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Matteo Pisciotta, Classe 1A Villa Valerio, Casciago

GLI ETRUSCHI,

UNA CIVILTA’ BASATA SULLA RELIGIONE

La civiltà etrusca fiorì nel centro Italia Controversa invece è la questione della
dall’VIII al III secolo a.C. molto eventuale pratica di sacrifici umani attestata
probabilmente proveniente dal medio-oriente. solo da fonti romane e indiziata da alcuni
Secondo lo storico romano Tito Livio essa era ritrovamenti archeologici, ma sulla cui
imperniata sulle credenze religiose più di ogni interpretazione c’è disaccordo tra gli studiosi.
altra civiltà del mondo antico. Gli Etruschi Più probabilmente, come accadeva anche
erano particolarmente sensibili alla nella civiltà romana arcaica, tali sacrifici si
problematica del destino: essi ritenevano che svolgevano solo in casi eccezionali. Le città
eventi anche terribili, in quanto legati alla etrusche, le cui mura perimetrali erano
volontà divina, non potessero essere evitati. tracciate con un aratro col vomere di bronzo
Tuttavia consideravano possibile prevedere lo dai sacerdoti, erano suddivise in città dei vivi
svolgersi dei fatti, in modo che eventi nefasti - alla cui sommità sorgeva l’acropoli con i
potessero essere posticipati o resi meno gravi. suoi tre templi - e città dei morti, le necropoli.
La religione presso gli Etruschi influenzava Se i templi furono distrutti dai Romani le
anche la vita di tutti i giorni e i sacerdoti, che necropoli invece sono sopravvissute e ci
ne erano depositari, avevano un grande potere hanno fornito importanti reperti e indizi sulla
poiché dai loro responsi dipendevano anche le vita degli Etruschi. I sepolcri riproducono,
scelte nella vita economica e politica. nelle decorazioni e nell’architettura, la città
dei vivi.
UNA RELIGIONE POLITEISTA

Quella etrusca era una religione politeista. I orecchie d’asino, becco ali e zampe
culti etruschi furono influenzati da quelli greci d’avvoltoio. L’unico modo per evitare questo
e a loro volta confluirono in quelli romani. terribile mondo degli inferi erano i culti
misterici di Dionisio, giunti in Italia
Il Pantheon era costituito da numerose dall’Oriente insieme ai coloni greci. Secondo
divinità. A capo vi era Tinia, che aveva un lo storico romano Tito Livio proprio grazie
ruolo simile a quello di Zeus, e come agli Etruschi si diffuse nel mondo romano il
quest’ultimo lanciava fulmini. Al fianco di culto di Fulflus, una divinità collegata al vino
Tinia sedeva Uni, protettrice delle nascite e e alla fertilità, proprio come il greco Dionisio
delle città, che formava un “terzetto rosa” e il latino Bacco.
assieme a Menrva, divinità dell’intelligenza
(come la greca Atena e la romana Minerva), e
Turan, dea dell’amore (come la greca
Afrodite). Altre divinità erano Laran, dio
della guerra, Aplu (corrispondente
dell’Apollo greco).

Ma le divinità più terribili erano quelle


dell’oltretomba. Il regno degli inferi,
corrispondente dell’Ade della cultura greca, si
chiamava Aita e sulla sua porta stava Charun,
che apriva e chiudeva l’accesso agli inferi con
un martello. I defunti erano accolti dalla dea
Vanth, che reggeva in mano il destino degli
uomini scritto su una pergamena. Queste due
non erano le uniche divinità dell’aldilà ma
stavano a simboleggiare il demone dell’aldilà
maschile e di quello femminile. Tra i vari
demoni il più terrificante era Tuchulcha:
aveva il corpo umano, serpenti tra i capelli,
Raffigurazione di Tuchulcha in un affresco
della tomba dell’Orco, Tarquinia
LA DIVINAZIONE

Depositari dell’arte divinatoria erano i interpretato in base alla loro provenienza. Essi
sacerdoti, che conoscevano e applicavano la potevano essere di tre tipi diversi: di
“Disciplina etrusca”, un complesso insieme di avvertimento, di annuncio di eventi rinviabili,
norme che regolavano il rapporto tra uomini e oppure “fatali” cioè legati ad eventi
divinità, rivelate ai sacerdoti da due esseri inevitabili. Le cerimonie erano accompagnate
soprannaturali, Tagete, un profeta-bambino dalla musica.
saggio come un vecchio, e la ninfa Vegoia.
Convinti che tutti i fatti naturali si svolgessero Gli aruspici “leggevano” le viscere degli
in base alla volontà degli Dei, cercavano di animali ed in particolare il fegato. Un
trarre informazioni sul futuro a partire da prezioso reperto è il “fegato di Piacenza”, una
eventi come i fulmini, il volo degli uccelli, la rappresentazione in bronzo suddivisa in 40
particolare conformazione delle interiora degli sezioni, ognuna delle quali indicava una
animali. I sacerdoti erano in prevalenza particolare divinità a cui offrire sacrifici in
maschi e venivano istruiti in scuole simili ad base alla parte dell’organo che presentava
università, di cui la più importante era quella imperfezioni.
di Tarquinia. E’ interessante notare che alcune divinità
A seconda delle specifiche competenze erano greche, e che reperti simili sono stati
divinatorie i sacerdoti potevano essere àuguri, rinvenuti anche nel mondo babilonese,
quelli che interpretavano i segni naturali, o ulteriore conferma dell’origine medio-
aruspici, quelli che “leggevano” le viscere orientale degli Etruschi.
degli animali sacrificati.

Gli àuguri avevano un bastone con la punta a


spirale, detto lituus, - simile al pastorale, il
bastone ricurvo che usano ancor oggi i
vescovi - e vestivano una lunga tonaca, una
giacca in pelle di pecora e un copricapo
conico appuntito. Essi “leggevano” il cielo
suddividendolo in base ai quattro punti
cardinali che erano poi ulteriormente
suddivisi in 4 parti per un totale di 16 zone, ad
ognuna delle quali era associata una divinità.
Nel quadrante nord-est dimoravano le divinità
più favorevoli, in quello di nord-ovest quelle Il “fegato di Piacenza”, conservato presso i Musei
più infauste. Il significato dei fulmini era Civici di Piacenza
TOMBE E CULTO DEI MORTI

Gli Etruschi ritenevano che nell’aldilà il


defunto proseguisse la propria vita terrena,
come gli Egizi. Per questo motivo le tombe
erano concepite come una nuova casa e quindi
ospitavano vari beni appartenuti al defunto
come abiti, gioielli, servizi di stoviglie e
persino bighe. Le tombe dei defunti più
facoltosi erano poi riccamente affrescate con
scene della vita quotidiana. Le
rappresentazioni artistiche dell’aldilà
mostrano dapprima il ricongiungimento Tomba a camera scavata nel tufo Necropoli delle Grotte,
famigliare del defunto con i propri cari quindi Populonia
varie piacevoli attività come banchetti, giochi,
danze e musica. Nel corso del tempo
cambiarono sia le pratiche di sepoltura sia il
tipo di tomba: si passò dalla cremazione alla
inumazione e da tombe ricavate
semplicemente da cavità naturali del terreno a
veri e proprie edifici. Così ci sono giunte
tombe di svariate forme: tombe a pozzo,
tombe a fossa, tombe a tumulo, tombe a
camera, tombe a dado, tombe a edicola.

Tomba a edicola, detta tomba del "Bronzetto


dell'Offerente", Necropoli di San Cerbone, Populonia

Tomba a cumulo, necropoli della Banditaccia,


Cerveteri Tomba a dado, Necropoli della Casetta, Blera

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