Castaldi, Silvano Bussotti, Heinz-Klaus
Metzger, Franco Donatoni, Mario Borto-
lotto, Maria Scriabin, Henri Pousseur,
Zoltan Pesko; e il 10 novembre sotto il
titolo « Testimonianze su Maderna », col
contributo di Luciano Berio, Henri Pous.
seur, Franco Donatoni, Aldo Clementi.
Per Bruno Maderna
Nella prima serata e stato eseguito il
Concerto per pianoforte e orchestra di
Bruno Maderna, eseguito a Darmstadt
nel 1959 per la prima volta, ora in pri-
ma esecuzione in Italia. Maderna, com-
positore veneziano, morto il 13 novem-
bre 1973, e noto e caro ai veneziani e
al pubblico della Biennale per aver pre-
sentato e fatto conoscere in Italia gran
parte della Nuova Musica. Questo con-
certo, scritto nel 1959 e dedicara al pia-
nista americano David Tudor, ha un va-
lore esemplificativo della sperimentazio-
ne continua dell'autore; infatti innesta
sulla forma classica del concerto per solo
e orchestra, viva ormai da piu di un
secolo e mezzo, l'impiego antitradizio-
nale del pianoforte secando i moduli del
nuovo pianismo, mentre l 'orchestra si av-
vale di 38 fiati, archi, 2 arpe e percus·
sione . Dall'esperienza di Darmstadt, che
puntava all'allargamento dei confini mu-
sicali e dei materiali sonori, viene a Ma-
derna il doppio invito alla sperimenta-
zione elettronica e ai madi antitradizio-
nali di usare la tradizione, ambedue gli
ambiti vissuti con una ten sione singolare
e caricati di significati personali. Anche
il concetto di concerto e ripensato, su-
perando il momento dialogico di antitesi
romantica tra individuo e mondo ester-
no, in un rapporto piu complesso e mu-
tevole di variazioni, integrazioni, paral-
lelismi. II mondo tastieristico di Boulez
e di Stockhausen, il 'bruitisme' di Cage,
arricchiscono il pianismo digitale con
prestazioni le piu varíe: dagli interventi
sulle carde, sulla cassa, sui pedali, con
colpi, strisci e cosl via, fino - in questo
caso - a chiudere drammaticamente il
coperchio della tastiera "con un colpo
secco e violento". Sotto la direzione di
Lucas Vis, con l'orchestra e il coro della
Fenice, l'esecuzione della non facile par-
titura pianistica non poteva esser meglio
affidata che a John Tilbury, gia noto al
pubblico veneziano e famoso per le in-
terpretazioni di autori d'avanguardia, di
Cage in particolare, e di un pianismo,
oltre che classico e colto, modernissimo
e imprevedibile, dalle tecniche piu auda-
ci e sperimentali.
Ne! 1972, durante il fecondo sforzo crea-
tivo terminale da cui nascono Aura, Bio-
gramma, V enetian Journal, Dialodia, All
the W orld 's a Stage su un testo shake-
speariano, su commissione della From
Foundation, Bruno Maderna scrisse a
Saranac negli U.S.A., Giardino religioso.
Oltre aglí ottoni, archi, celesta e marim-
ba, due pianoforti e percussione, il diret-
tore d'orchestra funge da strumentista,
usando dL1econgas, la celesta e il trian -
golo, nonché improvvisando 'dentro' il
pianoforte a coda, eccitandone le carde
nella cassa. Alcune zone strutturali e al-
tre di libera improvvisazione si alterna-
no con sezioni sonore separate da pause
asimmetriche degli archi e delle arpe,
fino all'improvvisazione dei due piano-
forti, che si scambiano ora con aree com-
positive in campo aperto ora in trame
ben definite. Questo concerto e stato
eseguito alla Fenice e la sera dell'll no-
vembre dall'orchestra del Teatro Comu-
nale di Bologna, diretta da Marcello
Panni.
Da! Quatuor Parrenin di Parigi, nel po-
meriggio dell' 11 novembre nelle Sale
Apollinee del Teatro La Fenice, sono
stati eseguiti quattro brani per quartetto
di tre autori, Maderna, Berio e Boulez, ti-
pici eredi di W ebern e allievi della scuo-
la di Darmstadt, che si possono definire
'pronipoti' di Schoenberg, i quali cerca-
no di recuperare una forza logica nella
dissoluzione generale. Dopo il Quartetto
di Bruno Maderna del 1955, in cuí si
nota la capacita dell'autore di reggere
alla progressiva flessione immaginativa
dei suoi contemporanei, e stato eseguito
il Quartetto del 1955-56 di Luciano Be-
rio, lavoro notevole, del periodo giova-
nile, di travolgente virtuosismo, e Sin-
cronie del 1963-64 dello stesso autore,
nonché Livre pour Quatuor, opera defi-
nitiva, profetico brano di Pierre Boulez
del 1949.
Insieme alla musica di Maderna, sono
stati eseguiti, la sera del 3 novembre,
opere di altri musicisti a lui vicini nella
stessa ricerca musicale contemporanea:
di Aldo Clementi Episodes del 1957,
eseguiti la prima volta alla radio di Bru-
xelles nel 1958 sotto la direzione di Ma-
derna, che si possono definire di scrit-
tura strutturalista, perché si compongo-
no di un collage di vari organismi musi-
279
cali, organizzati e conclusi in se stessi,
fusi in un unico tempo, in strati suc-
cessivi caratterizzati da diversi valori
ri tmici e dinamici.
Da Intolleranza 1960 di Luigi Nono, del
1961, sono stati riproposti iLCoro finale
della seconda scena, su testo di Angelo
Maria Ripellino, e il Coro finale del-
l'opera sull'accorato testo d'una famosa
poesía di Bertolt Brecht. Anche la Com-
posizione per orchestra n . 2 del 1958-59
rivela nel sottotitolo Diario Polacco '58
la presenza e l'impegno político fonda-
mentali in Nono, nella sua militanza
marxista. Qui vuole sottolineare in mo-
do provocatorio, e celebrare con dolare,
l'esperienza tragica della Polonia: le di-
struzioni e gli sterminii della guerra, la
volanta di vita rinnovantesi della civilta
polacca nel dopoguerra. L'estrema dispo-
nibilita tecnica e di materiale sonoro ser-
vono i tratti di un'emozione e di una
reazione profondamente sentite e libera-
te dall'espressione, che si risolve piu ;n
una provocazione musicale che in una
descrizione, in linea coerente con i 'mo-
di' di Nono e la sua impegnativa respon-
sabilita nell'attuale dibattito musicale
ol tre che ideologico.
L'Apreslude di Niccolo Castiglioni e del
1959, una delle anna te piu dense del
musicista, che gia a 27 anni clava matute
prove compositive, come Sequenze, Tro-
 pi, Eine kleine W eihnachtmusik, e i
Cangianti per pianoforte. Frutto della
scuola strutturalista darmstadtiana, af-
fiancata pero da un gusto per l'investiga-
zione sonora - Debussy, Strawinsky -,
il brano si puo dividere in quattro parti:
una prima cameristica, poi una maggior
pienezza con sviluppo controllatissimo.
Leggiamo nella presentazione di Rober-
to Zanetti: "La zona dí massima com-
plessi ta e da manuale di composízione
della Nuova Musica: ritmi diversi e irre-
golari sí mescolano con abilita, suoni che
crescono e svaniscono in stretto con-
ratto tra loro ne) modo di un pullulare
inarrestabile e puntígliosamente organíz-
zato, mentre il fitto intreccio timbrico
vive di fantasiosi accostamenti, di sem-
pre nuove amalgamazioni"; la seconda
parte ha macchie coloristiche delicatissí-
me, la terza alternanze di andamenti figu-
rali e pause, la quarta un finissimo ara-
besco píanistico che ricorda il pulviscolo
280 timbrico strumentale caro all'autore.
Altrí autori oltre Maderna, eseguít i ne)
concerto dell'l 1 novembre dall'orchestra
del Teatro Comunale di Bologna diretta
da Marcello Panni, sono stati Charles
Ives e Luciano Berio. Del secando figu-
rava in programma Calmo - A Bruno in
memoriam, per voce e 12 strumenti,
scritto in omaggio all'amico e musicista,
su commissione della Scala di Milano,
eseguito il 25 marzo 197 4 nella sala pic-
cola dell'Ente milanese, in una serata
commemorativa che comprendeva il la-
voro di Pierre Boulez In memoriam Ma-
derna, e !'opera Satyricon dell'autore ve-
neziano stesso, prematuramente scompar-
so. La composizione di Berio e brevis-
sima, per voce dí soprano e complesso
strumentale, e svolge il seguente testo
omerico: "Come un cantare che sa usare
la cetra e tende calmo le corde"; !'ha
cantata il soprano Joan Logue . Due brani
famosi di Charles Ives stanno a testi-
moniare l'importanza e la riconosciuta
doverosa fama che questo compos itore
americano nato cento anni fa, precursore
delle piu attuali forme musicali, ha acqui-
sito ormai anche da noi in modo indí-
scusso. Spregiudicato sperimentatore,
audace inventare di modi inediti d'inten-
dere e percorrere l'esperie nza creat iva
musicale, sganciatosi dalla tradizione oc-
cidentale con inaudita spontaneita, d'un
balzo I ves si proietto nel futuro. In
From the Steeples and the Mountains
gia nel 1901 egli e svincolato dalle tra-
dizioni tonali e immerso negli attríti fo-
nici e della serializzazione. Da! 1904 al
1913, anno in cui redasse Holiday Sym-
phony e Concord Sonate, ove realízza
uno sfondamento concettuale infrangen-
do tutti i moduli formali tradizionali, al
The Unanswered Question del 1909-15,
e al 1911 con Robert Browning Ouver-
ture, Ives ha conquistato sempre piu di-
mensioni affatto nuove dello spazio so-
noro. La prima composizione e forse la
sua piu nota, antiautoritaria e sperimen-
tale, e si compone di due direttrici anti-
tetiche: gli archi in sonorita tenui e sta-
tiche, i fiati in sonorita stridenti e disso-
nanti; la seconda e una sintesí tra la
polifonía ( inizio fuga to) e l'írrequieta
materia sonora in continua tensione, che
rende dífficíle una individuazione da par-
te dell'uditorio: le dissonanze, lo scontro
di linee melodiche e nuclei di accordi,
rompono del tutto le coordinare tradi-
zionali.
Su A rno ld Schoenberg
Ad Arnold Schoenberg, padre della mu-
sica contemporanea, nel centenario della
nascita, e stata dedicara l'opera di Henri
Pousseur Die Erprobung des Petrus
Hebraicus ( La prova di Pietro l'ebreo ),
commissionatagli espressamente dalle
Berliner Festwochen, per celebrare ne!
197 4 il grande musicista e mettere in
evidenza il suo significato per noi con-
temporanei. Pousseur, compositore se-
riale che proviene dalla dodecafonía
schoenberghiana, e da piu dí venti
anni approfondisce aspetti e contraddi-
zioni del maestro, sintesi piu intensa del-
la nostra eredita musicale, ha pensato
quest'cpera come parallelo di materie
mistico-storiche e teorico-musicali, elabo-
rando testi dello stesso Schoenberg, di
Webern, Alban Berg, Thomas Mann,
Freud, Kierkegaard, Ernst Bloch, Brecht,
Kafka, Joyce e Holderling, derivando
tutta l'impostazione musica le dell'opera
dal solo nucleo della Fuga in si minore
dal Clavicembalo ben temperato libro I
di Bach e dal suo complesso cromatico
straordinariamente ricco. Anche il
maestro viennese ha sempre dichiarato
di aver appreso da Bach a trarre tutto
da un solo nucleo. E Pousseur stesso
che spiega: "Percio raccolsi tutto quello
che potevo trovare sull'argomento: par-
titure, incisioni, scritti teorici e polemi-
ci, biograficí e filosofici ( assieme a quellí
di altri autori che piu o meno diretta-
mente erano lega ti all'argomento) e ini-
ziai un ampio, intenso lavoro di 'dige-
stíone'. Si trattava soprattutto di riunire
sotto un denominatore comune i diver-
sissími, spesso apparentemente ccntrad-
dittori aspetti ed elementi dell'opera di
Schoenberg ( per esempio lo scetticísmo
di Pierrot lunaire e la fede dí Mases
und Aaron).
"Da un lato l'azione parlata che percorre
tutea l'opera in piccoli quadri, sottilmen-
te collegati fra di lorc: sotto il pretesto
dí un processo per una eredi ta ( Schoen-
berg di fronte al proprio passato - mu-
sicalee religioso - e noi stessi di fronte
a Schoenberg) essa evoca il difficile rap-
porto dell'artísta anticonformista nei con-
frontí della societa. Dall'altro lato, le
scene musicali, piu lunghe, che interrom-
pono l'azione narrara e si possono rag-
gruppare in tre momenti principalí".
II racconto, complesso e sempre simbo-
líco, si articola intorno alla storia bíblica
di Mose, cui e parallelo il destino soli-
tario di guida culturale di Schoenberg;
poi il sacrificio di Abramo, che condanna
il diritto di propríeta, generatore di con-
flitti sociali; quindi il discorso di Noe
ebbro, contro il potere usurpatore della
parita di diritti. Con una regressione nel
passato mítico, si cerca la liberazione dal-
l'apparente fatalita del catastrofico pro-
cesso storico, in una sognata tranquillita,
dominata dall'amore. Nella trama del-
l'opera in tre atti ( íl primo, sinfonía
apologetica in forma cantata, il secondo,
una trasformazione dialettica in forma
d'operína, il terzo, in prospettiva ipote-
tíca, nel senso di meditazione) ha come
protagonista Petrus-Pierrot, maestro ele-
mentare, che cercando di ricostruire la
sua ascendenza per ottenere un'eredita ,
passa in rassegna storia, vicende, teorie,
valori ebraici, senza ben capire dove sta
il vero, e finisce condannato inesorabil-
mente.
Ne! teatro di Palazzo Grassi, il 9 e il 10
novembre, l'opera e stata eseguita dallo
« Ensemble Musiques nouvelles » di
Bruxelles, sotto la direzione dell'autore,
che ha curato anche la parte elettronica
con la collaborazione del « Centre de Re-
cherches Musicales de Wallonie » di
Liege e della « Deutsche Oper » di Ber-
lino; lo spettacolo si avvaleva della regia
di Gideon Y. Schein, e dell'apporto dí
due attori e tre cantanti. L'ínteresse per
questa prima esecuzione italiana ( la pri-
ma mondiale era stata data a Berlino due
mesi prima) e stato assai vlvo.
L'orchestra del Teatro La Fenice, diretta
da Zoltan Pesko, e il Coro della
« O.R.F. » di Vienna diretto da Gott-
fried Preinfalk, hanno eseguito nel po-
meriggio del 10 novembre nel Teatro ve-
neziano gli Orchesterlieder op . 8 di
Arnold Schoenberg per voce e orchestra.
I Lieder, composti tra il 1896 e il 1905,
concludono una ricapitolazione compiuta
sul Lied tradizionale, nella accezione
brahmsiana, assieme all'op. 1, op. 2, op.
3 e op. 6 e ai Gurre-Lieder scritti nel
1900, ma orchestrati nel 1911. Essi rap-
presentano un momento combattuto tra
la pratica consueta, aliena dalle arditezze 2 SI
sperimentate in quegli anni da Reger e
da Strauss, e l'insorgere di ribellioni an-
cora quasi inconscie. A volte sono brutti,
e l'autore stesso dice: "La musica, come
sempre nelle mie composizioni, e brutta,
cioe corrispondente alla mia disposizio-
ne spirituale e artística. Ma essa e anche
adeguata al soggetto ... ". Gli Orchester-
lieder invece, scrítti tra il 1904 e il 1905,
sono volti al riascolto del gia detto e
inventato, con una novita nella sempli-
ficazione della scrittura orchestrale gia
tendente allo stile della "beniamina"
Kammersynphonie del 1906, coinciden-
te con le esigenze europee di dépouille-
ment. La trascrizione per voce e piano-
forte, dovuta a Webern, appare una gui-
da pratica per !'interprete vocale e niente
piu; mentre quella, compiuta da Schoen-
berg nel 1922, del Lied der W aldtaube
e un vero ripensamento, dalla gran so-
norita d'una poderosa orchestra, ad un
organico cameristico e a un eccezionale
equilibrio ponderale. I testi poggiano su
Des Knaben W underhorn ( gia musicati
da Mahler) e sui Sonetti del Petrarca.
Opera suprema del piu splendído perio-
do creativo, Vier Lieder op. 22, e stata
trascurata invece dagli interpreti ufficiali,
ed e rimasta nel mistero. Questa stagio-
ne di eccezionale fervore inventivo com-
prende Seraphita del 1913, tre Lieder
rilkiani dal 1914 al 1916, Alle, welchen
dich suchen del '14, Mach mich zum rienza cnsttana, giungendo forse ad una
Wachter deiner Weiten del 1915, Vorge- idea trascendentale della rivelazione; co-
fühl che, iniziato nel 1916, fu terminato me il gregoriano, la melodía ha funzíone
solo nel '28, perché nel frattempo l'auto- di esercizio interiore, e veicolo di intui-
re fu richíamato alle armi. Schoenberg zioni anteriori alla musica, l'autore ne
stesso la commenta cosi: "Verso íl 1908 fa un 'segno'. Schoenberg mantiene in
ha mosso i prími passí - sempre con se stesso idee sotterranee di derivazioni
Lieder - nell'ambito della composizio- díverse, lontane e segrete: dai testi sacri
ne che e falsamente chíamata atonale e e dalle letterature esoteriche, talmudiche,
la cuí caratterística decisiva e l'abbando- iniziatiche. Dalla prima esposizione dot·
no insíeme di un centro tonale e deí me- trinaría del Rabbi ( voce recitante Hans
todi di trattamento delle dissonanze abi- Christian), si passa alle rispos te del Co-
tualí fino a quel tempo . .. In effettí le ro; l'orchestra segue tecniche regeriane
inibizíoní conscie e inconscie nella perce- di cromatismo orizzontale e frantuma-
zione delle dissonanze esistevano allora zione seriale.
e contínuano tuttora, fino ad un certo Nella stessa linea di composizione reli-
grado, ad esistere, non solo per l'ascol- giosa, si puo mettere Erster Psalm op.
tatore ma per il composítore del parí". 50, o primo Salmo moderno: iniziato ne!
L'autore viennese voleva costituire linee settembre 1950, e rimasto incompíuto
melodiche assaí vaste, agevolmente can- per la marte dell'autore, il quale, negli
tabilí ( qui e il mezzosoprano Regina ultimi giorni di vita, scrisse quindici altri
Sarfaty). Scriveva un poema sínfonico testi di ispírazione talmudica. Nella con-
Pelleas und Melisande , ignorando del trapposizione fonica di una voce reci-
tu tto la parallela opera di Debussy, ma tan te - sempre Hans Christian - alla
pensando ad un'opera lírica con perso- polifonía corale in quattro partí, trovia-
naggi che cantano. Invece la percettíbilita mo una abbagliante novita, un evento
di questi Lieder e ardua, perché legata acustico del piu esclusivo stile schoen-
al ricordo, in un ambito linguístico ato- berghiano. La scrittura canonica a due
nale puo agire sull'ascoltatore piu che voci ( soprani-contralti, tenori-bassí) si
offrirsi alla sua comprensione logíca. avvicina a maniere sperimentate da We-
" ... Cardíne dell'ordinamento tonale bern nelle sue tre Cantate: queste due
non e l'altezza del suono - scríve Mario vie compositíve, del tutto indipendenti,
Bortolotto - ma la successione regola- restano le piu significatíve della Scuola
re, metríca, delle linee: vale a dire il viennese.
ritmo. Di lí l'importanza progressiva- "A Survivor from W arsaw op. 46 (Un
mente crescente che l'impalcatura rítmi- superstíte da Varsavía) per voce maschi-
ca assume, a mano a mano che l'ever- le recitante, coro misto e orchestra, su
sione della tonalita classica si approfon- testo inglese ( con un inserto tedesco)
disce". dello stesso autore, fu composto in uno
Per voce recitante, coro e orchestra, spazío dí tempo eccezionalmente breve
composta nel 1938, e Kol Nidre op. 39; ( una settímana), per íncaríco della Fon-
opera di circostanza, richiesta da una dazíone Kussevitzsky, nel 1947. L'anno
comunita ebraica per la Vigilia dello seguente l'opera veníva per la prima
Yom Kippur, fu concepita come musica volta eseguita presso l'Uníversita di New
liturgica da eseguire nelle sinagoghe e Mexíco, dalla orchestra Albuquerque di-
nelle sale da concerto. Di qui si capisce retta da Kurt Frederick: il pubblíco, di
meglío il carattere della musica e le 1500 uditori, rimase sílenzioso alla fine,
tecniche usate. C'e qui un rítorno, dopo e solo ad una seconda esecuzíone le de-
anní, alla tonalíta: tonalita di base e íl creto un successo clamoroso". E quanto
sol minore, e gli strumentí sono scrittí leggíamo nella presentazíone dí catalogo
secondo l'uso. Fondato su una melodía di Mario Bortolotto. E un'opera che ha
tradízíonale della piu rigorosa ortodos- caratterí di eccezionalita in tutti i sensi:
sia rabbíníca, e un cantus firmus nello principalmente político e musicale. Quel-
spiríto della interpretazione cabalística lo político era certo dato dalla prossi-
del Genesi. Come Heine un tempo, an- míta storica deí fatti avvenuti, da! sen-
che Schoenberg ha un ritorno all'ebrai- tire comune, almeno nel 1948, orripilato
smo ne! 19 3 3, che si avvale della espe- e ribelle alle atrocita narrare; vi sí ag-
giunge il senso religioso di celebrazione
collettiva di una stirpe, senza preoccu-
pazioni retoriche, prorompente nello
Schema Israel, in un unisono lacerante
e scelte ritmico-timbriche di es trema nar-
rativita, tese alla comunicazione dram-
matica raggiunta a tutti i costi. Eppure
siamo ben lontani dalla musica di scena
o dal commento cinematografico che altri
avrebbe potuto fare a simile materia; qui
la soggettivita dell'autore, la sua emo-
zione ha ugualmente una implacabile
autoncmia di modi, volontari, controlla-
ti. In Schoenberg sono compresenti la
aspirazione alle forme primigenie e la
partecipazione sanguinante al quotidia-
no. Come in Monteverdi una catabasi,
dalla rarefazione fiamminghista al reale,
cosí nell'autore viennese c'e l'immersio-
ne in quell'universo ebraico scottante
che fece perfino dire di lui, in quel mo-
mento,che si trattava di "protest music".
Ma la protesta non puo rivolgersi al pas-
sato, ha senso per fatti contemparanei
su cuí si puo influire; inoltre la parteci-
pazione di Schoenberg e soprattutto ri-
cordo, poetica della memoria per sé con-
servatrice. La funzione allora dell'autore
e della sua musica e in senso comples-
sivo di totalita, cosí ogni sua battuta di-
venta engagée senza riserva, sul piano
contenutistico e formale. Con Adorno di-
remo che l'utopia e parte essenziale di
questa musica. La voce recitante dram-
matica e rítmica di Hans Christian, nel
grido isterico "Abzahlen 1", e il duro or-
dine uAchtung .1" risuonava nel teatro
emozionato e muto; al "much too much
noise" era anda to oltre solo il W ozzeck
di Alban Berg.
L'Ensemble « Die Reihe » di Vienna, di-
retto da Friedrich Cerha, la sera del 12
novembre al Teatro La Fenice si e esibi-
to in un altro dei concerti previsti per
le celebrazioni schoenberghiane, susci-
tando uno speciale interesse per la coin-
cidenza del complesso, proveniente da
Vienna, con la citta che ha visto fiorire
la feconda « Scuola viennese » in cui
Schoenberg ebbe un ruolo determinante.
Il programma comprendeva la Suite op.
29, il Lied der W aldtaube, e la Kam-
mersymphonie: tre pezzi particolarmen-
te cari e significativi nella vita del
Maestro. La Suite op. 29 ..e dedicata
alla moglie Gertrud Kolisch, sposata nel
1924; composta lentamente dal 1924 al
'26, fu eseguita in prima mondiale a
Parigi nel 1927, e viene da alcuni com-
mentatori sentita come piena di sereni-
ta; certo la concezione originale era an-
cora piu leggera , se <lava indicazioni co-
me Jo-Jo, Foxtrott, Film Dva , Tenn Ski;
certo gusto del Jazz, in quegli anni, gia
sfiorava compositori come Hindemith,
Ravel ( per Gershwin), e anche qui tro-
viamo un ricordo degli anni venti nelle
nove battute "col legno" degli archi. Ma
íl suo asse emotivo e alla fine centrato
sulla Vienna di sempre. 11 primo movi-
mento e in forma di ouverture, e il se-
cando ricorda il Léindler, e si muove in
forme canoniche, malgrado il metodo se-
riale. Wagner si allontana, e si avvicina-
no le serenate brahmsiane, in conven-
zioni ritmico-metriche classiche e popo-
lari ( 4 partí: ouve'rture ternaria, passi
di danza, tema con variazioni , giga), tra
sguardi all'indietro e incisiva attualita.
I 'modi' della Giga ricordano le Partite
bachiane e le Suites inglesi, ma anche 2 83
il Mozart per pianoforte. Tra queste
presenze dei 'padri', s'insinuano i poisons
della modernita, nella disposizione accor-
dale, nella scrittura weberniana e nella
timbrica nuova, dai pulviscoli al suono
puro del tardo Berg.
Sua "beniamina" chiamo Schoenberg la
Kammersymphonie op. 29, che compase
nel 1906 e fu eseguita l'anno seguente a
Vienna dal Quartetto Rosé e dalla « Bla-
severeinigung der Wiener Hofoper ». Es-
sa e una premessa assoluta della musica
contemporanea, il Sehr rasch ( Prestis-
simo) affidato al corno e divenuto addi-
rittura mítico, essendo adottato come
sigla e stemma dei corsi di Darmstadt.
L'opera, scritta per 15 strumenti solisti ,
si distende in un solo movimento, entro
il quale si determinano i guattro tempi
tradizionali della sinfonía, secando il pre-
cedente esempio - molto ammirato da
Schoenberg - della Sonata di Franz
Listz. Da una esposizione tematica ini-
ziale, che poi resta sempre al centro del-
l'opera, si sviluppa uno Scherzo, con
Trio e Da capo, poi l'Adagio cui segue
un Finale che riguarda ancora i temí in
modo diverso, con una specularita che
la sonata classica non contempla, ma che
interesso an,che Hindemith e Honegger.
Questo brano vastissimo, che ha la strut-
tura della sonata e del poema sinfonico,
affidato ad un organico tanto ridotto, e
un'idea storica da cui partono infiniti
studi sul timbro disso::iato, ne! quale le
avanguardie storiche si raffigurano foni-
camente, anche se ne! 1906 solo Charles
Ives l'aveva gia pensato. Esso e stato
composto dopo le esperienze iniziali dei
Lieder e del Primo Quartetto, alla vigi-
lia della dissoluzione tonale, realizzata
nell'opera seguente, dietro a Stefan
George. Nella affascinante discrepanza
tra le macrostrutture delle tonalita e gli
elementi minimi che tendono a svinco-
larsene, questa "opera di un equilibrio
instabile, aperto a tutti i rischi, riassu-
me superbamente la tradizione strumen-
tale (secando parole di Webern: 'quella
di Haydn, di Mozart, di Beethoven, di
Schubert, di Brahms, di Mahler, di
Résumé
Au Théatre La Fenice, le soir du 3 novembre,
un concert de l'orchestre du théatre vénitien,
dirigé par Lucas Vis, qui comprenait des
auteurs italiens contemporains, a inauguré k
cycle des manifestations de musique contem-
porajne dans le cadre des activités du secteur
Théatre et Musique dirigé par Luca Ronconi.
Le concerr et toute la section, pout la pre -
miere fois dans l'histoire des Biennales, ont
rencontré non plus un public de spécialistes et
d'élite, mais de jeunes nombreux et enthou-
siastes: 3000 personnes enviran. Du 3 au 12
novembre , ont eu lieu cinq concerts et un
opéra de chambre, afin de célébrer les deux
grarids musiciens qui étaient au centre de la
section musique 1974: Schoenberg et Maderna.
Aux moyens d'orchestres et de groupes instru-
mentaux d'Icalie , de France, Autriche et Belgi-
que, les concerts comprenaient des composi-
tions nouvellcs ou déja connues, unies dans
une meme recherche expressive des deux mai-
tres et de leurs contemporains et é'eves. En
outre le 9, 10, et 11 novembre, ont eu lieu
deux rencontres internationales sur « L'Heri-
tage de Schoenberg » et « Témoignagnes sur
Maderna », qui cherchaient l'approfondissement
de certains aspects de leur production et leur
relief dans l'histoire de la musique contem-
poraine, avec la participation de nombreuses
personnalités du monde musical international,
des critiques et du public.
La premiere soirée a vu l'exécution du Con-
certo per pianoforte e orchestra de Bruno Ma-
derna, joué a Darmstadt l'année de sa compo-
sition , en 1959, mais en Italie pour la premiere
fois. Ce compositeur vénitien, mort le 13 no-
vembre 1973, est tres connu du public des
Biennales , car c'est un des premiers qui a dif-
fusé la « Nouvelle Musique ». Ce concert,
déd.ié au pianjsre américrun David iTudQ/f,
est un exemple de l'inlassable recherche expé-
rimentale de l'auteur: le piano y a une fonction
antitraditionnelle, dans son rapport avec l'or-
chestre , mais aussi dans un jeu non seulement
Schoenberg, di Berg e mia') di cui la
« Scuola di Vienna » e stata l'erede de-
vota e la dialettica eversione. Memoria e
congedo, nella esemplarita di una scrit-
tura espressionista, si saldano e si scosta-
no nella sua meditatissima struttura":
e sempre Mario Bortolotto che cosí
scrive, nelle presentazioni storico-filoh
gico-critiche che accompagnano ogni pez-
zo programmato dalla rassegna, e rac-
colte in appositi quaderni ( tre) di pre-
sentazione distribuiti al pubblico gratui-
tamente. Di questo concerto di chiusura
faceva parte anche il Lied der W aldtau-
be, del 19 22, di cuí si e gia parla to nel
piu ampio tema dei Lieder schoenber-
ghiani .
(p.g.g.)
Summary
A series of concerts of contemporary music,
organized wirhin the Theatre and Music
sector directed by Luca Ronconi, opened on
the evening of November 3rd with a concert
conducted by Lucas Vis including works by
italian contemporary composers. For the first
time in the history of che Biennale rhere
were many enthusiastic young people in rhe
audience; about 3000 people attended alto-
gether.
From the 3rd to rhe 12th of November, five
concerts and a chamber opera were performed
to commemorate Schoenberg and Maderna, the
composers on whom the musical section was
centred. New as well as already known com·
positions were presented, ali of which typified
the musical language of the two composers
and their contemporaries and pupils; orchestras
and instrumental groups from Italy , France,
Austr ia, and Belgium played them. Moreover,
on 9 , 10, 11 November two international
debates on « Schoenb erg's heritage » and « Re·
collections of Maderna » were held with the
purpose of emphasizing certain aspects of their
work as well as their importance in the history
of contemporary music; many people from the
internacional musical scene took part in these
meetings, together with the audience and
critics.
On the first evening Bruno Maderna's Con·
certo per pianoforte e orchestra was given its
premiere in Italy. The concert had been
presented first in 1973, m the year of its
composition, in Darmstadt.
This Venetian composer, who died on 13
November 1973, is well-known to che Bien-
nale audience as one of the very first com-
posers who introduced "the new music". This
concert , dedicated to the American pianist
David Tudor, is an example of the composer's
continuous experimentation. In this piece the
piano has an anti traditional function, not only
in its relationship with the orchestra, but in
its use of the instrument, summarising the
digitale, qui emploie des dernieres expenences,
de Boulez et Stockhausen au 'bruitisme ' de
Cage. En effet la partí tion finít sur la ferme-
ture violente du couvercle du clavíer: John
Thilbury a été sans doute le mei 1leur e~écu-
tant, par sa longue expéríence de Cage. En
1972 dans un e péríode féconde et créatrice, a Saranac in che U.S.A., Maderna wrote Giardino
Saranac aux États-Unis, Maderna écrivit Giardi-
no religioso, ou le chef d'orchestre est aussi
instrumentiste et joue au " dedans " du piano,
sur les cordes. La musique a une alternance
de parties écrítes et d 'improvísations de deux
pianos, des zones définíes et d'autres plus
libres. Cett e ceuvre a été exécutée par l'o r-
chestre du Théatre Communal de Bologne ,
dirigé par Marcello Panní.
Dans l'apres-midí du 11 novembre, ala Salle
d'Apollon du Théatre La Fenice , le « Quatuor
Parrenin » de París, a joué quatre morceaux
pour quatuor de Maderna, Berio et Boulez,
que l'on pourrait qualifier d'arriere petir-fils
de Schoenberg, héritiers de Webern, éleves
de l'éco!e de Darmstadt. Un Quartetto de Ma-
derna de 1955, un Quartetto de 1955-56 et
Sincronie du 1963 de Luciano Berio , ami de
Maderna, enfin Livr e de Quatuor, ceuvre défi -
nitive de Pierre Boulez de 1949, ont donné
quelques exemples de la recherche d'une récu-
pération de la force logique au milicu de la
disso!utíon générale. A coté de Maderna le soir
du 4 novcmbre, ont été mis d 'autres musíciens
proches de lui par la meme recherche de
musique contemporaine: Aldo Clemcnti avec
ses Episodes de 1957 dirigés pour la premiere
fois par Madcrna a la radio de Bruxellcs, qui
sont un collagc de morceaux trés différents
unis dans un seul tcmps. Luígi Nono qui de
sJn opéra fotolleranza 1960, a choisi le Chceur
final du I1 acre et le Choeur final de l'opéra
su un texte de Brechr , en outre sa Composition
per orchestra n. 2 qui a comme sous-ritre Gior-
1111/epolacco '58 et reve le l'engagement politi-
que fondamental de cct auteur: on pourrait
1
appe er cela provocarion musicale, alignée avec
toute sa production militante au profit de
l'homme et de la musique. Niccolo Castiglioni
en Apresl11de de 1959, revele a coté de sa
formation de Darmstadt un gota pour l'investi-
gation sonare, inspiré a Debussy et Stravinskij,
qui donne une grande variété de timbres et de
sons, d'insirumentation et d',arab,esqucs f,an-
tasques. D autres auteurs executes par I or-
chestre de Bologne, étaient Charles I ves et
Luciano Berio. De ce dernier était au program -
me Calmo · A Bruno in memoriam pour voix
soliste et douze instruments, écrit sur comman -
de du Théátrc La Scala de Milan pour une
soirée de commémoraison qui comprenait
l'oeuvre de Pierre Boulez In Memoriam et
l'opéra de Maderna Satyricon. Le soprano Joan
Logue a chanté le bref morceau de Berio sur
un texte d'Homere. The Unanswered Question
de 1909-15 et Robert Browning Ouverture de
1911 de Charles I ves ont souligné a juste titre
cet auteur qui !'un des premiers , a expérimenté
avec courage des solutions nouvelles et origi-
nales de matériaux sonares, de musique poly-
phonique et sérielle, dodécaphonique et ato-
nale par une puissance créative spontanée, hors
de la tradition occidenta!e et projetée dans le
futur.
latest musical efforts from Boulez and Stockhau-
sen to Cage's " technique of noise". In fact thc
com'position ends by the abrupt and violent
slamming down of the piano lid; what is more ,
perhaps because of his knowledge of Cage,
John Tilbury was che bese so'oist. In 1972 at
religioso, during a particularly creative and
fruitful phase in his life; in this composition
the conductcr plays the piano plucking its
strings. The music alternates written pares
with improvisations by two pianos, involving
dclini te passages as well as freer ones. The
concert was performed by the Comunale
Theatre of Bolo gna orchestra, conducted by
Marcello Panni.
On 11 November, in che afternoon, ar the
Sale Apollinee in the Fenice Theatre , « The
Quatuor Parrenin » from Paris played four
passages , the first from Maderna's 1955 Quar-
tetto, the second and third from Luciano
Berio's 1955-1956 Quartetto and 1963 Sincro-
nie, and che fourth from Boulez's Livre de
Quat11or. Said composers might be defined as
Schoenberg's grandchildren, Webern's hcirs,
and the pupils of the Darmstadt school and
they gave examples of the attemps at recover-
ing che strength of logic in che middle of
general dissolution.
On 4 November, in the evening, Maderna and
other musicians \\'ho, likc him, experimented
in the field of contemporary mus1c, were
played: namely , Aldo Clementi with his 1975
Episodes, which had been conducted fer che
first time by Maderna on che Bruxelles radio,
a:id which is a mixture of different passages, ali
put rogether in one tempo; Luigi Nono was
there wi th his opera I ntolleranza 1960 from
which he chose che final chorus of Act II
and the final chorus of an opera based on a
Brechtan text, together with his Composizione
per orchestra n. 2, whose undertitle is Gior -
nale polacco '58 revealing his política] com-
mitment: one might call it a musical provoca-
tion set in lin e with his militant production in
favour of man as well as of music. By his
composition Apreslude, Niccolo Castiglioni
reveals, besides his musical formation at
Darmstadt , his gusto for sound experimenta-
tion, inspired by Debussy and Stravinskij,
offering a great variety of timbres and sounds,
instrumentation and fantastic arabesques.
Works from Charles Ives and Luciano Berio
were also played by the Bologna orchestra;
Berio's Calmo - A Bruno in memoria for a
so'.oist and twclve instruments was included
in the program; it had been written for the
Scala Theatre of Milan for an evening meant
as a commemoration including Pierre Boulez's
In Memoriam and Maderna's opera Satyricon.
Thc soprano Joan Logue sang a brief piece
from Berio on a text by Homer. Charles Ive's
1909-1915 Th e Unanswered Question and
1911 Robert Browning Ouverture h elped to
emphasize the production of this composer who
was among che first ones to experiment new
and original solutions as regards polyphonic ,
serial, twel ve-note and atonal music , by means
of his inborn creative power, situated outside
western tradition and projected into che
future.
 Pour le centenaire de la naissance de Schoen-
berg, pere de la musique contemporaine, Henry
Posseur lui a dédié l'opéra Die Erprobung des
Petrus Hebraicus ( L'épreuve de Pierre l'hé-
breu) , composée sur commande des Berliner
Festwochen. Pousseur est un éleve de Schoen-
berg, un composireur sériel qui descend de la
dodécaphonie du maitre; il a conc;:ucette ceuvre
comme un parallele de matieres mystiques-hisro-
riques et rhéorigues-musicales , par l'é laboration
des textes du meme Schoenberg et la dérivarion
de toute son ceuvres, du seul noyau de la Fugue
en si mineur de Bach. Le récir évoquait de fac;:on
symbolique, l'histoire biblique de Mo'ise, guide
solitaire de son peuple , comme Schoenberg
dans le désert culture! de la musigue moder-
ne; le sacrilice d'Abraham conrre le pouvoir,
usurpateur de droirs; on cherche dans le passé
la libéra rion du fatalisme historique , par une
paix revée dans l'a mour. Les rrois acres de
l'opéra sont dans des formes différentes: le
premier acte est une symphonie apologérique
chantée, le second une rransformarion dialecti-
que en forme de petit opéra, le troisieme
dans une perspective hypothétique comme une
médirarion. Le proragoniste esr Petrus-Pierrot ,
instiruteur de l'école primaire qui tache de re-
construire son ascendance afin d'obtenir un
héritage. Aussi fait-i l un examen de l'histoire
286 des événements, des théories des va!eurs
hébra'iques sans rien comprendre au vrai et
faux, ainsi finit-il-condamné sans issue. L'opé-
ra a éré exécurée par I' « Ensemble Musiques
Nouvelles » de Bru xelles , sous la direction de
l'auteur et la réalisation de Gideon Y . Schein,
le soir des 9 et 11 novembre au Théatre du
Palais Grassi.
L'orchestre du Théatre La Fenice dirigé par
Zoltan Pesko et le Choeur de l' « O.R.F. » de
Vienne, dirig é par Gottfried Preinfalk , ont
executé le 10 novembre, Orchesterlieder op. 8
de Arno!J Schocnberg pour voix et orchestre.
Les Lieder avec les Gurrelieder, composés en-
tre 1896 et 1911 , sonr une récapitulation des
lieder a la fac;:on de Brahms, osci llanr entre
la forme traditionnelle et les rébellions nouvel-
les. Les textes puisent aux Das Knaben Wun-
derhorn et aux Sonnets de Petrarque . Vier
Lieder op . 22 est une oeuvre de la période
la plus splendide et créatrice de l'auteur, mais
elle a été ignorée longtemps. Cette compo-
si tion atonale a une recherche de la dissonance,
si bien que Schoenberg meme dit: " Dans mes
compositions la musique est souvent désagréa -
ble , elle correspond a ma disposition d'esprit
et arcist ique . Mais elle est aussi adéquate au
sujet .. " Kol Nidre op. 39, est un autre
morceau de 1938; c'est une musique liturgi-
que composée pour la Vigile du Yom Kippur
d 'u ne communauté hebra1gue. C'est un cantus
fi.rmus avec un retour a la tonalité, le sol
majeur , oü le role des instruments ese écrit
suivant la tradition. Comme la musique gré-
gorienne a une fonction d'exercice intérieur,
ici Schoenberg parvient a des signes de déri -
vation lointaine, des littératures ésotérigues,
talmudigues et d'initiation . Une autre com-
position religieuse est Erster Psalm op. 50, ou
premier Moderner Psalm, commencé en 1950
il n 'a pas été fini a cause de la mort de son
auteur, qui a la fin de sa vie a écrit 15 textes
For the centenary anniversary of the birth of
Schoenberg, who can be considered as the
father of contemporary music, Henri Pousseur
dedicated che opera Die Erprobung des Petrus
Hebraicus to him, composed for the Berliner
Festwochen. Pousseur was a pupil of Schoen-
bcrg's, that is to say a serial composer who was
influenced by his master twelve-note music; he
conceived rhis opera as a parallel berween
mystical and historical, musical and rheoretical
materia ls and achieved it rhrough the elabora·
tion of texts from Schoenberg himself, drawing
from his production, while the whole was de-
rived from Bacb's ílight in B Minor. lt clealt
witb tbe story of Mases , the lonely guide of his
people, just as Schoenberg had been lonely
in tbe cu! tura! desert of contemporary music;
Abraham's sacrifice as made against power
usurping rigbts, a searcb into the past far
freedom from historical fatalism. Different
forms are used througbout the opera: the firsr
act consists of an apologetic sung symphony,
the second is a dialectic transformacion styled
as a "small" opera, tbe third is conceived as
a bypothetical perspecti ve similar to a medita-
tion. Tbe protagonist is Petrus-Pierrot, a tutor
in a primary school who tries to trace back
his ancestors' linc in arder to get an inheri-
tance; with this end in view, be examines
histor y, Jewish theories and values, without
really understanding what is true and whar
is false, so tbat he ends up by being con-
demneJ witbout any possible way out. The
opera was performed on 9 and 11 November,
at tbe Grassi Palace Tbeatre, and it was played
by the « Ensemble Musigues Nouvelles » from
Bruxelles, wbicb was conducted by the campos·
er bimself, and realized by G idéon Y. Schein.
On lüth November, Orchesterlieder op. 8 for
a singer and orchestra by Arno ld Schoenberg,
was performed by the Fenice Theatre orchestra,
conducted by Zo ltan Pesko and by the
« 0 .R.F. » Chorus of Vienna, conducted by
Gottfried Preinfalk. The Lieder together with
the Gurrelieder, composed from 1896 to 1911,
are recapitulacions of Lieder a la Brahms,
drifting between traditional form and new
rebellions. The ttxts are based on Des Knaben
\'í/underhorn and on Petrarca 's sonnets. Vier
Lieder o;,. 22 is an opera belonging to the
composer's most creative and splendid phase,
even though it has been ignored for a long
time. In this atonal composition there is a
searcb for dissonance, even if Schoenberg
himself said: "In my compositions music
is often disagreeable, corresponding both to my
spir itual and artistic disposition. But it fits the
subject as well". Ka! Nidre op. 39 is anorher
liturgic piece , belonging to 1938 and composed
for the Yom Kippur Eve of the Jewish
community. It is a cantus fi.rmus with a
coming back to tonality, in G Majar, where
the instrumental parts are written according
to tradition. Just as Gregorian mu sic has got
an aEegorical function of inner exercise, here
Schoenberg reache s meanings deriving from
afar, and drawn from esot heric. Talmudic and
initiating literature. Erster Psalm is another
religious composition, which was begun in
1950 and left unfinished because of the death
of tbe composer who, towards the end of his
d'inspiration talmudique . Le contrepoint pho-
nique de la voix récitante, Hans Christian,
avec la polyphonie chorale, crée un fait acous-
tique remarquab'.e en pur style de Schoenberg .
Sur commande de la fondation Koussevitzsky ,
en 1947 en une seule semaine, Schoenberg
a composé A Survivor /rom W arsaw op. 46,
pour une voix récitative, choeur mixte et or-
chestre. C'est une oeuvre d'un intéret tour
particulierau sens politique et musical. D'abord
a cause de l'émotion qui, en 1948, était si
vive pour les souvenirs proches de la guerre
et des massacres allemands; puis pour le sens
religieux de célébration d'un peuple, loin des
soucisde la réthorique. L'explosion du Schema
Israel lacérant et du choix de rythmes et de
timbres J 'un pouvoir évocatif tres fort, tendenr
a une forre communication dramatique. L'enga-
gement dans son moment existentiel, quoique
uni aux formes primordiales, a toujours sa place
sévere dans l'a::uvre de Schoenberg, si bien
qu'on est arrivé a définir sa production dans
quelques cas comme une musique de proteste .
Mais cela est Join d'etre vrai au sens politique,
non au sens culture], car l'utopie contenue
dans l'a:uvre de Schoenberg a continué de
déployer son pouvoir explosif.
Friedric Cerha a dirigé, au théátre La Fenice
le soir du 12 novembre, !'Ensemble « Die
Reihe» de Vienne, patrie de la cé'ebre « Ecole
de Vienne » ou Schoenberg eut un role déter-
minant. Trois ocuvres tres cheres a l'auteur,
om été choisies pour l'éxécution: la Suite op.
29, dédiée par l'auteur a sa femme Gertrud
Kolisch, et qui ressent d'une sérénité qui
s'explique dans des indications des rythmes
modernes, voire le Jo-Jo , le Fox-trot et le
Jazz; comme il arrivait souvent a ce temps la
pour plusieurs auteurs. Le passé et le présent
sont la dans leurs suggestions diflérentes, de
la musique populaire a Brahms, Wagner, Bach
et Mozart, unis a Webern e Berg . Kammer -
symphonie op. 29 composée en 1906 , a été
appelée par l'auteur "bénjamine". Elle repre -
sente une prémisse absolue de la musique con-
temporaine. En un seul mouvement se resu-
ment les quatre temps traditionnels de la sym-
phonie classique: Scherzo, Trio e Da capo,
Adagio e Finale, qui dérivent d 'une exposi-
tion initiale du theme et son développement
de fac;ons tres di verses: c'est un morceau tres
vaste mais joué seulement par quinze instru-
ments. En fin le Lieder der W altaube du 1922,
qui fait partie des Lieder dont on a parlé plus
haut.
life wrote 15 texts of talmudic inspiration. The
phonic contraposition of the speaker, Hans
Christian, together with the chora! polyphony ,
creares a remarkable acoustic rendering , purely
Schoenbergan . A Survivor /rom Warsaw op.
46, for a speaker, mixed chorus and orchestra ,
was composed in 1947 and in one week onl y,
by Schoenberg on Koussevitzsky Foundation's
arder. It is a very interesting work both from
a political and musical point of view. Acrually
its interest lies in the emotion , which was
so lively in 1948, caused by the recent memo-
ries of war and German massacres, as well as
in the relig ious sense of a peop le's celebration,
far away from any historical concern . The
explosion of the Schema Israel and powerfully
evocative rhythms and timbres, leads to a
dramatic erisis. The interest in the existencial
moment he is going through , even though
united to earlier forms , has always got its
severe place in Schoenberg 's work; so much
so that, sometimes, his production has been
defined as "music of protest' ' . But this happens
to be true only in a cultural sense, not in a
po litical one,. since the utopía present in his
work went on deve'.oping its explosive power.
On the 12th November, at the Fenice Theatre,
Friedric Cerha conducted the Ensemble « Die
Reihe » from Vienna, the famous « Vienna
school » country, where Schoenberg played an 2 8?
important part. Three operas which were
cspecially loved by the composer were chosen
to be performed: Suit e op. 29, which the
composer dedicated to his wife Gerrrud Kolish,
where serenity expresses itself in the use of
modern rhythm, such as Jo-Jo, Fox-trot and
Jazz , just as often happened to man y of the
composers of those times. Past and present are
there through their different suggestions from
popular music to Brahms, Wagner, Bach, Mo-
zart, Berg. Kammersymphonie op. 29 was a
favourite with the composer. It represents a
basic premise to contemporary music. In one
movement only the four traditional tempos of
classical symphony are resumed : Scherzo, Trio
and Da capo, Adagio and Finale, which proceed
from an initia] exposition of the theme and
its development, in very diflerent ways : it is
a very rich opera , but played by 15 instru-
ments only. In fine, 1922 Lieder der Wald-
taube, which is included in the Lieder men-
tioned above, was also presented .
 Altre attivita
lncontri con i rappresentanti dei
paesi proprietari di padiglioni ai
Giardini di Castello
Il 31 luglio 1974 al Grand Hotel Excel-
sior del Lido di Venezia, si sono riuniti ,
su invito del Presidente della Biennale
Cario Ripa di Mean a, i commissari e i
rappresentanti dei paesi proprietari dei
padiglioni ai Gíardini di Castello, che
erano i rappresentantí dí : Argentina,
2 88 Austria , Brasíle, Canada, Danimarca,
Francia, Repubblica Federale Tedesca ,
Giappon e, Gran Bretagna, Grecia , Israe-
le, Jugoslavia , Polonia, Repubblica Ara-
bo-Egizíana , Stati Uniti d'America, Sve-
zia, Ungherja , Uruguay. Erano inoltre pre-
senti , oltre" al Presidente Ripa di Meana,
Longo, sindaco di Venezia; Ammannati ,
segretario generale; Dorigo, Conservato-
re dell'A.S .A.C. ; Gregotti , Direttore del
settore arti visive e architettura; Ghidi-
ni, consulente di diritto amministratívo;
la sig. Basile , rappresentante del Ministro
degli Affarí esterí . In questa prima se-
duta sono stati discussi in modo infor-
male i problemí giuridicí e praticí con-
nessi con il nuovo statuto della Bien-
nale. Il Presidente Carlo Ripa dí Meana
ha esordito definendo l'íncontro come
un primo contatto atto a chiarire le nuo-
ve linee di tendenza dell'Istituto, íl suo
ambíto giurídico cosí come risulta dalla
legge 26 luglio 1973, n. 438, e le sue
intenzíoní programmatiche definíte nel
piano quadriennale dí massíma delle at-
tivíta e delle manifesta zíoní approvato il
12 luglio 1974, e ha quindi illustrato le
proposte del Consiglio direttivo circa al-
cuni problemi emergenti , quali !'invito
agli autori con riferimento all'art. 10 del-
la nuova legge, l'istituzione dí un labo-
ratorio dí ricerca con un sistema di borse
di studio per ricercatori e operatori arti-
stici, e l'approccío interdiscíplinare dei
lavorí, tendente a stabílire organiche re-
lazioní fra settori artistici finora isolati
fra loro . Il problema dei rapporti fra la
Bíennale di Venezía e i paesí proprietari
deí padiglioní e stato partícolarmente
discusso sotto il profilo artistico-funzio-
nale giuridico, pratíco e finanzíario: il
presidente ha fra l'altro dato lettura di
una proposta dei "Paesí nordíci" circa
un'utilizzazíone permanente dell 'area dei
Giardini e dei padiglioni, avanzando in-
fine due ipotesi a titolo personale: la
prima riguardante la costituzione di un
demanio morale comune per l'utilizzazio-
ne deglí spazí da parte degli artisti di
paesi non rappresentati con una sede
propria ai Giardini, la seconda concer-
nente l'uso permanente dei padiglioni
come laboratori e ateliers da parte dei
paesi proprietari durante i periodi di
tempo in cui non vi siano esposizioni.
Come ha sottolineato il Sindaco di Ve-
nezia e vicepresidente dell'Ente, Longo,
nel corso dei vari interventi, !'invito di-
retto all'artista da parte del Consiglio di-
rettivo della Biennale, previsto dalla
nuova legge, si e delineato come l'osta-
colo maggiore per l'attuazione integrale
del nuovo statuto. A tale proposito, l'isti-
tuzione di una commissione ad alto livel-
lo, al di sopra di qualsiasi pressione po-
lítica e ideologica, come avviene per il
premio Nobel in Svezía, e stata proposta
dall'argentino Parentini Posse, mentre
il Direttore del settore arti visive e ar-
chitettura Gregotti ha tenuto a sottoli-
neare come la scelta degli artisti si pre-
sentí a suo avviso secondario rispetto al
lavoro dei Commissari, che dovrebbe so-
prattutto consistere in un tentativo di in-
dividuare i temí fondamentali per tutti
i paesi , sui quali poi trovare un accordo
e un criterio di confronto. Il Commis-
sario per la Germanía Gallwitz ha pro-
posto un'alternanza dell'attuazione bien-
nale dell'Esposizione tradizionale con la
attuazione di attivita permanenti negli
anni intermedi. Lake , rappresentante del-
la Gran Bretagna, ha suggerito la com-
pilazione di due liste di nomi di artisti,
una ad opera della Biennale e una ad
opera dei paesi interessati, sulla cui base
ci si possa in seguí to accordare; tale pro-
posta e stata appoggiata dal Commissa-
rio per la Francia Gassier, che ]'ha indi-
cata come la vía migliore da seguire.
Quanto all'approccio interdisciplinare dei
lavori, esso e stato favorevolmente com-
mentato dal Commissario polacco Woj-
ciechowski, dal Commissario tedesco
Gallwitz e dalla Commissaria svedese
Sydhoff. Ancora, la volanta di apertura
della Biennale al "terzo mondo" e stata
favorevolmente sottolineata da Parenti-
~i Posse; a tale proposito il Direttore
Gregotti ha tenuta a precisare che e
questo uno dei problemi sottoposti con
maggioreinteresse della Biennale ai pae-
si rappresentati, perché non si verifichi-
no nel futuro scelte elitarie e paterna-
listiche. Gassier, Podesta ( rappresentan-
te dell'Uruguay) e Iseki ( rappresentante
del Giappone), hanno sottolineato l'esi-
genza dei vari paesi di conoscere per
tempo le date e le modalita delle mani-
festazioni, cosí che essi possano prepa-
rarvisi sia da un punto di vista ammi-
nistrativo che organizzativo-artistico.
Infine, il Presidente Ripa di Meana ha
riassunto le varíe proposte emerse ne]
corso dell'incontro, soffermandosi parti-
colarmente su quelle esposte dai Com-
missari per la Gran Bretagna e la Fran-
cia per uno scambio e confronto di liste
di possibili inviti ad artisti, su quella del
Commissario tedesco circa l'alternanza
della Biennale tradizionale con una espo-
sizione permanente e "utopistica", e su
quella della rappresentante svedese che
appoggia la trasformazione dei padiglio-
ni in laboratori e ateliers, anche con la
presenza di artisti provenienti da paesi
non proprietari di padiglioni. Sottoli-
neando la necessita di sollecitare il pa-
rere dei paesi assenti, il Presidente ha
poi chiuso l'incontro esprimendo il suo
ringraziamento ai Commissari intervenu-
ti, e annunciando un secando incontro da
tenersi all'inizio dell'autunno.
Nella seconda riunione con i rappresen-
tanti dei paesi proprietari di padiglioni
ai Giardini di Castello, che si e svolta il
30 otrobre 197 4 all'H6tel Europa, e rano
presentí il Presidente, Ripa di Meana,
Ammannati, Segretario generale, Dorigo,
Conservatore dell'A.S.A.C., Gregotti, Di-
rettore del settore Arti visive e archi-
tettura, Scarpa, capo ufEcio arti visive,
Salemi per il Ministero degli Affari este-
ri, Martelli dell'Avvocatura distrettuale
dello Stato, Mascarin, Avvocato cívico
del Comune, Capitanía, dell'Assessorato
al patrimonio di Venezia, e i rappresen-
tanti dell'Austria, Belgio, Brasile, Cana·
da, Danimarca, Finlandia, Francia, Re-
pubblica Federale Tedesca, Giappone,
Gran Bretagna, Grecia, Israele, Jugosla-
via, Norvegia, Olanda, Polonia, Spagna,
U.S.A., Svezia, Ungheria, Uruguay.
Essendo in corso le manifestazioni
autunnali del '74, il Presidente ha
esordito sottolineando il peso dell'as-
senza degli ospiti stranieri e l'assolu-
ta necessita e importanza per la Bien-
nale di riallacciare ed intensificare i rap-
porti con essi; ricercando anche un 2
s9
coordinamento per l'uso migliore e piu
continuo del patrimonio dei padiglioni
stranieri ari Giardini di Castello. Ha
esposto un programma di massima, alla
luce dei nuovi principi ispiratori dell'En-
te, comprendente: il superamento del
concetto di rassegna antologica per un
esame-studio-lavoro sui problemi premi-
nenti dell'oggi; la ricerca di aree con-
nesse e interdisciplinari; la concezione
della esposizione stessa come atto crea-
tivo e costruzione dell'opera; l'impegno
qualitativo e internazionale; l'annualita
degli appuntamentí nella programmazio-
ne guadDiennale; guindi l'elabora zione di
idee in progress; lo sviluppo e collabo-
razione con istituti paralleli stranieri. Ha
guindi illustrato un progetto di regola-
mento per il settore delle arti visive,
che prevede la partecipazJione degli arti-
sti, secando l'art. 10 della legge n. 438,
dietro invito diretto della Biennale, la
quale chiamera esperti di ogni nazione
a dare indicazioni; se la nazione pro-
prietaria del padiglione rifiutasse tale
scelta, l'artista invitato sarebbe ospitato
in altra sede dell'Ente. Inoltre si pro-
pone la creazione di un laboratorio in-
terdisciplinare , nel quale mediante un
sistema di borse di studio, potranno agi-
re artisti e studiosi per sperimentazioni
e progetti: al riguardo sano ritenuti lo-
ca1i ada tti i Salo ni delle Za ttere e i
Padiglioni stranieri ai Giardini, in que-
sti ultimi gh artisti potrebbero anche
alloggiare; si propone ,in fine che le
opere esposte siano lasciate in dotazione
all' Archivio storico dell'Ente, per ulte-
riori utilizzazioni espositive.
Sulle dichiaraZJioni del Presidente s1 e
svolta quindi un'ampia discussione . La
rispos ta di Gallwitz ( R.F .T.) ha rivelato
delusione perché a suo giudizio, le ri-
chieste gia avanzate non risultavano
accolte, né considerate le dífficolta. Il
sig. Gallwitz nel corso dell'incontro s'Í
e rípetutamente opposto all'idea di una
commissione che a Venezia giudichi e
scelga artisti dí nazioni dí mi non puo
conoscere l 'importanza nel vas tissímo
campo delle arti figurative, sostenendo
che "sono le mostre che devono seguire
glí artisti" e non viceversa. E emersa
anche la delicatezza di posiZJione in cui
si troverebbe íl commíss ,ario per il padi-
g1íone, rispetto al ruolo dell'esperto nella
commíssione. Le stesse preoccupazioni
sono state raccolte anche da Forty ( Gran
Bretagna), Remfeldt (Norvegia), Spríng-
schítz (Austria) e da altvi che, oltre al
problema del rapporto con la Bíennale
ma anche con i loro artístí nazíonali,
hanno sottolinea to l' aspetto legal e della
propríeta dei padíglioni e quello ddla
responsabilita amministrativa nella ge-
stúone dei fondi pubblici ·stanziati dai
vari paesi: questi motivi avvaUano il éli-
ritto alla liberta di scelta di ogní nazione
per le opere che espone. Varíe proposte
alternative sono state avanzare da Forty
e da altrí, su sezioni nazionaH ,autonome
neí padíglioni nazionali e su una sezione
da realizzare su scelte della Bíennale nel
padiglione centrale, sulla partecípazione
finanzíaría, sulla possfüilita dí cessíone
dei padiglioní ad un comitato che li
gestisca ( Csaba Chíkes, U.S.A.). L'ídea
di un comitato centrale ínternazionale
come organo artístico e non politico,
capace dí godere della fiducia degli arti-
sti, ha trovato un certo favore ma anche
l'opposizíone di nazioni piccole come la
Svezía ( Sydhoff), del Terzo mondo co-
me !'Uruguay ( Podes ta) o lontane come
íl Gíappone ( Nakahara), che vedono il
perícolo di un monopolio deglí stati píu
ímportanti e deM'eurocentrismo. Il Pre-
sidente della Bíennale ha sub~to rísposto
a questa giusta obíezione, facendo pre-
sente come nel piano quadriennale si sia
dato spazio e attenzíone particolari pro-
prio al Terzo mondo e al mondo asiarico
vecchi e nuovi, sottolineando la círco-
stanza che nelle passate esposizioni fu-
rono invítate a partecípare complessiva-
mente 60 nazioni, mentre i padíglioni
stranieri sono solo 28; Gregotti ha reso
giustizía alla dífficile posizione dei Com-
missari, tutori d'uno spazío nazionale ma
anche uomini di cultura tesi allo scam-
bio con gH altrí paesi e alla loro posi-
zione delicata rispetto alla eventuale fi-
gura deglí esperti nazionali. Opportuna
a mediare tutto questo appare la pro-
posta della Commíssione per le arti visi-
ve per il 197 5: una mostra storico-critica
delle Bíennali dal 1895 ad oggi, dal titolo
« 80 anni di Bíennale », che costituisca
una fase di passaggio tra un sistema
chiuso e quello aperto proposto, un con-
fronto storico tra le varie partecipazioni.
Sono state subito avanzare critiche di
varío genere al progetto, che costringe
ad un giudízio critico sulle scelte del
passato (Robles, Spagna) e che e stato
giudicato "difficile e pericoloso" da
Gallwitz, con riferimento al periodo tra
le due guerre; Robles ha anche proposto
che i,l padiglione centrale sía riservato a
mostre retrospettive, mentre nei propri
padiglioni le varíe nazioni potrebbero
ospitare mostre attuali oppure una gran-
de mostra su un tema di avanguardia,
con la partecipazione di tutti. Poco in-
teressante e stata giudicata la scelta del
passato rispetto a tante sollecitazioni e
opere e urgenze del presente: spazio ai
giovani, si e detto da piu parti, piuttosto
che ad un passato gia noto e scontato;
sono state rivolte critiche alla comples-
sita impegnativa dell'impresa retrospet-
tiva, che richiederebbe un tempo assai
maggiore di quello disponibile per cer-
care, trovare e scegliere, e inoltre un
ímpegno finanziario e organizzatívo no-
tevoli. Quest'ultimo tema e stato ogget-
to di molte precisazioní dei rappresentan-
ti di vari paesi i qualí hanno dichiarato a
piu riprese che l'impegno finanziario dei
loro governí e gia bloccato per il 1975
per altre mostre ( San Paolo, Kassel, Pa-
rigi), quindi indisponibile per Venezia:
essi hanno anzí chiesto che le precisazio-
ni dei programmi e degli impegni finan-
zíari relativi anche per i singoli padiglio-
ni, síano precisati in anticipo per essere
previstí nei bilanci preventivi del 1976,
pena la impossibilita di qualsiasi im-
pegno.
E stato discusso altresl il problema del
rapporto cultura-política, specie in rap-
porto al nuovo ordinamento dell'Ente .
Il Presidente della Biennale, risponden-
do a Ronen e ad altri, ha tenuto a pre-
cisare il rapporto necessario intercorren-
te tra i due aspetti che la nuova Bien-
nale ha recepito profondamente, preci-
sando pero la distinzione tra una ini-
gnorabile dimensione socio-poli tica e la
prevaricazione politica sulla cultura. Illu-
strando una speranza mas~imale e una
minimale di accordo totale o di accordo
solo per il 1975 che animava ]'incontro,
Ripa di Meana ha precisato le voci di
spesa che l'Ente e disposto ad assumere
per !'uso dei padiglioni come ateliers ,
con apparecchiature tecniche e una men-
sa comune, e ha ribadito la necessita del
concorsoanche finanúario CÜtutti i paesi
interessatí, con un impegno a1meno parí
a quello degli anni precedentí.
Dopo moltí ínterventi di Vantujl (Olan-
da), Santos (Brasile), Huriet (Francia),
il Presidente ha chiarito i limiti posti dal-
lo statuto che e legge dello stato italiano,
e constatata l'impossibilita di interventi
stranieri per il 1975, ne ha dedotto la
impossibilita per ]'Ente di realízzare in
tale anno la mostra storíca, e l'opportu-
nita di prevederla ne! 1976, registrando
comunque anche lo scarso interesse su-
scitato da! tema e la coincidenza con la
Biennale brasiliana. Ha auspicato tutta-
via una collaborazione organica da ini-
ziare ne! 197 5 su vari aspetti e per
risolvere i rapportí tra í Commissarí
straníerí e la Biennale, uno stucüo e
un confronto su problemi comuni; si e
augurato piu stretti rapporti con i Com-
missari deí vari paesi, anche con rife-
rimento ai lavori di commissione e la
trasformazione dei padiglioni in ateliers
viví e aperti . Se ne! 1975 c'e senz'altro
per la Biennale il dovere di cominciare
una attivita per le arti visive, e certo
che per il 197 6 si deve prevedere una
grande uscita ddla Biennale in questo
settore, oppure inizíative diverse per le
quali e necessaria la collaborazione di
tutti i paesi amici.
Att ivita del Gr uppo perm anen te d i
lavoro per i rapport i con la scuola
Nel quadro delle attivita del Gruppo
permanente di lavoro per i rapporti con
la scuola, coorcünato da Enzo Scotto
Lavina , e stato elaborato un program-
ma basato sul concetto di "servizio" ai
settori della Biennale e alle manifesta-
zioni da questi programmate. A tale sco-
po sono stati individuati, partendo da!
presupposto di condizioni ideali capaci
CÜ rappresentare il pluralismo culturale
del paese, alcuni istituti universitari, al-
cune scuole , alcuni gruppi impegnati in
nuovi modelli formativi (per esempio, i
gruppi di lavoratori che usufruiscono
delle 150 ore), sollecítandoli a svol-
gere un lavoro di ricerca didattica e in-
terpretativa in rapporto alle manifesta-
zioni del periodo ottobre-novembre
1974, e garantendo un rapporto dí auto-
noma elaborazione culturale per il quale
sono stati forniti gli strumenti idonei.
Questa linea di presenza culturale non
ha determinato uno spazio dí 'spettaco-
lo', evitando di indulgere al clamore del-
lo spontaneismo, né ha pagato un pe-
daggio alla nuova mística del dibattito
ad ogni costo. Se si sono organizzati dei
dibattiti, essi hanno avuto il significato
di verifiche condotte dai responsabili del-
le tre iniziative rispetto al lavoro da loro
svolto, qualificandosi quindi come ulte-
riore occasione cü avanzamento della lo-
ro ricerca, piuttosto che come "testimo-
nianze" rivolte verso l'esterno. D'altro
canto, il lavoro di ricerca e cü interpre-
tazione svo!to in questi mesi dai gruppi
di studenti e dai loro coordinatori ha
sperimentato la possibilita di stabilire
un collegamento tra scuola e manifesta-
zioni artistiche, che non favorisca tanto
componenti di fruizione passiva, quanto
aspetti cü elaborazione culturale e di in-
tervento attívo che costituiscono per lo
stesso Ente un prezioso contributo , nella
misura in cui consentono alla Biennale
di conoscere la Biennale.
Prima iniziativa. Un gruppo di studenti
del corso di laurea in sociología della
Facolta di Lettere dell'Universita di Na-
poli, coorcünato da l professor Alberto
Abruzzese, docente di sociología dell'ar-
te e della letteratura, ha condotto da!
23 al 29 ottobre 197 4 una ricerca-inter-
vento che, partendo dalla mostra dedí-
cata all'attivita di Ugo Mulas, ha speri-
mentato un metodo di lavoro fondato
sul rapporto e sul confronto reciproco
tra due diverse aree regionali, viste sotto
l'aspetto delle strutture culturali in quan-
to elementi di partecipazione democra-
tica.
L'attivita del gruppo a Venezia si e arti-
colata su tre livelli diversi ma coordi-
nati fra loro, che hanno incluso la distri -
buzione di un questionario al pubblico
della mostra, interviste a responsabili di
diverse istituzioni cu!turali venete, e
una serie di incontri seminariali e di di-
battiti. Un dibattito e stato organizzato
il 27 ottobre nell'aula E dell'Istituto di
Architettura di Venezia, con lo scopo di
documentare il lavoro svolto, inquadtan-
dolo nella tematica piu vasta e generale
relativa al rapporto "política culturale e
decentramento". Una delle ambizioni del
dibattito e stata quella di saldare lo "spe-
cifico" del materiale artístico fornito dal-
le fotografie di Mulas, con il discorso ge-
nerale sull 'uso sociale dei beni culturali
per quanto attiene all'area di intervento
culturale e sociale della Biennale.
Al dibattito sono intervenuti Alberto
Abruzzese, come coordinatore dell'inizia-
tiva, Arturo Carlo Quintavalle, dell'Uni-
versita di Parma, studioso dell'opera di
Mulas; Ernesto L. Francalanci, dell'Ac-
cademia di Belle Arti di Venezia; Vit-
torio Gregotti, direttore del settore Arti
visive e Architettura della Biennale; Ma-
rio Baratto e Giuseppe Rossini, consi-
glieri della Biennale. Hanno assicurato
inoltre la loro presenza e il loro contri-
buto dirigenti del sindacato della scuola
e degli artisti di Venezia.
Con la· seconda iniziativa e stata data
attuazione a un'ipotesi di lavoro creativo
da parte di alcune classi della scuola pri-
maria che, attraverso diversi media, in-
tendevano determinare una re-interpre-
tazione della mostra «Ugo Mulas, 'Le
Verifiche' e la storia delle BiennaH », e
altresí della citta di Venezia.
Su invito della Biennale a tale iniziativa
hanno collaborato la classe II di Vho di
Piadena ( Cremona), accompagnata dal-
l'insegnante Mario Lodi e le classi II e
III di Malpapa, frazione di Caldisano,
accompagnate dall'insegnante Palmira
Mazzarini, che hanno visitato la mostra
e Venezia nei giorni 2 e 3 novembre. Sía
le osservazioni degli alunni dinanzi alle
fotografie esposte, sía le loro impressioni
sulla citta sono state regístrate dal vivo;
sono stati inoltre messi a disposizione
degli alunni degli apparecchi fotografici,
che essi hanno usato per scoprire e fissa-
re alcuni aspetti della citta. Il materiale
raccolto durante la permanenza a Vene-
zia e stato poi oggetto di ulteriore osser-
vazione e rielaborazione da parte degli
alunni al loro rientro a scuola. Il 2 no-
vembre, presso le Sale Apollinee del
Teatro La Fenice, ha avuto luogo inoltre
un incontro con Mario Lodi e Palmita
Mazzmrini sul tema « Il bambino in-
tero ».
Sempre su invito della Biennale, hanno
partecipato a questo esperimento anche
alcune classi del secondo ciclo elementa-
re di Verana, accompagnate dall'inse
gnante Livio Agostini; l'attivita degli
alunni si e svolta in cinque momenti. II
primo si riferisce alle due settimane pre-
cedenti la loro visita a Venezia, periodo
in cuí e stato elaborato un programma
di preparazione al lavoro di ricerca da
svolgere a Venezia; il secondo compren-
de le giornate del 6 e 7 novembre; in
quei giorni di permanenza in citta gli
alunni hanno eseguito interviste e foto-
grafie nei sestieri di Castello e S. Marco,
hanno visitato il mercato di Rialto e la
mostra di Ugo Mulas tentandone un'ana-
lisi. Il terzo momento riguarda l'inter-
vallo tra le due visite a Venezia, che ha
previsto l'elaborazione del materiale rac-
colto ( fotografie, interviste, schede d'os-
servazione, etc.); il quarto momento si
identifica con la seconda visita deí ta·
gazzi alla cítta, il 13 novembre: esso
ha compreso il completamento delle ri-
cerche gia inizíate a S. Marco e Castello,
uno scambío"incontro con la scuola
« Gaspare Gozzí », una visita a una ve-
treria-fornace, al mercato di Ríalto, e
l'effettuazione di videoregistrazioni . II
quinto momento, infine, riguarda il rien-
tro a scuola, e quindi l'ulteriore elabo-
razione del materiale raccolto . Nel corso
della prima visita del gruppo alla citta,
il 6 novembre, nelle Sale Apollinee del
Teatro La Fenice ha avuto luogo un in-
contro con Livio Agostini sul tema « I1
linguaggio per immagini come ricerca,
espressione, comumcaz10ne ».
Usando dello spettacolo Cassio governa
a Cipro, il Gruppo ha voluto infine ten·
tare un dialogo-analisi con un gruppo di
operai del Petrolchimico che usufruisco-
no delle 150 ore, e con i loro insegnan-
ti; gli intervistati hanno peraltro prati-
camente negato l'opera stessa e la sua
presa su un pubblico impreparato, non
abituato alla pratica teatrale, allarmato
di essere strumentalizzato dalla classe
cólta, deciso a non ricevere da essa al-
cuna imposizione di schemi, e ad evi-
tare che la dif!icile vita operaia diventi
oggettodi freddo studio e di dotta eser-
citazione. E stato proposto e girato un
film in videotape sulla realta operaia, i
luoghidi lavoro, le mense, le classi delle
150ore, e proposte alternative nella cul-
tura e nella scuola; anche questo lavoro
non e stato peraltro accettato del tutto.
Erisultato evidente da questa esperienza
che approcci episodici, pur correttamen-
te impostati e avvertiti degli stessi pro-
blemi, ma staccati dalla realta del mon-
do operaio e privi di continuita di rap-
porti, non possono raggiungere con
questo pubblico nuovo, realta maggiori-
taria del paese, un impatto positivo.
Commissione per l'informazione e
mezzi di comunicazione di massa
Il Piano quadriennale 1974-1977 della
nuova Biennale ha previsto una Com-
missionedi esperti per l'informazione e
Résumé
Rencontres avec les représentants
des pays propriétaires des pavillons
étrangers aux Giardini di Castello
Au cours de la premiere rencontre avec le
représentants des pays propriétaires des pavil-
lons aux Giardini di Castello, qui a eu lieu a
!'hotel Exce!sior le 31 juillet 1974, le Prési-
dent de la Biennale a illustré le but de la
réunion qui érait d'exposer les lignes de force
de la nouvelle Biennale , son orientation juridi -
queet ses programmes; il a égalemen t exposé les
propositions du Conseil de direction telles que
le projet d'un laboratoire de recherches avec
des bourses d 'étude, de l'invitation directe aus
auteurs et de la méthode interdisciplinaire. Il
faut aussi dépasser le fait du rapport avec les
autres nations par l'intermédiaire des commis-
saires. Sur la proposition des pays du Nord , a
propos de l'emploi permanent des espaces et
la constitution d 'un domaine moral commun des
pavillons aux Giardini, la Biennale a propasé
i mezzi di comunicazione di massa " allo
scopo di sollecitare il piu possibile la par-
tecipazione critica e di massa alla produ-
zione culturale e di farne strumento per
le necessita espressive di base" presiedu-
ta dal Presidente dell'Ente Carlo Ripa
di Meana. La Commissione ha iniziato i
suoi lavori con una prima riunione nei
giorni 1 e 2 novembre 1974, alla pre-
senza di giornalisti e studiosi del set-
tore .
Sono stati aífrontati i temi programma-
tici e operativi di fondo identificando
aree e modalita di un servizio da ren-
dere allo sviluppo critico del consumo
dell'informazione e alle minoranze attive
che operano con diversi strumenti di co-
municazione dal basso. E stata proposta
una serie di iniziative organicamente con-
cepite per il biennio '75-76, spazianti tra
livelli di presenza internazionale e am-
biti operativi specificamente rapportati
alla crescita del mondo del lavoro. La
Commissione ha inoltre approvato un do-
cumento di sollecitazione della riforma
293
della RAI-TV e ha proposto un invito a
detto Ente perché "sia riconosciuto alla
Biennale di Venezia, come istituto di cul-
tura democraticamente organizzato con
legge dello Stato 26 luglio 1973 n. 438 ,
e operante con attivita permanenti a li-
vello internazionale, il diritto di accesso
con carattere di continuita ai programmi
radiotelevisivi". ( p.g.g. - v.g.)
Summary
Meetings with the representatives of
the countries owners of the pavilions
at the Giardini di Castello
In the first meeting , held on J uly 31 at the
Excelsior Hotel, with the representatives and
commissioners of the countries owners of the
pavilions, the Pr esident of the Body, Cario
Ripa di Meana, defined the lines along which
the new Biennale means to move and dealt with
the Steering Committee 's proposals such as the
realization of a Laboratory for experimentation
and research, a system of scholarships , an
inrerdisciplinary approach to work and invita-
tions directly addressed to the artists by the
Steerin g Committee. The latter point proved
to be the biggest rub in the discussion ; Pa-
rentini Posse, the Argentine representative.
proposed the establishment of a high-level
committee , above any political and ideological
pressure; Vittorio Gregotti pointed out that
the commissioners ' main object should be
 qui accueille les artistes de tous les Etats dans
les 28 pavillons étrangers et l'usage permanent
des pavillons comme ateliers et laboratoires.
Mais dans le débat qui a suivi, Longo ( vice
président) a souligné l'opposition qui s'est
révélée en ce qui concerne le choix des artistes
par la Biennale. Ont été proposé une com-
mission centrale non soumise a des pressions
poli tiques ( Parentini Posse, Argentine), ou des
noms e choisir entre des artistes proposés par
!es nations et d 'autres proposés par la Bien-
nale ( Lake, Angleterre; Gassier, France); aussi
des themes fondamentaux intéressant tous les
pays ( Gregotti) , l'alternance des manifestations
biennales avec l'activité permanente ( Gallwitz,
Allemagne) et les ateliers comme espace viva nt
et pluraliste. Wojciechowski (Pologne), Gall-
witz et Sydhoff ( Sucde) ont souligné l'intér et
interdiscipJinaire qui doit animer le nouveau
travail de la Biennale. Gregotti a assuré l'espa-
ce au Tiers Monde ainsi que le respect pour
le temps des programmes et des budgers des
Etats étrangers. Le Président a résumé les di-
verses positions acceptant l'idée d 'une propo -
sition de noms par les nations et par la Bien-
nale pour une confrontation et une synthese,
l'alternance des grandes manifestations bienna-
les avec le travail permanent "utopique " et Ja
transformation des pavillons en ateliers a dispo-
sition de n'importe quelle nation . II a exprimé
294 son vif intéret pour l'opinion des nations absen-
tes et il a donné rend ez-vous au debut de
l'automne .
Lors de la deuxieme rencontre du 30 actobre
avec les représentants des pavillons étrangers,
le Président a exprimé son regret pour l'absen-
ce des amis étrangers aux manifestations de
1974 et il a souligné l'importance pour la Bien-
nale de cette présence et de la collaboration
internationale, sur le plan des idées et de l'ap-
port financier. Il a exposé le programme de
la Biennale renouvelée par la nouvelle régle-
mentation comprenant les themes du travail
permanent de recherche sur les problemes
actuels , les expositions devenant elles-memes
des actes créatifs , l'intérer interdisciplinaire et
international toujours in progress, la collabo-
ration avec d'autres institutions paralleles. II a
aussi proposé un projet de réglementation du
secteur des Arts visuels qui prévoit l'invitation
directe aux artistes de la part de la Biennale,
sur indication des experts des dillérentes na-
tions et le don des ceuvres exposées aux Archi-
ves historiques de l'Insrirution. Gregotti a
exposé en suite le projet du secteur des Arts
visue!s pour 1975: « 80 années de Biennale »,
une exposition rétrospective critique et histo-
rique des expositions passées. Sur la matiere
susdite un large débat s'est ouvert exprimant
des opinions tres variées et des propositions
intéressantes. Gallwitz (Allemagne), Forty
( Angleterre), Remfeldt ( Norvege), Spring -
schitz (Autriche), Sydhoff (Suede) et d 'autres,
n'approuvaient pas l'idée d'une commission a
Ven ise qui dev rai t choisir des ceuvres et des
artisres étrangers inconnus , affirmant que cha-
que Etat en tant que propriétaire d'un pavil-
lon, a le droit d'en disposer librement. Meme
l'idée de Forty d'un comité international qui
choisirait librement, a provoqué des réactions
de la part de la Suede ( Sydoff), de !'Uruguay
that of identifying basic internacional patterns,
whilst Klaus Gallwitz ( German commission-
er) proposed alternating the realization of the
traditional Biennale with the carrying out of
permanent activities in the years between.
Peter Lake and Pierre Gassier, respectively
the British representative and French commis·
sioner, suggested that both the inrerested
countries and the Steering Committee write
down two lists of artists, on which a mutual
agreement might be reached. As for the inter-
disciplinary approach to work, it was favou·
rably commented upon by the German, Swedish
and Polish commissioners, namely A. Wojcie-
chowsky, K. Gallwitz, B. Sydhoff. The Bien·
r..ale's "opening" towards the "third world"
was also dealt with along with the necessity,
on the Biennale 's part to make the dates and
modalities of the events known to the various
countries in time. Finally the President sumrned
up the various proposals, particu1ar1y dwelling
on those advanced by the British representative
and the French and Sweden commissioners;
after stressing the necessity for the Biennale
to know the ideas of the countries not repre·
scntcd at the meeting, he thanked the commis·
sioners and representatives for taking pan to
the discussion and announced a second meeting
to be held in mid Autumn.
During the second meeting with the repre-
sentatives and the commissioners of the coun·
tries owning the pavilions at the Giardini di
Castello, the President regretted the foreign
countries not attending 1974 events, at the
same time stressing the importance of interna·
tional participation , both on an ideologic and
financia! scale. He expounded the new Bien·
nale's regulations , involving permanent activi·
ties of research on social themes, exhibitions
also conceived as acts of creation, international
and interdisciplinary interest always in progress,
and the collaboration with other similar orga-
nizations. He also propos ed, for the Visual
Ares sector, direct invitations to be addressed to
the artists by rhe Biennale, following the sug·
gestions of experts from difierent counrries:
Vittorio Gregotti explained the 1975 project
for the Visual Arts sector, namely « 80 years of
the Biennale », a historical , critica! and retro-
spective statement on past exhibitions. A lively
debate followed the proposals: Gallwitz (Ger·
many), Forty ( Great Britain), Remfeldt (Nor-
way), Springschitz (Austria), Sydhoff ( Swe-
den) and others, did not approve of establish-
ing a committee in Venice for the purpose of
choosing unknown artists and works, and
maintained that the countries , as owners of
the pavilicns, have the right to exhibir there
freely. Forty 's idea as to establishing an inter-
nacional committee, rhoroughly free in its
decisions, met with Sweden, Uruguay and
Japan's distmst as regards the cultural irnpe·
rialism of big countries and European pre·
eminence in general. The relationship between
culture and politics was also gone into, and
Ronen (Israel) and Forty ( Great Britain)
showed their distrust of political pressures
being exercised through ir; the President
stressed the difference between a necessary link
between politics and culture, on which the
new Biennale was moulded, and the actual
 (Podesta) et du Japon (Nakahara), inspiré
par la méfiance a l'égard de l'impérialisme cul-
ture! des grandes nations et de la monopoli-
sation de la culture de la part de l'Europe. Le
rapport entre culture et politique a été abordé
aussi avec une vive méfiance a l'égard des
pression politiques ( Ronen, Israe l; Forty, An-
gleterre) mais le Présiden t a précisé tant le
líen nécessaire entre culture et politique qui
a donné son empreinte a la nouvelle Biennale,
que la différence entre cette dimension sociale
et politique et l'étouffement de la culture opéré
par la politique . En ce qu i concerne la con-
tribution financiere, de nombreuses diflicultés
ont été enregistrées, les bilans préventifs des
Etats étant déja engagés pour d'autres mani-
festations artistiques en 1975. Aussi l'idée de
l'exposition rétrospective a-t-elle r~u plusieurs
critiques en tant qu'un choix du passé en
comparaison d'un présent si complexe et pas-
sionnant et on a proposé plutot une grande
exposition sur un theme d'avant -garde, ou bien
que chaque Etat présente ses nouveaux artistes
dans son pavillon, l'exposition historique étant
réalisée dans le pavillon central. Apres Vantujl
(Olande), Wojciechowski ( Pologne), Iseki
(Japon), Santos (Brésil), Huriet (France),
Csaba Chikes (U.S.A.), la Président, tout en
accueillant les réserves des différents pays , a
insisté toutefois sur la nécessité de la colla-
boration étrangere et de la part icipation cu]tu-
relle et financiere internationale, recherchant un
accord stable dans le futur sur les programmes
de la Biennale pour 1975.
Activité du groupe de travail pour
les rapports avec l'école
Cette activité a été con<;ue comm e une collabo-
ration avec les différents secteurs de la Bien-
nale et a leurs manifestations, dans la per -
spective d'un pluralisme culture!. Des écoles,
des centres universitaires, des groupes engagés
pour de nouveaux modeles de formation ( par
exemple les ouvriers qui disposent de 150 heu-
res d'étude payées), ont été invités a un travail
de recherche didactique et interprétative, a pro-
pos des manifestations d'automne de la Bien-
nale. Une élaboration tout -a-fait autonome a été
obtenue par des débats non démagogiques , ni
voués aux effets extérieurs , mais centrés sur
un travail de groupe, un avancem ent de la
recherche, une expérience culturelle active et
concrete. Pour la Biennale cela a été une
vérification importante, une confrontation avec
d'autres publics , d'autres réalités socio-politi-
ques du pays. Une équipe d'étudiants de socio-
logie de la Faculté de Nap les, guidée par le
professeur Alberto Abruzzese, a fait une en-
quete sur les rapports entre deux différentes
réalités régionales et leur po'itique culturelle
décentralisée, vue comme participation démo-
cratique. Cette équipe, au moyen d'un ques-
tionnaire donné au public de l'exposition de
Ugo Mulas et aux responsables des institutions
culturel1es de la Vénétie , et par des rencon-
tres et débats , a mis en évidence l'usage social
possible de la culture, qui devrait se réali-
ser a travers la décentralisation admin istrative .
C'est la que la Biennale pourrait avoir un
suffocation of cultu re broug ht about by
politics . As far as financia! suppor t is concern-
ed, many difliculties were acknow ledged, the
budge t of the various na tions being alrea dy
bespoken by other artist ic events taking place
in 1975. As for the Biennale 's retrospective
exhibition, the p_roject was not altoge ther
approved of, since th e various commissioners
and representatives seerned to find avant-garde
themes more interesting; with regard to it, a
compromise was proposed, involving the pre-
sentation of avant-garde artists flanked by the
historical exhibit ion in the centra l pavilion .
After hearing Vantuji l (Netherlan ds), Wojcie-
chowsky (Poland) , I seki (Japan), Santos (Bra-
sil), Hurie t (France), Csaba Chikes (U.S.A .),
and taking into account their respective reser-
vations, the President insis ted on the necessity
of having foreign collaboration as well as an
internationa l cultural and financia! support
both for the future and 1975 events.
The Activities of the Permanent
Working Group as regards
Relationships with Schooling
With the end of elaborating a programme
"useful" to the Biennale sectors and taking 295
into account the ideal conditions capable of
representing the cultural pluralisrn of the whole
country, the Permanent Working Group , co-
ordinated by Enzo Scotto Lavina , chose
a few schools, universltles and formative
models ( the groups using the "150 hours"
systern) so that they could carry out a didactic
and interpretative research in connection with
the artistic events of October and November ,
whilst a relationship prov iding an autonornous
cul tura l elaboration, tor which apt means had
been given, was warranted all the while. From
23 October to 29 October, a group of students
attending the course of Socio'.ogy of the Faculry
of Arts at Naples University, co-ordinated by
professor Alberto Abruzzese, carried out a
research-intervention which, start ing from the
exhibition dedicated to Ugo Mulas, tried out a
method of working founded on the relationship
and mutual confrontation between two different
regional areas, seen from the point of view
of cultural structures as being elements of
democratic participation. A document on cul-
tural politics concerning decentralization , sorne
necessary indications to formu lating a question-
naire to be given to the public who visited
the exhibition, a polit ical-cultural structure
necessary to promote later interviews in Ve-
netia, are the issues of the forego ing work.
On October 27th a debate was held at the
« Istituto di Architettura di Venezia », with
the idea of documenting the work which had
been done framing it in a more general and
wider topic concerning the relationship between
"cultural politics and decentralization".
Another initiative, also promoted by the Per-
manent Working Group, concerned Primary
School; two groups of pupi ls were invited by
the Biennale to spend a day or two in Venice,
in order to provide a re-interpretation of
Mulas's exhibition and discover new aspects
poids remarquable. Des professeurs, des archi-
tectes, des responsables syndicaux et des
secteurs d'activité, des artistes vénitiens, ont
participé et collaboré aux intéressants sémi-
naires.
Des éleves de l'école primaire et secondaire,
ont également visité, du 2 au 7 novembre,
l'exposition de Mulas et la ville de Venise, avec
des institureurs particulierement doués pour
l'expérimentation: Mario Lodi, Palmira Maz-
zarini, Livio Agostini . Au moyen d'appareils
photographiques, pretés par la Biennale, les
jeuncs enqueteurs ont étudié la réalité sociale
et esthétique de la vil!e, de Murano, lieu de
travail, du marché de Rialto, des écoles et des
quartiers populaires. Leurs impressions enré-
gistrées sur bande sonore et dans les photos,
on t été discu tées et élabor ées dans leurs classes
a la rentrée et ont été objet de deux débats
publics a Venise: « L'enfant complet » et
« Le l ngage par images comme recherche,
1
expression, communication ».
Commission pour les informatiom¡
et les "mass media"
Le Plan quadriennal 1974-l 977 de la Bien-
nale renouvelée a prévu une Commission
d'experts pour les mass media, présidée par le
Présidenr meme de l'Etablissement Cario Ripa
di Meana, "dans le but d'activer le plus pos-
sib'e la parricipation critique et des masses a
la production culturelle pour en faire un instru-
ment au service des besoins d'expressions de la
base". Cette Commission a débuté par une
premiere réunion les 1 et 2 novembre 1974,
a la présence de la presse et des spécialistes
du secteur .
On a abordé les themes de fond des program-
mes et les activités, afin d'idenrifier des espaces
et des fa~ons d'un service au profit du déve-
loppement critique dans l'usage des informations
et des minorités actives agissant d'en bas, par
differents moyens de communication. On a pro-
posé une série d'initiatives con~ues organique-
ment durant !es deux années 1975-76, allant
des certains niveaux de présence internationale
aux domaines opératifs engagés spécifiquement
a la promotion du monde du travail. La Com-
mission a approuvé en outre un document qui
réclame la réforme de la RAI-TV ( Radio-télé-
vision italienne) et ell'a proposé d'engager cet
Etablissement a reconna!tre le droit d'un acces
continu aux programmes télévisés de la part
de la Biennale de Venise en tant qu'institut de
culture organisé démocratiquement selon la loi
de l'Etat 26 juillet 1973, n. 438, et agissant
au niveau international au moyen d'activités
permanentes.
of che town. The first group, coming from
Vho di Piadena and Malpapa, was accompanied
by Mario Lodi and Palmira Mazzarini who
on 2 November, at the Sale Apolli~ee of
Teatro La Fenice, held a meeting on « A Child
as a Whole ». The second group coming from
Verona was led by Livio Agostini and visited
Venice twice. Ar the Sale Apollinee of Teatro
La Fenice on 6 November, during his first
visir to the town, Livio Agostini held a meet·
ing on « The Language Spoken through Ima·
ges; Conceived as Research, Expression, Com-
munication ».
The Committee for lnformation and
Mass Media
In the 1974-1977 four-year plan of the new
Biennale a Committee of experts was provided
for as to information and mass media both
"with the end of stimulating a mass and ~ritical
participation to cultural production as much as
possible, and of using it as a means for the
basic needs of expression" . The President of
the Body, Cario Ripa di Meana, is to preside
over it (secretary, Pier Domenico Bonomo).
The Committee began its work with a first
meeting held on the lst and the 2nd November
1974, with journalists and scholars interested
in the fie'.d attending. The basic programmatic
operative themes were dealt with so as to
identify the areas and forms to be used for a
critica! development of news consumption, as
well as for the active minorities operating with
various mass-media from che basis. For the
1975-1976 biennium, a series of systematically
conceived initiarives was proposed, ranging
between international attendance and operative
milieus specifically related to the growth of the
working world. Futhermore, the Committee
passed a document soliciting the reform of
RAI, and inviting the foregoing Body "to
acknowledge the right of permanent access to
radio-television programmes to the Biennale di
Venezia, thís being, according to the State Law
No. 438 of July 26, 1973, a cultural Body
democratically organized with permanent acti-
vities takin g place on an international level.
 299

1: La prima riunione
del nuovo Consiglio
direttivo della Bienna-
le (20 marzo 1974);
si riconoscono, da de-
stra: Osvaldo De Nun-
úo, Giuseppe Mazza-
riol, Neri Pozza, Pie-
tro Zampetti, Guido
Perocco, Ennio Cala-
bria, Deuglesse Grassi
(direttore amministra-
tivo uscente), Giorgio
Longo, Manlio Span-
donaro, Roberto Maz-
zucco, Wladimiro Do-
rigo, Giuseppe Rossi-
ni, Domenico Purifica-
/o, Mario R. Cimna-
ghi, Malteo Aiassa,
Adriano Seroni, Mario
Baratto; 2: il Presi-
dente della Biennale di
Venezia Cario Ripa di
Meana.
 3
3, 4, 5: le riunioni aperte al pubblico del
Consiglio direttivo della Biennale in occasione
della discussione del Piano quadriennale di
massima 1974-1977; sano riconoscibili: Osv al-
do De Nunzio, Neri Pozza, Domenico Purifi -
cato, Adriano Seroni, Mario R. Cimnaghi, Gior-
gio Longo, Carla Ripa di Meana, Wladim iro
Dorigo, Giuseppe Rossini, Ennio Calabria,
Manlio Spandonaro (3) e Mario R. Cimnaghi,
300
6
Matteo Aiassa, Pietro Zampetti, Guido Perocco
e Giuseppe Rossini ( 4); 6: una riunione della
Commissione per l'Architettura; riconoscibili:
Vittorio Gregotti, Aldo Van Eyck e Joseph
Ryckwert; 7: una riunione della Commissione
per l' I nformazione e i mass media; riconosci-
bili: Tullio Seppilli, Umberto Eco, Cario Ripa
di Meana, Furia Colombo.
5
 la Conferenza stampa per
l'annuncio del programma
delle manifestazioni 1974
( 30 agosto): nell' ordine
Giacomo Gambetti, Luca
Ronconi, Wladimiro Dorigo,
Cario Ripa di Meana, Vit-
torio Gregotti; 9: nella stes-
sa occasione: Floris L. Am- ]OI
mannati, Giuseppe Mazza-
riol, Mario Baratto; 10: la
presentazione del program-
ma ai delegati di fabbrica di
Porto Marghera ( 3 ottobre
1974).
 Ottobre I Novembre 1974

302
 20
In questa pagina e nella pagina precedente. 303
11-16e 21: Stendardi, teloni pubblicitari, ten-
doni, ponteggi per l'informazione sulle mani-
festazioniautunnali della Biennale a V enezia e
a Mestre; 17-20: tendoni per gli spettacoli a
Venezia (campo S. Polo) e Mestre ( piazzale
Candiani).

21
 26
304

27
In questa pagina e nella pagina precedente. 305
22 e 24: il Palazzo del Cinema al Lido; 23 e
25: i cinematografi Moderno e Santa Marghe-
rita; 26: la Fondamenta Zitelle alta Giudecca;
28: i Giardini di Castello; 32: il Capannone
degli ex Cantieri Navali alta Giudecca; 34: il
Teatro La Fenice: luoghi e strutture pubbli-
citarie (27, 29, 30, 31, 33) delle manifestazioni
del 1974 della Biennale "Per una cultura demo-
cratica e antifascista".
 35

306 35-39: i ragaui, i giovani, il pubblico, la pro-

paganda durante le manifestazioni del 1974.

Nella pagina seguente. 40: il manifesto ufficiale

delle manifestazioni 1974 della Biennale di Ve-
nezia (Unimark, Milano).

38

llu, -
CJUa -:.--

1~
s..-- ·¡¡_-
-
¡,
 Venezia
~g:re/novembre Peruna
cultura
democratica
e
antifascista

307

40
~- - .....-~"- --~
.·-~··-· -
..,._~ .. ·-·
..
Nella pagina precedente. 47: un momento del
Convegno « T estimonianze contro il fascismo»
ne/la Sala dello Scrutinio del Palazzo Ducale
(5 ottobre 1974). 41: il Sindaco di Venezia ,
Giorgio Longo; 42: Roberto Rossellini; 43:
MarcoPannella e Alberto Moravia ( sullo sfon-
do Vittore Branca); 44: Aléxandros Panagulis;
45: Lelio Basso; 46: Carlos Altamirano.

49

In questa pagina. 48: Hortensia Allende a

Palazzo Ducale con Giuseppe Mazzariol; 51:
con Gian Mario Vianello e Carlos Vassallo;
52: con Carlos Altamirano; 50: Armando Ur-
ribe, gia Ambasciatore del Cite a Pechina.

50
309

51
 Arrestato in Spagna
Eduardo Arroyo
Commissario della
Biennale di Venezia

II pittore e critico spagnolo Eduardo Arroyo,

1
componente detla Commissione Arti visive
della Biennale di Venezia, é stato fermato
dalla polizla il 18 ottobre ali' aereoporto di
Valencia. 54
Arroyo sta organizzando per incarico della
Biennale una Mostra di pittori spagnoli In questa pagina. 53: il mani/esto contra /'ar·
antifascisti. resto di Eduardo Arroyo; 54: Julio Cortázar;
Sono in corso lniziative e passi uWciali per 55: Manoel Soares; 56: Umberlo Terracini.
la liberazK>ne defartista
La BiemaJe di Venezia - personate, organi
direttivi, esperti e coUaboratori • esprime,

s
con la soidarieta per Arroyo, il suo sdegno
per questo n(.JOVO episodo, che dimostra
quanto il prograrrvna 1974 "per Lna culhxa
democratica e antifascista" sia rispondente
alla necessitá di far fronte ale gavi
costrizk>ni fatte i"I motte parti ｾ＠ mondo
all' arte, ana ctJh,a, alla liberta. Nella pagina seguente. 58: il mani/esto u(ficiale
\l .. no•1 ... . 19 Ol!Ob ... 1914
del Convegno « Testimonianze con/ro il fa-
scismo» (Unimark, Milano).
53

JIO
 Venezia, Palazzo Ducale
5 ottobre 1974, ore 10
,i:est1•mon1•a
••

contra
ilfascismo
Venezia, Chioggia, Mira
6-15 ottobre 1974
L1.berta'
al Cile

!
1
1 1
¡
 r ...-- .. -

60
In questa pagina e nella pagina seguente.
59-66: i pittori muralisti della Brigada « Sal-
vador Allende» all'opera in campo S. Polo
a Venezia.

]I2
 313

.........
66
 In questa pagina e
ne/la pagina seg11en-
le. 67-73: Roberto
Sebastian Malta col-
/abara ai "murales"
della Brigada « Salva-
dor Allende» in cam-
po S. Polo a Venezia
( 12 oltobre 1974)

JL/-
315
 74
I muralisti cileni all'opera. 74-76: al Petrol-
chimico di Porto Marghera; 77: in fondamenta
Zitelle alla Giudecca.

76
]I6
78
78-79 e 81-82: il lavoro della Brigada « Sal-
vador Allende» in campo S. Polo; 80: in ]I7
campoSanta Margherita a Venezia.
Alcuni "murales" dipinti dalla Brigada « Sal-
vador Allende» a Venezia e ne[ territorio cir-
costante. 83 e 86: le mura del vecchio Campo
sportivo di Mira (Venezia). Nella pagina se-
guente . 89: le mura della vecchia scuola di
Ca' Brentelle ( Marghera). In questa pagina.
84 e 85: campo S. Polo e campo Santa Mar-
gherita a Venezia. Nella pagina seguente: 87
e 88: piazza Ferret/o a Mestre, e Chioggia.
89
 90
91
In questa paginae ne/-
le pagine seguenti:90-
112: la mostra del ma-
nifesto cileno del/ecol-
lezioni David Kunzlee
Fernando Murillo al/e-
stila nel Padiglione
Italia ai Giardini di
320 Castello.
 la felicidad ,.
.de chile
comienza por
__l_~_s niños ~

98
]2I

99
 ~...-.
100
----~ 102
322

103

ic ic ic
IZQUIERDA
IZQUIERDA IZQUIERDA CRISTIANA
CRISTIANA CRISTIANA A LA CUT!!
A LA CUT!! A LA CUT!! POR LA SEGUNDALEY
CONTRA LOS BUROCRATAS POR LA PARTICIPACION DE REFORMA AGRA~A
Y SABOTEADORES Y EL CONTROLOBRERO POR UNA LEY HECHA
EL SECTARISMOY EL CUOTEO LA CREACIONDE POR LOS CAMPESINOS
LAS DIFERENCIAS NUEVOS EMPLEOS EXPROPIACIONSINRESER\IIS
ENTRELOS TRABAJADORES LOS DERECHOSDE LA MUJER A CONVERTIR
LOS NUEVOSRICOS LA ESCALA NACIONAL LOS FUNDOS EN PATRIA
LA TRANSACCIONCON DE INGRESOS A GANAR LA BATALLA
LA BURGUESIA LA IGUALDAD DE LOS NIÑOS DE LA PRODUCCION
IC t(,;,u;....U<'.·-
 chile
reconstruye
unidQ
trabajo voluntario
reconstruccion de la zona
asolad~_ffL~t~mos

•.-~-~
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nA~
107
324

111
...i rr
114

ｾ＠

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Nelle pagine seguenli:

la riproduzione dei 5 nu-
meri del settimanale
« Liberta al Cile », con
i relativi manifesti, pub-
blicati il 5, 12, 19 e 26
ottobre e il 2 novembre
1974.
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336

Roberto Sebastian Matta: Progetto per un "mural" a Santiago del Cile, litografia .
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l.11
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354

Gio Pomodoro: Stella rossa stella della ragione, olio, 1974.

115
116
Riunioni e dibattiti durante le manifestazioni ]55
per la « Liberta al Cile ». 115: una riunione
di redazione del settimanale « Liberta al Ci-
te»; riconoscibili: Carla Ripa di Meana, Guido
Vergani; 116: Gio Pomodoro, Emilio Vedova;
117: una riunione pubblica con Hortensia
Allende: 118: una scena del film La Victoria
di Peter Lilienthal.
 121
356

119: un incontro di Hortensia Allende con il

pubblico veneziano nel tendone di campo S.
Polo; 120: H enry Moore: Tube Station Per-
spective, 1941; gesso, pastelli a cera e tem-
pera; inviato dall'artista con un biglietto di
adesione (121); 122-123: azione pubblica di un
gruppo di strada sullo sf ando di Guernica.
Nella pagina seguente: 124-126: manifestazioni
di solidarieta con il Cite democratico nella
Casa del Portuale; 127 e 128: nell'Aula magna
dell' I stituto Universitario di Architettura (L.
Basso, H. Allende, C. Aymonino, G. Astengo);
129: ne! Padiglione Italia ai Giardini di Castello.
123
 Portuali
e lavoratori
venez
iani
conil popolocileno
contra
il fascismo
.
LIIERTA'
,-r
AL CILE
I• "ric tr'Cil 1pert.. i11 di•.otf"9. di utt modtllo, d1
uno d,, n®.,j modi di oper1N1 di 1111n1,10Yotlblulo d, c:ul

dichiorono olla citla

c:he anc:h• I• IOl'o ~c:osc.. nu e 11ttr1...er1:.t. d•I C,le~
I r,1Herm1no t1 d.ci••wo&onwi •ntifue,,i. d1 lmef'Venlo
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VENEZIA

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... s.c1

124
127
357
130
In questa pagina e nelle pagine seguenti. 130-
147 : aspetti e opere della mostra « Immagini
e paro/e da! Cite» ( fotografíe, gigantografie,
audio-visivi) al Padiglione I talia ai Giardini
di Castello - 130 -, a Chioggia - 13 1 e 139 -, a
Mestre ( piazzale Candiani - 132 -) , a Venezia
(Campo S. Polo - 133 e 134 -).

134
136
360
141
143

In questa pagina e ne lle pagine precedenti. 36 r

136-138 e 140- 147: immagini e documenti di
vita cilena durante il governo Allende e dopo
il golpe nelle gigantovafie della Mostra <, I m-
magini e paro/e da! Cite ».

147
 149

/11 questa pagina. 148-15 1: Violeta Parra e il

complesso degli « Inti Jllimani » nei concer/1
di musica popo/are cilena, in varie loca/ita di
Venezia e del!'entroterra.

Nella pagina seguente. 152-155 : co11certidi

111usicapopolare cilena a Venezia e 11ell'e
11tr
o-
terra del complesso « Quilapaiun ».
148

362
JÓJ
157
156.-160: il concerto di musica cilena di ricerca
diretto al Teatro La Fenice dal maestro Gusta-
vo Becerra il 6 ottobre 1974; sul palcoscenico
(lll'opera i muralisti della Brigada « Salvador
Allende».
161
162
161-164: alcune immagini dello spettacolo The ?6~
,):)
Tooth of Crime di Sam Shepard, per la regia
di Richard Schechner nella realizzazione del
Performance Group di New York al cinema
Arsenale di V enezia ( 5-6 ottobre 19 74).
 165
J66 165-168: a/cune scene dello spettacolo Le
nuage amoureux di Nazim Hikmet , per la regia
di Ulusoy Mehmet nella realizzazione del Théá -
tre de Liberté di Parigi al cinema Arsenale
di Venezia (8 e 9 ottobre 1974).
169
170
169-170:iniziativa di animazione popolare con
azione di strada realizzata nel sestiere di Castel -
/o da parte degli attori del Théátre de Liberté
di Parigi in collaborazione con un gruppo di
animazione della Biennale di Venezia.
 172
171-173: alcune immagini di Che cosa e il
Fascismo (testo e regia di Fabio Mauri) nella
realizzazioné della Compagnia del Teatro uni-
versitario di Ca' Foscari di Venezia nel tendone
di campo S. Polo (14-18 ottobre 1974); 174:
alta fine d ibattito con l' autore e Alberto Arba-
smo.

368

171
174

TI([,t
 176

'!1111.. ••

175
175-178:iniziative di animazione popo/are rea- 369
lizzateda Dacia Maraini e da! Gruppo « La
Maddalena >> di Roma in occasione dello spet-
tacoloLa donna perfetta nei quartieri popolari
di Venezia, alla Giudecca e a Mestre (15-20
ottobre1974).
370 179-182: aletme immagini dello spettacolo La
donna perfetta di Dacia Maraini nell'esecuzione
della compagnia del Gruppo « La Maddalena»
di Roma ( regia di Dacia Maraini e Annabella
Cerliani) in molte localita di Venezia e della
provincia ( Marghera, Oriago, Mestre, ]eso/o),
dal 15 al 22 ottobre.

Nella pagina seguente. 183-186: alcuni dibattiti

sullo spettacolo ( presentí fra le altre: Anna-
bella Cerliani, Dacia Maraini, Liliana Cavani,
Adele Cambria, Maricla Boggio).
181
]JI
189
190
/11questa pagina e ne/la pagina precedente.
!87-l91: alcune scene dello spettacolo L'impuro
373
folle di Roberto Calasso nella realizzazione del-
la Compagnia« I Segni » di Roma per la regia
di Giorgio Marini, Teatro di Palazzo Grassi
(17.20 ottobre 19 74). 192: ad un dibattito ha
partecipato lo psichiatra americano Morton
Schatzman.

191
 In questa pagina e nella pagina seguente.
195-199: alcune immagini dello spettacolo
Autosacramentales da Calderón de la Barca per
la regia di Victor García nella realizzazione
della Compagnia Ruth Escobar di San Paolo
del Brasile al Teatro La Fenice (29 e 30 ot-
tobre 1974); 193: Víctor García; 194: la folla
in attesa davanti al teatro.

374

197
 ,-(¡ In questa pagina e ne/la pagina seguente.
.)/
200-204: aletme scene dello spettacolo Klop
( La cimice) di Vladimir Majakovskij per la
regia di Valen/in Plucek nella realizzazionedel
Moskovskij Teatr Satiry al Teatro La Fenice
( 1 e 2 novembre 1974).

201
103

377
207

In questa pagina e nelle pagine seguenti.

206-213: alcuni momenti dello spettacolo Otel-
lo di Meme Perlini il 5-6-7-8 e 9 novembre
1974 nella realizzazione del Gruppo « La Ma-
schera » di Roma nella ex Chiesa di S. Lorenzo
a Venezia.
380
In questapagina e nel-
lapaginaseguente. Sce-
ne (214, 217, 220),
pubblico(215), gran-
di immagini televisive
a circuitochiuso ( 216)
dellospettacolo.Cassio
governa a Cipro di
Giorgio Manganelli
(218)da William Sha-
kespeare,regiadi Gian-
ni Serranella realizza-
úonedella Cooperativa
"Teatroggi » di Roma,
anima/ada Bruno Ci-
rino (219) in diversi
ambienti:al capannone
del Petrolchimico di
Marghera,ne! capan-
nonedegli ex Cantieri
Navalidella Giudecca
e ne! /endone di piaz-
zaleCandiania Mestre.

214
221
222
Scenedei film Der Ja1der di Volker Vogeler
e Ulf Miehe (221); Ultimo giorno di scuola
prima delle vacanze di Natale di Gian Vittorio
Baldi( 222); Marie di Hans W. Geissendorfer l. -
(223); Chamula di Archibaldo Burns (224). ---;-

223

224
 225: General Idi Amin
Dada di Barbet Schroe-
der; 226: L'Acadie,
l' Acaclie di PierrePer·
rault e Michel Brault.

N ella pagina seguente.

227: E comincio il
viaggio nella vertigine
di T oni De Gregario;
228-229: il dibattito
sul film: sano ricono-
scibili Giorgio Bocea,
Toni De Gregario,
Gianni Toti.
226

1
 -
\J
. 1

386 230: Il tempo dell'inizio di Luigi Di Gianni;

232: Vermisat di Mario Brenta; 231. Mario
Brenta e Giacomo Gambetti al dibattito su/
film

Nella pagina seguente. 233: Femmes, femmes

di Paul Vecchiali . 234-235 : il dibattito sul
film, nell'ordine: Paul Vecchiali , Floriana Mau-
dente, Pier Paolo Pasolini, Giacomo Gambetti.
232
388
 ' '

Nella pagina precedente: 236: l'inaugurazione 389

al cinema Moderno del Convegno « Cinema:
industria e cultura» (28-30 ottobre); nell'ordi-
ne: Francesco Bolzoni, Giacomo Gambetti,
Pier Paolo Pasolini. 239: Una scena di Cinesica
Cultura le - 1: Napoli di Diego Carpitella.

Jn ques/a pagina. 240: Gelegenheitsarbeit einer

Sklavin di Alexander Kluge; 241-242: Siamo
tante, siamo donne , siamo stufe, audiovisivo
del gruppo Lotta Femminista di Milano.
242
 ••
-~
••
••.,,,

390 243-245: lre fotogrammi di Fascista di Nico

Naldini; 246: Nico Naldini; 247: una scena
di Qui Politecnico di Dimitri Makris.
248
249
248: L'étrangleur di Paul Vecchiali; 249: Me- 39r
ridiano 100 di Alfredo ]oskowicz ; 250: Eddie
Merckx in La course en tete di ]oel Santoni.

250
 251
]92 Alcune immagini dalla registrazione videoma-
gnetica del Convegno <, Cinema, Comunicazio-
ne, I nterven/o» ( 254); 251: Sandro Zambetti;
252: Gianni Toti; 253: Antonio Manca.
255
255-257: tre scene di Johnny Got llis Gun d, 393
Da/ton Tmmbo.
 258
259
258: Susana demonio y carne; 259: Gran Ca-
39-1- sino; 260 : El bruto: tre films del periodo rnes-
sicano di Luis Buñuel presentati nella rassegna
« Buiíuel: 8 films » a cura della Cineteca Nazio-
nale Messicana.
261

395
 266
Nella pagina precedente la presentazzone di
396 Chung Kuo-Cina di Michelangelo Antonioni, il
16 novembre; 261: la conferenza stampa nelle
Sale Apollinee del Teatro La Fenice (Giaco-
mo Gambetti, Michelangelo Antonioni, Cario
Ripa di Meana); 262: cartelli di contestatori
davanti al cinema Olimpia; 263 : la polizia;
264: il pubblico nella sala del cinema Olimpia,
265: si riconoscono: Pier Maria Pasinetti, Fran-
ca Baratto Trentin, Michelangelo Antonioni.
In questa pagina. Tre scene di Chung Kuo-Ci-
na: 266: scuola nella comune di Li Shien;
267: gente in una strada di Pechina; 268: ci-
nesi in visita nella Citta Celeste a Pechina.
268
270
271
Nella pagina precedente. 269: il manifesto uf- E DI VENEZII
ficiale della Mostra « Ugo Mulas, 'Le Verifiche' ,ezia s-7·19&&n ' S21
e la storia delle Biennali » (Unimark, Milano).
ILLE-UTTERE
PLl:SSO PISCIII: IITITOIII
SPOATIVE VlRII:
'O ISICUTIVO
,1.,-0 DE NAIIZI
;ml'l,P.f1LJ:rt:~011UHLII
: A IM VEHZII ••.,....
In questa pa[!,ina: 270: l'inaugurazione della
mostra: Nini Mulas, Tommaso Trini, Cario Ri-
pa di M eana; altri aspetti dell'inaugurazione.
272
174

Visitea/la mostra nei "Saloni"; 274: Andrea

Cascella;275: Pietro Consagra; 276 : Floris L.
Ammannatie /;'milio Vedova; 277: un mo-
mentodi sosia nell'allestimento della mostra:
LuigiScarpa, Vi/torio Gregotti, Gino Valle,
Zanchet; 278: il sopralluogo del Sosti-
A11to11io
Procuratore della Repubblica Angelo Dra-
11110
go11e,
presente il Soprintendente ai Monumenti
RenatoPadoan.

399
 280

400 Lo stato dei "Saloni" prima della consegna al/o

Biennale; 279: 2 apríle 1974; 280: 1 ottobre
1974: 281: la ricostruzione delle mura demolite
a cura del Comune; 282-283: i lavori di alle-
stimento a cura della Biennale.

Nella pagina seguente. 284: il pubblico affolla

la mostra « Ugo Mulas» nei "Saloni" riaperti
all'uso della citta.
283

ｾ＠
...
 285-289: altri momenti di visita al/a mostra
402
« Ugo Mulas, 'Le Verifiche' e la storia del/e
Biennali » nei Maga:a:inidel sale al/e Zattere.

Nelle pagine seguenti: alcune fotografie di

Mulas alía mostra; 290: Max Ernst pressouna
sua scultura alla XXVII Biennale (1954);
291: Lucio Fontana con Gino Severini ne/la
sala di Massimo Campigli alta XXIX Bienna-
le (1958).
288
292: Lionello Venturi ne/la sala di Alberto
Viani alta XXIX Biennale (1958): 293-294:
la gioia di Jean Fautrier, premio della Presi-
denza del Consiglio per la pittura alta XXX
Biennale (1960).

Ne/la pagina seguente Alberto Giacometti

( 295-299) dispone le sculture ( 300) nella sua
sala alta XXXI Biennale (1962).
296
 301: la premiazione di Giu-
seppe Capogrossi (Cario Car-
dazzo mostra il diploma del
Premio) alfa XXXI Biennale
( 1962); 302: l'imbarcazio11e
di Iris Clert ormeggiataal/a
punta della Do7.ana in occa-
sione della XXXII Biennale
(1964) .

..¡.06

301
302
 303 : Giuseppe Ungaretti con ( nell'ordine) Elio 407
Pagliarani, Furia Colombo, Bona De Pisis, Nan-
ni Balestrini, Enrico Filippini, Inge Schoenthal
al/a XXX II Biennale (1964); 304 : la gallerista
Denise René si specchia in un'opera di Julio L e
Pare, premiato alla XXX III Biennale (1966);
305: Roy Lichtenstein con Leo Castelli e Dino
Buzzati ne/la sua sala al/a XXX III Biennale
(1966)

305
306
306: Tino Pascali nella sua sala della XXXIV
Biennale (1968); 307-308: l'attacco della poli-
zia contra i contestatori alla XXXIV Biennale
in Piazza S. Marco (21 giugno 1968).
309:Un artista effettua un'azione davanti al Padiglione degli Stati Uniti d'America alla XXXV
Biennale(1970).
 BA:,;BINI E f.'.UJ',AS
(Os.:icrvazioni trascritte del registra:t:ore e
racgruppate per arcomenti)

Le cose_familiafi
Foto N. 66
E:niliri:-A me piace questa fotoc;rRfi.:i . c1e una
b~~bina., c•e unn nonna e e'¿ un nonno.
La vedo anche a :..ra1paga la gente coa l. .. qua si~

N.EO
Luigine:- Questa e bella. Si vede una bambina.
E' triste, ha vicino uno scheletro di cane. 311
Dnilia:- Ce le avevo anch'io le ciabatte cosl.
La vestina no, non mi pare.

N. 94 io
Luigina: - Guarda questi. Sembrano una famiglia
e c 1 € 11 mare dietro.
/, .
N, I09 ' --( :
. _._:__ !,..ｾ＠ ...
'"\....,,.
11:.:i.rio¡- A me p~ace questa per-'"'.C la scul tura
sembra un maiole. (?.!ario a casa allev::i 1 ir.a-
iali)

.ll.........ae~ di _ fe.o~~
?oto N. 92
Antonella B. :-Guarda quanta gente! ••• 312
Luigina:- Stanno bevendo ,fanno festa.
4IU Mario Lodi (311) e Livio Agostini (313) con
N. II4 Que'&ta ragazza ata ballando da van ti i ragazzi delle loro scuole di Piadena e di Ve-
ai quadri. Porse le piacciono molto . rana in visita a Venezia; 310 e 312: alrnni
E I proprio felice. /ra gli elaborati sulla mostra « Ugo Mulas»
dei ragazzi di Mario Lodi.
N. !39 Teresina/:-Guarda questa; sembraJÍ
una torta . Stanno facendo un 1 altra festa .

N. !70:-
!,:1rangela:-Queeta ragazza ha voglia di
corre re. E corre. E sembra che corra da
Alcuni degli elaborati sui problemi di Veneúa
dei ragazzi di Piadena (314-315) e di Verana
noi.
( 316-318) ( insegnanti Mario Lodi e Palmira
Maccarini, Livio Agostini).
310
313
 IL MONDO
-----~- u

:llCRNO :e SC':iNATC E' :tCT'fO.

~",¡ IHIO A V3NEZU E :JIJAR - JI LLORA IL rAORONB' D Di::I 1 !':.,ul D! "~::u,=t :::!IRA¡::¡.;, ,. ~.d I .;J>;'\A B r¡¡zz¡ DI
OAVO 1 0::UADJU. lt C'ERA IL ~t'.'\ORC ?"I :: A OA't'( .:.11.tJ>..E
.
!,1 , .\ '.l'T',3TA Tnli!A Mfi!!'.'.>' r,_¡z ,,..,Z Z 1..i, o'BZZO DI ll>.RE
C?.1000 tl'ICA TANTO ~CDU - .J:S CALC I O E SONC
PRO:re"
.. N .a,w, !SO~? L;J,.~íl:: 51 FOl'i,;;JI: ) A<:.hJI.'C ISOLZT':'E.
STO, to HO DATO UNA ocr q- ArlDATO A FINlltP!
!RJ. !fA.71. U!IA LAGtmA..
TATA A un ~UADRO E E' ?l!;!LL 'A C~UA ii: ,~e {'l'i,·<t'> <11 ;r,1;-::,r.clln,r1nn • ri<'lo ·i '" szuoln 1•1 :Ll;,:i.cal
CAOUTO PER Tl!:RRA E fi AN ::lATC tJN PESCE, {! 'bc.,1lb:.n1 ｾ＠ 1:a~1r1. "e"º .,Jt,·n~ OMI. r,.11 '\ Ve1io.t.:,,)
V A~; ~lt

314 315

COME
VANNO l.' i nquinamento .¡.rI
LE COSE
e :cll!J

VANNO

MAl.f •(..

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ｾ＠
L2 rende ｾ ｾ＠ ｾ＠ .

316 317
318

Bisogna salvare Venezia

LE
COSE
CHEFANNO
ARRABBIAHE

C'Eun
LIMITEATUTTO

ｾ＠ --
4r2
Ne/lapagina precedente. 319-320: il seminario
di studi su « Cinema, Citta, Avanguardia ». Si
riconosconoEllis Donda, Francesco Da! Ca ,
VittorioGregotti; 321: il pubblico a una proie-
zionedella rassegna.

In questapagina. 322: un fotogramma del film

Latour di René Clair; 323-324: due /otogram-
mi del film di Dziga Vertov L'uomo con la
macchinada presa.
324
 325: Il maestro Lucas Vis a/le prove del con-
certo sinfonico dell'orchestra e del coro de!
Teatro La Fenice che, presente una grande
folla ( 326-327), ha ínaugurato il programma
de/le manifestazioni musicali il 3 novembre
1974_

327
328-330:!re scene dell'ope-
ra Die Erprobung des Pe-
trus Hebraicus di Henri
Po11ss
eur nella realizza:r.io-
ne dell'Ensemble Musiques
Nouvelles di Bruxelles al
TeatroLa Fenice il 9 e 10
novembre1974.

.¡.I 5
331: Convegno su « L'eredita di Schoenberg»
nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice (9
e 10 novembre: da sinistra Zoltan Pesko, Mario
Bortolotto, Franco Donatoni, Sylvano Bussotti;
332: Luca Ronconi e Zoltan Pesko; 333: Do-
rothy Dorow durante il concerto dell'Orchestra
del Teatro La Fenice e dell'O.R.F.-Chor di
Vienna diretto da Zoltan Pesko (10 novembre).
Nella pagina seguente. 334: il concerto del
Quatuor Parrenin di Parigi nelle Sale Apol-
linee del Teatro La Fenice; 335-336: Marce/lo
Panni dirige il concerto sinfonico dell'orchestra
del Teatro Comuna/e di Bologna (11 novembre).
 337-339: FriedrichCer·
ha dirige il concerlo
dell' Ensemble « Die
Reihe » di Vienna al
Teatro La Fenice,che
ha concluso le mani·
festazioni del set/ore
musica della Bzennale
il 12 novembre.

338

~-....
............_... •.
. ｾ＠ - ,·,,,-..,.,.- ...... ::,-.,/
- ~.;~~~ar,.:..,_....,....~!Jl'·. .
~.::.~'JI.,.··-~."'-.
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...,._.' .. ,
Sillogedi stampa
b) Sulle manifestazioni d'autunno
1) Per la « Liberta al Cile » ( ... ) Il concerto ha avuto successo. In parti-
A.N.S.A.,Roma, 7 ottobre 1974
Cominciatele manifestazioni della Bien-
naledi V enezia
La nuova Biennale di Venezia, che propone
la ricerca di un diverso rapporto con la so-
cieta ed il pubblico, il superamento dell'im-
piantosettoriale, stagionale e festivaliero, l'al-
largamentodelle attivita ad un ambito terri-
torialepiu vasto, si e aperta stamane con un
convegnodi « Testimonianze su! fascismo»,
che ha raccolto nella Sala dello scru tinio di
PalazzoDucale un migliaio di persone, nella
stragrandemaggioranza giovani. Non si e trat-
tato di una cerimonia "ufficiale": poche paro le
del Presidente della Biennale, Cario Ripa di
Meana, e del Sindaco di Venezia, Giorgio
Longo,hanno introdotto una serie di testimo-
nianzesu! fascismo.
(... ) Un lunghissimo e caloroso applauso ha
poi accolto le parole con cui il presidente del-
la Biennale ha presentato quanti hanno vo-
luta venire a Venezia per offrire la propria
testimonianzacontra il fascismo: Hortensia Al-
lende, Alexos Panagulis, Umberto Terracini,
AlbertoMoravia, Manuel Soares, Roberto Ros-
sellini,Julio Cortázar, Marco Pannella, Lelio
Basso , Carlos Altamirano, Carlos Vassallo e
DiegoValeri.
Sonopoi stati letti i messaggi inviati nell'oc-
casioneda quanti non sano potuti venire a
Venezia:fra gli altri, figuravano quelli di Si-
mone de Beauvoir, Jean Paul Sartre, Angela
Davis,Ariane Mnouckhine, Susan Sontag, Ra-
faelAlberti, Mary Weiss, Cario Bo, Alexan-
der Calder e di numerase altre personalita
della cultura e dell'arte di tutto il mon-
do. ( ... )
A.N.S.A.,Roma, 8 ottobre 1974
Settimanaper il Cile
Sonocontinuate oggi, nell'ambito del program-
madella nuova Biennale, le manifestazioni del-
la « Settimana per il Cile ». A Chioggia, in
terraferma e a Venezia sono proseguite le
proiezioni dedícate alle « Testimonianze cine-
matografichesu! Cile » e gli incontri su! tema
« Italia-Cile: lavoro, politica e cultura». Sta-
sera a Mestre, in un tendone da circo innal-
zato in una piazza della citta, l'orchestra del
Teatro « La Fenice» di Venezia, diretto da
Gustavo Becerra, ha tenuta un concerto di
musicacilena.
colare ha avuto consensi la Cantata Corvalan
1973, dedicara al segretario del Partito Comu-
nista Cileno; si tratta, in un certo senso, di
un'opera diversa ne! quadro delle attivita di
Gustavo Becerra . La situazione del Cile, la con-
dizione in cui il suo popolo e costretto a vive-
re, hanno indotto l'autore ad acquisire moduli
linguistici estremamente semplici per ottenere,
tramite un canto semplice, la piu vasta pos-
sibilita di comunicazione e di consenso: ne!
poema si alternano una biografía e una inter-
vista a Luis Corvalan, dirigente comunista in-
carcerato e torturato; l'intensita del racconto
di alcuni episodi di violenza e di tortura da 8
lui vissuti e la dolcezza dei suoi ricordi di 4
I
vita familiare fanno da contrappunto alle
strofe.
L'UNIT A, Roma, 8 ottobre 1974
La collaborazione fra artisti cileni e ita-
liani
I pittori cileni della « Brigada Salvador Allen-
de » che in questi giorni dipingono sui muri
dei "campi" di Venezia, nelle fabbriche di Mar-
ghera e sulle piazze di altri centri della pro-
vincia i loro "mura les" , hanno invitato i pitto·
ri italiani a partecipare al loro lavoro.
"Abbiamo l'onore di chiedere la partecipazio-
ne di un gruppo di pittori italiani - dice il
testo del messaggio - ai lavori murali da
realizzarsi ne! periodo della Biennale antifa-
scista di Venezia. Crediamo sinceramente che
la partecipazione dei compagni italiani sara per
noi un valido aiuto e contribuira a rafforzare i
legami di amicizia e di solidarieta tra i demo-
cratici italiani e cileni".
Un falto gruppo di pittori italiani costituitosi
in Comitato ha aderito all'invito degli artisti
cileni e ha inviato una lettera alla presidenza
della Biennale, nella quale si informa !'Ente
della iniziativa degli artisti cileni e si chiede
che la Biennale "renda pubblica la letrera,
l'adesione degli artisti presentí e !'invito agli
artisti italiani a partecipare operativamente alla
realizzazione della manifestazione « Liberta per
il Cile »".
La lettera e firmara da Vittorio Basaglia, Vin-
cenzo Eulisse, Paolo Gallerani, Alberto Gian-
quinto, Lino Marzulli, Fabrizio Merisi, Giorgio
Nonveiller, Marcello Pirro, Paolo Pennisi, Gio-
vanni Rubino ( a nome del collettivo « Mostra
incessante per il Cile »), Guido Sartorelli e
Tino Vaglieri.
IL GIORNO, Milano, 11 ottobre 1974
Metti il nome in locandina ( Filippo Ab-
biati)
( ... ) All'appello della Biennale pero hanno
risposto solo undici muralisti cileni che sano
sbarcati a Venezia pieni di voglia di lavorare.
Ma il rapporto tra il loro numero, troppo esi-
guo , e lo spazio da pittare con un lavora col-
lettivo ed anonimo gia ampiamente sperimen-
tato in Cile ha creato il problema di trovare
"in casa" qualcuno che li aiutasse accettandone
le regole politiche, che ne caratterizzano !'ope-
ra. Dopo una serie di discussioni - la Bien-
nale per statuto e per scelta non poteva e
non voleva "aprire" in occasione della mani-
festazione cilena agli operatori italiani - i pit-
tori di casa nostra hanno deciso di farsi invi-
tare alla collaborazione dagli stessi muralisti
cileni. Forti di una letrera in questo senso, vari
gruppi di artisti italiani si sono messi all'opera
nei due Campi veneziani rifacendo in giganto-
grafia i quadri che normalmente fanno in stu-
dio. E scoppiato il finimondo. Quando poi si
e appurato che non si trattava di lavoro in
simbiosi con i cileni ma di un lavara auto-
nomo, quando uno dei murales itaJioti e stato
anche "firmato" alla faccia dell'anonimo e del
collettivo, la Venezia ( e anche la Milano) del
sottobosco pi ttorico si e messa in grande agi-
tazione.
La Biennale , da parte sua, con una secca comu-
nicazione di Cario Ripa di Meana ha smentito
ogni suo interesse per quanto gli italiani stava-
no facendo. Per statuto e per precisa volanta
politica - questo il senso della comunicazione
di Meana - la BiennaJe non intendeva accet-
tare il " subappalto" a un gruppo di pittori ita-
liani dello spazio offerto ai cileni. Da oggi i
murales fatti dagli i taliani son o stati cancel-
lati dagli stessi autori che dopo una movimen-
tata assemblea hanno deciso di stendere un
pietoso velo di calce su una operazione quan-
tomeno discutibile. ( ... )
AGENZIA GIORNALISTICA ITA-
LIA , Roma, 12 ottobre 1974
Dossier per la liberazione di Genoveva
Forest e Alfonso Sastre
II presidente della Biennale di Venezia Cario
Ripa di Meana ha messo oggi a disposizione
dei giornalisti, degli artisti e di tutti coloro
che partecipano alle attivita dell 'ente venezia-
no, un dossier per la liberazione di Genoveva
Foresr e Alfonso Sastre. Il dossier e pervenu-
to "per le vie della solidarieta culturale e
política internazionale contra il fascismo", e
riguarda !'arresto di Genoveva Forest , moglie
dello scrittore e commediografo spagnolo Al-
fonso Sastre, che e scomparsa nelle maní della
polizia spagnola dal 16 settembre , insieme con
altre sette persone, sotto l'accusa di partecipa-
zione all'attentato di Madrid del 13 settembre.
Il 3 ottobre e stato arrestato lo sresso Alfonso
Sastre, che denuncia il fatto con immensa forza
politica e morale nelle lettere raccolte nel dos-
sier, nelle quali chiede aiuto e solidarieta per
la sua compagna. "Poniamo questi messaggi
- ha detto Cario Ripa di Meana - a dispo-
stz10ne dei giornalisti, degli artisti e di tutti
coloro che partecipano alla Biennale, chiedcn-
do la collaborazione di tutti per la liberta di
Alfonso Sastre , di Genoveva Forest e dei loro
compagni".
IL MESSAGGERO , Roma, 14 ottobre
1974
Sparire a Madrid ( Giancarlo Del Re)
La Biennale di Venezia denuncia un sinistro
caso di persecuzione politica in Spagna, ap-
preso - come si legge in un comunicara-
"per le vie della solidarieta culturale política
internazionale contra il fascismo". Che c'entra
la Biennale ? , <lira qualcuno. Ebbene, se e ve-
ro che altri sano i compiti istituzionali di
questo ente autonomo, e anche vero che chiur.-
que sia appena civilizzato non puo non sentire
il dovere morale di opporsi alla violenza con
i mezzi di cui dispone e di tentare tutto il
possibile per aiutare le vittime dell'ingiustizia.
Questo non sara un articolo, ma la pubblica-
zione di un dossier che la Biennale ha messo
a disposizione dei giornalisti e degli artisti con-
venuti a Venezia, allo scopo di diffondereil
piu possibile la notizia di un misfatto su! quale
le fonti ufficiali di informazione tacciono. Si
tratta un disperato epistolario dello scrittore
e commediografo spagnolo Alfonso Sastre, la
cui moglie , Genoveva Forest, e stata fatta
scomparire dalla polizia da! 16 settembre scor-
so, insieme con altre sette persone, sotto l'ac-
cusa di aver partecipato ere giorni prima ad
un attentato terroristico a Madrid. Il 3 ottobre
e stato arrestato anche Alfonso Sastre che, come
leggerete, aveva avuto l'ardire di denunciare
l'illegalita, rinfacciandola directamente al capo
della polizia in una letrera sprezzante che arri-
va ad essere una sfida della vittima al suo
oppressore, del debole al force: ma del corag-
gioso al vile. ( ... )
PAESE SERA, Roma, 15 ottobre 1974
Due giorni di Cile e anti/ ascismo (Cal-
listo Cosulich)
( ... ) Quando, la sera, arriviamo a Campo
S. Margherita , non possiamo evitare il para-
gone con il settembre dell'anno scorso, allorché
in questa stessa zona ( o "spazio", secando la
lingua a<lottata dalla nuova Biennale) si svol-
gevano le « Giornate del Cinema Italiano». Ha
smesso di piovere, la sera e fredda e poca
gente attraverso correndo l'ampio spiazzo. Al
fondo, un lumicino acceso rischiara l'ingresso
al cinema. Ci saranno si e no trenta persone,
tra cui un gruppo di cileni , con alla testa
Raul Ruiz, che ne! film, smessi gli abiti del
regista, s'e prestato a fare l'attore per il colle-
ga tedesco-occidentale.
Il racconto e semplice, ma la ricezione del-
l'audio e catastrafica: il film e parlato in te-
desco dai personaggi principali; il "coro" delle
camparse grida le sue strofe in cileno; sopra
le due pariate la traduttrice, che fa del suo
meglio con un megafono. Le tre voci s'im-
pastano e divengono indecifrabili con ef!etti
involontariamente provocatori, degni di un film
 d'avanguardia, uscito dalla scuola underground
di Jonas Mekas.
( ... ) Usciamo con un collega che aveva parte-
cipatoin prima persona alla contestazione della
Moma del Cinema ne! 1968. "Se penso che
allora rischiai i manganelli dei poliziotti per
arrivarea questo risultato, m'incazzo", ci dice
conla faccia buia. Imanto la notte e calara piu
fonda di prima: la citta sembra vuota ; da
qualchecalle stretta aspettiamo di vedere usci-
re il nano omicida di A V enezia un dicembre
rossoshocking. Ma, a una svolta, siamo d'im-
provviso investiti da una fiumana di gente .
Provengonoda Campo S. Polo, dove, sotto un
tendonedi circo, s'e tenuto il recital di Isabel
Parra e Patricio Castillo con i complessi del
QuilaPajun e degli Inti Illimani.
Raggiun giamo il campo camminando contro cor-
rente. Il tendonee ancora affollato di un pub-
blico giovane entusiasta, cosl come il campo
intero, nel quale spiccano, perché sapientemen-
te illuminati, i murales di Santiago rifatti dagli
artisti cileni. Di colpo ci sentiamo reimmersi
nell'atmosf era delle « Giornate ». La nuova
Biennale,pensiamo, ha bisogno, come del pa-
ne, della presenza física in ere dimensioni degli
artisti, degli autori, in perenne contatto col
pubblico,come in una sorta di happening.
(... )Ritorniamo a S. Margherita il giorno d o-
po (questo campo, con i due cinematografi af-
fittatidalla Biennale, e rimaste il baric entro o,
meglio , il cenero irradiante della manifestazio-
ne). t. in programma Qui Politecnico: un lun-
gometra ggio del giovane greco Dimitri Makris
che ha utilizzato il materiale girato all'Univer-
sita ateniese durant e i moti del no vembre
1973 , che furono repressi ne! sangue, ma costa·
rono a Papadopoulos la fine della sua ascesa
políticaverso la dittatura personale e prepa -
raronola fossa al regime dei militari. La mu-
sica i: di Theodorakis, il commento e detto
da Panagoulis in greco, da Terracini nell'e<li-
zioneitaliana.
Si ripetera la stessa scena di La Victoria? No:
gia di pomeriggio il cinema e pien o e tra il
pubblico prevalgono le divise dei militari di
leva, in libera uscita domenicale. Le 100 Jire
del biglietto a prezzo fisso servono a quakosa.
Abbiamovoluto descrivere questi due giorni
di Biennale, cosl come l'abbiamo visti, non
cosicome l'avremmo voluti vedere, senza fin-
zione,nella loro complessa realta, ricca di con-
traddizioni addiri ttura conflittuali. Le stesse
contraddizioni, le lucí e le ombre, si ripetono
al vertice, nell'apparato burocratico, dove esiste
un presidente onnipresente, costretto a occu-
parsi di tutto, talvolta anche dei piu piccoli
problemiamministrativi e un segretario gene-
rale,l'Ammannati, che non si vede quasi mai,
sta sull'Aventino, forse per protestare tacita-
mentecontro la sua nomina pro tempore, de-
cisadal Consiglio Directivo dell'Ente ( .. . )
IL GIORNO, Milano, 17 ottobre 1974
Lettere. I "Murales" (P. Gallerani, V.
Eulisse,L. Marzulli, F. Merisi, M. Pirro,
T. Vaglieri/F.A.)
L'articolodi Filippo Abbiati dell'll ottobre In·
titolato: « Metti il nome in locandina » ha un
tono volgare e salottiero e soprattutto distorce
la real ta dei fatti. Poiché ( ... )
( .. . ) 2) E falso, paternalistico e offensivo dire
che "gli sparuti pittori italiani" hanno plagiato
i pittori cileni . Cosl dicendo , Abbiati presenta
il rapporto tra i muralisti cileni e i compagni
artisci italiani come una prevaricazione di questi
su quelli, quando invece la richiesta dei cileni
e l'adesione degli italiani sono avvenute all'in-
terno di un corretto rapporto umano, profes -
sionale e político come possono testimoniare,
oltre ai pittori cileni, coloro che erano presentí
la mattina del 6 ottobre in campo Santa Mar-
gherita: Basaglia , Gallerani, Eulisse, Lodi, Mar -
zulli, Merisi, Mirko , Pirro , G. Pomodoro , Ren-
zini, Velludo, Vaglieri.
( ... ) 6) Abbiati afferma che i "murales" ita-
liani sono stati cancellati da "u n pietoso velo
di calce". Torni a Venezia e si accorgera che
a tutt 'oggi sono visibili in campo Santa Mar-
gherita vari "m urale s" italiani vicini a quelli
cileni, e in campo San Polo vedra altri pan-
nelli di artisti italiani in lavorazione a fianco
di nuovi arri va ti cileni , in collaborazione con
il pittore Matta.
P. Gallerani, V. Eulisse, L. Marzulli, F. Me-
risi, M. Pirro, T. Vaglieri (. .. )
( .. . ) Dire, in Italia , oggi, che "fir mare un atto
culturale" rappresenti un gesto di coraggio po- 83
lítico e civile mi sembra decisamente non ade- 4
guato alla sicuazione di una Biennale " anti-
fascista e demo cratica". Nella questione mura-
les cileni !'atto político d oveva consistere pro -
prio nel " non firmare", accettando il principio
cileno della collettivica, che comporta !'anoni-
mato. Firmare ha significato - mi pare - por-
re au'autocandidatura alla parcecipazione, quale
che fosse, dei pittori italiani a quesea Bien-
nal e; riaprire insomma, attraverso i murales
cileni, il vecchio discorso sulla lottizzazione del -
la cultura. Sono intervenuto solamente per se-
gnalare ]'inquinamento dell"'operazione mura-
les", piu efficace se an on ima. (F.A.)
PANORAMA, Milano, 17 ottobre 1974
Biennale al muro ( Miriam De Cesco)
JI giallo, il ros so, il verde, il blu: quattro
grossi barattoli di tinta da muro. Cinque pen-
nellesse, un paio di rulli di gomma, pennelli
da imbianchino , due scale, una ventina di
pannelli immacoJati tenuti in piedi da uno
scheletro di tubi metallici. Alle 10 di mattina
del 6 ottobre in campo S. Margherita a Ve-
nezia cinque ragazzi in ruta ( due pittori, due
grafici e un ideologo) , scappati da! Cile dopo
il colpo di Stato del generale Pinochet, hanno
cominciato a dipingere una serie di immagini
gigantesche: una faccia di donna disperata, un
incastro di stelle rosse, un pugno proteso con
la scritta: " Aplantaremos al fascismo" (sradi-
cheremo il fascismo).
E cominciaca cosl, senza cerimonie e senza
in vita ti ( sulla piccola piazza veneziana a quel-
l'ora non c'erano che distratti pass anti) la pri-
ma manifestazione d'arte visiva della Biennale
di Venezia, la 36' della storía ma la prima
de l nuovo corso .
( ... ) L'intervento dei muralistas cileni ( al
tempo di Salvador Allende moltissimi artisti
operavano spontaneamente raggruppati in bri-
gate usando i muri delle citta per una specie
di diario illustrato delle conquiste del popolo
cileno verso il socialismo) doveva essere una
testimonianza piu política che artística e una
prava concreta della forza solidale che unisce
il Cile oppresso all'Italia nella lotta contra il
fascismo ( con questa etichetta e stata ufficial-
mente programmata la Biennale).
I giovani cileni speravano che, come normal-
mente sempre succede quando partecipano a
manifestazioni politiche e artistiche in Paesi
stranieri, avrebbero ottenuto la collaborazione
volontaria di artisti italiani per la creazione di
un unico grandioso manifesto di denuncia e di
propaganda popolare. "Questa richiesta infor-
male ha immediatamente scatenato un finimon-
do", spiega un giovane pittore veneziano. ( ... )
L'UNIT A, Milano, 17 ottobre 1974
Le arti visive alta Biennale ( Dario Mi-
cacchi)
( . . . ) Marta e venuto a Venezia, in questi
giorni, ed ha discusso, lavorato e dipinto in
collettivo con i giovani artist i cileni della « Bri-
gada Allende », con i giovani veneziani e di
altre citta come Basaglia, Eulisse, Gianquinto,
Vaglieri, Perusini, Pirro , gli studenti dell'acca-
demia e dei licei artistici di Venezia e Trieste.
Tutti assieme in una unita política antifascista
che ha avuto i suoi dibattiti, i suoi contrasti e
ha anche trovato i suoi nemici, ma che e risul-
tata, alla fine, una vera unita política per dipin-
gere e comunicare dei messaggi con organicita
di linguaggio figurativo, hanno realizzato dei
" murali " o "giornali murali" in Campo S.
Polo , Campo Santa Margherita, all'ingresso del
padiglione Italia ai giardini, al Petrolchimico
di Marghera, in piazza del Granaio a Chiog-
gia, sul muro dello stadio comunale di Mira.
Alcuni di questi murali hanno un supporto
stabile e resteranno un'eredita della Biennale
ma tanti altri dovranno essere salvati e co-
munque non lasciati deperire. Davanti a questi
muralí, come nei cinema, nei teatri, nei tanti
dibattiti , in ambienti del tutto nuovi per la
Biennale, si e stabilito un rapporto tra pub-
blico popolare e artisti quale mai c'era stato
nelle precedenti edizioni della Biennale e un
pubblíco dove i giovani sono la gran parte. II
graduale passaggio del pubblico da soettatore
passivo a presenza vivente e critica e, credo,
per ora il risultato primo della nuova Bien-
nale. ( ... )
L'UNITA, Milano, 21 ottobre 1974
La Biennale alta prova ( Mario Passi)
La Bienriale "cresce", giorno per giorno. II
pubblico si fa piu folto, ora che ha imparato a
orientarsi meglio nel fitto intreccio delle ini-
ziative che si susseguono in citta e in terra
ferma. Ormai c'e gente dappertutto. I dibat-
titi, dopo ogni spettacolo e proiezione, si fanno
piu intensi, meno casuali. Cresce anche la po-
lemica. Dopo le cautele iniziali, si scatenano
le prime, perfino rabbiose manifestazioni di
"reazione" da "rigetto". Quelli che piu aveva-
no incalzato perché da quest'anno - dopo che
solo a marzo aveva potuto avviarsi il processo
di rinnovamento democratico - la Biennalc
"facesse qualcosa", alza no altissimi lamenti:
perché il programma e modesto , l'internaziona-
lita limitara, la partecipazione "estema" ridotta.
( ... ) Altri, magari piu seri osservatori della
vita culturale italiana, non hanno tuttavia esi-
tato a decretare la marte definí tiva della Bien-
nale. Gli e bastato recarsi la prima domenica
in Campo San Polo, constatare che i "mura-
listi" cileni iniziavano il loro lavoro in mezzo
all'apparente indifferenza dei veneziani, per
stendere la ferale sentenza. Proprio il Cile ha
animato invece durante piu d'una settimana
- né intendiamo mimetizzare le carenze, i
disguidi, le incertezze che pure non sano man-
cati - un crescendo di iniziative le quali han-
no toccato e scosso strati della popolazionc
veneziana da sempre rimasti estranei alla Bien-
nale, alle manifestazioni della cultura e del-
l'arte .
Attorno alla forza mobilitante della solidarieta
democratica con il popolo cileno, e stato pos-
sibile compiere una grande, autentica operazio-
ne di cultura: dimostrare come !'arte - la
pittura dei "muralisti", la musica di Becerra,
degli Inti Illimani, dei Quilapayun - sía
espress ione della vita e dell'esperienza di tutti,
un aiuto tangibile, diretto , alla lotta per una
umanita piu libera e migliore. Né si vorra
sostenere che vedere Sebastian Marta dipinge·
re in campo S. Polo in un'atmosfera di auten·
rica festa popolare, circondato dall'attenzione
di centinaia di persone e dal chiasso di una
folla di bambini, s'a cosa culturalmente irri-
levante. ( . .. )
IL SECO LO D'IT ALIA, Roma, 22 ot-
tobre 1974
I guerriglieri della Biennale
(L.T.)
II disagio avvertito dai critici d'arte, che si
sono presentati a Venezia e hanno trovato
al posto della mostra delle arti figurative una
serie di manifesti di propaganda política cile-
na, traspare finanche dalla prosa di Dario Mi-
cacchi, che ha sostituito, da "specialista" delle
arti, il precedente inviato "po lítico", per con-
to de « l'Unita ». Dice Micacchi, senza peraltro
tradire le sue opinioni di critico d'arte, "nien-
te pittura, niente scultura e arte d'azione o
delle neo-avanguardie. I padiglioni ai Giardini
di Castello sono chiusi, quasi mimetizzati da
una fitta coperta di foglie. In una parte del
padiglione Italia c'e in vece la bella (sic') mo-
stra del manifesto cileno del periodo della pre-
sidenza Allende. Sano oltre cento manifesti a
varíe tecniche che accompagnano passo passo
gli atti del governo di Unidad popular e i
colpi e i sabotaggi e gli assassini della reazione
fascista".
( . .. ) Tra quei manifesti , "a volte quasi naif",
spunta decisamente il guerrigliero comunista
per dirci qua! e la pacifica lotta culturale, ov-
viamente "democratica e antifascista", che i
professorini-guerriglieri con lo smoking rosso,
ci prometteranno per il futuro della Bienna-
le e per l'avvenire della Nazione.
 lL TEMPO,Roma, 28 ottobre
La Biennale di V enezia ( Giovanni
Mosca)
LaBiennale
diVenezia
- Tvffo su/ Cile , non poteva che far
cilecca
. ·
L'ESPRESSO,Roma, 27 ottobre 1974
JI casoArroyo. Cosí impara a dir male
dellagarrota ( Marisa Rusconi)
(... ) I suoi ritorni in Spagna in questi 15
annisono stati brevi ma regolari : una visita
alla madre, un incontro con gli amici del
"gruppocronica", il matrimonio di una sorella
(questo il motivo dell'ultimo viaggio). Mai
avevaavuto noie con la polizia . Perché allora
il 18 ottobre e arrivato un ordine "molto dal-
l'alto" per bloccare i 1 suo ritorno a Parigi ?
Arroyoe stato forse coinvolto nella nuova on-
data repressi'Va contro gli intellettuali di si-
nistra? E piu probabile che vogliano punido
per la pubblicazione del suo ultimo libro, che
rischiadi continuo l'accusa di vilipendio, dato
il modo in cui vi e rappresentato il "genera-
lissimo"("Non c'c niente di piu tremendo di
un idiota"). O forse l'ordine dall'alto si spiega
con il ruolo che Arroyo svolge come commis-
sariodella Biennale di Venezia. Il pittore ha
chiesto che si allestisca una mostra degli artisti
spagnoli antifranchisti, proprio quelli che si
erano rifiutati di esporre nel padiglione spa-
gnolo delle precedenti Biennali per non ren-
dersi complici del regime. La sua proposta non
era stata ancora approvata da tutea la commis-
sione, ma poteva forse contare sulla maggio-
ranza.
PAESE SERA, Roma, 5 novembre 1974
Gli amici di Sastre ( Mario Galletti)
( . .. ) In quesea prospectiva l'attentato e una
terribile e dolorosa montatura per tentare di
eliminare dalla scena política, e forse peggio,
antifascisti di valore, e altre persone di cui
ancora non conosciamo i nomi. Per queseo noi
non abbiamo che da ripetere l'appello facto
giungere a meta ottobre a Venezia dal dram-
maturgo Sastre: "Fate presto, interve nite con-
tro la menzogna e la crudelta; muovetevi per
salvare i nostri e i vostri amici".
DER T AGESSPIEGEL, Berlín, 7 no-
vembre 1974
Auf dem Papier progressiv ( Robert
Schar) 485
La nuova formu la della Biennale era carica di
promesse. Con il suo Consiglio directivo com-
posto democraticamente, con il suo piano di
decentralizzazione ( vía dal Lido, pieno inseri-
mento ne] tessuto urbano e negli insed iamenti
industria li in terraferma), con la sua ricerca
di un nuovo rapporto col pubblico e le sue
varíe sezioni condotte parallelamente - cine-
ma, teatro, arti . figurative, musica - nell'in-
tento di creare fra esse dei collegamenti inter-
disciplinari, la nuova Biennale puo essere con-
siderara sulla carta come una delle piu avan-
zate istituzioni cultura li patrocinare dallo Sta-
tO. Le nuove idee tuttavia non sono state rea-
lizzate che parzialmente . Motivo principale ne
sono stati certamente i litigi e le discordie fra
i partiti politici che hanno suddiviso la torta
della Biennale in troppe fette di inceresse.
( . .. ) L'idea della gestione parallela , interdi-
sciplinare delle diverse sezioni della Biennale
un tempo separare e indipendent i ha dato la
prova migliore nel caso del Cile. Grandiosi
pannelli per le vie, mostre di manifesti e foto-
grafie, film documentari , un giornale dedicaro
alla lotta della resistenza cilena e concerti folk
hanno fornico una vasta controinformazione in
alternativa ai mezzi di informazione ufficiali
chiamando alla solidarieta internaziona!e. E
queseo il campo in cui con maggiore chiarezza
e decisione si e rispecchiata la linea antifa-
scista che la Biennale si era data come paro la
d'ordine. Anche l'appararo organizzativo, in
quesro caso, e stato sodd isfacente. ( ... )
FILMVILÁG, Budapest, 15 novembre
Kísérleti évad ( Zsugán István)
( . . . ) La parola d'ordine del Festival speri-
mentale di Venezia di quest'anno "Per una
cultura nuova, democrat ica e ant ifascista" - e
 ne! reale contesto político: gli attentati neofa-
scisti e i manifesti minacciosi nei quali risulta
evidente la temibile rivendicazione di " ordine
nuovo" - indica in modo chiaro il program-
ma bene articolato degli organizzatori del
Festival.
Nell'arco di una settimana sono state organiz-
zate proiezioni con dibattito di film cileni del
periodo di Allende, mentre emigrati produt-
tori di film cileni si incontravano in una delle
sale del Festival e concordavano per un'unita
di azione ; contemporaneamente, nelle grandi
piazze della citta, si allestiva una mostra foto-
grafica che illustrava i risultati positivi cileni
del periodo di Allende e il brutale episodio
di terrorismo militare; altrove , gli artisti ci-
leni emigrad appartenenti alla « Brigada Sal-
vador Allende » presentavano le loro opere in
piazze o su ponti di Venezia; infine , ne! famo-
so Teatro La Fenice, venivano eseguiti concerti
di compositori cileni. ( ... )
CORRIERE DEL TICINO, Lugano , 18
novembre 197 4
Una Biennale aperta alle esigenze popo-
lari ( Guglielmo Vincitorio)
Pur in mezzo a carenze e disfunzioni organiz-
zative , che talvolta hanno compromesso la con-
cretizzazione degli ideali della rnanifestazione,
la nuova Biennale sorta da! nuovo statuto che
ne prevede il carattere "democratico e anti-
fascista", ha dimostrato la validita della nuóva
formula , che vi sollecita l'inserimento del pub-
blico, o meglio dei pubblici, in quanto inter-
locutori necessari , nonché la collabora zione del-
le istituzioni popolari di base, come strutture
autonome. Il nuovo corso della Biennale , che
si e soprattutto riflesso nelle manifestazioni
cinematografiche durate da! 5 ottobre al 16 no-
vembre, comportava per altro l'abbandono del-
la tradizionale Mostra del cinema di tipo arti-
stico-mondano bloccata al Lido , per una serie
di rassegne che corrispondessero a esigenze
culturali-politiche di base , decentrate per tutto
il territorio di Venezia , vale a dire nella terra -
ferma, in citra, nelle isole.
( ... ) la serie delle rassegne, cui parzialment e
abbiamo accennato nei precedenti servizi, non
hanno avuto quest 'anno carattere esaustivo:
sono stati limitati a proposte e approcci , alcuni
dei quali di estrema stimolazione. Ad ogni pro -
posta non e mancara la risposta a volte entu-
siastica del pubblico, soprattutto giovanile. Al-
ludiamo alle stirnolanti giornate dedícate al
Cile, con l'intervento di cineasti, pittori , de-
signers cileni che hanno portato un contributo
valido ed eccitante in un ambito di revision e
del fenomeno artístico sotto il governo Allen-
de, testirnonianza della validita di quell 'espe-
rienza ai vari livelli, sia sociali che estetici .
La manifestazione in favore del Cile demo-
crarico, per altro accusata da certi ambienti di
aver eccessivamente politicizzato la Biennale, ha
comportato da una parte la convergen za delle
attivita dei vari settori della manifestazione
(Musica-Teatro, Cinema, Arti figurative, Archi-
tettura-design) e dall'altra la pubblicazione di
una rivista settirnanale, uscita in cinque nume-
ri, di altissima tira tura ( 100 mila copie) dif-
fusa in tutto il mondo, e oggi pressochéintro-
vabile . Alla rivista hanno collaborato letterati
e designers cileni e italiani, come Henry Moorc,
Alberto Moravia, lo scrittore Julio Cortaw,
Ariel Dorfman, Víctor Vaccaro, Alberto Marti-
nez. ( .. . )
LA CASA , Milano, novembre 1974
Le "avances" veneziane della Biennale
d'arte (Franca Calzavacca)
( ... ) L'iniziativa di animazione e stata con-
dotta , oltre che dai giovani veneziani, ancheda
critici e attori e in particolar modo dai pittori
murali cileni, fra i quali e stata notata la pre-
senza di Roberto Sebastian Echaurren Matta.
Artisti di ogni estrazione sociale, prevalente-
mente di origini popolari, hanno espressoil
loro dissenso alla societa cosl com'e attualmen-
te strutturata, secondo regole consumatistiche
ed an tis toriche, realizzando irnmagini irnrnedia-
te ( i " murales") che hanno coinvolto ne! loro
discorso visivo anche gli spettatori. Accantoa
questa azione interventistica, sotto il patroci-
nio della Biennale si e tenuta una mostra dd
manifesto cileno ai "giardini" di Castello,la
dove sorgono le strutture del vecchio impianto
espositivo, con una documentazione di notevolc
rilievo sulla produzione grafica del popolo
sudamericano.
Sono state esposte oltre cento opere eseguite
con varíe tecniche, dalla xilografia alla serigra-
fia, dalla lito alla fotoincisione , prevalentemen-
te una serie di manifesti murali , di posterstrat-
ti da giornali e riviste.
( ... ) Alcuni di questi manifesti sono stati rea-
lizzati da noti artisti cileni come Matta e
Balmes ma anche nei casi minori hanno dimo-
strato un pregevole livello espressivo. L'im-
portanza maggiore della rassegna, che si e in-
tegrara con le altre manifestazioni promosse
dalla Biennale sul popolo cileno, e srata quella
di documentare e comunicare, attraverso un
ampio panorama di immagini e slogans,di figu-
razioni stilizzate e popolari, i grandi temí di
rinnovamento economico, politico e socialedel
paese con un repertorio di immagini che si e
trasformato in azione di classe.
( ... ) In numerosi manifesti, come d'altra par-
te nei "murales", ossia pitrura di intervento e
di agitazione di cui abbiamo seguito evoluzioni
istantanee negli spazi veneziani, si avverte un
mutamento di finalita del mezzo visivo, usato
come strumento critico di una realta oggetti-
va. ( ... )
MONDOPERAIO , Roma, novembre
1974
A colloquio con José Balmes ( Intervísta
eseguita da Marco D'Eramo)
( ... ) D. Quanti sono oggi i membri delle bri-
gate in esilio ?
R. Ogni giorno di piu. lo , qui in Europa, ne
conosco una sessantina. Ne! mondo intero de-
vono essere piu di cento . La maggior parte
pero e rimasta clandestina in Cile sotto falso
nome.
 Testimonianze internazionali contra il fascismo

Cario Ripa di Meana, Presidente della Biennale di Venezia

Questa Biennale, questa nuova Biennale che noi oggi apriamo, come un cantiere
sparso nel territorio urbano di Venezia, opera per una cultura democratica e anti-
fascista, e ha chiamato qui da tutto il mondo uomini liberi di ogni qualificazione
ideologica, artisti, intellettuali, politici, per pronunciare con le loro testimonianze
contro il fascismo che serpeggia nel mondo le parole della dignita dell'uomo, che
suonano cultura, che suonano liberta .
Il momento e difficile, anzi drammatico; in molte parti del pianeta ancora tragico,
in un continuo di sussulti nei quali la coscienza umana calpestata esprime come
puo la sua denuncia, pone in questione instancabilmente i limiti imposti alla liberta
dei singoli e delle comunita, insieme con quelli del nostro modo di vivere.
Ro2
Anche in Italia e grave: e in questo luogo, da questa citta per la quale da anni tutto
il mondo e in allarme, i problemi politici, economici, sociali appaiono sempre piú
difficili, quasi a configurare un "caso italiano".
In questo quadro, a singolare contrasto con molteplici componenti di disgregazione
civile presentí nel Paese, la nuova Biennale vuole essere un esempio di tentativo
unitario di forze sociali e di tensioni ideali per una cultura liberante.
In questo tentativo ci siamo urtati, ci urtiamo quotidianamente e ci urteremo ancora
con interessi costituiti assai forti, con riserve, con polemiche, con sarcasmi oscu-
rantisti.
Per noi non c'e alternativa: cultura e il tentativo costante degli uomini di sopravan-
zare il regno della necessita, di non restare sommersi nella piattezza di nozioni inve-
terare, di progettare continuamente lo sviluppo della vita.
La durezza del reale ci appare piegabile soltanto con la dura determinazione di un
impegno che mediante la crea ti vita positiva voglia instacabilmente cambiare il mondo.
Per noi i primi fondamenti di una liberta della cultura e dell'arte sono qui, qui sono
le radici di un atteggiamento libero che di fronte alla dittatura e allo sfruttamento
dell'uomo sull'uomo si ri trova naturalmente contro quel fenomeno storico che ne!
nostro secolo e stato chiamato fascismo. Noi non abbiamo armi, eserciti, polizie da
opporre al fascismo internazionale; opponiamo tuttavia alla violenza, ora sorda e
coperta, ora, d'improvviso, aggressiva e bruta, la forza grandissima del nostro essere
e voler essere civili. Il nostro no alla barbarie e la volonta di essere liberi, di creare
col pensiero spazi vitali al pensiero.
Sono qui con noi oggi uomini che si sono battuti e si battono ancora duramente
per l'indipendenza política, per !'autonomía economica, per la liberta civile dei loro
paesi: la nostra denuncia e il nostro impe gno antifascista sono con loro quando
riusciamo a guardare con occhio libero e critico al nostro passato: nel senso di
investire in un'analisi severa tutta la cultura occidentale degli ultimi secoli.

Pubblichiamo, cosí come le abbiamo raccolte, introdotte dalle parole pronunciate dal President e
della Biennale di Venezia e dal Sindaco della citta, Vicepresidente dell'Ente, le testimonianze
straniere contra il fascismo recate a Venezia, Palazzo Ducale, il 5 ottobre 1974, in occasione
dell'apertura delle manifestazioni autunnali 1974 della Biennale di V enezia, "per una cultura
democratica e antifascista" da alcuni illustri rappresentanti stranieri della política e della cultura.
Dentro questa cultura stanno anche gli 80 anni della vecchia Biennale: non pos-
siamo e non vogliamo ripudiarli. Ma quando abbiamo dato una valutazione critica
di essi, investendo tutto il capitale di serieta e di credito della Biennale nella piani-
ficazione dei prossimi quattro anni di vita di questo istituto rifondato, quando ab-
biamo programmato questi due mesi di attivita che oggi si iniziano, pur con tutte
le carenze, i ritardi, le insufficienze di cuí noi per primi siamo consapevoli, abbiamo
sentico che il ripercorrere questi decenni, attraverso epoche, gusti, moralita diverse
ci portava coscientemente e onestamente a questo nuovo approdo.
Percio in questo nostro lavoro vi e un'attenzione vivissima ai paesi del "terzo
mondo" nel quale sono celati valori irrinunciabili della storia della cultura mondiale.
Sono questi valori che possono forse richiamarci a una riconsiderazione radicale del
rapporto di vita urbano con il territorio , della citta con la campagna, della riappro-
priazione d~i ritmi di vita dell'uomo nella natura che gia garantirono il decollo di
tante culture nel passato . Ritmi che sembrano oggi sconnessi e compromessi, che
esigono di essere ricomposti ai nuovi livelli richiesti dal numero e dalla domanda
degli uomini sulla terra . Ritmi nuovi che troveranno nell'elaborazione culturale e
nella creazione artística impulsi di straordinario significato.

Giorgio Longo, Sindaco di Venezia

La citta saluta con soddisfazione e con speranza il "via" odierno alla nuova Biennale,
nel rispetto dell'appuntamento fissato ne! giugno scorso, e affida alle iniziative pro-
grammate per queste settimane ed ai successivi sviluppi dei prossimi anni il sicuro Ro]
rilancio di una rinata funzione cu! turale.
Desidero dare atto con gratitudine al Presidente, al Consiglio direttivo, ai Direttori
delle rassegne, alle Commissioni degli esperti, ai dirigenti e al personale tutto del-
['Ente per questa risposta sollecitamente data alle vive attese della citta , superando
non poche difficolta derivate dall'avvio della riforma.
Questa mia riconoscenza vuole sottolineare lo sforzo di invenzione e di elaborazione ,
di natura metodologica oltre che di contenuti, in coerenza con i caratteri qualificanti
propri della istituzione: la ricerca di un diverso rapporto con la societa ed il pub-
blico; il superamento dell'impianto settoriale, stagionale e festivaliero; l'allarga-
mento delle attivita ad un ambito territoriale piu vasto; il tutto diretto ad una
rifondazione dell'Ente tale da porlo in grado di partecipare críticamente al dibattito
artístico e civile in atto.
Le manifestazioni in calendario si propongono innanzitutto alla popolazione, ai lavo-
ratori, agli studenti, ai giovani, e si sono opportunamente articolate in una molte-
plicita di sedi di verse e decentrate ( anche nelle scuole, nelle fabbriche, nei sestieri
e fuori del territorio comunale), perseguendo il coinvolgimento di vasti interessi
popclari. Esse sollecitano le forze politiche e del lavoro ed invitano l'opinione
pubblica nazionale e internazionale ad un giudizio maggiormente responsabilizzato
di fronte al manifestarsi e allo svolgersi della realta culturale ed artística con-
temporanea.
Non e senza significato che si sia deciso di togliere qualsiasi ostacolo alla piu larga
fruizione, ed il pubblico sía cosí agevolato al massimo nel presenziare alle varíe
manifestazioni. Oltre a spettacoli di livello, vi saranno altresí innumerevoli occasioni
di dibattito nelle assemblee, nei seminari, nei convegni, che saranno momenti di
critica, adesione, verifica di idee.
Con oggi parte dunque la nuova Biennale, non piú vetrina episodica, richiamo
turístico, strumento mercantile, ma spaccato a tutto orizzonte volto a cogliere le
istanze e le esigenze del mondo artístico e culturale, in un rapporto dialettico e
costruttivo fra autori e pubblico. Una Biennale aperta che vuole realizzare qualcosa
di vivo e di attuale, di aggiornato, di profondamente legato alla vita della citta, ai
suoi interessi, al suo tessuto sociale, senza trascurare il piu vasto ambito provinciale
e regionale, ancorando alla "venezianita" gli aspetti stessi delle attivita a carattere
nazionale e internazionale, dando cosí sostanza arl un ruolo cu lturale strettamente
e fecondamente inserito nello spirito del nostro tempo.
Confido ed auguro che il carattere per certi versi sperimentale di questo pur intenso
programma abbia lusinghiero esito e positivi riscontri , e si saldi utilmente a quella
attivita permanente che prendera corpo con l'anno venturo , facendo della Biennale
il canale costante e la sintesi culminante di un fervido impegno ricco di fermenti
democra tici.
Venezia deve dare infatti testimonianza , anche attraverso la rinnovata Biennale, che
e possibile cercare e realizzare dimensioni diverse e originali di una creativa e rige-
nerata opera culturale, aperta al dialogo e veicolo di maturati confronti civili.
Cultura e liberta, e liberazione dell'uomo , valorizzazione delle sue energie, delle sue
doti di mente e di cuore, della sua dignita, del suo ingegno, contro ogni forma di
repressione personale e di violen za política.
Ecco perché !'apertura della Biennale si nobilita con una grande testimonianza anti-
fascista , che si carica di profondo significato político e morale . Le commosse testi-
monianze che tra poco ascolteremo contro il fascismo interno e internazionale
vogliono essere - a mio avviso - un corale atto di fede , al di la di tristissime
contingen ze odierne, sulla possibilita che riemerga alla fine l'uomo e i suoi valori,
governato da libere e democratiche istituzioni .
Cio fu possibile in Italia , a conclusione della eroica lotta di Resistenza, e della
gloriosa guerra di Liberazione, con il nascere dello Stato democratico e della Costi-
tuzione repubblicana.
Questo ritorno noi fermamente auspichiamo per l'amico popolo cileno, tragicamente
piombato nell'oscurantismo piu feroce con la dittatura dei militari, i quali hanno
voluto spegnere con la vita di Salvador Allende le speran ze di un popolo .
Ho avuto occasione qualche settimana fa, ricevendo il sindacalista in esilio Pedro
Aravena , di esprimere a luí, a tutti gli esuli e a tutti i combattenti per la causa della
democrazia cilena, la solidarieta della citta di Venezia per la lotta di resistenza che,
pur in condizioni durissime e di estremo pericolo, continuano a condurre per la
conquista della liberta e il ripristino della democrazia. Questo augurio desidero ora
pubblicamente rinnovare perché, anche con il sostegno della opinione pubblica
internazionale, il Cile possa quanto prima tornare un paese libero .
Ma il fascismo internazionale ha una sua intolleranza e provocatoria presenza anche
in al tri paesi dell' America Latina e nel nostro stesso continente europeo. E per
questo che piu ferma si deve levare la nostra voce nel chiedere la liberazione dal
giogo della dittatura e dal colonialismo di troppi popoli ancora oppressi, che devono
riprendere o acquistare pienezza di autonomía e indipenden za, in un contesto inter-
nazionale che conosca finalmente il superamento della contrapposizione del terrore
e
delle armi, si apra ai dialoghi di civile progresso e di umana solidarieta.
Salutiamo con simpatía il ritorno alla democrazia del Portogallo e della Grecia , e
un atto di speranza vogliamo formulare per la liberazione del popolo spagnolo .
Ma la democrazia va difesa anche in Italia, contro le trame nere e i tentativi di
eversione di netta marca fascista , volti a rovesciare le istituzioni democratiche. La
storia , soprattutto quella del nostro paese, ci insegna che le provocazioni sono armi
che usa il fascismo per gettare il paese nel disordine e nel caos, e per ingenerare fra
i cittadini la sfiducia nelle istituzioni democratiche, per ridurli lentamente in uno
stato di abbandono e di rassegnazione .
Ma la storia ci insegna anche che laddove le istituzioni sono vigili, le forze operaie
sono unite e forti , i partiti, il mondo della cultura , i giovani sono pronti a mobili-
tare le coscienze, e il popolo e reso consapevole dei pericoli reali che lo minacciano,
il fascismo non passa.
Il fascismo non passa se il popolo e vigilante , cosi come non si spegne la guerriglia
o un moto rivoluzionario se hanno il sostegno popolare.
A questa vigilanza democratica , a questa unita di popolo noi impegnamo la citta
e il paese, perché il luminoso patrimonio della Resistenza non vada disperso per
colpose inerzie, indulgenze, complicita, e si rafforzi invece l'impegno unitario per
lo sviluppo democratico dell'I talia nella giustizia e nella liberta, condizioni essenziali
e ineliminabili di pace sociale e di progresso civile.
Hortensia Allende

Non e frequente l'occasione di rivolgersi ad una assemblea tanto vasta di artisti,

intellettuali, lavoratori della cultura, ai rappresentanti cioe della parte piú signifi-
cativa dell'arte contemporanea; se cio e avvenuto, e stata necessaria la confluenza
di due condizioni fondamentali.
Primo: nel Cile, piccolo e lontano paese d'America, il fascismo ha distrutto la demo-
crazia, ha assassinato il suo presidente costituzionale, Salvador Allende .
11tentativo di costruire una societa piú giusta in un ambito umano, pluralista e
libero, era visto con speranza da tutti i popoli del mondo che attraverso strade
difterenti cercano di arrivare al socialismo.
Quando lo stivale militare golpista calpesta tutte queste aspirazioni e speranze, e
distrugge le realizzazioni gia raggiunte, allora e spiegabile che sorga una reazione
di solidarieta tanto grande come quella che sta sorgendo nel mondo .
La riapparizione del fascismo in Cile minaccia di estendersi con tutta la sua sequela
di odio, di distruzione e di morte.
Secondo: gli intellettuali non vivono nella nostra epoca chiusi in una torre di avorio,
al contrario . Le persone con maggior sensibilita sono ricettive a tutte le correnti
del pensiero, vibrano con la vita del loro popolo e partecipano in posti di avan-
guardia alle loro lotte per un domani migliore.
Si deve loro la posizione preminente che hanno nella solidarieta mondiale con il
Cile, e di conseguenza anche a loro si deve il fatto che io sto parlando con voi.
Ho voluto venire personalmente a ringraziare questa Biennale di Venezia 1974 per
aver dedicato una sezione particolare alla lotta antifascista e alla solidarieta con il Ro.5
popolo cileno .
Nella enorme quantita di atti e manifestazioni che si realizzano in tutti i paesi
questo richiede inequivocabilmente una dimensione speciale. E la cultura che
reagisce contro l'oltraggio di cuí e stata vittima; e l'intelligenza che e risoluta a
vincere la barbarie e la morte.
Grazie per la vostra decisa presa di posizione. Grazie agli scrittori, pittori, musicisti,
cineasti , autori di teatro, attori che sono presenti, grazie per questa manifestazione
di solidarieta che coincide con il primo anniversario del golpe fascista che assassino
Salvador Allende, che si realizza cosí nella piú alta espressione del ripudio mondiale
che oggi accusa gli assassini del nostro Presidente, di José Toba e del generale
Carlos Prats Gonzales, di recente ucciso a Buenos Aires.
Grazie per il vostro aiuto al nostro popolo, che oggi lotta nelle condizioni piú dure,
convinto pero della vittoria finale per costruire una societa piú giusta e piú degna.
Poche volte nella storia dell'umanita un popolo ha visto aprirsi davanti a sé cosl
ampie possibilita di educazione e di cultura. Poche volte un popolo si e dato ad
esse con tanta passione. Cío e avvenuto durante il nostro governo di Unidad
Popular.
Si moltiplicarono i posti per gli studenti nelle scuole e nelle universita. Si m1z10 e
realizzo un processo di democratizzazione nell'insegnamento che permise ai figli dei
lavoratori e dei contadini di accedere alle aule dell'universita. Si creo la casa editrice
statale Quimantú che pubblico in milioni di libri, quantita sconosciuta fino allora,
le migliori opere della letteratura e del pensiero mondiale per raggiungere le masse
lavoratrici. L'UNESCO riconobbe lo sforzo della editoria cilena additando Qui-
mantú come un esempio per gli altri paesi.
La cultura popolare ebbe un impulso straordinario, acquisendo i caratteri di una
corrente inesauribile. La musica popolare percorse le citta e le strade del Cile; le
case editrici esaurirono i loro dischi; i pittori popolari coprirono con le loro crea-
zioni tutti i muri del paese. Furono un simbolo dell'allegria e della lotta di un
popolo che ha fede nel suo futuro.
Un treno speciale, il treno della cultura, percorse la lunga e angusta geografia
cilena, portando mostre di pittura, di teatro, balletti, concerti e gruppi folcloristici
fino nei piu lontani angoli del paese.
Il Museo della Solidarieta a Santiago, con la donazione di importanti opere d'arte
 di tutti 1 paes1, m particolare dell'Italia, fu una espress1one di appogg10 al nostro
processo, oggi distrutto dalla Giunta militare .
Il mondo intero diede il proprio riconoscimento a quest'impresa, concedendo al
nostro piu grande poeta, Pablo Neruda, il Premio Nobel 1972.
Neruda disse a Madrid:
"Preguntareis y donde están las lilas ?
y la metafísica cubierta de amapolas
y la lluvia que a menudo colpeaba las palabras
llenándolas de agujeros y de pájaros ?
y una mañana todo estaba ardiendo
y desde entonces sangre, pólvora desde entonces
vened a ver la sangre por las calles".
Non c'e qui l'opportunita per riferirsi alla sua opera poetica nella sua ricchezza di
forme e di contenuti. Pero la sua voce risuona poderosa come símbolo di protesta
contra tutte le ingiustizie, in Spagna, a Stalingrado, in Vietnam, in America Latina.
L'esplosione fascista distrugge nella sua demenza non solo il governo popolare, i
partiti, le organizzazioni di massa, ma soprattutto uccide la cultura. E il suo primo
compito distruggerla. Odia la cultura.
Ricordero qui che anche in un mese di ottobre, come ora, nell'ottobre 1936, durante
la guerra civile spagnola, quando il generale fascista Millan Astray grido "Muerte
la inteligencia. Viva la muerte", subito Miguel de Unamuno, rettore dell'Universita
di Salamanca, gli rispose che era un invalido, un mutilato, un incapace di capire
la grandezza spirituale di un Cervantes, e che quella universita era il tempio dell'in-
806 telligenza, come e in questo momento la citta di Venezia che os pita tan ti artisti.
Oggi in Cile le universita sono spogliate della loro autonomía, si eleggono rettori
capi delle forze armare, semi-analfabeti, si espellono migliaia di maestri e di studenti,
le elezioni si tengono sotto lo sguardo attento dei militari armati, si inizia la milita-
rizzazione dell'istruzione media, si ritorna alla educazione a pagamento, si perseguita
tutto cío che e espressione dell'arte popolare, si assassina Víctor Jara, si procede a
incendiare pubblicamente i libri, alla distruzione di quadri come ai tempi migliori
del nazismo, si porta a marte Pablo Neruda, gloria delle lettere nazionali e latino-
americane. Si saccheggia la sua casa e la sua biblioteca, si proibisce nelle scuole la
lectura del Quijote, del poema del Cid, della Storia della rivoluzione francese.
Non si tratta solo di impedire la conoscenza scientifica del socialismo, si chiede di
distruggere fino al piú piccolo segno di cultura. E non dimentichiamo la frase del
Quijote di Cervantes: "Dietro le tenebre aspetto la luce". E per queseo che, rin-
graziando la vostra solidarieta, vogliamo ancora chiedervi di moltiplicare i vostri
sforzi di solidarieta, rendendo possibile, attraverso la pressione internazionale, di
ottenere la liberazione degli artisti cileni, degli artisti e intellettuali prigionieri, cosí
come di tutti i patrioti che si trovano in carcere. Voglio chiedervi di raddoppiare la
campagna mondiale per la liberazione dei rettori Enrique Kirberg e Galo Gomez, e
di tutti i professori prigionieri nei campi di concentramento e nelle carceri del Cile.
Vogliamo chiedervi di alzare le vostre voci, rese piu forti dal prestigio delle vostre
opere, per rendere possibile il ritorno nella nostra patria della liberta e della
democrazia. Non e lantano il giorno in cui il popolo cileno, come diceva Salvador
Allende, superera queseo momento grigio e amaro, e nuovamente si apriranno gli
ampi viali alberati della Patria, dove passa cantando l'uomo libero per costruire
un futuro migliore.
Se ne! passato il Cile fu símbolo di !:berta e di speranza, oggi e il simbolo di lotea
e di combattimento contra il fascismo. Azioni di tale importanza ci danno la forza
e ci scimolano nella nostra battaglia che e anche la vostra.
Viva il Cile, il suo popolo e la sua cultura. Viva la solidarieta internazionale.

Carlos Altami rano

Mi hanno sollecitato a dirvi di ringraziarvi m nome del popolo cileno per il s1grn-
ficato che assume l 'ave r dedicato questa Biennale alla lotta eroica e piena di sacrifici
della resistenza del popolo cileno.
Gia lo ha fatto Hortensia Allende. Ha parlato in nome del Cile, delle donne del
Cile, della eroica classe operaia cilena e soprattutto in nome di Colui che e stato
il compagno di tutta la sua vita, Salvador Allende, immolatosi, assassinato per la
causa della liberta, per la causa del socialismo, per la causa della lotta rivoluzionaria
dei popoli di America Latina e del "terzo mondo".
La nostra lotta e íntimamente legata alla lotta di tutti i popoli del mondo contra
il fascismo, per la liberta e il socialismo. Capiamo che questa lotta ha come ne-
mici fondamentali l 'imperialismo, la C.I .A. nord-arnericana, la nuova dottrina di
Ford e di Kissinger che reclamano il diritto di intervenire nei paesi del "terzo
mondo", e per aiutare a distruggere le istituzioni e i patrimoni culturali di questi
paesi.
In Cile e stata assassinata la dernocrazia, la democrazia piu antica d'America, e una
delle dernocrazie piu antiche del mondo. Sono stati demoliti 160 anni di evoluzione
política, sociale e culturale. Il nostro crimine fu di cercare di costruire attraverso
una vía pluralista, di libert a e democratica, il socialismo nella nostra patria; la
borghesia cilena, che si era proclarnata a difesa dei valori democratici di liberta
durante tutti i 160 anni della democrazia ciJena, non ha esitato ad assassinare la
dernocrazia per difendere le proprieta dei grandi monopoli dell'Anaconda e del-
l'I.T.T. Uniti pero al nostro popolo ci sono le lotte rnigliori dell'America Latina, il
meglio dei popoli dell'Arnerica Latina, il meglio degli intellettuali latino-americani:
assieme a noi c'e Cortas, Cortázar dell'Argentina, Carpentier di Cuba, García
Marquez della Colombia, Mario Bargachos del Peru. Essi esprirnono i piu alti valori
culturali della nostra terra, per non parlare di Gabriela Mistral e di Pablo Neruda,
807
premio Ncbel del nostro piccolo territorio sperduto in un angolo <l'Arnerica.
Per questo ci sentiamo accompagnati dalla migliore e piu nobile delle forze progres-
siste e rivoluzionarie del mondo.
Cadde Salvador Allende, símbolo di una nuova prospettiva di lotta rivoluzionaria
in America; egli, assierne a Fidel Castro, a Ché Guevara e a Camilo Torres scrive
le pagine piu vibranti della lotta rivoluzionaria del XX secolo in un continente
dipendente dagli Stati Uniti.
L'Arnerica un giorno sara anche patria del socialismo. Hanno appena assassinato
il generale Prats, gene rale costituzionalista, generale difensore della dernocrazia;
egli non era un rivoluzionario, non era un socialista , il suo crimine fu di rispettare
la volonta sovrana della costituzione e della legge cilena. Lo hanno assassinato in
Argentina, perché anche Prats costituiva una possibilita di tramite sicuro verso
forme democratiche di vita nel Cile.
Ringraziamo a nome del vasto movimento político, del piú vasto rnovimento di
massa rivoluzionaria che abbiamo creato, a nome del partito radicale , del partito
comunista cileno, del partito socialista, del M.I.R., del M.A.P.U., della sinistra
cristiana, movirnento che unisce marxisti e correnti cristiane rivoluzionarie e partiti
integran ti la socialdernocrazia.
Tutti uniti abbiamo iniziato il grande cammino dell'indipendenza definitiva della
nostra patria e della costruzione del socialismo. Momentaneamente siamo stati scon-
fitti, pero la vittoria finale sara nostra e vostra, perché la vittoria e frutto delle lotte
di tutti i popoli. Ci sentiamo profondamente legati alla lotta che libera il Vietnam,
alla lctta che libera il popolo greco, alla lotta che libera il popolo di Angola, alla
lotta del popolo palestinese, alla lotta di tutti i popoli d'America Latina, di tutti i
popoli colonizzati, sottomessi, sfruttati, dove impera il razzismo.
Questa e la nostra lotta , abbiamo fiducia, compagni italiani, che e dovere di ogni
rivcluzionario fare la rivoluzione, che la rivoluzione del Cile si fa in Cile e non nei
caffe di Venezia, di Roma o <li Parigi. Pero anche questa e una lotta rivoluzionaria
Ji solidarieta dove l'internazionalismo proletario <leve prevalere.
Pinochet fa la sua lotta con la I.T.T., con la C.I.A., con i monopoli americani, con
i razzisti sud-africani, con coloro che fanno la guerra in Vietnam, con tutti coloro
che stabiliscono lo sfruttamento nel mondo.
 La nostra lotta invece non e con i grandi monopoli, non e per i grandi interessi,
pero e con i popoli; come disse Salvador Allende: "la Storia la fanno i popoli".
Per questo la vittoria sara vostra e sara nostra.

Julio Cortázar

Sono uno scrittore argentino, ma cío che conta, secondo me, e che sono un "lati-
no-americano''.
Mai si e preso in considerazione il fatto che non esistono differenze fondamentali
nell'essere guatemalteco, messicano, boliviano o cileno. Per me il destino ultimo
dell'America Latina e uno solo, e per questo i drammi che da molti anni coinvol-
gono, sottomettono, opprimono tanti paesi latino-americani, hanno per me una
importanza capitale.
Cío che sta succedendo in Bolivia, in Brasile, in Paraguay, in Uruguay e, ora, soprat-
tutto in Cile, tutto cio va oltre i fatti puramente locali e assume una dimensione
continentale, direi anzi una dimensione mondiale.
Pero, nel caso speciale del Cile, gli avvenimenti accaduti lí mi hanno toccato , mi
hanno colpito molto piú profondamente per il fatto che il Governo di Unidad
Popular in Cile significava che per la prima volta, in quello che si chiama il cono
sud dell'America Latina, c'era un tenfativo per il quale un popolo libero e sovrano
trovava a suo modo, e nella forma che considerava la migliore, .la vía del socia-
lismo che, per quanto mi concerne, credo sía l'unica possibile e necessaria per
808 l'America Latina, socialismo che un giorno raggiungeremo.
Fui in Cile in due occasioni : nel 1970, per assistere all'insediamento alla Presi-
denza di Salvador Allende, e poi nel 1973, in febbraio, quando Unidad Popular
vinse le elezioni in condizioni che posso ben definire eroiche, ora che sappiamo,
dopo la definitiva confessione del direttore della C.I.A. a Washington, signor Colby,
che gli Stati Uniti avevano preventivato piú di otto milioni di dollari per tentare
di demolire il regime di Unidad Popular e impedire il suo ultimo trionfo che, cío
nonostante, e stato ottenuto con un aumento rispetto alla precedente percentuale
di voti, cío che dimostra fino a che punto il popolo cileno appoggiava il suo Presi-
dente e il sistema che egli rappresentava, dirigeva, incoraggiava.
Di fronte a cio, a questa unita popolare, manifestatasi in questa forma, quale poteva
essere la risposta del fascismo ?
Alberto Moravia ha detto poco fa con tanta esattezza che per il fascismo , in fondo,
la cosa piú terribile e che un popolo arrivi ad esprimersi , e poiché al fascismo non
e dato il vero potere della parola, non gli resta che una strada, quella del sangue,
del genocidio, della tortura.
Gli italiani che in maggio sono venuti a conoscenza della riunione del Tribunale
Russell a Roma, hanno potuto conoscere attraverso la srampa la terrificante testi-
monianza sulla repressione e sul genocidio scatenati da Pinochet e dai suoi complici
in tutto il Cile .
Di fronte a questa situazione , la nostra scelta e elementarmente chiara. lo so che
ci sono dei momenti in cuí tutti noi attraversiamo periodi di angoscia, di pessi-
mismo. Noi diciamo: siamo qui riuniti, stiamo parlando, in Cile stanno uccidendo,
stanno torturando: non possiamo impedirlo . Pero, nonostante cío, una volta di piú
c'e da affermare il potere della parola quando questa parola e espressa da uomini
liberi.
Pinochet stesso, in persona, si e burlato di cio due mesi or sono, e credo che la
stampa italiana lo abbia riportato. Egli ha detto che la cosiddetta Rivoluzione cilena
si stava svoJgendo tra i tavolini dei caffe di Parigi e di Roma.
No, la Rivoluzione non si sta facendo ai tavoli dei vari caffe di Parigi e di Roma,
ma non c'e da dimenticare il valore che possono avere i tavolini dei caffe, quando
le persone che stanno parlando tra questi tavoli stanno profondamente solidariz-
zando con la causa di un popolo, e stanno collaborando in uno sforzo che alla fine
dara quel risultato del quale io sono assolutamente e totalmente sicuro.
Pinochet avrebbe dovuto pensare che a Zurigo e a Parigi esistono pero alcuni tavo-
lini da caffe dove molti anni or sono sedevano uomini che si chiamavano Lenin e
Trotskij, che fra questi tavoli, in qualche maniera, cominciavano a preparare quella
che sarebbe stata la Rivoluzione piu fantastica del XX secolo.
lo sono uno scrittore e un poeta. Credo percio nei simboli, nel caso, nei segni, nel
mistero. Vorrei, percio, terminare con quanto segue: nel febbraio 1973 visitai per
l'ultima volta, a Santiago del Cile, a Isla Negra, Pablo Neruda.
Stava nella sua stanza, condannato, ma con quello spirito ammirevole con il quale
parlo fino alla fine. Mi diede il libro che aveva appena pubblicato.
Mi disse che, poiché non poteva intervenire direttamente nella campagna eletto-
rale che avrebbe dovuto segnare ancora una volta il trionfo di Unidad Popular, egli
dal suo letto, dalla sua stanza, infermo, avrebbe collaborato con un piccolo libro
di poesie. Questo libro si intitola Incitamento al Nixonicidio e lode alta Rivolu-
zione cilena.
Tu sai, Pablo, cio che per me, per noi che ti abbiaino tanto amato, tu significasti
come poeta, come uomo e come idealista. Tu sai che nel tuo libro c'era una speranza
che non hai potuto vedere realizzata.
Cio nonostante, la prima parte del titolo del tuo libro, per strade molto diverse da
quelle che tu sospettavi, si e avverata.
11 "Nixonicidio" si e avverato, il personaggio piú sinistro, uno dei rappresentanti
piú perversi del sistema che schiaccia i popoli dell'America Latina, e caduto, ed e
caduto vittima della ripugnanza del suo popolo, del disprezzo del suo popolo.
Cio, Pablo, ti giustifica come profeta nel titolo del tuo libro, e, per quanto riguarda
la seconda parte di esso, "Lode alla Rivoluzione cilena", un giorno l'avremo. Pablo, 809
prima verra la liberazione, e questa liberazione dovremo conseguirla, e non sara
facile; cio che stiamo facendo oggi non e nulla, pero nello stesso tempo e molto.
Questo, e tutto cio che faremo in piú, ci daranno questa liberazione, e sara il popolo
cileno che la conquistera laggiú nella sua terra; allora sara il momento di completare
il titolo del libro e di fare una volta di piú la "Lode alla Rivoluzione del Cile".

Aléxandros Panagulis

Sono sicuro che in questo momento, m Cile, stanno nascendo bellissime poesie.
Sono sicuro che stanno nascendo nuovi poeti, nuovi scrittori, nuove voci della
cultura. Perché, lo vogliamo o no, la voce della cultura si esprime piu facilmente
quando nasce dal dolare. Meno facilmente quando nasce dalla gioia. E mai dalla
soddisfazione.
Una volta mi hanno chiesto cosa penso delle mie poesie. E ho risposto: "Esse sono
urli, momenti che non volevo dimenticare e che non volevo fossero dimenticati".
Urli di dolare, di disperazione, di speranza a vo!te. Ma anche, e sempre, promesse
di lotta. Non urli personali, cioe. Non urli sterili ed egoisti: fermati sulla carta per
mia soddisfazione . Urli urlati agli altri, scritti per gli altri: per parlare agli altri. Li
scrivevo, sl, per bisogno: spesso usando una garza dimenticata per foglio, uno
stecchino inzuppato nel mio sangue come inchiostro. Ma poi non li tenevo per me:
Ji mandavo fuori della mia cella, perché arrivassero agli altri e gli altri li leggessero
e ne ricavassero un incitamento alla lotta. Per dimostrare che le catene hanno la
forza di tenere una persona fisica dentro una cella, sí, ma non hanno la forza di
tenere dentro una cella il pensiero. Non hanno la forza di impedire al pensiero di
diventare voce, e alla voce di diventare messaggio. Messaggio di lotta.
Forse mi sbaglio, forse molti non saranno d'accordo con me: ma questo e cio che
io intendo per cultura. Questo era cio che sentivo e pensavo, per cinque anni,
dentro la tamba che fu la mia cella: quando per combattere e continuare la lotta
non avevo altro modo che !'uso del mio pensiero attraverso quelle poesie. Proprio
come un pastare che canta per parlare agli altri: agli alberi, alle pecare, al cielo.
Agli altri, non solo a se stesso. E per questo io penso che la cultura, per essere
vera cultura, debba essere rivoluzionaria: cioe sempre legara al nuovo, alla lotta.
 Se volete, alla política. Quando una poesía nasce solo per soddisfazione personale,
diretta soltanto alla propria solitudine, allora e soltanto esercizio sterile ed egoísta.
Quando non e lotta, insomma, non e cultura.
Sto parlando qui ad uomini e donne di cultura, uomini e Jonne impegnati a !ottare
per gli altri: cioe per la giustizia e per la liberta.
Quando mi chiesero cosa pensavo delle mie poesie, mi chiesero anche cosa pensavo
della política. E risposi: "La poesía e un bisogno, la política e un dovere". Un
dovere e una lotta. Una lotta quotidiana. E una lotta sanguinosa quando e condotta
dove non c'e liberta per riavere la liberta . Nei paesi dove la liberta e la pace interna
sono diventate abitudini, troppo spesso si dimentica questo. E si vede la política
come un gioco, e facendo que! gioco si semina il seme del fascismo, si coltiva il
terreno dove nasce il totalitarismo: dove si nascondono, fin dai tempi antichi, dai
tempi oscuri, le radici del totalitarismo. Si aiuta coloro che volevano e ancora
vorrebbero imporre al popolo greco catene e carri armati, coloro che trenta anni fa
imposero quelle catene al popolo italiano approdando a un bagno di sangue che
travolse ]'Europa ed il mondo.
E come ci si difende dal fascismo se non ricordando che la política non e un gioco
ma un dovere, una lotta quotidiana, un volto della cultura ? Come ci si difende
da! fascismo se non attraverso la cultura intesa come messaggio e non come esercizio
sterile, egoísta ?
Sto parlando a uomini e donne di paesi diversi. Uomini e donne i quali sanno che
guel dovere chiamato política e un dovere senza frontiere. lo, quando scrivevo col
mio sangue contra i tiranni sui muri della mia cella, non scrivevo mai: "Mor te alla
8 /() Jittatura greca". Non ricordo di aver scritto una sola volta "Morte alla dittaturn
greca", oppure "Morte ai tiran ni della Grecia". Ricordo d 'aver scr itto sempre:
"Morte alla dittatura". "Morte ai tiranni". La liberta non ha patria, dico spesso.
La patria della liberta e ciascuno di noi. E in nome di guesto a voi uomini e donne
di paesi diversi, aggiungo che per difenderci dal fascismo che ci minaccia oggi, come
ieri e come domani non Jobbiamo stancarci mai di ripetere: morte sí alla tirannie,
morte sí alle dittature, pero morte anche al fanatismo. Non si combatte il fanatismo
con il fanatismo. Sono pazzi coloro che sono sicuri di tutto, cioe legati ad un
dogma. Coloro i quali credono che tutta la verita sía contenuta in un libro, o che
un libro contenga l'unica verita. Se la liberta e l'unico santo che esista, il Jubbio
e il nostro Dio . lo non posso accettare la logica di Aristotele per cui c'e luce o
buio, liberta o schiavitu. E dico che c'e una scala tra la luce e il buio, c'e l'alba e
il tramonto, c'e perfino la luce della notte quando la luna e piena. Se non si am-
mette questo, ci si mette in fila con coloro che chiedono a Galileo di dire che la
terra non si muove . E sono gli stessi che volevano e ancora vogliono mandare il
popolo greco alla maturita con le catene e le torture e le baionette e i carri armati.
Coloro che ora vogliono mandare il popolo cileno alla maturita col terrore e i
plotoni di esecuzione e la morte di migliaia. Coloro che accusano sempre il popolo
di non essere maturo in quanto ha bisogno di Joro per diventare maturo. Coloro
che oggi tentano di imporre la loro presen za in Itali a, e non solo in Italia, giacché
e un'orchestra internazionale quella che accompagna la loro marcia criminale.
Un'orchestra che suona in ogni paese, con un accordo perfetto . Parlavo del Cile,
all'inizio, ma avrei Jovuto parlare anche di Cipro. Sono molti coloro che anche
altrove stanno fermando i loro urli su un pezzo di carta, col sangue ... Sarebbe
molto lunga la lista di quei paesi, se la facessimo. Ed altrettanto lun ga e la lista
dei paesi dove l'orchestra internazionale tenta di uccidere la liberta. Dev'essere
lunga, dungue , anche la lista dei paesi che combattono insieme il fascismo. Dev 'es-
sere lunga anche la lista degli uomini e delle donne che, al di la dei fanatismi e dei
dogmi, credono alla política come dovere e non come gioco. Alla cultura come rivo-
luzione e non come soddisfazione personale. Alla maturita del popolo che come
un pastore canta agli alberi e alle pecore e al cielo: non alla sua ignoranza. Siamo
qui per questo. Per incontrarci e per parlarci e per lottare in nome della cultura.
Per dimostrare che iJ fascismo e il primo nemico di essa, che il fascismo e ignoranza.
E che lo si avversa anzitutto combattendo l'ignoranza .
I muralisti cileni
di Mario De Micheli

Uno dei "momenti" che maggiormente ha suscitato interesse, discussione, consenso

e dissenso, nell 'edizione della Biennale per le arti visive dello scorso anno, e stato
l'intervento della « Brigada Salvador Allende » costituita da membri in esilio della
« Brigada Ramona Parra ». I murali eseguiti in Campo San Polo e in Campo Santa
Margherita, sui muri di Chioggia e di Mira o sui capannoni industriali di Mestre
non sono davvero passati inosservati . La brigada era composta da giovani cileni a
cuí, arrivato con la solita tempestivita, si era unito un artista, anch 'esso cileno, di
fama internazionale: Sebastian Matta. Che significato avevano o potevano avere
quei murali apparsi quasi d'improvviso nel contesto della citta ? Certo un signi-
ficato di solidarieta col Cile insanguinato dal golpe militare . Ma oltre a cío ? Cioe:
oltre al bruciante significato político quale altro senso o guale altra indicazione
ricavarne ? Da guale "storia" veniva fuori un'esperienza del genere e guale valore 7-,)
acquisiva in termini piu generali di riflessione sul rapporto tra azione política e 9
azione di cultura ?
Questi sono alcuni degli interrogativi che non hanno mancato di porsi coloro che
hanno seguito questa insolita operazione plastica in pubblico, lasciando naturalmente
da parte non gli interrogativi, ma i giudizi sbrigativi, negativi per partito preso, che
hanno ugualmente accompagnato la manifestazione . E chiaro che i murali estempo-
ranei di strada dipinti dai giovani cileni non volevano in alcun modo risolvere i
gravi problemi della pittura impegnata nella fatica di stabilire un nuovo rapporto
di comunicazione tra !'arte e un pubblico popolare. E pure chiaro che non pensa-
vano neppure lontanamente di proporsi come sostituzione radicale della pittura da
cavalletto. L 'intento dei giovani pittori cileni della brigata era solo quello di far
conoscere gli aspetti di un esperimento che nella loro patria aveva dato risultati
decisamente positivi, trasformando il mezzo tradizionale della pittura in uno stru-
mento d'intervento diretto nella battaglia democratica. Pittura come azione, dunque;
pittura come dichiarazione esplicita d'una scelta; pittura come lettura di massa.
Ramona Parra era una giovanissima pittrice comunista uccisa dai carabineros nel
'46 . E nel suo nome quindi che sono nate in Cile le prime brigate artistiche d 'assalto
in appoggio al governo di Unidad Popular. In poco tempo queste brigate, avevano
raggiunto un numero di oltre centocinquanta, diramate in tutto il paese. Gli artisti
tuttavia non erano solí in tale impresa: era coadiuvati da operai e studenti. Ne!
corso del governo Allende, chilometri di muri hanno dipinto gueste brigate: i muri
delle fabbriche , delle case in periferia, nei villaggi, nel centro di Santiago; hanno
dipinto e spiegato coi colorí la linea política di Unidad Popular. E dipingendo
dovevano, spesse volte, difendersi dalle aggressioni dei fascisti . Ma, alla fine, sui
muri, i simboli del socialismo , gli slogans democratici, si dispiegavano intrecciati
alle figurazioni d'accusa contro l'imperialismo e d'incitamento a sostenere il go-
verno d 'Allende .
Quella delle Brigate Ramona Parra era quindi una vera e propria pittura d'emer-
genza e d'agitazione . E difficile pensare un 'esperienza del genere in un altro paese
che non sía del Sud America. Qui , infatti, la tradi zione della pittura murale mes-
sicana, negli esempi magistrali di Orozco, Rivera e Siqueiros , e una tradizione vicina
e suggestiva. Una tale tradi zione non risale del resto troppo addietro nel tempo:
il movimento muralista messicano e iniziato , come sisa, solo dopo il 1920 . Si tratta
 quindi di una tradizione recente, ma che ha dato i suoi frutti, anche fuori del
Messico, assai rapidamente: in Brasile con Candido Portinari, in Argentina con
Antonio Berni, in Cile, appunto, con Sebastian Matta. L'esperienza muralista sud-
americana e stata íntimamente collegata sin dai suoi inizi ai movimenti democratici
e corrisponde alla presa di coscienza política degli artisti. Matta, per esempio, qual-
che anno fa, ha fatto in questo senso una dichiarazione rivelatrice: "Sono nato in un
posto", ha detto, "dove si parla la lingua dello sfruttatore. lo sono stato educato
per collaborare coi diversi colonialismi che hanno avuto luogo nel Cile e da questa
educazione ho vagamente capito d'essere destinato ad esercitare l'oppressione. E da
questo futuro di despota che ho cercato l'esilio. Mi sono trovato a Parigi nelle
condizioni di un emigrante. Ll, a poco a poco, si e formata in me un'altra coscienza
dove le necessita dei lavoratori hanno cominciato a mettere radice attraverso l'umi-
liazione e gli istinti d'insurrezione, portandomi a cercare nell'ane la realizzazione
di me stesso".
Cio che Matta e riuscito a capire in Europa, dove arrivo nel '36 , al tempo della
guerra di Spagna, mettendosi in rapporto col gruppo piu politicizzato dei surrealisti,
altri artisti sud-americani l'hanno capito in patria urtandosi aspramente con le con-
traddizioni drammatiche della loro terra. E nel soleo di questa vicenda che sono
dunque nate le Brigate Ramona Parra.
Cio che e diverso nella loro esperienza dall'esperienza messicana e il metodo e
l'assunto. I giovani di queste Brigate non hanno seguito la vía classica del mura-
lismo per quanto riguarda la realizzazione delle loro opere. I problemi che dovevano
affrontare e lo scopo immediato che si prefiggevano erano senz'altro d'altra natura
916 richiedevano percio altri procedimenti. E cosl che i giovani artisti delle Brigate
e
sono passati dall'idea del murale costruito pazientemente con la tecnica dell'affresco
o con altre tecniche piu moderne, ma ugualmente complesse, al murale eseguito
con modi piu veloci e rudimentali, efficaci comunque sopra qualsiasi muro non
preparato. Questa stessa tecnica, insieme con l 'esigenza della rapidita esecutiva, ba
cosl influito anche sullo "stile" medesimo di questi murali.
Se si vuole date un giudizio sulle opere delle Brigate Ramona Parra si devono quindi
tener presentí queste circostanze. Senza dubbio, questi murali, pensati e discussi
precedentemente in riunioni animatissime, ma eseguiti di slancio, in poche ore, con
mezzi primitivi, su pareti spesso sbrecciate, disuguali, accidentate, dal punto di
vista plastico sono assai di frequente quanto di piu eterogeneo si possa immaginare.
Piu di un critico torcerebbe la bocea di fronte a queste opere stiliscicamente cosl
ibride , dove Picasso e Léger s'incontrano con Siqueiros e Orozco, dove le soluzioni
dell'avanguardia si fondona con le invenzioni figurative del folclore. Non e certo
l'occhio di un critico tradizionale cbe puo rendersi veramente canto di quale sia la
vera sostanza di quanto banno fatto le Brigate Rarnona Parra.
Occorre realmente un occhio diverso per intendere il significato, non soltanto poli-
tico, ma anche estetico , dell'esperienza compiuta da questi giovani artisti cileni e
dai loro compagni occasionali in un'ora tanto difficile per il destino della loro patria.
"Luchar, trabajar, estudiar por la patria y la revolución": questo era il loro impegno,
a cui si sono mantenuti fedeli, dando alla loro impresa un senso di globale pienezza.
E non c'e dubbio che la passione política unitamente con l'intelligenza e il talento,
cbe si rivelano in piu di uno dei loro murali, hanno contribuito ad imprimere in
essi un carattere che vale senz'altro la pena di esaminare con parricolare attenzione.
Sarebbe errato voler pretendere d'essere davanti a delle opere compiute, definite ,
elaborate nei dettagli ed eseguite con tutti i crismi indispensabili per lavori del
genere. Da quanto ho detto fin qui mi pare che non ci siano dubbi su questo fatto .
Ma un giudizio di valore positivo su questa esperienza e ben possibile anche in
sede estetica. Basta partire da quanto di 'nuovo' v'e in essa, sía pure mescolato
ad un contesto in piu di un caso confuso-.
Intanto e 'nuovo' lo spirito e il metodo . Usare i mezzi v1s1v1con una coscienza
artística consapevole dei problemi, sottraendoli alla banalita delle comunicazioni di
massa, e un obiettivo fondamentale per la cultura democratica. I giovani delle
Brigate Ramona Parra e proprio questo che h.anno tentato di fare e hanno fatto
con esiti largamente attivi. Ma cío che vi e d'originale nella loro esperienza e la
circostanza d'averlo fatto su di una scala gigante nel fuoco della lotta. Nella storia
del movimento operaio non era ancora accaduto. Ecco dunque un primo dato da
sottolineare.
Ma non solo questo. Nell'insieme delle ricerche delle Brigate Ramona Parra, infatti,
c'e anche qualcosa di piu a livello specifico. Cioe, nello sforzo di rendere esplicito
il messaggio político coi mezzi della pittura moderna, si puo cogliere un lievito
espressivo, talvolta contraddittorio, ma quasi sempre d'indiscutibile energía . Forse,
muovendo di qui, sarebbe stato possibile, sarebbe possibile, svolgere un discorso
plastico d'aperta comunicazione non intristito dai luoghi comuni che tanto spesso
mortificano la propaganda dei partiti popolari. Si osservi, per esempio, nelle grandi
composizioni delle Brigate, la capacita di far vivere le scritte con l'immagine vera
e propria. E si notino i caratteri di queste scritte, come sono disegnati, la loro
novita grafica, la loro potenza ed evidenza, la fantasía che li sostiene. Ma si noti
anche, in qualche singolo murale, la forza di sintesi simbolica, la drasticita non
forzata di talune sigle formali.
Il fatto d'aver voluta presentare a Venezia qualche esempio di questa esperienza
e dunque piu che giustificato, anche se l'operazione staccata dal suo terreno origi-
nario ha rischiato d'apparire astratta e anche se i giovani artisti cileni non erano
in un numero sufiiciente per dare alla loro azione una dimensione piu impressio-
nante. Grazie a loro, tuttavia, il volto popolare del Cile e apparso nella citta, richia-
mandone i problemi in una forma di indiscutibile attivita culturale. Nel maggio
francese ebbe fortuna uno slogan particolare: "L'immaginazione al potere"; i gio-
vani artisti cileni l'hanno modificato: "L'immaginazione contra il potere": il potere
91 7
della giunta fascista che ha rovesciato il governo legittimo con la violenza e la
sopraffazione. Oggi la stragrande maggioranza dei giovani che hanno dato impulso
alle Brigate Ramona Parra sono rimasti nel Cile, al loro posto di lotta. Sappiamo
che, sui muri dove i fascisti hanno proceduto a cancellare i murali del periodo di
Unidad Popular, sano incominciati a riapparire simboli e segni e parole d'ordine
tracciati da maní clandestine: le mani dei ragazzi delle Brigate Ramona Parra che
non si sono arresi. Ed anche questa notizia, che di recente ci e pervenuta dal Cile,
puo aiutarci a capire meglio il senso vero di cio che a Venezia, lo scorso anno, sía
pure in modo sommario, abbiamo potuto conoscere: la tecnica del murale di strada
come mezzo di lotta e di persuasione democratica.
L. 15.000
(14.150)