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4-2018
GRANDE GUERRA
esperienza e memoria un secolo dopo
www.difesa.it - @SM_Difesa
LA LOTTA AGLI ORDIGNI ESPLOSIVI
LA STORIA DISEGNATA DEL MILITE IGNOTO
RIVISTA DELLO STATO MAGGIORE DELLA DIFESA
Mario Renna, Tenente Colonnello, è il diret- curato sino al 2015 la realizzazione di un’opera
tore di Informazioni della Difesa. Ha ricoper- omnia sulle battaglie della Grande Guerra per
to diversi incarichi di comando e di staff nella conto dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore
Brigata Taurinense, di cui è stato portavoce della Difesa. Contemporaneamente ha realiz-
in Italia e all’estero per nove anni. Laureatosi a zato diverse opere per case editrici ed enti in
Torino in Ingegneria e in Scienza Strategiche, Gran Bretagna, dove è molto attivo.
ha conseguito un master in giornalismo all’uni-
versità di Ferrara e uno in Post-war recovery Pasquale Petrillo, Maggiore del ruolo delle
studies a York (Regno Unito). È Dottore di ri- Armi dell’Aeronautica Militare, è Explosive
cerca in Scienze strategiche. Ha al suo attivo Ordnance Disposal Staff Officer presso il Joint
missioni internazionali con la NATO nei Balca- Force Command Naples della NATO.
ni e in Afghanistan e con l’UE in Centrafrica. Ha seguito numerosi corsi di formazione nel
campo degli ordigni esplosivi in Italia – presso
Arturo A. Meiriño, Direttore dell’OCCAR di la Scuola del Genio - e all’estero, presso la Scuo-
Bonn dal 2017, è stato in precedenza uno dei la NATO di Oberammergau e i Centri di Eccel-
pionieri dell’Agenzia Europea di Difesa, in cui lenza specifici dell’Alleanza Atlantica in Spagna
ha ricoperto importanti incarichi. e Slovacchia.
Il suo background militare comprende la for- Ha conseguito tre lauree in diverse discipline e
mazione presso l’Accademia dell’Aviazione ha frequentato numerosi master professionali.
militare spagnola e la laurea in economia con-
seguita all’Università di Madrid, oltre ai corsi Emilio Tirone Tenente Colonnello, è Diretto-
superiori della Difesa spagnola. re dell’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato
Nel corso della sua carriera è stato impegnato Maggiore Esercito. Ha ricoperto incarichi di
in importanti programmi di cooperazione nel comando presso Enti operativi, scolastici e ad-
campo della difesa nazionale, in patria e all’e- destrativi. È laureato in Filosofia e in Scienze
stero. Strategiche, si è specializzato post lauream in
Storia dell’Occidente a Napoli e ha conseguito il
Francesca Parisi, Maresciallo dei Carabinie- Dottorato di Ricerca in Storia dell’Europa pres-
ri, è laureata in Giurisprudenza e ha prestato so la Sapienza. È membro della Società Italiana
servizio al Museo dell’Arma dei Carabinieri, di Storia Militare e dell’Istituto per la Storia del
dedicandosi allo studio dell’archivio storico e Risorgimento Italiano.
della sua biblioteca. E’ direttore dell’associazio-
ne culturale Magis Vitae, che si occupa di studi
e ricerche in ambito militare. Coautrice di due
volumi sul contrasto alla mafia, è autrice de ‘I
Carabinieri Reali nella grande guerra. Impiego
tattico e reparti combattenti’, nonché di vari te-
sti relativi all’archivistica e alla storia dell’Arma.
GRANDE GUERRA
Esperienza e memoria un secolo dopo
Intervista al
Generale Claudio Graziano Alberto SINIGAGLIA pag. 4
ARMANDO DIAZ
il generale della vittoria Emilio TIRONE pag. 20
THAON DI REVEL
l’artefice della vittoria sul mare Leonardo MERLINI pag. 26
LA GUERRA AEREA 1915-1918 Basilio DI MARTINO pag. 32
L’ARMA AL FRONTE
il reggimento carabinieri reali
nella grande guerra Francesca PARISI pag. 36
la storia disegnata
del Milite Ignoto Marco TRECALLI pag. 42
PORTFOLIO IMMAGINI
ROMAN STAR
Esercitazione italo-britannica Foto: Michele ZAMPEDRI pag. 60
TECNICA,
PROFESSIONE
E SOCIETÀ
Il centro Studi Post-Conflict Operations
dell’Esercito Italiano Gianluca MASCHERANO pag. 72
La Lotta agli ordigni esposivi
Una capacità interforze a 360° Pasquale PETRILLO pag. 80
OCCAR
20 anni al servizio della Difesa in Europa Arturo A. MEIRIÑO pag. 90
IDEE ED
ESPERIENZE
CRISIS MANAGEMENT
L’esperienza di NRDC-IT e le
partnership con le università Antonio ROMANO pag. 96
OSSERVATORIO
STRATEGICO
Almeno 7 motivi per cui la propaganda
Daesh è ancora pericolosa Salvatore SANARICA pag. 106
DIFESA NEWS
Panoramica a cura della Redazione pag. 116
LIBRI ED EVENTI
Il ruolo delle Ferrovie nella Prima Guerra Mondiale
Le piume, la corsa, il tricolore pag. 125
Le grandi battaglie della Linea G otica Piero Crociani pag. 126
Rivista dello Sede: Abbonamento:
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1°Lgt. Antonio MORLUPI Via Vaccareccia 57 - Pomezia (RM) n. 105/982 del 19 marzo 1982
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FOCUS DIFESA
GRANDE GUERRA
esperienza e memoria un secolo dopo
4
Intervista al Generale Claudio Graziano
Capo di Stato Maggiore della Difesa
di Alberto Sinigaglia
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Grande Guerra - Intervista al Generale Claudio Graziano
L
’Italia celebra la vittoria della Grande maniche scese in campo relativamente
guerra, avvenuta cent’anni fa. Ma “fresche”, misero in mostra una mobilità e
sulla memoria del conflitto pesa la no- un’autonomia sconosciute su quel fronte
stra disfatta a Caporetto. Quale ne fu la cau- fino ad allora, fattori che furono decisivi
sa? Inoltre, sarebbe potuta accadere senza la contro le nostre truppe, logorate da tre
potenza e la preparazione delle truppe che la anni di sacrifici in trincea e poco abitua-
Germania mandò in appoggio all’alleato au- te ad operare in campo aperto. In campo
striaco? italiano vi furono diversi errori tattici ed
In una lettura più ampia Caporetto fu un episodi di sbandamento, e la situazione si
episodio militare di estrema gravità ma rivelò presto gravissima, con la perdita di
non fu la catastrofe di cui diventò sinoni- 300.000 uomini tra morti, feriti e prigio-
mo. Da una catastrofe l’Italia non sarebbe nieri.
facilmente uscita, tanto meno per opera Anziché trasformarsi in tragedia, la scon-
degli stessi sodati che furono battuti dagli fitta indusse tuttavia la nascita di un sen-
austro-tedeschi, i quali il 24 ottobre 1917 timento e di un sistema nazionale che finì
attaccarono le linee italiane sull’Isonzo per ribaltare la sconfitta di Caporetto.
con ben 37 divisioni ed un dispiegamento
di artiglierie senza precedenti, senza con- Che cosa fu decisivo perché gli sconfitti di
tare l’uso dei gas asfissianti. Caporetto diventassero gli eroi di Vittorio
C’è poi da aggiungere che le unità ger- Veneto?
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L’avvicendamento di Cadorna con Diaz al cubitali su una casa diroccata: “Tutti eroi!
vertice del Comando Supremo, le battaglie O il Piave o tutti accoppati”.
d’arresto sul Piave, la riorganizzazione Dieci giorni dopo aver attaccato, gli avver-
dell’Esercito e la mobilitazione totale del sari furono però costretti dalla resistenza
Paese attraverso un’assunzione collettiva italiana a ritirarsi, lasciando sul campo
di responsabilità, costituirono le premesse 120 mila uomini contro 90 mila nella bat-
per lo sforzo vittorioso. taglia del Solstizio.
Anche l’ultimo militare arrivato al fron- Una svolta che si completò definitivamen-
te comprese che quanto meno bisognava te giusto un anno dopo Caporetto. Il 24
combattere per salvare la propria famiglia. ottobre del 1918 l’Esercito passò all’offen-
L’Esercito si ricompattò e diventò meglio siva contro un avversario militarmente
munito in bocche da fuoco ed equipaggia- ancora capace, nonostante i moti dissolu-
menti, mentre ai logoranti attacchi fron- tori che pervadevano l’Impero austro-un-
tali Diaz preferì una condotta più cauta, garico, e in tre giorni le forze italiane pre-
e pure in cielo e in mare le forze armate valsero sulla strenua resistenza nemica,
italiane conseguirono numerosi successi. occupando Vittorio Veneto, nell’ultima
Ricordiamo poi che il 15 giugno del 1918 battaglia della guerra.
gli austriaci attaccarono nuovamente in
forze la linea del Piave. In quel frangente Per l’Italia si parlò di vittoria incompleta,
la mano di un soldato scrisse a caratteri addirittura di <vittoria mutilata>. Per quale
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Grande Guerra - Intervista al Generale Claudio Graziano
debolezza politica, quali errori della diploma- ese che aveva perso la partita diplomatica
zia? della pace, dopo aver vinto la guerra sul
La Conferenza di Parigi – che vide il brac- campo delle armi, fu legata allo scontro
cio di ferro tra il Presidente americano tra due visioni opposte, una incentrata sul
Wilson e la delegazione italiana sulle que- principio di autodeterminazione dei popo-
stioni territoriali - non fu in realtà per l’I- li e l’altra sulla stretta attuazione dei patti
talia quel disastro diplomatico sbandiera- di alleanza stipulati prima del conflitto,
to da tanti. che il Presidente americano Wilson non
Il Trattato di Rapallo del 12 novembre riconobbe, ingaggiando un vero e pro-
1920, avrebbe assegnato all’Italia un con- prio braccio di ferro con la delegazione
fine che da Tarvisio giungeva al Golfo del italiana. Il governo di allora fu stretto tra
Quarnaro, più la città di Zara, le isole di queste due visioni e costretto a rinuncia-
Cherso e Lussino, e la costituzione in Stato re, non senza strappi, a parte delle prete-
libero di Fiume, città a maggioranza italia- se territoriali che erano state concordate
na. Il nostro Paese, in meno di sessant’an- con gli Alleati – tra i quali non figuravano
ni, aveva conseguito l’unificazione, rag- ancora gli Stati Uniti - prima dello scoppio
giungendo i confini naturali vagheggiati della guerra.
da secoli. E in più vedeva il tramonto de-
finitivo del suo nemico secolare, l’Impero E quali furono gli effetti e le implicazioni per
Austro-ungarico. La sensazione di un Pa- le nostre Forze armate? Perché si videro in-
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sultare ufficiali reduci da anni di guerra du- toria mutilata” avrebbe poi originato tra
rissima e sacrifici e sofferenze? l’altro l’occupazione di Fiume, repressa
C’è da dire che l’immediato dopoguerra con la forza dal governo, mentre al tem-
fu un periodo di grandi tensioni in tutta po stesso si verificarono aggressioni nei
Europa, causate da un insieme di fattori. confronti di ufficiali reduci dal fronte, nei
La smobilitazione non troppo veloce di un quali si volevano riconoscere i “colpevoli”
numero enorme di uomini non avvenne di una guerra sanguinosa. Fu una fase so-
senza conseguenze. Per la maggior parte cialmente tormentata per l’Italia, in cui si
dei soldati il rientro a casa significò fare i palesarono i germi della dittatura e della
conti con una grave crisi economica che Seconda guerra mondiale.
scatenò non poche proteste in piazza,
scontri, scioperi e occupazioni, mentre Che cosa ha significato la prima guerra mon-
nascevano i partiti di massa e dalla Russia diale per l’Europa?
giungeva l’eco del potere dei Soviet. Per l’Europa di allora rappresentò la disso-
La Grande Guerra aveva fortemente in- luzione di uno dei cardini dell’ordine con-
debitato l’Italia, avvitatasi come altre na- tinentale, costituito dagli Imperi centrali,
zioni europee in una spirale di disoccupa- cui andava aggiunto il crollo della Russia
zione, svalutazione monetaria e carovita zarista e la nascita dello stato bolscevico.
che avrebbe colpito in modo particolare i Un conflitto sanguinosissimo costato dieci
meno abbienti. La narrazione della “vit- milioni di soldati caduti e altrettante vitti-
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me tra la popolazione civile, che la confe- te coltivare una memoria comune e con-
renza di Versailles avrebbe tutt’altro che divisa. Mi viene in mente la frase scolpita
sanato attraverso le clausole vessatorie nella lapide commemorativa in cima al
inflitte alle nazioni vinte. Monte S. Michele, dove migliaia di fanti
La Seconda Guerra mondiale sarebbe in- italiani e austro-ungarici “combattendo
fatti esplosa meno di un ventennio dopo, da prodi, si affratellarono nella morte”. La
originata da molte questioni irrisolte del- morale è che l’unica fratellanza auspicabi-
la prima. Per l’Europa di oggi la Grande le è quella nel segno della vita e della pace.
Guerra dev’essere motivo di una rifles-
sione attenta e non superficiale. I nemici Lei sta per assumere la carica di Presidente
acerrimi di un tempo, divisi da rivalità del Comitato militare dell’Unione Europea
economiche, territoriali e ideologiche, a Bruxelles. Che ruolo svolge il Comitato ri-
sono adesso amici e alleati in seno all’U- spetto alla Nato?
nione Europea e alla NATO. La missione del Comitato che andrò a pre-
Dopo i due conflitti mondiali, il continente siedere è essenzialmente quella di fornire
ha goduto in larga parte di un periodo di consulenza circa tutte le questioni militari
crescita e benessere che ha avuto nel pro- europee al Comitato politico e di sicurezza
getto di integrazione europea uno dei mo- del Consiglio dell’Unione Europea, il quale
tori principali. La fine della Guerra fredda si occupa della politica estera e di sicurez-
ha poi dato impulso all’ampliamento ad za comune, la cosiddetta PESC.
est dell’Unione Europea, includendo i Pa- Nell’ambito di questa vi è una politica
esi un tempo nell’orbita sovietica, ma non di difesa comune che mira a consentire
bisogna dimenticare però le guerre scop- il rafforzamento delle capacità militari
piate nella ex-Jugoslavia nei primi anni dell’Unione e il dispiegamento di missioni
’90. L’Europa è un continente complesso, fuori dai confini europei per il manteni-
attraversato da numerose e disparate di- mento della pace, la prevenzione dei con-
rettrici storiche e politiche ed è importan- flitti e la sicurezza internazionale. Quanto
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ai rapporti con la NATO, l’Unione – che nare una soluzione soltanto militare alle
condivide con l’Alleanza Atlantica 22 Sta- sfide di oggi alla sicurezza internazionale.
ti Membri su 27, gli stessi interessi strate- L’Europa adotta un approccio integrato
gici, gli stessi valori e si confronta con le alla soluzione delle crisi ed è già attiva nel
stesse sfide alla sicurezza del continente contrasto alla migrazione illegale e al traf-
– è un partner unico ed essenziale nell’ap- fico di esseri umani che avviene nel Me-
plicazione di un approccio multidimensio- diterraneo attraverso una serie di azioni
nale alla gestione delle crisi e alla condot- rivolte alle cause dei movimenti di massa,
ta delle operazioni. oltre che agli effetti.
Sono tutti ambiti di pertinenza del Comi- Oltre all’Operazione Sophia nel Mediter-
tato Militare dell’Unione Europea, in cui raneo a guida italiana, lanciata per con-
siedono i vertici nazionali della difesa di trastare il traffico di esseri umani e adde-
ciascun Stato membro, i quali fanno an- strare la Marina libica al controllo delle
che contemporaneamente parte di un proprie coste, il Servizio Azione Esterna
analogo organismo della NATO. dell’Unione è impegnato con missioni ci-
vili, militari e miste in Libia, Niger, Mali,
Alcuni governi europei hanno proposto in- Centrafrica e Somalia – anche quest’ulti-
terventi militari per frenare l’arrivo delle ma affidata all’Italia - attraverso le qua-
grandi migrazioni verso l’Europa. Il Comita- li vengono attuate iniziative di capacity
to militare europeo se ne occupa? Se ne oc- building a favore delle istituzioni e delle
cuperà? forze di sicurezza locali.
Il problema delle migrazioni è enunciato E’ importante sottolineare la scala del-
nella Strategia Globale dell’Unione Euro- la Politica estera e di sicurezza comune
pea, messa a punto nel 2016 dall’Alto Rap- dell’Unione, che potrebbe beneficiare di
presentante Federica Mogherini. un incremento del 30% del proprio budget
E’ opportuno mettere l’accento sulla pa- per il periodo 2021-2027, portandolo a 123
rola “globale”, perché è difficile immagi- miliardi di Euro.
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Con quali sentimenti assume il nuovo incari- Onorerò il ruolo per il quale sono stato
co internazionale? Si tratta certo di una gran- eletto dai Rappresentanti militari euro-
de soddisfazione e di un alto onore. Ma per pei con la consapevolezza che il cammino
lei, personalmente, che cosa significa rivesti- intrapreso nel segno della cooperazione
re un ruolo europeo, oggi, in questa Europa? internazionale negli ultimi decenni, ha
Le attuali sfide alla sicurezza internazio- come punto di partenza l’Europa uscita
nale – ne cito alcune: gli estremismi vio- dai due conflitti mondiali, desiderosa nel
lenti, la minaccia cibernetica, il cambia- dopoguerra come oggi, di sicurezza, pace
mento climatico, l’approvvigionamento e prosperità.
energetico - richiederanno risposte com-
plesse e multilaterali che a loro volta pre-
supporranno una cooperazione stretta tra
tutti gli attori nel campo della difesa e del-
la sicurezza. In questo contesto, l’Unione
Europea giocherà un ruolo di primo piano,
e il mio impegno come Chairman del Co-
mitato Militare dell’Unione Europea sarà
quello di rafforzarne l’autorevolezza per
contribuire a formulare una risposta con-
giunta a 360° alla domanda crescente di
sicurezza degli Stati dell’Unione e dei loro
cittadini.
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1918 - Dov’è la Vittoria
La Scuola di Applicazione dell’Esercito internazionale, ragionando su quanto
ha ospitato il convegno sull’ultimo anno complessa e fragile sia ancora l’Europa
della Grande Guerra organizzato dalla cent’anni dopo il 1918.
Fondazione Filippo Burzio, intitolata allo La Fondazione, che ha sede alla Scuola di
scienziato esperto di balistica, scrittore, Applicazione, ha dedicato alcuni convegni
filosofo e giornalista destinato a diventare alla Grande Guerra, ricollegandosi
direttore de La Stampa nato nel 1891 e proprio alla figura di Burzio che fu tra
laureatosi nel 1914 a Torino, dove insegnò l’altro arruolato come ufficiale di artiglieria
all’Accademia militare di artiglieria e nel 1915: il primo, intitolato “Una lunga
genio. vigilia”, ha cercato di scandagliare le
All’evento hanno preso parte il Generale ragioni di chi voleva tenere l’Italia fuori dal
Claudio Graziano, il direttore de La conflitto e le ragioni e gli interessi di chi
Stampa Maurizio Molinari e il Professor voleva l’intervento e lo ottenne, mentre
Alessandro Barbero, introdotti da Alberto il prossimo – previsto il prossimo 16
Sinigaglia, presidente della Fondazione. novembre - avrà per titolo “L’invenzione
Oltre agli argomenti legati alla fine della pace”.
del primo conflitto mondiale, sono
stati affrontati i temi della sicurezza Torino - 21 Settembre
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FOCUS DIFESA
I SACRIFICI
DELLA NAZIONE
I
n uno studio realizzato dal demo- ti e vi furono quasi mezzo milione di feriti.
grafo italiano Giorgio Mortara nel L’Arma più colpita fu di gran lunga la Fan-
1925, basato su dati ufficiali del teria in tutte le sue specialità (bersaglieri,
governo (‘La salute pubblica in Italia du- alpini, granatieri, mitraglieri, arditi), che
rante e dopo la guerra’), venne fornita una vide morire l’84% dei propri soldati, se-
ripartizione dei soldati caduti: 378.000 guita dall’artiglieria con il 7%, il genio (3%)
uccisi in azione o morti per le ferite ripor- e percentuali inferiori per la Marina e gli
tate, 186.000 morti di malattie (80 mila altri corpi dell’Esercito. Da notare come
dei quali in prigionia) e 87.000 invalidi diverse migliaia di vittime fossero celibi e
deceduti a causa delle ferite riportate in orfani di entrambi i genitori, considerata
guerra durante il periodo compreso tra il l’età media censita prima della guerra e
12 novembre 1918 e il 30 aprile 1920. Se- pari ad appena 47,4 anni.
condo il ‘Dizionario storico della Prima Quasi tutti i nomi dei caduti e dei dispersi
Guerra Mondiale’ di Nicola Labanca, le furono trascritti in un Albo d’Oro suddi-
perdite in combattimento maggiori si eb- viso in ben 28 volumi alti 43 centimetri
bero sul fronte dell’Isonzo e del Carso tra suddivisi regionalmente, più tre appendici
il ’15 e il ’17, dove morirono 191 mila solda- separate per il Veneto, il cui primo tomo
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Il bilancio della Grande Guerra è impressionante: secondo una
delle stime più accreditate, alla fine sono seicentocinquantamila
i soldati italiani caduti o dispersi nel periodo del conflitto,
rispetto a una forza arruolata di 5 milioni e mezzo di uomini
Mario RENNA
fu pubblicato nel 1926. Il numero di pa- dedicata del sito del Ministero della Di-
gine del singolo volume varia da regio- fesa. Inserendo il cognome del soldato è
ne a regione, da un minimo di 252 a un possibile risalire al luogo (talvolta gene-
massimo di 942. L’arco temporale dell’Al- rico) e al giorno della scomparsa, oltre a
bo inizia prima del 24 maggio 1915, com- reperire eventualmente il posto di sepol-
prendendo anche i Volontari garibaldini tura. Alle gravi perdite militari bisogna
delle Argonne che scesero in campo già aggiungere quelle altrettanto gravi subi-
nel 1914 nelle fila francesi, e termina ben te dalla popolazione italiana a causa del
oltre il 4 novembre 1918: il limite estre- conflitto: alcune stime parlano di seicen-
mo fu infatti individuato nel 20 ottobre tomila morti. Tra loro figurano le oltre 3
1920, data della pubblicazione della pace. mila vittime dei bombardamenti e della
Un lavoro e un omaggio di proporzio- guerra sul mare, e i 27 mila morti regi-
ni notevoli, che sarebbe impegnativo ai strati in più rispetto alla media fra gli abi-
giorni nostri con le tecnologie informati- tanti delle province occupate dal nemico
che disponibili e a maggior ragione lo fu dall’ottobre del 1917 alla fine del conflitto.
all’epoca. Oggi l’Albo è stato traslato sul Ma la causa principale di mortalità fu l’e-
web: è consultabile online su una pagina pidemia di febbre spagnola che si abbatté
15
Il sacrificio della Nazione
1 5.500.000
Militari arruolati
2 650.000
morti o dispersi
84%
28% 59%
FANTERIA
7% ARTIGLIERIA
378.000 uccisi in battaglia
3% GENIO
186.000 per malattie
87.000 per ferite riportate
6% ALTRI
35.600.000
3
popolazione italiana 3,4%
4 600.000
vittime civili
della popolazione
deceduta durante
il conflitto
17
Il sacrificio della Nazione
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sta e rivolto essenzialmente alle vicende virtuale della memoria ricco di pezzi ine-
belliche, per assumerne uno via via più diti e originali.
inclusivo e orientato al fenomeno nel suo L’Europa unita è lo sfondo delle celebra-
complesso. La giornata del 4 Novembre, zioni più recenti: non a caso, a esattamen-
istituita nel 1919 come festa nazionale, te cento anni di distanza dall’entrata in
da anniversario della vittoria è infatti guerra dell’Italia, il 24 maggio del 2015 il
diventata nei decenni Giorno dell’Unità Presidente della Repubblica Italiana in-
nazionale e Giornata delle Forze Armate, contrava al San Michele – teatro di uno
perdendo negli anni ’70 anche lo status di degli scontri più cruenti e sanguinosi sul
giornata festiva. Il centenario della Gran- fronte giulio – i rappresentanti delle na-
de Guerra ha costituito l’occasione per un zioni che combatterono l’Italia sotto le
ricordo condiviso a livello europeo, con insegne dell’Impero. La prima commemo-
l’avvio in tutti i Paesi coinvolti nel conflit- razione ufficiale italiana del centenario si
to di un fitto calendario di manifestazioni è svolta nello spirito del grande e celebre
e di iniziative, nazionali e internazionali, gesto avvenuto più di trent’anni prima,
a cura di comitati pubblici e privati. An- quando Kohl e Mitterrand si tennero per
che la rete ha ospitato una interessante mano nel rendere omaggio ai caduti di
celebrazione partecipativa, con la nasci- Verdun. Una commemorazione, quella
ta – a cura dell’Università di Oxford - del del Capo dello Stato Italiano, all’insegna
sito multilingue www.europeana.eu, dove dell’obiettività storica, con un ammoni-
migliaia di ‘memorabilia’ sono stati rac- mento finale: “Senza la verità, senza la ri-
colti sotto forma di scansioni di lettere o cerca storica, la memoria sarebbe destinata a
fotografie di cimeli forniti da istituzioni impallidire. E le celebrazioni rischierebbero di
e privati cittadini, creando così un luogo diventare un vano esercizio retorico”.
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FOCUS DIFESA
ARMANDO DIAZ
IL GENERALE DELLA VITTORIA
Emilio TIRONE
I
l nome del Generale Armando chi, nel 1899, con la promozione a Mag-
Diaz è associato in modo indele- giore, fu immesso nell’Arma di fanteria
bile alla vittoria conseguita con per poi, nel 1901, transitare di nuovo nel
l’offensiva di Vittorio Veneto, proclamata Corpo di SM, ove si distinse per la sua at-
e celebrata nel famoso Bollettino del Co- tività presso il Reparto Operazioni. Rag-
mando Supremo del 4 novembre 1918. giunto il grado di Colonnello, nel 1910,
In qualità di Capo di Stato Maggiore, assunse il comando del 21° rgt. di fanteria
dal novembre 1917, egli guidò l’Esercito “Cremona”. Nel 1912, scoppiato il conflitto
nell’ultimo anno di guerra. Sotto il suo italo-turco, partecipò alle operazioni bel-
comando, a partire dalla resistenza dopo liche in Libia al comando del 93° rgt. di
il tracollo di Caporetto, la Forza Armata fanteria “Messina”. Durante uno scontro
fu riorganizzata, materialmente e moral- a fuoco fu ferito mentre era alla testa del-
mente, in modo da permettere il contra- le sue truppe, che continuò a guidare fino
sto della pressione nemica, logorandone al conseguimento del successo nell’azione
definitivamente la capacità offensiva, per in corso. Per tale comportamento fu insi-
poi essere lanciata nel contrattacco con- gnito della Croce di Ufficiale dell’Ordine
clusivo. Militare di Savoia:
Nato a Napoli il 5 dicembre 1861, Armando perché nel combattimento di Sidi Bilal-Zan-
Diaz fu un Ufficiale dalla carriera brillan- zur del 20 settembre 1912 comandò le truppe
te. Allievo dell’Accademia di Artiglieria e dipendenti con calma e slancio ammirevoli, a
Genio di Torino nel 1879, Sottotenente nel rincalzo ed a sostegno di altre da tempo im-
1881, prestò servizio in diversi reggimenti pegnate, contro numerose forze nemiche, ri-
d’artiglieria fino al 1893, quando, nel gra- uscendo con l’opportuna e pronta avanzata
do di Capitano, fu ammesso alla Scuola di dei suoi reparti, ad occupare una posizione
Guerra come frequentatore. Terminati, il cui possesso determinò l’inizio della ritirata
brillantemente, gli studi fu assegnato al dell’avversario. Ferito gravemente alla spal-
Comando del Corpo di Stato Maggiore in la sinistra, rimase sul campo fino a che non
Roma. Dopo aver ricoperto diversi incari- gli fu data assicurazione che l’azione anda-
21
Armando Diaz - il Generale della Vittoria
22
nella sfida successiva. Calma accompa- fensiva dopo la vittoria conseguita nella
gnata a risolutezza e determinazione, abi- battaglia del Solstizio (giugno 1918), che
lità organizzativa, esperienza nell’operare secondo l’oculato giudizio del Generale
a capo di uno staff, attenzione e rispetto avrebbe rischiato di dissanguare perico-
per i propri sottoposti, abilità nella media- losamente le riserve umane dell’esercito,
zione, furono tutte doti che si dimostra- già duramente provato dalla battaglia,
rono indispensabili nel portare avanti il senza avere la certezza del successo. In
suo non facile compito. Un compito reso seguito ritardò l’offensiva finale, nono-
difficile non solo dalle gravi circostanze stante le pressioni quasi isteriche da parte
belliche determinate dalla recente scon- politica, fin quando non valutò completa
fitta nella dodicesima battaglia dell’Isonzo la preparazione raggiunta e propizia la si-
(Caporetto) ma anche dalla conseguente tuazione sul campo, al fine di raccogliere
situazione morale in cui erano precipitati una sicura affermazione delle armi, senza
l’Esercito e il Paese e ai sempre tesi rap- esporsi al rischio di un fallimento, al quale
porti con gli alleati. Abilmente Diaz riuscì non si sarebbe potuto porre rimedio per
a mantenere la sua autonomia di coman- l’approssimarsi della fine del conflitto.
do evitando, nello stesso tempo, irrigidi- Spesso la storiografia nel periodo succes-
menti frontali. Con una serie di provvedi- sivo, ma anche la stampa contemporanea
menti interni risanò la situazione morale agli eventi, ha imposto un’immagine di
delle truppe, ristrutturò e riorganizzò le Diaz in opposizione al suo predecessore,
forze e i comandi, ricompattando l’Eserci- Cadorna. Erroneamente, lo stesso svilup-
to intorno all’idea della vittoria. Il Gene- po della guerra è stato spesso suddiviso in
rale seppe anche diplomaticamente con- due periodi quasi antitetici. Da una par-
tenere le egoistiche richieste degli alleati, te la fase 1915-17, dalla dichiarazione di
in particolare francesi, che, come di con- guerra alla sconfitta di Caporetto, caratte-
sueto, sollecitavano il lancio di continui rizzata dallo sforzo per la mobilitazione,
attacchi, senza tener conto della situazio- dagli attacchi sanguinosi, le cosiddette
ne delle forze e degli interessi italiani, e “spallate” di Cadorna (le undici battaglie
che nel frattempo negavano l’aiuto delle dell’Isonzo), e dalla crisi che portò alla rot-
forze americane in arrivo sul continente tura del fronte dell’ottobre 1917. Dall’altro
europeo. Diaz, infine, fu abile anche nei il periodo della riscossa, ottobre 1917-1918,
rapporti con il Governo, che per motivi contraddistinto dalla resistenza sul Piave
politici spingeva per delle offensive che il (prima e seconda battaglia) e dall’offensi-
Generale non riteneva ancora mature dal va di Vittorio Veneto. In realtà la guerra
punto di vista militare. In particolare, elu- italiana, pur con cicli operativi diversi, ha
se la richiesta del Primo Ministro Orlan- avuto un suo sviluppo continuo e conse-
do, desideroso di un’immediata controf- quenziale. Sempre in offensiva, l’Esercito
23
Armando Diaz - il Generale della Vittoria
italiano ha logorato quello austro-ungari- suoi avversari, sul modello dei condottieri
co, che godeva di posizioni tattiche miglio- del secolo appena concluso, che seppe tra-
ri, tenendolo sotto continua pressione e ghettare, con i vecchi metodi, il suo eser-
assorbendone le poche, anche se violente, cito nella modernità, Diaz fu, invece, un
puntate offensive (1916 Strafexspedition, Comandante in senso moderno, all’altez-
1917 Caporetto, 1918 battaglia del Solsti- za dei nuovi tempi, che con metodi ocula-
zio), fino a costringerlo alla resa sul cam- ti, soprattutto nella gestione del persona-
po (Vittorio Veneto). In questo percorso la le e nella pianificazione operativa, seppe
macchina bellica italiana, scesa in guerra raggiungere la vittoria.
con forti carenze, con forze e mezzi ina- Alcuni detrattori evidenziarono che Diaz
deguati al moderno scontro bellico, chiu- colse i frutti maturi della vittoria, sempli-
deva la guerra con un apparato di degno cemente perché si trovò al posto appro-
rispetto, all’altezza dei migliori eserciti del priato nel momento giusto. In realtà Diaz
momento. Un impiego e una trasforma- raggiunse, per le sue qualità, la posizione
zione resi possibili dalla mano ferrea del di comando nel momento opportuno riu-
criticato Cadorna che, a costo di sacrifici scendo, con le sue doti, a portare nel giu-
enormi, riuscì a tenere salda la compagine sto termine, con la tempistica occorrente,
militare, seppe mediare i rapporti con la a compimento gli sforzi compiuti e i sacri-
parte politica e produttiva della nazione, fici patiti nei precedenti anni di guerra.
riuscì a far fronte alle richieste, spesso Lucidamente, fece propria la lungimiran-
ricattatorie, di effettuare continue offen- te decisione di Cadorna di resistere sulla
sive avanzate dagli esigenti alleati, riu- linea difensiva individuata dall’allinea-
scendo a tenere in scacco il potente eser- mento delle posizioni Grappa-Piave-ma-
cito avversario, logorandolo a tal punto da re, guidando la resistenza, riorganizzando
portarlo a richiedere l’aiuto tedesco. In tal materialmente e moralmente l’esercito,
modo il peso dell’Italia nell’economia della che aveva subito il grave smacco di Capo-
guerra dell’Intesa fu determinante. retto, e infine facendo scattare un’offen-
In questo percorso si formò, non senza siva, ben preparata, nel momento giusto,
sacrifici e turbative, una classe di combat- alla fine dell’ottobre del 1918, concedendo
tenti e di comandanti esperti, all’altezza alla nazione quella vittoria sul campo tan-
della sfida bellica. Diaz fu uno degli uo- to agognata e meritata. Un successo che
mini selezionati e cresciuti sotto l’ombra non era scontato, quello di Vittorio Vene-
del ferreo Cadorna. Un ufficiale di tipo to, come l’accanita resistenza avversaria
nuovo, rispetto al suo predecessore, le cui nelle prime fasi della battaglia dimostrò.
qualità accentratrici e intuitive non era- L’affermazione dell’Italia nella Grande
no più al passo con i tempi. Se Cadorna fu Guerra fu dovuta, naturalmente, al con-
un Capo, riconosciuto e temuto anche dai corso di molti fattori e congiunture di ca-
24
rattere sia esterno sia interno. Tra questi per le generazioni successive. Il Generale
ultimi la collettiva capacità di sacrificio del Diaz, che per la posizione di responsabili-
popolo italiano, la cui espressione massi- tà decisionale fu determinante per la con-
ma fu quella della generazione maschile duzione vittoriosa della guerra, divenne
inviata al fronte a combattere, e il valore e un’icona vivente della vittoria. Per lui fu
l’impegno dei singoli, uomini e donne, non coniato il titolo di “Duca della Vittoria”,
solo combattenti, anonimi attori le cui ge- concessogli dal Sovrano nel 1921, mentre
sta e sacrifici, nella maggior parte dei casi, nel 1924, assieme a Cadorna, fu nominato
resteranno per sempre sconosciuti. Non Maresciallo d’Italia. Egli seppe incarnare
a caso, per il suo simbolismo, fu celebra- nel momento giusto le qualità necessarie
to nel Milite Ignoto l’eroe senza nome che per il conseguimento del successo. Qualità
tutto aveva dato per la Patria, senza rice- personali filtrate attraverso l’esperienza
vere riconoscimenti in vita o glorificazioni formativa dovuta al suo lungo operato
postume; il combattente caduto, intorno nell’Esercito. In ultima analisi Diaz finì
al quale, finito il conflitto, tutta la nazione per incarnare l’immagine vivente della
si raccolse commossa. Tanti, comunque, capacità della Nazione di saper trarre dal
ebbero il meritato riconoscimento per il proprio seno, al momento opportuno, gli
proprio valore e per il contributo dato alla uomini giusti per far fronte al perico-
vittoria, come attestato dalle numerose lo. Divenne, pertanto, uno dei simboli di
decorazioni concesse per meriti di guerra. quella forza interna del popolo italiano
Alcuni di questi uomini, sia tra coloro che che si era attivamente espressa attraverso
sono caduti in combattimento sia tra chi è l’impegno, sia dei singoli sia della colletti-
sopravvissuto alla guerra, sono diventati vità, per il superamento della crisi e il rag-
celebri per il loro operato, modelli di abne- giungimento della vittoria. E alla vittoria
gazione per il bene comune, in particolare il nome di Diaz fu legato per sempre.
25
FOCUS DIFESA
26
THAON DI REVEL
L’ARTEFICE DELLA VITTORIA SUL MARE
Leonardo MERLINI
P
aolo Thaon di Revel fu un italia-
no, un ufficiale della Marina, un
uomo delle istituzioni, dello Sta-
to - com’ebbe più volte a dichiarare - che
tanto diede alla nostra Nazione in genera-
le e alla Marina in particolare, avendo la
sua vicenda umana e professionale attra-
versato la storia d’Italia dal 1913 al 1944.
Il Grande Ammiraglio Paolo Emilio Thaon
di Revel nasce a Torino il 10 giugno 1859.
Entrato in Marina nel 1873, e promosso
Ufficiale nel 1877, tra i vari imbarchi an-
novera i comandi della torpediniera Spar-
viero e della goletta Palinuro, delle navi
scuola Caracciolo e Vespucci, dell’incro-
ciatore Etna.
Aiutante di Campo sia del Re Umberto I,
sia di Vittorio Emanuele III. Comandante
prima della Scuola Macchinisti di Vene-
zia, e quindi dell’Accademia Navale, nel
dicembre del 1908, al comando della Nave
da battaglia Vittorio Emanuele, parteci-
pa alle operazioni di soccorso alle popo-
27
Thaon di Revel - Il bollettino della vittoria navale
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soluta determinazione nel salvaguardare solo obiettivo: il conseguimento del bene
gli interessi dell’Italia. comune.
Personalità che traspare nel “Bollettino La guerra marittima condotta in Adriatico in
della Vittoria” quale conseguenza della unione a reparti degli Alleati e degli Stati Uniti
condotta strategica della Regia Marina. col più costante e sagace ardimento nella ri-
Basta scorrere il testo del Bollettino1 per cerca dell’avversario in mare aperto e dentro
comprendere le motivazioni che condus- i muniti porti, è finita entro Pola con uno dei
sero Paolo Thaon di Revel a condividere la più luminosi esempi dell’eroismo italiano.
Vittoria con tutti i Marinai d’Italia. La guerra marittima dell’Italia fu condot-
Marinai! ta prevalentemente in Adriatico e Paolo
Con una parola e un punto esclamativo Thaon di Revel fu convinto assertore di
Paolo Thaon di Revel chiama, in un uni- una nuova strategia. La frastagliata con-
co grande appello, tutti i protagonisti della formazione delle coste adriatiche orienta-
Vittoria senza distinzione. Per il Grande li2 poneva gli italiani in una posizione di
Ammiraglio esiste un solo ideale: la Patria. inferiorità3. L’Ammiraglio, profondo cono-
E’ la comunità marinaresca che ha contri- scitore della storia navale italiana, lucido
buito alla salvaguardia e alla difesa degli analista rinunciò alla tesi della grande
interessi nazionali, con sacrificio e con un battaglia navale risolutiva, ma percor-
29
Thaon di Revel - Il bollettino della vittoria navale
se la rotta delle sue idee affrontando il verato in una lotta senza tregua, supplendo
nemico in maniera diversa impiegando al difetto dei mezzi ed alla gravità dei molte-
stratagemmi e sistemi d’arma come i “tre- plici compiti, con una vigoria, con una auda-
ni armati” a difesa del litorale adriatico, i cia sempre più pronte e ferme.
“pontoni armati” a difesa della piazza di Tutti gli italiani conoscono i nomi dei sin-
Venezia4 e “lo sbarramento del Canale goli Eroi e delle vittorie fulminee, ma non
d’Otranto” per ostacolare il transito dei a tutti è nota l’opera silenziosa, aspra, ge-
sommergibili nemici. Inoltre, impostò le nerosa compiuta in ogni ora, in ogni even-
operazioni offensive con incursioni nei to, in ogni fortuna, quando solamente una
porti nemici, compiute “ognitempo” con assoluta dedizione al dovere poteva supe-
ogni mezzo5, che minarono oltremodo rare l’imparità delle condizioni e la durez-
psicologicamente il nemico. Ciò alimen- za degli ostacoli. L’atavica criticità di mezzi
tò in tutti i Marinai una ferrea determi- in cui versava l’Italia all’inizio del conflitto
nazione che portò alle vittoriose imprese e le condizioni di inferiorità geo-strategi-
della Grande Guerra. che dovute alla fisionomia orogenetica
Dal primo all’ultimo giorno, voi avete perse- delle coste adriatiche collocarono le forze
30
italiane di mare in una situazione di in- scattato un intero popolo.
feriorità che l’Ammiraglio Paolo Thaon di Onore sempre a voi tutti, onesti e prodi Ma-
Revel conosceva molto bene e che cercò rinai d’Italia!
sempre di aggirare e sconfiggere nel corso Il comandante, l’eroe, la guida carismati-
della guerra. ca non mette se stesso in modo egoistico
Sappia oggi la Patria, di quanti sforzi ap- avanti a tutti. Una frase epica che profi-
parentemente ingloriosi è fatta questa Sua la il carattere e la fisionomia del Grande
immensa gloria. Consideri come due volte Ammiraglio Paolo Thaon di Revel come
la Vittoria abbia preso il volo e l’augurio dal uomo di mare e condottiero, artefice della
gorgo ove le più potenti navi nemiche scom- vittoria marittima, chiudendo l’ordine del
parivano: da Premuda al Piave, da Pola a giorno così com’era iniziato.
Trieste e Trento. Egli dopo aver condotto con la solita lun-
La grande nave colata a picco nel porto di gimiranza e tenacia tutte le azioni prope-
Pola fu più che un presagio. deutiche all’armistizio e aver coordinato
Nel suo nome stesso ostentava la vecchia le operazioni di ripristino dei litorali delle
menzogna delle forze, non riunite ma coat- isole redente, fedele ai suoi ideali di Stato
te. La duplice dissoluzione è avvenuta. Come e alla sua indole, sicuro di aver ultimato
più non esiste l’esercito, la flotta imperiale i compiti per i quali era stato chiamato a
non esiste più. guidare la Regia Marina, chiese e ottenne,
In questi passaggi si leva intenso e acco- il 4 ottobre 1919, l’esonero dall’incarico.
rato l’amore per la Patria, ma soprattutto
l’appagamento per quanto avvenuto. Nei Note
pensieri dell’Ammiraglio era ancora fresca 1 Diramato il 12 novembre 1918, qualche giorno
l’onta della sconfitta navale subita a Lissa. dopo l’affondamento della corazzata Viribus
Unitis a opera di Raffaele Rossetti e Raffaele
La Grande Guerra doveva essere l’occa-
Paolucci con la celebre mignatta forzando il
sione per ricucire e sanare quella ferita, porto nemico di Pola, e il giorno successivo
ancora fresca e sanguinante. Paolo Thaon all’armistizio di Compiègne.
di Revel ottenne da subito il comando su- 2 Ricca di insenature, isole e isolotti che
garantivano sicuri ridossi, ancoraggi e
premo navale dell’Adriatico respingendo
protezione.
le pretese alleate di sostituirsi o alternarsi 3 Rispetto alla costa italiana che, al contrario, si
ad esso. Egli affermò che “non bisogna che estendeva linearmente senza alcuna possibilità
la storia registri che il disastro di Lissa è di protezione, copertura e difesa.
4 L’Ammiraglio si prodigò nella difesa a oltranza
stato cancellato da un capo straniero”. La
di Venezia operando personalmente in prima
paziente attesa, la certosina costanza e la linea e verificando preventivamente ogni rischio
ferma abnegazione restituirono all’Italia e pericolo.
marinara la dignità macchiata il 20 luglio 5 Aviazione navale, sommergibili, mezzi sottili,
leggeri e d’assalto.
1866 a Lissa; il sacrificio comune aveva ri-
31
FOCUS DIFESA
32
LA GUERRA AEREA
1915-1918
Basilio DI MARTINO
P
er lungo tempo l’analisi storica guerra a darne un’interpretazione che,
non ha dedicato molto spazio anche quando vedeva predominare
alla dimensione aeronautica l’integrazione con le forze di superficie,
del primo conflitto mondiale e quando ne rispecchiava sempre l’intima essenza
lo ha fatto ne ha spesso dato una visione intesa come capacità di proiettare potenza
parziale, lasciandosi affascinare dalla attraverso l’aria per conseguire obiettivi
dimensione eroica del cavaliere alato o strategici, operativi o tattici. Nel caso
soffermandosi sullo sviluppo tecnico del dell’aviazione italiana nell’ultimo anno
mezzo aereo. Sono spunti di riflessione della Grande Guerra si può davvero
interessanti ma che impediscono di parlare di strumento aeroterrestre. Sin
cogliere la complessità del problema posto dal 1914 era apparso evidente quanto
dal concretizzarsi dell’antico sogno del il mezzo aereo fosse importante per
volo. Se si ha una certa familiarità con la raccolta di informazioni a supporto
la storia delle operazioni aeree, e con le del processo decisionale dei comandi
problematiche connesse con l’impiego e, forse in misura ancora maggiore,
del mezzo aereo, non è difficile vedere dell’azione dell’artiglieria, un tema che
che nel 1918, le sue modalità erano già ricorre di frequente nelle comunicazioni
compiutamente definite. Il conflitto del Comando Supremo. Nel 1917 si
aveva infatti visto nascere il concetto concretizzò l’utilizzo del velivolo a
di potere aereo, portando le nazioni in diretto supporto delle forze di terra, un
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La Guerra Aerea 1915 - 1918
34
12.000 e l’Austria-Ungheria si attestò sostenuta dall’apporto di tecnologie
intorno alle 5.000. Questi numeri danno francesi, fu di gran lunga superiore a
evidenza dell’esistenza in Italia di una base quella dell’industria austro-ungarica.
industriale che, pur rispecchiando i limiti Nella stessa misura risultò più efficace
di un’economia ancora in larga misura l’organizzazione logistica, sia nel settore
agricola e senza mai riuscire a compiere della manutenzione sia in quello del
un vero salto di qualità dal punto di vista rifornimento. Sono questi fattori decisivi
dell’organizzazione, risentendo inoltre nella guerra aerea e tali si dimostrarono
di una limitata capacità progettuale, già allora, mettendo in luce il profondo
si dimostrò comunque più reattiva e legame esistente tra organizzazione
meglio strutturata di quella del principale industriale, struttura logistica e capacità
avversario. L’urgenza di incrementare la operativa, con le prime due determinanti
produzione e la mancanza di solide basi per l’affermarsi della terza. La storia della
tecnico-ingegneristiche, conseguenza guerra aerea diventa così storia di uomini
dell’assoluta novità del tipo di lavorazioni, e macchine, in cui tecnologia e dottrina
causarono inconvenienti e disfunzioni, si rincorrono per creare una forza aerea
e non mancarono le scelte sbagliate, ben bilanciata nelle sue componenti e in
ma la produzione di velivoli e motori, grado di svolgere al meglio i suoi compiti.
35
FOCUS DIFESA
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L’ARMA AL FRONTE
IL REGGIMENTO CARABINIERI REALI NELLA GRANDE GUERRA
Francesca PARISI
I
l Reggimento Carabinieri Reali, forti preoccupazioni sulla loro affidabilità.
mobilitato il 24 maggio 1915 per Dal canto loro i militari, che non confida-
partecipare alle operazioni bel- vano appieno nelle proprie forze e risorse,
liche, costituisce il primo reparto tattico non riuscivano a comprendere quale fosse
dell’Arma a piedi. Venne costituito con il loro reale impiego in guerra. Erano uo-
militari provenienti da varie Legioni, cir- mini completamente impreparati ai disagi
costanza che non permise, se non dopo un della trincea e quanto avvenne intorno a
apprezzabile periodo, la perfetta coesione loro, dai bombardamenti alla mancanza
tra i superiori e i dipendenti, nonché tra di moto e riposo, contribuì a deprimerne
gli stessi militari di pari grado. Il primo pe- lo spirito. Durante il primo periodo tra-
riodo, poi, caratterizzato da un servizio di scorso dal Reggimento al seguito del Co-
protezione e sicurezza per la difesa del Co- mando Supremo per i servizi di sicurezza,
mando Supremo, certamente non fu d’a- non vi furono particolari problematiche
iuto ai militari, che giunsero impreparati sanitarie anche se, con le prime marce di
nel momento in cui dovettero sostenere addestramento, si manifestarono casi di
la vita di trincea. A ciò si aggiunse l’insuf- facile affaticamento fisico. Il Reggimento
ficiente addestramento della truppa, con entrò in campagna senza aver ricevuto
il conseguente degenerarsi del rapporto un’idonea preparazione tattica, ad ecce-
tra questa e gli Ufficiali che, percependo zione degli elementi del 1° Battaglione,
l’impreparazione degli uomini, nutrivano provenienti dalla Legione Allievi che,
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L’Arma al fronte
38
le disposizioni per l’imminente azione e zione centrale, che funzionava altresì da
allestiti due posti di medicazione: il primo punto di radunata per l’ulteriore sgombe-
nella trincea a tergo delle truppe, con gli ro. La giornata dell’assalto si concluse con
ufficiali medici Mario Sangiovanni e Vito 148 feriti, di cui 7 Ufficiali, e il recupero di
Tronconi, che ebbero a loro disposizione 45 Caduti; i dispersi furono 10. Frattanto
8 portaferiti, 4 barelle, uno zaino di sani- i risultati della decisione presa dai sanita-
tà, 3 tasche di sanità regolamentari e una ri di allontanare i malati non tardarono
buona scorta di materiale di medicamen- ad arrivare, resi più efficaci dall’inibi-
to in sacchi. L’altro posto di medicazione, zione dell’uso di acqua delle fonti vicine,
stabilito nella trincea retrostante e nella a favore dell’esclusivo utilizzo di quella
strada coperta, che costituiva la via più proveniente da Cormons, e dalla disinfe-
agevole da seguire per i portaferiti, venne zione di ogni recesso sia nelle trincee, sia
affidato agli ufficiali medici Antonio Zaf- nell’accampamento. Erano state allestite
firo e Giulio Salvioni, con lo stesso nume- numerose latrine da campo, tanto da rad-
ro di portaferiti e la medesima quantità di doppiare il numero di quelle esistenti e
attrezzature mediche. Al posto centrale si era provveduto all’interramento e alla
di medicazione rimase il tenente medico disinfezione di quelle usate in preceden-
Mario Montechiari. Sin dall’inizio dell’as- za, impedendo con accurata vigilanza che
salto, iniziato poco dopo le 11:00, i feriti si potessero disseminare altre sostanze
affluirono in massa ai posti di medicazio- escrementizie. Il trasferimento delle cuci-
ne avanzati, i quali, ricevuto il primo soc- ne vicino l’accampamento permise di con-
corso, vennero inviati al posto di medica- fezionare e distribuire il rancio in manie-
39
L’Arma al fronte
40
inoltrarsi curvi e silenziosi, con l’arme alla E passarono tutti, disinvolti e sereni per an-
mano e senza zaino per essere più pronti dare a compiere il più grande dei Doveri.
e veloci all’attacco, su per i camminamen- E quando l’ultimo di essi scomparve nel tor-
ti che dovevano condurli all’aperto fuori di tuoso camminamento, io mi ritirai commos-
ogni riparo, in faccia al nemico. Salutai più so, presso il posto di medicazione, con l’ani-
volte con la mano e sorridendo ai miei ami- mo sospeso nell’ansietà dell’attesa. Furono
ci ufficiali che passavano. In quel momento minuti e mi parvero ore lunghissime!...
sentii proprio che erano miei amici carissimi: I primi spari mi scossero. E il pensiero mi
li conoscevo da due mesi appena, ma la vita corse subito a quei valorosi che, per primi,
intensa, piena di emozioni nuove e vivissime, in rappresentanza della vecchia e gloriosa
di quel breve periodo di tempo, ci aveva inti- Arma, versando il loro sangue, tinsero di
mamente uniti, affratellati, anzi. Avrei volu- vermiglio la nostra terra ancora irredenta.
to fissare in modo indelebile nella mia mente Ma non rimasi lungamente a seguire le mie
la figura di ciascuno di quei Carabinieri che idee. Cominciarono a giungere i feriti uno a
mi sfilavano davanti. Non mi rimase, invece, uno, poi a gruppi, quali sorretti, quali su ba-
che l’impressione del Carabiniere: di un Cara- relle.
biniere un po’ diverso da quello ch’è in tempo E come di fronte al nemico, furono eroi di
di pace, ma sempre composto, serio, austero, fronte al dolore: i feriti gravi non si lamenta-
come si è soliti vederlo ovunque, in ogni cir- vano, quelli leggeri cercavano di non richie-
costanza, sempre. dere nemmeno l’opera del medico.”
41
FOCUS DIFESA
ROMAN
STAR
Il Royal Anglian Regiment
e il 3° Reggimento Alpini
in addestramento in Piemonte
63
Il tutto – per quanto riguarda la fase negli edifici presidiati dalle forze
conclusiva della Roman Star - nel corso di nemiche, e del supporto (in modalità
una manovra complessa svoltasi nell’area simulata) dei mortai e dell’artiglieria da
addestrativa del 3° Alpini, che ha visto montagna, fornito dal 1° reggimento di
l’impiego di elicotteri dell’Aviazione Fossano.
dell’Esercito per trasportare i fanti del Durante l’esercitazione il fuoco è stato
Royal Anglian e del Susa, degli specialisti a salve, ma il livello di realismo è stato
del 32° genio per effettuare irruzioni assai elevato. Ciò ha permesso ai 140
64
militari britannici (tra i quali un gruppo ambiente con un partner inconsueto
di studenti di Cambridge, aspiranti e assai professionale: un’esperienza –
ufficiali) - provenienti dalle pianure di quella della “Roman Star” che si iscrive
Bury St. Edmonds, a nord di Londra - di nella dimensione internazionale delle
saggiare uno scenario war su un terreno Forze Armate italiane, abituate da
nuovo e impegnativo, amalgamandosi decenni a operare in contesti NATO con
con gli Alpini della brigata Taurinense. unità alleate.
Questi ultimi si sono esercitati nel loro
65
66
67
68
69
70
71
TECNICA,
PROFESSIONE
E SOCIETÀ
IL CENTRO STUDI
POST-CONFLICT OPERATIONS
DELL’ESERCITO ITALIANO
Gianluca MASCHERANO
72
I
profondi mutamenti intervenuti cie di natura irregolare e ibrida, molto più
nel panorama geo-politico mon- complicate da contrastare, estese a livello
diale dalla fine dello scorso mil- globale e difficilmente contenibili rispetto
lennio hanno portato le Forze Armate al passato. Sulla base dei compiti istituzio-
dei Paesi Occidentali (Italia compresa) ad nali assegnati allo Strumento Militare na-
operare in ambienti operativi sempre più zionale, delle missioni della Difesa e degli
complessi e dinamici, caratterizzati dall’e- impegni internazionali assunti dall’Italia,
mergere di nuove forme di minaccia, spe- le Forze Armate italiane saranno sempre
73
Il Centro Studi Post-conflict Operations dell’Esercito Italiano
74
operativi da porre a base dei processi di lAJP 3.4.5 “Allied Joint Doctrine for the
pianificazione della Difesa. Il Centro ha Military contribution to Stabilization
elaborato negli anni numerosi studi tra i and Reconstruction”;
quali si evidenziano: • in ambito ONU, alla redazione dello
• Provincial Reconstruction Team (PRT). “United Nation infantry battalion ma-
La “Via Italiana”; nual”;
• l’impiego degli specialisti funzionali • in ambito UE, al “Concept on Pro-
reclutati dalla Riserva Selezionata; tection of Civilians in EU-led Military
• l’impiego della componente CIMIC Operations”.
terrestre nelle operazioni di S&R;
• linee guida per le operazioni in pre-
senza di bambini soldato;
• il contrasto della corruzione in uno
scenario di stabilizzazione e ricostru-
zione;
• il Comprehensive Approach (CA) e l’Ap-
proccio Nazionale Multidimensionale
(ANMD) ai fini delle operazioni di
S&R;
• Security Sector Reform (SSR). La rifor- Asse formativo
ma del settore sicurezza nell’ambito Il Centro è orientato alla qualificazione e
della S&R; specializzazione di personale militare e ci-
• studio sullo sviluppo di una capacità vile nel settore delle operazioni post-con-
HTS (Human Terrain System) nell’am- flittuali, con particolare riguardo alla S&R.
bito di un contingente nazionale im- Nell’ambito della funzione formativa, il
piegato in attività di S&R. Centro si propone di offrire una “forma-
Nel settore della dottrina, il Centro ha svi- zione mirata”, basata su insegnamenti
luppato e/o collaborato alla stesura delle specifici, rivolta contestualmente sia alle
seguenti pubblicazioni: componente civile sia a quella militare,
• PSE 3.4.5 “Le operazioni di stabilizza- nazionale e straniera, al fine di:
zione”, di COMFORDOT, di cui è cu- • accrescere la preparazione specifica
stode per la Forza Armata; nel settore S&R;
• “Le operazioni contro-insurrezionali”, • sviluppare sinergicamente compe-
di SME RIF/COE. tenze, sia operative sia tattiche, in un
A livello internazionale ha preso parte ai quadro di mutua comprensione e coo-
seguenti lavori: perazione;
• in ambito NATO, allo sviluppo del- • elevare il livello di conoscenza reci-
75
Il Centro Studi Post-conflict Operations dell’Esercito Italiano
76
gio riconosciuto dell’offerta formativa del il quale svolge su base semestrale due
Centro si riassume: corsi: Il “Common Security and Defence
• nella specificità ed attualità degli ar- (CSDP) Course” e il “Law Of Armed Confli-
gomenti trattati (grazie alle relazioni ct (LOAC) Course”; tali corsi sono rivolti a
sviluppate negli anni con il contesto cadetti, tenenti e studenti universitari dei
universitario e quello dei Centri pari- Paesi dell’ EU o di paesi amici, ed hanno lo
tetici in Italia ed all’estero); scopo di diffondere tali tematiche già tra i
• nella varietà di scenari offerti quali frequentatori più giovani. Il Centro inol-
case study, cui contribuiscono profes- tre contribuisce al processo di internazio-
sionisti (militari o civili) con provata nalizzazione degli allievi della Scuola di
ed autorevole esperienza sul campo; Applicazione dell’Esercito, offrendo agli
• nella peculiare collocazione geografica Ufficiali Allievi, questa volta con finalità
del Centro nella città di Torino, che ha di miglioramento della lingua inglese, mo-
permesso di sviluppare una fitta rete duli didattici sugli argomenti di compe-
di sinergie con l’Università e le agen- tenza (S&R, LOAC , CSDP,...).
zie dell’ONU insistenti sul territorio Il CSPCO stabilisce e mantiene i collega-
(UNSSC1, ILO2,UNICRI3 e UNESCO4). menti con altri Centri similari operanti in
Oltre ai citati corsi focalizzati sul tema ambito NATO e non, con altre Forze Ar-
della S&R, il Centro è impegnato in corsi mate, con Università/Istituti nazionali ed
residenziali sotto l’egida dello European esteri, nonché con Dipartimenti, Uffici e
Security and Defense College (ESDC), per Agenzie delle Nazioni Unite e dell’Unione
77
Il Centro Studi Post-conflict Operations dell’Esercito Italiano
78
Europea, allo scopo di individuare possi- CONCLUSIONI
bili forme di collaborazione sui temi del Il CSPCO ha dimostrato la propria valen-
post-conflitto. Dalla data della sua fonda- za al fine di sistematizzare e capitalizza-
zione il Centro ha visto transitare nelle re l’esperienza italiana nell’ambito delle
proprie aule più di tremila frequentatori, Operazioni di Stabilizzazione e Ricostru-
sia nei corsi residenziali sia presso altri zione, e favorire, attraverso le attività
enti, con una audience estremamen- formative, l’integrazione tra la compo-
te eterogenea che spazia dagli studenti nente militare e civile.
universitari agli Ufficiali Generali/diri- Tale nicchia di eccellenza nazionale si
genti della nostra e di altre forze arma- consoliderà attraverso una ancora più
te, a dirigenti e funzionari di aziende efficace politica nello sviluppo delle si-
private, annoverando, dal punto di vista nergie con strutture omologhe ed enti
delle nazionalità, più di 35 Paesi. Recen- quali il Multinational Cimic Group, il 28°
temente, il CSPCO è stato chiamato dallo rgt. Comunicazioni Operative “Pavia”
Stato Maggiore della Difesa per fornire ed il Centro d’Eccellenza per le Security
un supporto, in termini di mentoring and Force Assistance. Prezioso e cruciale in
advising nell’ambito di alcuni programmi tale cornice è lo speciale rapporto in atto
di assistenza internazionale della NATO con le locali rappresentanze delle Nazio-
nel campo della formazione: ad oggi, il ni Unite (dell’UNICRI, UNSSC e ILO) e la
Centro invia propri Subject Matter Exper- stessa Università degli Studi di Torino.
ts in Georgia ed in Tunisia. Il caso della Il CSPCO è una piccola ma dinamica re-
Georgia, ad esempio, ha visto la Defence altà in termini di integrazione civile e
Institution Building School (DIBS) di Tbilisi, militare quale efficace implementazio-
condurre quest’anno la seconda edizio- ne di un approccio multi-dimensionale.
ne del corso di orientamento sulla S&R, Ciò risulta cruciale nell’ottica di impegni
attraverso l’utilizzo esclusivo di risorse crescenti in aree fragili del mondo, dove
locali ed il supporto esterno di SMEs del tale concetto rappresenta certamente un
CSPCO. Il Centro è in grado di aderire alle irrinunciabile elemento di successo del
richieste provenienti da altre realtà acca- sistema paese.
demiche e operative, fornendo pacchetti
didattici attagliati per contenuto, durata 1. United Nation System Staff College
ro: questa capacità “expeditionary”, viene 3. United Nation Interregional Crime Research Institute
79
TECNICA,
PROFESSIONE
E SOCIETÀ
E xplosive
O rdnance
Di s p o s a l
LA LOTTA AGLI
ORDIGNI ESPLOSIVI
Una capacità interforze a 360°
Pasquale PETRILLO
80
T
utto inizia con un’enorme nube militari esperti e preparati, che rischiano
di polvere che segue un violento ogni giorno la propria vita per protegge-
boato, detriti e frammenti vari re commilitoni e civili, in patria e all’este-
proiettati a decine di metri di distanza e ro, dalla minaccia esplosiva. Gli operatori
un team di militari che indossano pesanti Explosive Ordnance Disposal (EOD)1 hanno
tute protettive, i primi ad accedere nell’a- una grande responsabilità, perché sono
rea di pericolo che è stata precedentemen- loro a decidere le modalità tecniche con
te interdetta. Poi paura, urla e sconcerto cui intervenire sull’ordigno, a stabilire le
fra la gente, se l’esplosione è stata pro- distanze di sicurezza e a dettare la tem-
vocata da un Improvised Explosive Device pistica dell’intervento. Tuttavia, per parti-
(IED) attivato in un luogo affollato, oppure colari incidenti rientranti nella categoria
soddisfazione e strette di mano se gli ope- “A”2, ovvero quelli che costituiscono una
ratori hanno volontariamente causato la minaccia grave ed imminente alla vita,
detonazione per neutralizzare l’ennesi- le operazioni di neutralizzazione dell’or-
mo ordigno esplosivo ritrovato in teatro digno devono iniziare immediatamente,
operativo o sul territorio nazionale. In senza tener conto di eventuali rischi a ca-
entrambi i casi, l’intervento è eseguito da rico dell’operatore.
81
Ecco perché il personale EOD deve essere a caricamento speciale (CBRN Explosive
altamente qualificato e motivato, possede- Ordnance). Con il termine Explosive Ord-
re degli standard professionali dettaglia- nance, difatti, si intende qualsiasi muni-
tamente definiti a livello ONU e NATO, zionamento contenente materiale esplo-
ed è tenuto ad aggiornarsi costantemen- sivo, radiologico-nucleare oppure agenti
te riguardo allo sviluppo ed uso di nuove chimici o biologici. Sono inclusi in questa
procedure, tecniche e materiali. Gli opera- definizione bombe e teste di guerra, mis-
tori EOD costituiscono un assetto pregiato sili balistici e teleguidati, razzi, munizioni
non solo in Italia, ma in tutti i Paesi della per artiglieria, mortaio e armi di piccolo
NATO, perché sono loro che provvedono calibro, mine, siluri e cariche di profon-
alla bonifica della minaccia esplosiva, sia dità, materiale pirotecnico, bombe a grap-
essa convenzionale o improvvisata, in pa- polo, ordigni elettro-esplosivi, clandestini3
tria e all’estero. ed improvvisati ed ogni altro oggetto o
Il ruolo dell’EOD componente esplosivo in natura. Per far
L’Explosive Ordnance Threat (EO Threat), fronte a tale minaccia, esistono diverse
cioè le tipologie d’incidente che il perso- capacità che gli operatori acquisiscono nel
nale EOD è chiamato a risolvere, è vasta e tempo grazie a corsi lunghi ed impegna-
diversificata ed include sia le Conventional tivi, che vanno dalla semplice Explosive
Munitions (CMs), sia gli IEDs, sia gli ordigni Ordnance Reconnaissance (EOR) fino al
82
CBRN EOD, ovvero all’acquisizione del- nal Weapons5 (CCW) è dedicato intera-
la capacità di neutralizzare ordigni con- mente agli ERW che, ogni anno, causano
venzionali o improvvisati a caricamento un’ingente quantità di vittime innocenti
speciale. L’EO Threat può essere sia ali- ed hanno un notevole impatto umanita-
mentata deliberatamente dal nemico, per rio. Il Protocollo si occupa della bonifica
esempio posizionando IEDs lungo i per- dei residuati bellici, prevede delle misure
corsi maggiormente utilizzati dalle trup- preventive a tutela dei civili ed istituisce
pe e facendoli esplodere all’occorrenza, delle misure tecniche allo scopo di ridur-
oppure essere un retaggio di un conflitto re al minimo il numero degli ERW e dare
oramai terminato. Gli Explosive Remnants assistenza al personale coinvolto. Il Pro-
of War (ERW), ad esempio, comprendono tocollo V, in particolare, impone alle Parti
tutti gli ordigni utilizzati nel conflitto che firmatarie che hanno fatto uso di ordigni
risultano inesplosi (UXO) o abbandonati esplosivi diventati ERW, una volta cessate
(AXO) dai belligeranti4 e che costituiscono le ostilità, di dare assistenza agli Stati che
un pericolo non solo per le truppe, ma so- di fatto controllano il territorio dove si
prattutto per la popolazione locale. Il tema trovano i residuati bellici. Il supporto deve
dei residuati bellici è molto sentito a livel- essere garantito sia in termini finanziari,
lo internazionale, tant’è che il Protocollo sia inviando sul posto le risorse necessa-
V della Convention on Certain Conventio- rie ed il personale addetto alle operazioni
83
di bonifica, in modo da poter ripristinare mezzi ed infrastrutture, militari e civili,
il prima possibile un Safe and Secure En- in patria e all’estero, mediante operazio-
vironment (SASE). Resta fermo l’obbligo ni di bonifica degli ordigni esplosivi e di
per gli Stati firmatari che controllano il supporto alla Freedom of Movement (FoM)
territorio contaminato da ERW di proce- delle unità impiegate nei teatri operativi.
dere, senza ritardo, alla individuazione EOD: una capacità joint “by nature”
e delimitazione, rimozione e distruzione L’EOD è solitamente ricondotto alle attivi-
dei residuati bellici, nonché di fornire as- tà land, ma in realtà è una capacità joint,
sistenza e protezione ai civili. Nell’ambito in quanto l’EO Threat può presentarsi in
della CCW, un documento a parte è dedi- qualsiasi ambiente operativo. Accanto
cato all’uso di mine, trappole esplosive ed agli assetti specialistici dell’Esercito, di-
IEDs. Il Protocollo II6 bandisce, difatti, l’u- fatti, che rivestono un ruolo preminente
so di particolari tipologie di mine anti-uo- nella lotta alla minaccia esplosiva, anche
mo, booby-traps e IEDs, e stabilisce delle la Marina e l’Aeronautica possiedono
regole per la loro tempestiva registrazio- questa peculiare capacità per procedere,
ne, rimozione, distruzione e neutralizza- nel primo caso, alla bonifica di porti e aree
zione. Nel quadro giuridico definito dalle marittime specifiche o a boarding opera-
disposizioni internazionali, alle quali l’Ita- tions che richiedonono la neutralizzazio-
lia ha da tempo aderito, il ruolo dell’EOD ne di ordigni, oppure, nel secondo caso,
è appunto quello di mitigare l’EO Threat, ad attività di protezione aeroportuale o di
contribuendo alla protezione di uomini, Airfield Damage Repair (ADR), cioè alla bo-
84
nifica ed al ripristino di piste danneggiate bari del Gruppo Operativo Subacquei che,
o rese impraticabili da trappole esplosive tra le varie attività uniche nel loro gene-
o UXO. L’EOD è probabilmente la capa- re, sono in grado di neutralizzare la mi-
cità che più si adatta, per sua natura, ad naccia esplosiva in ambiente marittimo.
essere esercitata a livello joint e che più Essi rappresentano l’eccellenza nazionale
di ogni altra attività cross-services dimo- nell’ambito dell’underwater EOD e, fra i
stra quanto sia indispensabile procedere molteplici compiti di competenza, svolgo-
all’amalgama e all’integrazione delle com- no operazioni subacquee ad alto rischio,
ponenti, sia a livello nazionale che inter- volte al ripristino delle condizioni di si-
nazionale, al fine di poterne sfruttare al curezza della balneabilità e della naviga-
massimo le singole peculiarità. L’Esercito zione. L’Aeronautica, a sua volta, possiede
possiede delle unità altamente specializ- unità specializzate nell’ambito della Force
zate, impiegate in patria per la bonifica di Protection, ad esempio i Fucilieri dell’A-
residuati bellici ed in teatro per operazioni ria del 16° Stormo e gli Incursori del 17°
propriamente EOD o di supporto alle se- Stormo, che garantiscono la sicurezza del
arch and route clearance operations. Anche personale, dei mezzi e delle infrastrutture
il Centro di Eccellenza C-IED, a valenza aeroportuali, anche in termini di bonifica
interforze, è gestito dall’Esercito e costi- degli ordigni esplosivi che ostacolano le
tuisce il punto focale per tutte le attività, operazioni aeree o che costituiscono un
soprattutto addestrative, che riguardano pericolo per il personale operante nelle
i settori del C-IED e dell’EOD. La Marina, installazioni aeronautiche. I Carabinieri,
invece, vanta fra le proprie fila i Palom- infine, sono dotati della capacità EOD per
85
Explosive Ordnance Disposal - una capacità joint a 360°
poter far fronte alla minaccia derivante della cooperazione e della standardizza-
dagli ordigni improvvisati: sono loro di- zione fra i Paesi dell’Alleanza Atlantica
fatti i first responders per gli incidenti IED nel settore dell’EOD, considerata una ca-
che si verificano sul territorio nazionale7. pacità joint e cross-functional, parte della
Questo dimostra che l’EOD è una capacità funzione Military Engineering (MILENG),
fondamentale esercitata da tutte le com- a supporto delle operazioni terrestri, ae-
ponenti militari con differenti peculiarità ree, marittime e delle forze speciali. L’AJP
ed in ambiti diversi, sempre al servizio del 3.18 regolamenta, fra l’altro, a livello ope-
Paese, allo scopo di mitigare o eliminare la rativo, il ruolo ed i compiti della Combined
minaccia esplosiva sia in patria, sia all’e- Joint EOD Cell (CJEODC), struttura posta
stero, in qualsiasi ambiente operativo. al vertice della catena di comando e con-
L’ EOD e l’Alleanza Atlantica trollo (C2), che definisce la policy di settore
L’interesse dell’EOD in ambito internazio- da seguire nella Joint Operation Area (JOA)
nale è stato recentemente suggellato dalla e coordina le attività con le subordinate
pubblicazione “United Nations Peacekee- EOD Coordination Cells (EOD CCs), le Host
ping Missions Military EOD Unit Manual”, Nations (HNs) ed eventuali Agenzie pre-
unica nel suo genere ed emanata dall’UN senti nella JOA. La CJEODC agisce altresì
nel settembre 2017. Il manuale si propone in sinergia con la C-IED Cell a supporto dei
lo scopo di fornire un contributo di pen- tre pilastri dello sforzo C-IED: Defeat the
siero condiviso e di ampio respiro riguar- Device, Attack the Network e Prepare the
do alle attività EOD, riorientandole verso Force.
una prospettiva sempre più incentrata Emerge, in questo contesto, la differenza
sull’interoperabilità, caratteristica fonda- fra EOD e C-IED, due settori che si com-
mentale delle operazioni di peacekeeping. penetrano e si completano a vicenda, ma
Nel contesto internazionale, l’impiego e che rimangono pur sempre separati. Il
lo sviluppo della capacità EOD risulta at- primo include tutte le procedure necessa-
tuale soprattutto in ambito NATO, difatti rie a scoprire, identificare e neutralizzare
i Paesi dell’Alleanza Atlantica hanno da l’ordigno esplosivo, sia esso ordinario o
poco promulgato la pubblicazione AJP- improvvisato, espletate da operatori qua-
3.18 “Allied Joint Doctrine for EOD support lificati che, quando possibile, effettuano
to Operations”, con la quale, per la prima anche l’exploitation, cioè le azioni volte a
volta, è stata definita la dottrina EOD a li- preservare e custodire tutti i dati biome-
vello strategico ed operativo, ampliando le trici e forensi rilevati sulla scena e utili sia
disposizioni che fino a pochi mesi fa era- alla definizione del tipo di ordigno utiliz-
no contenute unicamente in direttive di zato, sia all’identificazione dei responsabi-
livello tattico. Nella nuova pubblicazione, li della costruzione, della posa e dell’atti-
in particolare, si sottolinea l’importanza vazione dell’IED. L’attività C-IED8, invece,
86
deve essere intesa come una forma men- seconda delle proprie caratteristiche spe-
tis, una metodologia olistica che caratte- cifiche, devono essere pronte a supporta-
rizza qualsiasi pianificazione o operazione re, con le proprie unità EOD, la mobilità
militare, supportata ed alimentata da tutte delle truppe di terra e la libertà di navi-
le componenti9 con lo scopo di individuare gazione, nonché la sicurezza e la fruibilità
e colpire i membri dell’IED Network (At- delle infrastrutture critiche per la mis-
tack the Network), preparare ed educare sione, siano esse strade, porti o aeroporti.
le unità amiche ed i civili in ambito C-IED Gli assetti EOD contribuiscono altresì alla
(Prepare the Force) e neutralizzare gli IEDs formazione dei militari e dei civili riguar-
(Defeat the Device). Di conseguenza, appa- do alla pericolosità dei residuati bellici e
re evidente che l’EOD contribuisce in ma- alle regole basiche da seguire nel caso si
niera importante al pilastro Defeat the De- ritrovi un UXO o un AXO. Questi concetti
vice con la capacità IEDD, ma che ben può dottrinali vengono sviluppati e definiti dai
riguardare attività che esulano dal setto- Paesi dell’Alleanza Atlantica durante gli
re C-IED, per esempio la bonifica di aree EOD Interservice Working Groups10 (EOD
contaminate da ERW. L’AJP 3.18, dunque, WGs), che si tengono due volte l’anno al
presenta l’EOD come una capacità tra- fine di standardizzare le procedure EOD
sversale alle componenti militari che, a e di informare il Military Commettee su
87
Explosive Ordnance Disposal - una capacità joint a 360°
88
1. L’acronimo EOD verrà utilizzato in questo articolo secondo la definizione attribuita in ambito NATO, ovvero come l’insieme
delle procedure proprie delle attività CMD, IEDD e CBRN EOD
2. La categorizzazione degli incidenti esplosivi è contenuta nell’annesso “H” della “Allied Explosive Ordnance Device Publication,
AEODP-10”, Edition B, Version 1. Il relativo accordo fra le Nazioni è registrato nello STANAG 2143
3. Anche conosciuti con il termine militare booby-trap
4. Secondo la pubblicazione “UN Peacekeeping Missions Military EOD Unit Manual” del settembre 2017, gli ERW includono
Unexploded Ordnance (UXO) e Abandoned Explosive Ordnance (AXO), ovvero solo munizionamento convenzionale inesploso
o abbandonato e, pertanto, restano fuori dalla definizione gli IEDs, siano essi inesplosi o abbandonati. Per la neutralizzazione
degli ERW, dunque, è necessaria e sufficiente la capacità CMD e non quella IEDD. La NATO ha aderito, in via ufficiosa, a questa
definizione, tuttavia in alcuni documenti il termine ERW è utilizzato in senso estensivo ed include anche gli IEDs che rimangono
sul terreno, inesplosi o abbandonati, nel periodo post-bellico
5. La Convenzione su certe armi convenzionali è stata adottata nel 1980 ed è entrata in vigore nel 1983. Essa si compone di una
Convenzione quadro e cinque Protocolli che regolamentano l’utilizzo di alcune armi convenzionali considerate particolarmente
dannose e suscettibili di provocare effetti indiscriminati sulla popolazione civile
6. Una versione emendata del Protocollo II è stata adottata nel 1996 ed è entrata in vigore nel 1998 al fine di limitare ulterior-
mente l’utilizzo delle mine. L’insoddisfazione in materia da parte della comunità internazionale portò all’adozione nel 1997 del
Trattato di Ottawa, ovvero della Convenzione internazionale per la proibizione dell’uso, stoccaggio, produzione, vendita di mine
antiuomo e relativa distruzione. L’originario Protocollo II è ancora in vigore per gli Stati che non ne hanno ratificato la versione
emendata
7. L’attività IEDD sul territorio nazionale si inquadra nell’ambito dei servizi di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica ed è
espletata dagli Artificieri Antisabotaggio dell’Arma dei Carabinieri e dai Nuclei Artificieri della Polizia di Stato. L’organizzazione
del servizio di bonifica del territorio nazionale da ordigni esplosivi residuati bellici è invece disciplinata dal recente Decreto Mini-
steriale 28 febbraio 2017 che affida le attività di vigilanza connesse alla bonifica sistematica terreste e subacquea alla Direzione
dei lavori e del demanio. Essa si avvale rispettivamente delle articolazioni esecutive periferiche definite dallo Stato Maggiore
dell’Esercito e dallo Stato Maggiore della Marina che, di contro, sono direttamente responsabili della bonifica occasionale ter-
restre e subacquea
8. In ambito NATO, la materia C-IED è regolamentata dalla pubblicazione AJP 3.15 “Allied Joint Doctrine for C-IED” che definisce
il C-IED come lo sforzo collettivo esercitato a tutti i livelli per sconfiggere l’IED system (l’insieme di personale, risorse ed attività
necessari per finanziare, pianificare, eseguire e sfruttare un incidente IED) attraverso un approccio sistemico. Il C-IED è pertanto
una funzione multiagenzia che ha come obiettivo l’annientamento dell’IED system e non la mera neutralizzazione di ordigni
9. L’expertise di numerosi settori [fra cui Intelligence, Force Protection, Targeting, Civil-Military Cooperation (CIMIC), Electronic
Warfare (EW), Information and Psychological Operations (INFO OPS/PSY OPS), EOD, CBRN, Legal Advisor (LEGAD)] è necessaria
per garantire un efficace C-IED approach sia durante la fase di pianificazione che di condotta delle operazioni
10. L’EOD WG prevede al suo interno 4 gruppi di lavoro (EOD Doctrine, Policy and Philosophy Panel; EOD Tactics, Techniques
and Procedures Panel; EOD Info Panel; EOD Standardization Panel) che trattano temi specifici e le cui proposte vengono portate
all’attenzione dell’assemblea plenaria per la validazione. Nell’ambito dell’EOD Doctrine, Policy and Philosophy Panel è stato
recentemente istituito un sottogruppo di esperti in materia di “EOD in maritime environment”, a testimonianza della crescente
attenzione riservata all’underwater EOD nella compagine internazionale
89
TECNICA,
PROFESSIONE
E SOCIETÀ
20 anni al servizio
della Difesa in Europa
L’Organizzazione Congiunta
per la Cooperazione in materia di Armamenti
Arturo Alfonso MEIRIÑO
L’
Organizzazione Congiunta per ratificata dai rispettivi Parlamenti nel
la Cooperazione in Materia di 2001, nonché dal Belgio nel 2003 e dalla
Armamenti (OCCAR) celebra Spagna nel 2005. La Convenzione, basata
quest’anno il ventesimo anniversario del- sui cosiddetti ‘Princìpi di Baden-Baden’ su
la firma della Convenzione su cui si fonda, cui trovarono accordo la Francia e la Ger-
avvenuta il 9 Settembre 1998 da parte dei mania nel 1995, assegnò alla nuova Orga-
governi di Germania, Italia, Francia e Re- nizzazione la missione specifica di pro-
gno Unito. Essa venne successivamente muovere la cooperazione, migliorare
90
l’efficienza e ridurre i costi dei programmi sicurezza e difesa europea era ancora agli
di acquisizione degli armamenti, il tutto albori, e lontana dall’essere comune.
nella prospettiva di diventare un centro di Ugualmente lontana era la creazione del-
eccellenza europeo nella gestione dei pro- le istituzioni europee della difesa come lo
grammi in questo settore, per giungere a Stato Maggiore dell’Unione Europea
realizzare i sistemi di difesa necessari a (EUMS), il Comitato Militare (EUMC), o
colmare i vuoti nelle capacità militari del l’Agenzia di Difesa Europea, che richiese-
vecchio continente. Con una chiara voca- ro vari anni, e comunque certo ben lonta-
zione europea, richiamata nel preambolo na dal coinvolgere la Commissione Euro-
e nei successivi articoli, e un deciso soste- pea nelle questioni dell’industria e del
gno alla identità europea di sicurezza e mercato della difesa, che si realizzò solo
difesa e al rafforzamento della base tecno- con la pubblicazione, nel 2009, delle Di-
logica e industriale della difesa, la Con- rettive nel campo della difesa, nel secondo
venzione ha perseguito il consolidamento lustro del ventunesimo secolo. Vent’anni
dell’industria del settore e l’unificazione più tardi, la visione dei padri fondatori
del quadro normativo del mercato della dell’OCCAR sulla identità europea di sicu-
difesa in Europa, fino ad allora percorso a rezza e difesa, è oggi una realtà. La politica
livello individuale dalle nazioni europee europea di sicurezza e difesa, ora chiama-
secondo il filo conduttore dell’ “interesse ta “comune”, negli ultimi anni si sta evol-
di sicurezza nazionale”, e pertanto eccessi- vendo in modo inarrestabile. Il primato
vamente parcellizzato. E’ opportuno col- del Consiglio d’Europa nelle questioni più
locare tale vocazione europea nel conte- prettamente politiche della difesa, e della
sto storico del 1998. All’epoca, la politica di Commissione Europea in quelle industria-
91
L’OCCAR
92
Azione Preparatoria per la cosiddetta ‘Ca- gno raggiunto al vertice NATO in Galles
pability Window’ per il 2019 e il 2020, con dai capi di Stato e di Governo circa l’au-
un budget di 500 milioni di euro. PA e mento delle spese per la difesa (fino al 2%
EDIDP servono come banco di prova per del PIL) in vista del 2014 sia ancora lonta-
l’inclusione della difesa nei budget UE per no dal realizzarsi in molte nazioni UE,
il prossimo ‘Multiannual Financial Fra- questo ha segnato un cambiamento di
mework’ (MFF), che ricoprirà il periodo tendenza, almeno rispetto alla continua
2021-2027 per un impegno totale propo- discesa dei bilanci della difesa e, conse-
sto di 13 miliardi di euro, dei quali 4,1 mi- guentemente, dell’acquisizione dei sistemi
liardi andranno per la ricerca e 8,9 per le di difesa. Questo scenario incoraggiante
capacità. Senza dubbio, un traguardo sto- mi porta a supporre un potenziale au-
rico nei 61 anni di storia della Comunità mento, nel futuro, dei programmi degli
Economica Europea, oggi Unione Euro- armamenti, in particolare dei programmi
pea. Inoltre, l’8 dicembre dello scorso di sviluppo in cooperazione, visto che
anno, il Consiglio d’Europa ha instaurato questi disporranno dei requisiti per rice-
la Cooperazione Permanente Strutturata vere i fondi europei EDIDP e MFF. Il mo-
(PESCO), elemento centrale per la formu- dello di business dell’OCCAR è precisa-
lazione di una politica di difesa comune mente la gestione di programmi
dell’Unione, come dato dal Treaty on the cooperativi nel campo degli armamenti,
Functioning of the EU, che permetterà agli per cui all’OCCAR si paleseranno nuove
Stati Membri le cui capacità militari ri- opportunità per gestire programmi com-
spettano criteri selettivi, di impegnarsi plessi e riuscire a colmare le lacune rileva-
formalmente nel quadro dell’Unione Eu- te nelle attuali capacità. Il programma
ropea; il 6 marzo tale Cooperazione Per- MALE RPAS è oggi ai passi finali della fase
manente Strutturata si è concretizzata in di definizione, cominciata nel 2015, e i
17 progetti con venticinque dei ventotto quattro Paesi partecipanti (Francia, Ger-
Stati Membri dell’Unione partecipanti in mania, Italia e Spagna) hanno già deciso di
varia misura. D’altronde, sebbene l’impe- procedere con una seconda fase di natura
93
L’OCCAR
94
bilaterali o multilaterali di Stati Membri perduto.
dell’OCCAR e di altri Stati partecipanti. Infine, è ovvio che saranno gli Stati Mem-
Purtuttavia, occorre considerare le conse- bri dell’OCCAR a decidere sul loro futuro.
guenze che ciò può avere sulla Organizza- Dovranno decidere sui prossimi program-
zione. Per un verso l’OCCAR è un’orga- mi da integrare in OCCAR, così come sulla
nizzazione indipendente, che non ricade loro strategia di crescita, inclusa la possi-
sotto la NATO o sotto l’Unione Europea. bilità – perché no? – di entrare nell’Unio-
Questo significa che potenzialmente, in ne Europea come organismo di gestione
particolare rispetto al suo possibile ruolo nel processo di ottenimento delle capacità
di organismo per la gestione dei program- e centro di eccellenza per la gestione dei
mi EDIDP o il prossimo MFF, le sue regole programmi d’armamento. Un’integra-
di governo potrebbero dover essere rivi- zione che, d’altra parte, indebolirebbe il
ste in virtù del fatto che azioni e regole del potere decisionale degli attuali sei mem-
gioco applicate dall’OCCAR in tali contesti bri dell’organizzazione, i quali, non lo di-
richiederebbero coerenza con quelle
dell’Unione Europea: per esempio, rispet-
to alle regole di finanza. Teniamo comun-
que considerazione del fatto che le attuali
OMPs dell’OCCAR, in particolare quelle
relative ai termini e condizioni dei con-
tratti, dato il loro allineamento alle regole
europee, potrebbero essere riviste e adat-
tate facilmente. Per un altro verso, l’attua-
le struttura dell’OCCAR, con i suoi livelli
decisionali ridotti al minimo, il suo alto
numero di programmi complessi, ma an- mentichiamo, insieme costituiscono più
cora gestibili, il basso livello di risorse fi- dell’80% del valore delle acquisizioni dei
nanziarie ed umane usate per esercitare sistemi di difesa degli attuali ventotto Pa-
le attività di gestione (300 persone, com- esi dell’Unione. Indubbiamente i prossimi
prendendo sia l’Ufficio Centrale che le 13 anni, fino all’inizio del MFF 2021-2027,
Divisioni di Programma), potrebbe essere segneranno il futuro dell’Organizzazione,
investita da una decisa crescita del nume- che a settembre ha celebrato la sua na-
ro dei programmi nel proprio portafoglio scita con una cerimonia semplice, che ha
o dalla necessità di rendersi più comples- visto la partecipazione di quelli che sono
sa, pervenendo ad una situazione in cui gli attuali attori principali nell’Organizza-
l’alto livello di efficienza raggiunto in que- zione, secondo i rispettivi Ministeri della
sti 20 anni di esistenza potrebbe andare Difesa e Industria.
95
IDEE ED
ESPERIENZE
CRISIS
MANAGEMENT
L’esperienza del NATO Rapid Deployable Corps Italy
e le partnership con l’Università
Antonio ROMANO
L
’imprevedibilità delle moderne mensionale e globale.
minacce e l’estrema complessi- La sicurezza non è più di interesse esclu-
tà degli attuali scenari di crisi sivo dello strumento militare o delle va-
internazionale, che vedono intrecciarsi rie organizzazioni di sicurezza nazionali,
fattori culturali, problemi sociali, instabi- ma è divenuta, innanzitutto, un’esigenza
lità politiche ed economiche, fanno della internazionale che coinvolge organizza-
sicurezza internazionale e della gestione zioni sovranazionali e competenze di-
delle crisi una responsabilità multidi- verse.
96
Anche la NATO, un’organizzazione sorta ve minacce.
nel 1949 come strumento di “difesa col- Si è trattato di una trasformazione svilup-
lettiva” nei confronti di quella che veniva patasi nel tempo, frutto dell’esperienza
percepita come un’imminente minaccia maturata nell’ambito della gestione delle
sovietica, ha dovuto adeguarsi ai muta- crisi nei Balcani e, soprattutto, in Afgha-
menti storici, adottando quei correttivi nistan ed introdotte nell’Alleanza con l’a-
che oggi le consentono di affrontare, con dozione degli ultimi due “Concetti Strate-
maggiore competenza ed efficacia, le nuo- gici”, nel 1999 e nel 2010.
97
Crisis Management
La NATO si adatta alle minacce dei vede l’efficace interazione tra mondo po-
moderni scenari di crisi litico, civile e militare durante la pianifi-
Il Concetto Strategico del 1999 ha ridise- cazione e la condotta delle operazioni, con
gnato il sistema di sicurezza della NATO, lo scopo di raggiungere obiettivi comuni
sancendo la trasformazione dell’Alleanza attraverso lo scambio di informazioni e
da strumento di “difesa collettiva” in stru- di lezioni apprese, la condotta di fasi co-
mento di “sicurezza collettiva”, accettando muni di addestramento, il coordinamento
il principio della necessità di intervenire di messaggi pubblici ed il coinvolgimento
anche al di fuori dell’area euro–atlanti- nella pianificazione militare di quelle che
ca, su mandato ONU e ovunque abbiano vengono denominate “Non NATO Enti-
origine quei fenomeni che possono con- ties” (NNEs). Questo termine è utilizzato
figurarsi come probabili fonti di rischio per comprendere tutte quelle entità civili
per la sicurezza degli Stati membri. Inol- (Organizzazioni Internazionali, Organiz-
tre, introducendo il concetto di “Sicurezza zazioni Governative e non, Think Thanks,
Cooperativa”, ha mirato alla stabilità del Istituzioni nazionali e Università) impe-
panorama internazionale attraverso part- gnate o interessate alla soluzione di una
nership con Organizzazioni Internaziona- specifica crisi internazionale e potenzial-
li e Stati terzi. Con il passare del tempo, la mente in grado di fornire alla NATO le
NATO ha maturato la consapevolezza che conoscenze necessarie per acquisire una
lo strumento militare, da solo, non può ri- conoscenza più ampia della crisi e dell’am-
solvere una complessa crisi internaziona- biente in cui questa si sviluppa. L’adozio-
le e che per avere successo deve obbliga- ne del Comprehensive Approach, sin dalle
toriamente collaborare ed interagire con primissime fasi della pianificazione, ha lo
la dimensione civile. Pertanto, con il nuo- scopo di coinvolgere gli attori civili inte-
vo Concetto Strategico del 2010, adottato ressati alla gestione della crisi al fine di ot-
durante il Summit di Lisbona, il sistema di tenere una comprensione olistica e comu-
sicurezza della NATO si evolve ulterior- ne della crisi stessa, dell’ambiente in cui
mente ed affianca ai pilastri della “Difesa si sviluppa e degli obiettivi da perseguire,
Collettiva” e della “Sicurezza Cooperativa” oltre a facilitare una pianificazione coe-
un terzo pilastro, quello del “Crisis Ma- rente e condivisa delle attività da porre in
nagement”, da realizzare attraverso l’ado- essere e determinare le rispettive funzio-
zione di un approccio multidimensionale, ni e responsabilità. Il Comitato di Sicurez-
denominato “Comprehensive Approach”. Il za della NATO, al fine di rendere questo
termine Comprehensive Approach è oggi nuovo concetto realmente effettivo, ha
utilizzato in diversi contesti e con signi- emanato una specifica direttiva1 che ha
ficati a volte radicalmente differenti tra reso possibile la condivisione di informa-
loro. Nell’ambito dell’Alleanza esso pre- zioni classificate con le NNEs e l’accesso di
98
loro rappresentanti alle aree classificate. di comunicazione) e delle infrastrutture
Dal concetto generale del Comprehensive (PMESII3) dell’ambiente operativo. Ciò
Approach ha avuto origine un nuovo con- consente ai decisori di assumere le deci-
cetto, quello del “Knowledge Development” sioni più appropriate per il raggiungimen-
(KD) o “Processo di Sviluppo Cognitivo”. to degli obiettivi prefissati in modo più
Si tratta di un processo condotto a livello rapido, efficace ed economico, ma anche
strategico, operativo e, possibilmente, an- più sicuro per il personale militare dell’Al-
che tattico2 che, attraverso lo scambio di leanza.
informazioni con il mondo civile, permet- Il processo di pianificazione e il contributo
te ai decisori (comandanti militari e fun- fornito dal Knowledge Development
zionari civili e loro staff), sin dalle prime Il processo di pianificazione della NATO
fasi del processo di pianificazione, di ave- è una procedura complessa e standardiz-
re una comprensione dettagliata dell’am- zata, suddivisa in fasi e basata su una lo-
biente operativo e di conoscere i possibili gica step-by-step che può essere adattata
effetti che le azioni politiche, economiche, ad ogni situazione di crisi e che prevede
militari e civili (i quattro strumenti di po- la sincronizzazione di attività, lo scambio
tere degli Stati) possono avere sugli am- di informazioni e di ordini tra i livelli po-
bienti politico, militare, economico, socia- litico, strategico, operativo e tattico. Esso
le, delle informazioni (intesa come mezzi è disciplinato dalla “Comprehensive Ope-
99
Crisis Management
100
approccio consente di passare dalla sem- sunto multidimensionale per ogni Paese
plice gestione dell’emergenza, alla piani- preso in considerazione, comprendente
ficazione strutturale delle attività, volta la situazione corrente, l’individuazione
al raggiungimento di obiettivi di lungo degli elementi caratteristici del sistema
termine nell’ambito di un’evoluzione con- e le loro relazioni, nonché i suoi punti di
trollata della crisi. Il SoSA è condotto con forza, debolezze e vulnerabilità e, infine,
l’ausilio di uno specifico software messo a un giudizio complessivo. L’attività con-
disposizione degli analisti dalla NATO, il dotta dal team KD nell’ambito del SoSA è
TOPFAS SAT (Tools for Operations Plan- da considerare attività preliminare per lo
ning Functional Area Service – System sviluppo della CPOE. La CPOE è un pro-
Analysis Tool) che facilita la comprensio- cesso analitico ed interfunzionale, per
ne globale delle dinamiche, delle capacità, la quale la branca intelligence (team KD
del comportamento e dell’interazione dei compreso), oltre ad essere il maggior con-
vari sistemi, loro sottosistemi ed elementi tributore, ricopre il ruolo di coordinatore.
all’interno dell’ambiente operativo. Par- È un processo che coinvolge l’intero Staff
tendo dall’individuazione degli elementi per sviluppare una comprensione mul-
che compongono i diversi sistemi PMESII tidimensionale delle principali caratteri-
e l’inserimento in banca dati di tutte le in- stiche dell’ambiente operativo, nelle sue
formazioni disponibili per ognuno di essi, dimensioni terrestre, aerea e marittima,
compresa la loro collocazione geografica che servirà a supportare l’attività di pia-
(System Design), gli analisti analizzano le nificazione. La CPOE, che segue lo sche-
possibili problematiche caratterizzan- ma di analisi PMESII, partendo dalle co-
ti l’ambiente operativo, individuando i noscenze e dalle deduzioni acquisite nello
fattori che le caratterizzano ed il tipo di sviluppo del SoSA, le rappresenta in modo
connessione che esiste tra loro. Ciò per- chiaro e le integra con numerosi dettagli
mette la costruzione di specifici “Influen- (fotografie, diagrammi, schemi) e con:
ce Diagram”, utili per comprendere come • un inquadramento geografico dell’am-
una determinata situazione potrebbe biente operativo
cambiare nel breve, medio o lungo perio- • la morfologia del terreno, le stagionali
do, intervenendo sui singoli fattori che la condizioni climatiche e la loro influen-
caratterizzano. Mettendo assieme tutte za sulla condotta delle operazioni
le informazioni ottenute e le relative de- • lo sviluppo di un’analisi delle forze
duzioni, gli analisti sono quindi in grado amiche e degli attori neutrali che pos-
di compilare un “System Summary Sheet”, sono influenzare le operazioni con-
un sunto delle caratteristiche di ogni sin- giunte.
gola dimensione PMESII e, successiva- La CPOE inizia durante la prima fase del
mente, il “System of Systems Analisis”, un processo di pianificazione, appena termi-
101
Crisis Management
analisi degli scenari di crisi internaziona- plauso del Capo di Stato Maggiore e del
le, condotte dal team KD, affinché il loro suo Staff.
contributo venga messo a sistema dal NR- Conclusioni
DC-ITA e sfruttato nel continuo impegno L’attuazione del Comprehensive Appro-
della NATO per la sicurezza comune. ach da parte del NRDC-ITA consente ai
Gli accordi sottoscritti hanno immedia- suoi analisti, attraverso la collaborazione
tamente prodotto i primi risultati. Infatti, con gli Atenei, di ampliare le conoscenze
durante il mese di settembre 2017, quat- dell’ambiente operativo, acquisendo una
tro studenti della CIELS, provenienti dal piena “consapevolezza situazionale” del-
Corso di Studi in Scienze della Mediazione la dimensione umana delle aree oggetto
Linguistica, indirizzo “Sicurezza e Difesa di studio. L’esperienza maturata in tale
Sociale”, hanno svolto presso il NRDC-ITA contesto dal NRDC-ITA ha provato che
un tirocinio formativo di 150 ore. tale risultato può essere raggiunto solo
I quattro studenti, contestualizzando le attraverso una profonda interazione tra
competenze maturate durante il percor- le dimensioni civile e militare e ciò, a cau-
so di formazione accademica, hanno svi- sa della complessità delle moderne crisi
luppato, in collaborazione con analisti ed internazionali e dell’incidenza di sempre
esperti militari, temi di carattere sociale nuove ed impreviste minacce, può fare la
inerenti a scenari di crisi reale. differenza tra il successo ed il fallimento
Lo scorso ottobre, circa 60 studenti della di una missione.
LUISS e 5 studenti dell’Università di Par- Per tale motivo, è orientamento diffuso e
ma, coordinati dai loro Professori, hanno consolidato nella NATO, per quei coman-
partecipato all’Esercitazione “Brilliant Le- di come il NRDC-ITA, che da Joint Task
dger 2017”, durante la quale il NRDC-ITA Force Headquarters si sono o sono in pro-
ha ottenuto la validazione quale Com- cinto di riconfigurarsi in Land Component
ponente Terrestre della nuova Enhanced Command (ricoprendo un ruolo non più a
NATO Response Force. In tale contesto, livello operativo ma tattico) di continuare
le Università, interagendo in videocon- ad avere una capacità di analisi PMESII
ferenza con il team KD, hanno fornito il con l’ausilio di una cellula KD. Ciò permet-
loro supporto nella comprensione delle te al Comando della Componente Terre-
dimensioni politica, economica e sociale stre di dialogare con l’omologa organizza-
dello scenario d’esercitazione. Al termine zione KD del livello superiore e di fornire
dell’attività addestrativa, tutti gli studenti, un adeguato supporto alle Grandi Unità
accompagnati dai loro professori, hanno dipendenti in termini di comprensione
visitato la sede del NRDC-ITA ed hanno di specifiche situazioni o problematiche
presentato al personale militare del Co- inerenti la dimensione umana dell’area di
mando le analisi condotte, riscuotendo il competenza.
105
7
OSSERVATORIO
STRATEGICO
ALMENO
MOTIVI
PER CUI LA
PROPAGANDA
DAESH
È ANCORA P ERICOLOSA
Salvatore SANARICA
E’
vero, probabilmente la propa- Daesh sia stato pressoché sconfitto mi-
ganda non uccide, perlomeno litarmente in Iraq e Siria, la sua propa-
non direttamente. È altrettan- ganda – calata dell’85% rispetto ad agosto
to vero che la propaganda è spesso punto 20151 – rimane un fattore di rischio. Dae-
di partenza e indicatore di un processo di sh è il gruppo terrorista che ha prodotto
radicalizzazione in corso, che trasforma propaganda con volumi, velocità, qualità e
individui a rischio in terroristi. Sempli- livello di sofisticazione mai visti in prece-
ficando: contrastare la propaganda oggi denza. Soprattutto ha radicalmente cam-
permette di prevenire il dilagare della ra- biato il modo con cui i gruppi terroristici
dicalizzazione e, in prospettiva, di ridurre comunicano e convincono. Un’evoluzio-
la probabilità di attacchi domani. Sebbene ne destinata a rimanere anche quando il
106
gruppo scomparirà. Non solo per l’elevata esistente tra elevate aspettative indivi-
qualità di immagini, video, la loro effera- duali e limitate opportunità associate alla
tezza e viralizzazione. Soprattutto perché loro condizione sociale. Questo è lo spazio
la propaganda Daesh ha assunto il ruolo in cui la propaganda opera. Più è ampio
di strumento orientata al conseguimento questo divario, più è probabile che gli in-
di obiettivi concreti. Più di ogni altra cosa, dividui siano vulnerabili alla radicalizza-
la propaganda è stata, e continua ad es- zione e trovino nell’ideologia estremista le
sere, il motore della radicalizzazione, che risposte ai propri bisogni. La propaganda
porta al gruppo nuove reclute, simpatiz- Daesh fa leva sulle aspettative disatte-
zanti e sostegno popolare. L’elemento co- se che società ed istituzioni tradizionali
mune nei soggetti radicalizzati è il divario non riescono a soddisfare, proponendo il
107
Almeno 7 motivi per cui la propaganda Daesh è ancora pericolosa
gruppo come unica alternativa per appa- zioni di vertice dell’organizzazione (come
gare le esigenze di simpatizzanti e popo- nel caso di al-Baghdadi). Le azioni che la
lazione. Essa strumentalizza le aspetta- comunità internazionale ha avviato per
tive dei soggetti a rischio, trasformando contrastare a Daesh stanno generando
gli individui più vulnerabili in elementi risultati positivi. Ma è bene essere reali-
attivi del gruppo, spingendoli a condurre stici: già in passato Daesh ha dimostrato
attacchi terroristici. La comunicazione è grandi capacità di sopravvivenza. Sebbe-
sempre stata cruciale per Daesh. Più che ne a fine 2011 il gruppo fosse pressoché
le parole lo confermano alcuni elemen- annientato, tre anni più tardi controllava
ti tangibili. Innanzi tutto il significativo vaste aree di Iraq e Siria. Il suo brand era
budget allocato per le innumerevoli e va- diventato globale ed aveva ricevuto una
ste operazioni di comunicazione. Anche decina di richieste di affiliazione da grup-
la selezione del personale assegnato al pi in altre regioni. In questo momento Da-
Communication Department, non a caso esh è senza dubbio più capace, più ricco,
definito il reparto operazioni speciali del meglio organizzato ed armato di quanto lo
gruppo2. Normalmente negli altri gruppi fosse nel 2011. Quindi non si può esclude-
terroristici gli elementi migliori vengono re che, come nel 2011, il gruppo soprav-
assegnati al braccio militare. Non per Da- viva e si rigeneri. Per farlo, a similitudine
esh. Il Communication Department riceve i del passato, Daesh punta soprattutto sulla
“talenti” del gruppo. Sempre da qui vengo- propaganda. Ieri strumento per “rimanere
no scelti coloro che ricopriranno le posi- ed espandersi”3, oggi essenziale a tenere
108
in vita il gruppo. Qualsiasi sia il futuro del
gruppo, la propaganda Daesh rimane pe-
ricolosa ed è destinata a fare scuola. Ecco
perché:
1. difficoltà degli Stati: terrorismo ed
estremismo esistono e si rafforzano
negli spazi in cui gli attori legittimi
sono deboli o assenti. Vale tanto nel-
la dimensione territoriale, quanto nel
communication space. Il successo del-
la propaganda Daesh trova riscontro NATO INFORMATION AND
innanzitutto in una complessa strate- COMMUNICATORS CONFERENCE
gia di comunicazione, organizzazione (NICC) 2018
efficace, adeguato livello di risorse e
spregiudicatezza del gruppo. Eppure Comunicazione ed informazione sono
non sarebbe possibile spiegare il suo vitali anche per la NATO. Da 10 anni la
successo senza tener conto delle note- NATO organizza un incontro con tutti i
voli difficoltà di molti Stati e organiz- sui comunicatori per condividere espe-
zazioni internazionali nel garantire la rienze, identificare nuove sfide e pro-
sicurezza del communication space, la muovere innovazione, per aumentare la
cui risposta si è spesso limitata a timide sicurezza collettiva. La NICC 2018 si è
campagne di counter-narrative; tenuta a Roma dal 17 al 21 settembre ed
2. modello e benchmark: fino a qualche ha affrontato il tema cruciale dell’Infor-
anno fa i video di Osama bin Laden mation Environment Assessment, ovvero
erano il riferimento della propaganda la valutazione dell’ambiente informativo.
estremista. Rivisti oggi, hanno il sapore Il Gen. S.A. Roberto Nordio ha aperto la
della preistoria, oramai sopraffatti da conferenza soffermandosi sull’esigenza
immagini dinamiche, coinvolgenti che di un ulteriore impulso della NATO, per
chiamano all’azione. La propaganda trasformare la comunicazione da stru-
Daesh costituisce il nuovo riferimento mento che molti Stati e organizzazioni
ed è un punto di non ritorno. Essa è de- estremiste utilizzano per destabilizzare e
stinata ad influenzare l’intero mondo creare insicurezza, a capacità strategica
jihadista diventando, per gli altri grup- a sostegno della stabilità. La Difesa ita-
pi, modello con cui misurarsi e fonte di liana ha partecipato con propri esperti e
ispirazione. Come conseguenza, anche relatori, rinnovando l’urgenza di rivolgere
se Daesh dovesse essere sconfitto, il maggiore attenzione e risorse alle minac-
suo modo di fare propaganda sopravvi- ce provenienti dal fianco Sud.
109
Almeno 7 motivi per cui la propaganda Daesh è ancora pericolosa
vrà. La triste certezza è che dalla pro- zanti. Ma non dai siti degli organi di
paganda Daesh non si torna indietro; informazione, perché si violerebbero le
3. media come amplificatori: i media tra- norme a tutela della libertà di stampa.
dizionali si sono trasformati nel canale Non meraviglia che più della metà della
primario con cui la propaganda Daesh propaganda online risieda in siti web e
viene distribuita. Per essere conside- profili social dei media, pubblicamente
rato un player internazionale Daesh e liberamente accessibili e protetti dalle
aveva bisogno dalla visibilità mon- norme sulla libertà di stampa;
diale data dai media di profilo globa- 4. sicurezza delle piattaforme digitali:
le. Ha fatto l’ovvio. Ovvero fornire ai come per i media tradizionali, anche le
media internazionali quello che cerca- piattaforme digitali hanno dimostrato
vano: grandi titoli, clamore, sangue e di avere serie difficoltà ad arginare la
un’enorme quantità di propaganda di diffusione di materiale estremista. Gio-
elevata qualità. I media sono diventa- ca a sfavore l’enorme quantità dei dati5,
ti – spesso senza accorgersene – cassa i limitati investimenti in sicurezza del-
di risonanza e deposito di contenuti le piattaforme digitali e una normativa
estremisti. È una situazione che vanifi- lasca. Tutti fattori che non garantisco-
ca gran parte delle attività di contrasto no di prevenire l’esposizione degli indi-
alla propaganda. Un esempio tra tanti vidui a rischio a contenuti estremisti.
è il video del pilota giordano brucia- Lo dimostra la viralizzazione di tanti
video di propaganda, oppure l’incon-
sapevole finanziamento di numerosis-
sime campagne pubblicitarie online a
beneficio di siti estremisti, come svela-
to da un’inchiesta del Times di febbra-
io 20176. Emblematico il banner della
Mercedes Classe-E sullo sfondo di un
canale YouTube pro-Daesh7;
5. propaganda non ufficiale: Daesh è riu-
scito a mobilitare numerosi individui
to vivo da Daesh a febbraio 2015 che, che mai avrebbero combattuto in Iraq,
sin dalla sua pubblicazione, è possibile Siria o Libia, ma che si sono dimostrati
guardare integralmente su Fox News4. formidabili nella produzione e distri-
È lo stesso video che organi di sicurezza buzione di propaganda su canali pa-
e piattaforme digitali hanno immedia- ralleli a quelli ufficiali. Sono i cosiddetti
tamente rimosso da siti e canali social fan boys, che hanno portato rinnovate
riconducibili a Daesh o suoi simpatiz- energie, nuove competenze e grande
110
capacità di accesso ad audience locali.
Ha dato ruolo, dignità e scopo a questi
individui, come illustrato nel manua-
le “Media Operative, you are a mujahid, GLOBAL COALITION AGAINST DAESH E
too”8. Oggi la propaganda non ufficiale STRATEGIC COMMUNICATIONS CELL
è più attiva, viva e creativa dello stes- Il 10 settembre 2014 gli Stati Uniti, in linea
so Communication Department ufficiale. con la risoluzione ONU 2170, hanno costi-
Inoltre questi individui, operando al di tuito la Global Coalition against Daesh. Ad
fuori delle aree sotto influenza Daesh, oggi la Global Coalition conta 79 membri.
hanno affrancato la macchina dalla Le sua attività si articolano in 5 pilastri:
propaganda dalla pressione delle ope- campagna militare; stabilizzazione delle
razioni militari; aree liberate; contrasto a propaganda ed
6. polarizzazione della società: gli attacchi ideologia; lotta sul piano finanziario; con-
terroristici non si limitano a causare trasto al flusso dei foreign fighters. A set-
morti, feriti e danni materiali. Essi am- tembre 2015 il Regno Unito ha annunciato
plificano le spaccature nel tessuto so- la costituzione della Strategic Communi-
ciale, offrendo spazio e visibilità anche cations Cell, unità multinazionale dedicata
ai gruppi estremisti antagonisti (per esclusivamente al contrasto di propagan-
es. estrema destra) che guadagnano da ed ideologia, cui anche l’Italia contri-
sostegno e simpatizzanti. Aumenta il buisce con propri esperti. La Strategic
seguito delle ideologie estremiste, con Communications Cell conduce operazioni
un generale incremento nel livello di ed iniziative di comunicazione – in Medio
polarizzazione della società, l’ulteriore Oriente, Nord Africa, Sahel, Golfo, Sud-Est
marginalizzazione delle comunità a ri- Asia ed Europa – per ridurre l’efficacia del-
schio radicalizzazione e l’ampliamento la propaganda Daesh, supportare gli attori
del divario tra aspettative e opportu- legittimi ed evitare che individui e gruppi
nità. Tutti elementi che, in una spirale a rischio vengano esposti alla propagan-
continua, favoriscono sia il processo di da e si radicalizzino. Ha ottenuto risultati
radicalizzazione jihadista, ma ancora di estremamente positivi e costituisce il rife-
più l’estrema destra; rimento per nuove iniziative o lo sviluppo
7. opportunità associate all’evoluzione di analoghe capacità nazionali. La costitu-
tecnologica: ultimo ma non meno im- zione della Strategic Communications Cell,
portante, l’agilità e la flessibilità delle indica la mutata consapevolezza sul ruolo
organizzazioni terroristiche consente che la comunicazione ha nella gestione
loro di approfittare delle novità che l’e- delle crisi internazionali e la necessità di
voluzione tecnologica offre, soprattutto non limitare le attività di comunicazione
su piattaforme digitali e web. I terroristi all’area di intervento militare.
111
Il RESEARCH INFORMATION AND accettano i rischi dell’innovazione
COMMUNICATION UNIT (RICU), e sono pronti a sperimentare nuove
esempio di agenzia di comunicazione tecnologie. Aumenta il divario con gli
per la sicurezza nazionale Stati, per natura lenti ad adeguarsi agli
scenari in rapida evoluzione. Stati ed
Il RICU è una unità interagency costituita organizzazioni internazionali, sempre
nel 2007 con il compito di guidare le at- più spesso, sono costretti ad inseguire.
tività di comunicazione del governo bri- Ad esempio, mentre la maggior parte
tannico (analisi, consulenza, prevenzione, della organizzazioni pubbliche utiliz-
contrasto e gestione delle crisi) per far zano dalle 2 alle 5 piattaforme social,
fronte alla minaccia estremista e garan- nel corso del 2017 Daesh ha utilizzato
tire la coesione della comunità nazionale. 400 diverse piattaforme per distribu-
Risponde al Cabinet Office (ufficio del ire la propria propaganda, creando un
Primo Ministro); il suo operato è guida- network capillare, ridondante e diffici-
to dall’Home Office (Interni), dal Foreign le da demolire.
and Commonwealth Office (Esteri) e dal Insomma, nonostante tanti passi in avan-
Department for Communities and Local ti, sul fronte della propaganda la situazio-
Government (Affari regionali e locali). ne rimane favorevole ai gruppi estremisti.
In poco più di 10 anni il suo budget è cre- Soprattutto all’inizio, la dimensione cogni-
sciuto da 2 a 40 milioni di sterline e lo staff tiva di Daesh – quella che consente all’or-
da 3 a 70 esperti di comunicazione, ana- ganizzazione di guadagnare il supporto
listi, psicologi, ricercatori. Il RICU condu- della popolazione e ingrossare le proprie
ce una costante attività di monitoraggio fila – è stata sottovalutata e le azioni di
del communication space per identificare contrasto considerate accessorie alle atti-
individui e comunità a rischio, analizzare vità di intelligence, alle campagne militari e
specifiche motivazioni e fattori ambientali alle operazioni di polizia. Tant’è che ci si è
che influenzano i processi di radicalizza- spesso limitati a poche iniziative di coun-
zione. Le informazioni ottenute sono la ter-narrative. La realtà – soprattutto il suc-
base per una serie di attività sincroniz- cesso della propaganda Daesh – ha però
zate atte a prevenire la radicalizzazione, dimostrato i limiti di questo approccio e
agevolare l’integrazione sociale, propor- soprattutto ha provato il principio che co-
re alternative positive e rendere l’intero municare “contro” serve a poco e, spesso,
ambiente più resistente all’estremismo. È finisce per aumentare legittimità e forza
un modello considerato tra i più efficaci, della controparte. Il communication space
mutuato da molti altri paesi soprattutto in è una dimensione a sé, complementare
Europa. L’Italia non è (ancora) tra questi. ma non subordinata alle altre. Essa, alla
stregua di uno spazio fisico, va presidiata
112
Almeno 7 motivi per cui la propaganda Daesh è ancora pericolosa
e protetta con programmi di monitorag- nello spazio aereo e nei mari. È necessaria
gio, prevenzione e intervento. Non farlo un’agenzia di comunicazione nazionale a
significa lasciare dei vuoti che altre orga- connotazione interministeriale. Un’unità,
nizzazioni inevitabilmente riempiranno, come il Research Information and Comu-
appropriandosene, proiettando la propria nication Unit (RICU) britannico, capace di
ideologia in maniera spregiudicata, con ri- progettare, ideare, condurre e monitorare
schi per la sicurezza nazionale e stabilità campagne di comunicazione a supporto
internazionale. Non agire adeguatamente della sicurezza e degli interessi nazionali.
equivale alla scelta consapevole di cederla È l’unico modo per trasformare il dominio
all’estremismo e permettere che si svilup- della comunicazione da attuale fattore di
pino pericolosi processi di radicalizzazio- vulnerabilità ad elemento di stabilità e si-
ne. Oggi Daesh punta sulla propaganda curezza. Tempi, risorse e lungimiranza di
per rimanere in vita, per guadagnare e queste scelte definiranno la capacità ita-
mantenere il sostegno della popolazione e liana di contrastare il terrorismo di matri-
per continuare a reclutare. Re-investire in ce jihadista.
propaganda permette a Daesh di combi-
1. http://theglobalcoalition.org/en/maps_
nare i propri punti di forza, le opportunità
and_stats/daesh-propaganda-october-85-less-
offerte dall’evoluzione tecnologica con le august-2015/
difficoltà dei governi, delle piattaforme 2. https://icct.nl/wp-content/uploads/2016/11/
digitali e dei media. Accanto a Daesh an- ICCT-Whiteside-Lighting-the-Path-the-
che un gran numero di gruppi terroristi Evolution-of-the-Islamic-State-Media-
emergenti che puntano, sul piano della Enterprise-2003-2016-Nov2016.pdf
3. Riferimento al titolo del quinto numero del
propaganda, ad emulare o addirittura a
periodico Dabiq pubblicato da Al Hayat Media
fare meglio. Ma anche Al Qaeda, tempo- Center, agenzia di propaganda di Daesh
raneamente messa in ombra dai successi 4. http://video.foxnews.com/
di Daesh, ma sempre pericolosa. Al Qaeda v/4030583977001/?#sp=show-clips
sta capitalizzando sulle sconfitte militari e 5. Sul solo YouTube ogni minuto vengono
sulle critiche all’ultra-violenza di Daesh, caricati 24.000 minuti di contenuti
6. https://www.thetimes.co.uk/article/big-
proponendosi quale organizzazione soli-
brands-fund-terror-knnxfgb98
da e “moderata”. Difficile a credersi per il
7. https://www.thesun.co.uk/news/2821525/
gruppo responsabile del più grande attac- mercedes-unintentionally-funds-terrorism-
co terroristico mai condotto. Per ribalta- after-advert-appears-on-terrorist-youtube-
re la situazione, è vitale dotarsi, a livello propaganda-video/
nazionale, della capacità di operare nel 8. Manuale “Media Operative, you are a
communication space in modo da garanti- mujahid, too” edito dall’agenzia di propaganda
Daesh Salahuddin Province Media Office a
re un adeguato livello di sicurezza al pari
Maggio 2015 e successivamente dall’agenzia di
di quanto avviene sul nostro territorio, propaganda Himma Library ad aprile 2016
113
CARTINA MISSIONI
CARTINA MISSIONI
DIFESA NEWS
Ucraina: il Capo di Stato Maggiore della flagship Carlo Margottini, ha ammainato la
Difesa in visita ufficiale propria insegna cedendo il comando all’Am-
La prima visita del Generale Graziano nel Pa- miraglio Alfonso Perez de Nanclares, imbar-
ese è stata un’occasione per fare il punto di cato sulla nave spagnola Castilla.
situazione della cooperazione bilaterale tra Gibuti, 6 Agosto
le forze armate dei due Paesi e sottolinea-
re l’impegno dell’Italia per mantenere alto Libano: il Generale Del Col al comando
il livello della collaborazione, pur nell’attua- della missione Unifil
le congiuntura internazionale di difficoltà
economiche e di profondi mutamenti geo
strategici. Durante i colloqui con il Vice Mi-
nistro Petrenko, il Generale Graziano ha sot-
tolineato come la Difesa italiana sia davvero
soddisfatta della qualità della cooperazione
con l’Ucraina, considerata un attore chiave
nell’area e un Paese con un ruolo fondamen-
tale nel processo di stabilizzazione dell’inte-
ra regione.
Kiev, 3 Agosto
“La nomina del Generale Stefano Del Col a
Operazione UE Atalanta: l’Italia cede il capo della missione e comandante di Unifil
comando alla Spagna è un grande onore di cui l’Italia è particolar-
L’Italia ha completato un nuovo ciclo di Co- mente orgogliosa. Questo cambio al vertice
mando dell’operazione europea Atalanta, ci porta per la quarta volta al comando di
da 10 anni dispiegata nell’Oceano Indiano una missione importante per la stabilizzazio-
con lo scopo di garantire la sicurezza del ne dell’area e dell’intera regione”. Queste
traffico marittimo contro la minaccia della le parole del Ministro Elisabetta Trenta che,
pirateria. Nel porto di Gibuti il Force Com- insieme al Capo di Stato Maggiore della Di-
mander, contrammiraglio Simone Malvagna, fesa, Generale Claudio Graziano, ha presen-
imbarcato con il suo staff internazionale sulla ziato alla cerimonia di cambio al comando
116
della missione UNIFIL - United Nations Inte-
rim Force in Lebanon, tenutasi a Naqoura,
sede del quartier generale della missione,
dove il Generale irlandese Michael Beary ha
passato il testimone all’alto ufficiale italiano.
Naqoura (Libano), 7 Agosto
125
LIBRI ED EVENTI
A
e di 15-20 nel settore centrale montano.
La Wehrmacht attuava su questi “alline-
amenti” una difesa mobile basata su posi-
zioni leggermente arretrate rispetto alla
quasi ottanta prima linea, da cui partire al contrattac-
anni di distanza, co in caso di necessità. Se il contrattacco
le parole “Linea non aveva effetto ci si ritirava di pochi
Gotica” indica- chilometri, su posizioni prestabilite, aven-
no, nell’opinio- do cura di distruggere durante il ripiega-
ne comune, il si- mento i ponti e le case poste a cavallo delle
stema difensivo strade, cosicché le macerie, disseminate di
tedesco che arrestò, dall’autunno del 1944 mine, ritardassero al massimo l’avanzata
alla primavera del 1945, l’avanzata alleata dei mezzi alleati. Grazie a questa validissi-
in Italia, così come la Linea Gustav ave- ma e tenacissima difesa ed alle condizioni
va fatto un anno prima tra il Garigliano metereologiche particolarmente sfavore-
e Ortona. Nell’opinione corrente, quindi, voli per gli Alleati la cui avanzata di que-
queste due parole evocano una guerra sti ultimi venne bloccata sull’ultima linea
di posizione, dura, difficile, ma “statica”, di resistenza: a fine ottobre la V Armata
non fanno pensare certo ad una serie di americana, che nel tratto centrale aveva
scontri, di battaglie. Sin dal titolo, quindi, superato il versante meridionale dell’Ap-
questo libro è in contrasto con l’abituale pennino, si arrestò in vista di Bologna,
percezione della Linea Gotica come una li- a metà dicembre l’VIII Armata britanni-
nea di difesa sul tipo di quelle della Gran- ca era a sua volta bloccata sul fiume Se-
de Guerra, una linea continua tra Forte nio, all’imbocco della pianura romagnola,
dei Marmi e Cattolica. Gli autori, infat- dopo aver superato Rimini, Forlì, Raven-
ti, descrivono in maniera dettagliata gli na e Faenza, senza poter sfruttare la net-
scontri che si accesero su questa linea, a ta superiorità in mezzi corazzati. Oltre
cavallo degli Appennini, a cominciare dai all’abile e tenacissima difesa dei Tedeschi
primi di settembre del ’44 quando, sulle ed alle avverse condizioni di un inverno
colline marchigiane intorno a Coriano, precoce e freddissimo, il quasi totale arre-
venne effettuato, con scarso esito, quel- sto dell’offensiva alleata era dovuto alla,
lo che fu forse il più massiccio impiego relativa, scarsità di effettivi. Erano infat-
di mezzi corazzati della campagna d’Ita- ti state destinate in estate allo sbarco in
lia. La “Gotica”, in realtà, era costituita da Provenza 3 divisioni americane e le 4 del
cinque “allineamenti successivi” con una Corpo di Spedizione Francese, la cui com-
profondità media di 50 chilometri nel set- ponente nord-africana si era dimostrata
tore adriatico, di 35–40 in quello tirrenico validissima nella guerra di montagna, a
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fine estate era stato ritirato dal fronte il zioni sul fronte italiano, la cui rilevanza
Corpo Italiano di Liberazione, per esser ri- era diminuita dall’estate del ’44, ma che,
organizzato nei Gruppi di Combattimen- sino alla fine, si erano svolte con estre-
to, a novembre erano state destinate in ma determinazione ed in condizioni am-
Grecia due divisioni inglesi insieme alla bientali spesso proibitive, condizioni che
3a brigata da montagna ellenica, che era avevano però permesso alla Wehrmacht
stata operativa sul fronte italiano per un di supplire, almeno parzialmente, all’infe-
mese soltanto, infine 2 divisioni canadesi riorità numerica delle proprie unità. L’an-
erano state inviate sul fronte occidenta- damento di queste operazioni è riportato
le. Queste unità vennero, gradualmente, nel testo quasi giorno per giorno, grazie
sostituite con altre, non tutte, almeno ini- anche al supporto di numerose cartine e
zialmente, all’altezza delle precedenti. Il di grafici che, con le foto, completano il
Corpo di Spedizione Brasiliano, la brigata volume. Ma, al di là delle operazioni, il vo-
Ebraica, la 92a Divisione e la 10a da Monta- lume offre anche altri spunti di interesse,
gna americane, i Gruppi di Combattimento passando dalla descrizione delle differen-
“Legnano”, “Folgore”, “Friuli” e “Cremona” ti tattiche delle due parti contrapposte a
e alcune brigate partigiane, di forza non brevi annotazioni sui comandanti in cam-
certo equivalente a quella delle omonime po fino alle tremende conseguenze della
unità regolari, come la “Maiella”, abruzze- guerra per le popolazioni dell’Appennino.
se, e la 28a Garibaldi, romagnola, mentre Ora, di tutte queste vicende belliche re-
altre formazioni partigiane erano attive stano, oltre al ricordo, delle targhe com-
nelle retrovie tedesche. L’avanzata sovie- memorative, qualche fortificazione più o
tica da oriente e quella anglo-americana meno conservata e soprattutto le lapidi e
da occidente fino ai confini della Germa- le croci dei cimiteri di guerra, grandi come
nia, avevano però obbligato anche i Tede- quelli tedeschi e americani, o di dimensio-
schi a ritirare alcune divisioni dal fronte ni relativamente ridotte, come quelli di
italiano, indebolendolo ulteriormente. tutti gli altri eserciti, sparsi tra il Tirreno
Così, ai primi di aprile del 1945, con il ri- e l’Adriatico.
torno della stagione favorevole e la pos- Piero CROCIANI
sibilità di sfruttare al massimo il dominio
del cielo, l’offensiva alleata, nonostante Le grandi battaglie della
una vigorosa difesa iniziale, poteva tra- Linea Gotica
volgere le difese tedesche fino a raggiun- Franco e Tommaso CRAVAREZZA
gere e superare il Po, mentre nell’Italia Editore: Edizioni del Capricorno
Settentrionale aveva inizio l’insurrezione pagg 238
generale. Il 2 maggio, a Caserta, era firma- Prezzo € 14,90
ta la resa. Erano così terminate le opera-
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Hanno contribuito:
GRANDE GUERRA
esperienza e memoria un secolo dopo
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LA LOTTA AGLI ORDIGNI ESPLOSIVI
LA STORIA DISEGNATA DEL MILITE IGNOTO
RIVISTA DELLO STATO MAGGIORE DELLA DIFESA